venerdì 1 maggio 2020

Sonno di ghiaccio (1985): come Frozen, ma senza le canzoni

Continua l’esplorazione della filmografia del maestro di Cleveland con un altro suo titolo televisivo. Vestitevi pesanti perché oggi è previsto freddo, bentornati a… Craven Road!
Gli anni successivi al successo del suo Nightmare - Dal profondo della notte, hanno visto Craven molto attivo nelle produzioni per il piccolo schermo, dopo Invito all'inferno, il maestro di Cleveland - che non si è mai tirato indietro in vita sua davanti alla proposta di dirigere una storia -, pensò di firmarne una regia per il canale CBS, ma prima di tutto lasciatemi ringraziare Lucius (che per altro aveva anche scritto un post sul film), altrimenti questo film non lo avrei mai visto.

Posso affermarlo senza paura di essere smentito, il 1985 non è stato il migliore anno per la produzione Craveniana, tenendo conto anche del non proprio irresistibile Le colline hanno gli occhi II, ma è stato anche l’anno in cui zio Wessy ha lanciato sempre per il piccolo schermo, un progetto a cui teneva parecchio, ovvero il rilancio della mitica “Ai confini della realtà”, dirigendo di suo pugno cinque episodi.

"State viaggiando attraverso un'altra dimensione..."
Quindi possiamo dire che a suo modo “Chiller” (anche noto come “Wes Craven's Chiller” con utilizzo Carpenteriano del genitivo sassone, e su questo lasciatemi l’icona aperta, più avanti ci torniamo), è una sorta di grosso episodio di “The Twilight Zone” stiracchiato per arrivare a 104 minuti di durata, anche l’ultima scena con sorpresa, lascerebbe intendere proprio questo, un modo per zio Wessy per scaldarsi i muscoli in vista del suo prossimo impegno, anche se bisogna ammetterlo, le temperature in “Sonno di ghiaccio” sono bassine per scaldarsi a dovere, infatti il risultato non è proprio di quelli che fanno girare la testa.

Scritto da J.D. Feigelson, prodotto dalla (ah-ah) Frozen Man Productions, e mandato in onda dalla CBS per la prima volta il 22 maggio del 1985, “Sonno di ghiaccio” inizia con una bella grafica che mi permette di chiudere subito quell’icona lasciata aperta, perché non solo l’uso del genitivo sassone è Carpenteriano, ma anche la grafica del titolo, identica in tutto e per tutto a quella del film La Cosa. In fondo entrambi i film parlano di creature maligne surgelate, anche se con risultati finali un pochino differenti.

Per la tradizione dei titoli di testa oggi, potete fare anche il confronto diretto.
Pronti via, il film comincia con un guardiano di notte che si aggira in un tecnologico laboratorio dove sono ospitate capsule criogenico. La versione moderna del sonno di ghiaccio della bella addormentata s’interrompe quando uno dei contenitori si guasta, con uno dei “ritornati” al suo interno, ancora clamorosamente in vita.

Si tratta di Miles, ricco rampollo di casa Creighton, pezzi grossi dell’alta finanza che dieci anni prima, avevano abbastanza soldi da potersi permettere la fantascientifica cura in stile Walt Disney per il primogenito, messo in freezer per via di un grave tumore, in attesa che la scienza medica sviluppasse una cura efficace.

"Risvegliatemi quando la Disney avrà smesso di produrre i suoi live action"
Miles ha il volto di Michael Beck, il mitico Swan capo dei Guerrieri, che purtroppo in carriera non è mai più riuscito a brillare come nel capolavoro di Walter Hill, anche se diretto da Craven manda a segno un personaggio se non altro abbastanza minaccioso nella sua luciferina presenza.

Miles è vivo ma cosa sarà di lui dopo lo scongelamento? Lo chiede persino il reverendo vicino alla famiglia Creighton, al medico impegnato nell'operazione di sbrinamento («Non lo so reverendo, questo forse dovrei chiederlo io a lei»). Avvolto nella stagnola come un Kebab, Miles finisce in coma, e si risveglia solo al tocco dell’infermiera Cooper, per altro interpretata da quella che allora era la moglie del regista, l’attrice Mimi Craven.

Vorrei un Kebab Miles con tutto, piccante e patatine abbondanti.
Il maestro di Cleveland prova a strapparci qualche brivido, quando Miles sgrana gli occhi sembra almeno di stare guardando la trasposizione di uno dei vecchi racconti di Poe, con i personaggi ritornati dalla tomba, un tema su cui, pochi anni dopo un altro maestro dell’Horror come George A. Romero si sarebbe esibito, con risultati anche lì, un po’ freddini.

Tutto il secondo atto di “Chiller” non brilla certo per ritmo, il cocco di mamma Miles Creighton tornato in vita non ha intenzione di perdere tempo, infatti si rimette subito a capo dell’azienda di famiglia, eliminando la concorrenza di tutti i vecchi candidati al ruolo, ma quando dico eliminando, intendo proprio nel senso fisico del termine! Il vecchio socio amico di famiglia, viene fatto fuori con una caduta rovinosa dalle scale, ma è uno dei pochi momenti di brio di una storia freddina, che sembra aver lasciato gli spunti migliori nel congelatore da cui è uscita.

Ora, magari mi farò voler male da tutti gli appassionati del musical della Disney, ma dico sempre che se togliessimo le canzoni a “Frozen - Il regno di ghiaccio” (2013), quello che resterebbe, sarebbe una storiella banale. Per certi versi “Sonno di ghiaccio” sembra lo zio di “Frozen”, perché l’andamento della storia è troppo prevedibile e senza alcun guizzo particolare. Quando persino mammà Creighton capisce che quello uscito dal frigorifero non è più il “suo” Miles, beh avete già capito come continua no?

"Fai la nanna cocco di mamma...","Ma, ho trentotto anni, posso addormentarmi da solo"
Ma siccome questa è una rubrica su Wes Craven, devo aggiungere che pur trattandosi di una sceneggiatura su cui non ha collaborato in nessun modo, il maestro di Cleveland si è scelto una storia in cui un minino delle sue tematiche si possono per lo meno ritrovare.

Per Craven i mostri arrivano sempre da un mondo appena adiacente al nostro, che sia una classe sociale differente (L’ultima casa a sinistra), dei vicini di casa (Benedizione mortale), oppure dagli incubi come Freddy Kruger. Qui il mostro è rappresentato da un volto un tempo amico, che ha perso ogni inibizione, diventando altro, qualcosa di senza scrupoli.

Con lui non vorrete di certo giocare a fare la guerra.
Inoltre il tocco iconoclasta di Craven non manca mai, ed è un filo rosso che lega questo film a Invito all'inferno. I cattivi per Wes sono fieri rappresentanti dell’élite, ricchi, bianchi e W.A.S.P. come direbbero i nostri amici Yankee. Non è molto lo so, perché “Chiller” non è certo il film di Craven che non conoscete e che dovreste recuperare a tutti i costi, ma un autore si vede anche nei piccoli film su commissione.

Di positivo in “Sonno di ghiaccio”, troviamo sicuramente la prova fisica di Michael Beck, perfetto nel rappresentare un personaggio che è stato dall'altra parte, ha visto cosa ci aspetta di là (niente) e quindi si aggrappa ferocemente alla sua seconda occasione, trovando ogni modo possibile per “scaldarsi” e fregandosene di tutto. Anzi forse un attore ancora più sopra le righe di Beck, per certi versi sarebbe stato una scelta più facilona (e quindi meno indicata), ma in ogni caso con la sua prova risulta davvero minaccioso.

Come on baby, eat the rich / Put the bite on the son of a bitch (Cit.)
Il finale di “Sonno di ghiaccio” poi, davvero dà l’impressione di un Wes Craven con la testa già dalle parti dei finali a sorpresa della serie creata da Rod Serling, anzi, mi piacerebbe aggiungere a questa rubrica dedicata a Craven anche qualcuno di quei cinque episodi diretti per il rilancio di “Ai confini della realtà”, vedremo se riuscirò a farlo.

Anche perché la passione bruciante di zio Wessy per la regia, in carriera gli ha fatto porre la sua firma su titoli incredibili, molti li vedremo nelle prossima settimane, quindi restate da queste parti, sempre qui su Craven Road!

24 commenti:

  1. La locandina è spaventosa e suggestiva..L'idea buona, ma mi dici che in sostanza è un film un po' troppo telefonato. Finale flop quindi?

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    1. La storia del protagonista si consuma in un modo abbastanza prevedibile, la scena finale invece è beffarda in puro stile "Ai confini della realtà". Il problema è che resta un filmetto freddo gelato. Forse con qualche soldino in più sarebbe potuto migliorare, il fatto che non sia stato scritto da Craven si nota però. Cheers!

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  2. Povero Michael Beck che forse si è giocato la carriera con quel fiasco colossale di Xanadu (che però nel suo essere trash a me piace e l'ho pure rivisto da poco).
    I titoli direi che sono fatti proprio con la stessa tecnica de La Cosa, cioè facendo bruciare la parte che rivela la scritta (lo spiegano negli extra in un lungo backstage).

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    1. Che poi era già una citazione, perché le stessa tecnica era stata usata per i titoli di testa di "La cosa da un altro mondo" (1951). Quindi Carpenter stava omaggiando, e Craven (o chi per lui) stava omaggiando Carpenter ;-) Cheers

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    2. Si, anch' io l' ho trovato simpatico. Poi Gene Kelly nonostante l' età è sempre un mito. Altro titolone cannato, tale "Megaforce", che da come lessi è trash-fantascientifico.

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    3. Megaforce é abbastanza leggendario da questo punto di vista ;-) Cheers

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  3. No, anche questo non lo avevo mai sentito.
    E anche in questo caso non mi devo essere poi perso molto.
    Cioè, fatemi capire...questo torna nel mondo dei vivi senza uno straccio di potere soprannaturale, di possessione demoniaca, di simbiosi aliena, di niente di niente?
    Neanche sotto forma di vampiro o di zombie?
    L'unica cosa che ottiene é di diventare più cinico e bastardo?
    Oddio, forse il vero orrore é proprio questo.
    Ha visto la morte, in un certo senso. E...si, fa davvero schifo (cit.)
    Ok, passiamo pure al prossimo.
    Certo che sto scoprendo un sacco di roba inedita, sullo zio Wessy.

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    1. Non fa molta più paura così? Se ci pensi fa parte dello spirito iconoclasta di Craven, con un colpo di spugna spazza via religioni e fantasie varie, lasciando spazio solo alla natura umana. Con qualche solino in più e un po' più di cura avrebbe potuto essere un ottimo titolo, purtroppo invece è solo beh, freddino. Aspetta di vedere il prossimo capitolo! Forse scoprirai altra robetta inedita ;-) Cheers

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  4. Beh, "Come Frozen senza le canzoni" vuol dire che potenzialmente è un film bellissimo!

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    1. Di sicuro preferire rivedere venti volte questo che una sola volta "Frozen" quindi vedo che la provocazione non è caduta nel vuoto ;-) Cheers!

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  5. Contentissimo di essere stato utile. Mi spiace solo che quando ho visto il film per il vecchio blog del Zinefilo (forse 2013 o 2014), recuperando poi la recensione per il nuovo, alla fin fine sono stato stringato, non rendendomi neanche conto della rarità che avevo visto.
    Ma secondo te quella grafica del titolo, troppo identica a "The Thing" perché sia casuale, è stato un omaggio carpenteriano fatto da Craven per strizzare l'occhio al ghiaccio presente in entrambe le storie? In fondo la Cosa avrebbe già invaso il mondo se non ci fosse stata il ghiaccio a fermarla: quel ghiaccio che ora non ferma più il ricco rampollo cattivo :-P

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    1. Pensa che mi ero dimenticato anche io del tuo post (che avevo commentato) ma l'ho ritrovato cercando un'immagine relativa ai titoli di testa, Google mi ha riportato sul Zinefilo ;-) Penso che sia assolutamente voluto, è una strizzata d'occhio troppo palese, l'idea del male liberato (o intrappolato) dal ghiaccio e lo stesso, e la scena finale di "Chiller" potrebbe idealmente andare mano nella mano con il finale del film di Carpenter. Cheers!

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  6. ma solo io se si parla di frozen penso al film del 2010 sugli skilift???

    rdm

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    1. No, per quello ho precisato parlando di canzoni, altrimenti avrei citato le funivie ;-) Cheers

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  7. Anche a me viene in mente l'altro Frozen, è passato pure in tv giorni fa...comunque questo ovviamente mi manca, molto interessante l'incipit, peccato per la prevedibilità, me lo segno ;)

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    1. Non è proprio semplice da scovare ma puoi organizzare un doppio spettacolo serale con "Frozen". Quello giusto ;-) Cheers

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  8. Sicuramente tra Chiller e Frozen preferisco il primo, anche perché Michael Beck è come un vecchio amico che fa sempre piacere ritrovare. Aggiungo che anche il videogioco the warriors ha dato un pò di lustro al bravo Beck, permettendogli di rientrare nei panni del suo personaggio più famoso.
    Essendo un grande appassionato di Twilight Zone, soprattutto la serie TV degli anni '80, sono molto curioso di sapere quali episodi ha diretto lo zio Wes, anche perché li ricordo quasi tutti e vorrei sapere se coincidono con i miei preferiti. Ora torno a vedere Lego Movie 2 con mio figlio... Me tocca, però figata la citazione a Die Hard e il cameo del grande Bruce. 👋

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    1. A me é piaciuto a che il secondo, non è meraviglioso (wink-wink) come il primo ma resta figo ;-) Lo scoprirai a breve con il post dedicato! Cheers

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    2. Hai ragione, alla fine non è così malvagio, meglio effettivamente il primo, però, come sostieni giustamente. Il problema è che alla terza visione (di fila) comincia a essere un pò indigesto... 👋

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    3. La canzone che ti resta in testa, la canzone che ti resta in testa ;-) Cheers

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  9. Film tv senza infamia e senza lode, a cui avrebbero giovato un maggior budget e una sceneggiatura che sviluppasse meglio il lato misterioso della storia, ma che comunque può contare su di un protagonista convincente come Michael Beck nella parte di uno spietato "ritornante" senz'anima (o coscienza, o come la si vuole chiamare): sì, perché quegli occhi "altri" che per brevi istanti si sostituiscono ai suoi nel momento del risveglio suggeriscono che qualcosa sia andato parecchio storto, come poi dimostreranno i fatti. Di lui non ci si può fidare per un solo istante, nemmeno quando rivela a Paul Sorvino cosa NON ci sia dopo la morte (l'essere che una volta era Miles Creighton sa come far più male possibile ai suoi bersagli: dal suo sadico punto di vista, negare l'aldilà in faccia a un prete è quasi peggio che eliminarlo fisicamente)... Craven spazza via religioni e fantasie varie, vero, ma allo stesso tempo non chiude del tutto le porte all'ignoto. Un brutto posto, quest'ignoto, da cui per sicurezza è meglio non riportare mai indietro niente e nessuno ;-)

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    1. Penso che sia la parte migliore del film, il ritornano non è malvagio per forze (occulte) esterne, ma perché ha visto cosa (non) c'è di là. Il resto è una cosetta generica alla "Dinasty" ma quella parte é piuttosto forte. Cheers!

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  10. Questo dal titolo mi sembrava proprio affascinante nonostante la produzione televisiva. Ed effettivamente la storia è interessante. Una spece di mito di Er in salsa horror?
    Ah, però! Non sapevo ci fosse anche la firma di Craven nel primo remake di ACDR! Sono curioso anch' io do andare a vedere che episodi ha diretto e se li ho visti.

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    1. Arriverà tutto a breve su questa Bara, e ci saranno delle sorprese ;-) Cheers

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