Non importa se andate pazzi per questo film oppure trovate che si tratti di una roba scopiazzata. Non conta nemmeno se negli anni lo avete
elevato a vostra pellicola di riferimento oppure riciclato come comodo zerbino,
la costante è una sola: Ricorderete tutti per sempre dove eravate e come
eravate, la prima volta che avete visto “Matrix”, laggiù nell’anno Uno, Nove,
Nove, Nove.
Si perché ridendo, scherzando e schivando pallottole a
rallentatore come
Remo Williams
Neo, sono passati vent’anni dalla sua uscita. Ed io che alle tradizioni ci
tengo, lo commento proprio come l’ho visto questo film, ovvero un po’ in
ritardo. Uscito il 31 marzo 1999 nei cinema americani, da noi è arrivato dopo,
a maggio, che più o meno è quando l’ho visto io, anzi forse anche un po’ dopo
considerando che ero andato a vederlo nel mio vecchio
cinemino di provincia, che ogni tanto rispunta fuori nei miei sproloqui
cinematografici.
Non ero completamente digiuno riguardo al Cyberpunk,
parola bellissima e usata per vent’anni malissimo, che dopo “Matrix” è stata abusata.
Avevo giù consumato la vhs di
Johnny Mnemonic, conoscevo “Neuromante” di William Gibson, a cui questo film deve
molto, John Woo e i fumetti Marvel erano già tra i miei punti fermi, malgrado i
miei quindici anni di allora, non era proprio così sprovveduto. Eppure niente, il
film mi colpi al centro degli occhi facendomi esplodere il cervello lo stesso.
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No, non dovete riavviare, la Bara Volante vi sta solo riportando nell'anno 1999... |
“Il corvo” (1994) era già un film di culto,
Blade Runner lo è diventato negli anni
perché alla sua uscita è stato ignorato da tutti, e come mio padre mi ricorda
ogni volta che può, non ero ancora nato quando
Guerre Stellari uscì nelle sale, infatti il signor Cassidy senior
ci portò mio madre a vederlo (storia vera). Eppure ora anche la mia generazione
aveva un titolo di quella portata, qualcosa in grado di fare da spartiacque,
potente abbastanza da segnare l’estetica di tutti i film a seguire per
vent’anni. Quanti personaggi al cinema avete visto schivare roba con pose
plastiche? Oppure sfoggiare pastrani lunghi fino alle caviglie? Quante volte
abbiamo detto la frase “Una roba alla Matrix” in vita nostra? Tante, citando le
immortali parole della mia personale versione dell’Oracolo (ciao Sergio!): Dopo
il 1999 il mondo non è più stato lo stesso. Classido? A mani basse muovendomi
al rallentatore con il “Bullet time”.
Il leggendario produttore Joel Silver in vita sua qualche
talento notevole lo ha anche visto,
anche qualche
enfant prodige, ma con
i Wachowski è andato sotto bevendo dall’idrante. Negli anni li ha difesi come
se fossero stati figli suoi, quei due Nerd di Chicago, schivi tanto da
centellinare foto e interviste, che andavano in giro conciati come se fossero
due gemelli, anche se a guardarli sembravano Stanlio e Ollio con berretto da
baseball girato all’indietro. Avevano lavorato un po’ nei fumetti e diretto “Bound”
(1996), ma quando si sono presentati con la sceneggiatura di “The Matrix”,
Silver ha dato loro 63 milioni di fogli verdi con sopra le facce di altrettanti
presidenti defunti e concesso carta bianca.
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Come eravamo, ma soprattutto, come erano questi due nerd qui! |
Per il ruolo di protagonista i Wachowski avrebbero voluto
qualcuno sullo stile del povero Brandon Lee, mentre la produzione avrebbe
preferito il lanciatissimo Will Smith, che però preferì optare per “Wild Wild
West” (gran bella pensata!). A quel punto abbiamo seriamente rischiato Johnny
Depp dentro il cappotto di Neo (storia vera) anche perché il tonfo al botteghino
di
Johnny Mnemonic vedeva Keanu
Reeves sfavorito per i produttori, ma proprio in virtù del suo ruolo in quel
film e quello più mistico in “Piccolo Buddha” (1993), facevano del nostro Keanu
il beh… prescelto dai Wachowski per il ruolo.
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Keanu porge i suoi saluti all'agente di Will Smith, prima di
occuparsi di beh, l'agente Smith.
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Il resto del cast si completa per eliminazione, si perché
pare che nessuno riuscisse a capirci un’infiocchettatissima della
sceneggiatura, quindi gli attori a cui venivano proposti i vari ruoli si auto
eliminavano, il più clamoroso? Sir Sean Connery era la prima scelta per il
ruolo di Morpheus, anzi pare che il mitico 007 dopo aver rifiutato questa parte,
e quella di Gandalf in “Il signore degli anelli”, si sia convinto ad accettare quella
porcheria di “La leggenda degli uomini straordinari” (2003) per compensazione,
salvo poi mandare tutti al diavolo e ritirarsi a giocare a golf nella sua amata
Scozia (storia vera).
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“Grazie Sean, spacciando pillole blu mi sono fatto una carriera" |
Laurence Fishburne dopo una vita di ruoli più o meno
piccoli, era appena sceso dalla nave
Event Horizon, solo per ritrovarsi nuovamente capitano, questa volta della Nabucodonosor,
fondamentalmente per una ragione: Lui la sceneggiatura l’aveva capita, e gli
era anche piaciuta. Considerando che Morpheus è ancora oggi il suo personaggio
più famoso e riuscito, ha fatto bene a scegliere la pillola rossa.
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Accettare caramelle dagli sconosciuti. |
Il numero di volte che ho visto e rivisto “Matrix” in vita
mia nemmeno più si contano, ne quantifico l’impatto su di me con il mio solito
modo: le frasi prese da questo film diventate parte della mia parlata non si
contano nemmeno più. Ancora oggi davanti a certe trovate assurde me ne esco con
«L'ignoranza è un bene», oppure a qualche quesito particolarmente filosofico,
rispondo spesso «Il cucchiaio non esiste», e questo vi dice dei miei problemi.
“The Matrix” scopre le carte poco a poco, mi ricorderò
sempre quando ho portato a casa la vhs (oh gente, vent’anni sono passati mica
due!) e sul primo salto di Trinity a rallentatore mio padre che mi guarda con
la faccia di chi dice: Cos’è sta cagata che vuoi propinarmi? Gli ho risposto di
fidarsi che ne sarebbe valsa la pena, quindi per finire a vedere e rivedere il film a rotazione alla
fine eravamo in due (storia vera).
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Carrie-Anne in: Il calcio volante della gru! (Karate Kid levati, ma levati proprio)
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Fin dai primissimi minuti tutti i riferimenti dei Wachowski
sono chiarissimi, i numeretti verdi che precipitano sullo schermo, che per anni
tutti hanno identificato con questo film, in realtà sono una rapina a mano armata ai danni di
Ghost in the shell, e avessero preso
solo quello in prestito dal film d’animazione di Mamoru Oshii! Anche tutta la
sparatoria nell’atrio del palazzo con le colonne che si sbriciolano sotto i
proiettili arrivano da lì. Perché questo film è tutto così, di originale non ha
quasi nulla, eppure rielabora tutti i suoi elementi per riproporli ad un
pubblico più vasto, in un’operazione post moderna che è arrivata proprio nel
momento migliore possibile.
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Non si cammina con le scarpe sul pavimento puli… vabbè buona notte. |
Sul finire degli anni ’90, le teorie complottistiche
andavano per la maggiore, i terrificanti agenti, ben rappresentati da Smith (Hugo
Weaving in stato di grazia) sembravano dei “Men in black” usciti dalla fantasie
di Chris Carter, di fatto i Wachowski non facevano altro che elaborare il mito
della caverna, esattamente come aveva fatto
The Truman show, ma immergendolo a forza nella fantasie di due nerd particolarmente
all’avanguardia e con una certa propensione a volgere lo sguardo ad oriente.
I personaggi con gli occhiali da sole, il cappotto lungo
fino alle caviglie, che saltano e sparano usando un'arma per ogni mano non sono
certo un invenzione dei Wachowski, arrivano dai film di Ringo Lam e soprattutto
John Woo, anzi a ben guardare in un episodio della serie classica del
Doctor Who intitolato “The Deadly
Assassin” (1976) la trama ruotava intorno ad una rete neurale in grado di
generare una realtà virtuale che pensate un po’, si chiamava proprio Matrix.
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Mi state ancora leggendo, oppure state guardando la ragazza con il vestito rosso? |
Il gran minestrone messo sul fuoco dai Wachowski tirava dentro
tutto, buddhismo e arti marziali, Bibbia e John Woo, ma anche tanta
letteratura, dal “Neuromante” di William Gibson a Philip K. Dick passando per Lewis
Carroll e la sua "Alice nel paese delle meraviglie", che nel film è citatissima, ma anche gli "Invisibles" di Grant Morrison. Il risultato finale era qualcosa che nel 1999 un enorme fetta di pubblico non
conosceva nella sua forma originale, ma ha istintivamente attribuito come un'invenzione di questo
film, come di solito accade con le opere post moderne.
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Remember what the dormouse said, Feed your head, feed your head (Cit.) |
Per mia fortuna quando mi appassiono a qualcosa, di quella
cosa voglio sapere tutto, quindi per me “Matrix” è stato un ottimo modo per
approfondire tutti quelli spunti che mi mancavano, un po’ di sana curiosità mi
sembra la risposta naturale ad un film che ti chiede di farti qualche domanda
sulla realtà che ti viene proposta no? In questo senso, l’impatto culturale di
questo film andrebbe rivalutato alla luce delle tante fonti da cui i Wachowski
hanno attinto, ma resta il fatto che questo minestrone, beh fa ancora la sua porca figura.
Se non fosse per il vecchio Nokia “a banana” che Neo
utilizza per seguire le indicazioni di Morpheus (il primo modello pubblicizzato
con la rivoluzionaria possibilità di inviare pensate, degli SMS… altri tempi) e
per gli effetti speciale pessimi di Smith che esplode nel finale - che comunque
facevano pietà anche nel 1999 - il film è invecchiato alla grande. Il tono
verdastro della fotografia di Bill Pope rende tutto sospeso nel tempo, al resto
ci pensa un estetica che ha fatto scuola, anzi storia.
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"Quando senti il bang, vuol dire che sei morto" |
Su le mani tutti quelli che si sono comprati occhiali da
sole e cappotto dopo aver visto “Matrix”! Siete tanti lo so, basta dire che Carrie-Anne
Moss ha lanciato la
moda dell’eroine over trenta in latex nero, e per essere un
film di fantascienza “Matrix” ha fatto una cosa che può sembrare da poco, ma
non lo è affatto: Per poter raccontare una storia nel modo migliore possibile, si
è andati alla ricerca della tecnologia più adatta a farlo, è la storia a
comandare. Purtroppo non è sempre stato così, se pensate ai film moderni, abbiamo spesso CGI
e 3D fantastici, applicati a storie che non hanno nulla da dire, e spesso sono
ancora più derivative di quella di “Matrix”.
Il “Bullet time” - schermo verde e macchina da presa che
ruota attorno ai protagonisti su un binario - è l’evoluzione delle scie delle pallottole
di “Blade” (1998) ma anche un modo per portare
al grande pubblico le sparatorie di John Woo. Ma in ogni caso è sempre la storia a giustificare
tutto, quella è ancora così appassionate ed efficace da non mostrare i segni
del tempo nemmeno vent’anni dopo, quando ora tutti siamo sempre più interconnessi
con le rete.
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Diffondere il verbo di John Woo alle masse, un esempio pratico. |
I personaggi sono degli archetipi pescati dai film di arti
marziali: abbiamo l’eletto, il mentore, il traditore, tutto molto canonico. I nomi suggeriscono il ruolo e danno un tocco un po’ mistico alla vicenda, anche
qui pescando a piene mani da tutte le religioni senza porsi troppi
problemi. Sul nome Trinity non credo ci sia troppo da cavillare, Morpheus
ironicamente da Dio dei sogni diventa quello che risveglia le persone, il traditore
non può che chiamarsi (lu)Cypher, mentre Neo è un anagramma di “One” nel senso
di “Chosen one”, il prescelto.
Ci sono un sacco di dettagli da piccoli Nerd che forse oggi
sono più facili da intuire, ad esempio a me ha sempre fatto impazzire il fatto
che l’Oracolo (Gloria Foster) dopo aver fatto la sua predizione a Neo, gli chiedesse
di accettare dei “Cookies”, sottoforma di veri biscotti, insomma cosette di questo genere.
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La Bara Volante fa uso di “Cookies” (al cocco preferibilmente) |
L’idea stessa che la nostra realtà, fosse un programma pensato
da una mente artificiale per tenerci buoni poi, è il mito della caverna
ripensato da William Gibson. Dopo
The Truman Show un sacco di psicologi nel
mondo si sono visti arrivare pazienti convinti che la loro vita fosse come
quella di Jim Carrey (storia vera), non so se esiste un corrispettivo in campo
medico anche per “Matrix”, ma avendo dei riferimenti meno scientifici, posso
dirvi che un sacco di amici, diciamo in preda agli effetti di alcune sostanza, sono
stati pronti a giurarmi che era tutto come in Matrix. E no, non sto usando l’espressione
“dei miei amici” per indicare me, malpensanti che non siete altro, tanto lo so
che qualche amico così lo avevate pure voi!
Quello che sicuramente rientra tra le discipline prese dalle
mani di un ristretto numero di appassionati, e gettate al grande pubblico,
metteteci dentro di sicuro le arti marziali. I Wachowski pur di avere il
leggendario Woo-Ping Yuen a curare le coreografie del loro film, hanno risposto
«Si!» ad ogni sua richiesta, anche quella di avere gli attori dedicati per
quattro mesi allo studio delle arti marziali. Ora, io credo che se dedichi
quattro mesi completi a qualunque disciplina, questo è il tempo giusto per poter essere finalmente
nella condizione di poter affermare: Si, ora ho chiaro la vastità della mia
ignoranza in tema di… in questo caso arti marziali. Me lo immagino un maestro
come Woo-Ping Yuen, con un ciocco di legno come Keanu Reeves, guardarlo come se
lui fosse Morpheus e tutti gli altri, umani dai muscoli atrofizzati appena
scollegati dalla gelatina di Matrix.
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Keanu è talmente fluido nei movimenti che sembra costruito dalla Foppapedretti. |
La mitica «Conosco il Kung Fu» di Neo è una delle frasi
simbolo del film perché riassume proprio la filosofia di come “The Matrix” è
stato pensato, prendo qualcosa dall’enorme tradizione, la riassumo
frettolosamente e posso dirmi esperto, quasi un anticipazione dell’era del
tuttologi del web moderni, che poi è anche l’unico vero difetto del film. Più
assumi consapevolezza, più riesci a distaccarti da Matrix stesso, senza nemmeno
che Laurence Fishburne ti dica «Benvenuto nel mondo vero».
Malgrado tutto “Matrix” resta il rito di passaggio di una
generazione, uno di quei film che vanno visti per forza nella vita, anche solo
per rendersi conto della sua capacità di indirizzare i gusti del pubblico per i vent’anni
successivi. Devo resistere alla tentazione di raccontarvelo tutto scena per
scena, perché tanto sarebbe inutile, lo avete visto tutti un milione di volte.
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Il primo classificato alla gara di Limbo.
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I Wachowski rendono tutto impeccabile, a partire dal ritmo,
in un film che richiede almeno un paio di momenti espositivi per spiegare al
pubblico cosa cazzarola sta succedendo sullo schermo. I due erano talmente in
palla nel 1999, da rendere incredibilmente potente, anche un emaciato ciocco di
legno come Keanu, mentre parla con Morpheus con i suoi strambi occhiali da sole, che ogni volta
che li guardi pensi “Ma come fanno a stargli sul naso se non hanno le stanghette?”, il tutto davanti ad uno schermo bianco, impegnati a discutere di pile Duracell e di campi di umani da
coltivare. Non è roba per tutti credetemi.
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“Comunque dura più della carica del vostro i-Telefono” |
Ogni elemento del film diventa figo, vogliamo parlare della
colonna sonora? “Spybreak!” dei Propellerheads è una di quelle (tante) cose che
sono state etichettate come “è quello di Matrix”, persino “Rock is dead” di Marilyn Manson
(che sta alla musica come i Wachowski al cinema, stesso livello di
rimaneggiamento di vecchi classici) funziona alla perfezione. Ma dove
personalmente vado giù di testa ogni volta, è la scena della discoteca in cui
parte “Dragula” di Rob Zombie, a mio avviso ancora il suo pezzo migliore della
sua carriera da solista.
In “Matrix” ogni cosa è figa, oppure perfettamente al suo
posto, Keanu Reeves
ha dimostrato anche recentemente di essere legnoso come una marionetta, e non utilizzo questa
parola a caso visto che parliamo di un personaggio che deve emanciparsi da
coloro che tirano i fili. Proprio per questo anche le movenze e le espressioni
di Reeves lo rendono il prescelto perfetto, e “Matrix” il film di cui avevamo
bisogno, ne avevamo bisogno proprio nel 1999, non solo perché anche l’anno
1999 era figo da scrivere con quel triplo nove, ma perché questa storia da
fumetto, ha anticipato vent’anni di film tratti da fumetto. Per anni abbiamo
definito “Matrix” usando la definizione Cyberpunk - genere da cui prendeva giusto un paio
di spunti - solo perché non avevamo ancora una parola più adatta per definirlo.
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“Portiamo tutt'e due gli occhiali da sole” , “Vai!” (Cit.) |
Oggi è più facile riconoscere nel film, il cammino dell’eroe tipico di
tanti cinefumetti, travestito da ricerca del prescelto, se questo film fosse arrivato poco
dopo, anche il bacio dell’aMMMore che Trinity da a Neo nel finale, sarebbe
stato massacrato da un pubblico meno smaliziato. Quindi l’abilità dei Wachowski
è stata quella di elaborare tanto materiale diverso, metterlo tutto insieme, e
farlo funzionare alla grande con un’unità d’intenti e un tempismo, come non se
ne sono più visti, di sicuro non nello loro carriera, andata
leggerissimamente a sud. No, non voglio
sentir parlare di “Sensotto” esattamente come non voglio sentire parlare dei
seguiti di questo film, due affari di rara inutilità ed inspiegabile bruttezza.
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A destra: qualcuno che cerca di spiegarmi perché i seguiti di Matrix sono belli. A sinistra: io che smonto le sue argomentazioni. |
“Matrix” resta un film grandioso perché non solo per 136
minuti ti porta in un mondo strutturato con le sue regole chiare, come dovrebbe
sempre fare un grande film di fantascienza, ma perché riesce ad intrattenerti
ed esaltarti con scene d’azione memorabili (l’elicottero contro la vetrata del
palazzo è ancora grandiosa) e farti addirittura riflettere sul mondo in cui
vivi. Se poi sei curioso abbastanza, ti fornisce anche tanto di quel materiale da studiare, da poter arrivare a dire, magari non «Conosco il Kung Fu», ma John Woo e William Gibson sì, o per lo meno, non vedo l'ora di conoscerli come meritano.
Come tutti i film giusti poi, termina proprio quando
dovrebbe, conclude l’arco narrativo dei personaggi, ma ti lascia con quella
scena finale che sembra l’antipasto ai vent’anni di cinema che sarebbe arrivato
dopo “Matrix”. Quella singola scena ha cambiato per sempre il modo di infilarsi
gli occhiali da sole a tanti, e trovo sacrosanto che un film che chiede ai suoi
personaggi di svegliarsi, termini con il ringhio di Zack de la Rocha che ti urla di farlo, rage against
the machine, in tutti i sensi.
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Dai, quante volte avete imitato Neo mettendovi gli occhiali? Vi conosco mascherine. |
Vent’anni dopo parecchio è cambiato, persino Andy e Larry
Wachowski sono diventati Lilly e Lana Wachowski, ed io sto ancora aspettando
che facciano il loro secondo bel film. In base a quanto siete curiosi, vent’anni
è un tempo molto lungo per cambiare idea su qualcosa e “Matrix” resta molto
soggetto a modifiche di questo tipo. A restare inalterato, il fatto che questo é davvero un gran film, uno di quelli che ha cambiato molte cose. Dopo il 1999 il mondo non è più
stato lo stesso, nemmeno noi a dirla tutta, e se la cosa vi turba, ricordatevi l’unica verità: il cucchiaio non esiste.
Carabara, immagino lo saprai già, ma finalmente le sorelle Wachowski hanno fatto pace con Morrison che non aveva digerito il plagio dai suo Invisibles ( " sul set agli attori era chiesto di leggere il fumetto per entrare nel mood " ) ed i tre creativi sono al lavoro ora sul film che farà ciao ciao colla manina a Titanic, Aquaman ed Endgame. Siccome so che sei un fan di Lilly e Lana e Grant, ti regalo quanto sono riuscito a carpire del plot quando sono passato da Grant con i disegni in puro stile Monkey Punch ( ciao sensei ) del manga che abbiamo cucinato per il rilancio della saga di King Mob e soci ( ma questa è tutta una altra storia ): Sven Otten si sveglia in un vicolo vestito come Jacko nel video di Smooth Criminal inseguito da bianconigli ninja e stregatti armati di glock al comando di John C. Reilly in modalità combo di Oliver Hardy e di Brando /Kurtz e scappa fino a cadere in una buca dimensionale in cui incontra SMS ( Sensei Marlon Six ) ovvero un clone imperfetto di King Kurtz che svirgola continuamente tra varie identità che sono citaz dei ruoli del divo da Il Selvaggio al Padrino ( come nel Tango di Bertolucci, ma le note sono sette ) in una citaz dello strano uomo non connesso completamente alla realtà e che parla col cutup nello Animal Man di Milligan che segue quello di Morrison ( ho già scritto che le note sono sette ? ). Sven ha mangiato qualche caramella di troppo e si è appisolato in una grindhouse ? è una fluttuazione personificata tra onda e particella ? è morto e non lo sa e mette in scena a modo suo quanto gli hanno raccontato Jacko e Brando ? so che lo adorerai. ciao ciao
RispondiEliminaUn doveroso inchino per il sensei.
EliminaGrant sarebbe l’unico sul pianeta in grado di scrivere qualcosa di adatto per Lilly e Lana, forse allora vedremmo il loro secondo bel film ;-) Detto questo John C. Reilly è l’attore più caldo e sottovalutato degli ultimi anni, la combo Oliver e personaggio di “Skull Island” potrebbe mettere in chiaro il suo talento. Il Tango di Bertolucci e Jacko tutti insieme? Dopo il documentario sul cantante si rischia il ritorno alle copie di questo film bruciate in piazza, ma mi piace quando si gioca il tutto per tutto. Se potessimo anche far disegnare gli storyboard a Steve Skroce, come aveva fatti vent’anni fa per quelli di “Matrix”, sarei molto ma molto felice. Cheers!
ottima recensione.
RispondiEliminagrazie
a te che vai giù dico una cosa: ho visto i fratelli sisters.
non dico nulla per non influenzarti.
rdm
Grazie a te capo ;-) Visto anche io ieri, spero di trovare il tempo in settimana per scriverne, così possiamo scambiarci i pareri. Cheers!
Elimina>>>Dai, quante volte avete imitato Neo mettendovi gli occhiali? Vi conosco mascherine.
RispondiEliminaio mi sento più Doc Brown quando fa "Strade? dove stiamo andando non c'è bisogno di strade!"
Notevole, ma quella resta la mia frase per la spavalderia quando qualcuno mi chiede se serve qualcosa in particolare per riuscire nell’impresa. Ho dei problemi veramente gravi, me ne rendo conto ;-) Cheers
EliminaQuante uova di Pasqua hai mangiato per partire così in grande? Non farà ancora il caldo di stagione, ma la primavera si è appena fatta torrida ^_^
RispondiEliminaLe mie doti da medium sono note, così quando ho visto il film in VHS ho pensato: bah, gli do giusto qualche mese di vita! Dovevo fare il mago televisivo :-D
Ho rivaleggiato con Ellen Ripley ;-) Ti ringrazio moltissimo, per restare in tema di uova, questo è un post che mi è venuto fuori di getto come quello di “Alien”, perché sono film che ho visto così tante volte, da aver passato una vita a leggere notizie in merito, quindi si trattava davvero solo di mettere in ordine le idee e buttarle giù scrivendo. Ero sicuro che non ti avrei trovato tra gli appassionati di questo film, chi già conosce i riferimenti originali, non può che notare che questo film è un minestrone di roba, cucinato bene ma sempre minestrone. Infatti penso sia il titolo più soggetto a cambiamenti nel corso delle visioni, però se uno è armato di tanta sana curiosità è un ottimo titolo da cui partire ad esplorare ;-) Cheers
EliminaGuarda, non è stata la questione delle "fonti" a fermarmi, anzi ad essere onesti non ci ho neanche pensato alla prima visione del film: il problema era che un film 100 minuti ne passava 80 a spiegarmi la trama. Oh, ho capito, ora cominciate a sparare? Io volevo vedere Trinity vestita di pelle e combattimenti di Yuen Woo-ping fatti coi soldi - lui che era abituato al totale risparmio - e invece questi sono minuscoli particolari in un fiume di parole. Le scene spettacolari che hanno segnato l'immaginario e scritto una pagina di cinema durano sì e no dieci secondi: questo rimprovero al film. Meno parlare, più menare! :-D
EliminaAhahaah si sacrosanto! ;-) La sceneggiatura di Matrix si era fatta la fama di una roba incomprensibile, questo ha sicuramente influito sulla messa in scena, in fatti ci sono molti momenti espositivi, un paio davvero lunghissimi, comunque non riesco a non pensare al regale sdegno di Yuen Woo-ping, mentre prova a cercare di far muovere quei quattro ciocchi di legno che gli hanno affidato ;-) Cheers
EliminaPreferisco quello al corri corri di Episodio VII dove c' è roba buttata li senza spiegare niente! So cosa è Matrix, ma un Primo ordine? XD
EliminaPreferisco quasi tutto ad Episodio VII :-P Cheers!
EliminaCome è cambiato il cinema hollywoodiano in questi 20 anni! Soprattutto negli ultimi 10. Così come la tecnologia, soprattutto nei primi 10.
RispondiEliminaIl film evento era Episodio I e, nonostante fu il maggiore incasso, venne superato da questo ed "Il sesto senso", le sorprese di quell' anno.
Invece i seguiti erano parecchio attesi visto che in 4 anni il primo era già diventato un cult.
Quando si parla di film da vedere a cervello spento, di popcorn movie... io mi incavolo perché c' erano pellicole di genere che ti facevano anche riflettere ed incuriosire verso altro come detto.
Bello quando Hollywood riusciva a reinventarsi con questo, Terminator, GS... ora quasi si ricicla e basta! Mah!
Che poi questo era un titolo super riciclone, però elaborava il tutto rivendendolo come nuovo, come fanno sempre le opere post moderne, e il “Bullet time” era una tecnologia pensata per raccontare questa storia, ora non ci provano nemmeno più ;-) Cheers
EliminaPensa te... Io ero pronto al post sul film macina-record, oppure un'ode al trionfo europeo delle V-Nere e invece mi becco MATRIX, così, dal nulla. Dannato Cassidy!
RispondiEliminaOnestamente non mi ricordo dov'ero e com'ero nel '99, era un periodo un po' nebbioso... (ricordo però benissimo le bestemmie al cinema nei due capitoli successivi. Se Dio non mi fulminò in quelle due occasioni allora mi vuole bene! E sempre in tutta onestà non conosco nessuno che difenda quei due pastrocchi. E sono stato buono a definirli "pastrocchi"!).
Tornando a noi, MATRIX l'ho amato alla follia appena uscito. Ma proprio alla follia tanto che per anni la mia suoneria del cell fu proprio "Spybreak!" dei Propellerheads (poi diventò ed è tutt'ora "Right Round" di Flo-Rida per "Una Notte da Leoni" ma questa è un'altra storia...), ma non così tanto da vestirmi di pelle nera dalla testa ai piedi. Man mano che passarono gli anni anch'io mi incuriosii ai vari riferimenti e adesso vedo il film dei (delle) Wachowski come un'ottimo collage di idee rubacchiate ovunque. Primo fra tutti il "Razzi Amari" di Disegni&Caviglia che è uguale spaccato a MATRIX ma i nostri non avevano i soldi per reggere una causa così grossa e desisterono (giusto Capo? Andò così se non ricordo male...).
Me lo riguardo ancora con piacere ma al contrario tuo non trovo sia invecchiato benissimo. Forse ne ho perso la magia, non lo so. So solo che ai miei occhi i suoi 20 anni li sente tutti quanti.
Troppo facile, invece finta di corpo, e poi vado a sinistra invece che a destra: «Mai fidarsi di un terreste!» (Cit.) comunque un bentornato alla V-Nere ;-)
EliminaScriverei dei seguiti solo per demolirli e raccontare l’aneddoto durante la visione, ma prima dovrei rivederli e non ci penso nemmeno! “Right Round” mi piace di più l’originale, ma anche la cover di Flo-Rida di lascia ascoltare in particolare associata al film. Andò proprio così capo, non gli fece causa Grant Morrison, figuriamoci i poveri (in tutti i sensi) Disegni & Caviglia. No, secondo me ha tenuto benissimo la prova del tempo, siamo noi che siamo cresciuti e credimi, non è un male ;-) Cheers
Me lo sono giusto rivisto e francamente rimane sempre fresco. Anzi, dopo le sboronate degli anni successivi è diventato anche più gustoso. Boh!
EliminaIo ho un rapporto di amore e odio con i Wachocosi. Ho amato Matrix, Cloud Atlas e Sens8, ma ho odiato qualsiasi altro loro lavoro. Boh
RispondiEliminaIo ho un rapporto di odio ed odio con le Wachowski(fo), come personaggi le trovo adorabili, portano avanti la loro causa, onore e rispetto, davvero lo dico senza ironia. Ma non trovo nulla di quello che hanno fatto che mi sia piaciuto. Dovrei rivedermi “Bound”, e forse ho già la risposta: sto aspettando da vent’anni che facciano un altro ben film, ma forse il secondo film bello era proprio “Matrix” ;-) Cheers
EliminaInvecchiato bene, sì, ma comunque per me trasuda "fine anni '90" da ogni fotogramma: la fotografia minimal-acida in verde che citi, il look dei personaggi, certe scelte... In ogni caso, un cult.
RispondiEliminaRicordo che lo divenne subito, rivoluzionò la fantascienza, per come si conosceva allora.
Ma io preferisco Ghost in the Shell.
Moz-
I modelli originali restano superiori, meglio una scena del peggior film di Woo a questo, però nell’insieme tutte è diventato mitico. Il cinema è anche questione di tempismo, “Matrix” è uscito proprio al momento giusto. Cheers!
EliminaIo invece devo ammettere che leggermente sono stato deluso da GITS.
EliminaSecondo me più il citato "Blade". Quello si zarrata (bella) che trasuda aria di fine anni 90. XD Tornando a GITS, bel film eh, ma per come viene considerato... boh! Mi succede spesso.
EliminaPrimo a poi farò uno speciale anche su "Blade" gli ho voluto benissimo ;-) Cheers!
EliminaGITS è un film che migliora con le visioni, come Akira forse ancora di più. Cheers!
Eliminaa rivederlo ora noto tutte le scopiazzature e i rimaneggiamenti di concetti che in altri film (che ben sappiamo quali siano...) sono trattati mille volte meglio.
RispondiEliminaeppure, da qui, per me, è iniziato tutto: la mia ricerca di figaggine filmica, il mio immaginario sci-fi (e non solo...) ecc ecc...
tutto inizia da qui: film cmq essenziale.
grande post, Cassidy, al solito, grazie!
- Andrea
Esatto! Per me è questo lo spirito con cui vanno affrontate queste opere post moderne, senza fossilizzarsi. Prendiamo ad esempio Tarantino, lui fa film così, e troppi suoi fan tipo pappagallo, elencano i titoli dei film citati da Tarantino senza nemmeno averli visti. Invece bisogna sfruttare queste occasioni per andare a studiare ed essere curiosi. Grazie a te! ;-) Cheers
EliminaQuando l'ho visto per la prima volta avevo letto soltanto Luce virtuale e non sapevo nulla di cyberpunk, fantascienza e simili. Dopo averlo visto mi si è aperto un mondo tra anime, arti marziali, robina alla Gibson, Sterling, Dick, è tanto altro che ci sono dentro a quasi 20 anni di distanza? Come non amarlo anche solo per queato? Non sarà il miglior film di sempre (Per non parlare dei ridicoli seguiti) ma come non celebrarlo come uno dei film più importanti di sempre per la diffusione di un certo tipo di cultura fino a quel momento di nicchia, seppur orgogliosamente?
RispondiEliminaLo penso anche io, è un ipertesto da cui pescare informazioni - per chi ha la voglia e la passione per farlo - che comunque ha segnato gli ultimi vent'anni di cinema, bisogna andarne orgogliosi, non è male essere stati rappresentati da un film così, poteva andarci sicuramente peggio ;-) Cheers!
EliminaNo, non mi sono distratto guardando la ragazza con il vestito rosso: essendo un "Matrixiano" d.o.c da quel '99 so benissimo cosa potrebbe succedermi ;-) Tornando a noi, Matrix è intrattenimento di livello altissimo che ha dimostrato non solo di saper bene da quali fonti pescare (es. il giustamente celeberrimo Ghost in the Shell), ma anche il grado di spettacolarità ideale per mixarle fra loro e (ri)presentarle al grande pubblico: in questo senso, non ha mai avuto bisogno nessun bisogno di essere originale (trascurabili aspetti pseudofilosofici compresi) per diventare un cine-mito della sci-fi a cavallo del millennio... quanto ai seguiti, beh, il loro vero problema per me -che pure non li disprezzo, nonostante tutto- è quello di essere SOLO spettacolari dove invece il capostipite tentava anche di imbastire una buona storia, per quanto derivativa fosse. E poi non mi dimentico di Animatrix, che quasi nessuno oggi sembra più filarsi di pezza quando si parla del Matrix-verse ma che, per quanto mi riguarda, oltre ad essere un ottimo complemento anime del primo Matrix si mangia letteralmente i due sequel a colazione ;-)
RispondiEliminaP.S. A vedere Star Wars in sala nel '77 c'ero anch'io (da undicenne di un tempo ormai lontano lontano, più o meno come quella galassia lì) ;-)
EliminaBravo, hai imparato la lezione ;-) Esatto è intrattenimento di ottimo livello, azione e fantascienza ben fatta ma anche contenuti, roba su cui riflettere. I seguiti per me non funzionano perché si vero, puntavano solo sulla spettacolarità e a tratti erano così scemi da sembrare la parodia di Matrix, ne scriverei solo per smontarli, ma prima dovrei rivederli e non ci penso proprio! ;-) Gli "Animatrix" erano splendidi, molto meglio dei seguiti, e forse anche della recente - ma divertente - "Love, Deaths & Robots" mentre la guardavo pensavo proprio ad "Animatrix", quello si un buon modo per espandere il mondo creato con il primo film. Cheers!
EliminaAh invidia! Ecco quello è un film che avrei sempre voluto vedere al cinema, magari senza parti aggiunge dopo a Lucas ;-) Cheers
EliminaMio caro ho letto tutto di un fiato questa tua meticolosa e personalissima recensione....sono azzerata per quanto riguarda certi tipi di pellicola , ma Matrix resta nella mia memoria, è impensabile dimenticarlo, è come un vaccino che ti porti sulla pelle, le date non esistono, il tempo si è fermato, non ci sono paragoni da fare, per me risulta inutile. La figura di Reeves, ascetica e mobile allo stesso tempo , resterà indimenticabile. Chi non ha sognato di imitarlo , io che vengo dalla strada come formazione musicale , come pellicola mi ha dato quello che forse ad altri è sfuggito.
RispondiEliminaL'abilità delle riprese , la rappresentazione di un personaggio tanto perfetto quanto verosimile o meno. Anche qui svicolo nelle mie competenze entrando nella danza, ma tutto è ritmica nei suoi movimenti e nella sua interpretazione.
Hai sottolineato , la destrezza di infilarsi gli occhiali, cosa che può sfuggire a chi non ha amato questo personaggio, ancora così nuovo attuale inimitabile. Ci ha fatto rinascere in un mondo che non era così impunemente entrato nella nostra testa, io affascinata da movimenti di arte marziale che , curiosa come sempre avevo provato per parecchi anni nel Kendo e nell'Aikido.
Sogno ancora quel cappotto lungo nero in vinile, quella maschera così spesso immobile , ma dinamica, quelle sensazioni che facevano volare la mente e il corpo.
Grazie di avermi fatto sognare una volta di più, con la mia ignoranza in materia, ma con la mia sempre grande voglia di rivederlo.
Un abbraccio forte
Ci ho un po' scherzato sull'immobilità di Reeves, ma al ragazzo voglio bene, e penso proprio che "Matrix" funzioni anche alle sue movenze un po' legnose, perfette per l'Alicio che ancora deve scoprire il Paese delle meraviglie, e giuste per una marionetta tirata dai fili, non a caso alcune delle sue acrobazie erano proprio eseguite con la cara vecchia tecnica dei cavi. Neo è diventato di fatto uno dei personaggi più iconici anche grazie al suo attore, non riesco proprio ad immaginarlo impersonato da un altro, ho voluto mettere le due gif finali, perché sono quelle dove il valore di Keanu emerge. Grazie a te, sempre un piacere leggerti! ;-) Cheers
EliminaIo sono tra quelli a cui questo film non ha mai preso, però bella recensione come sempre.
RispondiEliminaTi ringrazio moltissimo... Bro-fist! ;-) Cheers
EliminaOdio il post-moderno. Lo odio. Lo... ma parlando del film, all'epoca la prima volta non mi ha colpito molto; poi, poco dopo, ho passato quasi un mese in un campo dove la scelta visiva era tra Matrix e Mortal Kombat. Ecco, lì mi ci sono appassionato, per un certo periodo. Preso a sè, senza orribili seguiti, è un film solido anche se molto meno complesso e profondo di quello che vuole sembrare (la mistica new age ben dosata non aiuta certo il contenuto. Il successo sì, però). E' un minestrone; a me però più che una minestra ben cucinata, che può essere meravigliosa, ricorda quando in alcune strisce delle Sturmtruppen il cuoco distribuisce il risciacquo del bucato al posto del rancio riscuotendo un grande successo. A parte questa immagine, è proprio come dici, prende materiale molto migliore e, a uno sguardo approfondito, lo banalizza, ma ha una forza: come avrebbe detto il Lenin di Daniele Panebarco "Ci ha la sintesi dialettica" e quindi risulta efficace. Oh, questo "Viaggio dell'eroe" preso da Campbell non vale molto come strumento di analisi dei miti, ma pare che, quando le condizioni sono giuste, riesca a ispirare proprio questo tipo di film "di sintesi" efficaci e popolari fino a diventare "archetipi cinematografici"(ahem, Guerre Stellari...).
RispondiEliminaIl post-moderno può essere più indigeribile della zuppa di Sturmtruppen, e ti dico, citandola hai davvero vinto tutto, con un fanatico di Bonvi come me sfondi una porta aperta ;-) Il film è super lineare, non so come abbia fatto a farsi una fama di trama ultra complessa, davvero forse "Ci ha la sintesi dialettica", oppure il cinema è anche questione di tempismo, nel senso di uscire in sala al momento giusto, “Matrix” ha beccato il momento perfetto, come lo fece “Guerre Stellari” nel 1977, trovando una platea pronta a farsi stupire. Cheers!
Elimina"E' un minestrone; a me però più che una minestra ben cucinata, che può essere meravigliosa, ricorda quando in alcune strisce delle Sturmtruppen il cuoco distribuisce il risciacquo del bucato al posto del rancio riscuotendo un grande successo. "
EliminaQuello magari è episodio VII. XD
"Il film è super lineare, non so come abbia fatto a farsi una fama di trama ultra complessa"
EliminaMe lo chiedo anch' io. o-O
"davvero forse "Ci ha la sintesi dialettica", oppure il cinema è anche questione di tempismo, nel senso di uscire in sala al momento giusto, “Matrix” ha beccato il momento perfetto, come lo fece “Guerre Stellari” nel 1977, trovando una platea pronta a farsi stupire."
Già!
Saranno le annate con il numero doppio che portano bene? '77, '99, la prossima sul calendario quale sarà? ;-) Cheers
EliminaLarry Fishburne + perfetto nel ruolo di Morpheus solo per come portava gli occhiali da sole nel biopic di Tina Turner. Io la trilogia non l'ho mai finita perché il secondo non mi era piaciuto un granché,ma il primo è fighissimo!
RispondiEliminaPer altro ora che ci penso, la carriera di Larry Fishburne è sempre legata agli occhiali, non li aveva in “Apocalypse Now” (e la sua parte è stata tagliata), li aveva da vista in “Danko” e nessuno ricorda la sua presenza, aveva bisogno degli occhiali giusti ;-) Il secondo è il peggiore, il terzo è meno peggio, ma ormai ero così scazzato dopo “Matrix 2” che avrebbero potuto farmi vedere il filmino della cresima di Neo, sarebbe stata la stessa cosa. Cheers!
EliminaNon è male pescare una serie di cose, frullarle bene e poi presentarle a un pubblico vasto ed eterogeneo. Invece i seguiti manco io li ho apprezzati, tutto piuttosto incasinato e confuso.
RispondiEliminaComunque sto cercando di ricordare il momento in cui ho visto il film. Ero al cinema ma non riesco a ricordare niente di specifico.
Lo penso anche io, se è un lavoro ben fatto perché no. Forse perché eri molto presa dalla pellicola, a me di solito capita così con i film che mi sono piaciuti molto. Cheers!
EliminaPotrebbe essere, perché non riesco a collegarci aneddoti.
EliminaA proposito, ma davvero certa gente era convinta di essere in una sorta di mondo Truman? Non lo sapevo!
Per il posto su "The Truman Show" ho fatto i compiti, scoprendo che specialmente negli Stati Uniti è una patologia con un certo grado di diffusione (storia vera). Cheers!
EliminaLa prima parte di questo film è - per me - il meglio del cinema di fantascienza dopo Blade Runner. Un po' - come dici tu - per la carica letteraria (quando leggo un racconto di Sterling o di Gibson mi immagino spesso di trovare un tipo come Neo tra le pagine). Purtroppo ho sempre trovato superfluo l'invadenza degli effetti speciali nella seconda parte. In ogni caso un film epocale.
RispondiEliminaHa davvero fatto storia, per la mia generazione è stato il cult che mancava. Vero per l'utilizzo massiccio di effetti speciali, ma se non altro giustificati dalla trama, ancora oggi una rarità. Cheers!
EliminaGià! Nei sequel invece si è esagerato. Un agente Smith? Facciamo Neo vs 200 agenti Smith. XD Poi vai con la tamaggine. Il 3 è gradevole, ma è un banale umani vs macchine con Smith che da di matto. Comunque che cattivo Smith. Una semplice unità informatica monoespressiva eppure... ci si lamenta dei cattivi del MU, JJ è riuscito a sbagliarli quasi tutti in episodio VII... Hollywood invece ne azzeccava uno dietro l' altro una volta. Che è successo? Boh!
EliminaHanno deciso di puntare tutto sull'estetica e le trovate - anche pacchiane - perché non avevano più molto da dire, te li ricordi i gemelli? Lanciati come i nuovi super cattivi fighi, sono stati dimenticati più velocemente di Darth Maul, almeno lui qualche cosplayer lo ha lasciato ;-) Cheers
EliminaVisto che ho commentato il secondo e commenterò, a suo tempo, anche il terzo... é giusto affacciarmi anche quì. Tuttavia non ho niente da aggiungere a quanto detto se non condividere l'esperienza di averlo visto al cinema, apprezzandolo molto per quella che ritenevo un'idea molto originale, resa nel migliore dei modi. Non che mi appaia sminuito ora, ma all'epoca i tenti riferimenti culturali e cinematografici a cui si rifà mi erano ahimè sconosciuti. Indubbiamente un cult iconico (quasi) rovinato da due inutili e pessimi sequel.
RispondiEliminaNon lo è nemmeno ora che i modelli a cui si rifà sono più accessibili, ha ancora un tiro che nessun film (seguiti compresi) ha saputo riportare in scena. Cheers
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