lunedì 27 maggio 2019

John Wick 3 - Parabellum (2019): Si WICK pacem…

Da vecchio lettore di fumetti, penso sia abbastanza normale ritrovarsi a fantasticare su trame che ci piacerebbe leggere, ad esempio ho sempre sognato una storia del Punitore intitolata “Punisher: Parabellum” perché... Beh, mi è sempre sembrato un titolo fighissimo (storia vera). Potete immaginare la mia gioia davanti al terzo capitolo delle avventure di John Wick.

Credo ci siano stati pochi titoli recenti capaci di diventare un culto istantaneo com'è accaduto a John “Tu mi ammazzi il cane, io ammazzo te” Wick, il secondo capitolo mi era piaciuto molto, anche se era azzoppato da un secondo atto in cui a volare, più che le pallottole o le mazzate, erano le parole, tante parole... Troppe parole! Ma spazziamo via ogni dubbio subito: “John Wick 3 - Parabellum” ha gli stessi difetti del secondo capitolo, però migliorati. Questa lo so, mi rendo conto che richieda un minimo di spiegazione.

John Wick 2 aveva una grande scena iniziale, poi ti faceva cascare a terra le viti che tengono insieme il volto, con una porzione infinita di pellicola dedicata a Riccardo Scamarcio che riusciva a tenere il naso fuori dall’acqua, restando a galla nel suo ruolo, grazie al fatto di essere un Italiano che interpretava (il cliché di) un Italiano e da una Claudia Gerini che… No, niente, la Gerini quando si parla di recitare va sotto bevendo dall’idrante, non stiamo qui a raccontarcela.

Dopo gli attori cani del secondo capitolo, sicuramente meglio i cani attori.
Il tutto per mettere su un finale in cui il legnoso, ma motivato Keanu Reeves, ripeteva ossessivamente la stessa mossa da forze speciali che aveva imparato (due-colpi-al-petto-uno-alla-fronte), prima di un finale visivamente spettacolare che, tutto sommato, teneva su la giostra e ti faceva venire voglia di un terzo capitolo SUBITO. Anche perché prometteva davvero che questa volta John, avrebbe dovuto prepararsi alla guerra. Così faccio vedere che due parole in latino le conosco anche io che sono un cane, tanto per stare in tema con il film.

“John Wick: Chapter 3 - Parabellum” inizia un minuto dopo la fine del film precedente e state pure sicuri che se gli incassi lo concederanno – e per ora così pare – anche il quarto capitolo utilizzerà lo stesso trucco quasi da serie televisiva. La struttura del capitolo precedente è riproposta in maniera identica, seguendo la regola aurea dei seguiti: uguale, ma più grande! Anzi, in questo caso, uguale, più grande e migliorato. L’ufficio reclami del regista Chad Stahelski funziona alla grande bisogna dirlo.

Spacca vetrata…
…Lancia coltello. Cento volte poi ripeti.
Il modo in cui la saga di “John Wick” è esplosa mi ha fatto pensare ad un paragone ardito con un’altra saga “nominativa” molto celebre, quella di Mad Max: entrambe sono iniziate con un piccolo film diventato subito di culto, hanno proseguito con un secondo che allargava il mondo del protagonista (anche se JohnWick 2 per qualità, un film come Road Warrior non lo vede nemmeno con il binocolo) per arrivare ad un terzo capitolo tutto matto in cui ormai non si fa più nemmeno finta di cercare il realismo, ma si punta tutto sul perdersi in quel mondo immaginario creato dal secondo capitolo. Ed ora che ci penso: sia Wick che Mad Max hanno un cane, sarà per quello che ho fatto questa bizzarra associazione mentale?

I primi venti minuti di questo “Parabellum” sono una meraviglia, no sul serio, sembra di trovarsi davanti ad un film occidentale che potrebbe quasi sedersi allo stesso tavolo (quello dei migliori) con i grandi film di arti marziali orientali, non vorrei sembrare esagerato, ma davanti a tanta determinazione e passione per i film “di menare” viene voglia di applaudire forte tutte le persone coinvolte nella produzione del film.

La trama del film, riassunta nella locandina (di sicuro la campagna pubblicitaria è stata onesta)
Per sfuggire dagli assassini della “Gran Tavola” pronti a raccogliere la taglia sulla sua testa, John Wick sfrutta quasi in tempo reale gli ultimi minuti prima della scomunica che lo renderà il nemico pubblico numero uno. Fin dalla prima scena è chiaro che Chad Stahelski abbia utilizzato tutta la sua lunga esperienza come stuntman per correggere gli errori del film precedente e Keanu Reeves, bontà sua, malgrado sia il solito pezzo di legno scolpito dalla Foppapedretti ci mette una volontà e una voglia di mettersi in gioco che a 55 anni è comunque ammirevole. Nei primi minuti del film sfoggia una varietà di mosse e colpi che credo, non abbia mai utilizzato in tutta la sua carriera, abbastanza da far dimenticare l’ossessiva ripetizione due-colpi-al-petto-uno-alla-fronte, del film precedente.

In cerca d’aiuto per contrattaccare e in corsa contro il tempo e i nemici, John Wick si ritrova prima in una biblioteca a fare un uso dei libri un po’ meno canonico di quello classico, tipo cercare di infilarne uno giù per la gola dell’enorme sgherro che gli hanno mandato contro... E quando dico enorme, intento proprio gigantesco, visto che parliamo dei 222 centimetri di quel mito vivente che risponde al nome di Boban Marjanović!

Non è la prospettiva che inganna, non è photoshop, è Bobi Marjanović!
…Vi lascio due minuti per immaginare il vostro amichevole Cassidy di quartiere che in uno dei suoi film più attesi, si trova l’attuale centro dei Philadelphia 76ers nella NBA. Lasciatemi l’icona aperta su “Bobi” che più avanti ci torniamo.

L’unica mossa ripetitiva eseguita da Reeves questa volta è “Spacco vetrata, lancio coltello” che, però, si traduce in una scena di combattimento a breve distanza molto riuscita, seguita subito da una lotta in una scuderia, una fuga a cavallo e in un inseguimento equino VS motociclette che con un minimo – e non invasivo – utilizzo di CGI risulta il migliore degli inizi possibile, dopodiché la fotocopia della struttura del secondo capitolo, interviene e richiede il suo tributo di sangue.

Ho sentito qualcuno dire “True Lies” per caso? Ah no mi sembrava.
In cerca di alleati, John Wick torna dove per lui tutto è iniziato, nei panni di una matrona russa che potrebbe essere stata la sua prima maestra nelle arti dell’omicidio (e questo spiegherebbe il suo soprannome, Baba Jaga direttamente dalla mitologia russa) troviamo la mitica Anjelica Huston. Ed è qui che “Parabellum” non ci prova nemmeno a sistemare le regole del mondo create nel primi due film, semplicemente si affida ad attori miglior di Scamarcio e della Gerini, bombardandoti allo stesso modo di spiegoni pallosissimi.

“Abbiamo un accordo, dammi la mano”, “Basta battute su la famiglia Addams, l'ho fatto quasi trent'anni fa quel film"
Mettete in preventivo il solito passaggio di amuleti usati per reclamare vecchi favori, ma soprattutto un infinito ciarlare di questa stramaledetta “Grande Tavola” e di tutta la mitologia, vasta e non meglio decriptata che le ruota attorno. Ecco perché il personaggio della Giudicatrice (Asia Kate Dillon, seconda attrice proveniente da Orange che compare in John Wick) vi ucciderà con il suo continuo: "Le regole della Grande Tavola sono e BLA BLA BLA", questa è sopra la Tavola, tu sei sotto la Tavola, sopra la Tavola la capra campa, sotto la Tavola la carpa crepa e via così per un tempo fin troppo esagerato.

Volete sapere la mia? Correte a vedervi “John Wick 3 - Parabellum” perché è una figata, dopo i primi venti minuti uscite, state al bar a bervi quello che preferite, se siete fumatori vi fate una bella fumata, poi tornate più o meno dopo cinquanta minuti dall’inizio del film, giusto in tempo per l’entrata in scena di Sofia, il personaggio interpretato da Halle Berry che potremmo riassumere così: Halle tutta inviperita che entra nell’ufficio del suo manager, sbatte fortissimo sul tavolo una copia del Blu-ray di Atomica Bionda sul tavolo e si mette ad urlare «Perché Charlize sì ed io no? Voglio un ruolo così… SUBITO!».

Atomica Bionda Berry remake del celebre "Quattro bassotti cazzotti per un danese"
Halle Berry e i suoi due Malinois sono talmente azzeccati, che è quasi un peccato vederli sullo schermo così poco. Nel mondo immaginario di “John Wick” tutti gli assassini hanno il loro amico a quattro zampe, quindi dopo una scena d’introduzione al personaggio parlata (tanto per cambiare) e un’altra in cui ci ricordano che la regola di questa saga è sempre la stessa (chi tocca il giallo cane muore) con Jerome “Bronn” Flynn protagonista (segnate due anche per gli attori provenienti da Giocotrono in questa saga) Sofia e John Wick ci regalano una sparatoria diretta e coreografata come le scene d’azione dovrebbero sempre essere e dove - pensate - le armi vengono persino ricaricate!

Non so se ho apprezzato di più quella specie di “Stallo alla Messicana” con ricarica al volo delle automatiche, oppure i Malinois volanti di Halle Berry, sì, perché nell’articolata coreografia della scena, vedere anche i due cagnoni zompare da una parte all’altra mordendo i cattivoni è uno spettacolo. Mi ha fatto molto ridere il fatto che il comando usato da Sofia per far attaccare i due cani, sia un verso del tipo «AHIA» che forse è quello che dicono le persone quando se li trovano attaccati ad un braccio.

Lo voglio anche io il Malinois volante! ("AHIA!" è da aggiungere alla fine della gif)
Tra le trovate riuscite del film, mettete pure una piccola dose di umorismo (nero) del tutto non urticante che contribuisce bene a sottolineare quando il film non abbia nessuna volontà di realismo, l’estetica la fa da padrona, grazie alla fotografia curatissima di Dan Laustsen e alla scenografie ricercate di Kevin Kavanaugh. Questo fumettone - nel senso migliore del termine - di realistico ha solo il modo in cui le scene d’azione sono state girate e dirette, per il resto rende il mondo dei protagonisti più posticcio pescando a piene mani da tutti i film “giusti”, in un citazionismo abbondante, ma mai lanciato in faccia al pubblico, se non forse in una singola scena in cui Keanu Reeves si cita addosso, perché quando Ian McShane gli chiede di cos'ha bisogno, sai già che la strizzatona d’occhio a Matrix non può tardare ad arrivare («Armi. Tante armi»).

"Tante così basteranno Keanu?", "Si, per i primi dieci minuti"
“Parabellum” è un continuo omaggio a qualche altro film, per fortuna questa valanga di citazioni è gestita piuttosto bene da non prendere mai il sopravvento sulla storia... Oddio la storia... Su quello che John Wick deve fare, mi sento più a mio agio ad usare questa espressione.

Ci sono richieste di sacrificio che sembrano uscite da un film di Takeshi Kitano, una deviazione nel deserto che trattandosi di omaggio cinematografico, non può che essere quello che si trova poco distante da “Casablanca” (1942). Abbiamo bisogno di qualcuno che idealmente ricopra il ruolo di Sharīf salvatore di “Lawrence d'Arabia” (1962)? Rivolgiamoci a Saïd Taghmaoui che tanto ormai è specializzato in ruoli da generico nord-africano nei film americani.

Come mi sento, quando il mio cane vuole uscire per la passeggiata in pieno agosto, alle due del pomeriggio.
Ma vogliamo farci mancare qualche omaggio a Sergio Leone? Le scottature da deserto sono – in misura molto minore - quelle di Clint Eastwood in “Il buono, il brutto, il cattivo” (1966) e dallo stesso capolavoro anche la scena di Tuco che smonta e rimonta un revolver per personalizzarlo alla sua maniera. Ecco, messa giù così potrebbe togliervi qualche entusiasmo, ma vi assicuro che è un tipo di citazionismo che, per fortuna, resta abbastanza sullo sfondo, anche se, a dirla tutta, se dovessi fare io una segnalazione all’ufficio reclami di Chad Stahelski, suggerirei di limare la parte “Bla Bla Bla” del film e puntare solo sulle scene d’azione, seguendo le immortali parole proprio di Tuco: «Quando si spara si spara, non si parla» (cit.).

“John Wick 3 - Parabellum” funziona perché è piuttosto sincero nel suo voler si sfruttare, ma anche rendere omaggio ai film a cui fa riferimento, come modelli da imitare. Ecco perché il “Boss finale” è impersonato da un Mark Dacascos - un eroe dei palinsesti di Italia 1 degli anni '90 - che avrà pure perso i capelli, ma di sicuro non il carisma e il talento e due dei suoi sgherri arrivano direttamente dal cinema d’azione dal luogo più caldo del mondo per quello che riguarda i film di arti marziali al momento, ovvero l’Indonesia di “The Raid” (2011).

Mark Dacascos perde il pelo, ma non il vizio (di menare).
Sì, perché nella sua scalata allo scontro con Dacascos, John Wick prima deve vedersela con Cecep Arif Rahman e Yayan “Mad Dog” Ruhian, così bravi da non far notare quanto si stiano trattenendo per lasciare che Keanu Reeves possa far finta di stare al loro passo. Sì, ho detto scalare, perché “Parabellum” è John Wick 2 con dei miglioramenti, quindi se il secondo capitolo omaggiava il finale di "I tre dell’operazione drago" (e “la signora di Shangai”) qui si punta al bersaglio grosso e John Wick deve rifare la salita di Game of death, con un talento marziale da sconfiggere ad ogni piano.

“Fate piano raga, io non sono il Maestro Bruce Lee!”
Questo spiegherebbe la presenza di Boban “Bobi” Marjanović nel film, anche se non hanno voluto giocarselo come “Boss finale” come faceva nel 1973 Kareem Abdul-Jabbar, ma nel rispetto della tradizione ci voleva un giocatore NBA nel film e, a livello di culto personale, “Bobi” è la scelta migliore possibile, anche se Kareem resterà per sempre imprendibile. Così con questa posso dichiarare chiusa quell’icona su Marjanović di cui vi ero debitore.

Difetti? Il fatto che il film sia fortemente derivativo va messo in conto ed anche che il finale lasci non la porta, ma un portone aperto per un quarto capitolo potrebbe far storcere qualche naso. Ma per quanto mi riguarda l’unico problema che spero di vedere eliminato in un eventuale “John Wick 4” è davvero solo quel tedioso secondo atto troppo parlato. Chad Stahelski e Keanu Reeves qui hanno perso l’occasione di fare un film alla “The Raid”, con solo azione al servizio di una storia che andava riassunta in una sola frase: “John Wick contro tutti” per 130 minuti. Esattamente come il film di Gareth Evans era un “Iko Uwais contro tutti” per 101 minuti. Fate sparire quella mezz’ora di chiacchiere inutili e saremmo tutti contenti!

“Vi avevo detto di fare piano, ho una certa età ormai”
Alla fine trovo piuttosto ammirevole il fatto che Keanu Reeves si metta al servizio del film in questo modo, certo è un ciocco di legno che ripete movimenti che ha imparato poco prima di girare la scena, ma il suo miglioramento coincide con quello di Chad Stahelski e di questa saga che in una manciata di anni è diventata di culto. Chiaro come il sole che tra le aspirazioni di “John Wick 3” e i fatti di “The Raid” intercorra più o meno la stessa differenza che c’è tra Boban Marjanović (gigante buono, giocatore solidissimo e personaggio di culto) e Kareem Abdul-Jabbar (essere umano più unico che raro e solo uno dei più grandi giocatori della storia), ma già il fatto che il cinema d’azione occidentale si muova in quella direzione è notevole.

Anche perché al momento, i due compari Chad Stahelski e David Leitch - a breve in arrivo con “Hobbs & Shaw” lo spin-off di Fast & Furious con The Rock e Jason Statham - sono gli unici che riescono ad avere soldi, attori e mezzi per sfornare film d’azione che per altro, incassano anche. Il sassolino lanciato con il primo John Wick sta prendendo seriamente la forma di una discreta slavina, nel dubbio voglio “John Wick 4”… SUBITO!

Si vis Wick pacem, para bellum.

14 commenti:

  1. Più tardi commento in maniera più articolata, ma intanto segno che a me è piaciuto tantissimo.

    John Wick 1 parte con una costruzione del protagonista grandiosa fatta di detti e non detti di tutti gli altri personaggi (le due trlefonate di inizio film del boss russo le cito spesso) ed i due capitoli seguenti cercano di fare lo stesso ma con il mondo segreto che si sono "inventati".

    Dico cercano perché a quanyo pare quella parte non ha presa su tutti.
    Ed ho messo le virgolette perché se non sono debitori nei confronti del mondo di tenebra, allora lo sono verso le stesse fonti di ispirazione:
    La giudicatrice altri non è che un justicar (conciliatore); la grande tavola il circolo interno della camarilla; la bowery la rete dei nosferatu; i magheggi di winston sono tipici di un ventrue; e potrei continuare per tutti gli elementi della mitologia.

    Essendo fan di entrambi i franchise, non poteva che piacermi :p

    Nathan

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    1. Ti aspetto per i dettagli ;-) Il bello del primo film era anche il fatto che sopra un soggetto semplicissimo (“Mi ammazzi il cane, ti ammazzo”) veniva costruito un personaggio che dava l’impressione di avere un passato lunghissimo, non voglio sembrare azzardato, ma la prima volta che abbiamo conosciuto Ian Solo/Han Solo (a seconda dei gusti e del doppiaggio) l’impressione era quella: questo ne ha viste di tutti i colori, proprio come John Wick.

      Quando attaccano a parlare ti sopra la Tavola, sotto la Tavola mi è sembrato un po’ pasticciato, ma potrei essere io che voglio l’azione e basta, ad essermi distratto, in ogni caso esiste una saga d’azione americana, che incassa, sforna seguiti e usa i soldi e gli attori di serie A dopo “Fast & Furious”, a me questa cosa sta benissimo ;-) Cheers

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  2. Carabara, la mistica di Han Solo al tempo del primo film è la stessa che ha sospeso a parecchi cm da terra anche il Wolverine di Claremont prima e di Hama poi. Dire e non dire e seminare indizi. Logan ad Anzio ed a Madripoor con un implume Cap. In una Metropolis futuribile in una foto alle spalle di una sua collaboratrice svantaggiata verticalmente ora, ma non nel futuro di Metropololis ( concepts in parte ripresi nelle secret origins di Puck versione Bill Mantlo ndr ). E così via. Sarà un caso, ma Logan ha perso smalto dal momento in cui il suo passato era un libro ( a fumetti ) aperto.

    Ne parlavo qualche sera fa con Chad che sta scrivendo il suo prossimo film nome di lavorazione Solo a Tucson in cui si racconta di un veterinario visionario ed uno zinzino drastico chiamato solo Tucson Tuco che spara - con armi che assemblea rapidissimo - a certi assurdi coyotes zombi ninja cyborgs in fuga da un futuro in cui quadrupedi evolutisi dopo che i primati erano stati annientati da una epidemia avevano sviluppato un network poi diventato senziente e visionario che aveva deciso di silenziare il mondo al grido silenzioso di no more bla bla ed aveva lanciato indietro nel tempo un virus senziente in grado di mutare i coyotes del 21 secolo. Il tutto spiegato con una voice over nei primi due minuti di film. Poi azione. Ciao ciao

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    1. A lungo per descrivere la Michonne di “The Walking Dead” (fumetto, non la serie soporifera) ho detto che era dai tempi dell’esordio di zio Logan che un personaggio, in un fumetti corale, si guadagnava l’attenzione grazie al carisma. Guarda caso anche lei si è sciolta quando Roberto Kiruomo ha voluto spiegare di tutto e di più, se non altro non è mai diventata preside di una scuola, ecco.

      Sposo la tua causa di spiegare tutto subito, togliersi il dente e poi dare via al dolore, Chad passerebbe direttamente dai cani ai coyotes - segni di continuità – non so in tutto questo come si potrebbe incastrare il coyote di Grant Morrison di “Animal Man” ma ci vedo qualcosa, forse saranno gli echi di Willy, sta di fatto che questo Tuco uomini soli lo guarderei anche prima di “John Wick 4”. Cheers!

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  3. Ma sai che l'ho saltato senza nemmeno pensarci e me ne sto pentendo alla grandissima? Il primo mi era piaciuto mentre il secondo, a parte qualche scena, non mi aveva convinto appieno. Questo l'avevo bollato come "boiata" senza nemmeno vederlo e invece in rete circolano buone recensioni. Ma porc'... Vabbè, vedo di metterci una pezza.

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    1. Questa bara allora? cosa ci sta a fare? ;-) Non sono riuscito a descriverlo meglio di: come il secondo però migliorato. In tutto, ha gli stessi difetti (migliorati) e gli stessi pregi (idem). Il risultato è di gran lunga migliore vai e mettici una pezza. Cheers

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  4. Come già sai mi è piaciuto tantissimo, è un action moderno che riesce, pur seguendo diversi clichè, a distaccarsi dall'action classico e da chi ancora tenta di farli, tutti uguali. Trovo davvero sia uno dei pochi abbastanza originali e le scene d'azione divertono un casino. Sì, c'è mezz'ora di dialoghi all'inizio che si potevano evitare, ma da quando entra in scena Halle Berry fino alla fine è un vero spettacolo!

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    1. Siamo allineati come sempre, con quella mezz'ora in meno sarebbe stato perfetto, ma confido nel quarto capitolo, chissà che magari non torna anche Halle Berry ;-) Cheers

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  5. Diavolo d'un tentatore d'un Cassidy... Volevo saltare a piè pari il film che quando ne parlano tutti a me girano assai, e magari ripescarlo quando non ne parla più nessuno. Però m'hai citato Mad Dog di Raid e la Game of Death Tower... come faccio ora a resistere?
    Però le baba-cose e la mithology mi creano seri problemi intestinali: andrò direttamente a film quasi finito! :-D

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    1. Quando ho visto Mark Dacascos non ci potevo credere, tutte le baba-cose sono piuttosto tediose, magari lascia passare un po' di tempo e poi se ti va, dagli un'occhiata, è come il secondo, ma migliorato, di sicuro Keanu si conferma uno di noi ;-)

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  6. Non l'ho ancora visto, ma pochi giorni fa ho visto il 2 e mi ha effettivamente lasciato la voglia di vedere il seguito. Ho trovato Scamarcio accettabile, ma l'ho visto in inglese, e in inglese mi è più difficile capire se uno recita bene o no... :-D tranne che con la Gerini, con lei l'ho capito lo stesso. XD
    La stramba mitologia di questo universo parallelo con le associazioni di super killer è abbastanza assurda da essere interessante. Vedrò sicuramente questo terzo capitolo, anche solo per Mad Dog!

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    1. La Gerini dovrebbe provare con il magiaro, oppure l’esperanto, magari così ad uno potrebbe venire il dubbio ;-) Per me “Parabellum” è una versione migliorata del secondo capitolo, quindi confido che ti piacerà, fammi sapere! Cheers

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  7. Andato al cinema a vederlo tanto per cambiare ne sono uscito soddisfatto. Alla fine è un buon intrattenimento giocato sul "more of the same" più tante citazioni sullo sfondo. Impressionante lo scontro finale a livello scenografico, quella parte del Continental è stata fatta spendendo ben 4 milioni di dollari stando alle parole del regista stesso.

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    1. Non hanno badato a spese, ma in senso generale è un film che si vede, è fatto con la volontà di potersi sedere al tavolo dei migliori, lo spirito giusto per chi vuole sfondare ;-) Cheers

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