lunedì 30 settembre 2019

Rambo - Last Blood (2019): Guerra senza fine

Da ragazzetto, leggendo i vecchi fumetti del Punitore (quello tosto degli anni ’90), nella mia testolina di lettore pensavo a quanto sarebbe stato figo un film sul personaggio con Sylvester Stallone nei panni di Frank Castle. Questo vi dice molto sui miei gusti che sono un po’ gli stessi da sempre. Ecco, mettiamola così: al me stesso di allora oggi direi che per quel desiderio avrebbe dovuto aspettare il 2019. Per gli Skateboard volanti, invece, non abbiamo ancora una data. Porta pazienza.

Zio Sly non si è mai davvero rassegnato a concludere la storia del suo secondo personaggio più famoso con un quarto ottimo capitolo che, però, è riuscito a ripagarsi appena i costi, ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che Stallone è come i suoi personaggi: non si arrenderà mai. Gli vogliamo bene anche per questo.

Per questo nel testone di Sly “Rambo V” ronzava da parecchio, almeno dal 2009 quando basando liberamente la storia sul romanzo “Hunter” di James Byron Huggins, avrebbe voluto Rambo a capo di una squadra di cacciatori, sulle piste di una creatura geneticamente modificata, anche se il suo eterno rivale aveva fatto qualcosa del genere giusto qualche anno prima.

It's a long road... (anche se vai a cavallo)
Per un po’ la trama avrebbe dovuto essere ambientata sul fronte interno, salvo, poi, dopo qualche necessaria modifica, diventare “Homefront” (2013), scritto e prodotto da Sly, ma donato al pupillo Jason Statham. Nel 2015, invece, i due padri del personaggio (quello cinematografico e quello letterario), Stallone e lo scrittore David Morell, si erano quasi accordati per un racconto intimista che completasse l’arco narrativo del personaggio, ma niente da fare, la produzione voleva che Rambo salvasse qualcuno anche in questo nuovo capitolo (storia vera).

“Rambo - Last Blood” ha preso d’infilata tutti, girato tra la Bulgaria e le Canarie come impone la moderna tradizione dei film di cassetta, quasi non se lo aspettava più nessuno, lo stesso David Morell si è sbrigato a dichiarare che questo nuovo capitolo è una delusione a cui dispiace che venga associato il suo nome (storia vera). Cioè: non ha detto nulla quando il suo personaggio è stato stravolto in Rambo 2 - La vendetta, anzi ha deciso di firmare anche la novelization e poi si lamenta per questa incarnazione del personaggio che, per assurdo, ha molto più in comune con il suo romanzo originale di tutte quelle precedenti? Secondo me si è solo offeso di essere stato scaricato come sceneggiatore del film.

“David Morell? No no, nessun rancore…”
Quest'ultimo (fino alla prossima chiamata alle armi) capitolo di Rambo ha una netta divisione in tre atti, forse non troppo ben amalgamati tra loro, soffre di più di un difetto e della solita rappresentazione dei personaggi di contorno scolpiti nel legno usando un machete, considerando che al primo fine settimana negli Stati Uniti ha chiuso al terzo posto come incasso, sembra di assistere alla corsa a chi lo demolisce di più, però l’unico vero difetto che posso riscontrargli è quello, forse, di essere arrivato troppo in là sulla tabella di marcia, andiamo per gradi, più avanti ci torniamo. Nel dubbio da cui in poi SPOILER sulla trama, ve lo dico così sapete a cosa andante in contro.

Da qui in poi le anticipazioni volano come frecce, consideratevi avvisati.
Abbiamo visto Rambo tornare a casa, lo ritroviamo qui impegnato a dividersi tra il supporto fornito alle autorità locali per ritrovare e salvare esploratori in difficoltà (come accade nella prima scena sotto una pioggia battente) e prendersi cura dei cavalli, ma ancora di più delle persone che vivono nel vecchio ranch di famiglia. Persone come Maria (Adriana Barraza) la compagna del defunto padre di Rambo e sua nipote, Gabrielle (Yvette Monreal) fa un po’ specie vedere questa sorta di diligentissima Ariana Grande chiamare il nostro “Zio John”, però ci si abitua abbastanza in fretta, anche a vedere “Zio John” libero dalla sua caratteristica zazzera e dalla fascia rossa, ormai roba (per fortuna) dimenticata.

Avevano proposto il ruolo di Rambo a Terence Hill ed ora lui è diventato Trinità.
Quello che non ha dimenticato Rambo è la guerra, avrà anche dato sfogo a tutta la sua violenza in Birmania, ma nemmeno le medicine tengono a bada i brutti ricordi che tornano a grattare alla porta. Trovo significativo che John abbia scavato attorno al ranch dei tunnel, nemmeno fosse stato lui un Vietcong e che ancora passi il tempo a forgiare e ad affilare coltelli da regalare, a sua detta, come fermacarte. Ok, ognuno si gode la pensione nel modo che preferisce, ma quello scelto da Rambo ha sinistri rimandi al suo passato.

“Zio John, ma quanti fermacarte fai?”, “I miei nemici hanno tante scrivanie”
Malgrado le raccomandazioni di Maria e di “Zio John”, la svolta arriva quando Gabrielle decide di andare in Messico per provare a ricostruire un rapporto con il padre biologico, uno stronzo che fa da MacGuffin, perché caccia frettolosamente la ragazza dalla sua porta lasciandola in balìa dei locali, tipo la tamarra che avrebbe fatto la gioia di Lombroso e che ha messo gli occhi sul braccialetto d’oro di Gabrielle, e qui tocca aprire una doverosa parentesi.

Secondo voi che problemi ha con il Messico Adrian Grunberg? Qui Stallone gli ha affidato la regia, forse perché il ragazzo si era già fatto le ossa dirigendo un grande vecchio come Mel Gibson in “Viaggio in paradiso” (2012), un film che ha parecchio in comune con questo nuovo Rambo, specialmente nel rappresentare il Messico come un postaccio in cui in pochissimi minuti puoi venire rapito, drogato contro la tua volontà e costretto alla schiavitù sessuale da parte di alcuni tipacci che rispondono alle caratteristiche chiave dei cattivi di un film di Rambo: stronzi fino al midollo, armati fino ai denti e se stereotipati tanto meglio, tanto devono rappresentare l’ingiustizia di turno da affrontare. Dài prendiamo per le orecchie l’elefante al centro della stanza.

“Metti fuori il nasone Dumbo, ho giusto due cose da dirti”
Rambo 2 - La vendetta è ancora oggi il film grazie al quale tutti ricordano il personaggio, il suo contenuto propagandistico unito ad un certo pregiudizio nei confronti del cinema di genere, ha sempre fatto sì che la politica abbia inseguito Rambo per tutta la sua vita, molto più che la guerra da cui cerca eterno scampo. Il terzo film con i Mujahidin non ha fatto altro che peggiorare la situazione ed ora che i cattivi sono i Messicani brutti, sporchi e bastardi e Rambo scavalca il muro al confine con facilità irrisoria (lasciando intendere che si possa fare lo stesso anche in direzione opposta) è inevitabile per molti pensare al “fenomeno” che sta seduto alla Casa Bianca e alla sua politica riguardo al Messico. Ve lo dico chiaro e tondo: ribattezzare questo film “Trumpo” non vi farà sembrare spiritosi, ma solo scemi, il modo perfetto per confermare che del secondo personaggio più famoso di Sylvester Stallone non ci avete capito molto.

Rambo è un personaggio proletario che si è sempre scagliato con rabbia contro l’ingiustizia, il più delle volte armato di arco e fucile mitragliatore, ma in tutte le forme che gli si sono sempre parate davanti, uno sceriffo intollerante, un viscido burocrate che manda altri al fronte o in questo caso, un cartello messicano che gestisce un traffico di prostituzione. Servivano dei cattivi, sono Messicani, se volete vederci della politica, non sarebbe la prima volta che accade con un film di questa saga, al suo protagonista non importa poi molto.

“Non lo hai visto Narcos gringo?”, “Sì, dura troppo, a me sarebbero bastate due puntate per ammazzarvi tutti”
Rambo è un (anti) eroe che combatte da sempre l’ingiustizia, è intrattenimento grezzo quanto volete, ma sempre coerente, rappresentato da un disadattato che un tempo credeva nel suo Paese e nel lungo percorso per tornare a casa, ha perso tutto, anche parte della sanità mentale - come be sottolineato dal monologo che conclude questo film - restando solo con quello che ha imparato: La capacità di sopravvivere di una macchina da guerra. Per assurdo, il Rambo di questo film, somiglia molto ad una versione invecchiata di quello del libro, le critiche che possiamo muovere alla pellicola se mai sono altre.

Ad esempio, la pigrizia di trovarci nuovamente di fronte ad un film d’azione con un anziano protagonista a cui rapiscano (l’ideale) figlia, un altro Taken con la sostanziale differenza che l’attore protagonista non è un Liam Neeson oppure un Denzel Wahsington che arrivano da un passato di ruoli drammatici, per riciclarsi eroi d’azione in tarda età. Qui abbiamo uno che negli ultimi quarant’anni ne ha mandati al camposanto più di Taffo, noi sappiamo di cosa è capace perché eravamo insieme al personaggio ogni volta. Noi lo sappiamo che lui può sopravvivere ad una guerra, diventando la guerra e la guerra di Rambo, pare essere senza fine.

73 anni, fa “Rambo 5”. Voi a 28, fiatone a fare “Rampa di scale 1”
Possiamo anche criticare una certa rappresentazione del Messico che dopo titoli come Soldado, non può che risultare vecchiotta nel suo semplificare, ma il problema principale del film resta la sua eccessiva aderenza a modelli già visti di film d’azione. La sempre gradita Paz Vega interpreta una giornalista in cerca della sorella scomparsa rapita dai cattivoni, che offre un importante aiuto a Rambo oltre che provare a riequilibrare la quota di “latinos” buoni nella pellicola, ma più che passare per una Co-Bao in misura minore e in salsa messicana, mi ha fatto pensare a “Acts of Vengeance” (2017) di Isaac Florentine, in cui ricopriva un ruolo quasi identico, al fianco di un Antonio Banderas in cerca di vendetta (tanto per stare in tema attori drammatici riciclati a eroi d’azione). Tutto quello che gira attorno a Rambo è generico e abbastanza abbozzato, impossibile non notarlo.

"Porque siempre me tocca de recitar con qualche vecchio gringo incazzato?"
In un film così capite da soli che chiamare la polizia non serve, infatti la questione viene archiviata con una riga di dialogo, il modello diventa un po’ Il giustiziere della notte, con il cittadino americano che si fa giustizia da solo (tanto per aggiungere un po’ di controversie dove già abbondano), se non altro Stallone si gioca le carte abbastanza bene, tenendo volutamente bassi i toni, anche fin troppo, visto che la prima mezz’ora di film va via per raccontarci la nuova vita di Rambo e il primo morto arriva dopo quaranta minuti.

Arriva in maniera brutale con una coltellata, anche se la strategia di Rambo di affrontare faccia a faccia i membri del cartello, armato soltanto di coltello... Beh, non è proprio la migliore che abbia mai pianificato in carriera. Infatti finisce con cento armi puntate in faccia, pestato a sangue e sfregiato al volto... Un’altra cicatrice di guerra da aggiungere alla collezione, tutto normale per uno che sa che nel cuore degli uomini esiste solo il buio assoluto e da quel buio lui è uscito vivo più volte.

"Circondarli lo escludo" (Cit.)
Da programma sono le successive cure mediche e il secondo attacco di Rambo, questa volta un minimo più accorto nella strategia, ma sempre brutale nei modi: a martellate (letteralmente!) zio John si riprende Gabrielle. Ma a questo punto dovremmo aver capito che l’anagramma di John Rambo dovrebbe essere “Mai una gioia”, visto che la ragazza muore di overdose sul pick up prima di arrivare a casa.

Va bene che l’uomo che medita vendetta tiene aperte le sue ferite, ma pensando a Sage questa fa quasi male da guardare.
Quando il momento lo richiede, Stallone sa come recitare queste scene e diventa anche complicato non pensare al destino del povero Sage Stallone nel campo lungo in cui Rambo dà la brutta notizia a Maria. Diventa chiaro che l’ultimo atto è quello che stavamo tutti aspettando e ve lo dico fuori dai denti: se non vi emoziona vedere Rambo che affila coltelli, prepara trappole e trasforma il suo ranch e i tunnel sotto di esso, nella versione letale delle trappole di “Mamma, ho perso l'aereo” (1990), mi sa che questo film non fa per voi e forse nemmeno questo blog.

Alcuni anziani guardano i cantieri, lui li costruisce e li riempie di trappole mortali.
L’ultimo atto di “Rambo - Last Blood” vale da solo tutta la visione del film, non solo perché contiene la scena più violenta forse dell’anno (quando la vedrete vi farà, perdere la teste. Ah-ah!), ma perché è l’esatta continuazione del massacro quasi da Slasher a cui il personaggio ci ha sempre abituati, solo con una varietà di trucchi e trucchetti derivati dall’età e dalla maggiore esperienza. Insomma: moltiplicate il livello di sangue e violenza tranquillamente per dieci, visto che per Rambo l'età avanzata equivale ad una maggiore esperienza nell'uccidere. Brutto?

"Jason Voorhees? Un bambinone con la maschera traforata. Lui avrebbe pietà di te. Io no"
In tutto questo Stallone non è mai protagonista di scene d’azione non credibili per uno della sua età (per chi avesse avuto qualche dubbio in tal senso), nei cunicoli al buio il numero degli avversari non conta e un divieto ai minori permette a Rambo di fare quello che faceva suo “cugino” in Rocky Balboa: colpire poco, ma colpire con il massimo della forza che per Rambo vuol dire trappole acuminate, gambe mozzate a colpi di machete, canne mozze a breve distanza e colpi di frecce per completare l’opera. Tutto "Rambo - Last Blood" si riduce a questo: un ultimo atto brutale e grondante sangue, come i minuti finali apocalittici di "Unforgiven" (1992) solo che Will Munny qui è un energumeno forgiato nella guerra con una voce in grado di far tremare le ginocchia ai suoi nemici.

Lo scontro finale con il cattivissimo Hugo Martínez (Sergio Peris-Mencheta) è uno dei più cruenti mai visto in tutta la saga, mettiamola così: Rambo è stato colpito al cuore e all’uomo che gli ha dedicato tale cortesia, ricambierà il favore nello stesso identico modo. Peccato per i tagli di montaggio brutali che rendono la mattanza finale un po’ troppo spezzettata, forse per rendere omaggio allo spezzatino di cattivi fatto da Rambo?

Al cuore Rambo, se vuoi uccidere un uomo devi colpirlo al cuore (Quasi.cit.)
L’aderenza ai modelli di riferimento di “Rambo - Last Blood” lo vede uscire con le ossa un po’ rotte nel confronto diretto, è chiaro che l’intento di Stallone fosse quello di regalare a Rambo un capitolo rugginoso, decadente, disincantato e dai toni quasi western, una specie di “Gli spietati” (1992) con Rambo al posto di Will Munny. Il problema è che per differenza di realizzazione e budget, il film viene sorpassato a destra anche da pellicole ispirate a quella di Eastwood come Logan. Insomma: il tono era quello giusto, ma questo “Ultimo sangue” riesce ad essere crepuscolare e apocalittico in pieno solo nel ultimo atto, forse può bastare al netto del risultato finale, avere come sottofondo musicale "Five to one" dei Doors, poi bisogna dirlo, aiuta.

Ho sentito qualcuno dire le parole “Sentieri selvaggi” per caso?
Zio Sly è sempre intensissimo, l’ultimo monologo interiore con cui si trascina sulla sedia a dondolo (il simbolo americano della pensione) riassume alla perfezione John Rambo: qualcuno che ha cercato la pace nella vita, ma ha trovato ancora una volta la ferocia degli uomini, uno che ha perso tutto e in nome di quello continuerà a combattere. Infatti, nei titoli di coda, Sly si alza da quella sedia a dondolo e cavalca verso il tramonto, come vuole la tradizione degli eroi dei film western.

Stallone ha già dichiarato che se questo film dovesse avere successo, lui è pronto per un nuovo capitolo, la sensazione è che se “Rambo VI” doveva essere, ormai siamo davvero troppo avanti rispetto alla tabella di marcia. In quanto reduce del Vietnam qui Rambo s'iscrive alla tradizione a cui, forse, era da sempre destinato, ovvero seguire il modello creato con il personaggio di Mack Bolan (ringraziate Lucius per tutti i dettagli), il reduce del Vietnam che continuava la guerra a casa sua che, di fatto, è stato il modello anche per il Punitore e gran parte - se non tutti - gli eroi d’azione moderni.

"Ricordi Guglielmo Tell? Uguale ma la mela mettila in bocca"
Dopo aver provato a sfuggire alla guerra per quattro film, qui Rambo è arrivato alla conclusione che nel lungo viaggio verso casa lui ha perso tutto, anche la sanità mentale, ma di sicuro non ha perso la capacità di combattere, l’unica soluzione è continuare a punire l’ingiustizia in tutte le sue forme, anche a casa.

Il naturale finale dell’arco narrativo del personaggio che, lo ammetto, mi piace davvero molto perché è sensato e coerente, però siamo sicuri che un Punitore settantenne che vaga per l’America non sia fuori tempo massimo? Per ora posso dire che con tutti i suoi difetti, mi sono goduto quel sogno matto di vedere Stallone interpretare una sorta di Frank Castle, se la storia del personaggio andrà avanti lo diranno gli incassi, anche perché state sicuri che zio Sly di rassegnarsi alla sedia a dondolo non ha nessuna voglia. Gli vogliamo bene anche per questo.

Vi ricordo la rubrica congiunta che ha tenuto banco tutto il mese!

La pagina riassuntiva del Zinefilo

52 commenti:

  1. ottima recensione. grazie
    come ho avuto modo di dirti non andrò a vedere sto film per raggiunti limiti di età-

    10 anni fa a courmayeur vidi il film harry brown(a michael caine ex reduce delel guerre puniche ammazzano un amico e lui uccide tutta la città di londra e dintorni. per vendetta)

    il problema di harry brown è lo stesso di rambo v : il protagonista è veramente troppo aventi con l'età.

    grazie

    rdm

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    1. Grazie capo ;-) A me “Harry Brown” era piaciucchiato, per ruoli così ci vuole del carisma e una certa presenza scenica, zio Sly qui non fa mai qualcosa per cui ti ritrovi a pensare che sia troppo vecchio. Al massimo è l’evoluzione per personaggio ad essere arrivata tardi, la piega che prende Rambo qui mi piace anche, ma forse avrebbe dovuto arrivare prima, tutto qui.

      Visto che siamo in argomento, il vecchio “cagnaccio” alle prese con azione e vendetta è un classico, anzi è un classico che mi piace sempre ritrovare in una storia, al cinema il limite di età (se ne esiste uno) è stato forse Eastwood in “Unforgiven” (1992), ed era già sopra i sessanta. Cheers!

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    2. sopra i 60 . qua siamo sopra i 75

      rdm.

      il titolo non me lo ricordo .

      c'è un film di john wayne ( tenente parker qualcosa.........) dove rcita anche ilò regista di gandhi.


      il nostro davvero fa la figura del vecchio grassone rimbambito. ed è un peccato perchè il duca è il duca

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    3. Con il John Hammond del Jurassic Park vorrai dire ;-) Penso fosse Brannigan, che nella mia testa era un po’ la risposta del Duca a Clint Eastwood, ma il titolo italiano deve avermi influenzato. Anche il “Il pistolero” (insieme al giovane Richie Cunningham) non si muoveva quasi più e dovevano issarlo per metterlo a cavallo, però funzionava proprio per quello. Cheers!

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    4. povero cavallo!!!

      cavolo hai vinto!!!!!!.

      il pistolero è un film che rivedo sempre volentieri ma è l'eccezzione che conferma la regola e poi a differenza di rambo v e harry brown il duca nel finale muore e uccide due persone

      in harry brown davvero michale cayne è una macchina di morte


      io capisco tutti( soprattutto capisco i produttori e capisco perfettamente harrison ford ) ma non andrò a vedere indiana jones con un 77 enne.
      e basta!!!!!!!!!!

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    5. Per me l’unico vecchio Indy è quello con occhiali e benda di “Le avventure del giovane Indiana Jones”, il resto non so niente, non voglio sapere niente e nel dubbio i film di Indy sono TRE. Cheers!

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  2. Carabara, tante zucche tante sentenze - e non vorrei mai il contrario come direbbe Zio Volt(aire) - e quindi naturalmente rispetto la tua argomentatissima idea, ma dall'alto della mia ignoranza - non ho visto il film - penso che Sly ed il suo team abbiano cercato ancora una volta di agganciare il treno presidenziale come al tempo del secondo Rambo e di Ronnie proprio perché al tempo la cosa aveva portato bene al film. Ad un tanto così da un impeachment sul quale non scommetterei la mia copia dello script per lo Edgar Allan Poe interpretato da Stallone ( chissà se lo vedrai mai ), Trump è popolarissimo negli States e Stallone - che ha l'età per interpretare uno dei due loggionisti del Muppet Show e la grinta un Camilleri che stava x tornare in tour poco prima di lasciarci - deve aver pensato di inserire il booster. Da fan di Frank Miller da decenni non ti dico gli arabeschi tentati per cercare di digerire Holy Terror...
    Un consiglio per il mio vecchio amico Sly: se proprio proprio non riesci a fare il film su Poe, buttati su di un clone di Rambo che sia protagonista di un fantasy post apocalittico crepuscolare combo di Mad Max e di quello scenario anni ottanta in cui precipitano i Teen Titans Go quando Cyborg canta il suo pezzo mantra The Night Begins to Shine. No more Mexico. Ciao ciao
    PS Immagino lo sappia già, ma ti ricordo che Ennis da 20 anni dice che Castle al cinema dovrebbe essere un uomo anziano. Ricordo un vecchio Wiz con un casting secondo Garth e mi pare che avesse addirittura tirato in ballo il compianto Rutger ...

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    1. Nemmeno io ci scommetterei, tanto meno il “RamPoe” (copyright Bara Volante al rights reserved aut.min.rich) che vorrei tanti vedere prima di arrivare ad avere l’età di zio Sly. Magari le intenzioni di Stallone erano anche quelle, ma non cambia il fatto che il personaggio falcia tutti i cattivoni (da sempre piuttosto stereotipati) senza assicurarsi per chi abbiano votato, anche perché dovessi valutare le opere da questo punto di vista, dovrei smettere di guardare e leggere quasi tutto. Poi siccome mi barrico da sempre tra i fumetti, come Rambo nei suoi tunnel, aggiungo solo:
      1) Ho finito da poco di leggere “Batman Razza Suprema” trovandomi ad urlare «Milleeeeeeeeer!» come il capitano Kirk con Khan. Non serviranno le sei confezioni di Malox utilizzate ai tempi per digerire “Holy Terror”, ma qualche compressa sì.
      2) Ho finito da poco di ri-leggere “Punisher: The End”, nel commento sopra parlavo di vecchio vendicatore tosto che mi piace sempre vedere, pensavo proprio al lavoro del vecchio Garth, che con Rutger aveva capito tutto.
      3) Niente, non ho altro da aggiungere, ma volevo mettere anche il punto numero tre.

      Cheers!

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  3. Letto il fumetto del punto due, ma non quello del punto uno. Arteriosclerosi forse. Una volta non trascuravo Old Man Miller. Ho letto che Frank desideri scrivere un altro DK perché questo alla fine aveva tante idee anche di Azzarello. Vedremo. Ti confesso che più di un altro Castle, mi piacerebbe vedere un film che rielabori il Foolkiller dei primi anni novanta di Gerber/Birch/Giarrano. Una bella sfida per gli sceneggiatori: nella miniserie via antenato di FB il vecchio Insanicida ne ispirava un altro ex colletto bianco con minimun wage e vendetta da compiere. Sullo sfondo di Desert Storm nelle news. Nella America di Trump sarebbe una altra cosa. Vediamo come va il Joker. Chissà...

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    1. Devo raccogliere le idee (e trovare un po’ di tempo per scriverne) ma vorrei farci un post su “Razza Suprema”, che davvero sembra più un fumetto di Azzarello che uno di Miller, anche se qualche sua pennellata si vede tutta. Sto seguendo anche (in originale) il suo “Superman Year One” e ho letto la notizia dell’annuncio di DK4. L’Insanicida sarebbe perfetto, qualche tempo fa qualcuno aveva provato a rilanciarlo con scarso successo per la serie MAX, non ricordo l’autore però. L’uscita di Joker sembra una polveriera, forse nemmeno ai tempi di quelli di BIP Ledger l’aria era così esplosiva, gulp! Cheers

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  4. Devo vederlo una sera di queste. Non mi dispiacerà, già lo so. I nostri gusti a riguardo sono simili.
    Un po' Taken ma più cazzuto; slasher; Death Wish e il Punitore... cosa chiedere di più?
    I messicani sono cattivi? Sticazzi.
    I Talebani erano buoni, nel terzo film.

    Moz-

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    1. “Death Wish”, tutta la faccenda dell’Afghanistan semplificato del terzo film, ma mettiamoci anche la propaganda del secondo, Rambo e alcuni film d’azione, la politica se la chiamano, ma va avanti lo stesso, per quello la questione mi tocca poco o nulla ;-) Anche io penso che ti piacerà, fammi sapere! Cheers

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    2. Allora ci rileggiamo presto ;-) Cheers

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  5. Grande recensione come al solito, sappi che ti fregherò: 73 anni, fa “Rambo 5”. Voi a 28, fiatone a fare “Rampa di scale 1” 😊
    Io vorrei un Last Blood Parte II, di questo genere:
    Rambo Braccato dall’FBI e dal Padre dei due fratelli del cartello Messicano, Rambo in fuga sulle montagne come nel primo film,ma a cavallo, come in un Western, Paz Vega che finalmente si domanda ma chi è quest’uomo? E inizia ad indagare su Rambo scoprendo la sua storia di Eroismi, in una lotta contro il tempo cerca di salvare Rambo avvisando le autorità e cercando di farle ragionare su cosa rappresenta Rambo.. un fantasma di una Guerra da nascondere sotto il tappetto, ma pur sempre un Eroe… mi immagino Rambo sulle vette della Montagna braccato su due fronti protagonista della sua ultima Guerra, come fosse King Kong che sta per essere abbattuto perché scomodo/ingombrante per entrambe le fazioni, Paz Vega, la giornalista come nel finale di un lupo mannaro americano a Londra cerca di salvarlo da se stesso, facendosi prendere come ostaggio (così da coprirlo e proteggerlo) ma lui con consapevolezza, si muove per essere abbattuto come fosse l’unico modo reale di sfuggire all’Orrore di un intera vita… Non è mai tornato realmente a casa e si torna virtualmente in quel negozio alla fine del primo film e al finale originale, dove Rambo veniva ucciso/giustiziato… tutto questo inframezzato da flashback a modi Padrino parte II di lui da giovane interpretato da Milo Ventimiglia durante l’addestramento con Trautman (che suona come: l'uomo Trauma)e i primi turni in Vietnam… che ne dici?
    La cosa comunque che mi manca di più in questi due ultimi capitoli è la partitura musicale di Jerry Goldsmith, ci sono accenni ma non abbastanza…

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    1. Grazie capo, penso che zio Sly questo potrebbe girarlo tipo domani mattina, stessi attori, stesse location, almeno metterebbe anche una pietra sopra alle idee di un prequel, che ogni tanto tornano a grattare alla porta. Brian Tyler fa un buon lavoro ma il tema principale di Goldsmith non si batte, troppo epico. Cheers!

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  6. Una svolta Western per Rambo?
    Quasi quasi...

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    1. Sarà stato criticato il cambio di aspetto, ma secondo me ci sta tutta questa nuova svolta western. Anzi ancora mi aspettavo di veder spuntare il figlio di Teasle ;-) Cheers

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  7. Questo sono riuscito a vederlo (Tarantino, ahimè, è andato) in una doppietta d'altri tempi assieme AD ASTRA (recensione in 4 parole: voice over al rogo!).

    Concordo con i pregi (tutto sommato è coerente, il terzo atto è da occhi a cuoricino, c'è una linearità nella maturazione del Rambo personaggio) e con i difetti (siamo ai limiti della geriatria al di là del fisicaccio e della "credibilità", la pellicola è sorpassata a destra da molti titoli usciti prima, personaggi tagliati (volutamente?) con l'accetta).

    Però sono sincero: il discorso politico onestamente faccio fatica a levarlo dalla pellicola. Visto che i cattivi sono generici figli di putt@na, potevano andare in un paese X del centro america, che ne so... La solita Valverde? Ciò non intacca minimamente il fatto che mi vedrei volentieri un altro capitolo di Rambo, ma l'elefante al centro della stanza (per dirla alla Cassidy) sto giro non posso non notarlo.

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    1. "Ad astra" non ho nessuna fretta di vederlo, ho dato priorità al film più atteso del mese per me, più di Tarantino (storia vera). Quando ho letto che il regista era quello di "Grt the Gringo" avevo già messo in conto la questione. Come dicevamo prima non so quanta intenzionalità ci sia stata da parte di Sly, ma non devo ci dividere le idee per vedermi il film, anche perché mai più che in questo film i cattivi sono espedienti armati, forse il quarto lo batteva da questo punto di vista, ma quello era ambientato in un posto senza petrolio o interessi economici vari, quindi gli americani li guardavono solo loro secchiate di sangue;-) Cheers

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    2. Anch'io ho seguito la stessa tabella di marcia, nel pomeriggio Sly ed alla sera Ad Astra. Comunque il film di Gray è molto carino anche per i rimandi al Cuore di Tenebra di Conrad. Peccato per quei troppi monologhi didascalici ma si reggono.

      La scena dei pirati spaziaili e del primate cavia per me sononstate aggiunte ottimamente!

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    3. Una scimmia!?!? Ok il film è appena salito di interesse ;-) Cheers

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  8. Ti ho letto con un occhio solo che prima voglio godermi il film, che muoio di curiosità ^_^
    Tornerò in seguito, anzi: per dirla come l'eterno nemico... I'll be back :-D
    P.S.
    Che delusione "Homefront", per me Sly aveva subodorato la fregatura e l'ha ammollato a Jason per "mantenerlo umile"...

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    1. Fai con calma, il post non scappa ;-) Anche secondo me, iniziava così bene quello poi boh si perdeva in un bicchiere d'acqua, Giasone l'ha presa bene ed è salito sul carro dei vincitori di Vincenzo Gasolio e famiglia. Cheers!

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  9. Ok, a Morrell non sara' piaciuto. E dire che Sly ce l'ha messa tutta.
    Ma il buon Ennis sara' in brodo di giuggiole.
    Gran bel pezzo, Cass.
    E azzeccatissimi i rimandi.
    Impossibile non pensare al Punitore. In particolare GLI SCHIAVISTI, la mia preferita tra le storie scritte da Garth.
    Taken? Io direi piu' MAN ON FIRE. Con tutti gli ettolitri di sangue e i morti ammazzati malissimo che IL TONY ci avrebbe tanto voluto mettere, se soltanto lo avessero lasciato fare.
    Me lo vedo, Sly. Si fa l'abbonamento aNetflix con giusto quei cinque anni di ritardo. O magari gliel'hanno regalato.
    Gli parlano di questa serie della madonna, NARCOS.
    Lui da' un occhio e fa MMH, TRE STAGIONI. TROPPO LUNGA.
    Poi vede lo spin - off sul Messico. E' una, ce la si puo' fare.
    La vede e fa MMH, IO L' AVREI FATTA MEGLIO.
    Oh, io l'ho detto. Quelli come me e Sly arrivano sempre dopo. Ma arrivano.
    Se e' vero che Rambo non puo' stare senza guerra e dovunque ce ne sia una prima o poi sara' la'...quale miglior posto di quella terra di nessuno tra la frontiera messicana e quella Usa, dove i cartelli si affrontano mettendo in campo autentiche belve umane?
    E ad ambientazione ci siamo.
    Insomma...Narcos, Sicario, Soldado...por que no?
    Poi il quarto aveva tracciato la strada. E questo, essendo il sequel del nuovo corso...prende il buono del precedente (tra cui il gore)e pompa tutto al massimo.
    E poi l'incipit sara' vecchio come il cucco,ma e' sempre efficace.
    La vendetta per conto di un angelo innocente.
    In quella storia di Ennis, Castle mette le cose in chiaro.
    Quel che fara' non fermera' i traffici di esseri umani. Non distruggera' l'organizzazione. Non cambiera' le cose. Non salvera' nessuno.
    Ma Jen gli risponde che almeno una volta...CERTA GENTE DEVE AVERE QUEL CHE SI MERITA.
    E potra' sembrare furbo, ruffiano, opportunista, persino populista se proprio la vogliamo buttare in politica.
    Ma funziona. Almeno in un film, in un fumetto o in un videogame.
    La realta', ovviamente, e' un filo piu' complessa.
    Tra i difetti, come nell'episodio precedente, noto una minor cura nei dettagli rispetto a Rocky. Come sempre appare tutto un po' piu' grossolano.
    E questa cosa non la capisco proprio.
    Ok, Rocky e' il suo personaggio prediletto. Fa parte di lui. Rambo lo ha raccattato (in tutti i sensi) e quindi lo sente meno suo, con tutta probabilita'.
    Ma spiace un po' questa disparita' di trattamento.
    Per il resto, lasciatemi dire che Rambo da' ancora una bella lezione a molti dei suoi presunti nipotini.
    Hobbs, Shaw, Jack Reacher, John Wick...sembrano tutti dilettanti, al confronto.
    Guardate un MAESTRO all'opera, ragazzi. E imparate qualcosa, gia' che ci siete.
    Uno che alla' sua eta' e' fisicamente un'autentica bestia, e se si mette in testa di far paura per davvero non ha rivali.
    Ho letto di gente che ha abbandonato la sala.
    Sly non ha piu' nulla da dimostrare. Ha imparato a conoscere il suo pubblico, sa come farlo divertire. E si diverte un casino a farlo.
    Che rimanga cosi' altri cent'anni.
    Missione compiuta, Sly.
    E...bentornato, John.

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    1. Dico una banalità (solo una?) non è un film perfetto ma il messaggio "populista" é quello con cui Stallone guarda al suo pubblico, Rambo é intrattenimento popolare (che è diverso da populista), questo capitolo poi è il più cinico e disilluso di tutti, alla Ennis proprio. Con qualche aggiustamento poteva essere "Unforgiven" con più sangue, ma così devo dire che mi è piaciuto lo stesso malgrado gli evidenti difetti. Rocky più curato, più budget, e anche seguiti più frequenti nel tempo che a Rambo sono mancati. Rocky é la storia di Sly, sono indistinguibili, Rambo potrebbe essere quasi il suo mister Hyde. Non conosco Stallone, non posso sapere cosa gli passa in testa, altrimenti saprei se questo voleva essere davvero un'apologia Trumpiana, dico solo che i suoi due personaggi della vita, sono arrivati entrambi a perdere dei figli, reagendo in modi diversi (pensa a questo film e a Creed e Creed II), ora se a me da spettatore viene da pensare a Sage Stallone, vuoi che Sly non lo faccia? Cheers

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    2. E' proprio il punto di forza di Stallone, credo.
      Questa sua capacita' di immedesimarsi con chi sta interpretando.
      Certe volte non si comprende dove finisca l'attore ed inizi il personaggio. E viceversa.
      Probabilmente lo si nota piu' in Rocky e Rambo perche' sono i due suoi personaggi piu' popolari.
      Ma e' proprio una costante.
      Mi ricordo il Frank Leone di SORVEGLIATO SPECIALE, o il Gabe Walker di CLIFFHANGER.

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    3. Perché è uno sceneggiatore che recita, poi possiamo discutere su come scriva, ma questo non cambia il fatto principale ;-) Cheers

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    4. Buona sera dott. Cass e Red, sto proprio guardando Rambo II e oltre a dire che Co-bao era molto meglio di quanto mi ricordassi, devo dire che anche il film è sempre bello e avvincente. Stallone poi era quasi magro, molto più atletico e meno massiccio. Trautman poi era veramente una figura paterna e un punto di riferimento per il buon John, il solo a dirgli sempre la verità. Rambo ha preso molto del suo vecchio mentore invecchiando, è un uomo semplice e sincero, ha i suoi demoni, come non potrebbe dopo quello che ha passato, però è attaccato alle cose che fanno parte di lui, i cavalli, i coltelli e la terra (con i tunnel e le trappole!), oltre che la pseudo nipote. Alla fine ha trovato una specie di dimensione dove anche un disadattato come lui, come scrivi giustamente, può sopravvivere, nell'attesa dell'abbraccio della morte. Ma per uno che la guerra se la porta sempre con sé non esiste pace ed ecco che un fattore esterno scatena di nuovo tutta la sua violenza.
      Stallone è come il suo personaggio, un uomo che non ha pace, non riesce a fermarsi, non vuole darsi per sconfitto, nonostante l'età. Probabilmente Rambo VI sarà con lui sulla sedia a rotelle che spara ai cattivoni con la gatling incorporata. Detto questo sicuramente lo vedrò, certamente non al cinema, però me lo gusterò in compagnia di una buona birra e di un coltello dei suoi. Buona serata

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    5. Beh no, no. Che in tanti siano dilettanti in confronto a Rambo ci sta, ma non John Wick, che tra l'altro viene da altri lidi (periferie thailandesi, vedi alla voce The Raid).

      Quoto Cass sull'intrattenimento popolare, che guarda sempre metà al cuore e metà alla pancia, 50 e 50, dell'uomo medio, ma senza esaltazione dell'odio. Per questo Rambo non pare posarsi bene con l'idea della propaganda fine a se stessa.

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    6. L’unico dottore che trovi su questo blog è quello con la cabina blu che viaggia nel tempo ;-) Te lo consiglio perché più passano i giorni più il film mi sta salendo di punti, malgrado tutti i difetti, poi se vogliamo “Rambo VI” bisogna andare a vedere questo al cinema. Stallone è inquieto ci vedo molto di Springsteen in lui, se non la posizione politica che potrebbe tranquillamente essere opposta, sono due “nati per correre” che volenti o nolenti rappresentano una certa parte di America proletaria, ma qui mi sto perdendo in paralleli che forse vedo solo io ;-) Cheers

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    7. La politica è rimasta incollata addosso a Rambo nel 1985, anche Rocky nello stesso hanno ha sfornato un film di propaganda solo che nessuno lo considera un personaggio politico. Però Stallone ha sempre scritto e recitato per il suo pubblico, è cinema di pancia e cuore in parti uguali hai detto bene, purtroppo il cinema d’azione americano soffre di parecchi pregiudizi, quindi deve essere politico per forza, Rocky è un dramma con dello sport dentro, quindi tutto sommato ne è uscito “pulito”, insomma a Rambo tocca sempre il lavoro sporco ;-) Cheers

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    8. Va bene, mi hai convinto a vederlo al cinema! 😜
      Ma il mio dottore era alla "Spie come noi"!!
      Springsteen è un grande e anche io ci vedo molti parallelismi con Sly, tra cui anche la cultura del fisico, infatti anche lui a settanta anni dà molti punti a molti quarantenni, soprattutto in come affronta i concerti, è un vero rocker con i controc. Inoltre merita dei punti solo per aver ballato con Courtney Cox in Dancing in The Dark. Poi Tunnel of Love è il mio album preferito di sempre!!

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    9. "Tunnel of Love" ha la sfiga di arrivare dopo alcuni capolavori, ma è pieno di pezzi stupendi, la mia scena preferita di quel film geniale, con tanto di Gilliam: «Doctor», «Doctor», «Doctor», «Doctor», «Doctor», «Doctor» :-D Cheers!

      https://www.youtube.com/watch?v=hoe24aSvLtw

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  10. Ti dirò sono d'accordo con la recensione, nonostante la prima parte ricalchi molto la tipica narrazione alla "Death Wish" dell'intramontabile Charles Bronson, la storia segue in percorso naturale per il personaggio di Stallone. Oltretutto la carneficina finale vale davvero il prezzo del biglietto, quella modalità Jason/Frank Castle era quasi inaspettata, la morte del fratello smilzo come viene servita al pubblico sembra uscita direttamente da Se7ven.

    Il regista è lo stesso del film con Mel Gibson? Non mi stupisce alla fine.

    Rambo in questo film ha letteralmente strappato il cuore dal torace dei suoi nemici.

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    1. Gracias capo, quando ho letto il nome del regista alcune trovate (politiche) un po' le aspettavo, e quindi le polemiche che i film alla "Death Wish" si portano dietro, tranne il remake con Bruce, quello é talmente fiacco da essere sparito nel silenzio.

      Quella é la "Zombie kills of the week" solo che quello non è uno zombie e io non sono Woody Harrelson ;-) Cheers

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  11. Ottima recensione Cassidy, un ottimo lavorone.
    Very good ����������������������������������

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    1. Felice che ti sai piaciuta capo, gracias! ;-) Cheers

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  12. Onestamente non ero molto interessato al film, ma il tuo post mi ha incuriosito (intanto oggi mi sa che mi rivedo Rambo II in tv). Quello che mi piace di più è che il finale del film sembra veramente in linea con il personaggio del romanzo.

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    1. Ti ringrazio molto, ho visto che Italia 1 sta seguendo il nostro Blogtour, chissà se li daranno tutti e quattro oppure si limiteranno ai primi due, quelli più popolari. Esatto, infatti le critiche di David Morell sono assurde, una piccola ripicca dai ;-) Cheers

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  13. Visto stasera. Non ho mai amato la saga di Rambo, a parte il primo. Infatti non so nemmeno se gli altri li ho visti per intero (quasi certamente si, durante la mia sanguinolenta infanzia cinefila), il 4° l'ho proprio saltato. Visto con aspettativa bassa, con in mente solo il John Rambo del primo film, questo capitolo ha senso, anche se poco polso nella regia, e uno squartamento finale che vale il prezzo del biglietto. Perché sì: Rambo nei tunnel che massacra quei figli di buona donna al ritmo di "Five to one" (uno dei pezzi che mi ha fatto amare i Doors), è una scena che rasenta il cult, e si piazza in alto in un'ideale classifica da Revenge movie. Il problema è proprio questo: il percorso umano di un reduce ridotto all'ennesimo sfoggio di forza e semplice vendetta, è un peccato per uno Stallone che ci mette tutto se stesso nel personaggio. Lui che da divo di azione ha fatto il percorso inverso, ma sempre grazie alle due icone (inizialmente drammatiche) che l'hanno reso il divo che è.

    Hai citato "Viaggio in paradiso", visto e dimenticato, nemmeno mi ero posto il problema di chi avesse diretto questo Rambo 5 (nè quel film con Mel)
    La lettura "politica" di questo film non l'ho affatto vista in supporto trumpista, nonostante il Messico lercio senza possibilità di redenzione. Rambo è per sua natura un emarginato, il che lo rende più vicino agli ultimi, lontano da quello spirito propagandista che forse incarna suo malgrado, più per paradosso che altro, e finisce ad essere sempre figlio dei tempi. Ma la sua "famiglia" è fatta da immigrati messicani e successive generazioni.

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    1. Anche secondo me con la regia si poteva (e si doveva) fare meglio, la vendetta diventa quasi un passaggio di rito per il personaggio, ma Stallone ci mette il carico, la scena sulla tomba è dolorosissima. Nemmeno io ci ho proprio pensato ad una presa di posizione pro-Trump, ma funziona così ogni prodotto americano viene valutato anche così (sto pensando ai disegni di Springsteen usciti con Obama presidente e quelli usciti con Trump, i giornalisti si sono divertiti), poi penso che anche “Soldado” è stato definito come un’apologia Trumpiana (Trumpista, Trumposa, quello che è) quindi capisci che è inevitabile, non si scappa. Cheers!

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  14. Visto Domenica al cinema. Per buona parte del film ho avuto l'impressione che fosse stato qualcun altro al posto di Rambo non sarebbe cambiato poi molto. Poi però la parte finale mi ha esaltato parecchio, lì é Rambo duro e puro, tecniche di guerriglia e il buon caro divide et impera che mi hanno mandato fuori di testa

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    1. Vero, ma nel finale è sempre il “nostro” Rambo, quasi quarant’anni di esperienza sul campo non lì ha nessun’altro personaggio dell’immaginario ;-) Cheers

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    2. Effettivamente ha un bel curriculum in quanto a morti ammazzati, con una specializzazione pluriennale alla voce morti cruente. Diciamo che se si mettesse su LinkedIn non avrebbe rivali, nella categoria "mercenari"!!

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    3. Dovrebbe fondare una squadra di mercenari e diventarne il cap.. Ah no, già fatto ;-) Cheers

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  15. Vabbè , ma si sa che i messicani sono tutti straccioni comunisti, così come i tedeschi sono tutti nazisti, i giapponesi come samurai col senso dell' onore, i pellerossa sciamani mistici e gli arabi terroristi assassini!
    Cavolate a parte, Rambo VI, me lo vedo già, con Rambo che si vede arrivare una donna , magari vietnamita, che gli porta a conoscere il figlio segreto che non aveva mai conosciuto.
    Figlio che Rambo educherà a conoscere tutti i segreti della guerriglia .
    Poi Rambo morirà ucciso da qualche vecchio nemico, il figlio lo vendicherà e così avremo provveduto a creare le basi per altri 125mila seguiti ( c'hanno provato anche con Indy d è andata male , però)

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    1. Hai dimenticato i più facili, i Talebani del terzo film ;-) L'unico figlio d'arte che vorrei vedere in un seguito è il figlio dello sceriffo Teasle. Cheers!

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  16. Si intuisce che qualcuno ha visto quel filmone di Logan (anziani stanchi con le mani da gatto che difendono ispanici) ma è solo uno sbirciare dallo specchietto retrovisore.

    Il film è tutto puntato sui sanguinosi 15 minuti finali. Quelli dove capisci che non sei tu che cerchi Rambo ma è Rambo che cerca te. E se ti trova ti tira fuori le ossa ed ha la cortesia di domandarti se ora vuoi collaborare.

    Il tocco (violento) di classe in questo film serie B sono i Doors con Five to one. Coincidenza ha voluto che incrociassi poco prima in tv un quiz ove una giovane ragazza ad una domanda su Jim Morrison si chiedesse "Jim Morrison... Non lo conosco. Chi è?". Really?

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    1. Siamo ritrovati bellici di un'altra epoca ormai, come Rambo e i suoi 15 minuti finali, decisamente la parte migliore di tutto il film. Cheers!

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  17. Ottima analisi!
    Io però vorrei aggiungere qualche altro punto di vista su questo film che, seppur inferiore al quarto per regia, secondo me è veramente una bomba per come racconta il personaggio.
    Io ho adorato il sottotesto legato alla morte, con un Rambo che vive sottoterra perseguitato dai fantasmi e che, una volta che gli viene strappato l’ultimo legame con i vivi, diventa una sorta di dio della morte che porta con se quei fantasmi, in cerca di vendetta. E poi la violenza secondo me lo rende un film diversissimo da Taken e simili perché mentre per Liam Neeson e soci è un mezzo catarchico che porta alla risoluzione del problema, in LAST BLOOD la speranza di risoluzione è spazzata via a metà film e di fatto tutto quello che succede dopo è la rappresentazione, preparata in precedenza, di un uomo che non riesce ad elaborare il lutto fino alla fase di accettazione. Il dialogo con Paz Vega parla proprio di questo, dell’inutilità della vendetta che non può restituire i cari perduti, inutilità di cui Rambo è consapevole eppure vuole infliggere dolore, l’unica cosa che gli rimane e che prova. Ho trovato anche fighissimo il fatto che sto dialogo avvenga di fronte alla porta, con loro due in ombra, cosa che, unita al fatto che lei entra in scena con acconciatura e giacca che sono le stesse che lui aveva nel primo Rambo, sembra un dialogo interiore tra John e l’ultimo barlume della sua umanità ormai distrutta dalla guerra e da un lutto insopportabile. Io in questi aspetti l’ho trovato un film straordinario sulla non elaborazione del lutto e c’ho visto tutta la sua passione per edgar Allan poe nel monologo finale. L’avesse diretto lui sarebbe stato anche più potente del 4. Io, nonostante tutto, l’ho veramente amato sto film, ha una disperazione inusuale nel raccontare la violenza. Scusate lo sproloquio. -SFASCIA

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    1. Ti ringrazio molto anche per l’ottimo punto di vista, non avevo pensato all’abbigliamento e ai capelli di Paz Vega, che pure mi ricordavano qualcosa, non potevano essere stati scelti a caso. Rambo emerge dalla terra e quando perde l’ultima speranza di umanità ci torna in quei cunicoli per fare l’unica cosa che sa fare bene. Penso anche io che diretto da zio Sly, questo film avrebbe guadagnato molti punti, ma il tema della morte è chiaro, in una didascalia ho citato Sage ma non avevo pensato a Poe, dei mille progetti che Stallone annuncia, proprio quello sullo scrittore che ha in cantiere da anni è quello che vorrei vedere più di tutti. Cheers!

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