martedì 25 febbraio 2020

Bad Boys II (2003): uguale al primo ma di più (molto di più!)

In attesa del nuovo capitolo in arrivo a breve su queste Bare, continuo il mio ripasso e oggi faccio come Danny Butterman, siccome Point Break lo abbiamo già visto, passiamo subito a “Bad Boys 2”.

Ad Hollywood non hanno capito una cosa secondo me: se un film fa successo non bisogna correre a sfornare un seguito da mandare in sala il prima possibile. In un mondo ideale bisognerebbe lasciare il giusto tempo a tutti per lavorare perché tanto se il primo capitolo è stato un successo, un po’ di sana attesa non può che fare bene. Ad esempio, gli otto anni intercorsi tra il primo e il secondo “Bad Boys” sono tempo ben speso.

Sì, perché Bad Boys è stato il film d’esordio di Michael Bay, ma anche il primo grosso successo al botteghino di Will Smith, due signori che negli anni ’90 sono stati piuttosto impegnati. Michele ha prima firmato un classi(d)o come The Rock, poi ha spaccato tutto (letteralmente!) con “Armageddon” (1998) e “Pearl Harbor” (2001), mandando a segno due successi commerciali (il primo più del secondo) prima di decidersi che era di nuovo il momento di rimettere le mani su “Bad Boys” per alzare ancora un po’ l’asticella del casino sul grande schermo.

“Uhmm, bella questa bisarca piena di auto. Mi è venuta un’idea”
Will Smith, invece, si è preso gli anni ’90 partecipando a tutti i titoli per cui ancora oggi campa di rendita: Independence Day, Men in Black, Nemico pubblico, prima della tranvata in faccia di “Wild Wild West” (1999), ma anche della sua ottima prova in “Alì” (2001) da cui si è portato dietro i muscoli che Mike Lowrey sfoggia in questo film.

Martin Lawrence, invece… Martin Lawrence... Beh, è diventato un po’ più paffutello e ha recitato in classici immortali come "Da ladro a poliziotto" (1999)... Ehm, no. Ah, ok ci sono! "Big Mama" (2000). No, proprio no. Ah sì, il bellissimo e spassosissimo "Black Knight" (2001). Ma qualche film decente lo ha fatto Martin Lawrence?

Martin Lawrence mentre ripensa alla sua filmografia e pondera se fare un nuovo "Bad Boys" (le decisioni difficili della vita)
“Bad Boys 2” è l’applicazione parola per parola di quella che io chiamo la regola aurea dei seguiti: "Uguale al primo, ma di più!". Solo che in questo caso il “di più” è garantito da Michael Bay assorto a semidio delle inquadrature frenetiche, gran visir della esplosioni grosse e supremo padrone degli elicotteri in volo davanti ai tramonti. Quindi, dai 23 milioni di fogli verdi con sopra le facce di altrettanti ex presidenti defunti del costo del primo film, qui si passa a 130 fogli della stessa filigrana, con cui Bay non solo può esagerare quanto gli pare e piace, ma può anche permettersi di avere tutti, oltre agli sceneggiatori Jerry Stahl e Ron Shelton (che in quanto specialista di film a tema sportivo, mette la firma con la presenza di Dan Marino, storico quarterback dei Miami Dolphins) ai quali aggiungete alcuni consulenti chiamati per aggiustare qualche passaggio, persone come Judd Apatow, Seth Rogen e Evan Goldberg. Gli ultimi due, in particolare, spiegano le numerose battute e battutacce strapiene di doppi sensi.

“Ehi tu sei Dan Marino, ti ho visto in Ace Ventura!”
I detective di Miami Mike Lowrey (Will Smith) e Marcus Burnett (Martin Lawrence) sono ancora impegnati a combattere lo spaccio di droga con i loro metodi caciaroni, ma efficaci, per la gioia del loro capo (un sempre più stressato e urlante Joe Pantoliano) a cui in italiano abbiamo deciso di cambiare il doppiatore, nel frattempo diventato quello ufficiale di Will Smith, perché se Mike e Marcus sono bravi a far casino, restano comunque dei dilettanti rispetto a noi abitanti di uno strambo Paese a forma di scarpa.

Il traffico da sventare questa volta è (come da regola aurea dei seguiti) ancora più grosso: una gigantesca partita da Ecstasy che arriva direttamente dall’Olanda via mare ed entra a Miami attraverso un collaudato sistema di casse da morto farcite di pasticche.

La Bara Volante Drogante
A capo della baracca un cubano da barzelletta, con figlia adorata e rotondetta e strambe manie di grandezza in stile Gesù di nome Johnny Tapia, ben interpretato da un Jordi Mollà sopra le righe quanto basta. Aggiungo solo che la frase in cui minaccia al telefono di segare via la testa al russo è stata voluta da Bay, per strizzare l’occhio ad una frase quasi identica presente in una delle tante intercettazioni telefoniche di John Gotti (storia vera).

Se nel primo film Téa Leoni garantiva la quota minima necessaria di gambe lunghe peperoncino nella vicenda, sempre per applicazione della regola aurea dei seguiti, qui abbiamo Sydney "Syd" Burnett (la guardabile Gabrielle Union), sorellina di Marcus e nuova ragazza di Mike, il tutto in gran segreto rispetto al gelosissimo fratellone, ovviamente. Ma di ancora più segreto è il ruolo di Syd, infiltrata sotto copertura nell’organizzazione di Tapia, dove copre il compito di ripulire il suo denaro sporco, cercando di scoprire dall’interno il percorso della droga, un modo buono per rendere il personaggio di Gabrielle Union leggermente meno passivo rispetto alla trama. Ho detto leggermente, perché tanto finirà comunque a fare la parte della damigella in pericolo. Non giriamoci tanto attorno: il film si chiama “Bad Boys” è una grossa fantasia adolescenziale caciarona, il tipo di trama che a Michael Bay viene benissimo.

Questa invece, è l’idea di divertimento di Michele Baia.
Sì, perché Michele qui porta l’asticella ad un livello più alto, su tutti i fronti: più casino, più esplosioni, più battute e battutacce sceme (alcune anche molto divertenti nel loro essere comunque di grana grossa), ma soprattutto molta più azione. Così tanta da rendere “Bad Boys 2” un seguito ben superiore al primo capitolo, ma anche un punto di riferimento, almeno nel campo dei film d’azione americani dei primi anni 2000. Quella porzione di titoli ad altissimo budget che oggi identifichiamo nei vari seguiti di Fast and Furious, ma nel 2003 Toretto e famiglia stavano ancora tirando sgommate nei piazzali in cerca della loro strada, quel ragazzaccio di Michael Bay, invece, aveva già indicato loro la via da seguire.

“Pericolo: possibili auto in caduta libera lungo il percorso. Procedete con cautela”
“Bad Boys 2” inizia fortissimo, si prende del tempo per aggiornarci sulla vita dei personaggi e per fare qualche battutaccia, poi manda a segno una scena d’azione clamorosa, riprende fiato con qualche altra battutaccia e si ributta nella mischia per scene d’azione ancora più lunghe, complicate e spettacolari. Penso che sia chiaro come il sole che la parte d’azione della storia è quella che interessa più a Michael Bay, il resto sono gag più o meno riuscite recitate da due che di base sono, comunque, attori comici che fanno quello che riesce loro meglio, ma per certi versi “Bad Boys 2” sta alla filmografia di Bay come Beverly Hills Cop 2 a quella di Tony Scott, con la differenza che Michael Bay avrà pure imparato alcuni dei segreti di regia, montaggio e post-produzione dallo Scott giusto, ma non avrà mai la sua classe e la sua testa sulle spalle, la sensazione è sempre quella che molte delle scene comiche (francamente imbarazzanti) del film, a Michael Bay facciano ridere un sacco, ma ormai lo so che io e Michele non avremo mai lo stesso tipo di umorismo, più che altro andiamo d’accordo quando si parla di esplosioni, argomento su cui siamo grandi amici.

Movimenti di macchina da presa timidi e morigerati.
Per ogni trovata comica da far cadere... Diciamo le braccia, via (la scena dei topi, eh vabbè), ci sono passaggi anche divertenti nel loro essere non proprio raffinati, l’appassionato di umorismo nero in me trova sempre spassosa la scena vagamente horror dell’obitorio, con il cadavere della “sventola” e le calotte craniche che si staccano nemmeno fossimo in un film Abbott & Costello (da noi meglio noti come Gianni e Pinotto) decisamente più sboccato. A proposito di momenti imbarazzanti, ma spassosi, la ferita riportata da Marcus è l’occasione per scherzare sul famigerato sottotesto omosessuale che nei film d’azione aleggia sempre, quello che ogni tanto qualcuno che non conosce il genere si diverte a far notare come se avesse fatto la scoperta del secolo. Ecco, qui si scherza sul concetto di “compagno” con la scena del negozio di elettronica e le videocamere che mandano in onda l’ambiguo, ma divertentissimo dialogo tra Mike e Marcus.

Quando il “Broomance” scappa leggerissimamente di mano.
Una menzione speciale la merita anche la scenetta di gelosia paterna con il fidanzatino della figlia di Marcus, il mitico Reggie, a mani basse il momento più divertente di tutta la filmografia di Martin Lawrence e lo dico io che con i suoi film non riesco a ridere nemmeno se da quello dipendesse la mia vita.

Il film è popolato da parecchie facce note, Peter Stormare che fa il russo matto è sempre uno spettacolo, così come il capo della squadra d’assalto con il grugno di Henry Rollins, uno che mi piace sempre vedere nei film. Ma due parole vanno spese anche su John Salley, visto che nel primo capitolo non l’ho fatto, recupero subito qui. John Salley, detto “Spider” per la sua fobia per gli aracnidi, qui torna a coprire il ruolo dello smanettone informatico con gli occhiali a culo di bottiglia,  quando in cambio dei suoi servigi chiede dei biglietti per la partita tra i Miami Heat e i Los Angeles Lakers della NBA parla di qualcosa di conosce, visto che Salley ha giocato in entrambe le squadre, anzi, a dirla proprio tutta, John è uno dei pochissimi giocatori della NBA ad aver vinto l’anello con ben quattro squadre diverse, oltre ai Lakers anche i Bulls di Michael Jordan, ma soprattutto due campionati vinti con i Detroit Pistons, una squadra mitica e famigerata con un gioco talmente duro da guadagnarsi sul campo il soprannome di… Bad Boys (storia vera). Quindi, voi magari nel film lo vedete fare lo scemone al computer, ma sappiate che lui era un Bad Boys quando Lawrence e Smith andavano ancora alle scuole medie!

I Bad Boys originali (Sally è quello a sinistra con il 22)
Ma è inutile girarci attorno, le facce note e alcune battutacce saranno anche uno spasso, ma il motivo per cui “Bad Boys 2” resta memorabile è il modo in cui Michael Bay trasforma le scene d’azione in qualcosa di assolutamente sensazionale. S'inizia con la lunga carrellata che sembra partire in Olanda, per arrivare a Miami, poi dritta tra le fila di quei simpaticoni del Ku Klux Klan, tra i quali (complici i cappucci) si sono infiltrati anche i nostri due protagonisti (ben prima di BlacKkKlansman) e possiamo trovare anche uno dei miei preferiti, Michael Shannon che con quel suo sguardo da matto è perfetto per il “redneck” di cui la trama ha bisogno.

La lunga gavetta di Michael Shannon riassunta.
Se l’inizio con Will Smith che salta sparando (il più delle volte a rallentatore) non dovesse bastarvi, sappiate che attorno alla prima mezz’ora di film, arriva un inseguimento in automobile (robetta, una Ferrari) talmente grosso che per qualunque altro film sarebbe la scena madre, ma per “Bad Boys 2” è solo il generico inseguimento del primo tempo. L’impressione è quella che Bay con questo film abbia voluto rendere omaggio ad alcuni dei grandi classici del cinema d’azione, se i salti di Smith strizzano un po’ l’occhio a John Woo, le auto lanciate giù dalla bisarca in corsa sembrano al versione Bay della scena molto simile di “La recluta” (1990) con Clint Eastwood e Charlie Sheen.

"Mai sparato con due pistole mentre saltava?" (Cit.)
La scena finale, invece, quella che inizia con l’irruzione armata a Cuba (la crisi dei missile su Cuba è iniziata per molto meno di così!) e finisce con l’Hummer giallo lanciato a tutta velocità contro le case della baraccopoli sembra Michael Bay che conferma il fatto che “Police Story” (1985) abbia influenzato enormemente il cinema d’azione occidentale.

Con un saluto e un ringraziamento al grande Jackie Chan.
Cosa volete da una scena che inizia con l’ormai leggendaria inquadratura a girare attorno a protagonista, quella che per Michele Baia è un marchio di fabbrica e la frase tosta «adesso è una cosa seria» talmente mitica che, ovviamente, Hot Fuzz non ha fatto altro che riprenderla identica e che dopo esplosioni, colpi di Bazooka, irruzioni, macchine radiocomandate esplosive e macchine da presa montate in ogni angolo (anche sul cofano delle auto in corsa, storia vera) termina con una sparatoria finale… In un campo minato! Sul serio, non si può chiedere nulla di più grosso di così, perché quando Bay mostra i muscoli, di solito porta l'azione (e la caciara) ad un altro livello.

Con “Bad Boys 2” lo ha fatto di sicuro, infatti il film ancora oggi è uno dei più esplosivi (in tutti i sensi!) casi di film con strambi sbirri su cui vi possa capitare di appoggiare lo sguardo, vedremo se il terzo capitolo riuscirà ad essere all'altezza, permettetemi di dubitare.

Tipo il video di Madonna di "Like A Prayer" ma con molte più pistole automatiche.
Bad boys, bad boys
Whatcha gonna do, whatcha gonna do
When they come for you!

22 commenti:

  1. Buongiorno Cass, l'ho visto solo una volta e per quanto possa darti ragione sul fatto che è tutto un (molto) di più del primo, non l'ho mai amato molto.
    Bay era ormai partito in fissa con il pompare tutto a dismisura e anche le scene d'azione, per quanto ricordi fossero ben fatte, le trovavo un pò troppo lunghe e spesso ripetitive.
    Forse solo i momenti comici che hai segnalato sono quelli che mi fanno salvare i film, considerando che anche io non rido molto per Martin Lawrence (anzi per niente) e Will Smith cominciavo già a trovarlo irritante anni prima...
    Insomma, diciamo che come confezione ci siamo, però il troppo, in questo caso, stroppia, almeno per il sottoscritto. In ogni caso il terzo me lo vedo, prima o poi...

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    1. Buongiorno capo, il terzo arriverà a breve su queste Bare. Devo dire che per questo film, valgono le parole buone per la Vasquez di “Aliens - Scontro finale”: «Sei troppo troppa!». Che poi forse è il “problema” di tutti i film di Bay, le trame sono un pretesto su cui costruire la caciara, ci può stare se lo sai fare no? ;-) Cheers

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  2. Film assolutamente godibile, caciarone e tamarro, in pieno stile "anni 90", con tanto di inseguimento in autostrada che nei film di quel periodo non può mancare.
    Ora, io non sono il primo fan di Bay. C'ho ancora gli occhi doloranti dagli ultimi Transformers e trovo il suo umorismo paragonabile a quello di un bambino di 11 anni. Ma se si alza dal letto col piede buono, ci sforna un film action sotto steroidi come questo che ad avercene oggi!

    E pure la scena di "Chi cazzo è Reggie?" nel suo essere grezzissima mi fa spaccare dal ridere anche oggi.

    Cinque altissimo per i Bad Boys originali di Detroit! Per i non avezzi alla palla a spicchi, nella foto il tizio a destra col n.40 è Mr. Bill Laimbeer, uno che nella rubrica "Bad to the bone" di Cassidy ci starebbe a pennello! Passato pure per la Leonessa Brescia (1979, anno del draft di Magic), torna al di là dell'oceano dopo un solo anno da noi e dopo qualche altro anno di assestamento nella NBA, da metà anni '80 affina il suo gioco ai limiti (e pure oltre...) fatto di gomiti alti, provocazioni, risse ma pure una solidità fisica e mentale che gli permettono di diventare uno dei difensori più concreti e temuti della lega. Il suo "It's my job" è diventato mitologico tanto quanto la sua squadra che col sudore, il sacrificio e giocate sporchissime (e con un paio di talenti niente male nella metà campo offensiva) ha portato a casa due titoli (il "back-to-back" del 1989-1990) contro squadre molto più quotate e talentuose (Lakers. Celtics, Bulls e Rockets). In America il becero tifo contro che si respira nei nostri avvenimenti sportivi è merce rarissima. Fischi, casino generale fatto più per distrarre la squadra avversaria e mai il singolo giocatore. Bene, per Laimbeer i palazzetti si riempivano di scalmanati urlanti improperi contro il n.40 per 48 minuti. E lui? Spallucce e via. "It's my job".

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    1. Quella scena riesce a sfruttare al meglio i due protagonisti, infatti è diventata mitica ;-) Con l’uscita del nuovo film sono tutti impegnati a parlare di “Bad Boys” e nessuno cita gli unici e veri Bad Boys (Pistons), una macchia che andava ripulita. Probabilmente lo conosci già, ma se non hai letto il post di La giornata tipo sui Bad Boys te lo consiglio, la parte sul Verme è roba da brividi. Cheers!

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    2. Certo che lo conosco, ma un ripasso non fa mai male!

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  3. ottima recensione grazie-

    lo vidi al cinema , lo trovai un po lungo , ma apprezzai.

    a tratti diventa un film demente: vedi ratti che ciulano( ed infatti è la scenz che più mi ricordo)

    grazie

    rdm

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    1. Grazie a te capo, tremenda quella scena, sono i momenti per cui mi viene voglia di smettere di guardare i film di Bay per sempre, poi arrivano le scene d’azione, e capisco che mi venderà i suoi film tutte le volte ;-) Cheers!

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  4. Giaà sai, per me questo è mezza delusione, perchè nei momenti in cui l'azione manca il film crolla. Il primo aveva molto più equilibrio nel alternare questi momenti, qui è chiaro come a Bay non possa fregare di meno del racconto, ma purtroppo in quei momenti dove questo fa capolino, lo subiamo invece di guardarlo. Per il resto, già la sola sequenza della Ferrari vale tutto, tra l'altro alcuni fotogrammi sono stati riutilizzati in The Island, quando si dice essere previdenti.

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    1. Già so, so tutto, sono un sapone ;-) Secondo me il primo film era molto più sbilanciato, aveva due grosse scene d’azione senza la quale, non sarebbe stato nemmeno un action, ma una commedia degli equivoci. Sul discorso di subire il racconto è verissimo, le capacità di narratore di Bay non vanno di pari passo con il suo talento nel generare immagini spesso fenomenali, da questo punto di vista, non è mai migliorato, anzi forse è anche peggiorato. Cheers!

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  5. Lo ricordo divertente ma temo d'averlo visto una sola volta. Ricordo però un backstage in cui si diceva che c'era un solo addetto a guidare una di quelle auto costosissime, per motivi assicurativi, e si è dovuto fare tutte le scene di inseguimento. Poi arriva il panico sul set quando qualcuno (vado a memoria) intruppa per sbaglio la Ferrari: mi sa che avrà dovuto vendere un rene per ripagare l'eventuale danno!

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    1. So che Bay aveva dei ganci con gli sponsor, aver diretto pubblicità per anni ha i suoi vantaggi, ma di sicuro gli unici al mondo che amano le auto distrutte più di Bay, sono gli assicuratori ;-) Cheers

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  6. Sul film vabbè, niente da aggiungere, comunque peccato effettivamente per Lawrence, per la sua carriera mediocre, però Big Mama non dispiace :D

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    1. Comunque meno peggio di “White Chicks” i Wayans che non si chiamano Damon riescono a rendermi subito simpatico anche Lawrence ;-) Cheers

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    2. Io Lawrence l'ho tollerato anche in Life, che all'epoca non mi dispiacque.

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    3. Ah si vero, quello non era male, lo avevo visto alla sua uscita e ricordo che mi era piaciuto, un po' a sorpresa per altro, ma devo aver dato il merito a Murphy. Cheers!

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  7. Mi piacque più del primo in verità.
    Generalmente ho seguito Bay fino a Pearl Harbor, poi non ce l'ho fatta più.

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    1. "Pearl Harbor" lo avevo visto al cinema, è ancora l'unico Bay che non ho mai più avuto voglia di rivedere. Direi che vale come commento no? ;-) Cheers

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  8. Parole sante, Cass.
    I sequel vanno centellinati, anche se e' una sofferenza.
    Si crea l'hype giusto. E poi ti assicuri che ti venga qualche buona idea, nel frattempo.
    Ma Martin Lawrence ha fatto qualcosa degno di nota, tra un BB e l'altro?
    Almeno Smith tra successi e tonfi la sua carriera se l'e' fatta.
    Per inciso...cosi' palestrato non lo vedremo piu'. Un bel colpo d'occhio, considerando che eravamo abituati al lungagnone smilzo.
    Quando sei in equipaggiamento d'assalto, i bicipiti fanno la loro porca figura.
    Il buon Martin lo si puo' considerare un miracolato.
    Quando e' uscito, io e Micheluzzo avevamo gia' litigato. Per i motivi che ben sapete.
    O meglio, io ho sbraitato. Micheluzzo ha esibito il suo solito sorriso e mi ha risposto GRAZIE. SONO FELICE CHE ARMAGEDDON TI SIA PIACIUTO. VEDRAI COSA HO IN SERBO PER TE, LA PROSSIMA VOLTA!
    Al che ho cavato fuori il santino del TONY che tengo sempre in saccoccia (piu' o meno), e mostrandoglielo gli ho detto TANTO NON SARAI MAI COME LUI!!
    E me ne sono andato sbattendo la porta.
    Micheluzzo ha colto la palla al balzo e ha accompagnato il gesto facendo esplodere 4 camerini, mezza dozzina di caravan e due dozzine di camper e roulotte. E due teatri di posa. Il tutto in tuffo con avvitamento carpiato di mezzi ed edifici.
    Poi ha fatto cascare la prima e l'ultima lettera della scritta Hollywood, e ha scatenato un'eruzione vulcanica sulla cima della collina.
    Non ha messo la cometa e l'invasione aliena perche' le trovava esagerate.
    Poi, non contento, mi butta fuori Pearl Harbour.
    Di bene in meglio. Dopo i trivellatori petroliferi alle prese con la meteora, mi riduce la seconda guerra mondiale a Beautiful.
    Da li' ho chiuso. Incompatibilita' di vedute. E non c'e' peggior sordo di chi non ti sta nemmeno a sentire.
    Si e' quindi rotto quel coinvolgimento emotivo necessario a fare di un regista uno dei tuoi registi della vita.
    Che posso dire, di BB II?
    Divertente. Nel senso che lo vedi, te la scialli con le scene d'azione e le sparatorie (che sono davvero TANTA ROBA. Questo glielo concedo. Specie il tir trasporta - vetture) per poi scordarti di averlo visto nel giro di un paio di giorni.
    Sara' un caso che le frasi e le scene del Beverly Hills Cop diretto dal TONY o de L' Ultimo Boyscout me le ricordo cone fosse ieri, nonostante siano passati anni.
    Di questo...non ne ricordo manco mezza.
    Ai film del TONY ci pensi e ci ripensi.
    A quelli di Micheluzzo no.

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    1. Penso sia il problema di Bay (oltre al fatto che è un tamarro con un pessimo senso dell'umorismo), i suoi film sono come il cibo del fast food, sono soddisfacenti subito, una bella abbuffata, ma poi hai fame come prima, Tony invece era uno chef, il fatto che ci fosse uno chef Tony abbastanza famoso è un caso ;-) Cheers

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  9. Ho sempre preferito questo secondo capitolo al primo, mi ha sempre fatto più ridere e nel periodo in cui ascoltavo più hip-hop che hard rock mi era piaciuto di più anche per la colonna sonora...

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    1. Tanto Puff Daddy, anche troppo per i miei gusti (sono un lettore di “The Boondocks” e la penso come Aaron McGruder) ma in quel periodo era in TUTTE le colonne sonore dei film ;-) Cheers

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