sabato 26 ottobre 2019

Triggerman di Walter Hill (2017): Pallottole, gangster, bambole e bastardi

Sentivo di avere ancora una questione in sospeso, ed ecco perché oggi, un po’ a sorpresa, torna a trovarci la rubrica… King of the Hill!

In una sua, come al solito breve intervista, contenuta al fondo dell’ultimo numero di questa miniserie in cinque parti, Walter Hill fa un’affermazione, lapidaria come tutte le sue rare dichiarazioni: «Ho sempre amato i fumetti».

I dubbi in meritano erano pochi, anche perché uno dei suoi tanti capolavori, forse il suo film più famoso I Guerrieri della notte, era fumettistico prima che i paragoni tra cinema e fumetto diventassero oggetto di discussione di tutti, specialmente di chi i fumetti non li legge.

Lui di sicuro i fumetti di legge, infatti è il Re della collina.
“Triggerman”, come detto è un fumetto in cinque parti uscito nel 2017, se avete pazienza di cercarlo, lo trovate anche in un volume a colori in Italiano edito dalla Cosmo Editore. Ad adattarlo in una sceneggiatura per i fumetti ci pensa l’autore francese Alexis Nolent, meglio noto con il suo nome d’arte di MATZ, ai disegni invece troviamo matite, pennelli e acquarelli di JEF. Altro giro, altro pseudonimo.

Ma la storia di “Triggerman” è senza ombra di dubbio farina del sacco di Gualtiero Collina, un regista che ha fatto della continuità – qualitativa e tematica – una bandiera, che qui svetta. Senza girarci troppo intorno, se vi piace il cinema di Walter Hill, qui troverete quasi tutte le sue principali ossessioni.
"Triggerman" è un bel titolo, ma potevano chiamarlo anche "Ancora ancora vivo". No vero? Ok meglio "Triggerman".
La storia inizia nel bel mezzo del deserto dell’Arizona nel 1932, un’atmosfera ed un’ambientazione quasi identica a quella di Ancora vivo, e considerando l’andamento circolare della storia, il film con Bruce Willis sembra il parente più prossimo di “ Triggerman”, che però dentro si porta molte delle tematiche del regista di Long Beach.

In una polverosa cittadina western nel mezzo del nulla arriva un’auto guidata da un grosso tizio di colore con le guance sfregiate, dal retro invece scende un tizio disegnato volutamente identico ad Alain Delon in Frank Costello faccia d'angelo, capolavoro alla base di tanto del cinema di Hill, che verrà citato ancora nel terzo numero di questo fumetto, dove il protagonista dovrà sostenere un confronto all’americana, con dedica finale alle forze di polizia: «Baciami il culo», aaah! Walter Hill e le parolacce, una lunga tradizione d’insulti!
Faccia d'angelo, ma vocabolario da scaricatore.
Il tipo dagli occhi azzurri si chiama Roy Nash, meglio noto come “Machine Gun” Roy Nash, come scoprirà presto il primo dei suoi obbiettivi, Blondie Egan che finirà sforacchiato dai colpi del suo mitra Thompson. Il tempo di portare via con se una notevole ballerina di nome Rose, e Roy è di nuovo in viaggio.

Ma che gli fai tu alle donne!
Roy è stato fatto evadere in maniera rocambolesca di prigione, da un vecchio compare, ma una volta inscenata la sua morte è pronto a mettersi sulle piste del suo obbiettivo, la donna della sua vita Lena Doorsey, finita nelle grinfie di un tipaccio di nome Eddie Marz, se tutto questo vi ricorda un po’ Strade di fuoco, tranquilli, tutto sotto controllo.

La scalata di tutta la gerarchia della criminalità di Chicago, lassù fino ad Eddie Marz non sarà semplice, di mezzo ci saranno momenti classici del cinema di Hill, come il protagonista che dovrà entrare da solo in un locale per persone con il colore delle pelle opposto (accadeva in 48 Ore ma anche in Mississippi Adenture), il tutto condito da sparatorie, dialoghi fulminanti e “frasi maschie” snocciolante da un protagonista che sembra non avere nulla da perdere («Sei molto lontano da casa Roy», «Non molto. Non ne ho nessuna»).
Anche a fumetti, Hill continua a rendere omaggio a Jean-Pierre Melville.
“Triggerman” ha tutte le caratteristiche della storia di Gangster ma anche elementi tipici del noir, Roy sembra portarsi dietro una maledizione come accadeva a Johnny il bello, ma per ridurre ulteriormente i gradi di separazione tra questo fumetto, e il cinema di Walter Hill, basta dire che il nostro Gualtiero e il fumettista MATZ, si sono conosciuti a New Orleans, mentre il regista stava girando Bullet to the head (Storia vera). No, il titolo italiano non lo ripeto, scordatevelo.

I disegni, le chine e i colori di Jef sono molto belli, le tavole sono estremamente curate e piene di dettagli, e un’attenzione particolare è stata rivolta ai volti dei personaggi, tutti caratteristici e riconoscibili. Inoltre come disegnatore, Jef riesce a dare grande respiro alla tavole, passando agevolmente da scene di dialoghi, a momenti d’azione che non mancano, fino alla resa dei conti finale.
La boxe, un'altra vecchia fissa di Gualtiero.
Ci sono scene d’irruzione in casa che ricordano la sparatoria a distanza ravvicinata di 48 Ore, la classica scena di tortura al protagonista (che in molte storie Hard Boiled è davvero un passaggio di rito), e un finale in cui volano le pallottole che non è affatto banale come potreste immaginarvi, ma decisamente in linea con l’atmosfera e il pessimismo generale della storia.
Una bella sparatoria non la si nega a nessuno.
“Triggerman” è un bel fumetto, con il pregio di non sembrare mai un’opera a cui Walter Hill ha solo prestato il nome. Potrebbe essere tranquillamente parte della sua filmografia, se venisse girato domani, potrebbe diventata un gran bel film senza troppi problemi. La dimostrazione che cinema e fumetto hanno più di un punto in comune, ma soprattutto che Walter Hill li conosce entrambi piuttosto bene, non si diventa il re della collina mica per niente, che credete?

Non perdetevi la recensione al primo numero di questo fumetto, direttamente dalla pagine di Fumetti Etruschi! Se vi foste persi qualcosa vi ricordo la rubrica dedicata a Walter Hill.

6 commenti:

  1. Grande, me lo son perso!
    Ma quanto è bella la copertina originale? Sembra un romanzo pulp con qualcosina dei tascabili italiani erotico-nero anni '60.
    Immaginavo che il mood potesse essere pessimista.

    Moz-

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    1. Le copertine originali sono una meglio dell'altra infatti almeno una, ho voluto inserirla nel post. Hill non è proprio un gran ottimista, questo lavoro è puro Walter Hill. Cheers!

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  2. A momenti, a vedere la copertina, mi son detto NO, QUESTO NON L' HO MAI VISTO.
    Sembrava un film!!
    Lo recuperero'.
    Sulla falsariga (anche se li' siamo dalle parti di Tarantino) ti consiglio DEATH OR GLORY di Remender e Bengal, se non l'hai letto.

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    1. Merita la lettura, é puro Hill. Lo cercherò, il titolo mi dice qualcosa però ;-) Cheers

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  3. Per un momento Gualtiero ci ha regalato un sogno: visto ce il cinema non ce la faceva più a gestire la sua visione, sarebbe arrivato in soccorso il fumetto. Purtroppo il nostro eroe non sembra aver peoseguito molto nella sceneggiatura a fumetti, ed è un peccato perché poteva finalmente avere quel controllo creativo che il cinema gli ha fatto sempre sudare. Poi è fumetto francese, quindi libero dalle pastoglie e bigottismi americani: se un giorno Hill tornerà a firmare fumetti ci regalerà oro. Come l'altro suo fumetto, che a questo punto credo recensirai. Quel fumetto da cui il film che Rai4 trasmetterà domenica in prima serata col titolo "Nemesis". La storia dell'uomo con qualcosa in meno...

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    1. Davvero, l'impronta francese gli permette qui di mostrare le donne nude e i morti ammazzati che nel suo cinema non sono mai mancati, prima che Hollywood lo allontanasse in quanto autore duro e puro. Lo farei molto volentieri, ma non sono ancora riuscito a reperirlo, da quando ne hai scritto è nel mio mirino, prima o poi riuscirò a trovare anche quello ;-) Cheers

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