Ai nostri cugini che parlano la lingua di Albione, piace
usare l’espressione “Montagne russe emotive”, nel senso di ottovolante, non di
monti sovietici. Bene, la ripartenza della dodicesima stagione di
Doctor Who per me è stata proprio
questo, nel giro di due episodi sono passato dallo sconforto, all’esaltazione
(quasi) totale.
Parliamoci chiaro, l’unica vera novità della deludente
undicesima stagione – la prima della gestione Chris Chibnall – è stata la
bionda Jodie Whittaker nei panni del tredicesimo Dottore, perché al netto di un
paio di
episodi riusciti, la stagione
“doppio uno” non è stata proprio pesche e crema. Dopo un attesa di quasi due
anni dal (gulp!) 2018, mi mancava il Doctor e la sua “Fam”, quindi ero ben
felice di potermi godere lo speciale di capodanno in due parti intitolato
“Spyfall”. Per comodità divido il post in due parti anche io, e vi avviso, da
qui in poi
SPOILER, alcuni
anche belli grossi.
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Benvenuti sulla Bara Volante, allacciate le cinture di sicurezza! |
Spyfall - Parte 1
Dopo aver eliminato la tradizione della speciale di Natale,
in favore di uno
speciale di Capodanno,
Chris Chibnall pare aver già deciso che le tradizioni non fanno per lui. Si
perché “Spyfall - Parte 1” è andato in onda il primo di Gennaio, ma di fatto è
solamente il primo episodio della dodicesima stagione, senza nessuno riferimento
alla festività, il che sarebbe stato più facile da digerire, se si fosse
trattato anche di un bell’episodio, cosa che purtroppo non mi sento di
confermare.
Una serie di spie stanno morendo in giro per il mondo, tutte
eleminate in modo cruento da misteriose creature capaci di mimetizzarsi e
attraversare la materia, un po’ come facevo io a scuola per non essere chiamato
alla lavagna dalla maestra. L’MI6 Inglese interviene radunando Graham (Bradley
Walsh), Ryan (Tosin Cole) e Yaz (Mandip Gill) insieme alla nostra Doctor (Jodie
Whittaker) nel modo più frettoloso possibile, per dirla alla Graham: «Worst.
Uber. Ever!».
Dopo una rocambolesca fuga in auto e una battuta sul nuovo
sesso del Doctor, il capo dell’MI6 “C” (il mitico Stephen Fry) ci aggiorna sugli
invasori alieni che stanno minacciando il pianeta. La nuova forza d’invasione è
legata a Daniel Barton (Lenny Henry), capo della potente multinazionale VOR,
che di fatto controlla tutta l’informazione, ma anche i dati online di quasi
tutti gli abitanti del pianeta, una specie di enorme fusione tra Microsoft,
Apple e Cambridge Analytica (Brrr…).
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Mi sembra un ottimo consiglio. |
“C” viene eliminato molto presto, Doctor in visibile affanno
è costretta a pescare un’altra lettera dall’alfabeto per correre ai ripari,
sceglie “O” (il lanciatissimo Sacha Dhawan) suo vecchio alleato nascosto da
anni nell’outback Australiano per sfuggire alla rintracciabilità puntuale da
GDPR che ci affligge tutti quanti, noi utilizzatori di tecnologia in rete. Il
fatto che “O”, non si sia mai visto in tutta la serie è una di quelle trovate
su cui si può chiudere un occhio, ma la prima parte di “Spyfall” vi chiederà di
esibirvi in questa specialità fin troppe volte, vi avviso.
Qui le strade di dividono, Ryan e Yaz indagano su Daniel
Barton e il suo strano DNA umano solo al 93%, mentre Doctor e Graham cercano di
capirci qualcosa sull’origine di questi alieni luminescenti che sembrano poter
attraversare senza problemi anche le barriere del Tardis. L’indagine procede
tra momenti d’azione e altri, fin troppo verbosi, perché con 60 minuti a
disposizione, Chris Chibnall mena un po’ troppo il can per l’aia (ma povero
cane!), per imbastire la sua storia, e quando decide di farla entrare nel vivo,
fa alcune scelte che mi hanno fatto storcere il naso.
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A proposito di nasi, quando la Whittaker fa la sua mossa di arricciamento nasale mi manda ai matti! |
Una delle critiche che ho mosso all’undicesima stagione, è
stato il fatto che il Doctor sembrasse aver perso la sua capacità di essere
sempre in anticipo sui suoi avversari, un personaggio pro attivo, divenuto di colpo
passivo rispetto agli eventi (e non fate battutacce sul cambio di sesso dai!).
Caratteristiche che la nostra Thirteen sfoggia anche nella prima parte di “Spyfall”,
dove Chris Chibnall gioca a trasformare i suoi personaggi in novelli James Bond
– con tanto di tema musicale che inizia a “Bondeggiare”, passatemi il termine –
e il Doctor che dice cose come «Prima regola dello spionaggio: Mai fidarsi di
nessuno», salvo poi fidarsi di tutti, specialmente di chi non dovrebbe (Facciapalmo!).
Vogliamo parlare poi del piano per inchiodare il
cattivissimo Daniel Barton? Più o meno consiste nell’andare alla sua festa di
compleanno a chiedergli in cosa consiste il suo piano criminale (Facciapalmo
carpiato!). Inoltre, io capisco che per esigenze di trama, Chibnall avesse
bisogno di separare Thirteen dal suo TARDIS, ma perché cacchio Doctor e la sua “Fam”
dovrebbero inseguire il cattivo in motocicletta, quando potrebbero farlo usando
la celebre cabina del telefono volante? No sul serio, nessuno più di me va
pazzo per 007, ma questa robetta che strizza l’occhio fin dal titolo dell’episodio
a James Bond (ma senza la colonna sonora di Adele), non va proprio bene per
niente.
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Il suo nome è Bond Bowtie. |
L’ora di durata di “Spyfall - Parte 1” mi ha fatto sbuffare
e guardare l’orologio fin troppo spesso, quando nei dialoghi hanno cominciato a
volare riferimenti al possibile capo (o meglio, padrone) dei luminescenti
alieni, ho pensato subito: «Chibnall, non starai per caso pensando di far
tornare in auge QUEL personaggio, veeeeero?». Ecco perché il (non) colpo di
scena non solo non mi ha stupito, ma mi è sembrato proprio fastidioso.
Si perché Chibnall aveva dichiarato di volersi allontanare
dai nemici classici del Dottore, salvo poi fare marcia indietro nell’unico (ad
oggi) vero
episodio di Capodanno
della sua gestione, per altro una delle poche puntate che ha riscosso un minuto
di consenso presso i Whoviani. Anche Chibnall schiavo degli umori dei fan,
proprio come accaduto alla saga di Star Wars? Eh no cavolo anche questo! Eppure
niente, il Master è tornato, senza nessuna spiegazione (per ora) sulla
redenzione e le ultime incarnazioni del personaggio, alla faccia della mitica
Missy della gestione Moffat. Insomma una mezza tragedia su quasi tutta la
linea, ma giudicare una storia divisa in due parti solo dal suo “primo tempo”
sarebbe una mossa un po’ scema, quindi occhio, che arriva la seconda parte.
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Indovinate un po' chi è tornato? |
Spyfall - Parte 2
Anche questo secondo episodio dura la sua bella oretta, ed
inizia da dove eravamo rimasti, con Thirteen intrappolata nella dimensione
degli alieni invasori – che qui scopriamo chiamarsi Kasavin – e i suoi tre “companion”
su un aereo pronto a precipitare. Ma lo schianto viene evitato usando beh, un
misterioso video lasciato a bordo dal Doctor e una APP installata sullo
Smartphone. Sul serio Chibnall? Siamo a questo? L’APP per far atterrare un
aereo di linea? Vi giuro che avevo voglia di spegnere, ma ho continuato a
guardare solo prospettando come avrei dovuto fare a pezzi questo episodio, commentandolo
qui su questa Bara.
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Beh se le cabine del telefono volano, gli smartphone sono strumentazione di volo. |
Poi sapete cosa è accaduto? Che la seconda metà, della seconda
metà di “Spyfall”, ha messo la quarta senza voltarsi più indietro. In poco più
di trenta minuti Chris Chibnall è riuscito ad azzeccare quasi tutto, ribaltando
quasi completamente il mio parere sull’episodio. Si perché messa spalle al muro
Thirteen si trova protagonista di una sfida a gatto con il topo con il Master,
impegnato a braccarla in lungo e in largo per lo spazio tempo, solo l’arrivo
provvidenziale di Ada prima e di Noor poi, riesce a riequilibrare lo scontro.
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Frasi maschie (pronunciate da donne toste). |
Già Ada e Noor, due personaggi storici (femminili,
finalmente in questa serie l’elemento comincia ad avere il suo peso… Era ora!)
che hanno avuto un ruolo molto importante nella storia dei Computer, Ada
Lovelance pioniera dell’linguaggio di programmazione proveniente da metà ‘800 o
giù di lì e Noor Inayat Khan, personaggio dalla storia degna di un film, attivissima
durante la seconda guerra mondiale. Due donne che sembrano nate per comparire
in questa serie, che ha sempre saputo rendere giustizia ai personaggi storici, e
che infatti qui arrivano in soccorso del Doctor (e di Chibnall).
Bisogna dire che Chris Chibnall risulta ancora un po’ troppo
macchinoso (e verboso) nello srotolare le svolte della sua trama, in questo
senso i monologhi del Doctor risultano espositivi anche se ammazzano un po’ il
ritmo. Ma per nostra fortuna in questa seconda parte dell’episodio, Thirteen
per la prima volta da quando Chris ha preso in mano la serie, torna ad essere un
personaggio che lavora d’anticipo sui suoi avversari. A mettere un po’ di pepe
all’episodio di sicuro la scelta del Master di scegliere i Nazisti come alleati,
non solo perché ogni bella storia dovrebbe SEMPRE avere i Nazisti nei panni dei
cattivi, ma soprattutto perché lo scambio finale tra Thirteen e Noor, non solo
è bellissimo («The fascists. Do they win?» ,«Never. Never. Not while there's people like you»), ma anche sinistramente attuale, visti i brutti tempi che corrono, dovremmo
tenerlo tutti molto bene a mente.
A proposito di tempi che corrono, Chris Chibnall riesce ad
inserire in un episodio già ricco, una sotto trama un po’ alla
Black Mirror davvero azzeccata, talmente
riuscita da farmi dimenticare le infelici scelte delle scarpe laser di Graham e
dell’APP per far atterrare gli aerei. Ma devo dirla tutta, in realtà la scena
dell’aereo trova la sua logica nel finale, una scena di pochi secondi in cui il
Doctor sfrutta un paradosso temporale, per risolvere brillantemente quello che
altrimenti sarebbe stato un buco piuttosto gigantesco nella sceneggiatura.
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Come ti capisco Doc, le plastificatrici sono ipnotiche. |
Un episodio iniziato malissimo, finisce nel modo migliore
perché attraverso le minacciose parole del Master, Chibnall finalmente regala a
questa serie quello che per troppo tempo è mancato: Una trama orizzontale degna
di nota! La distruzione di Gallifrey terrà sicuramente banco anche nei prossimi
episodi, ma negli ultimi minuti di “Spyfall - Parte 2” fanno tutti davvero una
gran figura.
Chibnall perché da finalmente l’impressione di avere un
piano a lungo termine per “Doctor Who”, ricordate il Timeless Child, nominato
in
un solo episodio e poi sparito per
sempre? Bene questa volta tutto il mistero ruoterà intorno a questo misterioso
personaggio. Sacha Dhawan è bravissimo nel finale a regalarci la confessione
dolorosa di un cattivo che per tutta la puntata è andato sopra le righe come un
super criminale dei cartoni animati, ma che qui mostra un dolore vero, un
segreto da non condividere con l’eterno rivale («Perché dovrei rendertelo
semplice?») e che getta un ombra anche su Thirteen, che per la prima volta
sembra in difficoltà emotiva si, ma risoluta nelle decisioni, un personaggio
che ribadendo la sua storia (almeno, quella che pensavamo di conoscere) alla
sua “Fam” forse sa di stare già loro mentendo. Finalmente avere Jodie Whittaker
in un ruolo così si conferma una grande scelta, perché per ora era stata solo
una bionda vestita stramba, sempre molto solare nell’atteggiamento e poco altro,
ma finalmente abbiamo di nuovo un personaggio con un tormento interiore e
nemmeno uno da poco!
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Per ora è ancora tutto vero, ma chissà per quanto. |
Si perché se Chibnall saprà giocarsi bene le sue carte, avrà
l’occasione di aggiungere - se non proprio modificare radicalmente - l’iconografia
di un personaggio storico come il Dottore, partendo dalle sue origini, che sono
chiare per tutti si, ma mai raccontate per davvero. Chibnall si è scelto un
futuro complicato, dovesse riuscire nella sua impresa, potrebbe far fare un salto
di qualità incredibile al personaggio (e alla serie), ma se dovesse sbagliarlo
avrà milioni di Whoviani alle costole. Se in questo somiglia alla sua Thirteen,
potrebbe essere uno che tira fuori il meglio quando si trova spalle al muro, quindi
direi che ci siamo, ora o mai più.
Queste “Montagne russe emotive” della durata di due ore
hanno avuto notevoli bassi e incredibili alti, ma resta il fatto che per la
prima volta da parecchio tempo, non vedo l’ora di vedere il prossimo episodio
di “Doctor Who”. Chris? La palla è nel tuo campo, cerca di giocartela al
meglio.
Dal minitrailer in coda all'episodio, quello successivo sembra niente di che, ma ho anch'io grandi speranze.
RispondiEliminaE tra i fans di Bond ci sono anch'io eh...
Per questo mi ha divertito anche la prima parte dai... anche se i WTF non mancavano.
E ricordi dove abbiamo già visto Sacha Dhawan?
An Adventure In Time And Space, film tv sulla realizzazione dei primi episodi di Doc negli anni 60.
Era il regista degli episodi in bianco e nero...
Stavo per risponderti "Dracula" la miniserie di Moffat appena uscita, ah ma quindi era un altro predestinato a finire anche lui nella "serie regolare" Doctor Who ;-) Avrei apprezzato di più le "Bondate" se la puntata fosse stata più solida, per fortuna il secondo episodio si è fatto ampiamente perdonare, dai che forse siamo di nuovo in linea per una bella stagione! Cheers
EliminaForse era una nuova tecnica di Chibnall, chiamata "spiazziamo Cassidy": voliamo basso nel primo episodio poi, quando sta per raggiungere il limite, riprendiamo quota di colpo e gli riaccendiamo la speranza di un futuro migliore ;-) Ecco, appunto, se non altro quest'anno di riflessione appena trascorso sembra aver portato dei risultati: dove la scorsa stagione si era risolta in poco più che una dichiarazione d'intenti su quello che si intendeva fare con il nuovo Dottore, qui si intravvede la possibilità -e la volontà- di farlo sul serio...
EliminaP.S. Sacha Dawan interpretava -in "An Adventure In Time And Space"- Waris Hussein, regista tv che in pratica iniziò la propria carriera con il Dottore (se si esclude una manciata di episodi di altre serie coeve) ;-)
Ho seguito poco "An Adventure In Time And Space", non ho visto tutti gli episodi, altrimenti lo ricorderei, ma è normale per "Doctor Who" prendere attori e usarli in ruoli chiave nella serie principale, è successo a Karen Gillan e anche a Peter Capaldi. Direi che mi ha spiazzato per tutta la stagione undici, spero ora faccia altrettanto ma in positivo, per la stagione dodici ;-) Cheers
EliminaMa come? E' già ricominciato "Doctor Who"?
RispondiEliminaSono già passati due anni dall'ultima deludentissima stagione?
La Bara Volante viene in mio soccorso come il Dottore con il Tardis; ora so cosa guardare dopo la fine di "The Servant" :D
Doveva essere lo speciale di capodanno (in due parti) si è rivelato essere l'inizio della nuova stagione, quindi torna l'appuntamento fisso con il Dottore, dopo solo (Gulp!) due anni. Cheers
EliminaL'attrice l'ho vista in qualche film doppiato, ma quando l'ho sentita parlare in originale al "the Graham Norton Show" m'è preso un colpo: ma i colleghi sul set la capiscono? Ha un accento leggerissimamente marcato: leggevo i sottotitoli e nulla di ciò che era scritto stava uscendo dalla sua bocca! :-D
RispondiEliminaScherzi a parte, non seguo il Dottore ma è strano che una serie così amata abbia avuto una pausa così lunga: si sa quale sia stato il motivo?
David Tennat, è Scozzese ma nei panni del decido Dottore, usava un accento "British" classico, meno male perché in "Broadchurch" (da cui provengono Chris Chibnall e Jodie Whittaker) era incomprensibile. Peter Capaldi invece aveva aperto un po' all'accento Scozzese (fonte anche di gag nella serie) e come tutti i Dottore, parlava a "mitraglietta". Jodie Whittaker usa l'accento dello Yorkshire che è parecchio pastoso (molto!) ma almeno nella serie parla ad una velocità normale, cosa che in quell'episodio di "the Graham Norton Show" che mi avevi suggerito, non faceva per niente ;-) "Doctor Who" si prende delle belle pause, ma in era recente due anni di pausa non li ricordavo affatto, scelta rischiosa perché dopo l'undicesima stagione scarsotta, i fan sono stati lasciati due anni a rimuginare su quegli episodi così così. Non ho trovato notizie in merito, sembra parte del piano di Chris Chibnall (anche questo eliminare lo speciale prima di Natale e poi di Capodanno), spero abbia passato gli ultimi due anni a scrivere una stagione come si deve ;-) Cheers
EliminaEccomi qui, dopo che sotto tuo suggerimento ho visto queste due puntate e... poco mi han convinto.
RispondiEliminaCon la prima concordo su tutto, da esagerazioni senza senso (perché quelle motociclette? quell'aereo? quel fare le spie senza esserlo e parlando tranquillamente dei piani ovunque? perché fidarsi di uno sconosciuto in Australia?) a un Master che torna e viene da prenderlo a sberle per i tiri da matto che fa, ma che? si recita così?
Il secondo migliora proprio grazie alle nuove companion che il Dottore si fa, a rimarcare che sì, Graham, è meglio se vi sostituiscono. Però tra spiegoni lunghissimi, un piano high tech onestamente senza senso mah... non è riuscito a convincermi.
Però che si torni a Gallifrey mi stuzzica, che si parli in orizzontale pure, quindi un seme di speranza Chibnall l'ha piantato anche nel mio cuore.
Fermo restando che devo googalare parecchio, che non mi ricordavo che fine aveva fatto Missy, da dove saltasse fuori il Timeless Child.
I punti fermi per me restano:
- cambiamo questi companion,
- spieghiamo al nuovo Master che non serve essere un cartone animato
Pensa che in "Dracula", firmata dagli ex responsabili di "Doctor Who", l'attore che fa il Master recita senza sembrare uno dei Looney Tunes, quindi sa come farlo quando vuole. Il secondo episodio mi ha quasi convinto nella seconda metà, e penso che questo Master sia un'incarnazione precedente anche a Missy, altrimenti devono ancora spiegarci qualcosa sul personaggio.
EliminaIl "Timeless child" veniva citato due minuti nella 11x02 e poi mai, più fino ad ora dove si spera sarà finalmente parte di un piano, però sono totalmente d'accordo, leviamo di torno quei companion che sono delle zavorre! Cheers