venerdì 29 novembre 2019

Déjà Vu (2006): La sensazione che si può descrivere soltanto in francese (Ritony al futuro)

Benvenuti al nuovo capitolo della rubrica… Lo Scott giusto!
Benvenuti al nuovo capitolo della rubrica… Lo Scott giusto! Ehi! Ho come una sensazione di déjà vu, vabbè in ogni caso: benvenuti al nuovo capitolo della rubrica… Lo Scott giusto!
Déjà vu
Aggettivo:
Privo di originalità, pressoché identico ad altro già visto in passato.
sostantivo maschile:
In psicologia, sensazione di aver già vissuto in precedenza una situazione che si sta attualmente verificando.

Come abbiamo visto nel corso della rubrica, quello proletario della famiglia Scott ha sempre avuto una certa tendenza a ripetere le soluzioni e le storie che nel suo cinema hanno funzionato, senza fare i soliti paragoni, pensiamo ai punti di contatto tra Revenge e Man on fire, ad esempio. Insomma: potremmo dire che il cinema del nostro Tony vive di déjà vu. Ma più per caso che per vero merito, la distribuzione di uno strambo Paese a forma di scarpa, aggiungendo l’inevitabile sottotitolo “Corsa contro il tempo”, forse per una volta ha fatto un favore allo Scott che conta, mettendo in chiaro quella che è una delle tematiche chiave di tutto il suo cinema: la corsa contro il tempo.

Tony in tutta la sua scottante “Scottezza” (o Scottitudine? Vabbè fate voi)
Certo, bisogna dire che “Déjà vu” è nato proprio per via delle ripetizione, la produzione, ad esempio, è sempre quella del solito Jerry Bruckheimer, ma per la trama questa volta bisogna fare un giro un po’ più lungo che inizia con gli sceneggiatori Terry Rossio e Bill Marsilii.

Il primo ha lunga esperienza con i cartoni animati come Aladdin ed insieme al compare è riuscito a spremersi le meningi per partorire questa stramba storia di una specie di indagine di polizia al contrario, in cui, per una volta, lo sbirro protagonista ha la possibilità di inchiodare il colpevole prima che compia il gran casino, nella fattispecie, un attentato terroristico in cui un traghetto pieno di persone verrà fatto esplodere a New Orleans uccidendo 543 innocenti.

Alcune delle vittime, tra cui una interpretata da Donna W. Scott, moglie di Tony (storia vera)
Il tocco di colore lo ha inserito Bill Marsilii, un tocco anche leggermente necrofilo se vogliamo dirla proprio tutta, secondo Marsili il poliziotto avrebbe dovuto nel corso dell’indagine innamorarsi di una delle testimoni chiave della vicenda, anche se di fatto la prima volta che l’ha vista, lei era già sdraiata sul tavolo del patologo. Non mi state già più seguendo? È perché non pensate quadrimensionalmente (cit.).

I film ci hanno insegnato che il tempo è qualcosa di lineare, non una specie di grossa sfera piena di wibbly wobbly... time-y wimey... stuff. Ma parliamoci chiaro: a Tony Scott tutte questa roba da nerd non interessa minimamente. Una volta letta la sceneggiatura lo Scott giusto cerca di convincere Jerry Bruckheimer a tagliar via tutta quella roba fantascientifica, per realizzare un film più lineare ed incentrato sulla sorveglianza, il che, se ci pensate, è abbastanza naturale, parliamo dell’uomo che ha diretto Nemico Pubblico, ma anche di un regista con un occhio bionico per il cinema, le inquadrature e il montaggio, tenetemi l’icona aperta su questo punto, più avanti ci torniamo.

“Lasciare l’icona aperta. Ripeto, abbiamo ricevuto l’ordine di lasciare l’icona aperta”
Tony se ne tira fuori: "No, guarda Jerry a me questa roba da secchioni non interessa, come se avessi accettato!". A quel punto, però, la stessa sceneggiatura finisce nella mani di Denzel Washington che reagisce in maniera opposta, per lui quel soggetto è una bomba e lo sarebbe ancora di più se diretta dal suo vecchio amico Tony, quindi Denzel fa il diavolo a quattro corre dal suo vecchio compare e lo convince a tornare dietro la macchina da presa, terzo film insieme per i due dopo Allarme Rosso e Man on Fire e il tassametro corre. Con la conferma di Tony Scott a bordo e di Denzel Washington sapete chi sono stati i più felici di tutti? Terry Rossio e Bill Marsilii che sono riusciti a farsi pagare da Jerry Bruckheimer la bellezza di quattro milioni e mezzo di fogli verdi, con sopra le facce di alcuni presidenti defunti, la loro sceneggiatura (storia vera). Al netto del risultato, quella volta che i Padri Pellegrini hanno portato via ai nativi l’isola di Manhattan in cambio di un sacchetto di perline, è stato un atto lecito.

Un film diretto da Tony Scott con Denzel come protagonista, ora ho capito perché si chiama “Déjà Vu”.
Quello che, a differenza del protagonista del film, la produzione non poteva prevedere, era un altro genere di disastro imminente, uno anche parecchio grave come l’uragano Katrina che nell’agosto del 2005 colpisce e mette in ginocchio la città di New Orleans, l’ultimo dei danni, forse quello più marginale colpisce proprio la produzione di “Déjà Vu” che subisce una sonora battuta d’arresto.

Quando la produzione pensa di spostare tutto in un’altra città, Denzel e Tony che saranno anche stati in disaccordo sulla qualità delle sceneggiatura, non hanno nessun dubbio: si resta nella “Big Easy” per contribuire a riportare fondi nello Stato della Louisiana. A volerci scherzare un po’ su, verrebbe da dire che dopo un disastro così bisognava affidarsi a qualche entità superiore, una qualunque e per non sbagliare “Déjà Vu” ha potuto contare su tutti: Malcolm X (Denzel), Jim Morrison (Val Kilmer qui più bolso che mai) e Gesù (James Caviezel).

Lo vedo un po’ nervoso, forse non è il caso di spiegargli la mia teoria sul Gesù nero.
Ricordo di essere andato a vederlo al cinema come con tutti gli ultimi film di quello giusto di casa Scott, ricordo anche che un paio di giorni dopo al lavoro un mio collega che lo aveva visto senza capirci molto, mi ha chiesto delucidazioni. Io mi sono anche impegnato a cercare di rendere più chiaro possibile il paradosso, ma il massimo che ho portato a casa è stato una faccia a forma di punto interrogativo da parte del mio collega e la sua affermazione: «Hai una certa propensione per questa roba vedo». Un po’ ho capito come si sono sentiti Terry Rossio e Bill Marsilii davanti al primo rifiuto di Tony (storia vera).

Me lo sono rivisto qualche giorno fa in vista di questa rubrica insieme alla mia Wing-Woman, anche lei ben poco presa dalla trama ed è inutile girarci troppo attorno: “Déjà Vu” è un film girato come al solito alla grande e sostenuto quasi interamente da un Denzel Washington in grande forma, che si carica personaggio, svolte (e inevitabili “Spiegoni”) sulle spalle, ma risulta troppo spezzato tra le sue due anime. La parte fantascientifica della storia fa capolino parecchio in là nel corso del minutaggio e monopolizza il ritmo del film, in parecchi momenti è chiaro che lo Scott giusto si sia messo al servizio della storia, ma le parti che gli riescono meglio di sicuro non sono gli infiniti monologhi pseudo scientifici (che vengono inevitabilmente percepite come roba da nerd), quanto più che altro i momenti d’azione e le parti più intimiste.

“Quando è il momento dell’azione fate un fischio, sono già pronto”
La scena iniziale del traghetto, girata in pieno giorno è drammatica quanto basta, uno dei momenti migliori resta l’inseguimento in differita con il casco ottico che è una specie di versione in grande di quando sei costretto a guidare con una lente a contatto fuori posto, però diretta da Tony Scott, con il suo senso del ritmo e della composizione dell’immagine, quindi comunque bellissima, ma un po’ troppo sola e solitaria in un film così.

Credo non ci fosse trovata migliore che rendere il protagonista un agente dell’ATF, non solo perché così Tony ha avuto un’altra occasione di far indossare ai suoi personaggi un berretto da baseball, ma soprattutto perché lo scambio di battute «Un uomo non ha mai abbastanza alcool, tabacco e armi da fuoco», «Mi viene in mente un'altra cosa», potrebbe essere il titolo della biografia dello Scott giusto. Sta di fatto che l’agente dell’ATF Doug Carlin (Denzel) è un dritto, uno di quelli che capiscono le cose prima di tutti e grazie ad un paio di occhiate al cadavere della bella Claire Kuchever (Paula Patton) si mette subito sulla strada giusta per beccare l’attentatore dinamitardo che ha fatto saltare per aria il traghetto con a bordo 543 innocenti.

Denzel è talmente un dritto, che l’agente dell’FBI Val “Ciccio” Kilmer lo arruola subito in una squadra speciale che dispone di tecnologia innovativa, una specie di grossa finestra High Tech che consente di spiare l’andamento regolare del flusso del tempo, a partire da quattro giorni nel passato da questo momento, un tempo sufficiente per collezionare prove e inchiodare l’attentatore prima (che nel passato) colpisca.

Un volta era “Iceman”. Ora potrebbe essere “Ice cream” (Ehi! Questa battuta dovevo giocarmela per "Top Gun 2")
La tecnologia ci viene lungamente spiegata con la solita tecnica del foglio piegato su se stesso, avete presente la pagina del calendario di Miss Marzo 2047 di Punto di non ritorno? Sempre quella, lo stesso modo di spiegare il multiverso che se lo utilizza Nolan in “Interstellar” (2014) è un genio, se lo fa Tony Scott non se lo ricorda nessuno.

Questa finestra sul cortile tempo è un po’ venuta fuori per caso, gli scienziati stavano studiando i soliti tachioni e PUFF! Eccoci qui a spiare quattro giorni nel passato, da bravi nerd conoscono benissimo la lezione di Doc Brown e non vogliono mettere in pericolo il continuum tempo-spazio distruggendo l'intero universo, quindi si limitano ad usare questa scoperta come un’enorme webcam di sicurezza, che Tony Scott sa benissimo come rappresentare, chiudiamo quell’icona? Dài, forza, sotto con l’icona!

Le finestre (di Windows) sul cortile.
Prima o poi tutti i grandi registi fanno un film sullo sguardo, è normale quando per lavoro filmi la realtà utilizzando il filtro di una o più (nove nel caso di Tony) macchine da presa, lo ha fatto zio Hitch nel 1954 con “La finestra sul cortile”, lo hanno fatto registi di stampo hitchcockiano come Brian De Palma e John Carpenter, lo ha fatto George A. Romero e qui tocca a Tony Scott, ovviamente con il suo stile sempre riconoscibile.

Quello che fa diventare sospettoso l’agente dell’ATF è il modo in cui i tecnici riescono a muoversi in lungo e in largo nel flusso del tempo, entrando dentro le case, aggirando porte chiuse, spiando Paula Patton nuda che fa la doccia attraverso le pareti, un controllo dello spazio che è quello tipico della regia e della post produzione digitale a cui Tony Scott ci ha abituati da Nemico Pubblico in poi.

Il mondo dal punto di vista dello Scott giusto.
Con la sua regia muscolare e il completo controllo dello spazio del grande schermo, se “Déjà Vu” fosse stato un film sulla sorveglianza, sono sicuro avrebbe funzionato meglio, qui, invece, la parte fantascientifica sembra infilata dentro a forza, infatti Terry Rossio e Bill Marsilii si sono sbrigati a dare subito la colpa delle parti scientifiche poco probabili (con la stessa corrente riescono a mandare indietro nel tempo un foglietto, ma anche i quasi 90 chili di Denzel? Bah...) alla regia e ai tagli di Tony Scott, i soldi devono aver dato un po’ alla testa a quei due.

“Denzel lo hai visto Salto nel buio?”, “Un’altra di quelle tue robe da Nerd per caso? Muoviti sono scomodo qui dentro”
Perché la parte fantascientifica, forse, è giusto abbozzata, oppure davvero al regista interessava poco, ma per la caratterizzazione del cattivone interpretato da James Caviezel che scuse abbiamo? Un generico fanatico patriottico/religioso che agisce per motivi non ben specificati, considerando che ha il volto di Caviezel, la spiegazione che mi sono dato io sono stati i maltrattamenti subiti da Mel Gibson sul set di “La passione di Cristo” (2004), ma magari sono io che cerco del torbido.

Resta il fatto che “Déjà Vu” è un intrattenimento che procede un po’ a strappi, che conferma quanto Tony Scott e Denzel Washington stessero bene artisticamente insieme, come il cacio sopra i maccheroni, come il pane con la Nutella come… Devo smetterla di scrivere quando ho fame, guardate che razza di frasi mi vengono fuori!

Per farmi perdonare, vi metto una foto della bella Paula Patton.
De Tony Scott mostra la grande macchina (che chiameremo “macchinone”) come il braccio armato (di macchina da presa) della sua regia, il perfetto contraltare di questo grande fratello (Scott) è proprio Denzel che qui ha il ruolo di rappresentare il punto di vista dello spettatore che di questa roba da nerd non ci capisce niente. Monumentale la scena in cui per capire se Paula Patton può essere ancora salvata, Denzel prende una sedia, la scaraventa contro un monitor sbraitando in cerca di una semplice risposta alla domanda: «Quella donna è viva oppure è morta?». Aspetto il giorno di poter concludere una riunione di lavoro piena di frasi in finto inglese, acronimi, sigle, «Business!» e «Cash!» vari nello stesso identico modo. Giuro di dire anche «Citazione», mimando le virgolette in aria per esser il più irritante possibile dopo averlo fatto (storia vera… Succederà quattro giorni da ora. Forse).

L’uomo che vorrei presentare ai miei colleghi di lavoro.
La verità è che “Déjà Vu” è un film che arriva da un passato dietro l’angolo, ma sembra distante milioni di anni. Sembra uscito da un tempo in cui bastava un attore carismatico e un regista con le idee chiare per sfornare un titolo di punta, oggi una pellicola così sembra la preistoria del cinema, possiamo giusto continuare e spiarla come fa Denzel con Paula Patton pensando: "Mica male!". Il tempo scorre inesorabile, la filmografia di Tony Scott ci ha messo in guardia, per fortuna tra sette giorni arriverà un altro capitolo della rubrica, ma prima, vi lascio con il solito schemino della “Scottitudine”. Ci vediamo nel futuro!

“Ho come la sensazione che per un po’ di venerdì voi ed io ci rivedremo qui sopra”
Déjà Vu (2006)
Se lo avesse diretto Ridley?
Sarebbe su tutti i giornali la sua incredibile capacità di mescolare i generi, di anticipare i tempi, le mode e Nolan. Ma anche l’enorme cuore di girare comunque in una città colpita nel vivo. Ma lo ha diretto Tony e tutti ancora si chiedono con che argomenti ricattasse Denzel per recitare nei suoi film.

Nel paragone diretto, resta comunque molto meglio di:
Exodus - Dei e re (2014)
Almeno Tony nel suo guardare al passato, non ha dovuto per forza scomodare l’Onnipotente (ma solo Gesù) pensando di essere diventato di colpo Cecil B. DeMille. Poi se voi avete il coraggio di riguardarvi “Exodus” complimenti per il pelo sullo stomaco, io di mio “Déjà Vu” me lo sono rivisto almeno due o tre volte.

Risultato parziale dopo il quattordicesimo Round:
Quando un titolo minore riesce a collezionare consensi evitando le pernacchie, vuol dire cadere in piedi, una capacità che hanno solo quelli tosti, quelli giusti come Tony, lo Scott giusto!

44 commenti:

  1. Ma sai che sto film non sono mai (MAI!) riuscito a vederlo per intero? Sempre spizzichi e bocconi qua e là e credo pure di non essere mai arrivato alla fine.

    Da quel poco che ho visto si nota la mano di Scott ma la sceneggiatura... Punto di domanda grosso così! L'ho sempre giustificato perché non avendolo mai visto nella sua interezza probabilmente mi sono perso dettagli fondamentali. Ora non mi resta che recuperarlo... Per capirlo!

    Ah, la spiegazione sui "wormhole" me la fece nella prima metà degli anni '90 (a naso era il 1993 o il 94) un mio prof delle superiori. Non ricordo minimamente la lezione o perché ci fece sto esempio col foglio piegato (devo aver preso una bella botta in testa perché tutta la mia vita pre-2000 è un parecchio nebbiosa!) ma la spiegazione di come "piegare lo spazio per accorciare il viaggio" lo ricordo come fosse ieri.

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    1. Lo hai visto come un déjà vu. Hai avuto un déjà vu su “Déjà Vu” ;-) Scusa ma andavi nella stessa scuola di Donnie Darko? Il tuo professore assomigliava a Noah Wyle per caso? ;-) Cheers!

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    2. Meglio che non faccia nomi sul prof... In privato, un giorno, ti spiegherò cosa aveva combinato.

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    3. Quando vuoi, sei una fonte di storie (vere) mai finita ;-) Cheers

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  2. ottima rece grazie

    film che vidi una volta e apprezzai. voto 7

    se rinasco voglio rinascere robin thicke

    corr a rivedermi il video blurred line

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    1. Grazie capo ;-) Sul genere ti consiglierei di puntare al bersaglio grosso e scegliere Tom Jones. Secondo me anche Ticki-tock-coso lì potendo sceglierebbe il vecchio Tom. Cheers!

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  3. Ah ah ah! Bella la recensione, il film l ho visto al cinema, non ricordo molto a dir il vero, ma se non sbaglio ad un certo punto salta fuori dal nulla un cadavere da sotto le assi di un molo. Ricordo vagamente che la scena non ha seguiti o spiegazioni, sbaglio??? Ora scusa ma vado a fare un brunch... No non tirare sedie in giro!

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    1. Muchas gracias! Inizia con il ritrovamento e la visita del patologo (con Denzel che offre consulenze) sul corpo di Paula Patton, da cui partono le indagini (era anche lo spunto originale dei due sceneggiatori prima di infilarci dentro la trovata fantascientifica) più avanti ci scappa un altro morto, ma così sue due piedi non ricordo di cadaveri non spiegati. Sto cercando di contattare Pannofino, vuoi mettere arrabbiarsi con i colleghi doppiato da lui? ;-) Cheers

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  4. Carabara, non ci crederai, ma l'altro Scott ( regista di Blade Runner, Alien e mi pare anche di un sandalone ) ha accarezzato per tanti anni l'idea di dirigere un film in cui si ipotizza che in altre dimensioni esistono versioni alternative di Elvis. Uno specie di sciamano alla Morfeo di Matrix che nelle intenzioni avrebbe avuto i tratti segnati di Scott Glenn avrebbe spiegato che in un universo esiste Bobby Solo, in un altro Han Solo e così via e che esisteva una specie di Rock of the Ages alla Shazam in cui un piccolo Elvis, il modello da cui in tutte le realtà erano derivate le altre varianti, seguiva via video le vite degli altri rockers e poteva determinarne le svolte narrative, riscriverle o interromperle e riprenderle. Il Piccolo, come immagino avrai capito era un omaggio all'altro Re ( per me l'unico ) e cioè Jack Kirby. Ridley ne parlò al fratello con l'intenzione di dirigerlo insieme, ma il regista di cose muscolari come Top Gun lo trovava troppo nerd e stava x accettare per fare una cosa in famiglia, come i Taviani o i Coen o le sorelle di Matrix e lo avrebbe anche fatto...se il soggetto non avesse avuto il nome teorico di Little Tony che sembrava una presa per il lato B. Pazienza. Ciao ciao

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    1. Ah il fratello di Tony, si ne ho sentito parlare, mi pare facesse anche lui il regista un tempo ;-) Scott Glenn Elvis lo vedo alla grande, e mentre realizzo che siano nella realtà parallela sfigata, quella con Bobby al posto di Han (che per altro insieme, forma uno dei lettori di questa Bara, proveniente da una terza realtà parallela, wibbly wobbly…) ho avuto un flash (per restare in tema Distinta Concorrenza) sulla Elvis-Family in stile Shazam, con Elvis, Black-Elvis (Don Cheadle sarebbe perfetto), Elvis-Dog il super cane Rock, che ovviamente si trasformano tutti invocando la parola magica «Rock ‘n’ Roll!». Gli è andata bene a quello meno famoso e con le mire filosofiche di casa Scott, “Little Tony” suonava come uno sfottò, ma metteva in chiaro chi era la Rockstar in famiglia ;-) Cheers!

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  5. Da canticchiare sull'aria del ben piu' famoso pezzo anni 80...
    THAT YEAR THE TONY SAVED MY LIFE...
    Questo film me lo ricordo piu' dal punto di vista personale che come valore del film in se'.
    Che gia' come hai detto tu...non e' proprio riuscitissimo.
    2006. Un anno prima di incontrare la mia futura moglie. Appena reduce da una storia finita malissimo. E dove ci sono rimasto sotto di brutto.
    Quella sera decido di accompagnare mia madre al cinema del paesello vicino.
    Il Denzel e' uno dei suoi attori pteferiti. Io non ne ho per niente voglia, ma mi dico MASSI', DAI. ALMENO MI SVAGO UN PO'.
    Beh...com'e', come non e', ne esco dalla visione rinfrancato. E dico al fantomatico regista: GRAZIE, CHIUNQUE TU SIA.
    Poi leggo il nome. E sorrido.
    IL TONY non amava la pubblicita' gratuita, ma non lascia mai soli gli amici in difficolta'.
    Mi salvo' letteralmente la vita, quella sera.
    D'altra parte ha scomodato Malcolm X, Jim Morrison e Gesu' in una botta sola. E non si dica che non muove mari e monti, quando c'e' da dare una mano.
    Anche per gli alluvionati di New Orleans.
    Grande gesto. Di cui non si e' saputo nulla, tra l'altro. Perche' lui fa i fatti, non le chiacchiere.
    Dicevamo...in certi punti non funziona molto. Ma perche' la sci - fi sta al TONY come l'aglio a Dracula. Quello e' pane per il suo fratello scemo.
    Ma IL TONY e' il primo a saperlo. E' il primo a dire CHE CI AZZECCO IO, CON LA FANTASCIENZA?
    E allora punta su un tipo non invasivo. Presentando un'ambientazione che potrebbe essere odierna, ad eccezione di un piiiccolo particolare. Che pero' fa la differenza.
    Ma nonostante questo, le parti "tecniche" risultano lo stesso un filino indigeste.
    E' l'amalgama, purtroppo. Non si sono mescolati bene gli ingredienti.
    Da' del suo meglio su tutto il resto, per fortuna.
    Denzel e' un gigante, le scene spettacolari sono realizzate alla grande come sempre. La fase thriller e' serratissima, anche se forse si chiude un po' alla spicciolata.
    Se la cava bene anche Kilmer.
    Ti diro'...forse ad un certo punto se l'e' cavata meglio come comprimario che come attore principale. Bastava metterlo in un angolo per non lasciare il suo ego libero di fare troppi danni.
    Dopo LA PASSIONE mi ha fatto strano rivedere Caviezel in qualunque altro ruolo. Eppure come cattivo funziona.
    Jim aveva delle potenzialita', ma e' rimasto ingabbiato nel suo personaggio piu' famoso. Un po' come McDowell e Macchio.
    Comunque che storia, i due Caviezel piu' famosi.
    Non c'entrano nulla l'uno con l'altro, ma...uno ha fatto Gesu', e l'altro la canzone sulla CACCA.
    Agli estremi, proprio.
    Per concludere...
    DEJA' VU.
    Aka L' ANNO IN CUI IL TONY MI SALVO' LA VITA.

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    1. Lo sai che non mi toglierò più la canzoncina dalla testa ora vero? Posso missarla con una dal titolo quasi uguale di Elton John, a proposito l'altro Caviezel chi sarebbe? Il cinema a volte ti salva la vita, e lo fa in modo misteriosi, grazie per aver condiviso la tua storia, la chiudi qui prima di sembrare Padre Cassidy ;-) Su Denzel aggiungo solo che mi manda giù di testa la scena qui, in cui Denzel si lava i denti in ufficio, usando l’acqua del boccione, mentre discute il caso con il collega. Una di quelle robe che da recitare, se non sei più che naturare (e più che bravo) risulta ridicola, invece recitata da Denzel fa sembrare più realistico il personaggio. Cheers!

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    2. Pronti!
      Si tratta di Giovanni Caviezel, classe '61. Un cantautore milanese specializzato in filastrocche per bimbi.
      Ha lavorato anche in Rai a programmi sullo stesso genere, come L' Albero Azzurro.
      Nessuna parentela con Jim. Anche se qualcuno aveva messo in giro la voce che fossero fratelli.
      Certo che leggendo la gestazione di questo film (con riferimento ai nobili propositi verso New Orleans) si rimane stupiti.
      Sembra che alle volte, quando si parte con lo spirito di voler "fare del bene", a cascata si verificano gli effetti piu' inaspettati.
      Col senno di poi, eh.
      Ma dopo averlo visto...mi sono sentito meglio.
      E sembra che il ruolo di Gesu' non abbia mai portato questa gran fortuna (Powell su tutti).
      Forse proprio per il "peso" che si porta dietro una figura simile.
      L'unico immune sembra essere stato Dafoe, ma gia' allora aveva un curriculum che levati.

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    3. Perché Dafoe è inossidabile, con quella faccia nessuno potrebbe lamentarsi di lui, chi avrebbe il coraggio di dirgli qualcosa ;-) Ok grazie per il chiarimento, non ne sapevo proprio nulla. Cheers!

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  6. Che dire che non abbiate già detto... Monumentale Denzel, ritmo serratissimo (come sempre) del Tony, parte fantascientifica molto stiracchiata, per essere buoni.
    Caveziel attore molto sottovalutato, a me piace parecchio, soprattutto per John Reese in Person of Interest, potrebbe veramente prendere il testimone da zio Denzel, ha le capacità attoriali e il fisico, però gli mancano a mio avviso gli agganci giusti e le opportunità e anche nel suo caso il tempo scorre in fretta, tra un pò gli proporranno solo parti "da vecchio".
    Io ricordo che il film aveva qualcosa di Blade Runner nelle parti di "ispezione", qualcosa de "L'uomo venuto dall'impossibile" per la questione della donna da salvare in tempo e anche un pò di beata ingenuità scientifica che mi riportava ai tempi di "Time Rider"...
    Però ricordo benissimo la scena dell'attentato, mi vengono i brividi ancora oggi e questo dimostra tutta la bravura del Tony.
    Parentesi personale, per collegarmi a quanto scrive l'amico Redferne, anche per me è stato un film che ha segnato una tappa della vita. Avevo anche io appena concluso una storia con una ragazza e avevo la possibilità di ritornare con una vecchia fiamma, che mi aveva fatto capire che era ancora invaghita del sottoscritto. Più deja-vu di così!!! Poi, però, ho scelto strade diverse, la "minestra riscaldata" non mi è mai piaciuta!!

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    1. Mi hanno consigliato in tanto "Person of Interest" serie che credo non esisterebbe senza "Nemico Pubblico" e "Deja Vu", altra tacca sulla cintura di Tony ;-) Cheers!

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  7. A proposito di Deja-vu, non so se avete notato lo spot con E.T. e Elliot che si rivedono dopo anni. Anche se è una pubblicità mi ha fatto venire i lacrimoni!!

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    1. Spero non sia un modo per tentare di sondare il terreno per un ritorno, in CGI non si può guardare, l'ennesima prova che Rambaldi fece un capolavoro. Cheers!

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  8. Tony Scott prima o poi lo farò anche io, ha fatto dei bei film, farai anche suo fratello Ridley? xD

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    1. Merita, è uno di quelli che ha contribuito in modo "silente" al modo in cui vediamo i film oggi, specialmente con la post produzione digitale. Non credo, i film principali del fratello di Tony li ho già coperti, molti non mi va proprio di rivederli, altri invece non li sopporto proprio, quello che potrei fare è coprire i titoli che mi mancano che mi piacciono, "I duellanti", "Black Rain" e "Black Hawk Down". Su altri tipo "Legend", "Thelma & Louise" e "Il genio delle truffa" sarei quasi curioso di vederli oggi per capire l'effetto che fa, vediamo come va ;-) Cheers!

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    2. mi sa che li faccio tutti e due, a me piace the fan il mito grandissimo film

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    3. Quanto voglio bene a quel film ;-) Cheers!

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  9. Apprezzo il tentativo. Ma questo in questo film non funziona quasi niente. Mannaggia.

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    1. Funziona a tratti, la prova di Denzel, il modo in cui Tony tiene il ritmo, dà i tempi e ci mostra (letteralmente) il funzionamento della macchina, ma la trama per me è la parte più debole e lacunosa, e quella non è colpa certo di Denzel e Tony, anche se sono Cronenberghiano, il regista è sempre responsabile del suo film finito. Cheers!

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    2. Si, forse sono troppo duro con lui. Ma i momenti F4 mi paiono decisamente troppi. Quando si gioca con il tempo e le dimensioni bisogna andarci con i piedi di pimobo. Il rischio è di fare un casino incomprensibile.

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    3. Infatti per me la trama scritta dai due secchioni, non è così solida come i due secchioni sostengono ;-) Cheers

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  10. Hai tutta la mia comprensione, anch'io ho provato quello sguardo vacuo di chi non ha capito di cosa stai parlando e decide di giocare sporco. "Eh, a te piacciono queste cose, eh?" "Vai pazzo per queste cose, eh?" Che frasi odiose, sono insulti a cui è impossibile rispondere e prese in giro mascherate da sorrisi.
    Iceman/Cream è geniale, e il povero Val era in rapido gonfiaggio all'epoca: spero di cuore che Tom Cruise lo chiami per "Top Gun 2"... nel ruolo dell'aereo :-D
    E' stato davvero un brutto periodo per New Orleans, perché pure la Dimension è andata a girare lì, un capolavoro come "Venom. La morte è solo l’inizio" (2005). Già c'è l'uragano... pure i filmacci! :-D

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    1. Bravissimo, sono risposte che sembrano destinate ad un assassino seriale con la passione per la tortura, disgusto manifesto. A volte penso al vitino da vespa che aveva in "Top Secret", ma ora non riuscirò mai più a pensare ad altro che a Tommmaso Missile che pilota l'aereoplanone Val, si è avverata la profezia: «You can ride my tail anytime» :-D Cheers!

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    2. A mio avviso più che l'aereo poteva fare il dirigibile, modello Zeppelin. Purtroppo se lo vedete ora fa paura, è veramente l'ombra di sé stesso, la malattia che ha lo ha fatto dimagrire da paura!

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    3. Si, purtroppo sta combattendo da molto con la malattia, infatti tanto di cappello, la sua presenza nel prossimo "Top Gun". Ma il vecchio Val ha sempre avuto la testa dura, lo sanno quelli che hanno lavorato con lui ;-) Cheers

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    4. Ecco. Io non volevo tirarlo in ballo, eh.
      Ma visto che ci avete pensato voi...parliamone pure.
      Top Gun e' stato il primo film NON A CARTONI che ho visto nella mia vita.
      Quando si dice un segno del destino...
      Ma quella sera avevo capito che non si trattava di roba per mocciosi.
      Quella volta era ROBA SERIA.
      DA UOMINI.
      E l'anno prossimo avrei la tentazione di portare la mia piccola a vederlo, anche se...
      Anche se ha tutto il sentore di essere una minchiatona di quelle belle fumanti.
      Certo, ci sono inquadrature che ai tempi ci potevamo solo sognare.
      Ma manca il ritmo, lo stile.
      Manca IL TONY.
      Lo fanno uscire in Russia, come primo paese. E questo e' tutto dire.
      La dice lunga su quanto ci credono.
      Pero' la vedrei come la perfetta quadratura del cerchio, tra me e mia figlia.
      Spero almeno che ci mettano una dedica, al TONY...

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    5. Le affermazioni su Tony Scott sul seguito erano interessanti, parlava di attualità e pensava di spingere al massimo su quello che si poteva mostrare con un jet super sonico. Senza di lui Tommaso Missile e il suo super ego avranno campo libero. Cheers

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    6. Non sapevo della malattia di Val, le foto recenti fanno stringere il cuore. Lo trattiamo male ma rimane uno che ci ha tenuto compagnia sin da quando eravamo bambini, quindi gli faccio tantissimi auguri e lo aspetto in "Top Secret 2" ^_^

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    7. Esatto! Un grosso in bocca alla mucca. No al lupo, mi sono confuso con "Top Secret" ;-) Cheers

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    8. La mucca con gli stivali!! 😜
      Grande Top secret e a proposito di Top, spero veramente che il seguito non ci faccia rimpiangere troppo l'iconico capostipite. Sicuramente ci farà ancora di più capire quanto fosse avanti il nostro Tony. Comunque bella idea, Redferne, anche se sarà una cacatona penso che la bimba apprezzerà le scene aeree. Il primo film che ho visto io, live action, come si dice oggi, era indiana Jones e i predatori dell'arca perduta. Tra un pò uscirà il quinto, magari ci porto Raoul!! Harrison sarà sulla sedia a rotelle...

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    9. Hola, Danie'!!
      Perche' il quinto, di Indy?
      Era forse uscito il quarto e me lo sono perso, forse?
      Aah, si...eh, la memoria.
      Il quarto era INDIANA JONES E IL DESTINO DI ATLANTIDE per pc, no?
      No?
      Qualunque altra notizia su un ipotetico quarto film di Indy e' da considerarsi voce falsa e tendenziosa.
      Un incostante flusso di informazioni perennemente contraddittorie.
      Il quarto film di Indy NON ESISTE.
      NON E' MAI ESISTITO.
      Specie dopo che hai avuto la sfiga di vederlo.

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    10. Hai ragione caro Red, mi sono confuso con il videogioco, un pò come è successo per Ghostbusters!! 😜
      Purtroppo non riesco a smettere di pensare alla scena del frigorifero... Mettiamola così, sicuramente faranno meglio, peggio è impossibile... Buona domenica

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    11. Ah ecco quello è il VERO quarto Indy! "Il destino di Atlantide" era un capolavoro :-D Cheers

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    12. Guarda Cass...
      Noi appassionati ci abbiamo sperato per anni, che Spielberg facesse un film su quel gioco.
      Era perfetto. Aveva gia' tutta la pappa pronta su un vassoio d'argento.
      E ad un certo punto sembrava lo dovesse pure fare.
      Poi...non so. Pare ci siano stati degli scazzi tra Lacasarts, Lucasfilm, Spielberg ed e' andato tutto a monte.
      Speravamo anche nel film di Monkey Island, prima o poi.
      Il primo che si azzarda a dire MA C'E'!! SI CHIAMA PIRAT...si becca una roncolata in piena faccia e finisce a farsi un giro di chiglia prima di riuscire a dire CARAIBI.

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    13. Sono già pronto con la roncola in mano ;-) Un giorno mi metterò ad indagare su cosa è accaduto, anche perché quel gioco era già pronto per il grande schermo. Cheers!

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  11. Sai cosa, mai benissimo inquadrato, so solo che si lascia vedere ;)

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  12. Ricordo ancora quando lo vidi al cinema. Ero in gentile compagnia e per colpa della Patton che prima di allora non avevo mai visto, praticmente ho sprecato una serata romantica, perchè gli occhi a cuore sono credibili se indirizzati nella giusta direzione, in questo caso finiro dalla poltrona di fianco allo schermo dirimpetto. Il film di Tony però lo ricordo migliore di come ne scrivi, ma forse perchè è da molto tempo che non lo vedo, certo però che non ricordo strappi, magari qualche buchetto qua e la ma niente di che per il tipo di film.

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    1. Oh i cinema sono famosi anche per questo, non sempre si va solo per guardare il film, con buona pace dei puristi della sala cinematografica :-P Scherzi a parte, il film fa a pugni con le sue due anime, per me tutte le debolezze le ha in fase di scrittura, o comunque nella trama che in certi momenti è sottile come carta velina. Però il suo dovere lo fa, è un film che oggi sembra diventato impossibile vedere al cinema, e non per via della compagnia in sala ;-) Cheers

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