Riguardo al nuovo film di Robert Eggers, vi elencheranno un
sacco di caratteristiche più o meno negative a seconda dei vostri gusti
personali. Vi parleranno di un film ermetico, volutamente anti spettacolare, ma
da parte mia l’unico vero difetto è un altro: Ogni volta che leggo il titolo
del film, mi viene in mente quello sfigatissimo gruppo chiamato Lighthouse
Family, che con la loro
High ci ha
ammorbato per mezza estate circa un secolo fa, prima di diventare la musica di una
pubblicità del gelato.
Se non avete mai sentito parlare dei Lighthouse Family
(consideratevi fortunati) bontà vostra, vuol dire che siete schifosamente
giovani, ma se citando questo gruppo vi sembro un po’ datato e fuori dal tempo,
è solo perché lo sono. Ma mai quanto Robert Eggers, lui da questo punto di
vista gioca proprio in un altro campionato.
Robert Eggers è della mia leva, classe 1983, solo che ho il
dubbio che abbia mentito sulla sua età, secondo me è nato nel 1883, perché già
con il suo bellissimo
The VVitch
aveva dimostrato un certo gusto per un cinema fuori dal tempo, sia per
ambientazione che scelta della messa in scena. Ma se la fotografia con luce
naturale di
The VVitch vi sembrava
una trovata ricercata, con “The Lighthouse” Roberto Uovatore ha alzato ulteriormente
l’asticella.
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“Buongiorno, abbiamo letto l’annuncio. Il posto da guardiano del faro è ancora disponibile?” |
110 minuti di durata, per una pellicola in 35mm tutta in un
bianco e nero implacabile. Un totale di quattro attori - di cui due, sullo
schermo per pochissimi minuti –, impegnati a recitare dialoghi spesso delirante,
ma quasi tutti in strettissimo accento marinaresco. Per non parlare del formato,
l’ultima moda tra i registi indipendenti di Horror è quella di recuperare il
vecchio 4:3, come ha fatto ad esempio Jennifer Kent per il suo
The Nightingale. Eggers invece cosa fa? Opta
per un 1,19:1 che con le sue bande nere laterali, rende lo schermo quasi
quadrato. Insomma se non siamo nel campo della sperimentazione pura, poco ci
manca, perché Eggers sembra avere come modello di riferimento per il suo
cinema, l’espressionismo tedesco e i classici come “Il gabinetto del dottor
Caligari” (1920) oppure il “Nosferatu” di Murnau, di cui per altro, proprio
Eggers era in lizza tra i registi per un possibile remake (storia vera).
La narrazione ermetica che procede per simbolismi di “The Lighthouse”, fa di questa pellicola un film fuori dal tempo, quasi pensato per terrorizzare
tutti quelli che intendono il cinema come una cosettina leggera con cui passare
un paio d’ore in allegria. Sarà per questo che il film non ha ancora una data
ufficiale per la distribuzione nelle sale in uno strambo Paese a forma di
scarpa? Forse, di sicuro il doppiaggio è stato completato (storia vera), anche se il
consiglio è quello di godervi i deliri di Willem Dafoe in lingua originale. Se siete tra quelli che amano i premi cinematografici, il vecchio Da-Fooooooe
(cit.) se ne meriterebbe proprio uno per questa sua prova quasi da folle Capitano
Achab.
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Se volete spaventare i mostri sotto il letto, voi urlategli fortissimo: Willem Dafoe! |
Verso la fine dell’Ottocento, da qualche parte al largo
delle coste del New England, il vecchio e burbero marinaio Thomas Wake (Willem
Dafoe) raggiunge il faro di cui dovrà diventare il guardiano, insieme al suo
sottoposto, il giovane Ephraim Winslow (Robert Pattinson). Quattro settimane di
isolamento da passare a vedersela con i gabbiani, con il nuovo arrivato
costretto dal vecchio lupo di mare a tutti i lavori più umili e schifosi, di
giorno, perché la notte invece, si beve e ci si ubriaca come scimmie sul ponte di una
nave pirata. Troppa acqua può far impazzire un uomo, quindi bisogna
bilanciare con l’alcool, la vecchia scusa di tutti quelli che vengono sorpresi
dalla moglie assonnata e in vestaglia, quando cercano di infilare (da tre ore) la chiave
nella toppa della porta di casa senza successo.
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L'acqua fa ruggine, il vino fa cantare. |
“The Lighthouse” è un film quasi anti commerciale,
largamente ispirato a topos letterali chiari, un po’ Edgar Allan Poe ma soprattutto
parecchio H.P. Lovecraft. La luce del faro ha un valore simbolico che diventa
più chiaro quando uno dei due protagonisti rivelerà il suo segreto, non voglio
rovinarvi la sorpresa, perché pur avendo tutto per spingere lo spettatore
lontano, il film di Robert Eggers riesce ad essere comunque piuttosto ipnotico.
Nell'esprimere apprezzamento per un film come questo, si rischia
di fare la figura del professor Riccardelli, quello che costringeva Fantozzi a
subirsi “La corazzata Potëmkin” (1925), perché con il suo bianco e nero in
stile film di Béla Tarr, il pericolo è quello di passare per forza per quei cinefili
laureati al DAMS, che hanno visto tre film in vita loro ma se la tirano come se li
conoscessero tutti. Eppure Roberto Uovatore ha un gusto per l’Horror piuttosto
spiccato, le storie di Lovecraft parlano spesso di personaggi che raggiungono
il limite (della loro sanità mentale) per poi varcarlo nel modo più drammatico
possibile. “The Lighthouse” tra tentacoli e creature marine ci riporta subito
tra le atmosfere di
Providence, se
mai Eggers volesse cimentarsi con l’adattamento di un romanzo di Lovecraft, penso
che per il regista sarebbe un po' come un invito a correre per una gazzella.
L’incontro (ma forse dovrei dire lo scontro) tra i due
protagonisti, da vita ad un universo onirico, con contorni che diventano sempre
più sinistri con il passare dei minuti, e se in Lovecraft l’elemento sessuale è
sempre un sotto testo strisciante sullo sfondo, qui Eggers fa lo stesso
mescolando la schiuma del mare ai fluidi corporei dei personaggi, senza tirar
via la mano, perché tra sangue, vomito e roba varia, il film non risparmia niente. Anche se da spettatore, già sai che questa storia finirà in tragedia, proprio come in un racconto di
Lovecraft, ad attirare non è cosa viene raccontato, ma come.
Se Willem Dafoe regala una prestazione spaventosa (in tutti
i sensi possibili di questa parola), Robert Pattinson non è certo da meno, ancora
una volta conferma la sua propensione verso il
cinema indipendente, ma anche ben
poca paura nello sporcarsi le mani, mostrandosi in scena in modo credibile, anche in momenti che altri attori non farebbero recitare nemmeno alla loro
controfigura. Mica male per uno che ha iniziato con gli sbrilluccichii degli innocui
vampirelli di Stephenie Meyer.
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“Hai svuotato il mio pitale?”, “Siamo sicuri non ci siano altri libri di Twlight da portare al cinema vero!?” |
Vogliamo dire qualcosa sulla criptica trama senza rovinare
la visione a nessuno? Ci provo anche se potrebbe risultare un’impresa,
occhio agli SPOILER (vaghi) Robert
Eggers dopo
The VVitch conferma la
sua passione per il folclore americano ma punta anche a modelli più alti, quasi
un’interpretazione del mito di Prometeo, però preso e trascinato per i capelli
tra le pagine di un racconto di Lovecraft. La svolta chiave sono i nomi dei
personaggi che rivelano la natura ciclica della storia, inoltre l’idea che mi
sono fatto guardando il film, è che Eggers abbia voluto raccontarci una lunga
discesa nella follia, pescando a piene mani da altre opere d’arte, ci sono
almeno un paio di scene (compresa quella finale, molto potente) che ricordano dipinti
piuttosto famosi, tipo alcune opere di
Jean Delville (Un enorme grazie a Elfoscuro per avermi tolto il dubbio artistico!).
FINE SPOILER (ve lo avevo promesso che sarei rimasto sul vago).
Resta il fatto che Roberto Uovatore si conferma uno dei
talenti più disallineati in circolazione, “The Lighthouse” è un’opera che tende
al caos, ma girata con un rigore impeccabile, ed anche un notevole gusto per le
atmosfere Horror. Nel cinema contemporaneo americano, tantissimi registi
guardano al passato, spingendosi al massimo fino agli anni ’80, Eggers che secondo
le dichiarazioni ufficiali, è nato proprio nel decennio dei pantaloni a vita
alta, fa un cinema fuori dal tempo, che sembra arrivare da un’altra epoca. I
Bluvertigo mi piacevano anche meno dei Lighthouse Family, però la condizione
in cui si trova il cinema di Roberto Uovatore, è proprio fuori dal tempo,
passatemi la
mezza citazione.
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"I'm a lumberjack lighthouse keeper and I'm OK, I sleep drink all night and I work all day" (quasi-cit.) |
Anche se i lunghi e spesso deliranti dialoghi di “The
Lighthouse” sono una delle sue caratteristiche principali, per assurdo questo
film avrebbe potuto funzionare alla grande anche come film muto, d’altra parte
le musiche di Mark Korven sono sinistre al punto giusto, mentre la regia di Eggers
sembra quella di uno che si è abituato a raccontare per immagini, senza dover
per forza contare sul sonoro, anche perché quando è nato lui i film erano tutti
muti. Ve lo dico io, il ragazzo mente sulla sua data di nascita! Anche perché
dai, io mi ricordo dei Lighthouse Family, mentre lui sembra cresciuto a pane
e Murnau, non possiamo essere coetanei!
I Lighthouse Family li ricordo bene e mi annoiavano abbastanza in quel periodo che Haddaway gridava What is Love e con le colleghe Corona e La Bouche riempivano le discoteche. Anno più anno meno...
RispondiEliminaStrano forte sto film, ma se è horror chissà che non lo guardo...
I Bluvertigo invece mi piacevano un casino😀😀😀
EliminaSi i tempi erano proprio quelli, e Robert Eggers dovrebbe ricordarli se davvero fosse nato nel 1983, ma mente! In realtà è nato un secolo prima, però cazzarola se gli viene bene il cinema Horror ;-) Cheers
EliminaEro pronto anche alla domanda sui Bluvertigo, che in realtà hanno fatto cosette anche notevoli, ma li ho sempre trovati odiosissimi a partire dal loro cantante, che ne saprò anche a pacchi di musica ma è troppo impegnato a fare la diva. Cheers
EliminaIn effetti Marco si fa spesso prendere da un lieve delirio di onniscenza.
EliminaChe è un peccato, perché qui lo dico e non lo nego la sua "Altrove" è un capolavoro. Cheers
EliminaNon ricordo i Lighthouse Family 😅
RispondiEliminaComunque... Boh, ennesima volta che non concordiamo 🤔 film sicuramente affascinante e ricercato, ma mi è sembrato girasse sul nulla. L'ho finito e mi sono detto "E quindi...?"
Sei giovani e fortunato, molto fortunato! ;-)
EliminaDirei che sulla messa in scena questo film non ha molto per cui poter essere criticato, di mio ho evitato l’effetto "E quindi...?" perché quella rivelazione sul nome del personaggio (che ti vede coinvolto in prima persona!) alla fine mi è quasi bastata come spiegazione. Ma forse questa cosetta in odore di Lovecraft (anche se solo di sponda) mi ha solo trovato molto predisposto. Cheers!
Grazie. Ora quella dannata canzone dei Lighthouse Family non uscirà più dalla mia testa.
RispondiEliminaNon pensare all’elefante. Il principio è lo stesso. Ora ho capito il senso di tutto il film! Sono diventato Robert Pattinson!! :-D Cheers
EliminaCi ho trovato anche "L'Atalante" di Vigo nelle scene acquatiche con la sirena,oltre a mille altri riferimenti che mi hanno fatto impazzire.Per me che (cordialmente) detesto il cinema commerciale odierno,questo,insieme a "Climax" di Noè,è IL film del 2019.
RispondiEliminaTrovo bellissimo che in un panorama dove tutti gli attori per campare, debbano scegliere quale super tutina indossare (qui in scena abbiamo Goblin e Batman, per la cronaca) oppure in qualche reboot-remake-prequel-sequel recitare, il nostro Roberto Uovatore se ne esca con una roba così fuori dal tempo. Mai provato disgusto per nessuna forma di cinema (tanto meno quello commerciale), però davanti ad una roba così radicale e ben girata, non posso che essere contento. Cheers
EliminaLa prima cosa che ho pensato di questo film è stato "Non è un omaggio ai film del passato, questo E' un film del passato!".
RispondiEliminaVisivamente spettacolare e recitato divinamente.
Una visione su grande schermo, per potermelo godere anche di più, non gliela ruba nessuno!
- Saluti!
Esatto! Esatto proprio così, non è un film che strizza l’occhio come ne abbiamo visti tanti, sembra uscito davvero da un’altra epoca, e nemmeno i solito anni ’80, ma gli anni ’20, non 2020, ma 1920 ;-) Ora aspettiamo solo da data di uscita Italiana. Cheers!
EliminaVerissimo! Hai infatti citato due film di quegli anni che sono perfetti per rendere l'idea!
EliminaSi trova un pochino di entrambi qui ;-) Cheers
EliminaConcordo su tutta la linea. D'ora in poi io non guarderò le sirene più allo stesso modo e grazie per la citazione!
RispondiEliminaAvevo già smesso di farlo dopo “Quella casa nel bosco” (2012) ma questo film ha dato la definitiva picconata. Doverosa, grazie a te! Cheers
EliminaAmmetto candidamente che l'iper osannato "The VVitch" mi aveva lasciato parecchio freddino. Forse me l'avevano caricato troppo, o forse questa forma di "inquietudine" che Eggers ha provato a trasmettere a me non ha preso, non lo so.
RispondiEliminaSe questo "The Lighthouse" ha la stessa cura maniacale del dettaglio del film precedente (a quanto pare sì...) ma c'ha pure il medesimo andamento mi sa che lo salto volentieri e senza rimpianti. Anche se so che alla fine cederò e lo guarderò...
P.S.: ti sei dimenticato un "storia vera" quando hai raccontato di quella volta che la tua Wing Woman è venuta in vestaglia a recuperarti dopo che provavi da tre ore a infilare la chiave di casa nella toppa... :-P
No, niente storia vera, appena arrivo dietro la porta parte l’allarme, le feroci belve a quattro zampe di casa Cassidy hanno i super sensi, quindi ti svegliano al volo (Storia vera, qui ci sta).
EliminaTi direi che è come “The VVitch” ma peggio, oppure meglio a seconda dei punti di vista, allora diciamo come “The VVitch” ma di più. Ecco si, così mi piace ;-) Cheers
Ahimè ricordo i Lighthouse Family, cosa che rivela più o meno la mia età e, ahimè, anche io ormai quando leggo o sento il nome di Willem, non posso che dire nella mia mente Da-foooooooooooe! Comunque Roberto Uovatore è un nome fighissimo. E l'aggettivo che più rappresenta questo film che mi è piaciuto oserei dire visceralmente è proprio "ipnotico".
RispondiEliminaLa seconda cosa rivela che anche tu guardavi HIMYM, brava ;-) Uovatore non prende prigionieri, sforna film antichi, ma lo fa oggi, solo che li fa talmente ipnotici che è impossibile smettere di guardarli. Cheers!
EliminaNe stanno parlando praticamente tutti di sto film, ma io vado contro corrente e aspetto quando uscirà al cinema in Italia per vederlo. Si parla di Aprile, un attesa che posso anche sopportare. Mi aspetto cose enormi.
RispondiEliminaSi, perché come dicevo l'effetto Riccardelli è potente, però vale la pena, spero solo non venga piallato dal doppiaggio. Cheers
EliminaPurtroppo ricordo i Lighthouse Family, i professori sono quasi tutti fuori dal tempo, hai scritto una bellissima recensione che mi trova d'accordo su tutto, ho appena visto The Lighthouse al cinema e non so mica se dormirò sonni tranquilli stanotte...
RispondiEliminaAl cinema? Da dove scrivi di bello sono curioso. Grazie mille e ti capisco, uno di quei film che lasciano strascichi ;-) Cheers
EliminaQui in Spagna è uscito! :--D
EliminaPubblico la recensione sul finire di questa settimana, naturalmente sei il primo link che ho messo tra quelli ad altre recensioni! :--)
Siete troppo avanti! Noi in uno strambo Paese a forma di scarpa stiamo ancora aspettando di conoscere la data d'uscito, grazie mille non vedo l'ora di leggerti ;-) Cheers
EliminaCome cantavano gli Skiantos: Cosa pretendi da un paese che ha la forma di una scarpa? X--D
EliminaFinalmente qualcuno ha colto la citazione. Bro-fist! ;-) Cheers
Eliminae con Eggers sono a 2 su 2, anche questa opera seconda mi e' piaciuta tanto. solo dopo sono passato a leggerti. Siamo di fronte ad un regista che promette,in queste sere ho in programma NORTHMAN,, COME VEDI QUANDO LI PERDO AL CINEMA MI PRENDO I MIEI TEMPI.
RispondiEliminaFai bene è così che bisogna fare ;-) Cheers
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