sabato 12 ottobre 2019

300 di Frank Miller (1998): Questa è la Sparta (di Miller)

1962 (D.C.). I coniugi Miller decidono di andare al cinema con i loro figli, non vengono uccisi da un criminale durante un tentativo di rapina fuori dalla sala, la perle della signora Miller non finiranno a rotolare sparse nel vicolo, anche se uno dei due bambini a suo modo, diventerà Batman per davvero.

Il film scelto è “L'eroe di Sparta” (The 300 Spartans) classico peplum - meglio noti qui da noi come “sandaloni” - diretto da Rudolph Maté, che nella potenza del Technicolor colpisce l’immaginario del giovane Frank, anni cinque, per il semplice fatto di non essere la solita storia in cui alla fine i buoni vincono. Considerando che per tutta la carriera non ha fatto altro che raccontarci di anti eroi, come quelli che popolavano “Sin City”, direi che la serata al cinema è stata prolifica.

I 300 spartani di re Leonida restano nella testa di Frank Miller a lungo, anche dopo che il ragazzo rivoluzionerà per sempre prima Daredevil e poi Batman, diventando uno dei nomi più grossi del fumetto mondiale.  

Nel 1995, per descrivere il piano di resistenza dei protagonisti di “Sin City: Un'abbuffata di morte” (The Big Fat Kill), Miller inserisce una vignetta in cui riassume la battaglia delle Termopili, disegnando per la prima volta uno soldato Spartano, almeno in un fumetto che porta il suo nome sulle copertina. I tempi sono quasi maturi.

La primissima apparizione degli Spartani, in un fumetto di Miller.
La leggenda vuole che per prepararsi a scrivere e a disegnare “300” Frank Miller sia andato a fare ricerca sui luoghi del conflitto, al netto del risultato secondo me, voleva solo andare in vacanza in Grecia, ma resta il fatto che quando nel 1998 i cinque numeri che compongono la miniserie uscirono per la Dark Horse Comics, le reazioni furono immediate, Miller aveva colpito ancora.

Ha senso oggi, anno di grazia 2019 (D.C.) scrivere ancora qualcosa su “300” di Frank Miller? Ora che anche l’ultimo dei tamarri palestrati ha sostituito le frasi tipo «Forza e onore» di Massimo Decimo Meridio, con quelle di re Leonida nella versione di Gerard Butler? Secondo me si, anche perché altrimenti starei facendo altro (tipo leggere fumetti) invece che scrivere, ma soprattutto perché tutta la forza di “300” di Zack Snyder, era già qui tra questa pagine. Il fumetto nato idealmente dal film di Rudolph Maté, che grazie alle matite e alle chine di Miller e a colori della sua compagna di lavoro (e nella vita) Lynn Varley, diventa più cinematografico del cinema.

La potenza del Technicolor tra le pagine dei fumetti.
Guardate tutti lì ora, fatto? Lo avete visto l’elefante? No, non è uno di quelli portati da Serse per cercare di conquistare la Bara Volante (anche perché non ci riusciranno mai, qui scriviamo e combattiamo nell’ombra se necessario), si tratta dell’elefante nella stanza quando si parla di “300”.

Anche se in uno strambo Paese a forma di scarpa a lungo la critica si è messa le fette di prosciutto sugli occhi facendo finta di non vedere, Frank Miller è assolutamente di destra, così Repubblicano che il rischio di etichettare “300” come un’opera di propaganda è forte, la deriva (per non parlare proprio di declino) delle sue ultime opere tipo “Holy Terror”, sono l’ombra lunga su un lavoro che è spudoratamente schierato, come il suo autore ha la schiena dritta e una volontà critica puramente Repubblicana.

Le trattative di pace, gestite con il garbo e la delicatezza Repubblicana Spartana.
Intervistato in merito Miller ha fatto affermazioni in linea con il personaggio che vi riporto: «Su “300” ci sono due cose che voglio chiarire. Una è che ho sempre trovato affascinante il modo in cui le società libere dipendono dalle loro dittature interne per proteggersi. Cioè, quando siamo in pericolo, non inviamo il Congresso degli Stati Uniti, mandiamo i marines, che sono addestrati e classificati come abitanti di uno stato totalitario, ma sono la nostra linea di difesa, ne abbiamo bisogno. È uno degli aspetti paradossali di questa storia, i meno democratici dei Greci difendevano la democrazia. […] L'altro aspetto ha a che fare con il fatto che ultimamente è diventato di moda applicare modelli di moderni comportamenti civili a figure storiche. Sembra che l'unica cosa che si possa dire oggi di Thomas Jefferson sia che avesse schiavi, e quindi tutti i suoi successi e il suo genio sono da gettare dalla finestra. Questo è molto ingiusto, perché è stato il suo pensiero, insieme a quello degli altri, a portare alla fine della schiavitù».

Puro Miller al 100%, che però non la racconta proprio giusta. La sua opera se analizzata dal punto di vista dell’aderenza storica, è un disastro, le licenze poetiche si sprecano anzi non fanno che sottolineare quanto a Miller interessi raccontare dei fieri guerrieri che difendono la democrazia, contro l’invasione dei barbari dal (medio)oriente. Senza mai rinunciare a quella vena iconoclasta che lo ha sempre contraddistinto, chiunque non sia uno Spartano fiero con la schiena dritta, deve essere per forza un collaborazionista corrotto, gli Efori rappresentano la chiesa - con cui Miller non è mai stato morbido nelle sue opere, sto pensando ad alcuni numeri in particolare di “Sin City” - ed è impossibile patteggiare per dei vecchi laidi affamati di denaro, che concupiscono belle figliole per trasformarle nei loro “oracoli”, virgolette obbligatorie.

Lievissime critiche all'operato della chiesa, accennate direi, quasi suggerite.
Prendete ad esempio Efialte, lo Spartano deforme salvato dal volo giù dalla rupe dall’amore dei genitori, che finirà per tradire Leonida e i suoi guerrieri. Per prima cosa Efialte era un pastore e non ci sono testi che descrivevano il suo aspetto, la scelta di rappresentare il personaggio in questo modo è tutta farina del sacco di Miller, che per “300” applica una decisione radicale, dare a tutta l’opera un aspetto che ricordi in tutto e per tutto l’arte Greca.

Ecco perché di fatto lo vediamo applicare la kalokagathia (si vede che ho fatto i compiti a casa?), l’ideale delle perfezione fisica e morale per cui “gli eroi son tutti giovani e belli” (cit.) mentre i cattivi sono orrendi e deformi, perché esteriormente devono rispecchiare la loro malvagità interiore.

Cesare Lombroso avrebbe gradito tutto questo.
Nell’inseguire un aspetto da bassorilievo Greco, Frank Miller ne approfitta per dare una spallata ad un formato che a lui da disegnatore, non è mai piaciuto, quello del Comic Book americano (verticale, 17x26cm) in favore di un formato differente, in Technicolor mi verrebbe da dire (orizzontale, 35 x 25 cm) il cui l’impatto visivo è massimo, specialmente quando i disegni si prendono tutta la tavola e magari le parole da leggere sono pochissime a volte anche solo una («Marciamo»).

Se riuscite a togliervi dalla testa i sotto testi politici (piuttosto ingombranti) e le giustificazioni (piuttosto raffazzonate) di Miller, ma soprattutto se riuscite a dimenticare i paragoni con il film, che è diventato parte della cultura popolare, leggere “300” anche nel 2019 (D.C.) è ancora un’esperienza unica. Raramente il fumetto ha dimostrato di essere così vicino al cinema, anzi il fatto che il cinema non abbia fatto altro che utilizzare ogni mezzo a suo disposizione, per ricreare questi disegni, questa impostazione così dinamiche delle vignette e questi colori sul grande schermo, beh fa riflettere sul fatto che un media, come quello del fumetto, che da sempre soffre di complessi d’inferiorità rispetto al cinema, per una volta ha fatto davvero la parte del leone. Una resistenza contro le orde di Hollywood che solo Miller poteva organizzare, il fatto che poi il vecchio Frank sia finito a dirigere film con risultati più che rivedibili, è qualcosa che sarebbe meglio dimenticare invece (gulp!).

Resta incredibile, perché le sue tavole erano già puro cinema.
“300” ha il passo e l’estetica del grande racconto epico, la morte degli Spartani non è un capriccio del destino, non è sfortuna, è un tassello fondamentale per una vittoria da ottenere domani, i suoi personaggi guidati da re Leonida affrontano la morte con la consapevolezza di chi, la battaglia delle Termopoli l’ha studiata a scuola. Non hanno mai un attimo di esitazione perché sanno che le cose dovranno andare così e perché essendo guerrieri, fanno l’unica cosa per cui sono nati.

Miller disegna benissimo e gioca sporco (dopo vi spiego il perché, lasciatemi l’icona aperta), alterna vignette piccole a quelle grandi, che occupano tutta la pagina, sottolineando l’azione con potenti “Splash page”, e considerando che il fumetto è un media statico (i disegni sono e saranno sempre fermi immobili su carta) “300” è vivo, attivo e potente. Le enormi pagine, il testo sempre breve e tagliente tipico della prosa di Miller, rende la lettura velocissima, pura azione che si svolge su carta.

A scuola di soggettiva con Frank.
Come da tradizione Milleriana, l’umorismo latita, se compare il più delle volte è caustico («Abbiamo condiviso la nostra cultura tutta la mattina») e come ogni opera che si prende così tanto sul serio, si espone a parodie, come quella geniale fornita da Leo Ortolani con il suo “299+1”, quando dico che tutti dovrebbero vedere Guerre Stellari solo per potersi poi godere Balle Spaziali, vale lo stesso con i due fumetti di Miller e Ortolani.

Se lo avete letto lo amate. Se non lo conoscevate, ora volete leggerlo. 
Avevo una icona da chiudere, lo faccio subito, Miller gioca sporco si, prendo in prestito il titolo della parodia per spiegarlo: i suoi 300 Spartani morti per la gloria (e la vittoria a lungo termine) in realtà sono “299+1”, l’ultimo è quello che fa da voce narrante, colui che re Leonida guidato dalla saggezza dell’uomo moderno che la battaglia delle Termopoli l’ha studiata alle medie, sa che qualcuno dovrà raccontare la storia perché il loro sacrificio non sia vano. Quindi no caro Miller, puoi citare Thomas Jefferson quando vuoi ma sai benissimo che questa è la tua versione della storia, raccontata con il principio Fordiano per cui tra la realtà e la leggenda, vince la leggenda ma anche il grande fumetto.

Ed ora tutti a cenare all’Inferno! Prima che me lo chiediate in massa nei commenti si, non ho ancora finito la mia marcia, la prossima fermata è Zack Snyder: Marciamo. Per l'onore, per la gloria. Marciamo.

38 commenti:

  1. Forse sono uno dei pochi a cui il film non era piaciuto. Però vedendo le tavole nel post, devo dire che graficamente è un bel prodotto... e forse anche quello di Ortolani

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    1. Un altro dei pochi (magari diventiamo tanti), mi parve già di suo una parodia.

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    2. IL film ha dei pregi e dei (grossi) limiti, il fumetto invece rispecchia il suo autore, e poi va letto anche solo per godersi la parodia di Ortolani ;-) Cheers

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    3. La mancanza di ironia di Miller richiedeva qualcuno di più capace a gestirla, anche se non ci sputo sopra totalmente al film, anche se davvero a tratti sembrava già la sua parodia. Cheers!

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  2. fumetto gigantesco e film altrettanto gigantesco! come dico sempre, Snyder, se gli dai del materiale di partenza iconico che deve solo mettere in movimento, allora è tra i migliori registi del mondo!

    io che me ne frego del sottotesto destrorso (d'altronde è la stessa cosa che dice Miller di Jefferson, no? Chissenefrega se aveva schiavi, l'importante è che sia stato decisivo nella storia...) non posso che "pomparmi" ogni volta che ri-vedo il film (praticamente almeno una volta l'anno). capolavoro! "Spartani, qual è il vostro mestiere? AHU AHU AHU!"

    ma con Serse che era un figo, come la mettiamo con la kalokagathia? seriamente, il racconto di Miller non è molto diverso da alcune cronache degli stessi Greci, gli unici boni in un mondo di rozzi e barbari (perfino la millennaria cultura egizia era considerata barbara in quanto non greca!)

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    1. Sono giunto alla conclusione (leggendo il suo recente "Superman Year One") che per Miller piercing, catenelle e ammenicoli appesi alla faccia sia l'equivalente della deformità di Efialte, penso che Miller viva con i precetti della kalokagathia ;-) Cheers

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  3. Amo Miller, almeno quello dei tempi andati, ma... ammetto di aver preferito il film, sarà per alcune scene iconiche, le battute, perché sì, adoro il modo con cui le recitano i nostri doppiatori.
    Ps: Ortolani ha smesso di piacermi tempo fa ma 299 lo conservo, è bellissimo!

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    1. Dopo questo post dovrò trattare anche il film, Snyder andrà affrontato come merita ;-) Ci sarebbero delle cose da dire su Ortolani, però "299+1" resta uno dei suoi lavori migliori, per me meglio dei vari "Il buio in sala" e "Il buio colpisce ancora". Cheers!

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  4. Ho visto il film, che per me è un piccolo cult ;)

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    1. Il film è come il fumetto, con parti che allungano il brodo, quindi per me continua a "vincere" il fumetto, anche se non riesco a voler male al film, anche se forse dovrei non lo so ;-) Cheers

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  5. Francamente non ho capito bene il collegamento con il sacrosanto e ancora attualissimo discorso di Miller con Jefferson come esempio e il fatto che l'opera si prenda enormi licenze poetiche...

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    1. Miller predica che non bisognerebbe giudicare i personaggi attraverso il nostro punto di vista moderno, in diretta dal futuro e poi nella storia lo fa. Leonida si comporta come uno che la battaglia delle Termopili l'ha studiata a scuola, il narratore è uno dei 300 quindi si tratta di una licenza poetica, il che mi sta benissimo, è il principio di John Ford e di "L'uomo che uccise Liberty Valance". Cheers!

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  6. Il film è uno dei miei guilty pleasure (Zackino bello 💓), ma il fumetto è pura potenza visiva! La parodia di Ortolani poi è geniale...

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    1. Concordo, un fumetto che è già cinema, per migliorare il tutto, ci voleva Ortolani ;-) Cheers

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  7. Articolo di cuore e cervello, e condivido a pieno. Il fumetto lo apprezzo più del film, che mi semra un autoparodia di per sé, infatti mi fa ridere più delle parodie :-D
    Non parliamo poi dei video su YouTube che esaltano i richiami "omo": la scena dei persiani che cadono nel vuoto sulle note di "It's Raining Men" è genio puro!!!
    Grazie per il link ^_^

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    1. Mille grazie, oddio non riuscirò a pensare ad altro dopo questo utilizzo di "It's Raining Men" :-D I richiami "omo" li tengo da parte per un post sul film, anche perché se nel fumetto è la politica l'elefante in mezzo alla stanza, per il film è quello l'argomento da affrontare ;-) Cheers

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  8. E' vero.
    Il "buon" Frank ha le sue idee, purtroppo. E col passare del tempo ha finito per fossilizzarsi sempre piu' su di esse.
    Non per questo mi sento di "ostracizzarlo", giusto per per rimanere in tema di cultura greca.
    C'e' gente che non appena si e' resa conto di come la pensasse per davvero, ha giurato di non volerci avere mai piu' nulla a che fare. Arrivando a dargli addirittura dello schifoso reazionario.
    Probabilmente lo e' pure.
    Ma credo che i detrattori lo abbiano fatto per non voler ammettere un grossolano errore di valutazione, da parte loro.
    Del resto, lo si era gia' capito con Batman e Devil che Miller non fosse un fautore della linea "morbida".
    Ma c'e' da stupirsene?
    E' un autore cresciuto all'ombra del sogno americano, quello fatto di grandi occasioni e di seconde possibilita'. Del mito del self - made man e dell'araba fenice che risorge dalle proprie ceneri.
    E non si schierera' mai contro di esso, visto che e' per merito di esso che lavora e si guadagna da vivere. Nemmeno quando decide di dargli addosso. E non e' che non lo critichi, anzi...
    Ma lo critica come lo potrebbe criticare un conservatore, non un liberale.
    La cosa piu' difficile e' non accettare ne' rigettare completamente i principi su cui si fonda una fede. Sia essa politica, culturale o religiosa.
    Non rifiutare di dialogare con chi abbiamo di fronte solo perche' sappiamo che non la pensa come noi.
    Si puo' sempre ascoltare. Poi si puo' dire NO, SU QUESTO PUNTO IO E TE NON ANDIAMO PROPRIO D' ACCORDO.
    Sempre meglio di NON MI INTERESSA QUEL CHE HAI DA DIRE, PERCHE' E' SBAGLIATO!! IO HO RAGIONE, E TU HAI TORTO!! E LO DEVI AMMETTERE, QUI E ORA!!
    Non e' facile.
    Di 300 restano le tavole, di una bellezza a dir poco maestosa.
    Impossibile non esaltarsi, di fronte a certe scene.
    Entra in gioco il testosterone, credo.
    Certo, la storia della battaglia delle Termopili qui viene narrata con conoscenze a dir poco scolastiche.
    Delle elementari, probabilmente.
    Sembra il sussidiario che avevo io.
    Greci buoni, Persiani cattivi.
    Ognuno aveva i suoi motivi. I primi difesa del territorio e dell'indipendenza, i secondi mire espansionistiche.
    Come coi Romani.
    Impero romano buono, tutto il resto del mondo cattivo.
    Oppure...Galli buoni, Romani cattivi. Se sei Asterix o Obelix.
    E' un filo piu' complesso, di cosi'.
    Per non parlare delle inesattezze.
    Certo, gli spartani erano governati da una rigida gerarchia militare. Pero' rispettavano e tenevano in considerazione le donne molto piu' degli ateniesi o delle altre popolazioni dell'attica.
    Sempre nei limiti della mentalita' ristretta dell'epoca, ovvio.
    E lo scontro e' avvenuto in maniera un po' piu' rocambolesca, con gli spartani che ad un certo punto arretrano e battono in ritirata. Per poi accorgersi di essersi dimenticati del loro Re. E quindi fare dietro - front e ributtarsi nella mischia per riprenderselo.
    Avevano un fisico molto sviluppato, grazie alla rigida disciplina e alla pratica del Pancrazio (la prima arte marziale esistente, paragonabile alle MMA di oggi). Anche se non sfoggiavano certo addominali da culturisti.
    Ma consideriamo che all'epoca erano tutti piu' forti di noi. Anche se erano tappi pelosi di un metro e venti. E cattivissimi.
    Leggevo che il piu' grande lottatore dell'antichita', Milone di Crotone, per allenarsi faceva i giri di pista CON UN VITELLO CARICATO SULLE SPALLE.
    E chi cacchio era, Hulk?
    Piccola parentesi su Ortolani.
    299 + 1 mi e' piaciuta parecchio. Eppure...anche stavolta sono arrivato a I SACRIFICABILI.
    Solo a Leo poteva venire in mente di collegare I MERCENARI con LA PASSIONE DI CRISTO.
    Eppure, finita questa...mi sa che Rat - Man lo mollo di nuovo.
    E' inutile. Arriva ad un punto che non lo reggo piu'.
    E mi dispiace, perche' mi ha sempre fatto ridere e commuovere un sacco.
    Ma arriva ad un punto che mi si rompe sempre qualcosa.
    Proprio non capisco.

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    1. Il suo ultimo "Batman: Razza suprema" è un "Holy Terror" in misura molto minore, l'errore di molti è stato non capirlo prima, specialmente in uno strambo Paese a forma di scarpa. A Miller è stato concesso tutto, John Milius al cinema non è arrivato ai suoi estremi, ma è stato ostracizzato molto di più, ma bisogna sempre distinguere l'arte dall'artista. Io l'unico vitello che potrei caricarmi in spalla correndo, è quello tonnato, però tagliato a fette sottili ;-) Cheers!

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    2. diciamo che non erano inflacciditi dagli agi (o lottavi con tutto te stesso o morivi). di contro, a 30 anni erano già vecchi mentre oggi ancora vivi la post-adelescenza lunga.

      Sui buoni/cattivi tagliati con l'accetta, però come ho scritto sopra, è una cosa comune nei resoconti antichi del tempo (e meno antichi... solo col vietnam si è cominciato a "solidarizzare" col nemico e a non disumanizzarlo più): per i greci davvero gli invasori persiani erano un'altra razza, che si prostravano innanzi a degli uomini come se fossero dei (una delle accuse che poi rivolgeranno ad Alessandro Magno quando si farà venerare come figlio di Zeus/Annone), che credevano in religioni misteriche con una casta chiusa di religiosi che detenevano un potere enorme (mentre i greci erano quelli che hanno inventato la filosofia, una disciplina a cui chiunque può accedere basta mettere in moto il cervello), un popolo di schiavi del grande dio-re (mentre i greci erano uomini liberi democratici), ecc ecc... insomma, in un mondo con contatti minimi, c'è da stupirsi se per gli scrittori di parte tutti i non greci erano dei barbari o semi-barbari?

      PS: sugli spartani invece c'è molta disinformazione! è vero che la loro era una oligarchia, ma le democrazie di oggi attingono paradossalmente più da Sparta che da Atene! Pensa solo ai 2 Re che governavano con possibilità di veto incrociato, non ti ricorda il sistema di pesi e contrappesi della costituzione italiana?

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    3. Esatto, che sono tutte nozioni di cui Miller ha tenuto conto fino ad un certo punto, in quanto artista non era obbligato a rispettare proprio tutto, però noi come pubblico, dovremmo avere la curiosità di approfondire quello che non ricordiamo dalla scuola ;-) Cheers

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  9. Uno dei tanti gioiellini di Snyder. Licenza poetica ed inesattezze storiche non compromettono il livello qualitativo!

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    1. Lo penso anche io, é uno dei suoi lavori più Milleriani, solo lui poteva sfornarlo ;-) Cheers

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    2. Si, era chiaro, Snyder ha ricalcato Miller ;-) Cheers

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  10. Esatto, Cass.
    Proprio quello che intendevo dire io.
    Puoi apprezzare l'opera di un autore pur rimanendo in disaccordo con le sue idee.
    Ma molta gente si rifiuta di farlo perche' QUELLO E'DI SINISTRA! Oppure QUELLO E' DI DESTRA!!
    In realta' usano altri due termini. Che non mi va di usare.
    Perche' certe volte mi fa ricordare a malincuore che sono trascorsi sessant'anni, ma siamo rimasti li'.
    Al ROSSI VS. FASCI.
    Ecco, li ho detti.
    E' giusto tener da conto la propria storia, e imparare dagli errori. Ma bisogna anche capire che il mondo va avanti. Anche se molti vorrebbero farlo tornare indietro, o farlo rimanere com'e'.
    Sono convinto che secoli addietro fossero molto piu' forzuti.
    Ho avuto modo di provare una cotta di maglia indossata da un cavaliere, nel corso di una visita ad un castello in Trentino.
    Pesava TRENTA CHILI.
    Viene pazzesco a pensare come potessero muoversi e combattere con quella roba addosso.
    Altro che il guscio del maestro Muten!!
    Mi sa che era vero, quando dicevano che potevano spaccare la testa di un uomo con un solo pugno.

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    1. Eppure per molti anni la critica ha sempre ragionato così, pensa ai primi film di Eastwood da regista, "Bronco Billy" è stato completamente travisato alla sua uscita. Si su serio, non stento a crederlo ;-) Cheers

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  11. Ottimo recensione Cassidy un bel lavoro������.
    Un giorno recensirai Xerxes un prequel/sequel del fumetto di 300?

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    1. Non conosco il fumetto, ma il sequel del film è inguardabile, tranne per una scena di 20-30s in cui Eva Green mostra le MINNE!

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    2. Grazie capo, prima dovrei leggerlo, solo adesso mi sta tornando voglia di leggere Miller, dopo "Holy Terror" ho avuto bisogno di una luuuuuunga pausa ;-) Cheers

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    3. Ricordo pochino del film, ma quella scena la ricordo alla perfezione ;-) Cheers

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  12. "SPARTANI! QUAL è IL VOSTRO MESTIERE?"
    "A-HU! A-HU! A-HU! Lo sciampista!"
    ...
    "è solo un'occupazione temporanea."

    L'avrò riletto 300 volte ma mi fa sempre ridere; invece devo ammettere che il fumetto originale di Miller lo devo recuperare, al momento però non è nella mia wish-list. Del film di Zyder ne commenterò quando sarà il momento.

    PS:
    O per restare in tema politico:
    "SPARTANI! Cosa dobbiamo fare con questi popoli stranieri che premono alla frontiera per entrare nel nostro paese?!?"
    "Aiutiamoli a casa loro!"
    "A-HU! A-HU! A-HU!"

    Chissà se Miller avrebbe gradito questa battuta ;) XD

    Saluti! (Dio nànos!)

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    1. "299+1" resta uno dei lavori migliori del Venerabile, senza ombra di dubbio ;-) Cheers

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  13. Certo, Miller bara con la storia: anzi la mette nella bara... conosco l'uscita, non c'è bisogno di spingere... Non solo, parlando di attribuire modelli moderni a figure storiche mente sapendo di mentina... non spingete, esco subito... dato che la sua epica e i suoi temi sono rigorosamente moderni, ben lontani dai temi dell'epica e delle tragedie greche. Ma se si sa il trucco, che cerca di coprire le proprie mistificazioni, la sua propaganda come giustamente dici, ecco allora le sue "argomentazioni" mi sembrano mettere il dito su un nervo, sull'effettivo uso mistificante che si fa di termini come "democrazia" e "libertà": dalle citazioni del Pericle di Tucidide per elogiare la democrazia moderna, non meno destoricizzate e strumentali di quelle di Miller, a quelle deliziose "esportazioni di democrazia" e "liberazione di popoli", ,che sverniciate mostrano la realtà dei rapporti di forza e degli interessi economici. Chiaro, Miller dice queste cose ai fini del proprio discorso, quasi delirio, repubblicano, razzista, eccetera... ma secondo me, in controluce, rende visibili cose normalmente avvolte nella nebbia, rispecchia la mistificazione "opposta". Non so se mi sono spiegato, è molto facile essere fraintesi dicendo queste cose.

    Comunque, è un'opera visivamente potente, con un "montaggio molto bello e interessante; da leggere con la guardia alzata, ma da leggere in ogni caso, che se si dovesse rinunciare a delle belle opere per via della visione politica di chi le fa... spesso poi in opere ben fatte c'è più di quanto l'autore intenda metterci. Il peccato è quando a furia di schematizzare la propria visione e iniettarla a forza nelle proprie opere c'è un peggioramento qualitativo dell'autore, e mi pare proprio quello che è successo poi a Miller. E ora vado con la mia pesantezza, solo. Però ho visto una tetta. Evvivaaa!

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    1. Sono temi sottili, Miller spesso li affronta armato di ascia, ti sei spiegato benissimo e concordo, a furia di tornare sugli stessi temi, Miller è diventato un po’ la parodia di se stesso, per non dire monotematico. Ma ai tempi di “300” aveva ancora delle cose da dire, non tutte proprio di sinistra eh? Però le aveva da dire ;-) Cheers

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  14. Mah! Il fumetto lo trovo mediocre: una robetta fatta in fretta e furia ( Miller non ha voglia di lavorare e si vede: basta guardare le tavole da te postate, con scene di massa dove i soldati sono solo controni neri per risparmiare tempo e fatica nel disegnarli) e con "licenze poetiche" senza alcuna attinenza storica che sfiorano il ridicolo ( su tutte quella che i persiani , che sono in migliaia, abbiano bisogno di Efialte per trovare un cavolo di passaggio , manco fosse sotto terra).
    E'la prova tangibile di come quegli omofobi/razzisti/sciovinisti degli americani dovrebbero lasciare perdere l'Europa e la nostra cultura, altrimenti fanno solo danni ( penso a quanti ragazzini crederanno che davvero gli spartani resistettero giorni , invece di ore, contro i persiani, o che furono gli ateniesi a scacciarli dalle loro terre ).
    Miller mi stava simpatico quando scriveva Daredevil e Batman, probabilmente perché
    1 parlava della realtà americana
    2 perché qualche editor smorzava ( ma neppure troppo ) la sua vena conservatrice/xenofoba/razzista.
    Quando poi ho sentito le sue dichiarazioni su Occupy of Wall Street , ho avuto la quadratura del cerchio sul personaggio.
    Il film di Snayder, se lo si guarda come trasposizione di un fumetto e non come film in se, è ottima.
    Nel senso che tutto quello che c'è di buono ( per chi piace) del fumetto di Miller, è amplificato e migliorato .
    Mostri e creature grottesche a go go, trovate registiche diventate classiche, e poco importa se gli spartani dopo mille combattimenti , sono sempre lindi e pinti e mai sporchi di sabbia o di sudore .
    Io cmq la parodia che ricordo di più è quella su Alan Ford n 12 ( con leonida che è un grassone vigliacco che col suo fondoschiena ostruisce il passaggio ai persiani mentre cercava di fuggire !)

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    1. Le sua affermazione sul movimento “Occupy Wall Street” sono da vomito, e si, gli editori stemperavano parecchio il suo lavoro (per quello editori e produttori capaci servono, e non sono IL MALE). Però ti assicuro che qui Miller aveva voglia, il Miller che disegna a tirar via si vede te lo posso assicurate (“Sin City: To Hell and back” e “DK2” sono ottimi esempi).

      Snyder è tutto tranne che scemo, ha capito cosa funzionava e lo ha portato nel suo cinema, è uno pura estetica, quindi le storie molti visive come “300” gli donano. Ecco, quella storia è una gran parodia, ma degli eventi non tanto di “300”, non era ancora uscito. Cheers!

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  15. Bella recensione Cassidy.
    Farai un recensione del film de L'eroe di Sparta” (The 300 Spartans) che ispirò Miller per il suo fumetto?

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    1. Ti ringrazio molto ;-) Non lo so, dovessi incrociarlo magari si, ma se tutto va bene, da qui a fine anno almeno un “sandalone” dovrebbe comparire su questa bara. Cheers!

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