lunedì 20 maggio 2019

Godzilla (2014): Aspettando Godzillòn

L’appetito vien devastando Tokyo mangiando scrivendo, quindi in vista dell’uscita di “Godzilla II - King of the Monsters” diretto da Michael Dougherty, tanto vale fare i compiti come si deve, un bel ripasso al primo capitolo del 2014 è quello che ci vuole.

Il capolavoro di Ishirō Honda ha sempre avuto un fascino particolare su Hollywood, quando nel 2010, armato di mollette per stendere i panni, colla vinilica e un amore esagerato per i film di mostri, Gareth Edwards è apparso sulla scena mondiale con un piccolo film intitolato.... Beh, “Monsters” era abbastanza chiaro che finalmente avevamo l’uomo giusto.

Sì, lo so cosa state pensando, c’era già stata una versione americana di ‘Zilla nel 1998, quello di Roland Emmerich, ma davvero volete un paragrafo dedicato a quella roba? Ok, ma solo perché siete voi! Il problema di quella versione era anche la sua principale caratteristica: più che un film su Godzilla, era una pellicola che cavalcava il successo di Jurassic Park. In tanti film sulla saga del famoso parco di Steven Spielberg John Hammond, nessuno portava i dinosauri a spasso per una grande città, liberi di fare danni. Rolando Emmerigo, da sempre campione del mondo di distruzione su grande schermo, se non altro ci ha dato un grosso T-Rex incazzato in giro per la Grande Mela, non a caso la scena migliore era quella delle uova deposte al Madison Square Garden, ma per il resto era tutto, tranne che un film su ‘Zilla, ne mancavano proprio le caratteristiche. Ma che volete pretendere da una pellicola in cui la parte più famosa, era una colonna sonora dove Puff Daddy rifaceva (male) un glorioso pezzo dei Led Zeppelin e su, dài!

Ho sempre sperato che il video finisse con Puffy divorato (storia vera)
Avete ancora pazienza per un paragrafo anche su “Monsters” di Gareth Edwards, oh siamo in ballo balliamo. Un film minuscolo, un grande piccolo “Aspettando Godot” (anzi, “Aspettando Mostrò”) in cui il fuoco della storia era tutta sui personaggi, ricordo di averlo apprezzato molto alla prima visione, più che altro per le abilità del regista, ma alla lunga per me è diventato il classico caso di: «Bella [Nome-di-città], ma non ci vivrei».

"Gareth sei ti servono consulenze su 'Zilla chiedi pure", "Tranquillo, ho fatto i compiti a casa"
Eppure, la regia di Edwards è fatta dal sarto per un film su Godzilla, certo con una sistemata alla trama sarebbe stato un gioiellino, ma anche rivedendolo mi sono goduto nuovamente il lavoro del regista. Il soggetto di David Callaham, su sceneggiatura di Max Borenstein è rispettoso della tradizione dei film su ‘Zilla, certo non è tutto pesche e crema (anzi), ma lo spettacolo visivo resta notevole.

Avete presente quei film dove la storia rimbalza avanti nel tempo, spostandosi di location in location (se sembro troppo Alessandro Borghese, fatemelo sapere)? Ecco, questo “Godzilla” è uno di quei film. S'inizia con un bello spiegone che strizza l’occhio al film di Ishirō Honda se non altro per la data: 1954, i test atomici americani nell’oceano pacifico risvegliano il nostro amico ‘Zilla. Come fermare un dinosauro atomico che si nutre di radiazioni? Facile, lanciandogli addosso altre bombe atomiche fingendo che siano altri test nucleari, insomma la tipica reazione Yankee ai problemi, se non sai come risolverlo, tu bombarda e poi se è il caso fai le domande.

E il M.U.T.O. … MUTO! (scusate, non ho resistito)
Non potendo batterlo, gli Americani fondano un'agenzia per insabbiare l’esistenza di Godzilla e tenere d’occhio il sonno in cui è sprofondato, questo gruppo segreto prende il nome di M.O.N.A.R.C.H., acronimo che vorrà dire sicuramente qualcosa, credo: Ma Ora Noi 'Azzo Raccontiamo CaccHio.

Altro salto in avanti nel tempo fino al 1999, due esperti di M.O.N.A.R.C.H., il dott. Ishiro Serizawa (Ken Watanabe nella parte dell’attore giapponese nei film americani) e la sua assistente Vivienne Graham (Sally Hawkins) scoprono nelle Filippine alcuni fossili e un paio di enormi crisalidi, da una di questa ciccia fuori una creatura nota come M.U.T.O. che sta per Massive Unidentified Terrestrial Organism (organismo terrestre gigantesco non identificato), ma per me vorrà sempre dire Mai Un Titolo Originale, una critica alla mania tutta Yankee di rifare tutti i film, anche i capolavori.

Sta di fatto che sto MUTO, zitto zitto, punta dritto alla centrale nucleare giapponese della città di Janjira, vicino Tokyo, dove vive e lavora la famiglia americana dei Brody: papà lo scienziato Joe ha il faccione di Bryan “più grande attore del mondo” Cranston, fresco fresco del finale di “Breaking Bad”. La mamma Sandra è Juliette Binoche nella sua migliore interpretazione di un classico, acchiappa l’assegno e scappa più lontano che puoi.

Si inizia così, e poi si finisce a fare Ghost in the Shell.
Attraverso questi due grandi attori, Gareth Edwards ci ricorda che per fare un film su “Godzilla” bisogna sempre tenere a mente l’importanza degli umani che popolano il film se da spettatori non capiamo i loro drammi, non ci sentiamo impotenti davanti alla natura che mena il suo colpo più duro – ben rappresentata da quel METAFORONE semovente di ‘Zilla – tutto va a zampe all’aria. Quindi, qui il dramma si consuma con la corsa disperata della Binoche verso l’assegno la porta da sigillare e Bryan “più grande attore del mondo” Cranston che urla, si dispera, va tantissimo sopra le righe quando è costretto a chiudere la porta e sacrificare la moglie per evitare che la falla del reattore nucleare cancelli Janjira dalle mappe.

Ho fatto la stessa faccia, guardando il finale di "Breaking bad".
Altro giro, altra corsa, altro salto in avanti nel tempo, il figlio della coppia, Ford Brody (Aaron Taylor-Johnson) è diventato un artificiere dei Navy Seal, ha sposato Elizabeth Olsen ed insieme hanno messo su famiglia. Il padre del ragazzo è scomparso da anni, si è trasformato in un Terrapiattista che blatera di scie chimiche e conosce a memoria anche le repliche di “Alieni: Nuove rivelazioni”. Ai tempi della prima visione ricordo di essermi girato verso la mia Wing-Woman per dirle: «Tempo quindici minuti e Bryan “più grande attore del mondo” Cranston farà un monologo in cui urlerà e sbraiterà che la città di Janjira non è stata evacuata perché davvero radioattiva, ma per nascondere la verità» (storia vera).

A Bryan “più grande attore del mondo” Cranston scappa di fare un monologo complottista.
Tempo dieci minuti Bryan “più grande attore del mondo” Cranston sbraita che è tutto un complotto, l’incidente di Janira è stato pilotato per insabbiare la verità. Io mi giro verso la mia Wing-Woman per dirle «Visto?» ed ormai sono da solo, perché lei si è già esibita nel suo classico: «’Sta roba te la guardi tu che è una palla» (storia vera).

In effetti, questo “Godzilla” non è tutto pesche e crema, procede a colpi di spiegoni per farci arrivare il METAFORONE ecologista, quando sarebbero bastate le parole di Ken Watanabe che mostrando il vecchio orologio del padre - fermo sulle 8.15 ormai dal 6 agosto del 1945, ora del bombardamento americano su Hiroshiama - dichiara: «La natura ha un ordine per ristabilire il potere, io credo sia lui quel potere». Povero Watanabe, qui non solo gli toccano tutti i momenti espositivi del film e gli acronimi da spiegare, ma anche il classico momento: «Il suo nome è Gojira, ma lo chiamiamo – Primo piano. Sguardo intenso – Godzilla».

“Bravo Ben, perfetto così, puoi andare a ritirare il tuo assegno!”
Prima di vedere ‘Zilla in azione, bisogna aspettare più di quaranta minuti, il che non è affatto un male per un film su Godzilla per quello che mi riguarda, digerita anche la spiegazione sul fatto che i MUTO possono sparare un impulso elettromagnetico (pronunciato rigorosamente EMP, Electromagnetic pulse, ma basta! Anzi B.A.S.T.A.!) il film finalmente comincia e quanto possiamo trovarci di buono, è tutta farina del sacco di Gareth Edwards, non di certo di una trama inutilmente appesantita da spiegazioni inutili.

Con l’ennesimo cambio di ambientazione, Aaron Taylor-Johnson viene rimpatriato alle Hawaii in attesa di volare verso casa sua a San Francisco (vi servirà una mappa per tenere traccia degli spostamenti dei personaggi) qui nella scena del treno salva un bambino dall’attacco di uno dei due MUTO, mentre Gareth Edwards si concentra sulla scena dello tsunami che è incredibile per l’ansia che ti fa venire per i protagonisti in pericolo, nella fattispecie in padre con sua figlia. Sì, perché questo è il film in cui degli adulti corrono con dei bambini in braccio, accade per quasi tutti i 123 minuti di durata.

Staffetta 400 metri ostacoli con passaggio di bambino. Presto specialità olimpica.
Edwards sa benissimo che la distruzione sul grande schermo diventa fine a se stessa se non è mostrata dal punto di vista degli umani che rischiano la vita, trattandosi di una grossa produzione ad alto budget dei soliti drittoni della Warner Bros. deve sottostare a dei compromessi evidenti, non credo sia un caso se in ogni parte del mondo visitata dalla storia ed in ogni nuovo attacco di uno dei mostri giganti, il punto di vista sia sempre quello dei bambini, come quelli sullo scuola bus sul Golden Gate a San Francisco. Il METAFORONE sottolineato con il pennarellone a punta grossa è chiaro: di fronte alla potenza della natura scatenata, siamo tutti bambini, al massimo bambini che giocano alla guerra come i militari nel film, ma quando la terra trema, oppure gli oceani decidono che non vogliono più rispettare il limite della spiaggia pubblica, è allora che l’umanità si ricorda che noi su questo pianeta siamo ospiti, non i padroni.

“Giuro che se uscirò vivo, farò sempre i compiti a casa”
L’ennesima bomba atomica - soluzione Yankee ad ogni problema di natura giapponese - con innesco analogico da far esplodere prima e disinnescare poi (e provate ad indovinare chi dovrà farlo?) sono menate di contorno nemmeno troppo riuscite che servono a far digerire il film al pubblico americano, sbarcato in sala magari convinto di trovarsi di fronte un altro Pacific Rim, giusto con un grosso lucertolone in più.

Invece, quando finalmente i personaggi la smettono di parlare per spiegare inutilmente cose che Ishirō Honda ci aveva già spiegato in maniera meno didascalica (per di più in un film del 1954), finalmente possiamo goderci il talento di Gareth Edwards e il suo Godzilla. Che non è un grosso dinosauro come lo aveva pensato Roland Emmerich, un mostro da blockbuster che guarda e comprende le mosse degli umani che tentato di fermarlo, evitando ogni loro colpo con l’astuzia del mio cane che corre ad imboscarsi per non fare il bagno.

“Hey tu spostati! Mi copri il ponte dietro non riesco a fotografarlo, spostati!”
No, il Godzilla di Edwards è davvero un animale le cui dimensioni fisiche (108,9 metri, il secondo ‘Zilla più grande di sempre, tenetemi l’icona aperta su questo, che dopo ci torniamo) erano pensate per un mondo a sua dimensione, questo ‘Zilla devasta città semplicemente non per cattiveria, ma per il semplice fatto di essere troppo piccole per la sua mole. Godzilla non nuota evitando le navi americane, magari facendo lo zig-zag in mezzo, lui va dritto per dritto, le portaerei Yankee che quasi si rovesciano al suo passaggio, sono più o meno come il tappo galleggiante dello shampoo che viene sparato fuori dalla vasca da bagno mentre vi rigirate dentro per fare il bagno.

Ci serve una vasca da bagno più grossa (quasi-cit.)
Ecco perché il suo ‘Zilla non entra mai nell’inquadratura a figura piena, di lui vediamo solo i dettagli (un piedone, la coda), Gareth Edwards ci mostra il mostro (ah-ah) nella sua interezza solo nei campi lunghi, quelli che il regista domina alla grande, ve la ricordate la battaglia sulla spiaggia con i camminatori imperiali AT-AT in Rogue One? La Disney gli ha sforbiciato il montaggio (storia vera), ma non è comunque riuscita a minare il cristallino talento di Gareth Edwards nel rendere pieno e artistici i campi lunghi e se vuoi dare spessore e credibilità a Godzilla, quelli devi saperli usare molto bene. A meno che non si mantenga la tradizione di far recitare un attore dentro una tutona di gomma piuma con la zip sulla schiena.

Questa versione del film, poi, è estremamente fedele alla tradizione dei tanti film su Godzilla, sì perché nei vari seguiti ‘Zilla è passato dall’essere una metafora sulla paura nucleare, al difensore della razza umana contro gli altri mostri giganti. Nel 2014 facevo ancora uso di trailer cinematografici, quando mi sono messo a dire in giro che in quello di questo film, avevo visto le ali di una creatura sullo stile di Rodan, mi hanno preso per un paranoico nemmeno fossi... Beh, il Bryan Cranston di questo film.

Ecco, lo dicevo io! (Cit.)
Eppure, Edwards rispetta in tutto e per tutto Godzilla e nel corso dei 123 minuti della pellicola, ci mostra il dinosauro atomico prima come la metafora della natura scatenata contro i disastri creati dall’uomo e poi come protettore della razza umana contro le altre creature, infatti non è male fare il tifo per lui, anche quando piomba a terra stanco morto dopo la lotta, facendosi un sonnellino ristoratore in mezzo a San Francisco. Speriamo solo non si rilassi troppo, dopo il fiato radioattivo, non vorrei scoprire che ‘Zilla ha altre emanazioni tossiche, pronte a fuoriuscire dal suo corpaccione addormentato.

Insomma, il talento visivo di Gareth Edwards e il suo manifesto amore per i mostri grossi lo hanno confermato come l’uomo giusto per riportare ‘Zilla in America, certo, tutta la parte umana ed eccessivamente didascalica del film mi sembrava poca cosa già nel 2014 e con il tempo non è migliorata, ma se non altro questo è davvero un film su Godzilla, diretto da uno che sa quello che sta facendo.

Fare le cose nel modo giusto: una diapositiva per sostenere la tesi.
Prima di andare, vi ero debitore di un’icona da chiudere, lo facciamo subito: Godzilla è stato sempre una metafora dell’incubo nucleare e della corsa agli armamenti, il fatto che un americano abbia sfornato il più grosso ‘Zilla mai visto al cinema, ha scatenato un moto d’orgoglio in Giappone, l’obbiettivo era quello di riscrivere il record, battendo i 108,9 metri fissati da Edwards. Nel 2016 i Giapponesi si sono ripresi il primato fissando il risultato sui 118,5 metri di Shin Godzilla.

Dimostrazione che la razza umana non cambierà davvero mai, per questo avremmo sempre bisogno di ‘Zilla a ricordarci quanto siamo infinitamente piccoli su questo gnocco minerale che ruota attorno al Sole, che abbiamo l’arroganza di credere nostro.

34 commenti:

  1. credo di non fare spoiler .

    am esto film piacque ma non mi piaque( stesso giochetto che fecero con bruce willis in gcjco 2) che in italia la pubblicità era tutta su brian cranston di breaking bad e si vede quanto?? 20 secondi e poi more.

    non si fa così.

    rdm

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    1. Non credo sia un’anticipazione, e comunque hai avvisato nella prima riga di commento ;-)
      Detto questo capisco che in quel periodo avevamo ancora tutti Walter White negli occhi, però si, è uno dei ruoli con cui Bryan “più grande attore del mondo” Cranston ha dato una sistemata al conto in banca e via. Dopo anni di gavetta lo trovo anche giusto.

      Per il resto d’accordo con te, anche rivedendolo mi è piaciuto e non mi è piaciuto. Nel senso che è una storia fin troppo “parlata” nella mani di un regista davvero bravo e preparato. Cheers!

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  2. A me il film è piaciuto, anche perché se guardi i blockbuster devi accettare sempre un tot di scene inutili e noiose, è una questione di minutaggio obbligatorio, credo. Quindi, dimenticare le scene meh e gli spiegoni, e concentrarsi sulle parti succose.
    Però mi è piaciuto pure il gozillino di Emmerich, che hai ragione, non è Godzilla, ma 'Dinosauri a New York', e in quell'ottica dà la soddisfazione che provi quando hai voglia di un Crispy McBacon e ti rechi al più vicino McDonald: sai esattamente cosa compri, e te lo gusti come si deve.
    P.S. se la memoria non mi inganna, il secondo Jurassic World nella trama è un remake di 'King Kong', e nel secondo tempo il sauro, arrivato incatenato nella stiva della nave, si aggira poi nella City libero di far danni.

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    1. Rivedendolo ho trovato gli stessi difetti della prima visione (le parti ridondanti e superflue da Blockbuster) e i pregi ancora validi (la regia). Quindi in cinque anni è rimasto stabile ;-) Il cinema di Rolando Emmerigo è tipo il Crispy McBacon, paragone azzeccatissimo, se sei in vena non puoi chiedere di meglio, ma non aspettarti altro.

      Ma dici “Il regno distrutto”? Perché quello nel secondo tempo diventa - inspiegabilmente – un film da interni ambientato in una villa, nemmeno fosse il videogioco di “Resident Evil”. Quello che si è avvicinato di più è stato il secondo Jurassic Park di Spielberg, “Il mondo perduto”, dove almeno un T-Rex in giro per la città a bere dalle piscine era presente, per quello si vero, ricalcava un po’ la classica trama di King Kong. Cheers!

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    2. Sì, intendevo il secondo JP di Spielberg... lost world. Faccio confusione coi titoli.

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    3. Tranquillo, ci capiamo lo stesso tra fanatici di dinosauri ;-) Cheers

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  3. Ahahah Godzillòn è geniale :-D
    Del film del 1999 pensa che considero il videoclip la parte migliore, mentre quello del 2014 non ha neanche musica... No, non sono un fan di (Mo)Zilla ma solo della sua resa nella Bara Volante :-P

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    1. Ehehe grazie troppo buono, considerando che sto aspettando quello nuovo, e che qui prima di vedere - un piede - di 'Zilla tocca aspettare 40 minuti mi sembrava il titolo giusto ;-) Immaginavo non fossi un gran appassionato, ma sono felice che i post ti piacciano. Sul disco dellla colonna sonora del film del' 98, mi tengo la storiella personale che ho nel taschino, dovessi mai farci su un post, ma questo posso dirtelo, avevo il CD addirittura originale (storia vera). Cheers!

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  4. L'ho visto al cinema e mi era piaciucchiato, da sufficienza in su (mi sa che questo film ha fatto lo stesso effetto un po' a tutti). Ho pure il dvd, e proprio come Cass mi ha confermato gli stessi pregi e difetti. Meno Aaron Taylor-Johnson e più Anya Taylor-Joy, pardon, più Godzilla sarebbe stato meglio nella fase centrale, il mostracchione si fa attendere da vera primadonna della distruzione. Per buna parte del film è facile sentirsi Ian Malcolm: "è previsto che si veda un po' di Godzilla nel vostro film su Godzilla?"
    Fortuna che nel finale recupera, ma nel mezzo c'erano 20 minuti superflui, e mi unisco al disappunto per lo spreco di Bryan Cranston.

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    1. Sposo il tuo “meno Aaron Taylor-Johnson e più Anya Taylor-Joy!” detto questo ‘Zilla si fa attendere molto e ci sta anche la frase di Ian Malcolm. Per me la presenza umana in un film su Godzilla è fondamentale, però Cranston e la Binoche sono sprecatissimi. Eppure Edwards ha l’occhio giusto per questo tipo di film, infatti per me la regia è la parte migliore del film. Cheers!

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  5. Non mi è piaciuto, ho apprezzato la parte iniziale (non sono fan di Breaking Bad) ma poi prende tutta un altra piega con Quicksilver che deve trovare Scarlet e boh, la noia. Il fatto che Gojira si veda poco non aiuta, è proprio la trama a non avermi preso. Anche io preferisco il film di Emmerich, non sarà fedele ma mi ha divertito di più.
    Ho cercato di vedere Shin Godzilla mesi fa quando lo han dato su Rai 4 ma la registrazione si è interrotta prima della fine XD noiosetto pure quello, la critica al governo giapponese impreparato di fronte alle calamità e troppo preso dalla burocrazia lo si afferra subito, dopo diventa ridondante.

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    1. Il film di Rolando aveva una frase di lancio arrogante: «Le dimensioni contanto» doppio senso che sarebbe piaciuto a qualche mio collega di lavoro che campa su questo tipo di umorismo originalissimo. Io direi che per Edwards invece «Le proporzioni contanto» un film di ‘Zilla senza umani non si può fare, bisogna mostrare la distruzione scatenata dal mostro, rappresentante della natura, che si scatena contro noi piccoli umani, però bisogna anche bilanciare le due cose, infatti la parte migliore di questo film è Godzilla più che Quicksilver e Scarlet. Per altro apprezzo la citazione perché almeno tu non rinneghi la natura del rapporto all’limite dell’incesto tra i due ex figli di Magneto, ex mutanti, insomma ex (Men) :-P

      “Shin Godzilla” ha un ritmo veloce come l’incedere di Godzilla, quindi caaaaaalmo e piano, la critica alla burocrazia è chiarissima, come il fatto che alla regia ci sia l’autore di “Neon Genesi Evangelion”, me ne sono accorto anche io che ho visto due episodi dell’anime. Però ti dirò, quello mi ha preso un sacco perché ti portava proprio nella distruzione dal punto di vista degli umani, bisogna digerire quel ritmo lentissimo però. Cheers!

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    2. Rinnego che la Marvel rinneghi che lo siano stati XD maledetti!
      In ogni caso ho preferito Kong: Skull Island e la sua tamarraggine a questo ma son davvero curioso di vedere il secondo, più per Ghidorah e compagnia che non per Godzilla.

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    3. Bravo! Qui ci sta il Bro-fist! :-D
      Sono abbastanza sicuro che “Godzilla II” somiglierà più a “Skull Island” che a questo, specialmente se l’intento finale è quello di far scontrare i due gigantoni. Cheers!

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  6. Ricordo che mi lasciò indifferente e non poco :/ cioè, io volevo un film sui mostri e questi quasi non compaiono, anche se ne ho apprezzato diverse scelte visive.

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    1. Ti capisco perché è troppo fedele della tradizione (‘Zilla come metafora prima, poi come difensore dell’umanità) per essere il classico blockbuster americano. Poi però dentro ha delle robe proprio da blockbuster yankee di cui si farebbe volentieri a meno. Per me la sua forza è proprio la regia del buon Gareth. Non ho visto il trailer di “Godzilla II” ma dal titolo mi aspetto molta più caciare, più mostri e più casino, oh il che mi va benissimo eh? ;-) Cheers

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  7. Lo vidi al cinema quando uscì bello fomentato dal trailer (come vidi quello di Emmerich all'epoca, bello fomentato pure per quello però per la canzone di Jamiroquai! Sai che quella di Puff Daddy manco me la ricordavo?). Alla fine però ne uscii un po' perplesso... Nulla di memorabile e infatti non credo di averlo più visto.

    Da allora mi è rimasto in mente solo la ruttata radioattiva finale che il nostro rifila in faccia all'altro mostrone. Un po' pochino...

    P.S.: io stanotte ho fatto i compiti. Cambio turno al lavoro e sveglia alle 3. E tu Capo? Sono mezzo rincogli@nito dal sonno e con addosso un mix tra il "sollevato" e il "dispiaciuto".

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    1. Per me il pezzo di Jamiroquai, e per stare in tema, avevano fatto un singolo anche i Wallflowers mi pare fosse il nome, il gruppo del figlio di Bob Dylan che rifaceva “Heros” di Bowie (gulp!).
      Quella scena è una figata, per due volte mi sono ritrovato a fare il tifo per ‘Zilla ;-)

      Non so di cosa tu stia parlando, almeno fino a stasera verso le nove, dove e qualcosa, tempo di portar fuori i cani prima. Per ora i miei scudi anti spoiler reggono bene, devono reggere! Reggeranno! :-P Per dettagli come al solito mercoledì, ultimo mercoledì a tema, mi fa uno strano effetto lo ammetto. Cheers!

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    2. Ovviamente non spoilero nulla. Il mio stato d'animo era per la serie in generale che sono contento che sia finita, ma sono pure triste perché alla fine sono 8 anni vissuti letteralmente tutti assieme. Mi mancherà questa esperienza collettiva...

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    3. Sentivo dire lo stesso di "Il signore degli anelli" e "Breaking bad", arriveranno altri momenti collettivi così, sicuro. Cheers!

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  8. Sono molto indeciso su questo film, per certi versi giusto e sbagliato allo stesso tempo... LA sensazione è che solo i giapponesi siano davvero in grado di rendere giustizia a Godzilla, ma devo ammettere che il seguito in arrivo mi alletta non poco! Siamo più che d'accordo su quella roba di Emmerich... io comunque il cd della colonna sonora ce l'ho :D

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    1. Allora simo in due ad averlo ;-) Concordo, gli americani possono avvicinarsi, tipo uno molto preparato sull'argomento come Edwards, ma è chiaro che qui ha dovuto accettare svariati compromessi, dita incrociate per il seguito! Cheers

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  9. Io l'ho trovato un buon film. Certo le parti con gli umani mi hanno annoiato a morte, ci sono troppi spiegoni inutili e Watanabe era la macchietta per dire frasi ecologiste, ma alla fine la visione ne vale la pena (sopratutto per vedere Gojira menare come un fabbro mezzo creato)

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    1. Gli umani servono nella storia, ma qui la rendono la parte meno riuscita del film, su Watanabe sono d’accordissimo, per fortuna Gojira regala sempre delle gioie, specialmente quando è diretto con le giuste proporzioni sullo schermo. Cheers!

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  10. Fare il tifo per Godzilla? ma è ovvio, mi sono gasato infatti :D
    Comunque a me è piaciuto, anche quello di Emmerich, però questo è molto meglio ovviamente, e per il prossimo da Edwards mi aspetto grandi cose ;)

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    1. Unico problema, non sarà diretto da lui il che un po' mi dispiace. Cheers!

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  11. Lo vidi quando uscì al cinema e ricordo che non mi piacque particolarmente. Non so bene per quale assurdo motivo il seguito che sta per uscire a breve mi ispira abbastanza invece...

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    1. Però penso che sarà molto più movimentato, almeno così a naso, non ho visto nemmeno il trailer. Cheers!

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  12. M.O.N.A.R.C.H.: Magari Osare Nuovi Approcci Rischiando Clamorosi Handicap (con uno del calibro di Godzilla non sai mai bene come muoverti, e il rischio di partire svantaggiati è altissimo) ;-)
    Del resto lui è il re dei mostri e, tenendo conto che un re è appunto un monarca, il gruppo che gli sta alle (enormi) costole non avrebbe potuto fregiarsi di un nome migliore! E migliore poteva essere questo Kaijū Eiga diretto da Gareth Edwards (che comunque porta a casa un risultato dignitoso, alla fine), se solo i personaggi umani non avessero dato così spesso l'impressione di essere lì solo per allungare il minutaggio in attesa dell'apparizione dei mostri (Cranston, poi, che figura barbina: a questo punto non sarebbe stato meglio arruolarlo nel M.O.N.A.R.C.H., invece di lasciarlo complottare a casaccio? Mah)... cosa che spero non si ripeta pure nel sequel che, rifacendomi al trailer, sembra perlomeno avere uno stile più "nipponico" rispetto a questo.
    Nell'attesa, sospendo ogni tipo di giudizio, rimanendo zitto e MUTO ;-)

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    1. Hai dato un senso a M.O.N.A.R.C.H. fornendo anche un acronimo molto più sensato bravo ;-) Anche secondo me sarebbe stato meglio arruolarlo, oppure fare in modo che gli umani – fondamentali in un film su ‘Zilla – non sembrassero degli espedienti sforna-spiegoni, insomma più Gareth meno dialoghi! Confido nel prossimo, anche io spero sia più nipponico, anche se ‘Zilla è roba che dovrebbero gestire proprio i giapponesi e basta forse. Spero di essere smentito, così starò anche io MUTO ;-) Cheers

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  13. O mio Dio è Godzilla cit.

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    1. Ahahah cos'era Evangelion giusto? ;-) Cheers

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    2. Se non mi sbaglio,si.

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    3. Se ricordiamo così in due, è molto probabile che lo sia ;-) Cheers

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