venerdì 6 settembre 2019

Miriam si sveglia a mezzanotte (1983): Ridurre i canini, aumentate lo stile

Come sono i registi che piacciono alla Bara Volante? Dovreste saperlo, talentuosi, poco allineati, controversi e orgogliosamente di genere. La seconda metà dell’anno, ormai da abitudine è quella che mi piace dedicare ad un regista meno celebrato (se anche un po’ schifato tanto meglio) e questa volta ho deciso di mettermi davvero nei guai.

Sì, perché è da parecchio che a me questa cosa ribolle in pancia e per quanto io possa pilotare questa Bara Volante, come la TARDIS del Doctor Who mi porta dove vuole lei e a me questa storia che Tony Scott deve sempre passare per il fratello scemo di Ridley, mi fa abbastanza girare le palle.

Non sono uno che da troppo valore ai premi cinematografici, ma in ogni caso Ridley Scott(o) non ne ha vinto nessuno di quelli grossi, quindi perché Tony dev'essere sempre “Il fratello di Ridley”, perché è nato sette anni dopo? Sì, lo so cosa state pensando, Ridley ha diretto dei capolavori, perché Tony no? Sì, però Tony Scott ha firmato anche dei film che non sono andati affatto bene al botteghino, perché Ridley, no?

Dove sta questa presunta superiorità di Ridley Scott(o)? Per me solo nella testa del pubblico che vede uno come intoccabile e l’altro come il fratello scemo, no, non ci sto, è ora di schierarsi ed ora che questa Bara prende le parti di Tony… Lo Scott giusto!
Anthony David Leighton Scott, più conosciuto come Tony nasce a North Shields, in Inghilterra nel 1944, è il terzo di tre fratelli, di cui Ridley è il secondo, il maggiore si chiamava Frank.

Appassionato d’arte e di auto veloci, Tony finì per seguire presto le orme del fratello Ridley, da tutti considerato il genietto di famiglia, perché con la sua Ridley Scott Associates (RSA) dietro la macchina da presa si stava facendo una certa fama nel campo della pubblicità. Nel 1965 collaborano per il primo cortometraggio diretto da Ridley, “Boy and Bicycle” (1965) in cui Tony Scott interpreta la parte di... Beh, Tony Scott, chi altri se no?

Ma dove vai bellezza Tony Scott in bicicletta? (Quasi-cit.)
L’influenza del fratello maggiore su Tony è enorme, inutile negarlo, nel 1975 per una scommessa persa con il fratellone, lo Scott giusto dirige un adattamento letterario di “The Author of Beltraffio” di Henry James, per la televisione francese, ma soprattutto sforna tantissime pubblicità per la RSA, facendosi le ossa e realizzando un suo sogno, fare abbastanza soldi per potersi comprare una Ferrari (storia vera).

Mentre Ridley esordisce con i suoi tre capolavori – quelli di cui ancora oggi campa di rendita – anche Tony inizia ad essere corteggiato da Hollywood, ma la morte del fratello maggiore Frank, per un cancro alla pelle a soli 40 anni nel 1980, è un brutto rospo da digerire che fa slittare lo sbarco dello Scott giusto nella mecca del cinema americano.

Ristabiliamo da subito la tradizione dei titoli di testa del film per la rubrica.
Il suo piano? Adattare per il grande schermo il romanzo del 1973 di Anne Rice, “Intervista con il vampiro” che arriverà al cinema solo nel 1994 diretto da Neil Jordan, perché nel frattempo l’MGM gli propone di fare la stessa cosa, ma con un altro romanzo, sempre a tema vampiresco, “The Hunger” del 1981 di Whitley Strieber. Tony accetta, il film esce nel 1983 e viene anche presentato fuori concorso al festival di Cannes, se non ne avete mai sentito parlare, probabilmente è perché qui da noi in uno strambo Paese a forma di scarpa il film cambia titolo e diventa il chilometrico “Miriam si sveglia a mezzanotte” che poi era anche uno dei tanti soprannomi – l’unico che posso riferire senza ricorrere a parole poco educate – del mio per fortuna ex vicino di casa che aveva le stesse abitudini, ma era decisamente meno elegante della Catherine Deneuve di questo film.

"Oui, je suis Catherine Deneuve" (una delle due frasi che so dire in francese, solo che non mi chiamo Catherine!)
Il 1983 è l’anno giusto per questo film, nel mondo si inizia a parlare di HIV, non nel film, ma l’inesorabile invecchiamento del personaggio di John e la vita trasgressiva dei protagonisti fa di “The Hunger”, un titolo al passo con i tempi nei temi e soprattutto nell’estetica e proprio quel “La fame” del titolo originale può essere interpretato in più modi, appetiti che possono essere anche sessuali e anche se nella storia si parla di invecchiamento legato al sonno, la variante italiana “Miriam si sveglia a mezzanotte” risulta un colpo ad effetto, ma molto meno a fuoco. Poi, oh... Chiedetelo al mio ex vicino di casa se dormire poco fa invecchiare bene, faceva il “Vampirla” la notte ma di giorno di aggirava come uno zombie (storia vera).

La Miriam del titolo è una vampira vecchia di un paio di secoli conservata alla grande e fatta a forma di una splendida Catherine Deneuve, il suo compagno di vita John (David Bowie) non è un vampiro “puro” come Miriam, è una sua creazione la cui giovinezza non è eterna e malgrado il continuo nutrire tutti i suoi istinti improvvisamente a John tocca il destino degli altri amanti della donna – che Miriam conserva in comode bare in soffitta – ovvero iniziare ad invecchiare di colpo, malamente e senza possibilità di arrestare il drammatico decadimento.

We can be heroes... (scusate, non ho potuto resistere)
In mezzo a loro a completare il triangolo, destinata a rompere il cerchio (oppure ad iniziarne un altro, lo lascio scoprire a voi guardando il film) s'infilerà una dottoressa specializzata nel legame tra il sonno e l’invecchiamento, convinta di poter controllare l’orologio biologico che controlla il decadimento dei nostri corpicini, la dott.ssa Sarah Roberts risponde al canone cinematografico. Avete presente la regola non scritta per cui nei film, le scienziate devono essere tutte gnocche? Ecco, la Susan Sarandon del 1983 abbraccia in pieno la categoria.

Dottoresse così a me non capitano mai, prima estratta: Susan (nel corso delle rubrica avremo altri esempi)
Quando dico che i primi minuti di un film ne determinano tutto l’andamento, penso anche a film come “The Hunger”, in un locale alla moda Miriam e John si muovono sinuosi come due predatori, la fotografia di Stephen Goldblatt è ultra patinata e bellissima, Catherine Deneuve e David Bowie sono stilosissimi ed impegnati a portarsi a casa una coppia, alla moda almeno quasi quanto loro, la giacca giusta i Ray-Ban a specchio giusti, non una parola, ma tutto raccontato per immagini e un montaggio sincopato quasi quanto le note della canzone che risuona, la decadente e affascinante “Bela Lugosi's Dead” che i Bauhaus hanno dedicato ad un’Ungherese piuttosto famoso per aver interpretato... Guarda un po’ un Vampiro. La presenza di Peter Murphy in persona, cantante del gruppo e punto di riferimento per tutti i Goth degli anni ’80, è altro materiale che va ad aggiungersi allo stato di culto di questo film.

Il gran visir di tutti i terun darkettoni.
Mentre i Vampiri – che qui non vengono MAI chiamati così, proprio come nel successivo Il buio si avvicina, tenetelo a mente che più avanti torna – vampireggiano, la dottoressa conduce esperimenti sulle scimmie, sì, perché ci sono anche le scimmie qui! Il vero barometro della “figaggine” di un film, sicuramente per uno “scimmiologo” convinto come me.

I dialoghi latitano, l’estetica è spinta al massimo, Tony Scott fa valere tutta la sua esperienza di regista di pubblicità e video musicali, l’inizio è pretenzioso nel suo voler risultare artistico, narrato solo per immagini spezzettate dal montaggio che cambia ritmo diventando anche frenetico, le luci la fanno da padrone. Se l’appartamento di Miriam e John è un maniero elegantissimo che sembra uscito da una rivista di arredamento (o dai sogni bagnati di un maniaco dell’ordine) la fotografia di Goldblatt è quella in cui si riflettono i microscopici granelli di polvere nei fasci di luce che tagliano le inquadrature, insomma è il marchio di fabbrica di Ridley Scott, da cui Tony qui è ancora dipendente, quasi quanto John da Miriam.

“Lo Scott giusto si chiama Tony, ricorda il nome”
Ma dal punto di vista estetico, l’uso della fotografia, con quei fasci di luce che sembrano doverti tagliare in due, per certi versi, mi hanno sempre fatto pensare all’uso delle luci al neon di Walter Hill, uno con cui Tony Scott ha più di una cosa in comune, come vedremo meglio nel corso della rubrica.

“Miriam si sveglia a mezzanotte” t’incolla allo schermo con il suo inizio che dice già tutto del film che risulta stilossissimo, ma non proprio bilanciato, lo si guarda perché appena ti distrai Tony Scott ti lancia addosso una scena ultra patinata da cui è impossibile staccare gli occhi, come quando Miriam seduce Sarah – momento che ha fatto perdere svariate diotrie a molti maschietti – ma in parecchi momenti ci si annoia perché la pellicola pare girare a vuoti e ci si sente un po’ come John che invecchia inesorabilmente sotto i nostri occhi nella sala d’aspetto dell’ospedale e non era nemmeno un ospedale italiano, altrimenti non ci sarebbe stato nulla di diverso dal solito.

Nel film, una scena immaginaria. In uno strambo Paese a forma di scarpa la normalità.
“The Hunger” è sempre in pericoloso equilibrio tra il culto totale e i momenti strampalati, se non proprio scemi, gli effetti speciali con cui viene gestito l’invecchiamento del personaggio di David Bowie sono ottimi ed... Ehm, invecchiati benissimo. Purtroppo lo stesso non si può dire dell’ultima scena, il climax con il ritorno di tutti i vecchi amanti incartapecoriti di Miriam, che sembra una scena dello Zombi di Lucio Fulci (e sono stato già buono), però con una fotografia ultra patinata. Insomma, non giriamoci attorno: Tony Scott qui arrivava dalla pubblicità e non aveva ancora i tempi giusti che servono ad un regista cinematografico a rendere la narrazione scorrevole e omogenea, ma nemmeno gli servono, perché malgrado il flop al botteghino (troppo strano e ricercato per il pubblico, ma forse anche un po’ troppo innovativo per il tema vampiresco, ne parliamo a fine post) il film è riuscito con il tempo a guadagnarsi un'etichetta da film di culto.

Può sembrare strano vista la fama di Tony Scott, ma qui quello che la maggior parte del pubblico considera un tamarro fa brillare alla grande una signora della Nouvelle Vague come Catherine Deneuve, rende Susan Sarandon sexy come forse non è mai più stata, e persino "l'uomo che cadde sulla Terra" più stiloso di sempre, invece di mettere tutti in ombra con la sua presenza - niente capelli da cantante di una Air-Band come in Labyrinth - regala una prova dolente. Molta classe per quello tamarro della famiglia Scott, che dite?

Sono tutti qui per vedere i tuoi celebri occhi David, non fare il timido.
I vampiri di Scott lavorano per sottrazione, non hanno canini, ma cavano il sangue dalle loro vittime usando una lama nascosta in un ciondolo a forma di Ankh, il simbolo egiziano della vita. Il sangue non manca e nemmeno uno stranissimo flashback a tema egiziano in grado di far alzare più di un sopracciglio. Il difetto del film più che l’inesperienza di Tony resta la sua dipendenza ad altri modelli che lo fanno passare per uno troppo in fissa con l’arte e la fotografia patinata a tutti i costi, sulla sua regia insomma, ancora l’ombra lunga del fratello Ridley.

Ma le zampate di un talento cristallino si vedono già tutte, qualcuno meno capace avrebbe trasformato la scena saffica tra Catherine Deneuve e Susan Sarandon in una roba da film scollacciato italiano degli anni ’60, invece per quanto sia esplicita e generosa nel mostrare epidermide e poppe – e in questo senso lo è parecchio – resta comunque elegantissima, roba del tipo: sto guardando una roba zozza forte, ma sono anche molto intellettuale.

Perdita delle diottrie, però con stile e una grande fotografia. (scritte piccole? Colpa delle diottrie)
Ma in un film dove non mancano poppe e scimmie (eh, su dai! Di che altro ha bisogno un film di qualche vampiro? Abbiamo anche quelli!) la vera forza di “Miriam si sveglia a mezzanotte” la si calcola in prospettiva, sulla lunga distanza, fatemi chiudere quell’icona a cui ho idealmente accennato lassù nel corso del post, almeno un paio di volte.

Prima di “The Hunger” i vampiri erano si romantici e decadenti, ma sempre e comunque relegati in vecchi castelli polverosi, interpretati da grandi vecchi come Christopher Lee, anche capolavori come “Nosferatu, il principe della notte” (1979) di Werner Herzog si rifacevano alla vecchia iconografia, quella di Murnau e del suo film del 1922.

Tony Scott arriva, apre le finestre e fa entrare i suoi fasci di luce, portando un nuovo punto di vista, e gli intenti sono chiari perché i Bauhaus cantano già sui titoli di testa che Bela Lugosi è morto, è ora di cambiare e Scott il tamarro, Scott il fratello di quell’altro, ma anche lo Scott giusto, ha l’intuizione di rendere i vampiri alla moda, non più vecchi conti in tetre magioni, ma creature della notte glamour, stilosi come Rockstar, tanto che uno di loro una Rockstar lo è per davvero.

Può sembrare poco, ma non lo è, perché “Miriam si sveglia a mezzanotte” cambia lo scenario per sempre e modifica l’iconografia dei vampiri in modo radicale, segnando la strada da seguire per tanti che dopo Tony Scott lo faranno.

“Ma non doveva essere volante questa bara? Sta scritto anche lassù perché non vola!”
Il vampiro vicino di casa dal fascino animalesco da sciupafemmine di “Ammazzavampiri” (1985), “Vamp” (1986) che si gioca un’altra icona di stile come David Bowie, ovvero la cantante Grace Jones. Joel Schumacher nel 1987 declina la lezione di Tony Scott in chiave giovanile e i vampiri di Ragazzi Perduti sembrano delle star del Rock e quella malinconia del tempo che passa inesorabile, dell’amore tra vampiri – mai chiamati così - e gli umani che da loro dipendono viene mescolato al mito della frontiera da Kathryn Bigelow nel 1987 con Il buio si avvicina.

Ma tutto è iniziato con Tony, lo Scott giusto, che dopo il flop al botteghino del suo film d’esordio, troppo strambo e forse troppo avanti per il suo pubblico, tornerà a dirigere videoclip e spot televisivi per due anni, ma occhio, perché la rivincita era dietro l’angolo e sarebbe stato anche piuttosto clamorosa, ci vediamo qui la settimana prossima per il nuovo capitolo della rubrica, Ray-Ban a specchio e giubbotto di pelle saranno d’ordinanza. Ma prima, vi lascio con lo schemino che conto di utilizzare alla fine di tutti i capitoli della rubrica, per portarvi tutti dal lato giusto della “Scottitudine”. Intanto non perdetevi la locandina d’epoca sulla pagine di IPMP!

Miriam si sveglia a mezzanotte (1983)
Se lo avesse diretto Ridley?
Sarebbe più facile per tanti riconoscere l’enorme contributo del film all’iconografia dei vampiri al cinema, ma lo ha diretto Tony, quindi è solo una roba con dei vampiri e David Bowie.

Nel paragone diretto, resta comunque molto meglio di:
The Counselor - Il procuratore (2013)
A parità di cast di “Bello bello in modo assurdo”, Michael Fassbender, Brad Pitt, Cameron Diaz, Penélope Cruz e Javier Bardem, non allacciano nemmeno le scarpe al trio Deneuve, Bowie, Sarandon. Inoltre, le parti noiose del film di Ridley lo rendono una palla mortale, quelle di Tony invece consistono in momenti Sexy da E.N.E. (Epistassi Nasale Esplosiva).

Risultato parziale dopo il primo Round:
Il tarlo del dubbio sta iniziando a logorare la vostra mentre, vi ripeterò il mantra fino allo sfinimento: Tony, lo Scott giusto, Tony, lo Scott giusto. Tony. Lo. Scott. Giusto!

34 commenti:

  1. IL SECONDO PIù BEL FILM DI BOWIE.

    il primo è naturalmente "il mio west"!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    ok farò il serio ho sempre pensato che bowie sia un ottimo cantante e un pessimo attore ma in sto film fa il suo .
    ovviamnente la deneuve giganteggia.

    sai che mi ero dimenticato di susan sarndon( grande attrice ma appunto fai l'attrice e lascia perdere la politica)

    voto 8

    grazie

    rdm

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    1. Sono sicuro che con il tuo lavoro ai fianchi, riuscirai a convincermi anche a rivedere “Il mio West” un giorno ;-) Scherzi a parte, Susan Sarandon e la Deneuve qui eclissano la scena della doccia del sopra citato film, poi vabbè gli attori nel tempo libero fanno quello che vogliono, Bowie non lo trovo un pessimo attore, sicuramente non era il suo primo lavoro (anche perché il primo lavoro vero, diciamo che gli riusciva benino dai) ma è innegabile che sapesse scegliersi i ruoli azzeccati. Oh poi questo trio di nomi niente male devi gestirli, Tony al primo film lo ha fatto e anche bene ;-) Cheers

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  2. Parlare di Tony è sempre cosa buona e giusta. Questo suo film ha molte carte da mostrare, sin dalla scena iniziale che mostra come Tony sia stati uno dei direttori di videoclip più eccelsi che gli inglesi abbiano avuto. Oltretutto la scena dell'invecchiamente precoce la sbatte in faccia a Fincher ed il suo Benjamin già da tempo. Oltretutto gli anni 80 ci hanno fornito i Vampiri più sperimentali del cinema americano: in salsa Western (Bigelow), in stile Gioventù Bruciata (Schumacher) ed in salsa splatter (Fright Night) ed infine questo che è più o meno un approccio più edonistico. Senza scordarci Cronny ovviamente. Anche se per me l'ibrido perfetto dei generi arriverà con Carpenter ed il duo Tarantino/Rodriguez negli anni 90.

    Comunque Tony è sempre stato tra i miei preferiti, ironicamente la critica coninciò ad apprezzarlo solo nel suo ultimo film. Ma per i Fan sarà sempre un mito.

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    1. Lo penso anche io, inoltre sono sinceramente stufo dell’atteggiamento di tanti cinefili con la puzza sotto il naso: Ridley DIO Tony scemo del villaggio. Non ci sono motivazioni per un’affermazione del genere, non credo ai premi cinematografici, ma in ogni caso nessuno dei due ne ha ricevuti (anche se entrambi hanno film che qualcosa lo hanno portato a casa). Entrambi hanno fatto capolavori e flop, film di culto e roba dimenticabile, solo che ancora oggi uno è intoccabile l’altro al massimo è “Il fratello di”. Lo spunto della rubrica sarà questo, scherzoso quanto vuoi ma con il coltello tra i denti ;-)

      Analisi perfetta, ma Tony lo metto in cima perché se i vampiri di Cronenberg erano legati alla sua ossessione per il corpo e la carne, quelli dello Scott giusto abbandonavano i castelli gotici e diventavano Rockstar patinate, Schumacher, “Fright Night” e anche un po’ Katrina Bigelow, oltre ad essere arrivati dopo, devono qualcosa a questo film.

      Poi ci sarebbe il filone western, della solita Katrina, che passa per Carpenter e arriva a Tarantino e Rodriguez, ma chi ha dato la prima occasione al cinema vera a Tarantino? Tony Scott (storia vera) e con questa chiudiamo decisamente il cerchio ;-) Cheers

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  3. Cosa mi rispolveri. Cosa! Ad ogni modo è un esordio folgorante, tanto quello del fratello con "I Duellanti". Certo non è un film perfetto e come sottolinei, la noia tira zampate alla visione perchè Tony non sa cadenzare i tempi in modo corretto, ma riscrive l'iconografia del vampiro, molto meglio di altri illustri successori (stiamo parlando di Neil Jordan). Il film però mette in chiaro come Tony Sia preoccupato più all'estetica che al resto.

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    1. Era un regista di pubblicità e videoclip, qui si vede tantissimo, anche perché il ritmo va così a strappi soprattutto dopo quella scena iniziale che t'incolla allo schermo. Non tutto è perfetto però i vampiri dopo questi film non sono più stati gli stessi. Sono stati più fighi ;-) Cheers

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  4. Sai, Cass...in realta' molti sono convinti che sia Ridley, il fratello scemo.
    In quanto a Tony...dico solo un titolo.
    TOP GUN.
    A me basta e avanza. Poi ha girato anche altro, ma ne riparleremo.
    Comunque...che brutta fine che ha fatto, poveretto.
    Non lo meritava, davvero.
    Questo l'ho visto a spezzoni qua e la', in seconda serata. E tra l'altro non in ordine cronologico.
    Un vero cut - up cinematografico, in stile Burroughs. Poi ho ricomposto il mosaico.
    Un film magari anche palloso, in certi punti. Piu' atmosfera, che brividi.
    Ma che presenta alcune idee molto interessanti.
    La figura di vampiro non come mostro che tratta gli umani come cibo. Anche se e' costretto a farlo, per nutrirsi. E sembra che lo faccia quasi di malavoglia.
    Un essere tormentato, che sa anche amare. Ma che ama come puo' amare uno che ha ben piu' di una vita, da vivere. Mentre il resto degli uomini ne ha una sola, fino a prova contraria. E nemmeno tutta, alle volte.
    E qui iniziano i problemi.
    Un essere che per vincere la noia esistenziale si inventa un po' di tutto. E arriva ad apprezzare entrambe le sponde del fiume.
    Uomo, donna, che differenza fa?
    L'importante e' avere qualcuno, anche se solo per qualche decina d'anni.
    L'immagine di vampiro come essere sessualmente ambiguo. Perche' e' al di sopra. E a un gradino piu' sopra della scala alimentare. Quindi pesca a piene mani dal gradino sotto. Lo ritiene un suo diritto.
    Ma con gli uomini condivide i sentimenti. La scena della soffitta con le bare quasi commuove. Per lei ogni volta deve essere un momento straziante.
    Emblematica anche la scena in discoteca. Dove le vittime quasi si consegnano docili, come ammaliate. Quasi ipnotizzate. Attratte irrestibilmente come gli insetti nella tela di un ragno.
    Fascino? Oppure magnetismo animale, come quello che paralizza la preda dopo che il predatore la ghermisce e l'azzanna alla gola, lasciandosi mangiare? O magari ferormoni, addirittura?
    Direi che Araki (l'autore di Jojo) si sia ispirato a questo, per relizzare i suoi vampiri. Qui la protagonista non crea suoi simili, ma creature piu' simili a zombi. Che non hanno eterna giovinezza e potere rigenerante. Sono destinati a decomporsi, a invecchiare. E se subiscono un danno, rimangono mutilati. Ma non possono morire.
    E' un destino orribile, a ben pensarci.
    Mi ricordo che hanno fatto una serie televisiva, ispirata a questo film.
    Si chiamava anch'essa THE HUNGER, e l'anfitrione era, guarda caso, sempre il grande Bowie.
    Trasmessa su reti private a orari assurdi. Era a episodi, e il piu' delle volte si chiudevano con un finale bastardissimo.

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    1. Perché so di avere i migliori lettori del mondo, ma fuori dalla Bara non la pensano proprio tutti così.
      Il film rende benissimo il senso di un tempo lunghissimo da vivere, o pochissimo tempo per continuare a farlo, una volta dovrei provare a leggere Jojo, so che i suoi appassionati sono dei veri proseliti, ma questa è una conferma dell’influenza del film dello Scott giusto, sulla cultura popolare ;-) Sto cercando anche la serie tv, vediamo se riuscirò ad inserirla nella rubrica, anche perché almeno un episodio è diretto dal nostro Tony! Cheers

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    2. E meno male che hanno mantenuto il titolo originale nella.serie tv. Comunque i titolisti italiani sono sempre stati una brutta razza. Per esempio, Magic Christian il film con Peter Sellers e Ringo Starr, ve lo ricordate il titolo italiano???

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    3. Quella roba chilometrica del miliardario con il pallino della truffa vero? Assurdo anche per me che ho il pallino dei titoli lunghi. Cheers

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    4. Esatto!!! Nemmeno alla Wertmuller veniva in mente un titolo così

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    5. Batte la Wertmuller e i titoli italiani dei film di arti marziali degli anni '70. Cheers!

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  5. Noooooooo questa sì che è roba grossa: finalmente un ciclo sul VERO Scott di famiglia!!! ^_^
    In questi pomeriggi La7 sta buttando film a casaccio per riempire quel poco tempo che passa fra una maratona Mentana e l'altra, e hanno rimandato "Giorni di tuono": ti immagini a mandare un film di Ridley Scott come riempitivo? Quando mai? Gli costerebbe uno sproposito, invece Tony viene via al chilo...
    Eppure i suoi film dimostrano chi aveva il vero talento in famiglia, ti inchiodano e non ti mollano: la fotografia, le inquadrature, l'atmosfera, non saprei dirlo, ma c'è qualcosa che appena dici "Guardo giusto questa scena e poi basta" è finita: il film te lo rivedi tutto!
    Questo film di vampiri l'ho sempre sentito citare - se non sbaglio piaceva tanto ai curatori di "Dylan Dog" ed era citato spesso nelle introduzioni - eppure non m'è mai capitato davanti. Non è che lo abbia evitato, semplicemente non mi è mai capitato. E ignoravo completamente fosse di Tony! Con queste tue rubriche ho una lista di film da vedere infinita! :-P

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    1. Ero sicuro che avresti apprezzato ;-) Rispetto per tutto, ma ora più che mai Ridley lo vedo come Scott(o), e poi mi manca Tony, era un appuntamento annuale andare a vedere il suo nuovo film, quindi eccoci qua ;-) Dici bene, Tony per me era come i grandi chitarristi, subito riconoscibile e magnetico, ho scritto il post di "Giorni di tuono" proprio oggi (storia vera). Questo ha qualche problema di ritmo, ma già tutto lo stile di Tony, se ti capita di sicuro offre materiale per il ZiNNefilo ;-) Cheers

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  6. Completamente off topic: problemi con vicini rumorosi? Ti capisco: io è un paio d'anni che sto cercando di cambiar casa... E ogni tanto un paletto di frassino mi farebbe comodo :/

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    1. Lascia perdere, potrei scrivere un romanzo tragicomico sull'esperienza, roba talmente assurda da sembrare inventata, roba che "L'erba del vico" di Joe Dante e "I vicini di casa" di John G. Avildsen messi insieme sono robetta. L'unica è cambiare casa, oppure un ottimo ammazzavampiri ;-) Cheers

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  7. Infinita eleganza a parte, oltre alla bellezza del cast, ricordo poco e niente.

    Da rispolverare.

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    1. Una ripassata la merita, è un opera prima con pregi e difetti, ma per quello che ha fatto all'iconografia dei Vampiri al cinema, anche troppo sottovalutato ;-) Cheers

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  8. Ciao Cassidy!!
    Credo che siamo in tantissimi a celebrare "Lo Scott giusto"!!
    Questo lo devo rivedere assolutamente...ma in ogni caso vuoi mettere la quantità di capolavori rimasti scolpiti nella storia del cinema che ha saputo girare QUELLO GIUSTO nei confronti dell'altro?
    Che ci dà gli schiaffi in faccia da anni [esclamava Dave, agitando la pipa] il maledetto! (gli passo giusto "The martian")

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    1. Ciao Dave, non ti ho letto tre giorni, mi stavo quasi preoccupando ;-)
      Scherzi a parte, non nego nulla di Ridley, ha fatto film che amo molto, ma la rubrica oltre ad essere un omaggio a uno a cui ho voluto bene (l’appuntamento con il nuovo Tony Scott, era imperdibile e mi manca non poterlo più fare) serve anche a buttare lì il sasso senza nascondere la mano: Non ci sono “prove” della superiorità di un fratello sull’altro, se non nell’atteggiamento un po’ snob di certi appassionati di cinema, quindi sarò molto sarcastico e volutamente provocatorio fino a fine rubrica ;-) Cheers!

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    2. Ahaha avrai pensato "che fine ha fatto quello stalker!!" E' che venerdì si è dovuta operare la mia compagna e allora in questi giorni ho avuto molto da fare, comunque tutto bene! Oggi è anche il suo compleanno, perciò in occasione del ritorno a casa e per ridere sulle ferite rivedremo e reciteremo insieme Brian di Nazareth 😄😄 Piaaaano che ti si rompono i punti!!

      D'accordissimo sulla tua linea di commento! Viva i fratelli Scott! 👏🏻👏🏻

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    3. Bene, queste sono le cose davvero importanti, stare bene e guardare Brian di Nazareth. Quei punti verranno messi a dura prova! ;-) Cheers

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    4. Poco ma sicuro! Lingue di allodola! Nasi di lontra! Milze di gattopardo!

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    5. Il sandalo ci ha dato un segno! Cheers

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    6. Mi uccide quel passaggio, da morire da ridere ;-) Cheers

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    7. Quel passaggio è proprio degno di Geova!! (semi-cit.) 😂😂

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    8. Così chiudiamo anche il cerchio con Indy ;-) Cheers

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  9. Ennesima scoperta sul Mereghetti. Effettivamente affascinante nella trama e nella messa in scena, ma decisamente sgangherato nella sceneggiatura! °_O Mi deluse decisamente nonostante il cast! Scoprire che era di Tony Scott mi stupì visto che poi al surreale e all' orrorifico non c' è più tornato se non erro. Un regista su commissione che però sapeva il fatto suo! Il nostro amico Tommaso Missile come sappiamo e vedremo nel prossimo appuntamento gli deve la carriera XD perché sennò, finita la sbornia dei film giovanilistici, rischiava di chiudere con "Legend"! Curiosamente diretto dall' altro fratello. Anche la Sarandon finirà per interpretare uno dei film più acclamati di quest' ultimo.
    L' appuntamento che aspetto di più? "Revenge"! Filmaccio che spreca il bel trio di attori protagonisti e che nonostante la non tanta fama è uno dei classici di Rete 4 da anni!

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    1. PEr altro il post su "Revenge" è già pronto, sono in piena febbre da Tony e mi sono portato avanti ;-) Cheers

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  10. Mi ricordo questo anedotto della Sarandon :per fare la scena lesbo con la deNeuve gli consigliarono di ubriacarsi e lei rifiutò dicendo " quando mai ci si deve ubriacare per far l'amore con Catrine de Neuve ?"

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