martedì 14 maggio 2019

I fratelli Sisters (2019): Brothers & Sisters

Avete presente quei cinefili che hanno visto TUTTO? Quelli impossibili da prendere in castagna perché conoscono tutti i film, di tutte le filmografie, di tutti i registi, di tutto il pianeta e forse anche di qualche universo parallelo? Ecco, io non sono uno di quelli.

Ad esempio non avevo visto nessun film di Jacques Audiard, e dopo aver visto “I fratelli Sisters” mi viene da aggiungere che forse ho capito anche il perché, ma non voglio fare quello negativo, prendiamola dall’altro verso. Dico sempre che il western e il genere con cui prima o poi tutti i registi americani devono fare i conti, però anche quelli stranieri gradiscono cimentarsi con revolver e cappelli a tesa larga.

Anche perché se così non fosse, non ti metti a rifare l’inquadratura dal portico di “Sentieri selvaggi”.
Tratto dal romanzo del 2011 “Arrivano i Sister” di Patrick deWitt, questo film è il primo in lingua inglese di Audiard, la trama è molto semplice, quasi canonica rispetto al genere a cui appartiene: I due fratelli Charlie ed Eli Sisters, il primo più giovane impulsivo e con la propensione ad attaccarsi alla bottiglia (Joaquin Phoenix), il secondo più maturo e sensibile (John C. Reilly), vorrebbero cambiare vita e concludere una carriera da assassini a pagamento, con un ultimo omicidio commissionato del misterioso Commodoro (Rutger Hauer, lasciatemi l’icona aperta su di lui che ci torniamo).

L’obbiettivo è quello di eliminare un chimico (il lanciatissimo Riz Ahmed quello di The night of e di beh, Venom) che avrebbe rubato dei soldi al Commodoro, ma anche inventato una tecnica rivoluzionaria per scovare l’oro nei letti dei fiumi.

Se non si fosse capito, l’obbiettivo di tutti nel film, è questo signore qui.
Sulle sue piste anche John Morris (Jake Gyllenhaal) che finirà presto per stringere una solida amicizia con l’inventore. Per altro l'ex Donnie Darko, con quella sua espressione sempre un po' da Labrador malinconico sembra fatto dal sarto per l'atmosfera che Jacques Audiard vuole dare al suo film.

Jake ha due espressioni: con il cappello “svirgolato” a sinistra oppure a destra.
Dopo una scena iniziate notturna, in cui i “Fratelli Sorelle” si scagliano su alcuni malcapitati come la folgore divina, il film si rivela per quello che è, una pellicola più intima ed incentrata sui personaggi molto umani, e malgrado alcune scene d’azione, ci sono parecchi dialoghi per approfondire i personaggi e le loro dinamiche. Dimenticatevi le atmosfere rugginose di “Gli spietati” (1992) le due ore del film, sono tutte incentrate sui personaggi e sulle loro chiacchiere, come detti, non mancano i momenti d’azione, ma non sono quelli che interessano a Jacques Audiard, che malgrado una certa propensione per far sfoggiare ai suoi personaggi i vecchi revolver Colt 1851 Navy, porta il suo film in altre direzioni.

“L’ultimo che mi ha minacciato, era un procione di nome Rocket. Guarda che fine ha fatto”
Fin dal titolo è abbastanza chiaro che questi “Fratelli Sorelle” non sono i duri che ti aspetteresti di trovare in un film western, in questo film si ubriacano, sognano un futuro più tranquillo, vomitano, sputano, e uno di loro si mangia anche un ragno, mentre russa a bocca aperta sotto un albero. Non so se Jacques Audiard, abbia mai visto il classico di Renato Pozzetto, “Ragazzo di campagna” (1984), ma la scena è davvero la stessa.

La trama invece di far scontrare il poker di attori, li vede esibirsi in una stramba alleanza quasi fraterna, almeno finché l’avidità per l’oro non rovina tutto quanto, con svolte meno banali di quelli che potreste immaginarvi, ma altrettanto drammatiche.

“Voi siete i fratelli Dalton?”, “No, noi siamo i fratelli ehm, sorelle”
Nel suo far intuire l’andamento della trama, ma cambiando continuamente rotta, questo film ricorda un po’ “I due volti della vendetta” (1961) diretto ed interpretato da Marlon Brando. Penso sia chiara la costante volontà di smontare i cliché del genere, non mi va di fare rivelazioni perché il film un paio di momenti ad effetto li ha, però fatemi chiudere quell’icona lasciata aperta su Rutger Hauer: avevo già notato che le sue comparsate nei film stanno diventando sempre più brevi, ma qui ha davvero trovato il modo di farsi pagare con il minimo sforzo possibile!

Trovo curioso che il film sia stato presentato all’ultimo festival di Venezia, insieme all’ultimo film dei Coen, sono pienamente d’accordo con Lisa quando dice che questa pellicola sembra un episodio extra di La ballata di Buster Scruggs, e per quanto abbia trovato cinica e beffarda l’ultima vendetta dei “Sorelle”, devo dire che l’umorismo nero viene meglio ai Coen che a Audiard.

Nel cast sono tutti davvero bravi, ma una menzione speciale per me la merita John C. Reilly, a sorpresa perché non pensavo potesse mangiarsi lo schermo in questo modo, considerando che deve dividerlo con un cavallo di razza come Gioacchino Fenice. Ma Reilly qui è quello che interpreta meglio il tono un po’ beffardo del film, e quando serve che il suo personaggio si lasci andare alla malinconia, beh mi é sembrato quello più pronto di tutti.

Più che John Wayne sembra Taddeo dei Looney Tunes, ma si mangia il film lo stesso.
Sul film invece, ho qualche riserva, come direbbe Geronimo. Posso capire la volontà di partire da un genere per parlare d’altro, ma le due ore di durata si sentono tutte, forse anche troppo, in ogni caso, anche se in versione autoriale, il western si conferma il re di tutti i generi cinematografici, prima o poi tutti i cineasti proveranno a dire la loro, il che per un appassionato come me, va più che bene, anche se quando si parla di "Fratelli western", sono cresciuto con film un po' diversi da questo qui.

20 commenti:

  1. Saltato su consiglio di un amico che l'aveva visto alla Mostra e bollato in tempo zero come "cagata!". Sembra incredibile ma anche lui mi disse qualcosa come "Sembra la brutta copia di un film dei Coen!".
    Quando si dice che le grandi menti pensano all'unisono...

    Ah, sulla chiosa iniziale "Quelli impossibili da prendere in castagna perché conoscono tutti i film, di tutte le filmografie, di tutti i registi, di tutto il pianeta e forse anche di qualche universo parallelo? Ecco, io non sono uno di quelli.". Avrei di che dissentire.

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    1. No, una “cagata” no, è ben diretto e molto ben recitato, solo va proprio in una direzione opposta alle aspettative del pubblico e del genere. Certo che presentato nello stesso festival, a poca distanza dal western ben più riuscito dei Coen, è un destino beffardo come quello dei “Fratelli Sorelle” ;-)

      Ti ringrazio ma con le cose che non conosco in fatto di cinema (e non solo) si potrebbe riempire la fossa delle Marianne, ma ti assicuro che per tanti cinefili ammettere di non sapere è il peggiore dei crimini, anche quando non sanno davvero. Cheers!

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  2. film lento . troppo lento.


    si salva grazie al cast ma appunto due sparatorie e tante troppe chiacchere.

    il western è un altra cosa.

    sono andato a vederlo perchè mi era piaciuto il profeta e perchè ho fame di film western.

    mille volte meglio lo sconosciuto "the salvation" con eva green

    grazie

    rdm

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    1. Bravissimo, infatti mi ero lanciato in un paragone con “The Salvation” e poi alla ricerca di altri titoli western diretti da registi non americani, ma andavo davvero fuori tema rispetto al film. Mi piacciono i film che hanno la volontà di spiazzare il pubblico, il finale volutamente anti-climatico di questo mi è piaciuto, gli attori sono bravissimi, ma con mezz’ora in meno lo avrei gradito molto di più, sarebbe stato tutto meno sfilacciato senza perdere niente della sua efficacia. Sulla fame di western, con me sfondi una porta aperta ;-) Cheers

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  3. Ma quel titolo...perché?? Mi sembra un po' come mettere un titolo bislacco per attirare l'attenzione.

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    1. Il romanzo si intitola “Arrivano i Sister”, sicuramente è un moto per attirare l'attenzione e far arrivare un minimo l'umorismo del film, che è stato tanto sbandierato in fase pubblicitaria, ma onestamente non mi ha colpito molto se devo dirla tutta ;-) Cheers

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  4. Carabara, qualche tempo inciampai nella rete nei fratelli sorelle e dopo un comprensibile, considerato il mio neurone solitario ed ossidato, equivoco ( pensavo si trattasse dei Wachowski ) sono passato al Libraccio ( catena lombarda di reminder ed usato ndr ) per trovare il romanzo di Patrick deWitt, ma nada de nada. Non riesco a restare concentrato su di un obiettivo per il tempo sufficiente a recitare la filmografia dei Coen e quindi di Pat ho letto solo qualche passaggio nel web. Pazienza. Prima o poi leggo tutto quello che mi ero prefisso di leggere.
    Immagino che imitare i Coen sia difficile. Non basta, per esempio, fissare le capre.
    Al di là di quanto affermi, so che sei un cinefilo informatissimo e quindi saprai già che il mio amico ed ex allievo John C. Reilly stava per iniziare un western alternativo in cui era un comico oversize che si esibiva appena fuori le riserve con una capra come partner fino a che uno sciamano smilzo e buffo non lo coinvolgeva in un viaggio lisergico - insieme alla capra - fino alla Frontiera prima che questa scompaia. Uno zinzino Balla coi Lupi ed uno zinzino Quantum and Woody della Valiant, ma le note sono sette. Non so cosa sia successo, ma ad un certo punto la macchina produttiva di Dances with Goats si è inceppata. Joel mi ha detto che non temeva di ripetersi ed Ethan mi ha confessato che gli sembrava di scrivere una parodia del Dead Man di Jim Jarmusch...pazienza. Ciao ciao

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    1. No, non basta fissare le capre per essere "alla Coen", proprio come Cronenberg, solo lui riesce ad essere "alla Cronenberg" ;-) Hai appena citato due dei miei western preferiti, opposti nello spirito ma bellissimo, ci vedo anche un tocco di "Stanlio & Ollio", ma posso dirlo? John C. Reilly molto meglio qui che nella parte di "Babe" per quanto anche li sia stato molto bravo. Cheers!

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  5. Sempre enorme rispetto, però del buon Audiard ti consiglio di recuperare almeno uno di questi: "Sulle mie labbra", "Tutti i battiti del mio cuore" (straziante, malgrado il solito orrendo titolo italiano) o il celeberrimo "il Profeta".
    Un sapore di ruggine ed ossa mi aveva lasciato un pò freddino.
    Questo è in lista.
    PS a proposito di Western, ho recuperato, con appena 4 anni di ritardo, Bone Tomahawk...che bombetta!!

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    1. Del tutto condivisa, sono così se una cosa non la penso non la scrivo e se non la so non faccio finta di saperlo, sono meno contorto del previsto ;-) Lo farò perché in particolare "Il profeta" mi intrigava molto. Vero che é figo? Spero esca in sala "Dragged across concrete" quello va visto nel buio della sala. Cheers!

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  6. Da non amante del cinema western questo lo salterei a piè pari, anche solo per il titolo che vuole essere simpatico, ma non lo è, almeno per quanto mi riguarda.

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    1. Il film è stato pubblicizzato come super-simpa, almeno da quanto mi hanno detto perché non ho visto nemmeno il trailer. Più che altro ha dell’umorismo (nero) nemmeno male, ma di sicuro non così predominante quanto il bisticcio di parole nel titolo vorrebbe far pensare ;-) Cheers

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  7. Ho letto il libro anni fa, ma non ricordavo nulla, ho dovuto andarmi a rileggere la recensione sul blog. Dalla tua descrizione mi sembra che il film sia abbastanza fedele al libro, bizzarro, con l'umorismo surreale tipico dei coen (paragone che già feci nella recensione), con questi pistoleri che contano più sulla loro fama che sulla loro abilità. Poi il libro andava avanti a episodi, quindi immagino che qui si racconti uno solo di questi episodi.

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    1. Molto probabile, sarei curioso quasi di leggerlo, se non altro il minutaggio è fin troppo diluito, perché gli intenti sono chiari e nemmeno male. Cheers!

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  8. E' un Western che non ce l'ha fatta.
    Sarà che vengo da letture sul genere molto più dure ed aspre come quelle di McCarthy, ma in questo film i ribaltamenti ed i cambi di schieramento avvengono in maniera troppo veloce ed automatica, senza approfondire la natura dei personaggi se non nei loro eccessi piuttosto didascalici.
    Tutto sommato però a me è piaciuto, e Reilly è fantastico.

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    1. Non credo che potrebbe esserci definizione migliore ;-) In confronto a roba come "Meridiano di sangue" va sotto bevendo dall'idrante, concordo sull'effetto "compitino" però in generale ha dei momenti e si, Reilly è molto bravo ;-) Cheers

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  9. Sono sempre più ospite dalle tue parti e siamo sempre della stessa opinione. Devo ammettere che passati un bel po' di mesi poco ricordo del film, segno che davvero non mi aveva colpito a dovere. Il piacere di vedere Reilly protagonista sì, però, e anche quel finale agrodolce.
    Di Audiard senza saperlo avevo visto giusto Un sapore di ruggine e ossa e Dheepan, diversi tra loro, diversissimi da questo western.

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    1. Sei sempre la benvenuta e il tempo é il miglior giudice di sempre, se un film ti lascia poco beh da quello non si scappa. Reilly bravissimo, sa fare surf sui generi, infatti qui é il più pronto di tutti. Prometto di guardare qualche altro film di Audiard, alla fine il bello del cinema é anche l'esplorazione ;-) Cheers!

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  10. Lo vedrò, sono curioso e il cast mi piace. ti saprò dire.

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