Prima che un certo virus con nome da birra sciacquata
arrivasse a monopolizzare tv, giornali e tutto l’Internet, vi ricordate qual
era il modo più efficace per promuovere un film? Una bella polemica!
Come
quella cominciata lo scorso settembre per “The Hunt”, presentato come una feroce
critica all’amministrazione Trump, avrebbe dovuto uscire in sala, almeno prima
del boicottaggio operato dai conservatori che hanno fatto slittare il film a
marzo, in piena pandemia globale. Sfiga.
Ma Jason Blum non è certo uno che si perde d’animo, e dopo
aver garantito che il numero di tagli alla pellicola sono stati zero, nisba,
nada, zip! Con tanto di locandina riveduta e corretta che contribuisce a suo
modo ad alimentare un po’ la polemica, il film di Craig Zobel (quello del controverso
“Compliance” del 2012, che non mi era piaciuto poi granché) alla fine è uscito e
ho scoperto perché ha generato così tante polemiche, è stato scritto da Nick
Cuse, ma soprattutto da Damon “Cioccolatino” Lindelof!
Non posso dire di aver fatto pace con “Cioccolatino” Lindelof
(Prometheus non lo si perdona a
nessuno) ma la sua versione di Watchmen aveva dei numeri, e per certi versi
“The Hunt” lo ricorda molto, forse più nei difetti che nei pregi, ma andiamo
per gradi.
![]() |
Aperta la stagione di caccia a Lindelof? Non mi tiro mai indietro! |
Dodici sconosciuti narcotizzati come P.E. Baracus per salire
in aereo, si risvegliano con un bavaglio tipo museruola in una radura dove a
loro disposizione è presente solo una grossa cassa piena di armi, roba da fare
la gioia di Frank Castle e un porcellino di nome Babe Orwell, una citazione
su quattro zampe ad uno dei romanzi più belli di sempre, messa nel mucchio per
motivi puramente narrativi.
Tra gli sconosciuti anche qualche faccia nota, come la
biondissima Emma Roberts, ma pronti
via, iniziano a volare frecce, e colpi di fucile e i nostri sconosciuti
dovranno scappare all'impazzata cercando di restare vivi. Qualcuno ha
organizzato una caccia e loro sono le prede.
Quante versioni del romanzo del 1924 di Richard Connell “La
pericolosa partita” abbiamo visto al cinema negli anni? Tante vero? Il ricco russo Zaroff, proprietario di un’isola, che dava la caccia agli sventurati
naufraghi arrivati sulle sue spiagge ha una tradizione lunghissima, che va da Senza tregua giù fino a titoli contemporanei. Al tutto però, aggiungete
anche un tocco politico sulla falsariga dei vari La notte del giudizio e quello che otterrete sarà “The Hunt”.
![]() |
"Con la |
Si perché l’intuizione del film é quella di ribaltare l’assunto
iniziale in maniera sfiziosa, le prede per una volta non sono personaggi con cui
è facile immedesimarsi, ma si tratta invece di fastidiosissimi “American Idiot”
che ti aspetteresti di trovare altrove, magari sotto uno dei famigerati berretti rossi
con la scritta “Make America great again”.
La storia quindi si concentra molto
nel sovvertire le aspettative di noi spettatori, non solo su chi sarà il vero
protagonista (e la fama dell’attore che interpreta un determinato personaggio,
non è garanzia di salvezza) ma ribaltando proprio la prospettiva, quindi è
piuttosto ironico sentire un fanatico delle armi, lamentarsi del fatto che
qualcuno gli stia sparando addosso, usufruendo per l’altro di uno dei suoi
diritti costituzionali se vogliamo dirla proprio tutta.
Fatemi aggiungere un breve paragrafo con vaghi e
moderatissimi SPOILER, eccolo che
arriva, poi non dite che non vi avevo avvisati!
![]() |
"Le armi mi servono per difendermi dal ritorno degli Inglesi è chiaro!?" |
Il mistero del film non è scoprire che i novelli Zaroff qui,
sono rappresentati da un gruppo di ricchi liberali disgustati dagli individui
deplorevoli che utilizzano come prede, questo punto viene sbrigato piuttosto
presto dalla sceneggiatura. Con l’entrata in scena dell’attrice premio Oscar Hilary
Swank ormai specializzata in ruoli piccolo ma importanti. Il mistero del film sarà più che altro capire le
vere ragioni dietro al gioco chiamato Manorgate, non aggiungo altro, ma
sappiate che la Swank è un osso duro, anche perché ha alle spalle una lunga
gavetta quanto si tratta di menare.
Fine del paragrafo con moderati SPOILER! Ho finito giuro!
![]() |
"Sono di cativo umore quando mi tirano giù dal letto" |
Ci vogliono parecchi minuti (e parecchi morti ammazzati)
prima di veder emergere dal mucchio di prede la tostissima Crystal Creasey (Betty
Gilpin vista in GLOW) personaggio
atipico rispetto alla media della carne da cannone di questo gioco al massacro,
per cui non è immediato provare simpatia, ma è quasi impossibile non
riconoscerle una notevole capacità di restare in vita. Un personaggio a cui ci
si aggrappa quando la sceneggiatura inizia ad avere i primi svarioni, perché
comunque sempre di Damon “Cioccolatino” Lindelof stiamo parlando!
Non è chiaro in che direzione vada la satira, anzi lo è,
cerca di colpire in modo democratico tutte le parti, quindi se il Watchmen di Lindelof aveva il difetto di
risultare manicheo nella sua suddivisione di buoni e cattivi, “The Hunt”
risulta addirittura ecumenico del distribuire schiaffi e carezze da entrambi le
parti, in questo senso il primo titolo di lavorazione del film “Red State vs.
Blue State” (in riferimento agli stati rossi Yankee che votano Repubblicano e
quelli Democratici con il colore blu) era molto più chiaro riguardo agli intenti del
film.
I siparietti comici divertenti e satirici non mancano (come
la reazione indignata del personaggio di Ethan Suplee, finito su un treno merci
pieno di immigrati clandestini), ma il mirino satirico si sposta da una parte
all’altra quasi con l’ansia di non offendere nessuno, offendendo democraticamente
tutti, perché anche i liberali non ne escono certo bene. Quindi viene da
pensare, tutte le grandi polemiche di settembre erano necessarie alla luce di
un film meno apertamente schierato di quello che si poteva immaginare? Direi
utili come molte delle polemiche attorno ai film in uscita.
![]() |
"Rossi, blu che mi frega, io sparo a tutti. Sono l'unica davvero democratica qui" |
Il risultato finale ricorda molto la serie di film La notte del giudizio, in cui l’elemento politico sarebbe anche molto forte, ma in quasi nessuno dei capitoli della saga è mai stato sviscerato con il coraggio necessario (perché al cinema ci vanno
sia i Repubblicani che i Democratici), infatti quando “The Hunt” deve spiegare
per bene le motivazioni dietro al gioco, accenna una trama molto interessante
ma poi forse non ha abbastanza fegato per andare fino in fondo, insomma Craig
Zobel è ancora fermo al suo “Compliance” del 2012, in cui voleva agitare gli
animi, ma forse non era poi così talentuoso (o sovversivo abbastanza) per
riuscirci davvero.
Cosa funziona invece molto bene di “The Hunt”? Facile, la
mattanza! Quella, insieme alla solidissima prova di Betty Gilpin, resta la
ragione principale per vedere un film – classificato Rated-R negli Stati Uniti.
Vietato ai minori – che risulta essere un survival horror pieno di ammazzamenti
e sangue senza tirar via la mano.
Alcuni omicidi volutamente grotteschi strappano anche la
risata, a patto di essere dotati di umorismo nero, ma se mi leggete su queste
pagine di un blog dal nome “lugubre”, di sicuro non avrete problemi in tal
senso, quindi “The Hunt” resta intrattenimento più che decente, al netto di una
satira non proprio a fuoco.
![]() |
"Smettila di chiamarmi Earl, ti sembro tuo fratello per caso?" |
Ma se volete potenziali protagonisti che muoiono come
mosche, un “cat-fight” (miao!) lungo e ben coreografato ed esplosioni di sangue
senza tirar via la mano, questo titolo farò per voi, arriverà nelle nostre
sale? Come molti titoli Blumhouse si spera di sì, ma in questo periodo le
certezze sono saltate quasi tutte.
Mi hai convinto, lo recupero appena possibile :)
RispondiEliminaSi lascia guardare, sono curioso del tuo parere ;-) Cheers
EliminaNooooooooooooo Lindelof noooooooooo!
RispondiEliminaDa una parte sono contento che alla fine il film sia uscito, mi sembrano passati anni da quando la notizia di un film in pratica bloccato da una sorta di censura preventiva aveva infiammato... tipo nessuno! Le polemiche in Rete durano il battito d'un ciglio. Dall'altra però non avevo capito ci fosse Lindelof alla storia: da come parli però mi sembra di capire che alla fin fine il ragazzo sta cercando di far dimenticare polipi bianchicci e androidi che si tingono i capelli davanti a Peter O'Toole (e Peter O'Toole muuuuto!)
Trattandosi poi di uno dei tanti "segugi di Zaroff", mi toccherà vederlo :-P
Esatto, le famigerate polemiche in rete che quel diavolaccio di Giasone Blum ha rigirato a suo favore, basta guardare la locandina del film per assistere ad un altro suo colpetto di genio ;-) Non dimenticheremo mai i polipi e l'uso improprio di O'Toole, ma "Cioccolatino" ci sta provando, qui non fa proprio tutto giusto ma questo Zaroff si lascia guardare, anche per le sue protagoniste grintose ;-) Cheers!
EliminaMe lo sono segnato e lo vedrò di sicuro. Sembra essere molto interessante, soprattutto per il suo sottotesto sociale che é quello che mi attira di più...
RispondiEliminaMerita, e sono curioso di conoscere il tuo parere ;-) Cheers
EliminaIo fortunatamente ho perso la polemica e mi sono limitata a godermi un gran bel film, tra i più divertenti visti durante questa pandemia.
RispondiEliminaNon posso dire di averla seguita perché non mi interessano le polemiche in rete, però ero interessato al soggetto e mi sono goduto il film, la Blumhouse è abbastanza una garanzia ;-) Cheers
EliminaLei non la conoscevo e me ne sono innamorata! Lo splatter si spreca ed è divertentissimo e secondo me la satira di fondo non va poi così a vuoto. Ce la fai tu a parteggiare per le "vittime" a sto giro? Io poco, ma tutto sommato non è proprio quella la parte preponderante di un film che è intrattenimento puro. Frank Castle ogni volta che lo sento nominare o ne leggo mi si illuminano gli occhi (lui sarebbe una delle vittime di sta caccia forse :) )
RispondiEliminaHo visto Betty Gilpin di recente anche nel nuovo "The Grudge" ma qui è fantastica, il bello di questa caccia è proprio che vorresti tu spettatore, sparare a qualcuno di loro ;-) Frank Castle è uno dei preferiti di questa Bara, trovi un post a lui dedicato in home page in questi giorni per altro, lui sarebbe cacciatore di sicuro, anche se l'approccio non è mai stato morbido, d'altra parte si chiama il Punitore mica il Democratico ;-) Cheers
EliminaStoria vera: guardo il film, arrivo ai titoli di coda, leggo il nome del cioccolatino e subito penso "Cassiiiidyyy!"
RispondiEliminaIl film mi è piaciuto, è già il terzo caso di fila in cui gli USA ce l'hanno con le elitè (coff coof Ready or not coff coff Knives Out coff - cavoli, qualcuno ha una mentina per la gola? Che 'sti tempi scappano tutti ad ogni tossito!) anche se qui la questione è chiaramente più politica.
Belle le scene d'azione e fantastico l'effetto sorpresa dei primi 20 minuti. ;)
SAluti orwelliani!
Qui secondo me sono ancora più schierati nei due titoli da tosse, bene, sono felice di essere identificato come l'Anti-Cioccolatino, sono sempre pronto a tirargli un coppino a mano aperta sulla nuca se serve, oppure a dirgli bravo quando fa bene, con lui è così, coppini e bravò ;-) Cheers
EliminaPer favore, fratello di birra, non bestemmiamo! La corona non è birra! 😝
RispondiEliminaIl film potrebbe piacermi e chi se ne frega delle polemiche. Tanto resterò sempre un sostenitore del secondo emendamento, anche se la pellicola prova a farmi cambiare decisione 😍
Ma perché "cioccolatino"? Non conoscevo il tizio ma mi aspettavo un afroamericano 😅
Esatto! Infatti era una continuazione del discorso iniziato sul post di "Bloodshot" ;-) Perché ha il cognome quasi come una famosa marca di cioccolatini, è una mia vecchia caSSata, ma il soprannome gli è rimasto incollato addosso ;-) Aspetto il tuo parere sul film! Cheers
EliminaMi piace come hanno scritto il ruolo della protagonista, per una volta parte tosta fin dall'inizio e non come la solita vittima che inizia tonta e spaventata fino a diventare una badass.
RispondiEliminaMi ha intrattenuto e divertito, ammazzare subito l'attrice famosa che pensavo sarebbe stata la protagonista poi l'ho trovata davvero una bella idea.
Per quanto riguarda la critica politica e sociale, per me hanno aggiunto qualcosa qua e là giusto per non farlo etichettare come "semplice" Revenge movie ed accalappiare qualche recensione positiva dai critici con la pipa in bocca :D
In questo periodo di mancanza di novità decenti, da un signor nessuno con la sigaretta in bocca si prende 7 stelline :)
Esatto, è un colpo che questo film ha in faretra. Uccidere l'attrice famosa invece è uno mossa alla Hitchcock ;-) Vero anche io avrei preferito vederlo mordere di più, ma per ora diciamo che può bastare. Cheers!
EliminaPer me è un gioiellino questo film. E sì, l'asso nella manica è una strepitosa Betty Gilpin (a me Glow era piaciuto assai). Sarebbe calzante in un film di Tarantino. Ha poi quella capacità di muoversi sia nel registro comico sia in quello ove vi è da menare.
RispondiElimina"Glow" era una terra di mezzo tra la commedia e il menare dove già spiccava, gran salto il suo, chissà cosa sceglierà per il futuro, non sarebbe male vederla ancora dalla "nostra" parte ;-) Cheers
EliminaNiente male davvero, ma Giasone ormai è una sicurezza 🤓
RispondiEliminaBello anche lo scontro finale, mancava solo del fango e due cotton fiocc giganti 😂
In effetti ci sarebbero stati bene ;-) Cheers!
EliminaBel film molto scorrevole.
RispondiEliminaAnch'io non ho ben capito queste critiche ahaha film meno politico di quello che si dice....critica sia questi complottisti e poveri che votano il trump o capitalista di turno ma anche i radical chic finti perbenisti che si trasformano come vogliono in assassini (assurdo il loro perbenismo quando risparmiano il nero nella scelta dei 12 da rapire ahaha)
Infatti, piazza schiaffi bipartisan ;-) Cheers
EliminaIl finale è senza dubbio, plateale, un rifacimento dello scontro tra Uma Thurman e Vivica Foxx in Kill Bill. Però mi aspettavo qualcosa di più serio e forse molto più "The Most Dangerous Game", ma qui sono le mie aspettative. Restano 90 minuti che ri-spenderei volentierie per vedermelo, visto che tiene ritmo e mordente, inoltre il tratto sardonico con cui mette alla berlina gli americani è divertente. Betty Gilpin mattatrice assoluta, oltre al biondismo (in cui sta bene anche la Roberts, che non vedevo dai tempi di Scream 4) ci mette pure carisma!
RispondiEliminaBetty Gilpin rappresenta la marcia in più del film, chissà cosa deciderà di fare nel resto della sua carriera, la tipa tosta da Action le riesce meglio di molte sue colleghe. Cheers!
Elimina