Quale rapporto avete con i festival di cinema? Ne
frequentate tanti? Vi annoiano? L’idea che mi sono fatto io è che siano delle
bolle, con all'interno un loro ecosistema dedicato, in cui i film presentati
vivono spesso di vita (e popolarità) propria.
Dopo aver passato giorni tra film a micro budget girati in un tinello e drammi sud americani in bianco e nero, è anche normale che quando si inciampa in un film, che sembra un film a tutti gli effetti, venga voglia di urlare al miracolo. Più o meno è il motivo per cui certe commedia uscite da alcuni film festival, vengono spinte come se fossero l’ultimo lavoro di Mel Brooks scritto da Zucker-Abrahams-Zucker, quando nei casi migliori, riescono giusto a strappare una risatina. Comunque mezza risatina in più dei drammoni e dei film da tinello sopra descritti.
Dopo aver passato giorni tra film a micro budget girati in un tinello e drammi sud americani in bianco e nero, è anche normale che quando si inciampa in un film, che sembra un film a tutti gli effetti, venga voglia di urlare al miracolo. Più o meno è il motivo per cui certe commedia uscite da alcuni film festival, vengono spinte come se fossero l’ultimo lavoro di Mel Brooks scritto da Zucker-Abrahams-Zucker, quando nei casi migliori, riescono giusto a strappare una risatina. Comunque mezza risatina in più dei drammoni e dei film da tinello sopra descritti.
Questa lunga premessa per dire che “The Vast of Night”,
dopo aver fatto il vuoto nei vari festival cinematografici dove è stato
presentato, è finito dritto sparato sul paginone di Amazon Prime dove lo
trovate anche con il titolo diligentemente tradotto “L'immensità della notte”.
Oggi sono in vena di farvi domande: quando guardate un
film, preferite esaltarvi per gli aspetti tecnici? Oppure vi piace che sia la
storia a conquistarvi? Ecco, se fate parte della prima categoria, questo film
dovreste proprio vederlo. Per tutti gli altri, ho notizie non proprio
esaltanti.
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"Ufficio reclami della Bara Volante, in cosa posso aiutarla?" |
L’esordio alla regia di Andrew Patterson, porta in scena
la sceneggiatura scritta da James Montague e Craig W. Sanger e cosa vi dico
sempre dei primi cinque minuti di un film? Che ne determinano tutto l’andamento
bravi! Quindi “The Vast of the Night” è il nuovo episodio della serie tv
“Paradox Theater” un chiarissimo omaggio alla classica Ai confini della realtà, che va in onda su un piccolo televisore in
stile anni ’50, nel soggiorno di un appartamento della stessa decade, nella
primissima scena del film.
Con un lento carrello avanti, Andrew Patterson ci porta
all’interno della puntata (e del programma) in questione, la storia di una piccola
cittadina molto concentrata sulla locale partita di Basket. Qui facciamo la
conoscenza del carismatico (e ciarliero) DJ della radio locale Everett (Jake
Horowitz) e della sua centralinista Fay (Sierra McCormick), al suo esordio
totale nella piccola emittente radiofonica.
I primi quindici minuti di film volano via nel
chiacchiericcio, Everett per spiegare come continuare a parlare costantemente
alla radio, chiede a Fay di intervistare persone a caso per strada. I dialoghi
sono tanto vuoti quanto ben scritti, sul serio! Durante i primi quindici minuti
non ci vengono fornite informazioni vitali per la storia, ma i dialoghi
scivolano via belli fluidi, il tutto mentre Andrew Patterson fa sfoggio di
talento alla regia.
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"Questo Cassidy parla un sacco, dovremmo offrirgli un programma tutto suo" |
Grazie ad una sorta di steadicam improvvisata (montata
sui resti di un go-kart, storia vera), Patterson segue Everett in un lungo
piano sequenza davvero ben fatto e poi non pago, segue ancora i suoi due
protagonisti mentre si recano alla stazione radiofonica parlando del più e del
meno.
Mentre il minutaggio scorre, finalmente la storia
comincia sul serio, uno strano segnale disturba le frequenze, Everett quindi
decide di trasmetterlo nella speranza di essere contattato da qualche esperto
in grado di decriptarlo. Al suo appello risponde Billy (la voce di Bruce Davis)
ex militare dell’aviazione con il grado di credo… Soldato Spiegone. Visto che
inizia a raccontare la rava e la fava, del segnale, delle esercitazioni, di
quello che ha visto e di come avete già capito finirà la trama, perché sono
sicuro che l’avete già capito. Da qui in poi vaghi SPOILER!
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Da appassionato però, ora sono un po’ in ansia per il risultato della partita di basket. |
Non paghi, dopo il Soldato Spiegone, entra in scena anche
la Signora Mabel Spiegoni (Gail Cronauer) che con un lungo monologo degno del
più complottista dei Terrapiattisti, racconta che LORO sono là fuori e BLA BLA
BLA. Fine della parte con SPOILER.
La trama non è certo qualcosa di innovativo così come il
suo punto di arrivo, ma il modo in cui il regista ci prende per mano invece
funziona, il senso di costante minaccia crescente va a braccetto con l’ambientazione,
perché per qualunque americano degli anni ’50, la minaccia Sovietica era sempre
dietro l’angolo, quindi il film riesce a giocare bene con questo tipo di ansie.
Insomma, “The vast of the night” è meno di un episodio a
caso della serie a cui si ispira, ma
a ben guardarlo un po’ di più di una puntata a caso di “Happy Days”, eppure ha
tutto per conquistare il pubblico all’interno di un festival di cinema, perché
i dialoghi sono tanti ma scritti bene, specialmente quelli iniziali, inoltre la
regia di Andrew Patterson è davvero ottima. Per essere un film costato forse
meno del nostro Blumhouse medio, riesce
a ricreare gli anni ’50 alla perfezione anche nei dettagli, le gonne lunghe di Fay
oppure i pantaloncini e i palloni di pelle della squadra di Basket.
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"Sento un segnale, come una voce che dice... state viaggiando in un'altra dimensione..." |
Se siete in vena di qualcosa che omaggia Rod Serling e Richie
Cunningham in parti uguali, girato veramente alla grande, “The vast of the
night” è un gioiellino che trovate su Amazon Prime, se invece è da una storia
incredibile che volete essere conquistati, cercate altrove nell’immensità del
catalogo della popolare piattaforma di streaming.
Non lo so... Di norma la storia batte la tecnica 6-0, 6-0, 6-0 quindi questo film non fa proprio al caso mio. Però il tuo post me l'ha venduto parecchio bene perché i dialoghi, se scritti bene (pur non aspettandomi roba alla Tarantino!), sono un bel biglietto da visita.
RispondiEliminaMi hai messo in crisi... Avessi tempo lo recupererei oggi stesso. Ma visto il cronico intasamento mi sa che per ora lo accantonerò.
Ho alzato un paio di palloni un po' complicati lo so ;-) Cheers
EliminaMolti aspetti mi hanno spinto a vederlo, come hai già letto dalle mie parti, ma proprio il lato tecnico, da te elogiato, mi ha stancato.
RispondiEliminaD'altronde non possiamo tutti pensarla allo stesso modo, anzi ben vengano pareri diversi come su Gemini Man😂😂😂
In realtà la storia l'ho trovata poca cosa, ma se un film è diretto bene tendo a notarlo, anche se poi appunto, mi piace che oltre alla parte tecnica ci sia anche un po' di pepe in più. No, "Gemini Man" è indifendibile mi dispiace ;-) :-P Cheers
EliminaNon mi è dispiaciuto per niente, l'ho guardato volentieri dall'inizio alla fine probabilmente perchè è scritto e girato bene, altrimenti non avrei sopportato i lunghi dialoghi e spiegoni.
RispondiEliminaNella prima mezz'ora sembra di farsi una passeggiata negli anni 50 con i protagonisti, poi inizia la parte sovrannaturale che mantiene viva l'attenzione.
L'unico difetto per me è stato inquadrare -SPOILER- l'astronave, l'avrei lasciata all'immaginazione.
Per me un 6 e mezzo quasi sette se lo merita tutto.
Esatto, non aggiunge molto ma non toglie nemmeno niente, per fortuna è girato così bene da conquistare grazie alle ricostruzione degli anni '50, però non è certo una storia rivoluzionaria e concordo con te, meno è meglio a volte ;-) Cheers
EliminaMi spiace Cass, ma per una volta non sono d'accordo con te. Anche io ho visto questo film spinto da alcune recensioni che ne omaggiavano le scelte tecniche e stilistiche del regista, che effettivamente non sono male, ma giustificate, come da te confermato, da un budget ridicolo. Però è proprio la storia che manca, certo ci sono molti dialoghi e anche ben scritti per aumentare il minutaggio complessivo, ma sa tutto di troppo telefonato e scontato, inoltre devo ammettere che la parte di Fay quando riceve le chiamate e deve collegare i cavi, per quanto accurata storicamente, è veramente troppo lunga, mi ha snervato!!
RispondiEliminaComunque come episodio di una serie TV stile Twilight Zone ci può stare, seppur con tanti tagli. Presentarlo come film con ambizioni autoriali secondo la mia modesta opinione è un pò troppo. Piccolo spoiler: ma le astronavi non potevano farle un pò meglio? Quelle di Ralph Supermaxi eroe erano fatte meglio e si parla di 40 anni fa e senza nemmeno grandi budget. 👋
Chiedo scusa perché oggi sono più tronato del solito, ma dove esattamente saremmo in disaccordo? Perché ho parlato (bene) della parte tecnica ma ho sottolineato che la storia è poca cosa è i dialoghi (per quanto ben scritto) allungano il minutaggio, quindi non mi sembra di vedere punti su cui non concordiamo ;-) Cheers
EliminaSono completamente d'accordo a metà con il Mister! Hai ragione, alla fine siamo più d'accordo che in disaccordo. Scusa me, sono più vecchio e quindi più tronato di te!! 😜
EliminaNo figurati, mi sono venuti dei dubbi di personalità ;-) Cheers!
EliminaI titolisti italiani anche quando sono diligenti mi fanno venire il latte alle ginocchia...comunque film interessante ;)
RispondiEliminaIn effetti non per fare gli esterofili a tutti i costi (non lo sono per nulla), però tradotto in Italiano il titolo risulta ancora più generico di quello originale ;-) Cheers
EliminaCome sai per me la storia è sempre più importante, quindi sono frenato a prescindere dalla visione. Semmai mi recupero la serie a colori di Twilight Zone che mi manca ;-)
RispondiEliminaIdem, infatti la riflessione mi è venuta fuori proprio durante i lunghi dialoghi del film, di solito preferisco qualcosa di magari anche più grezzo, anche se sono il primo a notare la parte tecnica, mi sembra una scelta tra cuore e pancia, sono giunto alla conclusione di essere uno 'de panza ;-) Ecco quella la sto completando anche io, vorrei iniziare anche quella nuova, curata da Jordan Peele. Cheers!
EliminaMa non dimentichiamo che c'è una puntata di Happy Days in cui compare Robin Williams nei panni dell'extraterrestre Mork di Mork e Mindy!
RispondiEliminaQuando arrivo a casa credo che me lo recupererò, mi ha incuriosito... e dopo una settimana al mare con suocera e cognata ho decisamente bisogno di qualche buon dialogo!! Grazie Cassidy!
Prego cara sono qui per questo. Ecco, io questo film l'avrei fatto terminare così, con l'apparizione di Mork :-D Cheers
EliminaIl senso di minaccia costante è una delle cose che, se trattate bene, rendono i film degni di nota secondo me. Quindi sicuramente lo guarderò.
RispondiEliminaQui quella sensazione di "Qualcosa di sinistro sta per accadere" (cit.) è ben presente. Cheers!
EliminaBeeellllooo
RispondiEliminaHo smesso di leggere l'articolo alle prime righe ho capito che stavi parlando di cinema...
Ho finito di vederlo adesso
In tre lassi temporali...
...
Bello
Molto bello
Ho messo l'avviso di anticipazioni proprio per quello, bene sono contento di averti consigliato bene ;-) Cheers
EliminaCon il mio solito ritardo ma arrivo e ti confermo subito che sì, ai Festival si creano bolle e soprattutto i film più leggeri, dai toni giusti finiscono per essere incensati.
RispondiEliminaEsempi personali:"Tutto può accadere a Broadway" e "Lolo", non so se avrei riso così tanto a casa da sola....
Comunque qui i gridolini di entusiasmo ci stanno anche perché io solitamente sto dalla parte della storia, ma mi rendo conto che sono più per i dialoghi, anche se girano a vuoto. Se sono fitti fitti e ben calibrati, e se sono accompagnati da una regia altrettanto grande, beh, mi si conquista facile.
Butto lì una Trilogia del Before come esempio lampante del mio orientamento.
Hai citato una trilogia mica da ridere, quella é davvero un capolavoro ;-) Di solito i dialoghi li misuro su parametri tutti miei, mi piacciono quando i personaggi parlano in modo realistico per il contesto, oppure quando non sono realistici per niente, ma i dialoghi filano comunque come musica. Qui mi sono incantato a guardare il film, rendendomi conto che i primi venti minuti, sono volati via dialogando sul (quasi) niente, ma facendolo davvero alla grande, quindi ho apprezzato molto.
EliminaMi confermi l'idea che mi sono fatto nei festival dove sono stato, poi faccio poco testo, una volta sono finito in sala grande a Venezia a vedere un film di mostri giganti Giapponesi (storia vera). Cheers!