Metà degli anni ’80, Matthew Modine e sua moglie passano
davanti all’ingresso dell’Hard Rock Cafe. Modine guarda il buttafuori ed
esclama: «Ehi, dove sei stato?».
Modine sta girando un film e ci vorrebbe uno grosso come il
ragazzone che sta davanti alla porta, che però non ha mai pensato davvero di
fare l’attore, anche se una volta ha interpretato una particina in un film
della Troma, era una ragazzo lobotomizzato. Beh, bella forza io una volta ho
interpretato la parte di uno che dormiva (storia vera), non bisogna proprio
essere Marlon Brando ecco.
Il regista del film vede questo Cristone e gli chiede «Pensi
di poter ingrassare un po’?», questo famigerato “un po’” alla fine si attesta
attorno ad una trentina di chili buoni. Se prima il buttafuori di 1,92 era uno
che faceva paura, passando da 90 a 120 chili abbondanti, non fa più così
spavento, le donne smettono di guardarlo, le persone che gli rivolgono la
parola scandiscono bene le parole, pensandolo un po’ toccato nella testa.
Il film esce nel 1987 con il titolo di “Full Metal Jacket”,
il regista si chiamava Stanley Kubrick e il buttafuori che per sua ammissione,
ancora oggi fa l’attore grazie alla parte del soldato palla di lardo, è Vincent
D'Onofrio.
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"Stavate parlando di me? Ho le cuffie non sento bene" |
Uno che dove lo metti, lui recita, in carriera ha fatto di
tutto, il
cattivo, il serial killer,
ha impersonato Orson Welles e Robert E. Howard, ha fatto
film brutti, film
più brutti,
ed è stato a lungo anche l’unico
cattivo carismatico sfornato dalla Marvel. Con un’unica costante: se lui è
nel cast, uno che recita come si deve state tranquilli che lo abbiamo.
Ha esordito alla regia nel 2010 con “Don't Go in the Woods”
(2010) un horror musicale (!) che mi chiedo come mai io mi sia perso, per la
seconda regia invece, ha preferito qualcosa di più facile: un western che parla
dello sceriffo Pat Garrett e del bandito Billy the Kid.
Un soggetto facile facile no? D’altra parte quanti film ci
saranno su Billy the Kid con cui fare il paragone? Mica tanti, vogliamo dire
boh settemila duecento? Da “Bill il bandito” (1957), a “Chisum” (1970) passando
per i due “Young Guns”, il cinema secondo voi si è mai fatto ammaliare dalla
storia di un rapinatore poco più che ventenne e dal roccioso sceriffo che gli
dava la caccia? Ma vaaa! Poi scusate, dopo che un mostro sacro come Sam
Peckinpah, nel 1973 ha diretto “Pat Garrett e Billy Kid” con James Coburn, Kris
Kristofferson e Bob Dylan nel cast, sentirai mai la pressione addosso? Beh se
il primo che ti ha diretto in carriera è stato Stanley Kubrick, probabilmente
no.
“The Kid” è uscito delle sale americane, incassando penso un
po’ meno di
Avengers Endgame (dovrei
controllare, ho fatto una stima ad occhio), da noi è uscito dritto per il
mercato home video, me lo sono visto l’altra sera e vi dirò, per essere un film
piccolissimo che si prende tutto il suo tempo, non è niente male.
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"Senti, pensi di poter ingrassare un po’? Oh con la mia carriera ha funzionato!" |
La premessa è molto semplice ma non per questo banale, Rio (Jake
Schur) è un ragazzino la cui madre ha dato il nome di un posto bellissimo, perché
la sua vita e quella di sua sorella Sara (Leila George, tantissima stima per i
genitori di questa ragazza e la loro scelta del nome per la figlia), non lo
sono. Il loro padre di solito si ubriaca e gonfia la madre come una zampogna,
fino al giorno in cui la donna non si rialza più e Rio mette mano alla pistola
paterna per risolvere la situazione.
Le cose peggiorano quando entra in scena lo zio dei ragazzi Grant
Cutler (Chris Pratt, si,
QUEL Chris Pratt)
che non prende bene la morte del fratello e giura vendetta contro i nipoti. I
ragazzi in fuga s’imbattono in un altro ragazzo, Henry McCarty, conosciuto
anche come Henry Antrim o William Harrison Bonney, ma per la storia ricordato
da tutti come Billy the Kid, impegnato a resistere all’arresto da parte dello
sceriffo Pat Garrett e i suoi uomini.
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Chris Pratt barbuto, sempre piaciuto. |
Mettiamo un po’ di guacamole,
I Magnifici 7 di Antoine Fuqua era un filmetto di poco conto con un
cast splendido e sprecato, tra cui spiccava proprio Vincent D'Onofrio, che ha
pensato bene che sperperare quel gruppo di attori, era davvero un’azione
criminale a cui bisognava rimediare. Infatti per il suo film da regista – anche
se D'Onofrio si ritaglia un piccolo ruolo, nel senso di durata sullo schermo,
lui piccolo non lo è mai stato – fa tornare due di quei “Magnifici”, di Chris
Pratt vi ho detto, ma aggiungete anche che lo sceriffo Pat Garrett lo
interpreta Ethan Hawke, brutto?
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"Vuoi andare a casa o in prigione?" (Cit.) |
Anzi a dirla proprio tutta, nel cast compare anche un’altra
vecchia conoscenza di D'Onofrio, infatti un ruolo piuttosto vistoso è
interpretato da Adam Baldwin, che non ha nessun legame di parentela con i
fratelli Baldwin famosi (nemmeno
quelli famigerati), però era Animal in “Full Metal Jacket”. Piccolo il mondo a
volte no? Quello di Hollywood di sicuro.
Evidentemente essere un attore che sta anche dietro la
macchina da presa aiuta a radunare altri attori, magari alla ricerca di
qualcuno che sappia come dirigerli, infatti l’altra faccia nota – e scelta
azzeccatissima – è
Dane DeHaan nei
panni di Billy the Kid. Parliamo di uno che ha iniziato la sua carriera con la
parte di un ragazzino tormentato in “Chronicle” (2012), ha continuato con
lo stesso ruolo, e anche quando fa
il buono, con quella faccia da stronzo
che si ritrova (in senso buono Dane, non ti offendere!) sembra sempre cattivo.
Quindi perché non fargli interpretare la parte del più famigerato ragazzo
tormentato della storia americana?
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Dane "ragazzino tormentato" DeHaan nei panni di Billy "ragazzino tormentato" The Kid. |
Infatti DeHaane risponde con una prova perfetta, il suo
Billy the Kid è irriverente, pericoloso ma anche fragile e tormentato, e questa
volta il punto di vista sul personaggio è comunque inedito, perché lo vediamo con
gli occhi di Rio, che poi è anche il vero “The Kid” del titolo. Un ragazzo
giovane che subisce il fascino del famoso bandito, ma vuoi anche per età, è l’unico
che riesce ad avere qualcosa in comune con lui per davvero. In pratica riassumendo
malamente: Più che “Pat Garrett e Billy Kid” questo film è “Billy the Kid e The
Kid”.
Eppure anche lo sceriffo Pat Garrett è raccontato con un
punto di vista che si prende qualche licenza poetica sulla storia, ma resta
comunque valido, Ethan Hawke è bravissimo a renderlo un uomo risoluto ma
tormentato, quasi nevrotico, piegato dal peso della responsabilità, uno che sa
benissimo che il suo storico avversario gioca sporco, qualcosa che lui in
quanto uomo di legge non può permettersi di fare, ma per senso di
responsabilità quella stessa legge che difende, proverà a farla rispettare. Per
questo la fine della sua storia (e quella di Billy) risulta ancora più scevra di
tutta la gloria delle leggenda, perché dimostrando di aver capito la lezione
del maestro John Ford, D'Onofrio fa pronunciare al suo sceriffo, durante il “climax”
finale, una frase che più Fordiana di così solo la Focus (questa era orrenda,
perdonatemi!): «Non importa la verità, importa solo la storia che racconteranno
su di te».
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“Queste? Ma no, non sono per spararti, sono da collezione” |
Difetto di “The Kid”? Dura cento minuti tondi e si prende
tutto il suo tempo per caratterizzare i personaggi a dovere, solo che a volte
non sembra riflessivo e crepuscolare come ti aspetteresti da un western di
questo tipo, sembra solo lento. Ma è il difetto di chi vuole cercare il pelo nell’uomo,
perché la storia scorre, e lo fa su un doppio binario.
Da un lato, la leggenda, quella che conosciamo tutti, anche
solo perché esistono settemila duecento film sullo sceriffo Pat Garrett e su
Billy the Kid, ma su quella trama principale s’incastra perfettamente anche la
storia di Rio, di sua sorella e del loro violento zio. Infatti quando la storia
di Billy the Kid finisce, quella di “The Kid e basta” continua.
Vincent D'Onofrio dirige un western dove si spara poco, ma
si spara bene, i momenti d’azione sono violenti e ben coreografati (la
sparatoria nel saloon è sporca il giusto) e non si fa mancare nemmeno un
classico, come il duello finale, con una variazione importante che non vi
rivelo per non rovinarvi la visione.
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“Sono così cattivo che potrei costringervi tutti a rivedere Passengers” |
Quello che invece vi racconto e anche volentieri, e che un Chris
Pratt così non lo avete visto mai, non mi riferisco nemmeno alla sua “grande
barba cespugliosa” (cit.), ma più che altro al fatto che per linguaggio del corpo,
il suo cattivissimo zio funziona davvero alla grande, diventando un personaggio
sgradevole e pericolosissimo, lontano anni luce dagli scemoni simpaticoni che
di solito Chris Pratt interpreta. Il suo monologo sui pettirossi è
impressionante, lo so che letto così può far sorridere, ma quando sei un attore
comico, che riesce a far funzionare un monologo che non parte proprio nel modo
più minaccioso del mondo, qualcosa vorrà dire no?
Insomma Vincent D'Onofrio da attore, sa davvero come tirare fuori
il meglio dal suo cast, e il suo “The Kid” è un film piccolo che però fa tante
cose giuste, già normalmente di mio guardo tanti western, ma in questo periodo,
che la febbre per il genere che sta al cinema come il Rock ‘n’ Roll sta alla
musica, mi è tornata secca, non potevo trovare un film migliore di questo.
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I cavalieri dalle lunghe ombre (dai non potevo resistere!) |
Leila si ok gran bel nome, ma la nostra principessa originale si chiama Leia, quindi non so quanto ci sia di SW. Passengers tutto sommato a me era piaciuto (lasciando da parte incongruenze tecniche come la lacrima che cola giù per la guancia invece di galleggiare... vabbe). C'era anche quel grande di Michael Sheen mezzo barista androide.
RispondiEliminaProprio per quello, non hanno chiamato la figlia Leia, la scelta “facile” (passami il termine), ma proprio Leila come da doppiaggio Italico storico di “Guerre Stellari”, roba da veri Nerd ;-) Per me Michael Sheen, barista e citazione a “Shining”, era la parte migliore di quel film. Cheers!
EliminaVisto che gli americani sapevano dello strambo doppiaggio italiano (l'ho trovato come "curiosità" nelle riviste dell'epoca) quella di Cassidy è un'ipotesi plausibile ^_^
EliminaOra sarebbe divertente indagare e scoprire se i genitori di Leila hanno davvero fatto così, ma temo siano stati uccisi nella distruzione di Alderaan. Dannato Impero galattico! ;-) Cheers
EliminaVisto quasi per caso e subito piaciuto: giuro che solo a metà film ho capito che quello era Chris Pratt. Così cattivo non credevo potesse diventarlo!
RispondiEliminaD'Onofrio è un grande in tutti i sensi e in tutto quello che fa, e qui con mezzo cast dei Magnifici 7 ha tirato fuori un film che ne vale il doppio. Quindi i conti tornano :-P
Ci vuole un attimo ad identificarlo sotto quel barbone. Concordo in pieno, questo vale il doppio di quell’inutile remake ed è stato pubblicizzato molto meno della metà, direi, un settimo ;-) Cheers
EliminaEcco, altra grave mancanza a cui dovrei rimediare...nonostante abbia Netflix.
RispondiEliminaMe lo hanno detto praticamente tutti che il suo Kingpin di Daredevil e' una roba superlativa.
Penso che D' Onofrio sia un grandissimo.
Partito con niente, ha regalato delle performance incredibili.
Tralasciando Palla di Lardo...me lo ricordo nei panni dello sbirro malvagio di Strange Days (capolavoro).
E adesso si sta rivelando pure un ottimo regista e sceneggiatore!
Un grande. Con una conoscenza a dir poco abissale del cinema e dei suoi meccanismi.
Capolavoro di Katrina, che ho tra le cose da commentare, se solo non fossi pieno di cose da commentare ;-) Quello che posso consigliarti è di vederti i primi due o tre episodi della prima stagione di “Daredevil” sono ottimi e non richiedono tempo come tutta la stagione, poi se ti fanno venire voglia continua, ma tra ellissi narrativi, piani sequenza e la prova enorme di Vincent, sono davvero meritevoli. Cheers!
EliminaLa Bygelow,tra quello e Il Buio Si Avvicina ha dato un'interpretazione originalissima sia del futuro prossimo venturo che del tema vampirico (anche se l'idea della guarigione mediante trasfusione l'ho sempre trovata un po'...meh).
EliminaE in Strange Days la sceneggiatura e' pure di Cameron, ed e' a prova di bomba.
Personaggio migliore?
Mace. Angela Bassett e' fantastica.
Cavolo, vorremmo averlo tutti, un angelo custode cosi'.
Ama Lenny, ma rispetta il suo dolore e gli rimane a fianco perche' va bene cosi'. Sopporta i suoi sfoghi e le sue pazzie. E gli salva anche il fondoschiena in piu' di un'occasione. Ma sa alternare carezze a schiaffioni ben dati e meritati, quando occorre. Perche' mena pure come un fabbro.
Se penso come era all'inizio, quando Lenny era un poliziotto e l'ha soccorsa...una poveretta spaesata che aveva perso tutto. Ma che per dare un futuro al suo bambino e' diventata una macchina da guerra.
E poi hanno il coraggio di dare del maschilista al buon James.
Trovatemi un personaggio femminile che non sia tosto e durissimo, nei suoi film. Ma che non sappia anche piangere.
Meno male che alla fine Lenny capisce. Sei li' a dire per tutta la durata della pellicola MA METTITI CON LEI, C@&€O!! E LASCIALA PERDERE, QUELLA TOSSICA!!
Ma l'amore e' anche cosi'. Corriamo dietro a chi ci piglia a calci in faccia, e spesso non vediamo chi sarebbe disposto a tutto per noi. Perche' ci tiene per davvero.
Strange Days e' bellissimo, comunque.
Una fosca e torbida fiaba di fine millennio.
Lenny Nero segue gli stilemi del protagonista di un Noir, quindi va giù di testa per la “Femme Fatale” di turno. Ma Mace è uno dei personaggi femminili fighi che non vengono mai citati, si parla sempre di Sarah Connor e Ripley (entrambi creati da Cameron… Davvero qualcuno riesce a dargli del maschilista?) ma di lei no. Fammi uscire da sto periodo di mille mila post da scrivere, poi mi dedicherà anche a “Strambi giorni”, ho dei piani a lungo termine. Calma ho la situazione in pugno. Ho bevuto un filtro (Cit.) ;-) Cheers
EliminaCiao cassidy
RispondiEliminaScusa se mi intrometto
Volevo dirti che ho aggiornato
Se ti va di venirmi a trovare ti aspetto
Subito! Non ti montare la testa, ma ieri sera mi sono riletto per l'ennesima volta "Devil - L'uomo senza paura" di Miller e Romita Jr. a me quel modo di dare la china con i tratti dritti sull sfondo oppure per dare forma mi manda giù di testa. tu te ne arrivi con una tavola così, io cosa ti devo dire, bravo, giusto quello posso dirti ;-) Cheers!
EliminaGrazie
EliminaI complimenti sinceri fanno sempre piacere
Per quello che riguarda il montarsi la testa...mmm...troppo tardi
Sono gli unici che so fare, sviolinate io non le faccio, dico quello che penso sempre ;-) Cheers
Eliminahttps://m.youtube.com/watch?v=KpMZXrRo99g
RispondiEliminaNon li guardo mai i trailer, ma siccome ho già visto il film, questo posso guardarlo e magari interesserà anche qualche lettore, quindi grazie! Cheers
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