giovedì 29 agosto 2019

Gotham (2014-2019): Come raccontare Batman (quasi) senza Batman

Sono i cattivi a fornire la vera dimensione dell’eroe, dico sempre che tra i supereroi, quelli con il “parco cattivi” più interessante sono sempre Spider-Man e Batman. Deve aver fatto una pensata simile anche Bruno Heller, famoso per aver curato serie come “The Mentalist” e “Roma”, ma soprattutto “Gotham” giunta alla sua conclusione quest’anno, dopo cinque stagioni e cento episodi tondi tondi.

Facciamo subito qualche premessa. La DC Comics sul piccolo schermo è piuttosto attiva, ma questa serie non ha nessun legame con le altre con i personaggi della Distinta Concorrenza, procede per la sua strada rispetto al cosiddetto “Arrowverse”. Inoltre, ha un altro grande asso nella manica: può spaziare completamente nella vasta (vastissima) iconografia dell’Uomo Pipistrello che va, ovviamente, dai fumetti originali, fino ai film, passando per il piccolo schermo.

L’altro paletto che va subito piantato in bella vista è un altro: se cercate un adattamento perfetto dei fumetti di Batman, “Gotham” rischia di essere fumo negli occhi, quando si tratta di supereroi sono più un ragazzo della Marvel, ma anche con la mia conoscenza generica delle storie della Distinta Concorrenza, è chiaro come il sole che Bruno Heller si sia preso ben più di una licenza poetica.

Benvenuti a Gotham City, dove il nero è il colore più in voga.
Anche per questo, però, mi sono goduto le cinque stagioni di “Gotham” che non sono tutte esaltanti allo stesso livello, ma hanno saputo creare un microcosmo abbastanza vasto che proprio grazie a quelle licenze poetiche (più o meno grandi) racconta una storia in grado di appassionare. Nel suo prendere le distanze da Batman (personaggio e canone fumettistico) “Gotham” omaggia Batman in un modo davvero riuscito, forse per questo piacerà più al pubblico generico che ai vecchi lettori.

Quando hai una città, dei comprimari, ma soprattutto degli avversari così interessanti, fare una serie su Batman (quasi) senza Batman non solo non risulta un’idea cretina, ma anzi una bella sfida che questa serie, secondo me, è riuscita a portare a casa.

La vita secondo Jim (Gordon).
Tutto inizia dal principio, la notte in cui i Wayne decidono di portare il piccolo Bruce (David Mazouz) al cinema a vedere “La maschera di Zorro”, la novità questa volta è che ad assistere alla solita rapina, con collana di perle che va in pezzi – un punto fermo dell’iconografia dell’Uomo Pipistrello – sia la giovane vagabonda di strada Selina "Cat" Kyle, interpretata Camren Bicondova, scelta perché con quegli occhi strani che si ritrova, a tutti ricordava una sorta di giovane Michelle Pfeiffer (storia vera).

“Dai ragà, il piattino con il latte, sul serio!? Michelle Pfeiffer non lavorava così”
A consolare il giovane Bruce ci pensa il giovane poliziotto Jim Gordon (Benjamin McKenzie) ex militare arrivato in città da poco e affiancato ad uno sbirro rozzo e pieno di esperienza come Harvey Bullock (voglio un cappello come quello di Donal Logue!), ma Gotham si è costruita la sua fama specialmente per via di un sottobosco pullulante di criminali, da una parte la famiglia Falcone e dall’altra l’inarrestabile Fish Mooney, un personaggio creato apposta per la serie ed interpretato alla grande da una mefistofelica Jada Pinkett Smith.

Fish Mooney ha un assistente molto particolare, uno sgorbio che zoppica con una camminata che lo fa sembrare un pinguino (ma non provate a dirglielo se ci tenete alla vita!) che gli fa da porta ombrelli, un ragazzotto con dei capelli tutti matti di nome Oswald Cobblepot (Robin Lord Taylor e il nome dimostra che questa serie lui l’aveva nel destino).

Sembra Spider-Emo, si chiama Robin, ma in realtà è il Pinguino.
“Gotham” parte da lontano e fa crescere tutti i personaggi, Jim Gordon è armato di buone intenzioni, ma dovrà affrontare prima la corruzione interna alla G.C.P.D. e poi le continue lotte per il potere interne alla criminalità della città. In questo senso, il Pinguino è un po’ il suo contro altare: parte come semplice porta ombrelli umanoide e finisce a compiere tutta la travagliata scalata al potere. Robin Lord Taylor è uno degli attori che compaiono in tutti e cento gli episodi della serie e beccami gallina pinguino se anche in solo uno di questi episodio abbia mai recitato meno che due metri sopra le righe. Una prova urlata, isterica che non genera mezze misure nel giudizio, da parte mia l’ho adorato. Non è una brutta copia di Danny DeVito, eppure a fine serie diventa una convincentissima versione giovane di Burgess Meredith, l’attore che interpretava lo stesso personaggio nella serie tv di Batman degli anni ’60, si quella dei “BANG!” e degli “SLAM!”.

Lui interpreta Bruce Wayne (ditelo che avete appena rivalutato Robert Pattinson)
Proprio questo è un altro grande merito di una serie come “Gotham”, dal punto di vista estetico è stato fatto un lavoro notevole, lo dico sempre, lo ripeterò fino allo stremo, la città dove agisce per un supereroe americano è fondamentale, per Batman addirittura vitale, se sbagli la rappresentazione della sua città sbagli tutto (Veeeeero Nolan?) e qui per una serie che porta proprio il nome dell’oggetto dell’ossessione dell’Uomo Pipistrello, la responsabilità è doppia. La Gotham City di questa serie sembra sospesa nel tempo, moderna sì, ma con un tocco retrò che si ritrova nei vestiti dei personaggi, nei camini che non mancano mai in tutte le stanze dove sono girate le scene d’interno (a livello di camini, “Gotham” è il sogno erotico del mio muratore di fiducia, un calabrese fanatico di camini. Storia vera) e nelle auto della G.C.P.D. che dona al tutto un aspetto perfetto, per lunghi tratti, sembra di guardare una versione con attori di un episodio a caso di Batman: The animated series e, se non si fosse capito, questo è un complimento, nemmeno piccolo.

La serie è costellata di volti noti in ruoli più o meno piccolo, sono passati da queste parti Lori Petty, ma anche Michael Chiklis (guarda caso, a capo di una “Squadra d’assalto” questa volta della polizia di Gotham e non di Los Angeles), ma anche personaggi inizialmente come di contorno, si sono guadagnati ruoli di rilievo, penso all’Edward Nygma di Cory Michael Smith, oppure alla diabolica Barbara Kean di Erin Richards. Basta dire che un personaggio non proprio di primo livello dei fumetti dell’Uomo Pipistrello, come Leslie Thompkins, qui è interpretato da Morena Baccarin che resta sempre un ottimo motivo per guardare qualunque cosa.

Una foto a caso di Morena Baccarin, perché si, perché fa sempre bene al cuore.
Nel corso di cinque stagioni “Gotham” esplora e popola il sottobosco dei criminali della città, introducendone di continuo di nuovi dal dottor Hugo Strange, fino ad arrivare a Solomon Grundy, oppure il Cappellaio Matto interpretato da Benedict Samuel, ma un personaggio nelle prime stagioni sale di colpi forse più di tutti, uno dei più inattesi: Alfred Pennyworth, sì, proprio il maggiordomo... Avete letto tutti quei gialli e vi dimenticate così del maggiordomo?

Alfred Pennyworth è un pilastro nell’iconografia di Batman, i film lo hanno quasi del tutto ignorato, anche quando è stato affidato ad attori di primissimo livello, sempre un po’ ridotto ad assistente di lusso, è stato quasi sempre ignorato il suo passato militare, il fatto che oltre a fare un po’ da padre a Bruce Wayne, sia stato il suo primo allenatore e mentore. Affidarlo ad un “Inglesaccio” (nel senso cazzuto del termine) come Sean Pertwee è stata una grande idea, l’attore è stato a lungo uno dei preferiti di Paul W. S. Anderson e Neil Marshall, quindi ha il “pedigree” giusto per la parte, inoltre David Mazouz a volte è così azzeccato nella parte dello stronzetto viziato ricco che quando Alfred prende e sberle il giovane Bruce, vi ritroverete ad invocare uno spin-off su di lui. Considerando che è stato puntualmente annunciato e presto arriverà, forse eravamo in tanti a godere dei metodi, non proprio montessoriani di Alfred.

“Signorino Bruce il Tè verrà servito nel salone, le conviene essere puntuale se non vuole che le spezzi le gambe”
Passiamo ai difetti: alcune trame e sottotrame sono meno interessanti di altre e lentalmente l’attenzione si sposta da Alfred, Jim Gordon e dal Pinguino, per dare sempre più spazio ai tanti personaggi che lentamente si affollano sul palcoscenico di Gotham (città e serie). Quindi, forse il difetto più grosso imputabile a Bruno Heller e ai suoi autori, è stato quello di concedere troppo ai fan e questo diventa abbastanza chiaro con l’arrivo della lunga trama legata a Valeska, definito da Heller una specie di “Proto-Joker”.

Mettiamo un bel proto-sorriso su quel proto-faccino!
Il richiamo del cattivo più famoso dell’Uomo Pipistrello è sempre forte e qui bisogna dire che Cameron Monaghan è stato una scelta perfetta, il suo personaggio non prende mai il nome per cui è conosciuto (per problemi di sfruttamento dei diritti, pare), ma può tranquillamente ambire ad essere considerato uno dei Joker più spaventosi mai visti, basta quel ghigno e la risata a renderlo perfetto. Il personaggio evolve di pari passo con la sua controparte Bruce Wayne... Se ve lo state chiedendo: no, il nome che inizia per “B” e finisce per “ATMAN” non viene mai pronunciato da nessuno, mantello e maschera vengono ultra centellinati, fino a davvero l’ultimo secondo e forse sarebbe stato proprio meglio non mostrali affatto, perché il voler fare troppe concessioni ai fan è quello che ha fatto un po’ perdere il filo alla serie.

La quinta stagione, ad esempio, dura la metà degli episodi rispetto alle altre quattro precedenti (dodici puntate contro le canoniche ventiquattro), è in parte basata sulla saga fumettistica “No man’s land” e si fa prendere dall’ansia di stipare dentro quanti più cattivi di Batman possibili, quasi tutti generati nello stesso modo: il dottor Hugo Strange che opera qualcuno (anche contro la sua volontà) donandogli dei poteri, una trovata che definire abusata sarebbe ampiamente riduttivo.

Comunque lei, per me ha vinto tutto (MVP! MVP! MVP!)
Nel giro di letteralmente una manciata di puntate dal finale, vengono gettati nel mucchio il ventriloquo, una Proto-Harley Quinn (più simile alla versione di Bruce Timm che a Margot Robbie), un Bane che si capisce quando parla e addirittura Killer Croc che si vede letteralmente per mezzo minuto, per poi sparire nuovamente nelle fogne della città.
Sono riusciti ad infilarci dentro anche Lori Petty!
Malgrado tutto il pasticcio finale, “Gotham” è una serie che omaggia alla grande l’iconografia dell’Uomo Pipistrello, pescando a piene mani da essa, dentro ci trovate personaggi con costumi dai colori variopinti come nella serie tv degli anni ’60, ma anche interpretazioni moderne che strizzano l’occhio a Nolan, un ottimo modo per raccontare Batman, quasi senza bisogno di lui.

Di sicuro avete sentito che il prossimo Batman al cinema sarà Robert Pattinson (si è parlato appena appena di questa notizia), è passato un po’ sotto traccia il fatto che il regista del prossimo “The Batman” - se mai uscirà e se mai si chiamerà così – sarà Matt Reeves, uno con un buon occhio in particolare per l’uso del colore, che ha già dichiarato di volersi concentrare sui tanti cattivi dell’Uomo Pipistrello. Matt, ascolta me: prima di tutto, guardati “The animated series” fino alla sfinimento e poi, magari, qualche episodio di “Gotham”, così, giusto per mettersi sulla strada giusta verso la città dell’Uomo Pipistrello.

Vi ricordo il Bat-speciale della Bara Volante!

36 commenti:

  1. Posso dire che in fatto di Batman ci sono state molteplici versioni. E secondo me quella di Schumacher (criticata da tutti) in realtà era quella che più si avvicinava alla serie tv storica con Adam West, coloratissima e fumettistica; mancavano solo i rumori in sovrimpressione. Detto questo, Gotham è stata una gran bella trovata senza dubbio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se ti va trovi il mio parere sui due film del buon Joel qui con dovizia di dettagli, i suoi intenti erano proprio quelli di omaggiare la seria con Adam West, purtroppo verrà ricordato solo per i Bat-capezzoli. So che “Gotham” ha fatto storcere molti nasi, eppure alcune serie “Arrowverse” le ho abbandonate senza rimpianti, altre mai iniziate, e tra quelle dedicate ai super eroi del piccolo schermo, questa – con tutti i suoi tanti difetti – l’ho sempre guardate con piacere.

      Elimina
  2. Altra serie che devo recuperare al piu' presto.
    Mi e' sempre piaciuta l'idea di raccontare l'universo narrativo di un supereroe partendo da lontano. Anzi...da lontanissimo.
    Un po' come Tangled Web dell' Arrampicamuri.
    Per ovvi motivi anagrafici sono legato ai primi due Batman di Tim Burton.
    Ho apprezzato anche la trilogia di Nolan, in particolare il secondo. Anche se li'...la trovata migliore e' stata quella del.tutto involontaria, non so se ho reso l'idea.
    Censura totale sui due di Schumacher, almeno per me.
    Mi ha convinto pure quello di Affleck, in Batman vs Superman (o era l'inverso?).
    Chi l'avrebbe mai detto: Affleck sa recitare!!
    Ho ancora negli occhi la performance terrificante di Daredevil.
    Ma dall'avvento della Justice League in poi, il nostro uomo pipistrello si sta spostando verso toni sempre meno cupi.
    Speriamo bene...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Qui parte da davvero lontano, pensa che gli eventi di “Batman: Anno uno” iniziano (idealmente) dopo la fine di questa serie, qui in pratica siamo a “Batman: Anno cinque (AG – Avanti Gotham)” ;-) Che bella che era “Tangled Web” ci sono almeno due storie di Spidey fantastiche in quella serie.

      Non mi dilungo, trovi tutti i film commentati nella Bat-rubrica della Bara, però si, Batfleck era proprio giusto per la parte, anche se in “Justice League” non aveva già più voglia, oppure ere ubriaco non so.
      L’altra sere in tv davano “Daredevil”, dico sempre che dovrei vedere la “Director’s cut” ma poi mi ricordo che ho cose più importanti da fare, tipo rimettere in ordine il cassetto dei calzini ;-) Cheers

      Elimina
    2. Sarà una questione generazionale ma anche io considero i due Batman di Burton come i migliori di tutti. Forse perché hanno davvero segnato una svolta nel modo di rappresentare i super-eroi, ma mi verrebbe da dire i cattivi, soprattutto. In più le ambientazioni erano fantastiche, senza parlare di Michelle, quante diottrie perse per colpa sua (scherzo)!!
      Batfleck effettivamente non era male, era tutto il resto che a mio umile parere non funzionava... Diciamo che con l'età ha imparato a recitare (o sarà per il fatto che portava una maschera?)!! In ogni caso il film di Schumacher con Kilmer non mi era dispiaciuto. Anche qui mi sembra che la scelta del regista, un pò come per Weller in Robocop, fosse basata sulla "carnosità" e fotogenicità delle labbra, più che su reali capacità recitative...

      Elimina
    3. La storia della labbra di Weller è vera, Verhoeven lo ha scelto per quelle. Bat-Val Kilmer in realtà è diventato famoso (oppure famigerato) dopo, per via del suo broncetto, unica cosa che si vedeva con la maschera. In realtà era stato scelto perché Schumacher era rimasto colpito dal suo ruolo in “Tombstone” dove era enorme. Michelle chi? Non so, non ci vedo ;-) Cheers

      Elimina
    4. So di dire quasi una blasfemia ma Affleck (considerato da sempre uno degli attori piu' scarsi del creato) ho imparato a rivalutarlo. Dopo Argo, soprattutto.
      Per Val Kilmer...ad un certo punto su di lui hanno iniziato a circolare voci a dir poco terrificanti. Che fosse diventato un pallone gonfiato ed egocentrico, e che si mettesse a maltrattare la gente della troupe durante le riprese.
      Non e' un caso che di li' ha poco non ha piu' trovato un cane disposto a farlo lavorare con lui.

      Elimina
    5. “Argo” era bello, purtroppo il momento buono per Batfleck è durato poco, pare abbia nuovamente problemi con la bottiglia, ma intano ha fatto pace con Kevin Smith, questo è un evento!!
      Non è che sono circolate voci, Val Kilmer è proprio così, ha sempre avuto mania da divo ;-) Cheers

      Elimina
  3. Purtroppo Batman vs Superman ho visto la versione extended e non ne potevo più di sti due ke si menavano con le riprese traballanti per far capire quanto forti fossero le mazzate. Snyder lo preferisco coi Watchmen. Per i precedenti film di Batman, anch'io adoro quelli di Burton, specialmente il secondo (chissà perché meow!!!), ma hanno inaugurato quella versione dark che invece Schumacher ha messo da parte per omaggiare quella cartoonesca e ironica della serie tv. Io di quei due film di Joel non ho apprezzato i due interpreti, Kilmer e Clooney, che non ho visto esattamente adatti al ruolo a causa forse dei loro precedenti cinematografici. Tutto il resto dell'impianto scenico secondo me funzionava, villains caricaturali compresi. Ma, come detto da Cassidy, l'intento del regista non è stato compreso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ho avuto voglia e tempo per vedere la versione extended, va bene così ;-) Chissà perché il secondo Batman di Burton piace a tutti, tutti gattofili diventano :-P Cheers!

      Elimina
  4. Ho visto qualche episodio delle prime stagioni per curiosità e mi sembrava un prodotto dignitoso e recitato bene, di un altro livello rispetto all'Arrowverse

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci sono attori bravi (Jada Pinkett Smith) altri che vanno sopra le righe e funzionano benissimo (il Pinguino e l’Enigmista) e alcune “Cagne maledette” come Erin Richards che però è talmente guardabile che le si perdona (quasi) tutto. Rispetto all’Arrowverse secondo me meglio, ma trovo incredibile che in un mondo dove ogni prodotto deve essere interconnesso, e disponibile per un “Crossover” (passami il termine fumettistico, tanto siamo in tema) “Gotham” per cinque stagioni sia stata un bolla isolata, un’interpretazione dell’iconografia di Batman, tutta a se, roba rarissima nel 2019. Cheers!

      Elimina
  5. Buongiorno Ca(t)ssidy, ho guardato le prime tre stagioni e poi mi sono stufato... L'unico motivo di interesse era Morena Baccarin, sempre in parte, ma un pò poco per stare dietro a tutto il carrozzone.
    Alfred Pennyworth è davvero caratterizzato bene, mi piace molto l'attore scelto e devo dire che anche io ho provato un moto di piacere quando elargisce cinquine a Bruce... Mi spiace per il pivello, sicuramente segnato dalla tragedia della morte dei genitori e nemmeno poco, però ha davvero l'aria del moccioso spocchioso!
    Ma è solo una mia impressione ma Lory Petty nella foto che hai messo, assomiglia terribilmente a Macaulay Culkin! Pensare che ai tempi di Booker e di Point Break era considerata una bella topa!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Meeeeoooow! Ehm scusa, non ho resistito ;-) Pensa che dalla terza in poi diventa ancora più spocchioso, poi si ravvede ma perché le cinquine di Alfred colpiscono velocissime e dolorose, come colpi di frusta, ma senza Catwoman all’altra estremità.

      Lori Petty è invecchiata con ironia, e per fortuna non ci prova nemmeno a far finta che non sia così santa donna. In “Orange is the new black” altro che Macaulay Culkin, ma ai tempi… Io sono ancora convinto che Gwen Stefani il suo look lo abbia scippato a Lori in “Tank girl”. Cheers!

      Elimina
  6. Ne ho visto qualche puntata qua e là ma senza convinzione, voglia e senza un filo logico. Tipo mai viste due-tre puntate di seguito per seguire un filo. E' proprio il prodotto che non mi attrae per nulla e mi sa che non lo recupererò. Ma mai dire mai...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. All’inizio pensavo che “Le avventure del giovane Batman” non facevano per me, poi mi hanno consigliato alcuni neofiti totalmente digiuni di fumetti di vederla, da allora seguita tutta anche divertendomi. Batman non è quasi della partita, tutti gli altri si, non me la sento di consigliarla perché è particolare, ma è un’interpretazione del mito di Batman che nell’industria moderna, resta una rarità, inoltre si trova su Netflix, quindi a disposizione di una larga fetta di pubblico che magari ama Batman, ma non ha mai letto un suo fumetto, potrebbero essere il pubblico giusto di questa serie. Cheers!

      Elimina
  7. Mi ispira molto questa serie Tv che omaggia Batman! :)
    I miei film preferiti con l'uomo pipistrello sono quelli diretti da Tim Burton e il primo Batman diretto da Nolan! 😊

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ho seguita per cinque stagioni, non è diventata la mia serie del cuore, ma vigliacca se me la sono persa, la trovi su Netflix, vedi un po' magari potrebbe fare per te ;-) Cheers

      Elimina
  8. Good Job �� Cassidy.

    RispondiElimina
  9. Mi sono fermato alla seconda stagione, senza particolari rammarichi. Non mi stava nemmeno dispiacendo a dire la verità, ma dopo la seconda non ho più avuto voglia di continuare a guardarla...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le prime tre ho avuto modo di vederle una via l'altra, la terza era appena stata messa su Netflix, per la quarta ho dovuto aspettare, la quinta (brevissima) é andata via presto, mi é andata anche bene con le tempistiche. Cheers!

      Elimina
  10. scusa cassidy ma chi è la stratopa di cui hai messo l'immagine senza scriverne il nome? Non si fa così

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cavolo è vero! Bisogna dire che a livello “ormonale” questa serie è ben messa, può vantare una serie di attrici una più guardabile dell’altra. Senza rovinare la visione a nessuno, posso dire che mi ha fatto molto ridere che ad un certo punto, un personaggio maschile etero, si prenda una “cotta” per un altro personaggio maschile etero, con tutte quelle belle figliole in giro dico io! :-P

      Scherzi a parte, il personaggio di Tabitha Galavan arriva abbastanza avanti nella serie (seconda stagione se non ricordo male) ma quando l’attrice che la interpreta Jessica Lucas arriva armata di frusta fa il vuoto, MVP ormonale della serie a mani basse ;-) Cheers

      Elimina
  11. E' quella che io chiamo la "Sindrome di George Michael", nel senso che quando c'è troppa topa in giro e non sai quale scegliere, dopo averle passate tutte (nel caso di George), non ti rimane che buttarti su quelli del tuo stesso sesso... Avercene di sti problemi (che se mi sente mia moglie mi uccide!!).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nella serie è sicuramente una mossa da soap opera, nella realtà non so. Ma a proposito di George Michael, al tempo del suo celebre scandalo, mi fece molto ridere la dichiarazione ufficiale del suo manager per cui l’artista aveva abbandonato “progressivamente le donne”, scelta di parole per tentare di non perdere tutte le fan del cantante tutte insieme ;-) Poco male, la canzone e il video di “Outside” ai tempi furono una modo musicali di applicare principi di Judo, per ribaltare la mossa a proprio favore. Tuo moglie non si deve preoccupare, qui passiamo dai commenti estetici sulla Lucas al gossip fino alle canzoni pop, si spazia! ;-) Cheers

      Elimina
  12. Mi ricordavo del suo manager che diceva una cosa simile per cercare di salvare la baracca. Comunque fu una delusione anche per molti eterosessuali come me, visto che lo consideravo un mito in quanto grande "tombeur de femme" e un pò lo scimmiottavo, quando avevo (ancora) tanti capelli!
    Con Outside comunque fu un grande e dimostrò non solo la capacità di prendersi in giro ma anche un modo intelligente di esternare la sua omossessualità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me sembrava già chiaro il suo orientamento sessuale dai tempi dei Wham, però ne parlavo l’altra sera con la mia Wing-Woman mentre guardavano un documentario sui Queen, forse non era un ossessione come adesso la sessualità delle persone, forse per più ingenuità non lo so. La smania per il gossip è sempre esistita, di sicuro era più difficile fare “Coming out” di oggi, dove comunque è difficilissimo perché l’orientamento sessuale è ancora discriminatorio. Peggioriamo, Greci e Romani non si facevano certo questi problemi, la razza umana è una bestia proprio strana ;-)

      Scusa per la dissertazione, adesso ci guardiamo il video di “Outside” che è da prima che me la sto canticchiando ;-) Cheers!

      https://www.youtube.com/watch?v=gwZAYdHcDtU

      Elimina
    2. Sarà che eravamo più ingenui e anche più piccoli e quindi non coglievamo le cose come adesso, c'è da dire che l'informazione era poca e ci si basava molto sulle impressioni (spesso sbagliate) che percepivamo dalla TV. Poi te lo dice uno che è stato usato da una ragazza lesbica per far credere che fosse etero a parenti e amici. Il problema è che lo pensavo pure io...

      Elimina
    3. Mi sai che hai centrato il problema, poi è una questione molto più complicata di così, qui di chiacchiera e basta ;-) Cheers

      Elimina
  13. Non lo so, per me Gotham è Batman (quello vero), e senza non è niente...non credo la vedrò mai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci sta, però troppi hanno cercato di fare Batman senza la sua città (madornale errore!) qui no, qui la città è presente fin dal titolo ;-) Cheers

      Elimina
  14. Visto qualche puntata ogni tanto. Paradossalmente, il personaggio meno riuscito per me è proprio Bruce Wayne. Uno con la faccia da schiaffi come la sua non l'ho mai visto, persino sotto il costume era qualcosa di veramente penoso. Ma come li scelgono gli attori?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti funzionano quasi tutti, tranne lui, questa serie era nata per stare senza uomo pipistrello, ci sarà stato un motivo no? ;-) Cheers

      Elimina
  15. Ryan di The OC come commissario Gordon non sono riuscita a vederlo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mai visto "The OC" e forse anche per questo me la sono goduta. Mi disturba di più che sia diventato il nuovo signor Baccarin anche nella vita e non solo nella serie. Cheers

      Elimina