sabato 10 agosto 2019

Primo sangue di David Morrell (1972): Rambo, quello originale

Come ogni bravo bambino degli anni ’80 ho passato il mio bel tempo a vedere “Rambo” (1982) e i suoi seguiti, sono sempre stato consapevole che il personaggio fosse nato tra le pagine di un libro, quindi perché non leggerlo? Molto felice di averlo fatto, perché “Primo sangue” di David Morrell è una bomba.

“First Blood” è stato pubblicato per la prima volta negli stati uniti nel 1972, anche se le sue origini vanno ricercate poco più indietro nel tempo, tra il malcontento che la guerra del Vietnam aveva lasciato nel Paese a stelle e strisce.

Parliamo di una guerra in cui i suoi reduci, venivano accolti al ritorno a casa a colpi di sputi e insulti, una rabbia che andava di pari passi con la sfiducia e il malcontento verso il governo che aveva portato a tutto questo. Nel 1968 l’argomento colpisce in pieno il venticinquenne di origine canadese David Morell, che mettendo insieme tutti gli spunti scrive questo romanzo, ma per tutte le informazioni sulla sua genesi e altre sfiziose informazioni – in particolare sul nome del suo protagonista – vi rimando al post di Lucius Etruscus.

Quello che balza agli occhi immediatamente, ancora di più dopo una vita passata ad identificare Rambo nei muscoli di Sylvester Stallone, è che il personaggio cartaceo è molto diverso da quello entrato a far parte dell’immaginario comune.

Questa è l’edizione che ho letto io, stessa copertina.
Rambo è un veterano della guerra del Vietnam poco più che ventenne, con lunghi riccioli e la barba incolta, un aspetto da Hippie che lo fa somigliare più ad un giovane Kris Kristofferson che a Sly Stallone, ma che soprattutto non passa inosservato al suo arrivo in città, dove viene notato immediatamente dallo sceriffo Will Teasle, corpulento poliziotto reduce della guerra di Corea e fresco di un divorzio che ancora lo tormenta.

Definirli testardi questi due, sarebbe ampiamente riduttivo, il ragazzo di lasciare l’ennesima città in cui non è gradito, non vuole proprio saperne, qualcosa nella sua testa scatta e decide che no, questa volta non se ne andrà via lontano dagli occhi dei bravi cittadini che vedendolo, non vogliono ricordarsi di quella dannata guerra che lui ha visto fin troppo da vicino. Dal canto suo lo sceriffo armato delle migliori intenzioni, prima prova con le buone, ma si vede lo stesso costretto ad arrestare Rambo per vagabondaggio, nel condurlo alla stazione di polizia, le cose tra di loro andranno di male in peggio, e poi ancora oltre, per sfociare in una caccia all’uomo tra i boschi che potrà terminare solo con un inevitabile duello.

Il “First Blood” del titolo, potrebbe indicare il primo sangue versato nella disputa tra i due, oppure essere un riferimento alla giovane età di Rambo (mai chiamato per nome, una spersonalizzazione totale), ma sta di fatto che è un libro che senza particolari guizzi o fronzoli nello stile, si fa leggere alla velocità delle luce coinvolgendoti con la sua storia e i suoi protagonisti, se anche voi come me avete visto i film centinaia di volte, la lettura è altamente consigliata perché una differenza sostanziale, rende libro e film, due esperienze molto differenti.

Già dopo poco meno di cinque minuti, film e libro prendono due strade diverse.
È stato Sylvester Stallone a scegliere di trasformare Rambo nel buono a tutto tondo del film, trasformando lo sceriffo Teasle in un bastardo intollerante, per cui è impossibile provare il minimo di empatia. Nel romanzo Rambo è una macchina da guerra resa ormai irrecuperabile dall’addestramento e dalle privazioni subite durante la sua prigionia in Vietnam, uno che si sarà anche sacrificato per il suo Paese, ma ormai è irrecuperabile anche per il fatto che di riprenderselo la sua patria, non ha nessuna voglia.

Per Sly, Rambo doveva essere l’eroe del popolo con cui sublimare una guerra ingiusta, per questo lo fa entrare in città con una “missione” nobile, ovvero la volontà di andare a trovare un vecchio commilitone, e non semplicemente per vagabondare come il suo corrispettivo nel romanzo.

Quello che emerge di più nel libro è il personaggio dello sceriffo Teasle, orfano, reduce di guerra, cresciuto con un amico del padre e compagno di caccia di nome Orval (il cui ruolo nel film é ridotto poco più che a comparsa), con cui ha un rapporto di rispetto, una sorta di figura paterna che avrà un ruolo emotivo nello scontro con Rambo.

Una delle tante edizioni originale del romanzo,
Teasle è tutto tranne che un cattivo, nel romanzo di David Morrell verrebbe da dire che non ci sono cattivi, nemmeno dei buoni in senso classico, la divisione non è netta come quella voluta da Stallone. David Morrell mantiene i suoi personaggi all’interno di una zona grigia per cui possiamo a volte biasimarli per le loro scelte, ma sempre e comunque capirli.

Lo stesso Rambo è spogliato – in tutti i sensi visto che fugge dalla stazione di polizia nudo – di quella eroica drammaticità della sua rocciosa controparte cinematografica, è un ragazzo che è stato all’inferno, con dei traumi non risolti che gli impediscono di stare in una cella umida, perché gli ricorda il buco da cui è sfuggito a fatica quando era prigioniero dei Vietcong.

Il capitolo dedicato al racconto della sua fuga dalla prigione Vietnamita è un modo per spogliare il personaggio di ogni possibile gloria, la cronaca di una fuga ottenuta con volontà, grandi dosi di fortuna e una capacità di resistenza da cui nessuno potrebbe uscire illeso, specialmente nella mente, nella risata di Rambo che scopre di aver girato in tondo nella boscaglia Vietnamita per mesi, a volte anche in fuga da coloro che avrebbero potuto aiutarlo, si consuma tutto il dramma del personaggio.

Il film di Ted Kotcheff del 1982, riusciva ad essere anti-militarista ma non mancava di caricare alcuni personaggi di una certa dose di “fighaggine”, come accade a Trautman, che qui non entra in scena con il sorriso sornione di Richard Crenna, snocciolando frasi entrate nell’immaginario collettivo. Nel romanzo è “solo” il direttore dell’accademia dove Rambo ha sostenuto il suo allenamento, e che arriva a fornire a Teasle un po’ della prospettiva che allo sceriffo mancava per provare davvero a mettere il sale sulla coda a Rambo, ma per il resto se ne sta in disparte senza interferire più del necessario.

“Hollywood qui Trautman, non mi fanno pronunciare nessuna frase ad effetto, passo”
Lo scontro a distanza tra i due diventa sempre più drammatico, la lunghissima scena di Rambo che attraversa scavando parte della collina è più che metaforica, perché quello che esce dall’altra parte è un personaggio che forse ha perso anche quel poco di sanità mentale che gli era rimasta.

Mentre leggi “Primo sangue” avresti voglia di urlare ad entrambi i personaggi di fermarsi, di darsi una calmata e di sedersi attorno ad un tavolo per provare a risolverla, ma la bellezza del libro sta nella sua capacità di non schierarsi da una parte oppure dall’altra, di non offrire giudizi ma informazioni su due personaggi, che non sono né buoni e né cattivi, al massimo sono entrambe le cose allo stesso tempo, due devianti frutto di una società deviata.

David Morrell (al centro) sul set di "Rambo III" (1988), visibile la sua gioia.
Capite da voi che con premesse così, non è possibile impedire lo scontro tra due personaggi che sono treni in corsa lanciati uno contro l’altro, incredibilmente Stallone nel film, sceglie una conclusione meno “action” rispetto al libro, un duello che si conclude a parole (il monologo/sfogo di Rambo) che però risulta più cinematografico perché è un apice emotivo. Il romanzo invece, pure essendo basato su parole (scritte) punta all’azione diretta e malgrado tutto, si conclude proprio come è andato avanti per tutte le sue pagine, in maniera anti climatica, anti eroica, quasi ingloriosa, perché cosa può esserci di epico e grande quando è la società ad essere marcia fino al midollo?

“Primo sangue” è un libro bellissimo, che si legge di corsa e si gioca momenti nerissimi, purtroppo nello stesso modo inglorioso è finito anche David Morell, ridotto dal successo del film a scrivere la “Novelization” (i libri tratti dalle sceneggiature dei film) di “Rambo 2” e “Rambo 3”. Mazzata, deve essere stato un gran brutto rospo da mandare giù per lui.

38 commenti:

  1. ottimo commento.

    cercherò di recuperarlo.

    greazie

    rdm

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    1. Lettura estremamente consigliata, anche in vista del prossimo "Rambo V", grazie a te capo! ;-) Cheers

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  2. Ciao Cassidy! Gran libro First Blood;) parlando di Rambo un altro libro da leggere è Il marine di Raffaele Minichiello: un reduce del Vietnam originario dell'Irpinia che dopo il rientro dalla guerra ne combinò di tutti i colori, tra cui il primo dirottamento aereo della storia (1969). Potrebbe essere (non si sa con certezza) l'ispiratore del personaggio di Rambo: nel monologo finale del film, Rambo menziona un amico che desiderava tanto una Chevrolet rossa. Minichiello desiderava tanto la stessa auto e durante il dirottamento, tra le varie interviste ad un suo compagno, molti particolari come questo divennero di pubblico dominio. Consiglio a tutti di cercare online la storia di Minichiello, ne vale la pena;)

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    1. Avevo sentito parlare di questa storia ma non avevo mai fatto il collegamento con Rambo, non so quanto Stallone potesse conoscere la storia, dal materiale che ho consultato non ho trovato nulla in merito, ma l'ipotesi ha il suo fascino e il consiglio letterario è molto ben accetto grazie! ;-) Cheers

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    2. In effetti lo stesso Minichiello ammette di non aver mai avuto l'occasione di chiedere a Stallone se si sia ispirato alla sua storia; però le analogie ci sono, inoltre il pensiero che il vero Rambo sia italiano è molto affascinante;-)

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    3. Vero, anche se il cognome Minichiello non fa lo stesso effetto di Rambo ;-) Cheers

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    4. però vuoi mettere in RItorno al futuro 3 avremmo avuto "Ehi cane pazzo, finiscila di fare il Minchiello!"

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    5. Ahaha pensavo a cose proprio come questa ;-) Cheers

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  3. Very good Cassidy.
    Cercherò anch'io di recuperare il romanzo di Rambo XD.

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  4. È uno dei libri che volevo leggere ma che poi non ho più cercato. Da trovare e da leggere.
    Il libro first blood, hai nominato rambo 5 in uscita; sento forse odore di uno speciale sulla serie rambo?
    Sarebbe un sogno.
    Ti immagini Sly che con la voce di Amendola ti dice "Cassy, sono io che vengo a recensire te"

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    1. Te lo consiglio, una lettura che cambia proprio la prospettiva, soprattutto se hai visto e rivisto i film tante volte. Sulla rubrica stiamo lavorando per voi ;-) Cheers

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    2. 👍👍👍👍 Thank Cassy

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  5. Ottima recensione del libro Cassidy.
    Ti consiglio questo film che è in uscita 29 agosto in Italia che si chiama Blinded by the Light - Travolto dalla musica.
    La colonna sonora del film è composta dai brani più famosi di Bruce Springsteen.
    Io l'ho visto in America e molto molto bello.
    Te lo consiglio caldamente quando uscirà.

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    1. Era nel mio mirino da quando ho scoperto che le musiche sono di Bruce (storia vera) lo vedrai spuntare qui sopra di sicuro ;-) Cheers

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    2. Good.
      Ti dico una bella curiosità:
      Nel film c'è un brano inedito di Bruce Springsteen!!!

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    3. "I’ll Stand by You Always" doveva far parte di uno degli Harry Potter ma venne scartata (storia vera) ;-) Cheers

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    4. Giusto, nel primo Harry Potter.

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    5. Che poi detta tra noi, Bruce ed Harry Potter, sono un'accoppiata azzeccata come i proverbiali cavoli a merenda ;-) Cheers

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    6. Bruce Potter e Harry Springsteen... No, in effetti non suona molto bene nemmeno così ;-)
      Tornando a Morrell, sarebbe stato comunque interessante vedere realizzata una fedele trasposizione cinematografica del suo romanzo. E allora, in quel caso, Rambo/ Kristofferson al posto di Sly non l'avrei visto affatto male... ;-)

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    7. Sarebbe stato perfetto, la parte fu offerta anche a lui (storia vera), ma il ruolo di Rambo è stato offerto a tutti, proprio tutti ne parleremo ;-) Cheers

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    8. Giusto, anche Terence hill.

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    9. Si anche lui, incredibile ma vero ;-) Cheers

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    10. Di Terence ne ero a conoscenza anch'io... Era una cosa troppo incredibile per non attirare l"attenzione, in effetti;-)

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    11. Don Matteo può scatenarti una guerra che nemmeno te l'immagini ;-) Cheers

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  6. Noooooo, che mi sono perso!!! Recupero in colpevole ritardo questo post, ringraziandoti della citazione e battendo le mani: grandissimo romanzo, che ho davvero tanto amato. Molto più del film. Dici bene, è impossibile parteggiare per uno o per l'altro dei personaggi, sono buoni e cattivi, hanno ragione e sbagliano, fino all'ultimo secondo non puoi dire di essere d'accordo con l'uno o con l'altro.
    Mi sono sempre chiesto come mai la caccia faccia parte della cultura italiana, almeno fino in tempi recenti, eppure la nostra lingua non si sia mai curata della nomenclatura venatoria. Me ne sono accorto con le storie di Predator, in cui gli autori usano termini di caccia e tribali come Young Blood, Blooded Warrior e via dicendo, e in italiano non c'è verso di tradurli. Non so se tradurre il romanzo di Morrell "Primo sangue" sia stata una "furbata" o la migliore versione italiana disponibile, ma di sicuro scegliere in seguito il semplice "Rambo" è stata la trovata migliore ^_^

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    1. Vero manca tutto un vocabolario, nel film (strizzando l'occhio al romanzo) parlano di "They drew first blood", ma sulla scia di "Rocky" Stallone deve avere film nominativi. Il romanzo invece è molto più crudo, realistico, senza divisioni netta tra buoni e cattivo, adorato dalla prima all'ultima pagina. Cheers!

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  7. Personalmente ho trovato più interessante il libro del film, sopratutto per il finale, ma sono entrambi veramente efficaci nel descrivere una situazione psicologica che molti americani non hanno voluto affrontare (il ritorno a casa del reduce, in questo caso perdente e i suoi problemi).

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    1. Leggere il libro dopo aver visto il film tante volte nel corso della vita mi ha cambiato il punto di vista, se lo avessi letto prima di vedere il film, non so se lo avrei amato, non così almeno. Un vero capolavoro, il tipo di storia che piace a me, dice le cose (anche serie) ma senza perdere di vista la fiction e soprattutto, senza assolutismo di buoni e cattivi, va letto per forza. Cheers!

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  8. Il romanzo in questo caso è molto meglio del film!Il film a me non piace perché la sceneggiatura è stata orientata da Stallone, un non attore monicirde che sogna sempre di fare l'eroe e mai l'anti eroe. Stallone è stato in grado di far mandare su tutte le furie David Morrell che si è dissociato dall'ultimo capitoli rambesco, definindolo una idiozia generata dalla mente di un anziano fuori di testa.

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    1. Quando ho letto il romanzo ho capito quanto avevo perso ad aver visto solo film, davvero un altro universo! Il testo di Morrell l'ho divorato con passione e mi ha fatto malissimo, perché non c'è il buono e il cattivo per cui schierarti, è tutto fuso e tutti sono sia buoni che cattivi, non sai mai con chi schierarti, non sai mai per chi parteggiare. Un testo splendido.
      Morrell ha raccontato in più occasioni il suo rapporto con Rambo: se ti va, mi permetto di consigliarti il mio post riassuntivo, con la Storia del Rambo di Morrell (1971-1987) ;-)

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    2. Il romanzo è fantastico, si muove nelle zone grigie che Stallone ha eliminato, perché al pubblico era più facile vendere il bianco e nero di un eroe tormentato contro uno sceriffo cattivo. Sarebbe stato bellissimo un adattamento di "Primo sangue" più vicino al romanzo, regia di Sam Pekinpah con Kris Kristofferson ;-) Cheers

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    3. Ma poi siamo sicuri che Morell non sia rimasto tagliato fuori dai diritti di sfruttamento dell'ultimo film? Secondo me gatta ci cova ;-) Cheers

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    4. Tagliato fuori? Ogni volta che Stallone dice la parola "Rambo" Morrell riceve un assegno a casa, il resto sono solo chiacchiere pubblicitarie :-D

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    5. Innanzi tutto mi scuso per gli errori di scrittura nel mio primo post, ma il problema sono stati i "tasti" dello smartphone. Vidi Rambo (First Blood) quando uscì nel 1982/83 ed anche se ero ragazzino (avevo pressappoco 11/12 anni) qualcosa non mi convinse neppure in quel momento. Non conoscevo il romanzo del 1972 anche perchè nessuno nella mia zona sapeva che il film era tratto da un romanzo e poi ero troppo giovane. Letto il romanzo qualche anno dopo esser diventato cinefilo accanito, nella seconda metà degli 80' e poi riletto negli anni a venire. Conclusione: dimenticato il film stravolto (purtroppo) da una sceneggiatura "stalloniana" che come sempre, tende a dividere il presunto "bene" dal presunto "male". Infatti, oltre ad essere una visione infantile, in quel caso rasenta il ridicolo, rappresentando lo sceriffo in quel modo ed il protagonista "ex berretto verde" che non uccide nessuno. Anche il doppiaggio di Amendola non mi è mai piaciuto, con l'errore storico in Taxi Driver del 1976, oppure le frasi quasi in romanesco in Scarface del 1983 non è mai stato il mio doppiatore preferito. Condivido tutto quello che hai scritto nella risposta e ti ringrazio del link, per me una lettura molto utile :o)

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    6. Allora era un tentativo di Morell di fare un po' di rumore pubblicitario ;-) Cheers

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    7. Figurati e grazie per il ricordo sul film e sul romanzo. In effetti il berretto verde che uccide, ma nel film solo per errore è una forzatura che si nota più da adulti, il libro è diverso abbastanza da essere beh, completamente diverso ;-) Cheers

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