sabato 21 settembre 2019

Arkham Asylum (1989): Scopri quanto è profonda la tana del Batconiglio

Quando la Geek League ha acceso il Bat-Segnale per una bella iniziativa congiunta che servisse a festeggiare come si deve l’annuale "Batman Day" non ho proprio potuto dire di no, trovate tutti i dettagli alla fine del post.
Quando distribuivano la timidezza, Grant Morrison è rimasto a letto addormentato bisogna dirlo. Lo scrittore Scozzese non si è mai tirato indietro davanti a nessuna icona a fumetti, sempre pronto a dire la sua con il suo stile, nel 1989 ha voluto fare lo stesso con Batman.

In eterno stato di amore/odio con Alan Moore, l’idea di Morrison era quella di andare controcorrente rispetto a riletture più realistiche offerta da opere come Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro. “Arkham Asylum” ha delle radici che affondano nel fumetto Horror, all’origine di tutto una breve storia scritta da un veterano come Len Wein (papà di Swamp Thing) su Amadeus Arkham, prima fondatore del celebre ospedale psichiatrico - parte integrante dell’iconografia di Batman - poi ospite dello stesso. Ospite illustre, con tanto di camicia disegnata su misura, una di quelle con le maniche lunghe lunghe, che si legano dietro alla schiena, avete presente?

Grant Morrison, sempre quello che ha staccato la sveglia il giorno della svendita della timidezza, riprende il personaggio con la sua solita intenzione di toccarla pianissimo, alla storia aggiunge influenze che arrivano da “Psycho” (1960), da Aleister Crowley e Jung, passano per il citatissimo Lewis Carroll, le cui parole aprono e chiudono il volume.

Che dite, si capisce che il vecchio Grant è uno che si stima parecchio?
Il piano bellicoso di Morrison è quello di sfornare un’opera che sia più vicina alla sperimentazione musicale, al cinema d’avanguardia e al surrealismo, per questo Bruce Wayne non viene mai citato, in “Arkham Asylum” esiste solo Batman, anzi tutta la storia è una discesa nel cuore di tenebra del personaggio. Forse il giorno della svendita Grant la sveglia, l’aveva proprio gettata dalla finestra.

Per questo motivo “Arkham Asylum” sfoggia il chilometrico sottotitolo “A Serious House on Serious Earth” tratto dal poema “Church Going” di Philip Larkin, tradotto in uno strambo Paese a forma di scarpa in ogni modo. Trovate edizione di questo fumetto con il titolo “Una seria casa su un serio suolo”,  ma anche con traduzioni meno degne di Google tipo “Una folle dimora in un folle mondo”.

Per tener testa alla follia alle ambizioni di Grant Morrison serviva un disegnatore all’altezza, in linea di massima lo hanno trovato in Dave McKean, che definire disegnatore è quasi riduttivo, visto che le sue tavole sono un misto di disegni, fotografia, pittura, scultura e grafica computerizzata, il suo stile unico ha reso speciali tutte le locandine di Sandman di Neil Gaiman.

Lo spunto della trama è presto riassunto: I matti hanno preso il controllo del manicomio.
Più nello specifico, all’interno dell’Arkham Asylum si è scatenata una rivolta che vede alla sua testa indovinate chi? Bravi quel mattacchione del Joker, che minaccia di uccidere e asportare occhi allo staff dell’ospedale. Insomma è la classica situazione alla Jena Plissken, nel posto più pericoloso del mondo, mandi il tipo più tosto in circolazione, e Batman oltre ad essere chiesto a gran voce dai pazienti, risponde decisamente alle caratteristiche.

Qualcuno volò sul nido del Bat-cuculo.
Tra gli ostaggi più in vista figura il Dr. Cavendish e la Dr.ssa Ruth Adams, una psichiatra che lavorando a stretto contatto con i pazienti ha sperimentato tecniche innovative, ad esempio privare Due Facce della caratteristica moneta con cui prendere le decisioni, sostituita prima da un dado e poi da un mazzo di tarocchi, moltiplicando le possibilità di scelta di Harvey Dent, ma rendendolo incapace di prendere le decisioni più semplici, tipo andare in bagno. So che dovrei fare una battuta su questo, ma per rispetto dell'ex procuratore Dent passiamo oltre.

La trama procede di pari passo con scene ambientate nel passato del fondatore dell’istituto Amadeus Arkham, un uomo spinto a studiare i meandri della mente umana, dalla follia di sua madre, che ci viene raccontata subito pronti via all’inizio del volume, con una scena che più Horror di così non potrebbe proprio. Diciamo che lo spuntino della signora Arkham sarà anche ricco di fibre, ma è uno di quelli che non si dimentica… Brrr!

La rappresentazione del Joker in “Arkham Asylum” non passa inosservata, non solo perché il “lettering” dei suoi dialoghi è riportato in un bel rosso che risalta bene sulla tavole quasi interamente nere, ma soprattutto perché la sua caratterizzazione è simile a quella di uno strambo Virgilio dai capelli verdi, impegnato a guidare alla sua maniera, l’Uomo Pipistrello nei gironi dall’inferno di Arkham.

Il Joker si diverte a punzecchiare Batman con battute legate alla sessualità, con parecchi doppi sensi relativi al suo rapporto con Robin, che è oggetto di scherno più che altro fuori dai canonici fumetti di Batman, ma siccome qui il pubblico di riferimento ci si aspetta essere dei lettori più adulti, vale davvero tutto, compreso uno dei gesti più anarchici mai compiuti dal Joker, ovvero toccare le Bat-chiappe del suo avversario facendogli la mano morta, e beccandosi in tutta risposta l’accusa di essere un degenerato. Gli è andata ancora bene, Tommy Monaghan si è beccato un destro dopo aver vomitato la cena indiana sui Bat-stivali.

Giù le mani dalle Bat-chiappe! (#MeToo)
“Arkham Asylum” è una storia che mette in dubbio tutte le solide certezze dell’Uomo Pipistrello, costretto ad una caccia al tesoro abbastanza malsana, Batman avrà un’ora di tempo per percorrere i corridoi del manicomio, prima che gli ospiti finiti dentro per mano sua, possano uscire dalle loro celle per fargli la pelle.

Nel peregrinare, noi lettori insieme a Batman scopriremo qualcosa di più sul passato di Amadeus Arkham e sulla rivolta all’interno dell’istituto, ogni scontro con un suo vecchio avversario, diventerà l’occasione per l’Uomo Pipistrello per scavare dentro se stesso, tirando fuori anche un lato ben poco eroico del crociato di Gotham.

Faccia di Creta devastato da una malattia alla pelle cercherà di infettarlo, mentre personaggi come lo Spaventapasseri e Maxie Zeus faranno assaggiare a Batman un po’ dell’arma con cui di solito lui ottiene vantaggio sui suoi nemici: La paura.

Batman non è proprio a suo agio nei panni di quello con la Bat-fifa.
L’Uomo Pipistrello risponde colpo su colpo con metodi spesso tutto tranne che pacifici, il Dottor Destiny viene spedito con tutte le rotelle della sua sedia giù dalle scale, Killer Croc viene defenestrato e Faccia di Creta rimedia una gamba rotta, il tutto mentre scopriamo che la figura del pipistrello, ossessionava molto anche Amadeus Arkham oltre che ovviamente, il crociato di Gotham.

Difetti? Essenzialmente uno, “Arkham Asylum” è come il suo autore Grant Morrison, impaziente di provocare e a tratti un pochino troppo pretenzioso, almeno per i miei gusti. A volte sempre che le citazioni a Jung e Aleister Crowley siano uno sfoggio di (apprezzabile) cultura ma un po’ fini a loro stesse. Anche perché i cattivoni che mettono in difficoltà Batman non sono sempre archetipi che hanno un vero e proprio riscontro nella psicologia, a meno di non voler vedere nello scontro con Killer Croc (risolto con un metodo brutale e istintivo) un modo per far fare metaforicamente i conti a Batman con il suo cervello rettile.

Un Dave McKean in grande spolvero.
Da lettore di Lewis Carroll posso dire che ritrovarlo citato così spesso fa molto piacere, anche se semlbra che Morrison faccia un utilizzo un po’ superficiale del lavoro dello scrittore. È inevitabile fare il  paragone con il viaggio allucinante di Batman e quello di Alice, anche perché uno dei celebri cattivi dell’Uomo Pipistrello, il Cappellaio Matto (qui ritratto da Dave McKean in una posa tipo Brucaliffo) è chiaramente ispirato a Carroll.

La sensazione che ho quando mi capita di rileggere “Arkham Asylum” è sempre un po’ quella di un ottimo modo per portare i personaggi (e i lettori) fuori dalle situazioni in cui li vediamo agire nei fumetti di Batman, ma con un approfondimento che non va così in profondità, non per un’opera che cita così spesso Jung almeno.

Uno dei Joker più inquietanti di sempre.
Di bellissimo invece trovo sempre il finale, Batman in totale affanno per quasi tutto il volume, come Asterix nella casa che rende folli (non ve lo aspettavate questo paragone vero?) capisce che con i pazzi non puoi trattare e aggiunge a sua volta follia dove già abbonda. Restituendo la sua moneta ad Harvey Dent, delega volutamente al personaggio più scombinato, il destino di tutti. Il risultato finale del lancio della moneta però può essere più del matematico cinquanta e cinquanta, se quello che la lancia è tutto matto.

Se i cattivi dell’Uomo Pipistrello sono sempre stati tra i più caratteristici tra tutti quelli dei fumetti Americani, “Arkham Asylum” è la storia che mette in chiaro che nemmeno quello che va in giro vestito da pipistrello e poi tutto in quadro, e che anzi, forse avrebbe tutte le carte in regola per essere anche lui ospite del celebre istituto, infatti Joker lo saluta beffardo proprio così: Quando la fuori sarà tutto troppo strano, ricordati che hai sempre un posto che ti aspetta qui in mezzo ai matti.

Come diceva lo Stregatto? Siamo tutti matti qui, anche quelli vestiti da pipistrello.

Qui trovate il resto dei Bat-appuntamenti di oggi con la Geek League.


Omniverso - Tutti gli attori che hanno intepretato Batman
Wally Said - Gli incontri fra Batman e la banda di Scooby Doo

Vi ricordo anche il Bat-speciale della Bara Volante.

20 commenti:

  1. la mia storia preferita con batman (il con non è messo a caso), la rileggerei all'infinito!

    invece non ho mai letto il "sequel" Arkham Rinato... merita?

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    1. Quello mi manca, ma ho letto che Morrison ha in programma un seguito ufficiale per questa storia. Cheers!

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  2. Grande! Dovrei proprio rileggere questa storia, Morrison spesso è ermetico e forse questa storia è proprio il suo apice (assieme a Flex Mentallo)

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    1. Ah ti segnalo un paio di refusi, uno nel disclaimer sul tuo Bat-speciale e l'altro quando parli Carrol dopo l'immagine con Norman Bates
      (E Fede alla fine non è riuscita a partecipare, scusami ma mi son dimenticato di avvisarti)

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    2. Giornata folle oggi, quindi post a tema. Ma che bello era Flex Mentallo ogni tanto me lo rileggo con gusto ;-) Cheers

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    3. Ti ringrazio ho scritto il post su una gamba sola e si vede. Appena ho un attimo passerò a leggerti e a correggere tutto! Cheers

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  3. Grant Morrison secondo me è assolutamente sopravvalutato.
    MA...
    Arkham Asylum è in assoluto un capolavoro indiscutibile. Una di quelle opere che sfugge all'autore ed acquisisce vita propria.

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    1. Nemmeno io vado pazzo per Morrison, anche se ha fatto fumetti che adoro, tipo questo che ha dei gran numeri ;-) Appena ho un minuto passo a leggerti! Cheers

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  4. piccolo approfondimento non richiesto: a livello psichiatrico, la deriva di DueFacce (impossibilitato a fare una scelta perchè ha troppe opzioni davanti) è plausibile, se lo paragoniamo allo storico di pazienti con lesioni cerebrali (scusa la prolissità, ma è tratta dalla mia tesi di laurea):

    la decisione implica che chi decide conosca:
    · La situazione che richiede una decisione;
    · Le differenti possibili scelte di azione;
    · Le conseguenze di ciascuna di tali scelte nell’immediato e
    in tempi futuri.

    Il cervello di un adulto normale, intelligente e istruito,
    reagisce creando rapidamente scenari diversi di possibili
    risposte e di esiti conseguenti, che alla nostra coscienza si
    presentano come scene immaginarie e molteplici: la mente
    non è tabula rasa, all’inizio del processo di ragionamento;
    piuttosto, è dotata di un repertorio di immagini diverse.
    A questo punto si presentano due modalità di risoluzione della
    questione.

    La prima possibilità ci sprona a tenere da parte le emozioni, a
    prescindere da esse, e ad utilizzare la logica formale, come
    raccomandato da Kant, per considerare le conseguenze di ogni
    opzione in momenti diversi del futuro previsto e pesando i
    guadagni e le perdite che ne conseguirebbero.
    Alla lunga questo procedimento però è troppo lento e rischia
    di non farci scegliere affatto, perché ogni singola opzione va
    considerata analiticamente creando infiniti scenari di futuro in
    cui ogni scelta ne apre altre possibili e tutte da indagare
    singolarmente, che è esattamente la situazione di impotenza a
    scegliere manifestata da Elliott.
    Paradossalmente, nota Damasio, la strategia fredda
    sostenuta da Kant ha molto più a vedere con il modo in cui
    pazienti colpiti da lesioni prefrontali si adoperano per decidere
    che con il modo di operare dei soggetti normali.

    Allora si può ricorrere all’altra modalità di risoluzione delle
    scelte: l’ipotesi del marcatore somatico, chiamato così perché
    marca una possibilità di scelta negativa con una risposta del
    corpo, somatica.
    I marcatori somatici sono esempi speciali di sentimenti
    generati a partire dalle emozioni secondarie. Quelle emozioni e
    sentimenti sono stati connessi, tramite l’apprendimento, a
    previsti esiti futuri di certi scenari.
    Le emozioni sono fondamentali per l’agire morale, non perché
    esse decidono per noi, bensì nel senso che i marcatori somatici
    rendono più efficiente e preciso, con ogni probabilità, il processo
    di decisione, mentre la loro assenza riduce efficienza e
    precisione.

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    1. Commento apprezzatissimo figurati, io rubacchiavo i libri di psicologia alla mia Wing-Woman per leggermi i duelli epistolari tra Freud e Jung (storia vera) quindi con queste “robe da matti” con me sfondi una porta aperta ;-) Cheers!

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  5. Devo ammettere la mia ignoranza, non l'ho mai letto..ma i disegni sono meravigliosamente assurdi!!!

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    1. Penso che potrebbe piacerti, anche perché i disegni sono... Roba da matti! ;-) Cheers

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  6. Mai letto, ma sembra interessante. E sebbene Morrison rischi di darmi il mal di testa, di solito non mi dispiace ^^

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    1. Morrison in alcune storie potrebbe essere il mio scrittore preferito di tutti i tempi, in altri, beh proprio no ;-) Questa è una di quelle in cui, malgrado lui spari altissimo, becca così tanti di quei bersagli da fare storia. Cheers!

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  7. Questa storia... si preannuncia essere il mio prossimo acquisto per la mia piccolissima collezione di grandissime storie del mondo di Batman.

    Metto già i soldi da parte per Natale ;)


    Saluti!

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    1. Si trova ristampata in parecchie edizioni anche di lusso, un ottimo regalo di Natale ;-) Cheers

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  8. Mi ricordo che l'unica allusione sessuale del JJoker su Robib f censurata dalla DC : invece di " come sta Robin ? Ha già cominciato a farsi la barba ?" nei piani di Morrison era " come sta Robin ? Ha già cominciato a masturbarsi ?" , per questo Batman gli risponde " tu schifoso..." che però, al lettore ignaro , sembra dica così perché Mr. J gli ha palpato la chiappe un secondo prima .

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    1. Si ottima precisazione, io sono stato vago nei dialoghi ma è andata proprio così, ci sono sia le allusioni che la palpata, insomma Morrison aveva le idee chiare, la Distinta Concorrenza un po' meno. Cheers!

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  9. Una sola parola......
    È UN CAPOLAVORO DEL FUMETTO XD.

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    1. Un po' più di una parola, ma il messaggio è arrivato ;-) Cheers

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