sabato 15 giugno 2019

Black Mirror - Stagione 5: Dalla paranoia tecnologica ad Hannah Montana, in tre comodi episodi

Non ci faccio una gran figura lo so, perché avevo detto che questa serie ormai era al capolinea. Ma speravo che con il ritorno al formato da tre episodi, la quinta stagione di “Black Mirror” sarebbe tornata ai fasti di un tempo. No, ha preferito mettersi a scavare.

Dopo l’esperimento dell’episodio interattivo Bandersnatch, la serie creata da Charlie Brooker era un pugile che barcollava già molto vistosamente, ma questi tre episodi della durata di un’ora ciascuno – fin troppi minuti per le storie che hanno da raccontare – sono il definitivo colpo del KO, per una serie che ci ha annodato lo stomaco per tanto tempo. Ma prima o poi tutto quello che sale deve scendere, e “Black Mirror” si è schiantata a terra. Di faccia.

Incidente in galleria numero uno.
Vediamo questo disastro nel dettaglio, iniziamo dal primo episodio intitolato “Striking Vipers” (5x01) che è anche il titolo di un picchiaduro in puro stile “Tekken” oppure “Street Fighters” con cui giocano sempre Danny (Anthony “Falcon” Mackie) scegliendo sempre il personaggio del lottatore Lance, e il suo migliore amico Karl (Yahya Abdul-Mateen II) che invece preferisce utilizzare la bionda Roxette.

“Oh zio! Se premi triangolo, X, freccia destra, freccia sinistra, quadrato fa la mossa del Kamasutra!”
Ma il tempo passa inesorabile per tutti, si cresce, anche se Karl non si rassegna allo scorrere degli anni continuando a trovarsi fidanzate sempre più giovani. Danny di suo invece sposa la sua ragazza con nome da uomo Theo (Nicole Beharie) e mette su pancia e famiglia. Ma per il 38esimo compleanno di Danny, in memoria dei vecchi tempi Karl regala all’amico una copia del nuovissimo “Striking Vipers X” con cui è possibile combattere nei panni di Lance e Roxette grazie alla realtà virtuale, ecco, pare che si possa fare anche altro, come scopriranno presto i due amici.

Il regista Owen Harris si diverte a ricreare un po’ delle mosse tipiche dei combattenti dei picchiaduro, poi la trama scritta dallo stesso Charlie Brooker avrebbe anche degli spunti interessanti. Di fondo ci sarebbe una riflessione niente male sul fatto che con l’età adulta, arrivino anche le responsabilità e insieme a quelle sempre meno tempo per dedicarci alle cazzate con gli amici, molto ben rappresentate dal giocare con un videogames. Ci sarebbe anche l’interessante sotto testo su come gli uomini non esprimano mai apertamente i loro sentimenti, e sul limite molto sottile tra l’amicizia virile, e il “Broomance” alla J.D. e Turk per capirci.

Round one: FUCK! …No volevo dire FIGHT!
Chi ha più “ore di volo” ai videogiochi di me poi, potrebbe lanciarsi in un’analisi con esempi, riguardo alla tipologia di personaggi disponibili in un picchiaduro, e alla ragioni per cui vengono selezionati, ma Charlie Brooker tira dritto, e in un videogioco in cui con il tuo personaggio puoi fare davvero di tutto (anche le zozzerie) tira su una trama che tiene anche piuttosto bene, forse con ritmi fin troppo lenti e dialoghi inutilmente lunghi in certi passaggi, ma che comunque utilizza ancora la tecnologia per inclinare il pavimento sotto i piedi dei personaggi, facendoli scivolare tutti in situazioni compromettenti, una dipendenza tecnologica, che li costringe anche a rivedere tutta la loro scala di valori.

Poi quando è ora di tirare le somme cosa fa? Invece di colpirti in faccia con un finale cattivo che copra il ruolo di “Memento mori informatico”, opta per una soluzione quasi democristiana, un finale che a mio avviso denota più ipocrisia da parte dei protagonisti che altro, che mi sarebbe potuto andare bene se a firmare l’episodio fosse stato Gabriele Muccino, non Charlie Brooker!

Giunto alla fine di “Striking Vipers” mi sono ritrovato a pensare: «Che pena, ma finisce davvero così? Questo sarà l’episodio peggiore, passiamo al prossimo», salvo poi scoprire che dei tre, “Striking Vipers” potrebbe addirittura essere il migliore della quinta stagione. Immaginate gli altri, anzi non immaginiamoli, parliamone!

Disastro stradale numero due.
“Smithereens” (5x02) è l’equivalente di Facebook, solo che Charlie Brooker preferisce cambiargli nome per non doversela vedere con gli avvocati di Mark Zuckerberg. L’episodio si basa, senza girarci troppo attorno, sulla capacità di fare il pazzo di Andrew Scott (il cattivo di Sherlock) che prende in ostaggio uno stagista della società, nel tentativo di arrivare fino al fondatore del noto social-network, che si chiama Billy Bauer per lo stesso discorso sugli avvocati fatto poco fa, ma che in compenso ha la faccia di un Topher Grace in modalità figlio dei fiori.

L’episodio almeno intrattiene, malgrado i cecchini con la peggior mira di sempre, si viene coinvolti dal tentativo di quella che i miei colleghi al lavoro fanatici di termini in inglese chiamerebbero “escalation” (Aaarggh!), di un sempre più devastato Andrew Scott. Ma quando è ora di concludere, ancora una volta Charlie Brooker ci conferma che da quando ha cambiato medicine, non è più quello di una volta.

La mia stessa faccia rilassata, quando i miei colleghi usano termini come “escalation” in mia presenza.
Io capisco la critica, mi sta benissimo una punzecchiatura (perché di questo si tratta) a chi passa troppe ore a “spimpolare” il telefono per aggiornarsi sul numero di “mi piace” ricevuto sotto l’ultima foto di gattini pubblicata. Ma ci rendiamo conto che l’episodio non ha senso? Il piano del protagonista non ha nessuna logica, non è l’assenza di logica di una mente distrutta dal dolore, solo un altro finale (il secondo in fila) in cui tutto finisce a tarallucci e vino, e la critica alla tecnologia? Che fine ha fatto? Semplicemente “Smithereens” sembra un episodio a caso di un’altra serie, di certo non una che ha come intento quello di metterci in guardia dal “lato oscuro” della tecnologia.

Per finire, massacro POP (nel senso di teste che esplodo) numero tre.
L’ultimo disastro si intitola “Rachel, Jack e Ashley” (5x03) e mi sembra abbastanza evidente che Charlie Brooker sia stato sostituito dal suo gemello ottimista, oppure che sia stato rapito e minacciato, al fine di lanciare la carriera di attrice di Miley Cyrus. Non ci sono altre spiegazioni.

Questa puntata è una simpatica commedia degli equivoci, in cui due sorelle, una fanatica della cantante Pop di nome Ashley O (Miley Cyrus con la parrucca rosa) e l’altra darkettona che ascolta i Pixies e i Sonic Youth, mettono da parte le differenze per salvare l’idolo di una delle due dalle grinfie dell’acida manager, la zia che tiene la “bella addormentata” in coma per rubarle le canzoni dalla mente per fare soldi.

Nessun animale martello è stato maltrattato durante la produzione di questo episodio.
Nel mezzo metteteci anche un robot, anzi, un’intelligenza artificiale che contiene la copia della mente di Ashley O e il gioco è fatto. L’unica spiegazione che ho è che Charlie Brooker fosse segretamente un appassionato di Hannah Montana, oppure che tutto questo sia un grosso scherzo.

Questa simpatica commedia in stile “Quel pazzo venerdì” (2003) ha nei battibecchi con la robottina (anche lei dai capelli rosa) le sue parti più divertenti, ve lo giuro, la parte migliore è sentirla cristonare come un camionista perché tanto l’episodio non ha nessun senso (si infilano nella villa fingendosi delle derattizzazione? Davvero Charlie?) e la componente tecnologica è più che altro un “mambo jumbo” informatico che sostituisce la magia che troveresti negli analoghi prodotti targati Disney di questo tipo. Fatemi sorvolare sulla svolta “Rock” della carriera di Ashley O, sul serio, ho le fitte al cuore solo a pensarci.

Il vecchio "Emiglio robot" dopo un cambio radicale nella sua vita.
Quindi ora “Black Mirror” è una serie dove anche il lieto fine è concesso? Siamo passati dal mettere in guardia le persone dall’uso e dall’abuso della tecnologia, a mostrare cosa esattamente? Come potrebbe migliorare le nostre vite? Ma se voglio sapere dei vantaggi della tecnologia, vado nel primo Apple Store in giro a farmi raccontare le meraviglie dell’ultimo i-Telefono. “Black Mirror” aveva altri intenti, qui siamo davanti non ad un pauroso sbandamento, quello era già avvenuto con Bandersnatch, qui stiamo assistendo al dramma di una serie che ha completamente perso la rotta.

Questi sono tre episodi di un’altra serie tv, con intenti differenti da quelli a mio avviso ben più interessanti che aveva “Black Mirror”, a dirla tutta, una serie che non credo proprio guarderei, infatti penso proprio di essere arrivato alla fine, nell’attesa che il gemello pessimista di Charlie Brooker si liberi dallo scantinato in cui è stato rinchiuso, per me è tutto grazie, non mi è mai piaciuto "Hannah Montana", figuriamoci se poi esce travestito da quinta stagione di "Black Mirror".

16 commenti:

  1. Dopo un sacco di tempo ho fatto i compiti per casa e mi sono tenuto al passo col Capo. Da dove cominciare?Vediamo... Intanto sulla carta, questa pessima 5^ stagione avrebbe moltissimo da salvare. Spunti più o meno inediti ce ne sarebbero a pacchi, pure diversi nello stesso episodio! Dalla spersonificazione dell'individuo all'ambiguità sessuale celata sotto avatar, dalla connessione perenne e invadente (fino alle estreme conseguenze) all'ingordigia e allo sfruttamento che passa sopra ad ogni cosa. Insomma, letto così ci sarebbe della bella ciccia cui attingere. Peccato che l'ottima realizzazione con effetti top, attori di Serie A, location magnifiche (voglio andare nello Utah a disintossicarmi!) abbiano di fatto azzerato la voglia di spingere al massimo sull'acceleratore.

    Solo bellissimi spunti gettati un po' alla c@zzo di cane in episodi all'acqua di rose o avventure per ragazzine made in Disney (Dio mio... L'ultimo episodio è irritante!). E il cinismo? E la cattiveria? E il twist? Dov'è finita tutta la roba che ci ha fatto innamorare di BLACK MIRROR e innalzato Brooker a nuovo messia della tv? Aridatemi lo schiaffo in faccia che mi faceva rinsavire per un istante! E invece tutto sparito senza manco una telefonata. Tornerà? Spero di sì, ma a sto punto sono pessimista. Credo, ma spero di sbagliarmi, che al buon Charlie non venga più permesso di mostrare tutto quanto. La grande distribuzione per famiglie (o il PG13?) ha allargato a dismisura il pubblico ma contemporaneamente ha tarpato le ali alla messa in scena finale. Scordiamoci Primi Ministri che si inchiappettano una scrofa, parchi a tema con pene da scontare o speciali natalizi cattivissimi. Se già alla 4^ stagione si era sprecato molto ma dal lotto qualcosina si è salvato, con "Bandersnatch" abbiamo iniziato a turarci fortissimo il naso ma "Ehi, è un esperimento! Brooker avanti anni luce a tutti!". Sì, sì, proprio... Qua, alla fine si arriva stremati e si manda tutto in malora maledicendo Brooker, Miley Cirus e le loro famiglie.

    Ultimo appunto veloce sull'episodio "Rachel, Jack and Ashley Too". Non sono un fan o un detrattore della Cyrus quindi al posto suo poteva esserci chiunque che il mio giudizio non sarebbe cambiato di una virgola. E il giudizio è: imbarazzante. Un filmetto Disney un pelo più cupo (ma giusto un'inezia) dove i ragazzini buoni fanno cose da grandi come guidare, intrufolarsi in ville hollywodiane, mettere ko guardie del corpo giganti, salvare capra e cavoli il tutto con una spalla comica/simpatica che è un robottino che dice le parolacce. Speravo in un twist, un colpo di coda finale che sparigliasse il mazzo e desse un senso a tutto, sarebbe bastato che Ashley O si rivelasse una stronz@ avida che messa ko la zia avesse perculato le sorelline magari facendogli causa per avergli distutto mezza villa. E invece alla fine arriva il carico da 11: un concerto rock della Miley. Mi veniva da piangere...

    ...ma! Eh sì, perché dopo tutto questo pessimismo c'è un "MA". Ci si può salvare in corner. Come? Recuperando adesso, subito, "Czarne Lusterko" che altro non è che la traduzione di Black Mirror in polacco. Commissionato dai capoccia del marchio (Charlie Brooker e soci) a degli youtuber polacchi sono 4 episodi veloci veloci. Con un budget ridicolo ma con idee grandiose e taglienti si riesce a respirare l'aria dell'originale anglosassone. Si trova facilmente su You Tube con 3 episodi su 4 sottotitolati in italiano. Merita, fidatevi. Capo, attendo la tua recensione perché so che la farai! ;-)

    P.S.: vista gara 6? Io ieri overdose da palla a spicchi. Gara 6 il pome e gara 3 nostrana ieri sera.

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    1. Qui non solo siamo davanti ad una perdita di visione d'insieme abbastanza clamorosa, ma mancano anche le idee interessanti, concordo con la tua analisi è chiaro che Netflix abbia portato i soldi e(e gli attori) ma abbia imposto dei limiti. Sarebbe meglio fare un episodio solo, quando arriva un'idea forte, oppure cambiare titolo alla serie. Anzi mi sa che affidare tutto a qualcuno che ha qualcosa da raccontare (tipo gli Youtuber Polacchi) potrebbe essere una soluzione migliore, rispetto che a gettare tutto alle ortiche. Cheers!

      P.S. Vista, devo ancora riprendermi da una partita selvaggiamente bella, i Warriors escono come un grande sistema di basket e i Raptors come meritati vincitori. Sul ginocchio di Thompson ho smesso di respirare per svariati minuti.

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  2. A quanto ne so, pare che una sorta di Marge Simpsons nerd sia andata a protestare negli studi di netflix perche Black Mirror mostrava solo l'uso negativo e violento della tecnologia, mentre la tecnologia è bella e si può fare anche del bene con essa. Seriamente, sembra quella puntata dei simpsons in cui Grattachecca e fighetto si trasforma in un cartone animato tenero e mellifluo. Ed e quello che a mio parere è accaduto a questa serie dalla terza stagione, a partire dal disgraziato "san junipero". Ora questa quinta stagione è davvero un disastro, tra situazioni alla "gay ingenui" mancanza di cattiveria, sviluppi ridicoli della trama (Ashley O su tutti) con buchi e sviate narrative mostruose. Black Mirror ha perso la bussola, non ci fa riflettere, non intrattiene, non diverte e soprattutto ha perso di vista il topic centrale della serie (la tecnologia come strumento per attuare ed esaltare le devianze e perversioni della mente umana). Che schifo!

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    1. Aggiungo solo Amen. Non ha senso trasformare questa serie nel "Always look to the bright side of techonology", la cattiveria era la cifra stilistica di questa serie, la svolta tenerona é ridicola perché non supportata da idee all'altezza. Così resta una serie antologica banale, una che non mi interessa, mi piaceva essere "spaventato" dallo specchio nero, abbiamo bisogno di certi spaventi. Cheers

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  3. Non brutto in senso assoluto, per me, ma semplicemente altro. Quello che non volevamo vedere.

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    1. Ne parlavo commentando su altri blog, a questo punto cambiate titolo alla serie, perché così non è più "Black Mirror" è una serie su strane storie, che non ha senso nemmeno di esistere, visto che è tornata "The Twilight Zone" con Jordan Peele, che non si sta cagando nessuno perché non è su nessuna dele più celebri piattaforme di streaming. Cheers!

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  4. Era sale, è diventato zucchero. :-P

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  5. Emiglio donna è diventato già iconico, vedo.
    Almeno in questo ci hanno saputo fare.
    L'unica cosa interessante sembra essere giusto il primo dei tre episodi...

    Moz-

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    1. Miley Cyrus sta rimarcando poco sulla sua presenza nel terzo episodio, "Emiglia" va forte sui social-cosi. Detto questo, il primo episodio un po' più approfondito poteva essere una bomba, ma la serie ha perso la "Hannah Tramontana". Cheers!

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  6. Io dell'ultima serie ho visto solo Bandersnatch, di cui non so proprio cosa dire visto che non mi sembra così notevole aver portato il librogame in formato televisivo, e l'episodio di Miley Cyrus. Su questo devo dire che i commenti mi meravigliano. "Dove è finita la narrazione sugli effetti negativi della tecnologia?" A parte il fatto che in realtà non c'era sempre e comunque la negatività o la pericolosità della tecnologia nelle serie precedenti. Ma nell'episodio la "povera" Ashley O si trova ad essere più o meno lobotomizzata e il suo lato "creativo" (sic...) praticamente schiavizzato dalla zia perfida, cosa c'è di più negativo di così? Il problema è se mai un altro, che qui Black Mirror diventa la parodia di sé, e il tema è banalizzato a livello di telefilm per dodicenni... che è proprio quello che M.C. faceva fino a poco tempo fa.

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    1. Bandeesnatch vendeva come nuovo un formato che invece nuovo non è affatto, le "novità" sono spesso roba vecchia a cui qualcuno mette un fiocco. Esatto, la tecnologia è un espediente che sostituisce la magia, che di solito tiene banco dei film Disney a cui l'episodio somiglia, raramente ricordo una serie sbandare e perdere la tramontana così vistosamente. Cheers!

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  7. Mi associo alla mestizia per la perdita della cattiveria, salverei giusto la prima ma cambiando il finale, che mi ha dato superfastidio col trionfo dell'ipocrisia che per salvare il matrimonio chiude un occhio a dx e uno a sx...

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    1. Soluzione “Cerchiobottista” spacciata come: ma una coppia vera farebbe così. Ma con caaaa… volo. Finale davvero urticante. Cheers!

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  8. Non posso che appoggiarti in tutto e per tutto. Non sono episodi malvagi presi di per sé, ma dentro il progetto che è Black Mirror non hanno senso e soprattutto sembrano una copia sbiaditissima delle prime -ma anche delle ultime- stagioni. Manca mordente, manca qualcosa su cui riflettere. Come se Brooker a corto di idee abbia preso un videogioco, i social e Hannah Montana per farci la stagione richiesta da Netflix.

    p.s.: al "finale alla Muccino" mi è partito un applauso ;)

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    1. Con il ritorno di "The Twilight Zone" trasformare "Black Mirror" in una semplice serie antologica con storie strambe, sarebbe un modo per perdere la sua principale caratteristica perdendo contro la concorrenza diretta. Se non vuol cambiare titolo alla serie, che almeno si affidi a sceneggiatori che hanno qualcosa da dire. Eheh sul serio mi ha provocato il tipo di fastidio che per ora solo Muccino sapeva provocarmi ;-) Cheers

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