giovedì 6 febbraio 2020

Harley Davidson & Marlboro Man (1991): Nomi, cose, città, marche di sigaretta, personaggi famosi

Cosa dico sempre dell’inizio di un film? Che ne determina tutto l’andamento, quindi non perdo tempo e vi racconto subito un inizio di film, uno di quelli fatti come si deve.

Una voce narrante che non sentiremo mai più per tutto il film (quindi ancora più inutile) ci avverte di questa nuova droga che non si sniffa, non si inietta, ma è molto diffusa e si chiama Crystal qualcosa, poco importa ci interessa di più il tipo dall’aria sfatta che sembra portare il peso del mondo sulle spalle. È Mickey Rourke quando era ancora Mickey Rourke, e non un hamburger umano che ha reso reale la profezia di Walter Hill.

Attento alle affermazioni che fai, un giorno potrebbero risultare molto fuori luogo.
Una scena classica, la vestizione dell’eroe che si rimette i vestiti addosso e lascia la stanza d’albergo, dove ha passato la notte con la strappona ancora nel letto, che lo guarda come chi gradirebbe un altro giro, ma si troverà molto probabilmente il conto della stanza da pagare, visto che Mickey Rourke, con quella sua aria da Mickey Rourke se ne va in sella alla sua moto. Questa è l’America del futuro, siamo nell’anno 1996. Boom! Un inizio così figo che mi rende sopportabile anche “Wanted dead or alive” dell’odiato (da me) Bon Jovi in sottofondo, perché alla fine è il pezzo giusto, una roba che ambisce ad essere western, proprio come questo film.

Se la vestizione è un classico degli eroi d’azione americani, sventare una rapina ad un minimarket lo è ancora di più, in questo caso uno di quelli con pompa di benzina per altro gestita da Kaori, quella della vecchia pubblicità del Philadelphia. No, non è uno stereotipo razzista, come potrebbe essere che so, dire che uno degli ostaggi in pericolo sembra Steve Urkell di “Otto sotto un tetto”, dico proprio che è una giovanissima Kelly Hu. Mickey Rourke non si scompone, «Se avessi un nichelino per ogni volta che un pezzo di merda mi ha puntato una pistola in faccia, sarei un uomo ricco», stende i rapinatori e fa per andarsene, quando Kaori chiede il nome dello straniero che l’ha salvata si sente rispondere: «Harley. Harley Davidson». BOOM! Secondo estratto. Ma vi lascio immaginare di che marca è la moto su cui se ne va.

“Perché noi eroi d’azione non possiamo mai fare la spesa tranquilli?”
Vestizione, rapina sventata, cosa manca tra i classici? Presentare il secondo titolare del nome in cartellone, che è un altro biondo dall’aria rilassata, fatto a forma di Don Johnson con il cappello da Cowboy, che sta insegnando ad usare la stecca (da biliardo, che avete capito?) all’Indiano di “Renegade” qui nella sua versione senza Lorenzo Lamas nei paraggi. Stivali da cowboy tenuti insieme con il nastro americano sono una gag ricorrente quasi quanto la frase che usa sempre il secondo protagonista, «Mio padre diceva sempre, prima di lasciare questo mondo di merda…» seguita da qualcosa a tema, in questo caso cinque regole per quando si gioca a biliardo (ma notevole anche la variante: La donna sbagliata può distruggere un uomo, quella giusta lo costruisce). Come finisce? Con una rissa ovviamente, come da manuale e il tipo che si presenta, che sembra il cowboy della Marlboro, ovviamente è Marlboro Man.

Lezioni di stecca (e di vita)
I due sono vecchi amici, che vivono senza casa e senza meta, come vagabondi nell’America contemporanea del futuro retrodatato del 1996, se ne fumano un paio davanti ad un enorme cartellone che pubblicizza Die Hardest V – una dichiarazione d’intenti come vedremo a fine film – ben prima che “Die Hard” arrivasse davvero al quinto capitolo. I due sono cresciuti in un vecchio bar per piloti, con un aereo precipitato proprio sul tetto, un buon modo per fare del “World building” in un film che dovrebbe essere anche di fantascienza (più o meno).

Il bar è in tutto e per tutto identico ad un saloon, Mickey Rourke deve vedersela con il mitico Big John Studd, ironico visto che Rourke ha candidamente ammesso negli anni, di aver accettato il film solo per soldi (storia vera), prima di andare davvero a farsi spaccare la faccia da “quei Cristoni” (cit.) con la sua carriera di pugile. Ma sono scaramucce tra fratelli, perché per salvare il luogo dove sono cresciuti, Harley Davidson e Marlboro Man a differenza di Jake ed Elwood non rimettono insieme una banda, ma in questo film di fantascienza presunta, che in realtà è spudoratamente un western con le moto al posto dei cavalli, organizzano una rapina al treno, qui interpretato dal fugone porta valori della corrottissima banca.

“Una volta dovremmo fare qualcosa di davvero pericoloso”, “Più di non usare MAI il casco da moto?”
A dirigere questo classico dei palinsesti dei tempi che furono (e della mia infanzia) uno che dai western arrivava davvero Simon Wincer, fresco fresco di quella chicca di “Carabina Quigley” (1990) che prima o poi dovrò trattare per forza. Il piano è quello di opporre due ribelli senza causa liberi come il vento, alla corruzione dei potenti, rappresentati dalla moderna banca, che qui ricopre il ruolo che in un western sarebbe di qualche ricco e corrotto proprietario di Ranch.

Per far proprio capire bene bene che la banca è brutta, sporca e schifosa, prendiamo quell’enorme faccia da schiaffi di Tom Sizemore, e gli facciamo interpretare il ruolo del mega direttore galattico Fantozziano, che invece di un acquario pieno di dipendenti-triglia, gestisce gli affari della banca e lo spaccio di droga durante la stessa riunione di metà mattina, perché tanto sempre di affari si tratta. Per la nuda cronaca, sul set mancherebbe la pianta di Ficus (simbolo del potere!) ma nel ruolo della segretaria purtroppo non in topless, troviamo Tia Carrere, che non fa niente, ma essendo la Tia Carrere dell’anno 1991, lo fa benissimo.

La poltrona ovviamente, è in pelle umana.
A proposito di soldoni che girano, sapete qual è la cosa meravigliosa di un film con un protagonista che si chiama Harley Davidson e un altro Marlboro Man, che in cartellone porta il titolo “Harley Davidson & Marlboro Man”? Che la MGM che produce il film, è riuscita nell’impresa di pagarselo tutto da sola! Una bella scritta iniziale mette in chiaro che malgrado l’evidente riferimento ai marchi, non c’è stato alcun coinvolgimento (quindi nemmeno economico) da parte della nota azienda di sigarette oppure dalla celebra fabbrica di Milwaukee. Vi rendete conto? Pura è semplice pubblicità gratuita a due aziende che non ne hanno davvero bisogno, e che anzi avevano bei soldi da mettere sul tavolo. Non capisco se sia un atto di incredibile stupidità, oppure di coerente ribellione contro il sistema, che il film vorrebbe vagamente comunicare.

Il riassunto della compagna di approvvigionamento fondi di questo film.
Sta di fatto che per non saper ne leggere e ne scrivere (un contratto di sponsorizzazione) attorno ai due protagonisti si muovono personaggi che si chiamano Jimi, come Hendrix a cui Giancarlo Esposito prende in prestito il look per il suo personaggio, si aggirano tipi come Jack Daniels (Big John Studd) oppure Virginia Slim (un’altra marca di sigarette, che qui dà il nome alla bella poliziotta Chelsea Field), insomma questo film poteva tirare su un budget miliardario, invece i 23 milioni di fogli verdi con sopra marche di sigaretta facce di ex presidenti defunti che è costato, li ha sborsati tutti la MGM, che non ne ha visti tornare indietro nemmeno tanti, visto che il film negli stati uniti non è andato benissimo, causa stella un po’ offuscata per entrambi i divi protagonisti, però è andato forte all’estero, in Europa sul mercato del video noleggio ad esempio, dove Mickey Rourke e Don Johnson avevano ancora il loro zoccolo duro di appassionati (storia vera).

"Quindi stai dicendo che mi sono conciato da Jimi Hendrix completamente gratis?"
“Harley Davidson and the Marlboro Man” ha un inizio grintoso e figo che ho voluto raccontarvi, e poi continua con scambi di battute divertenti e rozzi il giusto («Più vecchio è il toro, più duro è il corno!») tra i due protagonisti, una delle gag ricorrenti nei loro battibecchi, é il fatto che Harley, sparando con un pistola non centrerebbe l’acqua nemmeno se fosse su una barca in mezzo all’Atlantico, un tormentone che qui diventa come un vecchio scherzo tra amici per tutta la durata del film.

Sapevo che si abbattevano i cavalli per non farli soffrire, non le motociclette.
Il film non fa poi molto per nascondere la sua natura di western, anzi i suoi modelli sono piuttosto chiari e anche piuttosto alti, ovvero quel capolavoro di “Butch Cassidy” (1969) di George Roy Hill. A ben pensarci è chiarissimo, Mickey Rourke e Don Johnson sono i due biondi celebri di fine anni ’80 primi '90 all’ultima curva della loro celebrità, una versione aggiornata di Roberto Ford Rossa e Paolo Uomonuovo del film originale.

Ma il modello è rispettato a dovere, la posse che da la caccia ai due biondi c’è anche qui, solo che è decisamente più pane e salame, una banda di sicari capitanata da un mono espressivo Daniel Baldwin, tutti conciati con indosso dei sacchi della monnezza si, però anti proiettile, che li rendono davvero difficili da abbattere, anche a patto di riuscire a colpirli, cosa che Harley comunque non è in grado di fare.

Da quando i sacchi della monezza si portano fuori da soli e vanno in giro armati?
La celebre scena del salto dalla rupe di “Butch Cassidy and the Sundance Kid” viene ripetuta identica anche qui, solo che i due protagonisti saltano dall’ultimo piano di un grattacielo di Las Vegas, dritti dentro una piscina come se fossero stati scritti da Shane Black («Questo si chiama culo Marlboro!») e prima del duello finale, trovano anche il tempo per un’invocazione all’Onnipotente un po’ alla Conan il Barbaro se proprio vogliamo («Mio Dio, se ci sei, se esisti e ci stai guardando, dovunque sia il posto da cui guardi... guarda dall'altra parte!»).

“Harley Davidson & Marlboro Man” s’impantana un po’ nel secondo atto, prima di ripartire per il suo finale ruspante ma sentito, la rapina è diretta con il giusto piglio da Simon Wincer, anche se non si risolve come sperato per i due protagonisti, che invece dei soldoni desiderati per salvare il locale dove sono cresciuti, si trovano infelici proprietari di un mucchio di quella nuova droga accennata dalla scomparsa voce narrante. Un MacGuffin a tutti gli effetti, perché la nuova droga sintetica bluastra (ben prima di Breaking Bad, la presenza di Esposito nel cast é un indizio) serve solo ad opporre i due novelli pistoleri solitari e il corrotto rappresentante della società (in)civile. Una faccenda che ovviamente diventa personale molto presto.

Chissà perché quando si parla di droga, Tommaso Tagliainpiù non manca mai.
Quando nel secondo atto il numero di eventi diminuisce, dovrebbero essere i due protagonisti a tenere alta l'attenzione, eppure per quanto cesellati e assegnati all’attore giusto, Mickey Rourke e Don Johnson funzionano ma non fanno scintille, pare che sul set i due s’ignorassero abbastanza (storia vera). Nessun litigio come tra Bruce Willis e Damon Wayans sul set di L’ultimo boy scout, ma forse sarebbe stato meglio, perché tutti si ricordano ancora di Joe Hallenbeck & Jimmy Dix, mentre di Harley Davidson & Marlboro Man conservano memoria pochi matti appassionati come voi e me.

Eppure malgrado qualche problema di ritmo, il MacGuffin inutilmente fantascientifico della droga e il mancato finanziamento da parte delle compagnia citate, “Harley Davidson & Marlboro Man” nel finale si lascia ancora guardare, la mega sparatoria è stata girata nel deposito di aerei dell’aeronautica militare di Davis-Monthan in Arizona, un posto dove anche Michael Bay ha deciso di andare a girare almeno una scena del suo “Transformers - La vendetta del caduto” (2009).

“Di a Michael Bay che questo posto l’abbiamo prenotato prima noi!”
Quando poi si arriva alla resa dei conti con il cattivo, Harley e Marlboro si presentano da Tom Sizemore un po’ come Bud Spender e Terence Hill in “...altrimenti ci arrabbiamo!” (1974), con tanto di frase anche piuttosto simile: «Non siamo orgogliosi, siamo solo incazzati» e nel finale tutto torna, le strizzate d’occhio a Trappola di cristallo, ma anche il perché Marlboro ha girato tutto il film con stivali tenuti insieme dal nastro americano.

"C'è la giochiamo a birra e salsicce?" (Cit.)
Insomma “Harley Davidson & Marlboro Man” è a tratti naif come decidere per un titolo del genere, e poi non fare una telefonata ai titolari dei marchi, ma è anche fuori dal tempo e dalle regole come i suoi due protagonisti, figlio di un periodo in cui bastavano due attori famosi, un sacco di “frasi maschie” e una colonna sonora solida su una base da film western a farci contenti, ad esempio Marlboro che conta il costo di tutte le pallottole sparate durante lo scontro a fuoco è ancora uno spasso…Ah i bei tempi andati! Avete presente quelli che finivano con l’eroe che cavalca verso il tramonto? Ecco quelli!

Come dovrebbero finire tutti i film.

48 commenti:

  1. E' passato moltissimo tempo da quando l'ho visto lultima volta. In sostanza è un film di cui mi scordo sempre, ma se lo passano in TV lo guardo volentieri. Come dici tu il secondo atto fatica, ma credo sia anche perchè i cattivi in questo caso sono poca cosa.

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    1. I cattivi hanno le facce giuste, ma subivano già il problema dei film moderni, dove tutta l’attenzione è nel cesellare per benino i buoni, dando per scontati gli antagonisti. Non so da quando non lo passano più in tv, ma un tempo era una presenza fissa, ed io a mia volta, una presenza fissa davanti alla televisione ;-) Cheers

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  2. Noooo, cosa hai tirato fuori!!! Il mio quarto film preferito sulla scala digitale!!!
    Un mito per quelli della mia generazione, cresciuti con Miami Vice e Moonlighting...
    Che dire, film da quando lessi la sua uscita su Ciak (estate del '91) mi venne una gran voglia di vederlo. La storia strampalata di due amici diversi ma in fondo simili, con un gran cuore e un pò di sana follia, con la critica alle moto giapponesi (povera Kawasaki!!), con qualche velata allusione alle trasformazioni della società americana, sempre più divisa tra chi ha sempre di più e chi non ce la fa e tira avanti meglio che può, soprattutto per colpa delle banche e delle mega corporazioni, in più due protagonisti che oltre a essere cool sono anche simpatici, con anche Chelsea Field che come ho già scritto mi piaceva un frappo, insomma un film epico e che potrei rivedere infinite volte senza mai stufarmi. Anche la battuta "peccato aveva iniziato bene" quando HD si picchia con il vecchio amico/nemico è epica, così come tutte le citazioni di MM che partono da "mio padre diceva sempre...". Come già detto per altri film, non ne fanno più così.
    L'unica differenza è che Don Johnson si è mantenuto abbastanza bene, soprattutto da quando ha risolto i suoi problemi con l'alcool, Mickey Rourke è davvero impressionante per quanto sia cambiato, fa quasi tenerezza, pensando che negli anni '80 era davvero un'icona della bellezza maschia, ora sembra Rita Pavone sotto steroidi...

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    1. In fatto di gusti, siamo la squadra Olimpica di film tosti sincronizzata ;-) L’entrata in scena di Chelsea Field è mitica, cavalcata in moto e beh, cavalcata dopo! Le loro carriere (e le loro facce) hanno confermato che erano perfetti qui perché perfettamente opposti uno all’altro. Una volta ci bastavano personaggi tosti e “frasi maschie” per essere contenti. Cheers!

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  3. Bella recensione Cassidy come sempre.
    Lo recupero subito.

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  4. Un film per pochi, non per la narrazione ma proprio per i canoni con cui viene espressa. Oltretutto un cult da videocassetta (che io ho). Se non sbaglio appariva ad inizio film un'attrice famosa da noi per uno spot di qualche marca pubblicitaria.

    Un buddie movie atipico 😜😎

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    1. Kaori della pubblicità del Philadelphia, Kelly Hu che aveva esordito in Venerdì 13 parte VIII: Incubo a Manhattan . Decisamente, ma anche un western atipico ;-) Cheers!

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    2. Che poi, sempre con Don Johnson, aveva recitato anche in Nash Bridges, un telefilm sottovalutato ai tempi ma che non era male, soprattutto per la presenza di Jodi Lyn O'Keefe!

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    3. Il suo compare era Cheech Marin, appuntamento quasi fisso per me ai tempi ;-) Cheers

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    4. Comunque hai proprio ragione, una volta ci bastava poco per divertirsi. In tutti i campi.
      Piccola riflessione, ma come mai ci sembravano (e probabilmente lo erano) così fighi i protagonisti di quelle pellicole? Forse perché non si scomponevano mai di fronte alle difficoltà e avevano sempre la battuta pronta? Forse perché restavano sempre degli uomini veri anche se impersonavano degli stereotipi (e nessun film più di questo può fregiarsi di ciò)? Forse semplicemente perché avevano difetti e fisime come noi, non erano come i vari The Rock e Statham (per quanto quest'ultimo mi piaccia come eroe di action movie)... Quindi scattava di più l'identificazione e L'emulazione. Oggi sarebbe improponibile... 👋

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    5. Se un protagonista finisce in una situazione di cacca, urla, strepita, sanguina e (forse) esce vivo per il rotto della cuffia, stai guardando un horror.
      Se nella stessa situazione di cacca, il protagonista fa urlare gli altri, snocciola “frasi maschie”, sanguina e fa sanguinare e (forse) esce vivo per il rotto della cuffia, stai guardando un film d’azione ;-) Cheers!

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  5. Carabara, non so perchè ma leggendo la tua rece mi è tornato in mente The Boondock Saints e ora devo recuperare questo film visto tanti anni fa... Grazie per aver rinverdito i miei ricordi cinematografici ;-)
    Bob

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    1. Prego figurati, sono qui anche per questo ;-) Cheers!

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  6. Carabara, non ci crederai, ma ieri sera, mentre svuotavo la lavastoviglie in cucina dove il tv capta solo un paio di canali Rai per un problema di antenna che solo un esorcista potrebbe risolvere, ho visto parte di un documentario sul regista di Rocky e Karate Kid in cui John G. Avildsen spiegava che dopo una proiez davanti ad un campione di spettatori di KK aveva aggiunto una scena - pagata di suo - con Pat Emme che sorride mentre Macchiolino è portato in trionfo cioè il suo modo di accogliere il suggerimento di una signora secondo cui tutti i film devono finire con l'eroe che scompare nel tramonto.
    Mai visto HD & MM - ho come il vago ricordo di proiezione di fine estate a Milano quando non era il momento migliore per lanciare un film - e ho il sospetto che oggi non mi piacerebbe come se lo avessi visto cogli occhi dei ventenni nel decennio tamarro della Image. Pazienza.
    Una idea per Wincer - nel caso sia in ascolto - che potrebbe portarlo ad un altro successo low budget ( John G. Avildsen per esempio fu scelto per Rocky perché bravo nello spendere pochissimo senza farlo vedere sullo schermo): Tom Sizemore e Michael Madsen sono due chirurghi plastici radiati dall'albo perché hanno operato Don Jay - un ex divo belloccio con qualche grinza - e ne hanno cavato Mickey Erre come era nei primi minuti di Johnny il Bello se avesse avuto l'età di Marv di Sin City. Il dinamico duo la prende bene e gioca e gioca fino ad indebitarsi con un mobster che li ricatta e li costringe a sdebitarsi portando da uno di quei posti che esistono solo nei film con Rambo e co negli USA una partita di polvere bianca a certi ceffi. I due docs accettano e passano i loro guai nel viaggio scontrandosi con bande rivali che passano al pettine fitto come mariachi fino all'arrivo al confine con il Mexico dove si presenta all'appuntamento anche Don Jay e scopriamo che tutti e tre sono i soliti super agents di qualche agenzia che nessuno ammetterebbe di conoscere. post moderno. Al cine in via Torino a fine agosto. Mm. Ciao ciao

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    1. Ecco perché John G. Avildsen è uno dei prediletti di questa Bara, per altro, ieri sera non sono riuscito a vederlo causa casini, ma ho già il link pronto su RaiPlay per rimediare (storia vera). Tipo “Brothers Vega” ma con i bisturi al posto delle automatiche, mi piace! ;-) Cheers

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  7. non hai citato la scena in cui harley davisdson cucina i fagioili con la coca cola .

    lo feci anchio e mi presi mega cagotto.


    geppo da nichelino

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    1. Non si scherza con i fagioli, non lasciano scampo, meglio mangiarli in stile Trinità/Nessuno ;-) Cheers

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    2. Consiglio di unire ai fagioli (borlotti) una scatola di Simmenthal, e una salsiccia tagliata a tocchetti.
      Tocco di classe finale: a fine cottura ci rompete un uovo sopra e mescolate.
      Da mangiare con una bella Peroni ghiacciata, partita della nazionale e ruttazzo libero.

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    3. Dovrò inaugurare una rubrica di ricette da abbinare a film come questo, sarebbero tutte rucett molto simili a questa ;-) Cheers

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  8. Non sempre vale la regola dell inizio che determina il film.
    Ne abbiamo parlato proprio pochi post fa e si parlava di Spectre e del suo inizio bellissimo in piano sequenza. Peccato che poi il resto del film non andava così.

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    1. Mi sembra il caso di ricorrere alla frase prestampata: L’eccezione che conferma la regola ;-) Cheers

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  9. Visto in tv innumerevoli volte. Sarebbe interessante avere un conto del numero di passaggi televisivi. Secondo me è sul podio... Vabbè. Lo riguardo ancora con affetto e piacere ma più per nostalgia perché il film ha il fiato corto (condivido sul notevole calo nella seconda metà) e non centra in pieno in bersaglio. Però la figaggine dei due protagonisti all'epoca era enorme!

    Pensa che davo per scontato che le due multinazionali avessero sborsato fior di quattrini per avere il nome del brand in locandina. E invece...

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    1. Niente, nemmeno un saldo, e in alcune edizioni del film una scritta iniziale lo dice a chiare lettere, un po’ come a confermare: siamo stati stupidi, ma vi togliamo il gusto di sbattergli in faccia beh, quanto siamo stupidi ;-) Cheers

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  10. A parte il film, che penso di non aver visto, grazie di avermi ricordato Tia Carrere ;)

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    1. La Tia Carrere di quel periodo va ricordata per forza ;-) Cheers

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  11. Visto al cinema, ed in sala eravamo i cosiddetti quattro gatti.
    Solo che eravamo veramente quattro.
    Va bene che erano le quattro di pomeriggio, ma il film avrebbe meritato più pubblico.

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    1. Quattro ma molto motivati ;-) Lo penso anche io, alla fine è ancora un titolo di culto per un pugno di gatti in più. Cheers!

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  12. Marò Cass, cosa mi hai tirato fuori.
    Stra - cult.
    Voglio dire...con un titolo simile un film a me lo vendi a prescindere.
    Come si fa a non amarlo?
    Evoca posaceneri, cruscotti, contachilometri, localacci, sbronze e insegne al neon.
    Tutto quello che a un pischello cresciuto negli anni 80 lo mandavano fuori di testa.
    Poi, però, l'esperienza insegna che quando si parla di marchette, anche se indirette, non bisogna mai lasciarsi ingannare.
    Ho desiderato per anni di vederlo. E poi, quando ci sono riuscito...mi ha lasciato piuttosto spiazzato.
    Mi aspettavo una sorta di Easy Rider, e almeno nei toni di andare contro il sistema ci siamo. Un po' meno su tutto il resto.
    Mi sono ritrovato un action - movie con una buona dose di ironia, ma non tanto quanto la locandina cazzona (scusate) lasciava intuire. Più delle reminescenze western che qui garbano sempre. E anche una spruzzata di fantascienza, a giudicare da come si veste certa gente. Ma non così lontana dall'oggi.
    Da rivedere. Anche se di sicuro é invecchiato male, e in certi punti perde mordente.
    Ok Rourke, anche se ormai era in fase calante. Ma Johnson al cinema...l'ho sempre trovato hmm.
    Non mi ha mai convinto più di tanto su grande schermo, il buon Don.
    Cosa resta? Senza dubbio l'inizio, come dici tu.
    Un entrata in scena che promette sfracelli, paragonabile solo a quella dei rinomati fratelli Blues (appunto).
    E l'epilogo.
    Il sogno proibito di ogni ragazzino vnuto su col mito DELLA MERICA (NON dell' America).
    Un continente intero. Una strada senza fine. Una moto per cavallo.
    E liberi. Liberi da tutto e tutti. Anche dagli amici.
    Tanto...la Merica non é poi così grande.
    Prima o poi ci si ribecca, in qualche posto.
    So long.

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    1. Hai capito perché non poteva mancare su questa Bara ;-) Una puntina di fantascienza e quintali di western. Ti consiglio “Freddo a Luglio” (lo trovi anche qui sul blog) rivaluterai anche Don Johnson. Cheers!

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  13. "Lo sai che quella pistola costa 2 dollari ogni volta che spari?"
    "Quanti ne ho colpiti?"
    "Hai buttato via 12 dollari e non hai colpito un caxxo di niente. Io ne ho colpito uno e mi è costato 4,25 dollari.
    Dove sono i suoi compagni?"
    Raffiche di mitra
    "Laggiù, e stanno spendendo un sacco di soldi

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    1. Muoio dal ridere ogni volta (storia vera). Cheers!

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  14. Per uno di quei casi misteriosi su cui sarebbe da sguinzagliare il Giacobbo dei tempi d'oro, non ho mai visto questo film. Ricordo la sua uscita al cinema, ricordo il trailer, il lancio sulle riviste, ma il mio disinteresse fu totale: onestamente non ho mai saputo neanche la trama! Il problema era che mi stavano sommamente antipatici entrambi i protagonisti e per motivi ancora più misteriosi ero convinto fosse un film "serio", cioè puro divismo in cui i due attori se la tiravano da fighi. Il che significa che non ho letto niente del film, alla sua uscita!
    Quindi è stata una gran bella sorpresa il tuo post e recupererò sicuramente il film, che al contrario degli altri non ho mai visto passare in TV negli anni, altrimenti un'occhiatina gliel'avrei data :-P
    P.S.
    Carabina Quigley lo ricordo delizioso: voto per il suo passaggio su queste bare ^_^

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    1. Figata Carabina Quigley, film davvero particolare, si respira atmosfera "aussie" per tutta la durata. Da Cora che lo chiama Roy, al duello finale, quando dice di non aver mai detto di non sapere usare una pistola (e come la usava!)

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    2. In effetti un bel mistero Lucius, ma sono felice di averti fatto (ri)scoprire un film che secondo me potrebbe anche piacerti, a questo punto sono curioso di conoscere il tuo parere ;-) Cheers!

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    3. Sto girando attorno a "Carabina Quigley" da parecchio, il DVD è lì, che mi guarda, faccio qualche post ma conto di arrivare anche a lui a breve ;-) Cheers

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  15. Visto al cinema da ragazzo, in un periodo in cui non me ne perdevo uno di film con Mickey Rourke. Probabilmente fu anche l'ultimo suo film che vidi (a parte Wrestler, ma quella è cosa relativamente recente) visto che mi annoiai a morte. E pensare che ai tempi pensavo che Rourke fosse figo anche sotto la maschera di Johhny "il bello" (che uscì l'anno prima mi pare)...

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    1. "Johnny Handsome" è del 1989, ma ci sta che in Italia sia arrivato un po' dopo, parli con uno che va pazzo per quel film ;-) "Harley Davidson & Marlboro Man" ha un secondo atto che stagna, ma si riprende nel finale, a suo modo è diventato di culto lo stesso. Cheers!

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  16. ricordati... il grilletto devi premerlo, non strizzarlo!

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    1. ...Non è il tuo c@%%o!

      Che bello trovare altri fanatici di questo film :-D Cheers

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    2. Volevo scriverlo io, mi hai battuto sul tempo. Invece non ricordo la frase che MM scambia con Jose quando si incontrano, Jose è il tizio sordo amico di Jack, ricordo solo che è sui cavalli, essendo MM uno che fa rodeo, oltre a chiamarsi come l'iconico tizio delle sigarette!

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    3. Ora su due piedi non la ricordo mi viene solo in mente «Horse shit in a bears ass!» che però era una battuta di Harley. Cheers!

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  17. sei un Mito, Cassidy, grazie!!!
    - Andrea

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  18. Immagina uno scultore destinato a creare una statua bellissima,gli ci vorranno 2 mesi buoni ma poi che succede ? Muore dopo un mese e mezzo.La vedi la statua,riesci a intuire che sarebbe venuta fuori una gran cosa ma niente,è andata cosi.Questo film è un pò cosi,aveva un potenziale enorme, peccato.L'ho rivisto qualche giorno fa è comunque mi è piaciuto,mi ricordavo solo il salto in piscina quindi è stato come vederlo la prima volta,Harley che spara come uno stormtroper non me l'aspettavo propio,e poi i prezzi delle pallottole ? Non ci si pensa mai vero ? Penso a certi film di John Woo e a quanto ammontino le perdite in denaro per ogni morto ammazzato ahahahahah

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    1. John Woo ha scatenato più crisi economiche della Lehman Brothers! ;-) Non tutto è ben amalgamato, ma è un film così figo che la forza di quelle idee lo ha reso un cult. Cheers!

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  19. In effetti i motociclisti per certi aspetti sono i nuovi cowboy di oggi... O forse ho giocato troppe volte a Full Throttle e mi sono lasciato influenzare.

    Incredibile che lo studios non si sia fatto mandare qualche assegno dalle due compagnie, io mi sarei mangiato le mani altro che vantarsi del contrario!

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    1. Parli con uno che ha consumato quel gioco, penso di averlo finito due o tre volte (storia vera). Cheers!

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