Sapete cosa trovo di più irresistibile di un antologico horror?
Un antologico horror in cui uno dei registi coinvolti è Joe Dante. No sul
serio, questo è un invito per questa Bara a volare!
Lo dico sempre, ogni appassionato di Horror dovrebbe offrire numerose birrette a Mick Garris, non solo per aver diretto un sacco di cosette sfiziose (molte delle quali tratte da roba scritta da zio Stephen King) ma soprattutto perché ha una certa predilezione per le antologie horror. Grazie alle due stagioni di Masters of Horror, Garris ha convinto parecchi dei miei preferiti a tornare dietro alla macchina da presa, ma anche la sua Fear Itself era abbastanza diverte, anche se molto meno famosa.
Lo dico sempre, ogni appassionato di Horror dovrebbe offrire numerose birrette a Mick Garris, non solo per aver diretto un sacco di cosette sfiziose (molte delle quali tratte da roba scritta da zio Stephen King) ma soprattutto perché ha una certa predilezione per le antologie horror. Grazie alle due stagioni di Masters of Horror, Garris ha convinto parecchi dei miei preferiti a tornare dietro alla macchina da presa, ma anche la sua Fear Itself era abbastanza diverte, anche se molto meno famosa.
“Nightmare Cinema” rappresenta il suo ritorno, beh al cinema
(altrimenti si intitolerebbe “Nightmare TV”) mantenendo invariata la formula ad
episodi, cinque storie da incubo di cui una diretta dallo stesso Garris che ha
il compito di fare da cornice a questo bel quadretto. Ammettiamolo lo spunto è
semplicissimo ma davvero azzeccato: Da qualche parte esiste un cinema chiamato “Nightmare”
il suo proiezionista è un tipo losco fatto a forma di Mickey Rourke (proprio
lui!). Chi finisce in questo cinema, può godersi una prima tv in cui lui stesso
è protagonista di una pellicola, che altro non è che la versione su grande
schermo del suo peggiore incubo. Vi rendete conto da soli che con una premessa
così, il potenziale è infinito.
Per questa sua nuova sortita cinematografia il vecchio Mick
si è portato dietro un po’ di nomi di indubbio interesse: l’argentino Alejandro
Brugués, il giapponese Ryuhei Kitamura, il redivivo David Slade anche lui in
fuga dal piccolo schermo, e per
finire una leggenda, uno dei miei preferiti di sempre, Joe Dante, che non credo necessiti di troppe presentazioni.
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Il quintetto base di questa proiezione a base di incubi. |
Il bello degli antologici è anche che posso slanciare via le
ciabatte (a forma di teschio) e analizzare gli episodi singolarmente, prometto niente
anticipazione (detto anche: NO SPOILER!) in modo da non rovinare le visione a
nessuno. Cominciamo!
The Thing in the
Woods
Diretto da: Alejandro Brugués
A garantire un inizio davvero ghiotto a questo “Nightmare
Cinema” ci pensa il regista del simpatico ma non proprio fondamentale “Juan of
the dead” (2010), uno specialista degli antologici horror visto che ha lavorato
anche in “The ABCs of Death 2“ (2014). Il suo “The Thing in the Woods” inizia
come uno slasher classico, dove un assassino con maschera da saldatore, insegue
un gruppo di giovanotti e giovanotte, allo scopo di trasformali tutti in carne
morta. Insomma solita routine per uno slasher no? Ecco no, perché a metà di un
episodio che omaggia apertamente il Sam Raimi di La Casa (per scelte di montaggio e gusto per il sangue a secchiate),
“The Thing in the Woods” cambia di colpo genere, passando da Slasher ad altro
che non vi posso rivelare, per non rovinarvi la sorpresa, ma sempre mantenendo
un alto tasso di emoglobina sparsa in giro.
La svolta a metà episodio è talmente riuscita e sensata, da
farti improvvisamente cambiare schieramento per cui tifare, anzi è quasi un
peccato che l’episodio duri così pochi minuti, perché forse questo resta l’unico
segmento di “Nightmare Cinema”, che avrebbe potuto essere espanso fino ai 90
minuti canonici, diventando un film.
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“La sapevo che era meglio andare in vacanza al lago, Crystal Lake era troppo tranquillo vero!?” |
Mirare
Diretto da: Joe Dante
Joe Dante che è anche l’unico del mazzo che Mick Garris si è
portato in giro (anche in Italia, a Lucca per la precisione) per pubblicizzare
un po’ il film, ha qui l’occasione di lavorare nuovamente in un film, visto che
anche lui ultimamente è rimasto al palo da troppo tempo. Bisogna dire che l’ambientazione
dell’episodio non è proprio quella che ti aspetteresti da Dante, mi ha fatto un
po’ pensare ad “Homecoming”, l’episodio della prima stagione di “Masters of
Horror” che Dante ha diretto al posto di George A. Romero (storia vera).
Immaginatevi una critica alla mania di apparire e alla
chirurgia estetica a tutti i costi, con lontani echi di “Occhi senza volto”
(1960) e un finale grottesco e nerissimo, questo si in linea con la satira di
cui Dante è capace. Sto pensando a quella bomba del fin troppo sottovalutato “La
seconda guerra civile americana” (1997).
La protagonista è una complessata ragazza, carina ma con una
cicatrice sul volto che non la fa sentire all’altezza del bellissimo (e
ricchissimo) fidanzato, ma mammà è disposta a pagare la chirurgia per rimediare
e già che ci siamo, dare anche una sistematina a tutto il resto, sai no? Visto
che siamo qui con le mani sotto il cofano, tanto vale approfittarne. Una notte
di paura da passare alla clinica Mirare, e il mattino dopo, per potersi finalmente
togliere le bende e vedere il risultato finale.
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D’altra parte, chi meglio di uno che si chiama Dante, per raccontare una discesa all’inferno. |
Joe Dante dirige con il coltello tra i denti, una cosina
veloce veloce che ti tiene in sospeso fino alla “battuta” finale, perché alla
fine “Mirari” si guarda per questo, per capire come va a finire e dove vuole
andare a parare. Il colpo di genio? Un cultore di cinema, con una cultura
relativa alla settima arte enciclopedica come Joe Dante, se lo gioca nell’attore
che interpreta il chirurgo plastico: Richard Chamberlain. Sul serio, se non è
una mossa meta cinematografica quella di far interpretare il dottore, a colui
che è stato il dottor Kildare in televisione, allora non so cosa possa esserlo!
Ed ora che ci penso, il proiezionista di questo “Nuovo
Cinema Paradiso Incubo” è Mickey Rourke. Tanto per stare in tema di
chirurgia plastica leggermente abusata.
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Se questo è “Il dottor Kildare” secondo Dante, chissà cosa tirerà fuori quando deciderà di rifare “Uccelli di rovo”. |
Mashit
Diretto da: Ryūhei Kitamura
Una regola non scritta degli antologici horror moderni, sembra
essere quella di giocarsi anche un regista orientale che pare sempre venuto giù
solo per aumentare il livello della caciara (e della macelleria), qui tocca a Ryūhei
Kitamura, regista tra le altre cose di quella follia totale che era “Godzilla:
Final Wars” (2004).
Kitamura (nel dubbio: a soreta!) ci porta in un orfanotrofio
messicano, gestito da un prete con il pallino di praticare attività non proprio
approvate dalla Chiesa, con almeno una delle sue suore, quella giovane e carina
(vecchio porco!), il demonio bruciacchiato della locandina del film non la
prende benissimo e si manifesta per rimediare. Infatti il Mashit del titolo è
proprio il diavolone specializzato nella lussuria, con un Master nel provocare
la morte violenta di giovani ragazze e ragazzi.
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Vi dico che questa è la scena più pacata di tutto l’episodio (storia vera) |
La macelleria che segue è senza tirar via la mano, ma con un
certo gusto per riempire la scena di ragazzine con gli occhi grondanti sangue,
diciamo che le letture di secondo livello della trama non sono proprio la specialità
di “Mashit”, ma se volete una roba a metà tra il satanistico e la “Nunsploitation”,
questo potrebbe fare al caso vostro.
This Way to Egress
Diretto da: David Slade
Dopo l’episodio della quarta stagione di Black Mirror intitolato “Metalhead”, David Slade deve averci
preso gusto con il bianco e nero spinto, qui lo ritroviamo a dirigere Elizabeth Reaser, nell’episodio più
strambo del mazzo.
Una madre con due figli rompicoglioni attende nella sala d’aspetto
di un ospedale lurido, che sembra un posto che potrebbe sognare David Lynch,
dopo aver mangiato la peperonata a cena. La segretaria del dottore con il
passare dei minuti diventa sempre più mostruosa, in compenso il medico non
approfondisce troppo il problema della donna, che vede tutti quelli che non
siano i componenti della sua famiglia, diventare progressivamente dei mostri
orrendi e inguardabili.
In mezzo infilateci anche un palese omaggio a Videodrome e il gioco è fatto, il
risultato è qualcosa di plumbeo e angosciante, una perfetta rappresentazione di
un esaurimento nervoso oppure di una depressione grave. Oh! Poi magari non ci
ho capito niente io e David Slade voleva solo dirigere una critica alla
malasanità, però resta il fatto che questo è uno dei segmenti più incisivi di “Nightmare
Cinema”.
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"Inguardabile ci sarai tu e chi non te lo dice, tzè!" |
Dead
Diretto da: Mick Garris
A dimostrazione delle generosità di Mick Garris, l’uomo che
ha tirato i fili di tutta questa produzione, conserva per se il segmento meno
interessante di tutti, una cosina con un ragazzino che “Vede la gente morta” ed
è perseguitato da un assassino interpretato da Orson Chaplin, che malgrado si chiami come due geni cinematografici, è parente diretto solo di uno.
L’episodio non è proprio il più ritmato, e anche la trovata
delle “luce alla fine del tunnel”, mi è sembrata un po’ pacchiana. Diciamo che
serve a dare un contorno e un po’ di spazio al personaggio del proiezionista
interpretato da Mickey Rourke, che si vede poco ma gigioneggia felice come non
capitava da un po’.
Insomma “Nightmare Cinema” è un fiero rappresentate di un
formato che apprezzo sempre molto, non tutto è irresistibile ma dentro ha parecchio
di buono, resta l’occasione per vedere di nuovo qualcosa diretto da Mick Garris
e soprattutto da Joe Dante, se non vi spaventa un posto dove la maschera è quel
mascherone di Mickey Rourke, sapete cosa fare.
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Ormai sembra Nathan Never, ma vi assicuro che è Mickey Rourke. |
Sono riuscito a beccare nel web solo i primi due episodi (Brugues e Dante). Il primo, lo slasher, è tanta roba e strizza l'occhio a mille film differenti, tra cui è impossibile non vedere Raimi. Bello e sensato pure il twist! (anche se me l'ero un po' sputt@nato sul web...). Il secondo, quello di Dante, mi ha fatto "schifo". Non nel senso che sia un brutto spezzone, è che mi ha messo addosso un disagio e un malessere assurdi. Bravo Dante! Vai a capire perché sto povero Cristo lavori col contagocce...
RispondiEliminaComunque vedrò di recuperare anche il resto.
Posso dire che ste antologie non mi dispiacciono affatto? Tipo i vari "ABC of the Death" avevano i loro alti e i loro perché (ma pure parecchi bassi...), ma al netto si poteva vedere qualche perla. Speriamo che questo "Nightmare" mantenga una media così alta. Incrocio le dita!
Lo slasher con trucco di Brugués è uno spasso che omaggia “Evil Dead” in continuazione di sicuro l’inizio migliore, mentre Dante pur con uno soggetto non così vicino al suo solito cinema, firma il segmento più grottesco. Ho letto una sua intervista di recente, in cui è piuttosto diretto sulla situazione, ti metto il link qui sotto:
Eliminahttps://www.ilcineocchio.it/cinema/joe-dante-vi-dico-perche-non-lavoro-piu-e-nemmeno-la-blumhouse-mi-cerca/
Le antologie horror sono sempre di qualità ondivaga, questo “Nightmare Cinema” forse sarà più facile da ricordare dei 26 corti di “ABC of the Death”, da moltiplicare per due visto che esiste anche il seguito “ABC of the Death 2”, per altro esiste anche un “ABC of the Death 1.5” con i corti rimasti fuori (storia vera). Cheers!
Cosa, cosa, cosa?!?! C'è l'1,5? MIO!
EliminaErrata corrige, chiedo venia, si tratta di “ABCs of Death 2.5” ricordavo male. Qui sotto trovi un po’ di dettagli. Cheers!
Eliminahttps://www.imdb.com/title/tt5647758/
Ho letto le dichiarazioni di Dante. Al di là del discorso relativo alla sua età e al fascino che il suo nome possa avere su dei giovani spettatori (su cui, personalmente, non sono d'accordo...), trovo molto interessante il modo che ha la Blumhouse (e che aveva la Miramax) di produrre pellicole.
EliminaLa pratica di produrre un sacco di cose per poi tenerle in archivio era (è?) la prassi nella musica. Ad esempio, si narra che Prince fosse il produttore occulto di migliaia di brani pop, anche molto famosi, e che nella sua casa ci fossero migliaia di brani pronti per essere riarrangiati a seconda della moda del momento e venduti a cantanti famosi. Ma un conto è incidere un pezzo e parcheggiarlo in attesa, un altro è fare un film da zero e archiviarlo. Ignoravo totalmente una cosa del genere!
Probabilmente la politica prevede di liberarsi di quei film in un tempo anche abbastanza breve, anche loro faranno il bilancio almeno una volta l’anno no? Almeno per far tornare i conti in qualche modo. Questo spiegherebbe tanti film che compaiono nei cataloghi delle piattaforme di streaming che sembrano usciti dal nulla. Cheers
EliminaCavolo se fanno un film su nathan never con micky rourke io lo vedo!!!!!!!.
RispondiEliminalegs weaver la fa sigouner weaver e may frain la fa carmen russo o gina lollobrigida!!!!!!!!! ( deborha caprioglio è troppo troppo giovane)
la mamma di nathan never la facciamo fare ad olivia de allivand!!!!!
dirige il film richhard donner!!
titolo del del film ovviamente "natan over 80"
scherzo ma fino a un certo punto: io sono andato a vedre i mercenari perchè la nostalgia canaglia è molto potente.
e per lo stesso motivo andrò a vedere rambo: stallone lo capisco .
grazie
rdm
Se i Manetti Bros. possono fare Diabolik perché no, penso che pagandolo con il giusto numero di casse di Whisky, Mickey Rourke viene giù a recitare senza problemi ;-) Forse è più giusta la Caprioglio, May mi pare fosse più giovane di Legs, ma potrei ricordare male. Cheers!
EliminaNo, no, ricordi bene invece ;-)
EliminaQuanto a questa versione 3.0 degli horror antologici Amicus ancora non mi è riuscito di vederla, ma rimedierò...
Ho delle reminiscenze di quando leggevo la serie, circa un’era geologica fa ;-) Cheers
EliminaCaro Cas Carmela Carolina Fernanda Russo classe 1959 ti sta per querelare.
RispondiEliminaha 10 anni n meno della sigourney weaver e perciò la parte è sua.
o raga se in "natan over 80" ci mettete pure danny trejo io lo vado ado a vedere al cinema e mi compro pure il blu ray!!!
bella raga!!
geppo
Non metto in discussione il tuo lavoro da direttore del casting ;-) Cheers!
EliminaA proposito di riferimenti ad Evil Dead con svolta con capriola, io aspetto di leggere la tua recensione di Quella casa nel bosco: film di cui ho molto sentito parlare, ma che ho recuperato - complice Netflix - solo giusto la settimana scorsa.
RispondiEliminaFortunatamente ero riuscito a tenermi lontano da spoiler od altro e devo dire che l'ho trovato folgorante: non tanto per il secondo livello di lettura con i riferimenti meta, ma per il terzo livello che si può immaginare (o che per lo meno io ho immaginato :p).
Nathan
Avevo seguito tutta la sua complicata produzione, ero corso a vederlo quando – finalmente! – era uscito in sala e ho il blu ray che ogni tanto mi riguardo, eppure hai ragione, è roba da Bara Volante al 100%, dovrò rimediare ;-) Cheers
EliminaGli horror antologici m'intrigano, me lo segno ;)
RispondiEliminaMerita un'occhiata non è niente male ;-) Cheers
EliminaMi sa che mi toccherà sperare che arrivi su qualche piattaforma streaming o mi toccherà indossare la benda d'ordinanza per vederlo...
RispondiEliminaAl momento benda, ma è stato presentato a Lucca, si spera di poterlo vedere almeno in streaming. Cheers!
EliminaCon questo popò di presentazione me l'hai venduto pure se fosse un frigo in Groenlandia! :-D
RispondiEliminaCome si dice, vendere la neve agli Eschimesi ;-) Aspetto il tuo parare, un'occhiata se la merita. Cheers!
EliminaA me Juan of the dead è piaciuto molto ed Evil Dead è un ipercult, quindi "The thing in the woods" lo devo vedere assolutamente!
RispondiEliminaAggiungo che sono uno di quelli che stravede SOLO per la seconda stagione di Black Mirror e tra i suoi episodi preferiti delle altre c'è proprio Metalhead, quindi direi che siamo già a due parti per me molto interessanti!
Con queste premesse direi che é proprio il film per te ;-) Cheers
Elimina