mercoledì 4 settembre 2019

Beverly Hills Cop (1984): lo so che sentite risuonare “Axel F.” nella testa

Realizzare un film non è una scienza perfetta, se è un grande successo, cambiare anche un solo elemento farebbe stonare tutto lo spartito, ma per essere un grande successo, prima tutti i pezzi devono andare al loro posto e qui si viaggia davvero “Ai confini della realtà” tra gli scenari possibili, “Sliding doors” se preferite i film romantici e se fosse questo il caso, mi sa che avete sbagliato blog.

Nel 1977 lo storico e loschissimo produttore Don Simpson si fa venire l’idea di uno sbirro in trasferta a Beverly Hills, affida il lavoro allo sceneggiatore Danilo Bach che sceglie Pittsburgh come città natale del protagonista e Elly Axel come nome per il personaggio, ma tutto finisce nel dimenticatoio fino al 1983, quando il successo al botteghino di “Flashdance” fa guadagnare a Simpson i soldi necessari per rimettere in pista il progetto intitolato “Beverly Drive”. La sceneggiatura viene riscritta da Daniel Petrie, Jr. ora il personaggio di chiama Axel Elly (uhm quanta fantasia) e viene da Detroit, ma è con l’arrivo del pupillo di Simpson, il produttore Jerry Bruckheimer (di cui potreste aver sentito parlare, almeno negli anni ’90) che il personaggio diventa Axel Foley e trova il suo attore: Mickey Rourke.

Come Mickey Rourke? In che mondo parallelo Axel Foley è uno dei personaggi più famosi della carriera di Mickey Rourke dài! Infatti, Rourke esce di scena abbastanza presto in favore dell’attore giusto, questa volta sì… Sylvester Stallone.

"He is fantastic. It is his best performance ever" (Cit.)
Ok, sto iniziando a sentirmi come il ragazzino di Last Action Hero, come Sylvester Stallone? Sì, sì, proprio zio Sly a lungo è stato ben più che interessato alla parte. Forte della sua esperienza come autore e regista dei vari Rocky e al massimo della notorietà dopo l’enorme successo al botteghino di Rambo, Stallone vuole fare di Beverly Hills Cop – finalmente il titolo definitivo – il suo film sotto ogni punto di vista, riscrive buona parte della storia, trasforma l’amico del protagonista che viene ucciso e dà il via all’indagine, nel fratello del protagonista che improvvisamente si chiama Axel Cobretti, perché voleva che tutti lo chiamassero “Cobra”, vi ricorda qualcosa tutto questo? Tranquilli tra un po’ ci arriviamo.

Nella versione di Sly, Jeannette 'Jenny' Summers deve avere una storia d’amore con Axel, inoltre, pretende una scena iniziale colossale, qualcosa di grandioso, ma anche un inseguimento tutto matto su una Lamborghini rubata. Jerry Bruckheimer e Don Simpson si guardano e al grido di «e io pago!» cercano di convincere Stallone che va bene Sly, ma anche un po’ meno magari. Niente, non si trova un accordo, le strade si dividono e Stallone si porta via anche il pallone (e le sue idee) per riciclarle quasi identiche e creare il suo poliziotto. Questa amiche è amici è la storia di com'è nato Cobra, per oggi è tutto ci vedi… No, aspettate, non possiamo lasciare Don & Jerry in mezzo ad una strada!

“Blatera da mezz’ora su Beverly Hills Cop e ancora non mi ha citato, ti pare normale?”, “Guarda lascia stare, mi fa venire il mal di testa quando fa così”
Chi potrebbe sostituire Stallone, ora che la trama è quasi interamente modellata su di lui? La risposta per Bruckheimer e Simpson è semplice: andiamo a prendere un comico, se è uno dei più popolari del Paese anche meglio. La leggenda vuole che a sei settimane dall’inizio delle riprese i due produttori volarono a casa di Eddie Murphy che, però, al momento era alle prese con un altro progetto intento a cambiare attori come calzini, Ghostbusters, in cui il comico avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di Winston Zeddemore.

Da una parte essere un comico circondato da talenti come Dan Aykroyd, Bill Murray e John Candy (inizialmente anche lui tra i nomi in gioco per diventare un acchiappa fantasmi), dall’altra volare a Beverly Hills Cop, ed essere assoluto protagonista di un film in cui avrebbe avuto carta bianca di improvvisare visto che la sceneggiatura era più che altro una traccia, ovviamente pagato profumatamente, voi cos'avreste fatto? Murphy non ha dubbi e di fatto regala ad Ernie Hudson il ruolo per cui ancora oggi viene ricordato.

“Oh bravo Cassidy! Ora si comincia a ragionare”
Perché proprio Eddie Murphy? Se avessero sbagliato Don & Jerry sarebbero finiti come i fratelli Duke, tanto per citare un altro film famoso di Murphy. Certo, bisogna dire che il comico era non popolare, di più! Faceva furore al Saturday Night Live e i suoi spettacoli facevano il tutto esaurito, era il periodo del suo celebre monologo su Michael Jackson, infatti, non a caso, una delle scene più memorabili di “Beverly Hills Cop” è quando Axel Foley per farsi dare una stanza d’albergo da duecento dollari a notte, fa una tirata sul fatto che dovrebbe scrivere un articolo proprio sul re del Pop, ma ve la dico io la verità: Don e Jerry sono stati due gran furboni e senza nulla togliere al talento e alla popolarità di Eddie Murphy, i due produttori sapevano che il comico era l’uomo giusto. E torniamo un po’ sempre allo stesso punto, nessuno concede mai a Walter Hill il credito che merita.

Questo a Beverly Hills lo chiamano "Inside joke"
Chi è stato a far esordire al cinema Eddie Murphy, proprio in un poliziesco? Walter Hill in 48 Ore, una prova magnifica esaltata dalla critica che di sicuro Don & Jerry conoscevano, andiamo! In questo film dei panni del braccio destro del cattivo troviamo Jonathan Banks che magari molti di voi ricorderanno come il Mike di “Breaking Bad” e Better call Saul, ma recitava proprio in 48 Ore.

“Ho lavorato con Walter Hill un po’ di rispetto!”
La regia viene affidata a Martin Brest, autore in carriera di un altro piccolo cult come “Prima di mezzanotte” (1988) e del remake di “Profumo di donna”, quello del 1992 con Al Pacino, che qui fa fondamentalmente da direttore d’orchestra, tiene il tempo, ma il suo solista è Eddie Murphy nel suo spettacolo personale. Improvvisa battute, diverte e si diverte e quando non è in scena, tutti i personaggi si chiedono «Dov’è Axel Foley?» e non è tanto per dire, lo fanno davvero.

Sì, perché il film che da noi si guadagna un ridondante e chilometrico sottotitolo [Cassidy inspira forte] Beverly Hills Cop - Un piedipiatti a Beverly Hills [Cassidy espira forte] di fatto è un 48 Ore, tutto fortemente e volutamente centrato su un unico protagonista libero di fare letteralmente quello che vuole (nel film e sul set) che si gioca lo spunto di base dell’eterno scontro culturale e delle differenze di approccio tra le due coste degli Stati Uniti (quella Est e quella Ovest), non dico proprio Woody Allen che dichiara che non vivrebbe mai a Los Angeles, una città il cui unico spunto culturale è poter svoltare a destra quando il semaforo è rosso, però quasi.

Occhio però a svoltare, si rischia di fare questa fine.
Si parte subito forte, sul sassofono di “The Heat Is On” di Glenn Frey, il regista Martin Brest ci mostra un pezzettino di Detroit, forse il posto d’America più lontano (geograficamente ed economicamente) da Beverly Hills. Qui conosciamo il detective Axel Foley (Eddie Murphy) impegnato a smerciare un camion pieno di Lucky Strike a due loschi figuri locali. Ad Axel la parlantina non manca e nemmeno la faccia, diciamo tosta, perché dire come il culo sarebbe poco educato e pronti via, tutto va a rotoli e parte un inseguimento camion contro auto della polizia, per la gioia del capo di Axel, l’ispettore Todd (Gilbert R. Hill) uno che, citando le sue immortali parole, è “stanco di essere inculato al posto suo”, perché Axel è il classico caso di bravo, ma non s’impegna, anzi s’impegna, però a risolvere i casi nel modo più spiccio e diretto possibile, il classico poliziotto duro che lavora da solo, ma con molta più voglia di divertirsi e fare casino. Immaginatevi il Jack Cates di 48 Ore, però con il volto di Reggie Hammond e affetto da “ridadola” compulsiva.

La sentite risuonare anche ora vero? La risata di Tonino Accolla.
La molla che fa scattare la storia è il suo amico d’infanzia Mike (James Russo), i due facevano guai insieme da ragazzini e Mike che fa dentro e fuori le prigioni per furti e furtarelli di poco conto, in passato aveva evitato ad Axel il riformatorio. Per una storia di titoli al portatore in Marchi tedeschi (altri tempi) sgraffignati Mike è di nuovo a Detroit dopo diverso tempo passato a Beverly Hills, ma il proprietario di quei titoli, il ricco mercante d’arte Victor Maitland (Steven Berkoff) gradirebbe riaverli e manda il suo sgherro Zack (Jonathan Banks) a risolvere eliminando per sempre Mike. «Madornale errore» (cit.)

Axel si prende le ferie per indagare per conto suo sulla morte dell’amico, l’unico gancio che ha è la loro vecchia e comune amica, la bionda Jeannette 'Jenny' Summers (Lisa Eilbacher) che gestisce una galleria d’arte e ha dei contatti con Maitland. Axel sembra uno in vacanza, ma ha decisamente il pepe al culo per incastrare il bastardo che ha fatto fuori il suo amico, questo non vuol dire che non si concederà ogni occasione buona per fare casino, che per Eddie Murphy equivale ad un momento per brillare.

Lo scontro tra costa Est e costa Ovest si consuma da subito fin dall’arrivo di Axel nella ricchissima (e bianca) Beverly Hills, il fatto che sembri un marziano caduto da un altro pianeta diventa chiaro con tutti i personaggi che incontra, dall’albergo a cinque stelle dove decide di intrufolarsi (portandosi a casa accappatoi come se non ci fosse un domani) fino all’incontro con Serge (Bronson Pinchot) alla galleria, un soggettone che sbaglia il nome al nostro chiamandolo “Acquel” permettendo al doppiatore storico di Murphy, Tonino Accolla, di esibirsi svariate volte nella risata che ha reso celebre qui da noi il popolare comico.

Umorismo gaio, molto gaio, anche troppo.
Rivedere “Beverly Hills Cop” oggi mette la malinconia, non per il film quello è uno spasso, ha pochissimi cali di ritmo – forse solo nella parte centrale che, però, è quella nello strip club, quindi tutto sommato nemmeno lì si ci annoia – più che altro perché arriva da un’altra era geologica, non solo i film con gli sbirri oggi sono estinti, ma anche quelli con i comici non hanno questo brio e malgrado sia chiaro che qui Eddie Murphy a briglie sciolte è libero di fare il bello e il cattivo tempo, il film ci guadagna anzichè perderci. Non so quanti altri comici oggi riuscirebbero a non risultare noiosi atteggiandosi a sbirro per 105 minuti.

L’idea dello sbirro di Detroit che poco sopporta l’autorità, ma è un drago nel suo lavoro, viene perpetuata in continuazione, i poliziotti di Beverly Hills sono il suo esatto opposto, giacca e cravatta, inquadrati e ligi alle regole, il loro capo è l’intransigente Ronny Cox (qui nell’inedito ruolo per lui del buono!), mentre i due poveri malcapitati che devono cercare di tenere il suo passo, ma finiranno lo stesso per farsi coinvolgere dai metodi e dalla simpatia di Axel, sono due spalle comiche, perché per un Murphy così scatenato, una sola non bastava!

“Noi non siamo la spalla di nessuno!”, “Ehi chiedi a Dan e Jamie Lee, con loro a Natale ci divertiamo sempre"
Il detective William 'Billy' Rosewood (Judge Reinhold) è il giovanotto buono e un po’ scemone, il suo responsabile il sergente John Taggart (John Ashton) e un ciocco di legno rigido e morigerato. Entrambi, però, capiranno il talento e il fiuto di Axel assecondandolo nei suoi folli metodi.

“Tranquillo tutto sotto controllo, è una metafora”
“Beverly Hills Cop” è un residuato bellico proveniente da un altro mondo (di intendere il cinema) perché oggi tutte quelle parolacce – molto ben rese da un doppiaggio italiano ben fatto – e quelle battute sugli omosessuali non sarebbe possibile sentirle, questo film ne è proprio ossessionato. Si sente di “Finocchi” al bar da pestare, il personaggio di Serge risulta comico perché caratterizzato come un omosessuale da barzelletta (tranquilli, nei seguiti faranno anche peggio), per mettere in imbarazzo il cattivo, lo stesso Axel si finge gay, raccontando del suo Herpes insomma una fissa, tanto che forse la gag più memorabile di tutto il film ruota intorno a delle banane infilate nel tubo di scappamento dell’auto dei due poliziotti. Che non è una metafora, Axel infila davvero delle banane nel tubo di scappamento della macchina di Billy e Taggart, però sì, è una metafora, per altro a fornirgli il materiale, è un giovanissimo (e ancora con i capelli) Damon Wayans che, ovviamente, recita con un atteggiamento molto “gaio”… Eh, ma allora è una fissa!

"Shhh zitto, non dirlo a John Hallenbeck però quello è sempre scorbutico"
Ma a parte le fissazioni del film, i dialoghi di “Beverly Hills Cop” per quanto molto coloriti sono spettacolari e all’orecchio filano via belli lisci, è sempre bello sentire i personaggi battibeccare in questo modo, capite da voi che un animale da palcoscenico, bravissimo ad improvvisare come Eddie Murphy, qui sia una predatore nel suo ambiente naturale, infatti si mangia tutto il film.

La sua reazione quando viene defenestrato dagli sgherri di Victor Maitland («Disturbo della quiete pubblica? E se mi avessero buttato giù da un’auto in corsa cosa avreste fatto? Una multa per eccesso di velocità!?»), il continuo improvvisare balle per uscire da ogni situazione (tipo fingersi un agente delle dogana) “Beverly Hills Cop” diventa subito l’Eddie Murphy Show che a volte ricorda anche di essere in un poliziesco.

“Non è come sembra, sono per uso personale. Quando sono nervoso fumo"
Il cattivo interpretato da Steven Berkoff non è certo memorabile, ci vuole più tempo a convincere tutti ad usare i metodi di Axel che a farlo fuori, in questo senso il film paga lo scotto di essere nato come film d’azione e riconvertito a commedia d’azione con l’arrivo di Murphy, ma questo non cambia nulla del suo valore, grazie a questo film la carriera di Eddie ha fatto un triplo salto mortale carpiato in avanti, trasformandolo in una delle più grandi superstar degli anni ’80. Al netto di un budget di 15 milioni di fogli verdi con sopra le facce di alcuni ex presidenti defunti, il film ne ha portati a casa la bellezza di quasi 235, battendo un altro grande titolo in grado di diventare un’icona della cultura popolare, pensate un po’? Proprio “Ghostbusters” (storia vera). Ora capite perché Eddie Murphy non ha avuto dubbi nello scendere in corsa dalla Ecto-1?

Anche [Cassidy inspira forte] Beverly Hills Cop - Un piedipiatti a Beverly Hills [Cassidy espira forte] è entrato a far parte della cultura popolare, sì, ok ha consacrato per sempre Eddie Murphy va bene, ma vogliamo parlare della sua colonna sonora? Pam-Pa Pam Pam Pa, sul serio chi è che non conosce il tema del film composto da Harold Faltermeyer? La celeberrima “Axel F.” è assorta immediatamente ad una delle composizioni simbolo del decennio, ripresa e remixata in un numero incalcolabile di versioni, è stata la suoneria del cellulare di almeno un paio di generazioni fino agli anni ’90 molto ben inoltrati. Quanti conoscevano qualcuno che l’aveva sul telefono? Quanti aspettavano a rispondere dopo averne ascoltata un pezzetto? Su le mani! Vi voglio vedere con le mani in aria!

“Fermi tutti mani in al… Ok, le avete già tutti in aria”
“Beverly Hills Cop” è il residuato bellico di un’era cinematografica che è naufragata come Atlantide, la variante comica di un modello classico ormai andato, ma per qualche giorno sentirete ancora riecheggiare le note di “Axel F.” e la risata di Tonino Accolla su queste bare, Foley tornerà a trovarci a breve, non mancate!

48 commenti:

  1. Vero e proprio residuo bellico, hai ragione, ma quante volte ho visto questo cimenlio da ragazzo? Boh, non so nemmeno contarle. Tra passaggi in tv a vhs il primo capitolo l'ho guardato un imbarazzante numero di volte. Oggi avrei paura a rivederlo, perchè già qualche anno fa in TV ricordo alcuni momenti montati da sberle negli occhi, ma magari sto diventando troppo schizzinoso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche perché un tempo lo passavano in tv con più frequenza del telegiornale ;-) Con il tempo ha retto abbastanza bene, nel senso che la regia di Martin Brest continua a scricchiolare negli stessi punti di allora, l’umorismo “gaio” reiterato oggi balza agli occhi più che mai, un po’ perché nella versione doppiata ne abusano anche più che nell’originale, un po’ perché ormai è un film di un’altra era geologica, però ti dirò, fa ancora il suo dovere ;-) Cheers

      Elimina
  2. Risposte
    1. Credo sia impossibile non farlo, è talmente famoso che anche gli non lo ha mai visto (sono pochi, e magari molto giovani) lo conosce. Niente male per un progetto riciclato tirato su poco più di sei settimane ;-) Cheers

      Elimina
  3. ottimo commento ggrazie.

    mi ritrovo.

    se non l'ahi già fatto recupera il film ( in verità è uno spettacolo dal vivo del nostro ) "nudo e crudo" fantastico.

    cassifdy quando puoi recensicei hobbs and shaw w la casa dalle finestre che ridono 2.


    grazie

    rdm

    RispondiElimina
    Risposte
    1. “Nudo e crudo” è un classico, il buon Eddie al massimo della sua potenza. Accolla gli ha regalato la risata, ma molto del resto è stato piallato dal doppiaggio, per quello proprio quello spettacolo merita di essere visto in originale, grazie a te! ;-)

      Come ti sarà chiaro entro la fine della settimana, sono incastrato negli anni ’80 più del solito, tra Rambo e Karate Kid. Ecco perché non ho ancora avuto il tempo di scrivere di nessuno dei due, in ogni caso arriverà tutto anche perché sono post che ho già “scritto” in testa, mi manca solo il tempo di buttargli giù a mezzo tastiera, giurin giurello chiedo perdono per l’attesa ;-) Cheers!

      Elimina
  4. Ricordo che lo vidi la prima volta negli anni '80, e se lo rifanno in TV me lo riguardo volentieri, un vero e proprio classico! I seguiti sono più trascurabili, diciamo che si è perso poi il "pretesto" del primo film, cioè la calata di uno sbirro di Detroit a Beverly Hills! So che da una vita stanno pensando al quarto capitolo, ormai Axel dovrebbe avere l'età per aver fatto un minimo di carriera ma...dubito :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nel secondo siamo davvero in zona pretesto, il terzo visto una sola volta, e considerando che è del mio grande amico John Landis, è un dato molto indicativo. Murphy rischia il ritorno in auge dei suoi personaggi, non dico proprio alla Stallone ma quasi, ora sta girando “Il principe cerca moglie 2” 8storia vera), giusto perché ho citato Landis ;-) Cheers

      Elimina
    2. A me piace anche il 2. Il 3 non mi ha mai attirato devo dirr la verità. Ambientato al luna park? Boh!

      Elimina
    3. Ho appena finito di rivedere il tre poco fa (storia vera) ;-) Cheers

      Elimina
  5. Carabara, difficile prenderti alla sprovvista, ma immagino che saprai che tra una battaglia delle Termopili ed un nuovo Darkoso darker than ever, il mio buon amico ed ex allievo Frenmiller aveva scritto il soggetto di un film che Cinelandia dopo il floppino di The Spirit ha preferito non mettere nemmeno in cantiere. Per tutti gli altri che non si abbeverano alle tue fonti, tento una sintesi. Nel solito futuro post-apocalittico in mano alle multinazionali, Axel Murphy è un pulotto neri che sghignazza di fronte agli altri pulotti corrotti e KKK oriented fino a che non pesta i piedi al KKKapo sbagliato che lo fa bersaglio di mitraglia prima di precipitarlo in un tino di scorie da cui riemerge pallidissimo e con un ghigno inquietante. Per tutti stecchito, dopo il crepuscolo Murphy applica la sua legge in una Detroit che lo teme e gli contrappone pulotti cyborgs.
    Ho letto che Joachim Phoenix sarà probabilmente candidato all' Oscar per il suo Joker quindi non è impossibile che prima o poi anche il soggetto di quel soggettone di Frenmiller riaffori dal cestino di qualche uomo di idee. Sperem ? ciao ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gioacchino me lo aspetto ovunque da qui alla fine dell’anno, sono pronto al “Post-Cavaliere Oscuro” parte II – Il Joker colpisce ancora. Quindi perché non il tuo ex allievo Frenmiller, che sul mio comodino è già tornato alla grande, sto leggendo e rileggendo un sacco di roba sua, compreso il freschissimo “Superman: Year One”, che mi sta turbando più che vedere Jr.Jr. la lavoro per la Distinta Concorrenza (…mazzata!). Cheers!

      Elimina
  6. ma parliamo del regista martin brest.

    o raga io sono di nichelino e sono un duro: ho visto tutto "amore estremo" e sono ancora vivo!!!!!!!!!!!

    all'epoca jlo e ben affleck erano fighi fighi fighi in modo estrremo ma due cagnacci a recitare.

    amore estremo ha stroncato la carriera di brest ed è un peccato.

    pochi se lo ricordano ( e lui certo non lo fa sapere ) ma in amore estremo c'è pure al pacino-

    povero al

    geppo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il terribile è famigerato “Gigli”, gli horror. Quelli veri ;-) A Nichelino e dintorni, una prova di forza degna della prova del dolore dei Sioux è vedere “Vi presento Joe Black”, sempre del nostro Martino. Visto di ritorno sul bus di un Oktoberfest, con la scena quella dove i meno duri piangono, mandata avanti e indietro più volte, solo per esultare ridendo. Dico solo che il film successivo per coprire le ultime due ore di rientro da Monaco scelto è stato “Conan il Barbaro”, potete immaginare chi abbia suggerito la scelta (Storia vera). Non sono di Nichelino, ma ho fatto la gavetta ;-) Cheers!

      Elimina
  7. Complimenti, Cass.
    Gran bel post. Ma la parte che ho preferito, piu' che la recensione stessa, e' stata la riflessione sui casi della vita.
    Certo che a leggere i nomi che dovevano interpretare Foley si rimane basiti.
    E non tanto su Sly, su cui tutto si puo' dire tranne che gli manchino le risorse e lo spirito di iniziativa.
    Non gli fanno fare Beverly Hills Cop? Bene, e lui se lo fa per conto suo.
    Mi riferisco a Mickey Rourke.
    Quando ti rendi conto di avere l'occasione della vita e di buttarla via malamente. E per che cosa?
    Per finire a fare quella boiata di Orchidea Selvaggia.
    Non posso fare a meno di pensare che con questo film la sua carriera sarebbe stata ben diversa.
    E invece, dal film prima citato in poi ha fatto di tutto per rovinarsela, insieme alla faccia.
    E il paragone con Ghostbusters non e' affatto fuori luogo.
    Tutti a dar contro al remake per mille motivi, e tutti quanti sbagliati. Quando l'unica, vera pecca e' stata di non capire cosa aveva generato il successo del capostipite. E cioe' che fosse non un film comico, ma un horror interpretato da comici.
    E qui abbiamo un poliziesco. Si, perche' Beverly Hills Cop e' un poliziesco nell'animo. Avente un comico per protagonista. Il Reggie Hammond privato della spalla seria e incazzata di default che era Nick Nolte, e che e' quindi libero di improvvisare un one - man - show.
    In realta' di spalle ne avrebbe due, Billy e Taggart. Ma sono li' per far risaltare meglio lui. Almeno nel primo. Ma col secondo ne riparleremo a tempo.
    Giusto perche' ho letto la tua recensione, di recente...ho capito perche' Zootropolis della Disney mi e' piaciuto tanto. Perche' sostanzialmente e' un poliziesco, anche se interpretato da personaggi animati. E sei l'unico, davvero, ad aver colto la similitudine con 48 Ore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie capo gentilissimo ;-) Questa è una delle storie produttive che preferisco, insieme a quella di “Ghostbusters” (i due film sono molto legati) quindi ho voluto omaggiarla, era da tempo che volevo farlo, ma ho dovuto aspettare il momento giusto, era questo ;-)

      Rourke era uno dei prediletti di Don Simpson, cercava di piazzarlo un po’ ovunque, solo che il buon Mickey aveva (e ancora ha) una testa tutta sua, sappiamo come sono andate le cose per lui. “Ghostbusters” prende la parte “Horror” maledettamente sul serio, per questo è lo zio di “Shaun of the dead”. Parli con uno che sta in fissa con gli “Strambi sbirri” (ho anche una specie di rubrica a tema che ogni tanto torna) quindi roba come “Zootropolis” mi è piaciuta subito, pensa che ho visto anche quella cagata di “Pupazzi senza gloria”, sperando che potesse portare equilibrio nella Forza tra la mia mani per i film con gli sbirri e quella per i Muppet ;-) Cheers

      Elimina
    2. Due cose ancora.
      La Disney, nell'ultimo periodo, ha dimostrato di aver imparato a fare i sequel.
      Vedi Ralph e Gli Incredibili. E Toy Story 4, che mi ha sorpreso. E parecchio, anche. Non pensavo.
      E anche Cars. Il terzo. Anche se li', pur avendo azzeccato antagonista e trama, hanno gettato al vento un'occasione clamorosa. Ma d'altra parte se mi rendi McQueen inabile a correre, come me li vendi i pupazzetti?
      E comunque li aspetto al varco con Frozen 2.
      Sappiamo tutti che per un sequel va alzata la posta. A maggior ragione per un action o un poliziesco.
      Arma Letale, lo stesso Beverly Hills Cop, Rambo, Aliens, 48 Ore e Terminator lo insegnano.
      Ma credo che fare un sequel di un film a cartoni sia difficilissimo. Perche' hai tutta una serie di paletti.
      Dovessero fare un sequel di Zootropolis...come ce le infili esplosioni, sparatorie e morti ammazzati?
      Anche se sarebbe grandioso.
      Ci vorrebbe Don Bluth, alla regia.
      E visto che siamo in argomento, e che sta per uscire il videogioco...
      Ma quanto ci vorrebbe, una bella serie o un film su Blacksad?

      Elimina
    3. “Cars 3” lo hanno abbastanza azzeccato prendendo in prestito tutte le dinamiche dei film di Rocky ;-) Don Bluth il preferito di una generazione di psicologi per l’infanzia. Magari, un film su “Blacksad” sarebbe il massimo. Cheers

      Elimina
    4. Vero, verissimo.
      Impossibile non notare la tracotanza di Clubber Lang, nei modi arroganti di Storm.
      Che non solo vuol battere MecQueen, ma lo vuole anche umiliare facendogli fare una figuraccia davanti a tutti.
      Se poi aggiungiamo le migliorie tecniche ed il fatto che lo hanno creato da zero in un laboratorio di aerodinamica, otteniamo un gustoso mix tra Lang ed il granitico Ivan Drago.
      Non c'e' niente da fare: azzecca il cattivo e avrai risolto' meta' dei problemi del film.
      Poi, si sa. Vai a stuzzicare i vecchietti rancorosi e quelli rischiano di diventare il tuo incubo peggiore.
      Nel senso che raccattano un giovanotto (o una giovincella, tipo Cruz) di belle speranze cresciuto all'ombra del tuo mito, lo allenano ben bene, te lo aizzano contro e lo buttano nella mischia giusto in tempo per rovinarti la carriera.
      In Rocky III il vero, gravissimo errore che commette Clubber e' DI MANCARE DI RISPETTO AD APOLLO.

      Elimina
    5. Ultimissima cosa, che gia' volevo scriverlo prima.
      James Russo, che interpreta l'amico di Axel che finisce morto ammazzato, me lo ricordo soprattutto nel ruolo del maniaco in OLTRE OGNI LIMITE, con una grandissima Farrah Fawcett.
      Uno dei massimi esponenti del rape & revenge.

      Elimina
    6. Non dimenticare la corsa sulla spiaggia di Saetta, anche quella presa di peso da "Rocky III" ;-) Cheers

      Elimina
    7. Cosa sei andato a tirarmi fuori, un reperto storico della mia memoria! Lo ricordo bello angosciate, ma è davvero passata una vita dall'ultima volta che ho visto il film ;-) Cheers

      Elimina
    8. Colpa di questi vecchi film, Cass.
      E' un po' come rivedersi le vecchie pubblicita' sul yutubbo.
      Certi stimoli visivi ti riaccendono i neuroni e rimettono in moto connessioni che giacevano sotto chili di polvere, disattivati da tempo.
      O almeno sembra. Basta una citazione...e parte il flash.
      A leggere i tuoi post mi sto divertendo un sacco a recuperare tutti i vecchi ricordi del tipo MMH, E QUEST'ATTORE IN QUALE ALTRO FILM L' HO VISTO?
      E' anche un bell'esercizio di memoria (che alla mia eta' non fa male).

      Elimina
    9. Ho sempre avuto una buona memoria fotografica (anche troppo qualche volta) quindi se associo nome e faccia è fatta. Spesso finisco per associare faccia e film, quindi ti capisco benissimo ;-) Cheers

      Elimina
    10. Buonasera amici, mi accodo anche io ai complimenti per l'articolo. Non ricordo se era qui dove c'era la scena di Monica e Tonica. Comunque per vicende personali sono più affezionato al secondo capitolo, con inizio sul Ferrari e Shakedown a manetta. La cosa che più mi sconvolge è il fatto che Eddie Murphy era davvero giovane ed era già all'apice della carriera, frutto sicuramente di scelte estremamente oculate. Cosa mi è meno chiaro è come non sia riuscito a rimanere sulla cresta dell'onda, ma questo forse può essere spiegato dal suo tipo di comicità che probabilmente non era più tollerabile negli anni '90. In ogni caso è invecchiato benissimo, sia il film che Eddy, beati loro.

      Elimina
    11. Grazie capo, gentilissimo! ;-) Monica e Tonica arrivano nel secondo capitolo, in arrivo a breve su queste Bare. Se è diventato una star cinematografico lo deve anche a Walter Hill e alla sua popolarità al SNL, anche io penso che negli anni ’90 il suo umorismo fosse fuori tempo, per certe cose gli anni ’90 sono stati un decennio molo strano. Cheers!

      Elimina
    12. "“Cars 3” lo hanno abbastanza azzeccato prendendo in prestito tutte le dinamiche dei film di Rocky ;-)"

      Ancora!?! o-O Il primo invece ho scoperto che è "Doc Hollywood" su 4 ruote! Peccato non essere stato interessato al film con J. Fox ai tempi! Azz!

      Elimina
    13. "Doc Hollywood" oppure "Cocktail"? Le dinamiche sono le stesse ;-) Cheers

      Elimina
  8. Per fortuna che hanno preso Eddie Murphy, senza non sarebbe stata la stessa cosa, non sarebbe un cult per me, non sarebbe un film bellissimo ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sarebbe stato beh "Cobra" oppure qualcosa di molto simile ;-) Cheers

      Elimina
  9. Parto con un cinque altissimo per avermi citato "Prima di mezzanotte". Ho letteralmente consumato la VHS di un suo passaggio tv.

    Ma veniamo al film di oggi: capolavoro totale! Film a cui non si può voler male, così come a tutta la prima parte della filmografia di Murphy*. Poliziesco (banalotto, ma sempre di poliziesco si tratta) che fa morir da ridere con trovate assurde e geniali, con un cast perfetto (perfino Ronny Cox buono! Se non è un colpo da maestro questo allora non lo so...), una colonna sonora iconica e un protagonista leggermente in parte. Ma solo leggermente eh! Eddie Murphy che spara, salta, prende botte, vola dalla vetrate e sciorina battute per un'ora e mezza senza sosta.
    Omofobo? Sì. Sessista? Probabilmente si. Volgare? Ovviamente si. Violento? Qualche morto ammazzato male c'è. Eppure lo abbiamo guardato tutti da ragazzini e siamo cresciuti benissimo. Ad avercene di pellicole così...

    *non cito i pezzi da novanta del nostro, ma il secondo capitolo (che a naso non commenterò visto che sarò in viaggio di nozze) di questa trilogia mi sta particolarmente a cuore per motivi personali. Attendo il tuo punto di vista.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A memoria, ogni passaggi televisivo di quel film era mio (storia vera).
      Bisogna dire che Ronny Cox si è lanciato come cattivo dopo questo film, ma il succo non cambia, i polizieschi poi, anche grazie al nostro doppiaggio, non si trattenevano sulle espressioni colorite (anche “Arma Letale” non scherza, anzi ne fa un utilizzo espressivo quasi) però a me piace sentire personaggi al cinema, che cristonano quasi come le persone reali ;-)

      Fate buon viaggio, ricordati il succo di frutta come Renny Harlin, questa Bara vola, ma la trovi sempre al solito posto, solita ora. Cheers!

      Elimina
  10. Mentirei se dicessi che il film mi faccia impazzire, ma di sicuro all'epoca l'ho visto diverse volte con piacere, in TV. Mi urtava i nervi la risata italiana di Murphy ed è stato un sollievo quando hanno fatto cadere la maschera e hanno smesso di dire che era il tratto distintivo mondiale dell'attore. Anche perché la stessa Italia1 dai cui trailer strombazzavano l'idea della risata, poi lo trasmise in lingua originale... e la risata non c'era! (Adorai quell'esperimento in cui l'emittente voleva implementare lo studio delle lingue trasmettendo film in inglese, anni prima che Tele+1 lo facesse di base.)
    La questione razziale americana non so quanto fosse nota in Italia, dove avevamo le TV piene di attori di colore: non credo che il paradosso di un tizio di periferia che si ritrova nella Mecca Bianca fosse molto sentito. Inoltre posso testimoniare come la gente andò letteralmente fuori di testa per il vestiario di Eddie Murphy, dalla maglietta grigia al giacchetto con le maniche bianche, era super-fichissimo, altro che quei beoti ricchi che giravano vestiti come clown! (Quindi anche il paradosso del vestiario non è che fosse chiaro, da noi.)
    Di sicuro è il film della saga che mi è piaciuto di più: a parte ovviamente le curve di Brigitte Nielsen del secondo, che immagino ci sarà occasione di discutere :-P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tonino Accolla ha regalato a Murphy la risata, ma gli ha piallato molte sfumature che in Inglese invece si notano tutte. Detroit poi è povera, proletaria e molto nera (basta pensare alla musica della Motown, oppure a beh, “Robocop”), Beverly Hills è davvero la Mecca Bianca della California più WASP (White Anglo-Saxon Protestant) una roba che da noi si risolve come un simpaticone nero vestito in modo stiloso, contro dei tipi rigidi e incravattati. In realtà è più complicata di così :-)

      Anche io visto molte volte, divertente ancora oggi, e questo capitolo resta il migliore perché la formula è molto buona, di Murphy preferisco “Una poltrona per due”, ma questo è così poliziesco che non può non conquistarmi, di culto, ma non Classido ecco ;-)

      Per il resto, sono più prevedibile di una replica dell’Ispettore Derrick, quindi si, arriverà anche Brigittona ;-) Cheers!

      Elimina
  11. Mi hai fatto venire voglia di vederlo!
    I primi film Murphy io non smetterei mai di vederli, pensa che adoro pure quelli non particolarmente riusciti come Il Bambino D'oro che adoro pur con tutti i suoi difetti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. “Il bambino d’oro” un classico della mia infanzia, se solo non avessi già mille post da scrivere! Ah ma prima o poi ci arrivo eh, che credi? ;-) Cheers

      Elimina
    2. Ah, ah! Mi avete anticipato. Lo aspetto da un giorno all' altro nei bruttissimi". Quando invece la "magia" non funziona nonostante il soggetto molto interessante. Anche questo serioso e poi cucito su Murphy.

      Elimina
    3. Dovrò trovare il tempo anche per quello, visto e rivisto mille volte da bambino (non d'oro). Cheers!

      Elimina
  12. Gran film che ho visto almeno mille volte. Curiosità: nell'introduzione del gioco "Arkanoid" per Commodore 64 (uscito nel 1986) si sentiva la colonna sonora del film, ovviamente digitalizzata in 8bit. Non ho mai capito cosa c'entrasse.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Davvero? Si vede che qualcuno dei programmatori era un fanatico di questo film ;-) Cheers!

      Elimina
    2. Se è per questo la colonna sonora del film veniva utilizzata anche nei circhi durante le esibizioni al trapezio, cosa che vidi avvenire nei primi anni '90 almeno due/tre volte in spettacoli diversi quando con la scuola ci portavano al circo. :-P

      Elimina
    3. Si i circhi erano ancora roba degli anni '90, ma io la ricordo benissimo allora come suoneria ;-) Cheers

      Elimina
  13. Cult mitico in quell' annata che ne generò a pacchi! Oggi ci celebra "21 jump street" dimendicandosi che BHC è di un altro pianeta!
    Un misto tra poliziesco e commedia senza risultare poco serioso. Oggi invece si spinge troppo sulla parte comica ed assurda.
    Interessante la genesi di cui non conoscevo i retroscena.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono qui per i retroscena ;-) Vero, "21 jump street" è stato rilanciato, ma BHC è sopra tutti. Cheers!

      Elimina
  14. Ciao Cassidy!!! Hai proprio ragione, è un residuato bellico proveniente da un altro mondo: gli anni 80. Un mondo in cui l'ironia e un po' di sana volgarità erano ancora permesse. Un mondo in cui potevi scherzare su (quasi) tutto, senza che (quasi) nessuno si offendesse o tanto meno scendesse in piazza. Vedere film come questo ora che quel mondo è scomparso, li rende ancora più belli. E lo dice uno che nel 1984 non c'era.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi viene in mente Gary King di "The world's end" accusato di essere politicamente scorretto dice: Non sono mica gli anni '90! Ecco più o meno la stessa cosa ;-) Cheers

      Elimina
  15. Ah, per fare un sempre ben accetto paragone cestistico, mi hai fatto ricordare le sfide tra i Pistons ed i Lakers. Troppo piccolo per quelle 88 ed 89, ricordo l' ultima del 2004, dove sull' 1 ad 1 ero uno dei pochi a credere nella vittoria dei primi XD.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avevo un collega nel 2004 di Detroit, prima di gara uno mi ha detto Big Ben meglio di Shaq. Ha avuto ragione lui, che finale quella! ;-) Cheers

      Elimina