Dico sempre che non mi piacciono i musical e che i film
musicali senza il minimo d’ironia non fanno per me. Poi esce
l’ultimo X-Men e m’annoia più di
Fiorella, guardo il
nuovo Godzilla e spalanco le mandibole (per sbadigliare)
più di ‘Zilla, mentre alla fine di “Rocketman” – che è un musical a
tutti gli effetti – faccio le capriole sulle mani dall’esaltazione (storia
vera). Perché non è mai questione di genere, nemmeno cinematografico,
ci sono solo due tipi di film: quelli buoni e gli altri, “Rocketman” è
dannatamente buono.
Chissà se questo filone aurifero (per i botteghini) delle
biografie dei cantanti Rock durerà ancora a lungo, in fondo, molti pensavano che
anche le supercalzamaglie sarebbero state una moda passeggera e da vent’anni sono
l’unica costante ad Hollywood. Sta di fatto che è meglio togliersi subito la
natta:
Bohemian Rhapsody ha aperto la
diga ed ora le biopic rockettare vengono fuori dalle fottute pareti, che siano
tratte dai
libri autobiografici e votateal bordello, oppure
d’inchiesta virati verso l’horror.
Tocca citare per forza il film con
Rami Malek Luigi
il cosplayer perché tanto lì dobbiamo finire, il regista Dexter Fletcher è
stato a bordo di
Bohemian Rhapsody a
lungo, prima che il film venisse riassegnato d’ufficio a Bryan Singer e trovo
anche abbastanza tedioso che si parli di “Rocketman” solo in funzione del
successo del film
sui Queen su Freddy Mercury (qualche esempio?
Eccolo!). Per quanto mi riguarda
“Bohemian Rhapsody” oltre ad essere BOLA (
Bacchettone
Oltre
Limite
Accettabile) è
riuscito ad essere la negazione di tutto quello che il cinema dovrebbe
rappresentare, un film che è riuscito a farmi perdere completamente la stima
per Brian May, a differenza di “Rocketman”, perché prima mi piaceva la musica
di Elton John, ora “Sir Elton” ha guadagnato diversi punti simpatica qui a casa
Cassidy.
 |
“La prossima canzone è dedicata a Luigi il cosplayer, questa è per te Gigi!” |
Non sono un enorme esperto di Elton John, di certo non sono
uno di quelli che conosce ogni aneddoto sulla sua vita e l’elenco completo
delle sue canzoni in ordine di pubblicazione, forse ho una conoscenza un pelo
più approfondita della media sul suo lavoro, ma non più di così. Considerando
quanto mi abbia urticato “Bohemian Rhapsody” (alla sua ultima apparizione in
questo post, parola) avevo dei dubbi sul regista e (parliamoci chiaro) anche
sull’attore, le
ultime apparizioni di Taron Egerton erano tutto tranne che pesche e crema.
Insomma: ero curioso di vederlo perché la vita di Sir Elton
è motivo di interesse, ma avevo più di un dubbio. Eppure, “Rocketman”, malgrado
qualche piccola concessione alla retorica – tipica delle biopic, ma del tutto
perdonabile – e alcune licenze poetiche inserite per rendere più
cinematografici certi passaggi (no, il cognome “John” non era stato scelto in
onore di Lennon, ma va bene lo stesso) il film fa un lavoro incredibile. Non
tira mai via la mano sulla vita e gli eccessi di Elton John, definiti da lui
stesso tutto tranne che da PG-13, ma soprattutto non si dimentica mai di essere
cinema, prima di essere una biopic musicale, anzi, a tratti proprio un musical,
per la gioia di quelli allergici come me.
 |
“Musical uno, Cassidy zero. Olè!” |
“Rocketman” fa la scelta davvero azzeccata di partire a
raccontare la storia di Elton John, dal punto più basso della sua vita, il
chiacchierato ricovero degli anni ’90, in cui il cantante si presentò in
clinica in sgargiante costume alato che nel film diventa quello di un
diavolo, giusto per mettere in chiaro fin dalla prima immagine che qui “santini”
dedicati al protagonista non se ne fanno, il che non può che essere un bene.
 |
“Ciao, mi chiamo Elton, faccio il cantante”, “CIAO ELTON!” |
Come ogni processo di recupero che si rispetti, si torna
indietro ad analizzare i traumi del passato che non possono che passare per la
famiglia, qui Dexter Fletcher fa sapiente uso del montaggio sovrapponendo
presente e passato, raccontandoli per immagini come se fossero spezzoni di ricordi
infantili del protagonista, esattamente come li ha vissuti lui, in modo anche
drammatico. Le canzoni che fanno irruzione nella storia spezzano il rigore
della struttura della biopic, trasformando tutto in un musical, in un modo che
è perfettamente cinematografico, perché le canzoni diventano la voce narrante
del protagonista (saggia scelta quella di “I want love” per sottolineare il
bisogno di essere amato che cercherà per tutta la vita), ma anche il modo
migliore per rendere omaggio alla vita e all’arte di Elton John.
Molto spesso il film fa concessioni volutamente non realistiche alla
sua storia ed ogni volta che decide di prendersi questa licenza, lo fa con la
mano ferma di chi ha capito come usare il cinema al suo meglio, per rendere
omaggio alla musica e all’artista protagonista. Ecco perché al primo concerto
al Troubadour di Los Angeles, sulle note di “Crocodile Rock” Elton e tutto il
pubblico iniziano letteralmente a volare, se siete stati a qualche concerto degno
di questo nome in vita vostra, saprete di certo che la musica fa fare quel tipo
di effetto.
 |
Dare tutto un nuovo significato all’espressione: suonare con i piedi. |
Allo stesso modo se il film fosse diverso, avrei criticato
il fatto che la madre di Elton John resti sempre identica a se stessa per
tutta la durata del film, ma qui la scelta è azzeccatissima, non solo perché Bryce
Dallas Howard è un bel vedere che va conservato (commento assolutamente extra
cinematografico, prendetelo così come viene), ma soprattutto per il fatto che
per il protagonista, sua madre è un Golem inamovibile, un muro di gomma capace
di una parola buona (si fa per dire…) ogni volta che ne hai bisogno, in tal
senso la battuta sulla perdita dei capelli è qualcosa che chi è più
appassionato delle vita di Elton John coglierà al volo («a vent’anni sarà
pelato come un ginocchio»), ma che nel film rappresenta alla perfezione l’adorabile
mammina.
 |
“Cassidy, cosa penserebbe il vecchio Sigmund di tutto questo?” |
Perché potrai anche cambiarti il nome, diventare l’artista
più pagato della musica Rock, ma alla fine dalla famiglia non scappi e per il
protagonista, tutto il film è una costante ricerca dell’amore in posti
sbagliati che sia quello di un “manager personale” con la faccia di Richard
Madden, oppure nella scena (comicissima) in cui Elton ci prova con il suo
paroliere di fiducia, Bernie Taupin uno dei pochi che è stato a lungo un
compagno (solo in termini artistici) nella vita di Sir Elton. Che, per altro, in
un gioco di specchi cinematografici, è interpretato da Jamie Bell, l’ex
“Billy Elliot” (2000) che era sceneggiato proprio come “Rocketman” da Lee Hall
e che è anche diventato un musical, con le musiche proprio di Elton John. Qui i
gradi di separazione tendono ad essere meno dei canonici sei.
Ma il primo amore di Elton John, il motivo per cui decide di
cambiare vita, look e nome resta la musica, anche se improbabile nell’aspetto,
il ragazzo al pianoforte sa il fatto suo, quando il tipo prova ad appoggiare il
bicchiere sullo strumento, il protagonista ancora bambino lo fulmina con una
delle candidate al titolo di “Frase maschia 2019”: «Non metterlo lì, perché ora
cade» prima di attaccare con il mio pezzo preferito di Elton John di sempre, “Saturday night's alright for fighting” che Dexter Fletcher trasforma in un momento da
musical puro (con tanto di scena di ballo), ma sempre in perfetto equilibrio tra
cinema e musica, infatti quello che vediamo sarà anche una coreografia ben fatta,
ma allo stesso tempo è un'ellisse narrativo con cui Elton John diventa di colpo
Taron Egerton, anche se a giudicare dalla sua prova, forse è più vero il
contrario.
 |
Ieri era venerdì domani sarà domenica, che giorno è oggi? Valgono solo risposte cantate. |
Ecco, parliamo di Taron che qui pare aver trovato davvero la
pentola magica (ah-ah! Che solo Fletcher può fare strizzate d’occhio
cinematografiche qui?), quando gioca a fare
l’eroe d’azione il ragazzo è un pochino un tonno, bisogna dirlo, ma evidentemente
le biografie sono quelle che gli vengono meglio, lo aveva già dimostrato in "Eddie
the Eagle" (2016) sempre diretto da Dexter Fletcher, ma il ragazzo dev'essere nato sotto il segno di Elton, visto che in
Kingsman - Il cerchio d'oro proprio Elton John gli rubava la scena dimostra
dimostrandosi un “eroe dell’azione” più tosto di lui, quindi mi pare anche
giusto che in questo grande gioco di specchi cinematografico intitolato “Rocketman”, Taron Egerton sia un Elton John semplicemente perfetto.
Dimenticatevi Luigi il cosplayer, Egerton non punta al
mimetismo, quello che serve a far esclamare al pubblico «ma è uguale!», anche
se 53 paia di occhiali cambiati durante la realizzazione del film (storia vera)
e i costumi aiutino. Taron Egerton qui balla, canta usando la sua voce - lasciatemi
l’icona aperta su questo, più avanti ci torniamo - e, soprattutto, recita ricordando
in tutto e per tutto Elton John, ma senza mai imitarlo davvero, ci vuole un
minimo di sospensione dell’incredulità quando lo sentiamo autodefinirsi "un
inglese bianco e cicciotto" perché non lo è (cicciotto intendo, il resto sì), ma
proprio qui sta tutta la differenza tra “Rocketman” e quell’altro film che ho promesso
di non citare più: per essere una musical e una biografia, è un film a tutti
gli effetti, uno di quelli in cui il cinema viene usato per raccontare la
storia, non per santificare e rifare scene di 25 minuti che potreste vedere identiche su You
Tube.
 |
Occhiali numero 37, modello: Paintball glitterato. |
“Rocketman” è talmente cinematografico, da potersi
permettere di smontare con il cacciavite tutti i cliché dei film musicali, avete
presente la scena "Salve, sono un famoso produttore cinematografico e tu
giovane cantante destinato alla grandezza, ora hai un’unica occasione per
strabiliarmi con un pezzo suonato da te che sarà anche la canzone per cui verrà
ricordato". Ecco, qui il produttore è solo uno seduto alla scrivania per caso, il
pezzo suonato è incompleto e per altro è anche “Candle in the wind” appena
accennato, e non sapete che sollievo sia stato per me godermi un film su Elton
John in cui il suo pezzo più famigerato presso il grande pubblico, quello con
cui ci hanno sfrangiato i maroni sul finire degli anni ’90, viene volutamente
messo in panchina con la volontà precisa di smontare ogni cliché.
Inevitabile che in un film così abbia il suo spazio la bellissima
“Your song”, ormai entrata nell’immaginario collettivo (soprattutto del pubblico
più giovane) anche grazie al suo utilizzo in film come “Moulin rouge!” (2001),
ma anche qui grazie ad una sorta di ellisse narrativa, Dexter Fletcher ci
ricorda che i pezzi non nascono già finiti come sembra accadere sempre nelle
biopic musicali, infatti “Your song” qui inizia abbozzata al pianoforte di
casa e termina in un’unica scena in sala di registrazione.
 |
“Sarà anche ‘Your song’ ma per ora è ancora ‘My song’ se non mi lasciate il tempo di completarla” |
La musica è la costante del film e della vita di Elton John,
ma il regista è così bravo e rispettoso di tutte le arti da mantenere musica e
cinema sullo stesso piano, quasi a duettare per raccontarci al meglio questa
storia. Ho trovato significativo il fatto che durante la sua “confessione” il protagonista
letteralmente si tolga i panni (da diavolo) di scena, per andare a scoprire l’Elton
John dietro alla maschera e il film non tira via la mano nemmeno sugli eccessi
della sua vita, anche il momento di massimo delirio da Rockstar nel film
avviene con una gustosa citazione cinematografica, infatti il protagonista è
perso in se stesso e nel suo talento come “Tommy” (1975), mentre suona “Pinball
Wizard”. Il fanatico degli Who in me ringrazia di cuore.
Come da tradizione della biografia, all’esaltazione e agli
eccessi da Rockstar segue la caduta, mi sarei aspettato per la scena della
piscina la classica “Someone saved my life tonight”, ma Dexter Fletcher è meno
banale di me, oppure ha semplicemente le idee più chiare e trasforma “Rocketman”
nella canzone che dà il titolo a questa “Rock opera” dedicata all’artista
precedentemente noto come Sir Elton John, che ha trovato in Taron Egerton il
suo corrispettivo cinematografico ideale.
 |
Trova le dieci piccole differenze. |
Vi ero debitore di un’icona sulla prova di Egerton che
forse non poterà a casa i premi e la notorietà che si meriterebbe dopo questo
film, ma in questo perfetto duetto tra musica e
cinema in cui ognuno gioca il suo ruolo fondamentale, lui è l’uomo destinato a
portare l’equilibrio nella Forza. Ci ho messo un po’, ma mi è stato lampante
solo nel finale: se questa storia di ascesa caduta e rinascita, di suo molto
classica, tranne per il fatto di essere stata raccontata nel modo meno classico
possibile (per nostra fortuna) non poteva che finire con “I’m still standing”,
perché sarà anche nato Reginald Kenneth Dwight, ma alla fine ha preferito
essere Sir Elton John ed é ancora qui, per vedere il film sulla sua vita.
 |
"Bow tie are cool" (Cit.) |
Il cortocircuito tra realtà, finzione, musica e cinema è
proprio tutto in “I’m still standing”, in cui Taron Egerton si mette la
paglietta in testa per cantare (con la sua voce) la fine della storia del suo
Elton John e siccome grande musica chiama altra grande musica - e lo stesso vale
per il cinema - il cerchio si completa, visto che Taron Egerton aveva già dimostrato
di poterlo cantare questo pezzo (nei panni di un gorilla) in
Sing e se non fossimo sicuri che è un
attore, verrebbe da pensare all’ennesimo travestimento da palco di Elton John.
L’arte che imita la vita che imita la musica, ma tutto
raccontato con del gran bel cinema che, però, a fine film, ti fa venire voglia
di mettere su un disco a caso di Elton John. Tenetevelo stretto Luigi il
cosplayer, ve lo lascio più che volentieri.
Il mio sesto senso fa cilecca in questo periodo. Volevo saltarlo senza manco pensarci sia perché Elton John* non è tra i miei artisti preferiti, sia perché Taron "faccia tonda" Egerton mi sta (a pelle) sulle palle.
RispondiEliminaScopro invece che mi sto perdendo un'ottima pellicola. Dannazione... Sono strettisimo coi tempi anche perché venerdì scappo via per un weekend. Vediamo di arrangiarci e recuperarlo quanto prima.
*riconosco, ovviamente, la grandezza dell'artista, ma tolte le 5-6 hit totali il resto della sue canzoni non mi entusiasma. Ho avuto anche la fortuna di incrociarlo in giro per Venezia (dove ha una mega casa!) e si è rivelato molto gentile e molto disponibile.
Invece io ultimamente sono in un tunnel spazio temporale, per cui i titoli sulla carta fatti dal sarto per piacermi mi stanno deludendo, salvo poi restare piacevolmente colpito da questo, che in teoria non avrebbe nulla (oppure solo le musiche) per conquistarmi. Oh sempre bello farsi sorprendere dal cinema ;-) Cheers
EliminaÈ sempre un piacere leggerti, grande analisi la tua!
RispondiEliminaPoi boh, io sono uno di quelli che è rimasto più scottato dal film che non bisogna più nominare piuttosto che da questo, ma il tuo punto di vista è chiaro e per molti versi condivisibile...
Unica cosa, non credo che quello del biopic rock sia definibile un filone aureo, perché dopo gli incassi stratosferici di B.R. questo è andato decisamente male... il che è un peccato, e sinceramente non me lo aspettavo, pensavo nell'effetto traino di "Luigi"
Grazie mille capo gentilissimo! Alla fine ho più che altro spiegato perché questo mi è piaciuto e quell’altro che ha incassato di più no ;-) Sono cresciuto alla scuola dell’argomentazione e non posso farne a me. Non seguo mai troppo gli incassi, oppure lo faccio distrattamente (anche dai vostri post), ma in ogni caso penso che vedremo altre biopic, questa in particolare, meriterebbe più fortuna e visibilità. Cheers!
Eliminanon l'ho visto . ma ottima recensione.
RispondiEliminaso che non c'entra nulla ma ogni tanto ti faccio richieste .
ieri sera ho visto nikita di luke besson.
puoi recensire "nome in codice nina " del 1993 di John Badham con Harwey keitel gabryle burne euna delle nipoti di henry fonda??
grazie
NO SHCHERZO RECENSISCI nikita del 1990!!!!!!
grazie
rdm
Grazie capo ;-)
EliminaHai solo visto uno dei film migliori di Besson, prima o poi quel ciccione Francese con i capelli brutti andrà affrontato. Ho voluto molto, ma molto bene a molti dei film di quel ciccione francese (dai capelli brutti) da “Le Dernier Combat” in giù ha fatto quasi tutto giusto. Poi sono arrivati quei Minimei del c@%&o ed è tutto finito. Cheers!
Possiamo litigare su chi deve scrivere il pezzo su Nikita? :-) Magari ce li giochiamo a testa o croce Nikita e Leon...
EliminaSenti, giochiamocela a birra e salsicce (Cit.) Cheers
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=dAla99irBLo
Se mi citi "Altrimenti ci arrabbiamo", accetto la sfida e offro io ;-)
EliminaOhhhh sono contento che il film meriti. Non so nulla della vita di Reggy ma la sua musica in casa nostra si è sempre suonata, sin da quando ho memoria. Dalla fine degli anni Ottanta era consuetudine comprare l'album che ogni anno Elton sfornava, e complice le tante offertone che facevano i negozi di musica acquistammo parecchi suoi CD a prezzo stracciato, appena in famiglia passammo a quel "nuovo formato digitale". Il doppio disco "The Very Best of Elton John" si è squagliato, a forza di girare nel lettore di casa nostra ^_^
RispondiEliminaNon vedo l'ora di vederlo...
Tra tutte le biografie musicali, questa è una delle migliori perché non dimentica mai la musica, ma nemmeno il cinema, ottimi gusti musicali a casa Etruscus ;-) Cheers!
EliminaNon ho visto il film innominabile e non vedrò questo, ma ho voluto leggere ugualmente la rece. Perché "Greatest Hits" di Elton John è stato il primo lp di musica rock che ho acquistato nella mia vita e per tutto il primo semestre del 1975 ha suonato quasi quotidianamente sullo stereo di casa. Insomma, glielo dovevo al baronetto.
RispondiEliminaSpero di essere stato all'altezza di tale stima, comunque il film te lo consiglio, perché alla fine la musica ne esce davvero a testa altissima ;-) Cheers
EliminaMi unisco all'endorsement, non devi essere fan di Elton John per vederlo, ma un buon film ha sempre la capacità di farti interessare a ciò che racconta. Non è una roba didascalica e ruffiana, non celebra in modo sterile e gratuito, racconta la storia di un uomo e mette in scena uno spettacolo, e lo fa maledettamente bene.
Elimina«Non è una roba didascalica e ruffiana» perfetto, aggiungo che ti racconta il personaggio, evitando "santini" e non cercando la lacrimona a tutti i costi, in pratica è l'anti "Ray" (2004). Cheers!
EliminaVero, ho rivisto Ray proprio un mesetto fa, anche se la prova di Jamie Foxx mi prende sempre un casino, è assolutamente celebrativo (e comunque, anche Ray a livello filmico era superiore a Bohemian). Mi dovrei rivedere "The doors", mi chiedo come lo giudicherei oggi...
EliminaLuigi il cosplayer, detto anche Dentone? "Sopra la panca la capra campa...".
RispondiEliminaCerto che il titolo a parte avere a che fare con uno dei migliori pezzi di Ello Gianni, che cazzo c'entra col cantante? Un giorno faranno un film su Miguel Bosé e lo chiameranno Super Superman!
Aspetta mi sono perso un pezzo? Chi è Ello Gianni? :-D Se fossi Bosé avrei già iniziato a stampare le magliette del film sulla sua vita con quel titolo ;-) Cheers
EliminaElton, in inglese antico significa abitante di Ella o una cosa del genere. Non sapevo come italianizzare il nome 😝 all'inizio avevo optato per Eolo ma sa troppo di Venticello, tze, tze.
EliminaAhahah ho creato un mostro con Super Superman 😅
Eolo Giovanni però è bellissimo, si lo hai fatto! ;-) Cheers
EliminaNon sono mai stato un fan di Elton John però quando ho saputo che sarebbe uscito Rocketman (unico pezzo di Elton che sia mai entrato nel mio lettore mp3) volevo assolutamente vederlo e non certo per una "sindrome da Bohemian Rapsody" ma proprio perché, conoscendo poco o nulla quello che è comunque uno dei grandissimi della musica, e perché mi ero lasciato comprare dal trailer.
RispondiEliminaQuoto Cassidy sul fatto che sia una biografia molto classica di ascesa caduta e rinascita, ma girata con classe e mano ferma, un film denso e molto sfaccettato nei vari personaggi (la madre di Elton, l'amico songwriter). Il tocco da musical mi ha un po' sorpreso ma l'ho trovato geniale, ogni scena musicale è ben riuscita, specie per il continuo giocare col surreale, non si limita ai balletti e le scenette, spinge sull'acceleratore proprio per evitare che gli allergici al musical (come il sottoscritto) abbiano qualcosa da ridire.
Per me Taron Egerton è stato fenomenale, il fatto che abbia cantato tutti i pezzi è un valore aggiunto. Tra l'altro guardando il film mi sono reso conto di conoscere praticamente ogni pezzo, alla faccia della mia convinzione di non conoscere la musica di Elton John, ma forse la buona musica viene trasmessa per genetica insieme a tutta quella roba amniotica (cit.)
p.s. ultimamente io e Cass siamo troppo spesso sulla stessa lunghezza d'onda, mi chiedo se sia la vecchiaia o una perturbazione passeggera...
Una Biopic classica che riesce a non essere bacchettona, e che non si dimentica che sei fai un film su un artista musicale, dovresti ricordarti che la musica (e il cinema) sono importanti. Anche secondo me il tocco da musical è perfetto, non è autocompiaciuto, ma sottolinea sempre la forza delle musica, e la sua importanza della vita del protagonista, per fortuna i momenti: Fermi tutti! Ora si balla e si canta per un infinità di minuti! Sono stati agilmente evitati.
EliminaPenso che siamo sempre stati d’accordo, se non si infilano in mezzo perturbazioni del tipo “Risveglio della Forza”, ma mi auguro che quello resti (per sempre) un caso isolato. La mia crociata anti-GIEI GIEI è una guerra solitaria senza fine destinata ad infrangersi contro le pale dei mulini ;-) Cheers
Probabilmente è davvero il contraltare di Bohemian Rhapsody: peraltro appunto, stesso regista (almeno un poco).
RispondiEliminaSaranno i prossimi due modi di fare questo tipo di cinema.
Moz-
Se ci fosse una votazione, la mia preferenza andrebbe al metodo “Rocketman”, perché è quello che non si dimentica della musica e del cinema, messi in panchina dal drammone facile ;-) Cheers
EliminaL'ho visto al cinema lo scorso Venerdì e devo dire che mi è piaciuto parecchio: bene l'impostazione da musical che gli hanno dato - più che quella da concerto di Bohemian Rhapsody -, benissimo Edgerton nei panni di Elton John, emozionante il modo in cui è stata costruita la narrazione. Direi abbastanza bene!
RispondiEliminaLo direi anche io, aggiungo che tra i film che ho visto di recente, quello è quello che ho apprezzato di più, anche un po’ a sorpresa lo ammetto ;-) Cheers
EliminaBella recensione per Rock opera cinematografica.
RispondiEliminaOttimo lavoro Cassidy.
Daje così.
Grazie capo gentilissimo ;-) Cheers
Eliminanon vedo l'ora di vederlo, il Khal rema contro perchè odia i musical, ma se gli dico che a te è piaciuto, magari lo convinco! ;)
RispondiEliminaUn musical per piacermi, deve proprio avere dentro qualcosa, e questo lo ha, per consigliare un musical io che non li amo, vai tranquilla ;-) Cheers
EliminaQui siamo in tanti a odiare i musical, ma qui è azzeccato l'uso delle scene da musical che le rende più originali e sopportabili che in tanti altri film.
EliminaQui ci sono scene che sono puro musical (personaggi che attaccano a cantare a caso) ma sono tutte funzionali al racconto, sono un modo per raccontare i ricordi infantili del protagonista, oppure i suoi momenti di particolare esaltazione o depressione, ma sempre intimi, funzionano come l'estensione dei suoi sentimenti e pensieri, di una mente che usa la musica come ancora di salvezza, per quello l'ho trovato molto azzeccato. Cheers!
EliminaFelicissimo ti sia piaciuto, non pensavo!
RispondiEliminaL'ho visto al cinema all'uscita e sono uscito dalla sala divertito e un po' commosso. Come deve succedere in presenza dei film, quelli belli. Altro che Rami "Tale e Quale Show" Malek... :)
Il "Tale e Quale Show" viene fatto fuori dalla qualità di questo film, una bella sorpresa, mi piace essere sorpreso dal cinema in questo modo ;-) Cheers
EliminaCosì dovrebbero essere le biografie musicali! Tanta buona musica, una storia in cui incastrare le varie canzoni con un senso, e soprattutto coreografie e scenografie all'altezza. Ok, mi correggo: così dovrebbero essere i musical!
RispondiEliminaAnche se ammetto di aver patito un po' la parte finale in cui Elton continuava a cadere e cantare una canzone, è stato emozionante e capace di mettere in luce tre talenti: l'accoppiata originale di cantante/compositore, e quel vocione di Taron. Chapeau.
Assolutamente sì! Senza mettere in disparte la musica e ricordandosi sempre di essere cinema. Taron pazzesco, la sorpresa del 2019 non avrei mai creduto di vedergli sfornare una prova così, a mani basse insieme a “Toy Story 4” è uno dei film migliori tra quelli che ho visto di recente. Cheers!
EliminaC'era un periodo che di musica del vecchio Elton ne ho sentita a pacchi.
RispondiEliminaDimmi che a un certo punto c'è qualcuno che col colbacco si mette a cantare Nikita!
Il film ovviamente non l'ho visto, io arrivo sempre con 10-20 anni di ritardo, cmq sono molto d'accordo con quello che dici sul fatto che, con film del genere, alla fine si deve fare qualcosa che sia piacevole da vedere, da sentire e non delle replicate imitative. O fai un documentario, oppure vai a briglia sciolta e dammi qualcosa di memorabile anche se non strettamente attinente alla realtà.
Purtroppo no cacchio, un po’ ci speravo! ;-)
EliminaHo sposato il concetto per cui il cinema non ha il dovere di essere realistico, per quello ci sono i documentari, ecco perché questo film mi è piaciuto così tanto. Cheers!
Se non seguissi "La bara volante" molto probabilmente mi sarei perso questa grandiosa pellicola (diciamo che dopo "IlfilminnominabilesuiQueen" ne avevo già abbastanza di nuovi biopic sui cantanti, mi sono dovuto ricredere).
RispondiEliminaCondivido tutto ciò che hai scritto; Elton John non è il mio cantante del cuore ma ora ne sono un pò in fissa.
Saturday Night's Alright For Saluti!
Oh guarda sono contento! Altro che quella gara di Cosplayer condita da scene che potresti vedere su YouTube, questo è cinema, è quello che dovrebbe sempre fare un film. Molto felice che ti sia piaciuto ;-) Cheers!
Elimina