sabato 8 giugno 2019

The Perfection (2019): Tu vuò fa' il Coreano

Dico sempre che per godersi un film uno non dovrebbe sapere niente della storia, tanto che ho quasi quasi smesso di fare uso di trailer da diverso tempo. Il che è un paradosso, me ne rendo conto, perché poi ho un blog di cinema quindi le due argomentazioni fanno a cazzotti. Quindi, questo sarà il post più breve della storia della Bara Volante, andate a vedere “The Perfection” ciao!


Non sono credibile, vero? Ecco, allora diciamo che per certi film, proprio come questo “The Perfection” la sfida è proprio nel suggervi di vederli, senza rovinarvi tutte le svolte come se fossi la sezione “trama” su Wikipedia. Che, poi, perché la chiamano trama, scrivessero “Riassunto”, anzi neanche, visto che di solito il film viene descritto per filo e per segno.

Richard Shepard, regista e autore della sceneggiatura (insieme a Eric Charmelo e Nicole Snyder) ha una discreta carriera come regista televisivo, anche per serie tv come “Girls”, da cui per altro arrivano le due protagonista, Allison Williams (vista anche in Get Out) e Logan Browning.

Anche questa didascalia posso evitare di scriverla, perché tanto nessuno la vedrà nemmeno.
Sapete qual'è l’altra cosa che dico sempre? Che si stava meglio quando si stava peggio? Che non ci sono più le mezze stagioni? No, cioè, sono un rompicoglioni, ma non fino a quel punto, dài, almeno quello concedetemelo. Dico sempre che i primi minuti di un film ne determinano tutto l’andamento e quelli iniziali di “The Perfection”, grazie ad una buona regia e un montaggio ben fatto, ti fanno davvero voglia di capire come prosegue la storia.

Charlotte (Allison Williams) ha passato gli ultimi anni ad accudire la madre malata, ormai passata a miglior vita, Richard Shepard trova il modo più diretto per raccontarci l’ansia del personaggio, dopo anni legata mani e piedi al destino della madre, ora la ragazza ha un mondo di possibilità da esplorare per rifarsi la vita che le era stata negata. Anche, ad esempio, riprendere i contatti con la vecchia accademia musicale, quella dove ha studiato violoncello per anni, un posto dove da ragazza ha conosciuto per la prima volta Lizzie (Logan Browning) attuale primo talento della scuola e da quello che ci suggerisce la regia di Shepard, molto probabilmente anche primo amore di Charlotte.

Laggiù a Shanghai il preside dell’accademia, Anton (interpretato dal faccione di Steven Weber) è ben contento di avere le sue due allieve migliori di nuovo insieme, molto insieme, visto che Richard Shepard con un montaggio alternato ci mostra come le due suonino insieme il violoncello, che se ve lo state chiedendo sì, è una metafora, ok? Non iniziamo con cose tipo lei suona il violoncello e lei la tromba eddài! Non fate sempre gli scaricatori di porto. Comunque sì, le due ragazze si danno da fare, ve l’ho detto che era una metafora!

Se non fosse chiaro, tutto questo è una metafora ok?
Il mattino dopo le due ragazze iniziano un viaggetto lungo la Cina rurale, ma Lizzie non sta molto bene, cioè diciamo pure che sta di merda (in tutti i sensi) e potrebbe non essere per via dei postumi, ma per un’infezione dai risvolti davvero horror, una di quelle per cui non bastano due aspirine e una buona nottata di sonno, ecco.

Con questo ho praticamente terminato la parte in cui è lecito raccontarvi qualcosa della trama, la premessa un po’ da “Il cigno nero” (2010) con l’accademia – musicale e non di ballo – e momenti saffici sono un modo un po’ stiracchiato per darvi un’idea di che film è “The Perfection”, da qui in poi, l’unica cosa davvero in comune con il film di Darren Aronofsky sono le svolte che in questo film non cambiano mai, perché “The Perfection” passa letteralmente da un genere all’altro, il che in un film, mi piace sempre parecchio.

Sarà un horror sulle infezioni? Sulle deviazioni sbagliate? Niente di tutto questo!
La sottotrama nemmeno velata dell’infezione che colpisce una delle due ragazze è solo il punto di partenza di un film che cambia direzione parecchie volte, ho letto in giro addirittura dei paragoni – molto arditi lasciatemelo dire – con Michael Haneke, capisco il perché, ma qui la trama non si “riavvolge” come accadeva in “Funny Games” (entrambe le versioni, 1997 e 2007), al massimo è una strizzata d’occhio che Richard Shepard utilizza per mettere in chiaro che gli ultimi minuti della storia tornano indietro, solo per essere raccontati identici da un alto punto di vista, al fine di aggiungere dei dettagli chiave.

Alla luce dei nuovi dettagli, il secondo atto di “The Perfection” sembra destinato a diventare un classico “Eva contro Eva” con molti più momenti horror, quando, invece, la trama svolta ancora prendendo la direzione del “Revenge movie”, non vorrei spingermi a dire addirittura femminista per una sola ragione: il genere horror è quello che da sempre ha più protagoniste donne, alte, basse, nere, bionde o rosse, svestite, coperte di sangue o in canotta da “Final girl”, ma sempre in numero maggiore rispetto a quasi qualunque altro genere cinematografico, quindi etichettare tutto il film, con un sigla, che sia LGBT – per via dell’orientamento sessuale delle due protagoniste - oppure #MeToo sarebbe una cosa molto… 2019, se capite cosa intendo. Anche perché Richard Shepard è abbastanza chiaro che abbia altri modelli di riferimento.

Spero apprezziate lo sforzo di scegliere foto che non anticipano nulla della trama, lo faccio per voi.
L’ossessione per la “Perfezione” del titolo diventa sinonimo di un sistema d’indottrinamento che mescolato ad un certo gusto per gli arti asportati, mi ha fatto pensare a certi film coreani, più che Michael Haneke, secondo me il regista Richard Shepard è andato a rivedersi qualche film di Park Chan-wook, percé il gusto per le continue svolte nella trama – almeno due fanno cambiare di direzione al film – e un grado di violenza che difficilmente si trova negli horror targati Netflix, sembra essere ispirato al regista proveniente dalla Corea del sud.

Per questo “The Perfection” potrebbe essere un’esperienza un po’ tosta per il pubblico medio di Netflix, ma sembrare una versione più edulcorata di altro per chi, invece, ha già una certa propensione magari proprio con il cinema di Park Chan-wook. Ma, in ogni caso, un film capace, che sposta un po’ più avanti il limite della violenza (mostrata e anche solo raccontata) su una piattaforma popolare come Netflix è molto ben accetto, specialmente quando sa cambiare di direzione in questo modo nel corso di 90 minuti spaccati. Ah, la durata perfetta per i film, che bello!

Oh i Social-Così, quelli si che mi spaventano un sacco!
Ci sarebbero, poi, da fare delle riflessioni sul concetto di “Perfezione”, al centro del film, del titolo e tanto ricercato dalle protagonista, in questo senso la scena finale mi è piaciuta molto, per il significato che vuole far arrivare al pubblico, ma magari ne parliamo nei commenti quando avrete visto il film.

Insomma, spero di essere riuscito nel mio intento di convincervi a vedere il film senza rovinarvi la visione, la prossima volta facciamo che mi fermo a scrivere al primo paragrafo e voi vi fidate, ok? Ora andate a vedere il film, non avete più scuse!

20 commenti:

  1. Mi avresti convinto! Peccato solo che abbia già visto il film ieri sera :D sostanzialmente concordo col giudizio finale che dai, è stata una bella sorpresa impreziosita da un ottimo montaggio e da tre ottime prove d'attore (bravissima soprattutto Allison comesichiama, quella di Get Out). Ce ne fossero, su Netflix e non solo.

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    1. Ah! Peccato non averlo potuto pubblicare prima allora (avevo il "palinsesto" pieno), ma sul tuo radar per le novità non ho dubbi di sorta. Allison quellalì recita di pupille ma davvero alla grande, sono contento che Netflix si sia spinta fino a qui, avercene di filmetti così ;-) Cheers

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  2. Trashata di classe.
    Mi sono divertito da morire!

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    1. Idem, ho un debole per i film che svoltano cambiando tono e genere, questo restando sempre nel campo dell'horror lo fa svariate volte, niente male davvero ;-) Cheers

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  3. Come già sai mi è piaciuto moltissimo, ci ho trovato moltissimi degli elementi che cerco in un horror/thriller, è un film a tratti un po' malato, che ci sta alla grandissima. Strano vedere un film di così alta qualità come originale Netflix.

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    1. Già so, ed ora potrò leggerti come si deve, non solo il voto. Spero che questo livello di "malattia" si veda più spesso nei prodotti targati Netflix. Cheers!

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  4. Beh, sì, la curiosità me l'hai messa.
    Non so, infatti, dove si possa andare a parare.
    Spero non in zone del cinema che odio (zombie/vampiri).

    Moz-

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    1. Bene, missione compiuta allora ;-) Posso dirti niente vampiri ne zombie, questo posso anticipartelo, mi hai fatto pensare ad uno che conoscevo, gasato dal primo tempo di "Dal tramonto all'alba" e schifato dal secondo, proprio perché i vampiri gli stavano sul gozzo (storia vera) ;-) Cheers!

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    2. Lì, però, è un altro caso: quelli mi piacciono XD

      Moz-

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    3. Anche a me, e anche molto, però era un esempio che ci stava di film che cambia genere in corsa (anche se era tutto ispirato al primo "Predator"). Cheers!

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  5. Il tuo titolo è fa-vo-lo-so. L'ho già visto, senza sapere niente di niente, e sì, non sarà perfetto (ahah!), ma è a suo modo imperdibile.

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    1. Grazie cara gentilissima ;-) Nel suo non essere perfetto è perfetto, quindi perfettamente in tema con la storia. Ok, ora la smetto di ripetere perfetto a caso però. Cheers!

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  6. Mi fermo in tempo e mi devo vedere assolutamente il film, prima di tornare :-P

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    1. Vai tranquillo, perché comunque un'occhiata il film lo merita, tanto sai dove trovarmi, anche per gli sputi di disapprovazione ;-) Cheers

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  7. Ecco, adesso sì che mi hai fatto venire voglia di vederlo! *___*
    E bada, non è impresa da poco: di questi tempi, vado al cinema sì e no una volta ogni tre mesi e "accendo" Netflix solo quando sono troppo stanca per riuscire a prendere in considerazione qualsiasi altra cosa! XD Però in genere anch'io sono incuriosita da questi film che riescono a mescolare efficacemente più generi insieme, e poi la premessa di questo sembra davvero interessante...

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    1. Oh meno male, spero che ti piacerà fammi sapere se ti ho consigliato bene ;-) Ti capisco, andare al cinema é sempre più una fatica, scelgo orari dopo posso godermi il film senza la folla intorno, e anche su Netflix bisogna selezionare del mare magnum di proposte, tanta roba ma stringi stringi non tutta si salva. Cheers!

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  8. Con il mio solito ritardo ma eccomi qua! Io ho faticato più di altri a immergermi in questo spettacolo imperfetto, ma fatto pace con un genere che mescola i generi e che cambia in corsa, posso capire l'alone di quasi cult che lo circonda.
    Il fatto di averlo visto completamente a scatola chiusa fa ovviamente la differenza, e su questo tema invidio sempre il giovine che trascino in sala, lui si dimentica pure il titolo del film che stiamo per vedere e se lo gode più di me.

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    1. Figurati, puoi passare quando vuoi, tanto il post non scappa. Il giovine ha la sindrome di Dory ;-) Beato lui perché alla fine, quando iniziavamo a vedere i film da bambini mica sapevamo vita morte e miracoli di tutte le persone coinvolte nella produzione. Scoprire una storia un minuto alla volta resta ancora il modo migliore di tutti. Cheers!

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  9. Ecco vedi, poi alla fine l'ho visto. Mannaggia pure a me però che ancora mi ostino a uscire ogni tanto di casa e parlare con la gente (gente in carne ossa eh, che vede a sua volta film), che poi vengo a sapere che il film è bello e mi si alzano le aspettative. Ah ma appena vien pronto il mio rifugio antiatomico 30 metri sottoterra vedrai!

    Insomma, tolte le aspettative, secondo me The Perfection rimane un bel film, sopratutto nella sua prima parte (quella più "gialla", con la sequenza magnifica di Detour), mi ha convinto meno nella seconda non perché sia obiettivamente peggiore, ma perché guarda a un tipo di cinema che amo e conosco meno (come dici tu quello coreano di Park Chan-wook). In generale ci sono comunque in gioco dei bei temi e non mancano i momenti riusciti anche in questa seconda parte, vedi la scena di Charlotte bambina e il suo sogno di fuga.

    Il finale è sicuramente esagerato ed estremo, in una logica totalmente asiatica, eppure credo sia un finale esteticamente indovinatissimo.

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    1. Maledetti umani! Avete rovinato la razza umana! ;-) No scherzi a parte, ti capisco molto bene, infatti ho certo di sottolineare il concetto per cui questo film andrebbe visto senza sapere nulla e senza aspettarsi nulla, che poi è sempre il modo migliore per vedere i film. Concordo, prima parte più forte, ultima più debitrice dei modelli, eppure è un filmetto con delle cose da dire, avercene di film così ;-) Cheers

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