mercoledì 28 agosto 2019

The Kid (2019): Billy the Kid & The Kid

Metà degli anni ’80, Matthew Modine e sua moglie passano davanti all’ingresso dell’Hard Rock Cafe. Modine guarda il buttafuori ed esclama: «Ehi, dove sei stato?».

Modine sta girando un film e ci vorrebbe uno grosso come il ragazzone che sta davanti alla porta, che però non ha mai pensato davvero di fare l’attore, anche se una volta ha interpretato una particina in un film della Troma, era una ragazzo lobotomizzato. Beh, bella forza io una volta ho interpretato la parte di uno che dormiva (storia vera), non bisogna proprio essere Marlon Brando ecco.

Il regista del film vede questo Cristone e gli chiede «Pensi di poter ingrassare un po’?», questo famigerato “un po’” alla fine si attesta attorno ad una trentina di chili buoni. Se prima il buttafuori di 1,92 era uno che faceva paura, passando da 90 a 120 chili abbondanti, non fa più così spavento, le donne smettono di guardarlo, le persone che gli rivolgono la parola scandiscono bene le parole, pensandolo un po’ toccato nella testa.

Il film esce nel 1987 con il titolo di “Full Metal Jacket”, il regista si chiamava Stanley Kubrick e il buttafuori che per sua ammissione, ancora oggi fa l’attore grazie alla parte del soldato palla di lardo, è Vincent D'Onofrio.

"Stavate parlando di me? Ho le cuffie non sento bene"
Uno che dove lo metti, lui recita, in carriera ha fatto di tutto, il cattivo, il serial killer, ha impersonato Orson Welles e Robert E. Howard, ha fatto film brutti, film più brutti, ed è stato a lungo anche l’unico cattivo carismatico sfornato dalla Marvel. Con un’unica costante: se lui è nel cast, uno che recita come si deve state tranquilli che lo abbiamo.

Ha esordito alla regia nel 2010 con “Don't Go in the Woods” (2010) un horror musicale (!) che mi chiedo come mai io mi sia perso, per la seconda regia invece, ha preferito qualcosa di più facile: un western che parla dello sceriffo Pat Garrett e del bandito Billy the Kid.

Un soggetto facile facile no? D’altra parte quanti film ci saranno su Billy the Kid con cui fare il paragone? Mica tanti, vogliamo dire boh settemila duecento? Da “Bill il bandito” (1957), a “Chisum” (1970) passando per i due “Young Guns”, il cinema secondo voi si è mai fatto ammaliare dalla storia di un rapinatore poco più che ventenne e dal roccioso sceriffo che gli dava la caccia? Ma vaaa! Poi scusate, dopo che un mostro sacro come Sam Peckinpah, nel 1973 ha diretto “Pat Garrett e Billy Kid” con James Coburn, Kris Kristofferson e Bob Dylan nel cast, sentirai mai la pressione addosso? Beh se il primo che ti ha diretto in carriera è stato Stanley Kubrick, probabilmente no.

“The Kid” è uscito delle sale americane, incassando penso un po’ meno di Avengers Endgame (dovrei controllare, ho fatto una stima ad occhio), da noi è uscito dritto per il mercato home video, me lo sono visto l’altra sera e vi dirò, per essere un film piccolissimo che si prende tutto il suo tempo, non è niente male.

"Senti, pensi di poter ingrassare un po’? Oh con la mia carriera ha funzionato!"
La premessa è molto semplice ma non per questo banale, Rio (Jake Schur) è un ragazzino la cui madre ha dato il nome di un posto bellissimo, perché la sua vita e quella di sua sorella Sara (Leila George, tantissima stima per i genitori di questa ragazza e la loro scelta del nome per la figlia), non lo sono. Il loro padre di solito si ubriaca e gonfia la madre come una zampogna, fino al giorno in cui la donna non si rialza più e Rio mette mano alla pistola paterna per risolvere la situazione.

Le cose peggiorano quando entra in scena lo zio dei ragazzi Grant Cutler (Chris Pratt, si, QUEL Chris Pratt) che non prende bene la morte del fratello e giura vendetta contro i nipoti. I ragazzi in fuga s’imbattono in un altro ragazzo, Henry McCarty, conosciuto anche come Henry Antrim o William Harrison Bonney, ma per la storia ricordato da tutti come Billy the Kid, impegnato a resistere all’arresto da parte dello sceriffo Pat Garrett e i suoi uomini.

Chris Pratt barbuto, sempre piaciuto.
Mettiamo un po’ di guacamole, I Magnifici 7 di Antoine Fuqua era un filmetto di poco conto con un cast splendido e sprecato, tra cui spiccava proprio Vincent D'Onofrio, che ha pensato bene che sperperare quel gruppo di attori, era davvero un’azione criminale a cui bisognava rimediare. Infatti per il suo film da regista – anche se D'Onofrio si ritaglia un piccolo ruolo, nel senso di durata sullo schermo, lui piccolo non lo è mai stato – fa tornare due di quei “Magnifici”, di Chris Pratt vi ho detto, ma aggiungete anche che lo sceriffo Pat Garrett lo interpreta Ethan Hawke, brutto?

"Vuoi andare a casa o in prigione?" (Cit.)
Anzi a dirla proprio tutta, nel cast compare anche un’altra vecchia conoscenza di D'Onofrio, infatti un ruolo piuttosto vistoso è interpretato da Adam Baldwin, che non ha nessun legame di parentela con i fratelli Baldwin famosi (nemmeno quelli famigerati), però era Animal in “Full Metal Jacket”. Piccolo il mondo a volte no? Quello di Hollywood di sicuro.

Evidentemente essere un attore che sta anche dietro la macchina da presa aiuta a radunare altri attori, magari alla ricerca di qualcuno che sappia come dirigerli, infatti l’altra faccia nota – e scelta azzeccatissima – è Dane DeHaan nei panni di Billy the Kid. Parliamo di uno che ha iniziato la sua carriera con la parte di un ragazzino tormentato in “Chronicle” (2012), ha continuato con lo stesso ruolo, e anche quando fa il buono, con quella faccia da stronzo che si ritrova (in senso buono Dane, non ti offendere!) sembra sempre cattivo. Quindi perché non fargli interpretare la parte del più famigerato ragazzo tormentato della storia americana?

Dane "ragazzino tormentato" DeHaan nei panni di Billy "ragazzino tormentato" The Kid.
Infatti DeHaane risponde con una prova perfetta, il suo Billy the Kid è irriverente, pericoloso ma anche fragile e tormentato, e questa volta il punto di vista sul personaggio è comunque inedito, perché lo vediamo con gli occhi di Rio, che poi è anche il vero “The Kid” del titolo. Un ragazzo giovane che subisce il fascino del famoso bandito, ma vuoi anche per età, è l’unico che riesce ad avere qualcosa in comune con lui per davvero. In pratica riassumendo malamente: Più che “Pat Garrett e Billy Kid” questo film è “Billy the Kid e The Kid”.

Eppure anche lo sceriffo Pat Garrett è raccontato con un punto di vista che si prende qualche licenza poetica sulla storia, ma resta comunque valido, Ethan Hawke è bravissimo a renderlo un uomo risoluto ma tormentato, quasi nevrotico, piegato dal peso della responsabilità, uno che sa benissimo che il suo storico avversario gioca sporco, qualcosa che lui in quanto uomo di legge non può permettersi di fare, ma per senso di responsabilità quella stessa legge che difende, proverà a farla rispettare. Per questo la fine della sua storia (e quella di Billy) risulta ancora più scevra di tutta la gloria delle leggenda, perché dimostrando di aver capito la lezione del maestro John Ford, D'Onofrio fa pronunciare al suo sceriffo, durante il “climax” finale, una frase che più Fordiana di così solo la Focus (questa era orrenda, perdonatemi!): «Non importa la verità, importa solo la storia che racconteranno su di te».

“Queste? Ma no, non sono per spararti, sono da collezione”
Difetto di “The Kid”? Dura cento minuti tondi e si prende tutto il suo tempo per caratterizzare i personaggi a dovere, solo che a volte non sembra riflessivo e crepuscolare come ti aspetteresti da un western di questo tipo, sembra solo lento. Ma è il difetto di chi vuole cercare il pelo nell’uomo, perché la storia scorre, e lo fa su un doppio binario.

Da un lato, la leggenda, quella che conosciamo tutti, anche solo perché esistono settemila duecento film sullo sceriffo Pat Garrett e su Billy the Kid, ma su quella trama principale s’incastra perfettamente anche la storia di Rio, di sua sorella e del loro violento zio. Infatti quando la storia di Billy the Kid finisce, quella di “The Kid e basta” continua.

Vincent D'Onofrio dirige un western dove si spara poco, ma si spara bene, i momenti d’azione sono violenti e ben coreografati (la sparatoria nel saloon è sporca il giusto) e non si fa mancare nemmeno un classico, come il duello finale, con una variazione importante che non vi rivelo per non rovinarvi la visione.

“Sono così cattivo che potrei costringervi tutti a rivedere Passengers
Quello che invece vi racconto e anche volentieri, e che un Chris Pratt così non lo avete visto mai, non mi riferisco nemmeno alla sua “grande barba cespugliosa” (cit.), ma più che altro al fatto che per linguaggio del corpo, il suo cattivissimo zio funziona davvero alla grande, diventando un personaggio sgradevole e pericolosissimo, lontano anni luce dagli scemoni simpaticoni che di solito Chris Pratt interpreta. Il suo monologo sui pettirossi è impressionante, lo so che letto così può far sorridere, ma quando sei un attore comico, che riesce a far funzionare un monologo che non parte proprio nel modo più minaccioso del mondo, qualcosa vorrà dire no?

Insomma Vincent D'Onofrio da attore, sa davvero come tirare fuori il meglio dal suo cast, e il suo “The Kid” è un film piccolo che però fa tante cose giuste, già normalmente di mio guardo tanti western, ma in questo periodo, che la febbre per il genere che sta al cinema come il Rock ‘n’ Roll sta alla musica, mi è tornata secca, non potevo trovare un film migliore di questo.

I cavalieri dalle lunghe ombre (dai non potevo resistere!)

16 commenti:

  1. Leila si ok gran bel nome, ma la nostra principessa originale si chiama Leia, quindi non so quanto ci sia di SW. Passengers tutto sommato a me era piaciuto (lasciando da parte incongruenze tecniche come la lacrima che cola giù per la guancia invece di galleggiare... vabbe). C'era anche quel grande di Michael Sheen mezzo barista androide.

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    1. Proprio per quello, non hanno chiamato la figlia Leia, la scelta “facile” (passami il termine), ma proprio Leila come da doppiaggio Italico storico di “Guerre Stellari”, roba da veri Nerd ;-) Per me Michael Sheen, barista e citazione a “Shining”, era la parte migliore di quel film. Cheers!

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    2. Visto che gli americani sapevano dello strambo doppiaggio italiano (l'ho trovato come "curiosità" nelle riviste dell'epoca) quella di Cassidy è un'ipotesi plausibile ^_^

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    3. Ora sarebbe divertente indagare e scoprire se i genitori di Leila hanno davvero fatto così, ma temo siano stati uccisi nella distruzione di Alderaan. Dannato Impero galattico! ;-) Cheers

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  2. Visto quasi per caso e subito piaciuto: giuro che solo a metà film ho capito che quello era Chris Pratt. Così cattivo non credevo potesse diventarlo!
    D'Onofrio è un grande in tutti i sensi e in tutto quello che fa, e qui con mezzo cast dei Magnifici 7 ha tirato fuori un film che ne vale il doppio. Quindi i conti tornano :-P

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    1. Ci vuole un attimo ad identificarlo sotto quel barbone. Concordo in pieno, questo vale il doppio di quell’inutile remake ed è stato pubblicizzato molto meno della metà, direi, un settimo ;-) Cheers

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  3. Ecco, altra grave mancanza a cui dovrei rimediare...nonostante abbia Netflix.
    Me lo hanno detto praticamente tutti che il suo Kingpin di Daredevil e' una roba superlativa.
    Penso che D' Onofrio sia un grandissimo.
    Partito con niente, ha regalato delle performance incredibili.
    Tralasciando Palla di Lardo...me lo ricordo nei panni dello sbirro malvagio di Strange Days (capolavoro).
    E adesso si sta rivelando pure un ottimo regista e sceneggiatore!
    Un grande. Con una conoscenza a dir poco abissale del cinema e dei suoi meccanismi.

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    1. Capolavoro di Katrina, che ho tra le cose da commentare, se solo non fossi pieno di cose da commentare ;-) Quello che posso consigliarti è di vederti i primi due o tre episodi della prima stagione di “Daredevil” sono ottimi e non richiedono tempo come tutta la stagione, poi se ti fanno venire voglia continua, ma tra ellissi narrativi, piani sequenza e la prova enorme di Vincent, sono davvero meritevoli. Cheers!

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    2. La Bygelow,tra quello e Il Buio Si Avvicina ha dato un'interpretazione originalissima sia del futuro prossimo venturo che del tema vampirico (anche se l'idea della guarigione mediante trasfusione l'ho sempre trovata un po'...meh).
      E in Strange Days la sceneggiatura e' pure di Cameron, ed e' a prova di bomba.
      Personaggio migliore?
      Mace. Angela Bassett e' fantastica.
      Cavolo, vorremmo averlo tutti, un angelo custode cosi'.
      Ama Lenny, ma rispetta il suo dolore e gli rimane a fianco perche' va bene cosi'. Sopporta i suoi sfoghi e le sue pazzie. E gli salva anche il fondoschiena in piu' di un'occasione. Ma sa alternare carezze a schiaffioni ben dati e meritati, quando occorre. Perche' mena pure come un fabbro.
      Se penso come era all'inizio, quando Lenny era un poliziotto e l'ha soccorsa...una poveretta spaesata che aveva perso tutto. Ma che per dare un futuro al suo bambino e' diventata una macchina da guerra.
      E poi hanno il coraggio di dare del maschilista al buon James.
      Trovatemi un personaggio femminile che non sia tosto e durissimo, nei suoi film. Ma che non sappia anche piangere.
      Meno male che alla fine Lenny capisce. Sei li' a dire per tutta la durata della pellicola MA METTITI CON LEI, C@&€O!! E LASCIALA PERDERE, QUELLA TOSSICA!!
      Ma l'amore e' anche cosi'. Corriamo dietro a chi ci piglia a calci in faccia, e spesso non vediamo chi sarebbe disposto a tutto per noi. Perche' ci tiene per davvero.
      Strange Days e' bellissimo, comunque.
      Una fosca e torbida fiaba di fine millennio.

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    3. Lenny Nero segue gli stilemi del protagonista di un Noir, quindi va giù di testa per la “Femme Fatale” di turno. Ma Mace è uno dei personaggi femminili fighi che non vengono mai citati, si parla sempre di Sarah Connor e Ripley (entrambi creati da Cameron… Davvero qualcuno riesce a dargli del maschilista?) ma di lei no. Fammi uscire da sto periodo di mille mila post da scrivere, poi mi dedicherà anche a “Strambi giorni”, ho dei piani a lungo termine. Calma ho la situazione in pugno. Ho bevuto un filtro (Cit.) ;-) Cheers

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  4. Ciao cassidy
    Scusa se mi intrometto
    Volevo dirti che ho aggiornato
    Se ti va di venirmi a trovare ti aspetto

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    1. Subito! Non ti montare la testa, ma ieri sera mi sono riletto per l'ennesima volta "Devil - L'uomo senza paura" di Miller e Romita Jr. a me quel modo di dare la china con i tratti dritti sull sfondo oppure per dare forma mi manda giù di testa. tu te ne arrivi con una tavola così, io cosa ti devo dire, bravo, giusto quello posso dirti ;-) Cheers!

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    2. Grazie
      I complimenti sinceri fanno sempre piacere
      Per quello che riguarda il montarsi la testa...mmm...troppo tardi

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    3. Sono gli unici che so fare, sviolinate io non le faccio, dico quello che penso sempre ;-) Cheers

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  5. https://m.youtube.com/watch?v=KpMZXrRo99g

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    1. Non li guardo mai i trailer, ma siccome ho già visto il film, questo posso guardarlo e magari interesserà anche qualche lettore, quindi grazie! Cheers

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