Continua il ripasso della mattanza della famiglia Firefly in
vista del loro ritorno in “3 from Hell”. Oggi tocca al capitolo con più personalità,
forse dell’intera filmografia di Rob Zombie.
La casa dei 1000 corpi
ottiene un buon riscontro economico, quindi la Lions Gate fornisce carta bianca
a Roberto Non-Morto che per il seguito, ha le idee abbastanza chiare: lo Sceriffo
John Quincy Wydell, in cerca di vendetta per suo fratello George Wydell ucciso
dai Firefly. Il tutto però in un film un po’ meno smaccatamente splatter del
precedente, qualcosa con dentro un po’ di “Gangster Story” (1967) e un po’ di
“Il mucchio selvaggio” (1969), un western violento ambientato sulle strade
dell’America di fine anni ’70.
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“Alziamo la posta in gioco di, beh direi almeno tanto così” |
Per il cast tornano tutti, tranne una defezione degna di
nota, l’insostituibile Karen Black viene degnamente sostituita da Leslie
Easterbrook che tutti di certo ricordate benissimo per almeno due motivi, nel ruolo di Debbie Callahan
nella serie di film di “Scuola di polizia” e non fate i finti tonti, che tanto
vi conosco. Pare che la Black avesse chiesto un compenso troppo alto per
tornare a vestire i panni di mammà Firefly, quindi il cambio in stile
cestistico è stato necessario (storia vera).
Per una faccia note che se ne va, il film può contare
comunque su un nuovo arrivato di livello, William Forsythe in carriera è stato
diretto da Sergio Leone e da
Walter Hill,
quindi per un film che aspira ad essere anche un western è un acquisto niente
male. Nei piani di Rob Zombie, John Quincy Wydell, doveva essere uno di quelli
sceriffi vecchio stampo, che lasciavano appesi i cadaveri dei ricercati a
monito per tutti gli altri, da interpretare con un piglio alla Lee Marvin,
oppure alla Robert Shaw, che poi è l’attore a cui si è ispirato Forsythe per la
sua ottima prova (storia vera).
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William Forsythe: uno sceriffo della vecchia scuola, che arriva proprio da quella. |
Nel film non mancano poi facce note provenienti da parecchi
horror famosi: P.J. Soles (
Halloween),
Ken Foree (
Zombi), il grande Michael
Berryman (il Pluto di “Le colline hanno gli occhi”, 1977) e il mitico Danny
Trejo che insieme a Leslie Easterbrook sarebbe tornato anche nel
remake di Halloween diretto da Robertino
Non-Morto. Insomma una bella collezione di nomi e facce (anche brutte).
Il film costato sette milioni di fogli verdi con sopra le
facce di altrettanti ex presidenti defunti, ne porta a casa sedici diventato un
titolo abbastanza di culto. I fan di Rob Zombie sono molto tosti e non prendono
prigionieri, molti di loro considerato questo film un capolavoro totale, di mio
gli riconosco qualche limite ma finisco sempre per rivederlo abbastanza
puntualmente. Resta il film di Robertino che preferisco, in maniera anche
prevedibile, visto che i miei due generi preferiti sono da sempre l’horror e il
western. Proprio per questa ragione Robertino ha tagliato una scena iniziale
che prevedeva il ritorno del Dottor Satana (accompagnato da una Rosario Dawson
nei panni di un infermiera... peccato avrei gradito la visione), perché a sua detta stonava, un
po’ come vedere Chewbacca in “Gangster Story”, citando le parole del regista diversamente vivo.
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Poi chissà perché la gente ha paura dei clown. |
Ricordo di essere andato a vederlo al cinema questo film
alla sua uscita, è trovo curioso che nel breve riassunto iniziale, il
soprannome della famiglia Firefly che è anche il titolo al film, “The Devil's
Rejects”,
sia stato correttamente
tradotto con “I reietti del diavolo”. Allora vigliacca ladra schifa! Perché il
film in uno strambo Paese a forma di scarpa si chiama con questo titolo
cretino!? Cioè lo so, è un modo per mettersi in scia al film precedente, e poi
si sa che per i titoli Italiani degli horror, vale sempre l’antica massima: tu
buttaci dentro una
casa a caso, che
tanto tutto fa brodo!
L’unica casa che si vede nel film, è quella dei Firefly
all’inizio della pellicola, e cosa vi dico sempre, fino allo sfinimento,
riguardo ai primi minuti di un film? Bravi, che sono quelli che determinano
tutto l’andamento di una pellicola, vale anche per l’inizio di La casa del
diavolo The Devil's Rejects.
Gli uomini dello sceriffo Wydell, sono pronti a fare
irruzione in casa Firefly per fare un po' di quello che il fratello dell’uomo chiamava, 100%
spaccare il culo stile Alabama, per citare i sempre raffinatissimi dialoghi di
Rob Zombie. Ma i Firefly non hanno intenzione di farsi beccare con le braghe
calate, quindi mettono su una resistenza che sembra ispirata alle gesta del
bandito australiano Ned Kelly, a cui prendono in prestito l’idea degli elmetti
per proteggersi dalla pallottole.
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“Ehi, mica scemo questo Ned Kelly, ha avuto un’idea niente male” |
Se in
La casa dei 1000 corpi, Rob Zombie girava una breve scena che strizzava l’occhio a Peckinpah, qui idealmente sembra voler dedicare tutto il film a "Bloody Sam", l’assedio con
sparatoria è un classico del cinema (di quello western in particolare), Zombie
si esibisce nella specialità alla grande, con rallenty e “Frame freeze”
utilizzati con sapienza per dare al suo film un aspetto da pellicola degli anni
’70. Il fatto che poi si soffermi sul culo di sua moglie Sheri Moon, mentre Baby Firefly scappa tenendosi i Jeans invece, è deformazione
professionale. Il ragazzo è innamorato non lamentiamoci, poteva andarci molto
peggio.
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Sto facendo una specie di retrospettiva su Zombie no? Ecco allora facciamola anche su Sheri. |
House of 1000 Corpses
era un film acido e “Videoclipparo” (passatemi l’orrido termine), “The Devil's
Rejects” allo stesso modo non rinuncia ai suoi modelli cinematografici di
riferimento e nemmeno alla musica, però è il frutto del lavoro di un regista
più maturo e anche parecchio concentrato sul suo obbiettivo. Anche qui la
musica ha un ruolo fondamentale, tanto che in più di una scena, le canzoni
scelte sostituiscono quasi completamente i dialoghi e i rumori di scena, creando
un effetto drammatico notevole.
“Midnight Rider” della The Allman Brothers Band sottolinea la
fuga di Baby e Otis (Bill Moseley con un look meno albino rispetto al
precedente film, ma ancora più pazzo e carismatico), mentre la malinconica
ballata “To be treated right” di Terry Reid, è perfetta per sottolineare la
ripassata presa dai tre protagonisti in fuga, in un punto del film in cui ormai
ci siamo affezionati a loro. Ora, io lo so che state aspettando che io vi dica
qualcosa, riguardo ad una certa canzone in particolare usata nella pellicola, ma
quella la teniamo per la fine promesso, perché mi preme di affrontare un
argomento chiave: il modo in cui Zombie riesce a farci patteggiare per i cattivi.
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Sono i cattivi, però sono anche i buoni, cioè i meno peggio. Vabbè insomma sono i protagonisti. |
Se nel primo film i Firefly erano la famiglia Addams filtrati
però dalla sensibilità di
Tobe Hooper,
qui di certo non sono cambiati per niente, Rob Zombie non fa nulla per farci
credere che siano improvvisamente diventanti dei santarellini. Cavolo! Sono tre
pazzi che si sono guadagnati il nome di "reietti del Diavolo", sono così cattivi
che nemmeno il satanasso li vuole! La frase di Otis, «Io sono il diavolo… e
sono qui per fare il lavoro del diavolo» mette i personaggi in scia alla famiglia
Manson, visto che è proprio da lì che arriva la famigerata citazione (storia
vera).
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Charles Manson gli spiccia casa. |
Ora, io non vorrei metterla giù più dura del necessario, però
con “The Devil's Rejects” il nostro Robertino ha trovato il modo di continuare
a portare avanti la sua poetica, quella che gli permette di avere un occhio di
riguardo per i cattivi, mescolandola con il western e con Sam Peckinpah, ma
anche con certo cinema ribelle di fine anni ’60.
Quando vediamo Baby, Otis e il Capitano Spaulding (il sempre
mitico
Sid Haig in gran spolvero) prendere
in ostaggio e torturare, per puro sadico diletto il gruppo di musicisti country - tra cui spiccano Geoffrey Lewis, papà di Juliette, e Priscilla Barnes, quella
di “Tre cuori in affitto” - diventa impossibile voler bene ai Firefly. Da
spettatori viene da patteggiare per le vittime come dovrebbe sempre accadere in
un Horror ben fatto, anche quando fanno una fine orribile, come capita qui.
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Fare una fine orribile: una diapositiva a supporto della tesi. |
Eppure lentamente Rob Zombie tratteggia un film dove una
volta eliminati dall'equazione i buoni (il gruppo country), in scena restano
solo personaggi che vanno dal cattivo, al molto più cattivo. Lo Sceriffo John
Quincy Wydell mosso dal suo desiderio di vendetta rappresenterà pure l’autorità,
ma è un malvagio a tutti gli effetti. A metà di “The Devil's Rejects” viene
istintivo prendere le parti dei reietti, che lo sappiamo essere pazzi amorali, però tra di loro hanno ancora una sorta di valori, una specie di senso di famiglia, oppure di amicizia, come tra il Capitano Spaulding e Charlie Altamont, il personaggio interpretato
da Ken Foree.
In questo senso l’unico difetto del film, può essere il suo risultare
un po’ spezzettato, per via delle scenette che lo caratterizzano. Alcune sono
riuscitissime nel loro farci affezionare ai protagonisti («Tutti-Fucking-Fruity!
Tutti-Fucking-Fruity!»), altre fanno ridere per quanto grezzissime
(«Fottipolli!»), altre ancora sono caratterizzate dall’umorismo di un bambino
che ha appena imparato una nuova parolaccia, e continua a ripeterla all'infinito. Fa ridere un minuto, poi rompe le balle anche ad uno come me, pro turpiloquio nei film (Walter Hill docet).
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Everybody scream for ice cream! |
Ad esempio la gag con il cinefilo esperto dei film dei
Fratelli Marx posso capirla, Rob Zombie ha voluto mettere in chiaro da dove
arrivano i nomi Capitano Spaulding e Otis B. Driftwood, togliendosi magari
qualche sasso dalla scarpa nei confronti di tutta quella critica
cinematografica che non lo ama molto (lo aveva fatto anche M. Night Shyamalan
nel 2008 con “Lady in the water”, ricordate?) però a me che piacciono sia i Marx che Elvis,
la scena sembra simpatica ma poco omogenea al resto del film.
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La risposta di Rob Zombie ai critici seri, quelli con la pipa e gli occhiali. |
I reietti del diavolo sono anti-eroi che strizzeranno pure l'occhio alla famiglia Manson, ma portavano anti la tradizione dei ribelli cinematografici: Capitan America e Billy in “Easy Rider” (1969) morivano lungo una strada, per essersi ribellati
all’autorità dei poliziotti, che in un film ribelle come quello rappresentavano alcuni dei valori dell’America da contestare di allora. I reietti del Diavolo
invece, sono il sottoprodotto di una società dove nessuno è veramente buono, dove
l’unica morale è continuare a restare fedeli alla propria natura e al massimo
alle persone a cui vuoi bene. Poco lo so, ma cosa vi aspettate da qualcuno che
è così cattivo che nemmeno il Diavolo lo vuole?
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Visto finali di film peggiori in vita mia, posso assicurarvelo. |
Rob Zombie completa il ribaltamento di fronte, dando ai suoi
(anti) eroi un finale che di eroico non ha proprio niente (If I leave here
tomorrow / Would you still remember me?), ma riesce ad essere grandioso e coinvolgente
come un pezzo dei Lynyrd Skynyrd. “Free Bird” che parte come una ballata malinconica
e termina come un energico pezzo rock, è la colonna sonora ideale per l’ultima
cavalcata di Otis, Baby e del Capitano Spaulding, che non hanno nessun ideale
per cui sacrificarsi, ma continuano a correre liberi fino ai titoli di coda,
sulle note della notevole “Seed of memory” di Terry Reid. Niente male per una
cosina con tre cattivoni come protagonisti no?
Film che vidi al cinema al "Day-One" con la stessa cricca con cui vidi il primo. E' indubbiamente il lavoro migliore di Zombie, anche se per motivi puramente personali sono più legato a "La casa dei 1000 corpi". Qua Rob ha la mano più sicura, la trama al di là dei siparietti spezza-ritmo, è meno raffarzonata, la fotografia è ancora migliore più pregna e meno "smarmellata". Pure la colonna sonora, pezzo forte sin dall'esordio, si attiene meglio alle immagini (devo ancora capire il "Brick House" di Lionel Richie del primo episodio...) fino al bellissimo segmento finale (bravo Capo! In poche righe hai detto quello che a me ci sarebbe voluta una settimana per mettere giù...).
RispondiEliminaCapolavoro? No, i capolavori sono altri... Diciamo che è il "capolavoro di Rob Zombie". Meglio di così il nostro non può dare e per me, che mi sono sorbito tutto di lui, va più che bene e gli dico un bel "bravo!". Si vede che nel corso degli anni ha fatto i compiti a casa ed è migliorato molto. Disegnare dei cattivi-macchietta è facilissimo. Invece dargli uno spessore, una personalità definita e far in modo che noi spettatori parteggiamo per loro che fino a due minuti prima hanno fatto le peggio cose non è da tutti. Bravo anche in questo!
“Brick House” per me è un classico, quando capita di vedere operare insieme persone che non penseresti mai di veder collaborare, io mi ricordo di quella volta che Lionel Richie e Rob Zombie hanno cantato insieme, e ogni bizzarro accoppiamento mi sembra quasi normale ;-) Pensa che ancora oggi ogni tanto me la canto da solo (storia vera), giusto per dirti dei miei problemi.
EliminaPenso anche io che più di qui non possa andare, poi magari un giorno ci stupirà, ma grazie ad un occhio amorevole per i suoi cattivoni, la giusta concentrazione, un’interpretazione dei classici fatta bene e una colonna sonora che lo ha aiutato molto (moltissimo!) il film si merita la sua etichetta di film di culto. Cheers!
"La Casa del diavolo" è una bomba, tanto che guardando all'intera filmografia del regista vien da pensare che sia anche stata una botta di culo. Non è esente da difetti, ma i pregi sono di gran lunga maggiori. Un film che si può guardare e riguardare e che riporta alla memoria i grandi maestri di genere americani. Ritmo fantastico finale indimenticabile. Dopo per quanto mi riguarda è stata una dolorosa discesa per il regista non-morto
RispondiEliminaSono d’accordo, è il punto più alto della carriera di Roberto Non-Morto, non credo sia stata una botta di culo però, diciamo più un misto di condizioni ideali e perfetta dedizione alla storia. I difetti per me sono quelle scenette che ne spezzettano il ritmo, ma in generale resta un film molto bello, mai più pareggiato. Cheers!
EliminaOoooh ecco!! Era questo film col finale con "Freebird" !! ❤❤
RispondiEliminaIo però sono sempre partito non prendendolo sul serio perché «Casa del Diavolo» è una frazioncina qui vicino dove vivo, un paesello di campagna 😁😁 Non scherzo!
Proprio questo film. Come usare un pezzo alla grande dandogli valore. L’unica altra volta che ho visto qualcuno omaggiare i Lynyrd Skynyrd così bene in un audiovisivo, è stato in un episodio di “Roadies”, ovviamente si vedeva lo zampino di Cameron Crowe, il regista con i migliori gusti musicali del mondo ;-) Oddio qualcuno potrà davvero dire che abita a casa del Diavolo! :-D
EliminaA me il titolo (scemo) italiano di questo film fa sempre pensare a “Rotta x casa di Dio” degli 883, in versione satanica, e già mi immagino Rob Zombie dirigere il video di quella canzone, con Sid Haig al posto di Mauro Repetto. Lo so, il mio cervello è un posto strano ;-) Cheers
Ehmmm... Scusate se mi intrometto. Io il pranzo del matrimonio l'ho organizzato "Al Ponte del Diavolo"... Vale?
Eliminahttp://www.osteriaalpontedeldiavolo.com/
Capo, questo link è per te:
http://www.osteriaalpontedeldiavolo.com/serge-ibaka-al-ponte-del-diavolo/
Purtroppo lui non c'era al mio matrimonio!
Me lo vedo il vecchio Serge che fa segno come Terence Hill, continua a portare continua, mentre fa scarpetta ;-) In ogni caso attendiamo il responso del direttore di gara, ma ai fini del regolamento per me è valido. Cheers!
EliminaAhahah sarebbe stata una figata combinare ristorante e località, se fossero state nello stesso posto!! 😂
EliminaComunque il verniciatore che si occupa delle carpenterie della mia azienda si trova proprio a Casa del Diavolo, mentre io ho alcuni parenti proprio nella frazione adiacente...sono quasi imparentato col diavolooaauaargh
"Il Carpentiere del Diavolo" regia di John Carpenter ;-) Cheers
EliminaAHAHAH 😂😂😂 Serissimo!!
EliminaComunque riguardo al film: l'ho apprezzato tantissimo, soprattutto la Sig.ra ZombA 😋 [linguina di Fantozzi].
Il primo capitolo, quello che hai recensito pochi giorni fa, dovrei rivederlo perché non me lo ricordo...lo vedemmo in sala prove una sera che poi ho parzialmente cancellato parlando con Giacomino Raggio e anche col capo indiano Tacchino Selvatico...quella lì è gente che ti mette fuori!! 😛🙃
Io sono pro-sig.ra Zomba, non ho capito se sa recitare (non credo) ma non importa perché tanto recita solo nei film del marito, e va benissimo per i ruoli che le vengono richiesti. Poi ci starebbe una battuta sul lavorare ad Hollywood e andare a letto con il regista, ma è troppo facile non la faccio ;-) Sono amici che ti lasciano coni ricordi annebbiati e il cerchio alla testa la mattina dopo. Cheers!
EliminaSempre in omaggio a Non Aprite Quella Porta...questo e' il classico sequel - revenge. Dove i cattivi, dopo aver vinto nel primo episodio, qui pagano per i loro misfatti.
RispondiEliminaMeno torture - porn che il primo (d'altra parte, quando sei in fuga a hai gli sbirri al collp come fai a seviziare la gente come si deve?), anche se nella scena in cui massacrano gli ostaggi la bella famigliola non si smentisce mai.
Zombie li tratta quasi con affetto, ad un certo punto.
Sono una famiglia, anche se nel senso piu' distorto e aberrante che possa esistere. E almeno tra loro sono legati e si vogliono bene.
Lo si nota verso la fine. Tolto il baraccone e le maschere (soprattutto Cap Spaulding), cosa rimane?
Dei derelitti. Completamente abbruttiti e regrediti ad uno stadio semi - bestiale.
Non fanno pena, no. Perche' e' dal primo film che gli si augura di morire malissimo. Pero'...viene da chiedersi COSA li abbia ridotti cosi'.
L'isolamento, la poverta', l'ignoranza, l'abuso di ogni cosa, vai a sapere.
Io ci aggiungo anche un bel po' di sgroppate tra consanguinei.
Parere mio, eh. A sentire altri due pazzi come T. C. e Jodie da quelle parti si usa.
Sia ben chiaro. E' un'analisi. Non un'attenuante. Non si puo' giustificare quello che fanno.
Non cercano scusanti, e non meritano pieta'. Peccato che a volerli giustiziare sia un branco di fanatici pari a loro. Ma che pero' agiscono in nome della legge, e quindi sanno che gli e' (quasi) tutto permesso.
Fa riflettere...
Sempre come il mitico Dennis Hopper alle prese con Faccia di Cuoio.
Si pensa erroneamente che sia il buono. In realta' usa la ragazza come esca, per scoprire il covo dei Sawyer.
Insomma...tutto e' bene quel che finisce bene?
Mica tanto.
Mi sa che con questi non e' ancora finita...
Infatti in quella scena, non manca la solita maschera fatta con la faccia di qualcuno, sempre “Non aprite quella porta” nel cuore ;-) Bravo, infatti qui il trucco del Capitano si scioglie e tutti iniziano a chiamarlo Cutter, non è un caso se succede. Citando T.C. e Jodie ti sei meritato un Bro-fist gigante! :-D Cheers
EliminaAaargh, basta, mi faccio la maratona Rob Diversamente Vivo, che le tue recensioni mi stanno torturando, ricordandomi film che non ho visto e che sicuramente mi piaceranno! :-D
RispondiEliminaI primi due meritano, il terzo arriverà anche lui a breve, ma questi sono entrambi consigliati ;-) Cheers!
EliminaNon vedo l'ora di vedere il prossimo film di Rob Zombie, e questo solo per vedere cosa gli fa combinare alla moglie :D
RispondiEliminaResta da queste parti, anche quello è in arrivo su questa Bare. Cheers!
EliminaSeconda tacca sulla pistola di Roberto Non Morto! Mai avrei creduto di vedere un film dove William Forsythe risulta gagliardo, pure con quel faccione pacioccone, eppure è successo. E la sua furia fa sembrare i reietti del diavolo dei principianti!
RispondiEliminaLa scena del cinefilo esperto dei Fratelli Marx è da Premio Oscar: voglio uno film spin off tutto su di lui! :-D
Più citazioni, più umorismo, più tutto: che mi sono perso per tutti questi anni!
Altra scena capolavoro è quando il pappone non vuole che le sue donnine si vestano come la principessa Leia, che non vuole in giro "robot ingrifati". Al che il mostrone accanto a lui - il mitico Michael Berryman che ha terrorizzato un'intera generazione già solo con la locandina de "Le colline hanno gli occhi" (1977) - tutto serio risponde "Androidi, capo: li chiamano androidi". Due mostri umani psicopatici che si mettono a discettare su robot e androidi: capolavoro! :-D (ah, ovviamente in originale è droids, evidentemente il doppiatore ama di più l'italiano che Star Wars...)
Vero che é una bomba? Le scenette sono un po' scolate tra di loro ma mitiche, i robot ingrifati mi fa sempre ridere ;-) Poi Roberto Non-Morto sa come gestire le facce brutte nei suoi film! Cheers
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