L’appetito vien
devastando Tokyo mangiando
scrivendo, quindi in vista dell’uscita di “Godzilla II - King of the Monsters”
diretto da Michael Dougherty, tanto vale fare i compiti come si deve, un bel
ripasso al primo capitolo del 2014 è quello che ci vuole.
Il
capolavoro di Ishirō Honda ha sempre avuto un fascino particolare su Hollywood, quando
nel 2010, armato di mollette per stendere i panni, colla vinilica e un amore
esagerato per i film di mostri, Gareth Edwards è apparso sulla scena mondiale
con un piccolo film intitolato.... Beh, “Monsters” era abbastanza chiaro che
finalmente avevamo l’uomo giusto.
Sì, lo so cosa state pensando, c’era già stata una versione
americana di ‘Zilla nel 1998, quello di Roland Emmerich, ma davvero volete un
paragrafo dedicato a quella roba? Ok, ma solo perché siete voi! Il problema di
quella versione era anche la sua principale caratteristica: più che un film su
Godzilla, era una pellicola che cavalcava il successo di
Jurassic Park. In tanti film sulla saga del famoso parco di
Steven
Spielberg John Hammond, nessuno portava i dinosauri a spasso per una grande
città, liberi di fare danni. Rolando Emmerigo, da sempre
campione del mondo di distruzione su grande schermo, se non altro
ci ha dato un grosso T-Rex incazzato in giro per la Grande Mela, non a caso la
scena migliore era quella delle uova deposte al Madison Square Garden, ma per
il resto era tutto, tranne che un film su ‘Zilla, ne mancavano proprio le
caratteristiche. Ma che volete pretendere da una pellicola in cui la parte più
famosa, era una colonna sonora dove Puff Daddy rifaceva (male) un glorioso
pezzo dei Led Zeppelin e su, dài!
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Ho sempre sperato che il video finisse con Puffy divorato (storia vera) |
Avete ancora pazienza per un paragrafo anche su “Monsters”
di Gareth Edwards, oh siamo in ballo balliamo. Un film minuscolo, un
grande
piccolo “Aspettando Godot” (anzi, “Aspettando Mostrò”) in cui il fuoco della
storia era tutta sui personaggi, ricordo di averlo apprezzato molto alla
prima visione, più che altro per le abilità del regista, ma alla lunga per me è
diventato il classico caso di: «Bella [Nome-di-città], ma non ci vivrei».
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"Gareth sei ti servono consulenze su 'Zilla chiedi pure", "Tranquillo, ho fatto i compiti a casa" |
Eppure, la regia di Edwards è fatta dal sarto per un film su Godzilla,
certo con una sistemata alla trama sarebbe stato un gioiellino, ma anche
rivedendolo mi sono goduto nuovamente il lavoro del regista. Il soggetto di David
Callaham, su sceneggiatura di Max Borenstein è rispettoso della tradizione dei
film su ‘Zilla, certo non è tutto pesche e crema (anzi), ma lo spettacolo visivo
resta notevole.
Avete presente quei film dove la storia rimbalza avanti nel
tempo, spostandosi di location in location (se sembro troppo Alessandro
Borghese, fatemelo sapere)? Ecco, questo “Godzilla” è uno di quei film. S'inizia con un bello spiegone che strizza l’occhio al film di Ishirō Honda se
non altro per la data: 1954, i test atomici americani nell’oceano pacifico
risvegliano il nostro amico ‘Zilla. Come fermare un dinosauro atomico che si
nutre di radiazioni? Facile, lanciandogli addosso altre bombe atomiche fingendo
che siano altri test nucleari, insomma la tipica reazione Yankee ai problemi,
se non sai come risolverlo, tu bombarda e poi se è il caso fai le domande.
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E il M.U.T.O. … MUTO! (scusate, non ho resistito) |
Non potendo batterlo, gli Americani fondano un'agenzia per insabbiare l’esistenza di Godzilla e tenere d’occhio il sonno in cui è sprofondato, questo gruppo segreto prende il nome di M.O.N.A.R.C.H., acronimo che vorrà dire sicuramente qualcosa, credo:
Ma
Ora
Noi '
Azzo
Raccontiamo Cacc
Hio.
Altro salto in avanti nel tempo fino al 1999, due esperti di
M.O.N.A.R.C.H., il dott. Ishiro Serizawa (Ken Watanabe nella parte dell’attore
giapponese nei film americani) e la sua assistente Vivienne Graham (Sally
Hawkins) scoprono nelle Filippine alcuni fossili e un paio di enormi
crisalidi, da una di questa ciccia fuori una creatura nota come M.U.T.O. che
sta per Massive Unidentified Terrestrial Organism (organismo terrestre
gigantesco non identificato), ma per me vorrà sempre dire
Mai
Un
Titolo
Originale, una critica alla mania tutta Yankee di rifare tutti i
film,
anche i capolavori.
Sta di fatto che sto MUTO, zitto zitto, punta dritto alla centrale
nucleare giapponese della città di Janjira, vicino Tokyo, dove vive e lavora la
famiglia americana dei Brody: papà lo scienziato Joe ha il faccione di Bryan “più
grande attore del mondo” Cranston, fresco fresco del finale di “Breaking Bad”.
La mamma Sandra è Juliette Binoche nella sua migliore interpretazione di un
classico, acchiappa l’assegno e scappa più lontano che puoi.
Attraverso questi due grandi attori, Gareth Edwards ci
ricorda che per fare un film su “Godzilla” bisogna sempre tenere a mente
l’importanza degli umani che popolano il film se da spettatori non capiamo i
loro drammi, non ci sentiamo impotenti davanti alla natura che mena il suo
colpo più duro – ben rappresentata da quel METAFORONE semovente di ‘Zilla –
tutto va a zampe all’aria. Quindi, qui il dramma si consuma con la corsa
disperata della Binoche verso
l’assegno la porta da sigillare e Bryan “più
grande attore del mondo” Cranston che urla, si dispera, va tantissimo sopra le
righe quando è costretto a chiudere la porta e sacrificare la moglie per
evitare che la falla del reattore nucleare cancelli Janjira dalle mappe.
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Ho fatto la stessa faccia, guardando il finale di "Breaking bad". |
Altro giro, altra corsa, altro salto in avanti nel tempo, il
figlio della coppia, Ford Brody (Aaron Taylor-Johnson) è diventato un
artificiere dei Navy Seal, ha sposato Elizabeth Olsen ed insieme hanno messo su
famiglia. Il padre del ragazzo è scomparso da anni, si è trasformato in un
Terrapiattista che blatera di scie chimiche e conosce a memoria anche le
repliche di “Alieni: Nuove rivelazioni”. Ai tempi della prima visione ricordo
di essermi girato verso la mia Wing-Woman per dirle: «Tempo quindici minuti e Bryan
“più grande attore del mondo” Cranston farà un monologo in cui urlerà e sbraiterà
che la città di Janjira non è stata evacuata perché davvero radioattiva, ma per
nascondere la verità» (storia vera).
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A Bryan “più grande attore del mondo” Cranston scappa di fare un monologo complottista. |
Tempo dieci minuti Bryan “più grande attore del mondo” Cranston
sbraita che è tutto un complotto, l’incidente di Janira è stato pilotato per
insabbiare la verità. Io mi giro verso la mia Wing-Woman per dirle «Visto?» ed
ormai sono da solo, perché lei si è già esibita nel suo classico: «’Sta roba te
la guardi tu che è una palla» (storia vera).
In effetti, questo “Godzilla” non è tutto pesche e crema,
procede a colpi di spiegoni per farci arrivare il METAFORONE ecologista, quando
sarebbero bastate le parole di Ken Watanabe che mostrando il vecchio orologio
del padre - fermo sulle 8.15 ormai dal 6 agosto del 1945, ora del bombardamento
americano su Hiroshiama - dichiara: «La natura ha un ordine per ristabilire il potere,
io credo sia lui quel potere». Povero Watanabe, qui non solo gli toccano tutti
i momenti espositivi del film e gli acronimi da spiegare, ma anche il classico
momento: «Il suo nome è Gojira, ma lo chiamiamo – Primo piano. Sguardo intenso
– Godzilla».
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“Bravo Ben, perfetto così, puoi andare a ritirare il tuo assegno!” |
Prima di vedere ‘Zilla in azione, bisogna aspettare più di
quaranta minuti, il che non è affatto un male per un film su Godzilla per
quello che mi riguarda, digerita anche la spiegazione sul fatto che i MUTO
possono sparare un impulso elettromagnetico (pronunciato rigorosamente EMP,
Electromagnetic pulse, ma basta! Anzi B.A.S.T.A.!) il film finalmente comincia
e quanto possiamo trovarci di buono, è tutta farina del sacco di Gareth
Edwards, non di certo di una trama inutilmente appesantita da spiegazioni
inutili.
Con l’ennesimo cambio di ambientazione, Aaron Taylor-Johnson
viene rimpatriato alle Hawaii in attesa di volare verso casa sua a San
Francisco (vi servirà una mappa per tenere traccia degli spostamenti dei
personaggi) qui nella scena del treno salva un bambino dall’attacco di uno dei
due MUTO, mentre Gareth Edwards si concentra sulla scena dello tsunami che è
incredibile per l’ansia che ti fa venire per i protagonisti in pericolo, nella
fattispecie in padre con sua figlia. Sì, perché questo è il film in cui degli
adulti corrono con dei bambini in braccio, accade per quasi tutti i 123 minuti
di durata.
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Staffetta 400 metri ostacoli con passaggio di bambino. Presto specialità olimpica. |
Edwards sa benissimo che la distruzione sul grande schermo
diventa fine a se stessa se non è mostrata dal punto di vista degli umani che
rischiano la vita, trattandosi di una grossa produzione ad alto budget dei
soliti drittoni della Warner Bros. deve sottostare a dei compromessi evidenti,
non credo sia un caso se in ogni parte del mondo visitata dalla storia ed in
ogni nuovo attacco di uno dei mostri giganti, il punto di vista sia sempre
quello dei bambini, come quelli sullo scuola bus sul Golden Gate a San
Francisco. Il METAFORONE sottolineato con il pennarellone a punta grossa è
chiaro: di fronte alla potenza della natura scatenata, siamo tutti bambini, al
massimo bambini che giocano alla guerra come i militari nel film, ma quando la
terra trema, oppure gli oceani decidono che non vogliono più rispettare il limite
della spiaggia pubblica, è allora che l’umanità si ricorda che noi su questo
pianeta siamo ospiti, non i padroni.
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“Giuro che se uscirò vivo, farò sempre i compiti a casa” |
L’ennesima bomba atomica - soluzione Yankee ad ogni problema
di natura giapponese - con innesco analogico da far esplodere prima e disinnescare
poi (e provate ad indovinare chi dovrà farlo?) sono menate di contorno nemmeno
troppo riuscite che servono a far digerire il film al pubblico americano,
sbarcato in sala magari convinto di trovarsi di fronte un altro
Pacific Rim, giusto con un grosso
lucertolone in più.
Invece, quando finalmente i personaggi la smettono di parlare
per spiegare inutilmente cose che Ishirō Honda ci aveva già spiegato in maniera
meno didascalica (per di più in un film del 1954), finalmente possiamo goderci
il talento di Gareth Edwards e il suo Godzilla. Che non è un grosso dinosauro
come lo aveva pensato Roland Emmerich, un mostro da blockbuster che guarda e
comprende le mosse degli umani che tentato di fermarlo, evitando ogni loro colpo
con l’astuzia del mio cane che corre ad imboscarsi per non fare il bagno.
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“Hey tu spostati! Mi copri il ponte dietro non riesco a fotografarlo, spostati!” |
No, il Godzilla di Edwards è davvero un animale le cui
dimensioni fisiche (108,9 metri, il secondo ‘Zilla più grande di sempre,
tenetemi l’icona aperta su questo, che dopo ci torniamo) erano pensate per un
mondo a sua dimensione, questo ‘Zilla devasta città semplicemente non per
cattiveria, ma per il semplice fatto di essere troppo piccole per la sua mole.
Godzilla non nuota evitando le navi americane, magari facendo lo zig-zag in
mezzo, lui va dritto per dritto, le portaerei Yankee che quasi si rovesciano al
suo passaggio, sono più o meno come il tappo galleggiante dello shampoo che
viene sparato fuori dalla vasca da bagno mentre vi rigirate dentro per fare il
bagno.
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Ci serve una vasca da bagno più grossa (quasi-cit.) |
Ecco perché il suo ‘Zilla non entra mai nell’inquadratura a
figura piena, di lui vediamo solo i dettagli (un piedone, la coda), Gareth
Edwards ci mostra il mostro (ah-ah) nella sua interezza solo nei campi lunghi,
quelli che il regista domina alla grande, ve la ricordate la battaglia sulla
spiaggia con i camminatori imperiali AT-AT in
Rogue One? La Disney gli ha sforbiciato il montaggio (storia vera),
ma non è comunque riuscita a minare il cristallino talento di Gareth Edwards
nel rendere pieno e artistici i campi lunghi e se vuoi dare spessore e
credibilità a Godzilla, quelli devi saperli usare molto bene. A meno che non
si mantenga la tradizione di far recitare un attore dentro una tutona di gomma
piuma con la zip sulla schiena.
Questa versione del film, poi, è estremamente fedele alla
tradizione dei tanti film su Godzilla, sì perché nei vari seguiti ‘Zilla è
passato dall’essere una
metafora sulla paura nucleare, al difensore della razza umana contro gli altri mostri
giganti. Nel 2014 facevo ancora uso di trailer cinematografici, quando mi sono messo
a dire in giro che in quello di questo film, avevo visto le ali di una creatura
sullo stile di Rodan, mi hanno preso per un paranoico nemmeno fossi... Beh, il Bryan
Cranston di questo film.
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Ecco, lo dicevo io! (Cit.) |
Eppure, Edwards rispetta in tutto e per tutto Godzilla e nel
corso dei 123 minuti della pellicola, ci mostra il dinosauro atomico prima come
la metafora della natura scatenata contro i disastri creati dall’uomo e poi
come protettore della razza umana contro le altre creature, infatti non è male
fare il tifo per lui, anche quando piomba a terra stanco morto dopo la lotta,
facendosi un sonnellino ristoratore in mezzo a San Francisco. Speriamo solo non
si rilassi troppo, dopo il fiato radioattivo, non vorrei scoprire che ‘Zilla ha
altre emanazioni tossiche, pronte a fuoriuscire dal suo corpaccione
addormentato.
Insomma, il talento visivo di Gareth Edwards e il suo
manifesto amore per i mostri grossi lo hanno confermato come l’uomo giusto per
riportare ‘Zilla in America, certo, tutta la parte umana ed eccessivamente
didascalica del film mi sembrava poca cosa già nel 2014 e con il tempo non è
migliorata, ma se non altro questo è davvero un film su Godzilla, diretto da
uno che sa quello che sta facendo.
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Fare le cose nel modo giusto: una diapositiva per sostenere la tesi. |
Prima di andare, vi ero debitore di un’icona da chiudere, lo
facciamo subito: Godzilla è stato sempre una metafora dell’incubo nucleare e
della corsa agli armamenti, il fatto che un americano abbia sfornato il più
grosso ‘Zilla mai visto al cinema, ha scatenato un moto d’orgoglio in Giappone,
l’obbiettivo era quello di riscrivere il record, battendo i 108,9 metri fissati
da Edwards. Nel 2016 i Giapponesi si sono ripresi il primato fissando il
risultato sui 118,5 metri di
Shin Godzilla.
Dimostrazione che la razza umana non cambierà davvero mai, per
questo avremmo sempre bisogno di ‘Zilla a ricordarci quanto siamo infinitamente
piccoli su questo gnocco minerale che ruota attorno al Sole, che abbiamo
l’arroganza di credere nostro.
credo di non fare spoiler .
RispondiEliminaam esto film piacque ma non mi piaque( stesso giochetto che fecero con bruce willis in gcjco 2) che in italia la pubblicità era tutta su brian cranston di breaking bad e si vede quanto?? 20 secondi e poi more.
non si fa così.
rdm
Non credo sia un’anticipazione, e comunque hai avvisato nella prima riga di commento ;-)
EliminaDetto questo capisco che in quel periodo avevamo ancora tutti Walter White negli occhi, però si, è uno dei ruoli con cui Bryan “più grande attore del mondo” Cranston ha dato una sistemata al conto in banca e via. Dopo anni di gavetta lo trovo anche giusto.
Per il resto d’accordo con te, anche rivedendolo mi è piaciuto e non mi è piaciuto. Nel senso che è una storia fin troppo “parlata” nella mani di un regista davvero bravo e preparato. Cheers!
A me il film è piaciuto, anche perché se guardi i blockbuster devi accettare sempre un tot di scene inutili e noiose, è una questione di minutaggio obbligatorio, credo. Quindi, dimenticare le scene meh e gli spiegoni, e concentrarsi sulle parti succose.
RispondiEliminaPerò mi è piaciuto pure il gozillino di Emmerich, che hai ragione, non è Godzilla, ma 'Dinosauri a New York', e in quell'ottica dà la soddisfazione che provi quando hai voglia di un Crispy McBacon e ti rechi al più vicino McDonald: sai esattamente cosa compri, e te lo gusti come si deve.
P.S. se la memoria non mi inganna, il secondo Jurassic World nella trama è un remake di 'King Kong', e nel secondo tempo il sauro, arrivato incatenato nella stiva della nave, si aggira poi nella City libero di far danni.
Rivedendolo ho trovato gli stessi difetti della prima visione (le parti ridondanti e superflue da Blockbuster) e i pregi ancora validi (la regia). Quindi in cinque anni è rimasto stabile ;-) Il cinema di Rolando Emmerigo è tipo il Crispy McBacon, paragone azzeccatissimo, se sei in vena non puoi chiedere di meglio, ma non aspettarti altro.
EliminaMa dici “Il regno distrutto”? Perché quello nel secondo tempo diventa - inspiegabilmente – un film da interni ambientato in una villa, nemmeno fosse il videogioco di “Resident Evil”. Quello che si è avvicinato di più è stato il secondo Jurassic Park di Spielberg, “Il mondo perduto”, dove almeno un T-Rex in giro per la città a bere dalle piscine era presente, per quello si vero, ricalcava un po’ la classica trama di King Kong. Cheers!
Sì, intendevo il secondo JP di Spielberg... lost world. Faccio confusione coi titoli.
EliminaTranquillo, ci capiamo lo stesso tra fanatici di dinosauri ;-) Cheers
EliminaAhahah Godzillòn è geniale :-D
RispondiEliminaDel film del 1999 pensa che considero il videoclip la parte migliore, mentre quello del 2014 non ha neanche musica... No, non sono un fan di (Mo)Zilla ma solo della sua resa nella Bara Volante :-P
Ehehe grazie troppo buono, considerando che sto aspettando quello nuovo, e che qui prima di vedere - un piede - di 'Zilla tocca aspettare 40 minuti mi sembrava il titolo giusto ;-) Immaginavo non fossi un gran appassionato, ma sono felice che i post ti piacciano. Sul disco dellla colonna sonora del film del' 98, mi tengo la storiella personale che ho nel taschino, dovessi mai farci su un post, ma questo posso dirtelo, avevo il CD addirittura originale (storia vera). Cheers!
EliminaL'ho visto al cinema e mi era piaciucchiato, da sufficienza in su (mi sa che questo film ha fatto lo stesso effetto un po' a tutti). Ho pure il dvd, e proprio come Cass mi ha confermato gli stessi pregi e difetti. Meno Aaron Taylor-Johnson e più Anya Taylor-Joy, pardon, più Godzilla sarebbe stato meglio nella fase centrale, il mostracchione si fa attendere da vera primadonna della distruzione. Per buna parte del film è facile sentirsi Ian Malcolm: "è previsto che si veda un po' di Godzilla nel vostro film su Godzilla?"
RispondiEliminaFortuna che nel finale recupera, ma nel mezzo c'erano 20 minuti superflui, e mi unisco al disappunto per lo spreco di Bryan Cranston.
Sposo il tuo “meno Aaron Taylor-Johnson e più Anya Taylor-Joy!” detto questo ‘Zilla si fa attendere molto e ci sta anche la frase di Ian Malcolm. Per me la presenza umana in un film su Godzilla è fondamentale, però Cranston e la Binoche sono sprecatissimi. Eppure Edwards ha l’occhio giusto per questo tipo di film, infatti per me la regia è la parte migliore del film. Cheers!
EliminaNon mi è piaciuto, ho apprezzato la parte iniziale (non sono fan di Breaking Bad) ma poi prende tutta un altra piega con Quicksilver che deve trovare Scarlet e boh, la noia. Il fatto che Gojira si veda poco non aiuta, è proprio la trama a non avermi preso. Anche io preferisco il film di Emmerich, non sarà fedele ma mi ha divertito di più.
RispondiEliminaHo cercato di vedere Shin Godzilla mesi fa quando lo han dato su Rai 4 ma la registrazione si è interrotta prima della fine XD noiosetto pure quello, la critica al governo giapponese impreparato di fronte alle calamità e troppo preso dalla burocrazia lo si afferra subito, dopo diventa ridondante.
Il film di Rolando aveva una frase di lancio arrogante: «Le dimensioni contanto» doppio senso che sarebbe piaciuto a qualche mio collega di lavoro che campa su questo tipo di umorismo originalissimo. Io direi che per Edwards invece «Le proporzioni contanto» un film di ‘Zilla senza umani non si può fare, bisogna mostrare la distruzione scatenata dal mostro, rappresentante della natura, che si scatena contro noi piccoli umani, però bisogna anche bilanciare le due cose, infatti la parte migliore di questo film è Godzilla più che Quicksilver e Scarlet. Per altro apprezzo la citazione perché almeno tu non rinneghi la natura del rapporto all’limite dell’incesto tra i due ex figli di Magneto, ex mutanti, insomma ex (Men) :-P
Elimina“Shin Godzilla” ha un ritmo veloce come l’incedere di Godzilla, quindi caaaaaalmo e piano, la critica alla burocrazia è chiarissima, come il fatto che alla regia ci sia l’autore di “Neon Genesi Evangelion”, me ne sono accorto anche io che ho visto due episodi dell’anime. Però ti dirò, quello mi ha preso un sacco perché ti portava proprio nella distruzione dal punto di vista degli umani, bisogna digerire quel ritmo lentissimo però. Cheers!
Rinnego che la Marvel rinneghi che lo siano stati XD maledetti!
EliminaIn ogni caso ho preferito Kong: Skull Island e la sua tamarraggine a questo ma son davvero curioso di vedere il secondo, più per Ghidorah e compagnia che non per Godzilla.
Bravo! Qui ci sta il Bro-fist! :-D
EliminaSono abbastanza sicuro che “Godzilla II” somiglierà più a “Skull Island” che a questo, specialmente se l’intento finale è quello di far scontrare i due gigantoni. Cheers!
Ricordo che mi lasciò indifferente e non poco :/ cioè, io volevo un film sui mostri e questi quasi non compaiono, anche se ne ho apprezzato diverse scelte visive.
RispondiEliminaTi capisco perché è troppo fedele della tradizione (‘Zilla come metafora prima, poi come difensore dell’umanità) per essere il classico blockbuster americano. Poi però dentro ha delle robe proprio da blockbuster yankee di cui si farebbe volentieri a meno. Per me la sua forza è proprio la regia del buon Gareth. Non ho visto il trailer di “Godzilla II” ma dal titolo mi aspetto molta più caciare, più mostri e più casino, oh il che mi va benissimo eh? ;-) Cheers
EliminaLo vidi al cinema quando uscì bello fomentato dal trailer (come vidi quello di Emmerich all'epoca, bello fomentato pure per quello però per la canzone di Jamiroquai! Sai che quella di Puff Daddy manco me la ricordavo?). Alla fine però ne uscii un po' perplesso... Nulla di memorabile e infatti non credo di averlo più visto.
RispondiEliminaDa allora mi è rimasto in mente solo la ruttata radioattiva finale che il nostro rifila in faccia all'altro mostrone. Un po' pochino...
P.S.: io stanotte ho fatto i compiti. Cambio turno al lavoro e sveglia alle 3. E tu Capo? Sono mezzo rincogli@nito dal sonno e con addosso un mix tra il "sollevato" e il "dispiaciuto".
Per me il pezzo di Jamiroquai, e per stare in tema, avevano fatto un singolo anche i Wallflowers mi pare fosse il nome, il gruppo del figlio di Bob Dylan che rifaceva “Heros” di Bowie (gulp!).
EliminaQuella scena è una figata, per due volte mi sono ritrovato a fare il tifo per ‘Zilla ;-)
Non so di cosa tu stia parlando, almeno fino a stasera verso le nove, dove e qualcosa, tempo di portar fuori i cani prima. Per ora i miei scudi anti spoiler reggono bene, devono reggere! Reggeranno! :-P Per dettagli come al solito mercoledì, ultimo mercoledì a tema, mi fa uno strano effetto lo ammetto. Cheers!
Ovviamente non spoilero nulla. Il mio stato d'animo era per la serie in generale che sono contento che sia finita, ma sono pure triste perché alla fine sono 8 anni vissuti letteralmente tutti assieme. Mi mancherà questa esperienza collettiva...
EliminaSentivo dire lo stesso di "Il signore degli anelli" e "Breaking bad", arriveranno altri momenti collettivi così, sicuro. Cheers!
EliminaSono molto indeciso su questo film, per certi versi giusto e sbagliato allo stesso tempo... LA sensazione è che solo i giapponesi siano davvero in grado di rendere giustizia a Godzilla, ma devo ammettere che il seguito in arrivo mi alletta non poco! Siamo più che d'accordo su quella roba di Emmerich... io comunque il cd della colonna sonora ce l'ho :D
RispondiEliminaAllora simo in due ad averlo ;-) Concordo, gli americani possono avvicinarsi, tipo uno molto preparato sull'argomento come Edwards, ma è chiaro che qui ha dovuto accettare svariati compromessi, dita incrociate per il seguito! Cheers
EliminaIo l'ho trovato un buon film. Certo le parti con gli umani mi hanno annoiato a morte, ci sono troppi spiegoni inutili e Watanabe era la macchietta per dire frasi ecologiste, ma alla fine la visione ne vale la pena (sopratutto per vedere Gojira menare come un fabbro mezzo creato)
RispondiEliminaGli umani servono nella storia, ma qui la rendono la parte meno riuscita del film, su Watanabe sono d’accordissimo, per fortuna Gojira regala sempre delle gioie, specialmente quando è diretto con le giuste proporzioni sullo schermo. Cheers!
EliminaFare il tifo per Godzilla? ma è ovvio, mi sono gasato infatti :D
RispondiEliminaComunque a me è piaciuto, anche quello di Emmerich, però questo è molto meglio ovviamente, e per il prossimo da Edwards mi aspetto grandi cose ;)
Unico problema, non sarà diretto da lui il che un po' mi dispiace. Cheers!
EliminaLo vidi quando uscì al cinema e ricordo che non mi piacque particolarmente. Non so bene per quale assurdo motivo il seguito che sta per uscire a breve mi ispira abbastanza invece...
RispondiEliminaPerò penso che sarà molto più movimentato, almeno così a naso, non ho visto nemmeno il trailer. Cheers!
EliminaM.O.N.A.R.C.H.: Magari Osare Nuovi Approcci Rischiando Clamorosi Handicap (con uno del calibro di Godzilla non sai mai bene come muoverti, e il rischio di partire svantaggiati è altissimo) ;-)
RispondiEliminaDel resto lui è il re dei mostri e, tenendo conto che un re è appunto un monarca, il gruppo che gli sta alle (enormi) costole non avrebbe potuto fregiarsi di un nome migliore! E migliore poteva essere questo Kaijū Eiga diretto da Gareth Edwards (che comunque porta a casa un risultato dignitoso, alla fine), se solo i personaggi umani non avessero dato così spesso l'impressione di essere lì solo per allungare il minutaggio in attesa dell'apparizione dei mostri (Cranston, poi, che figura barbina: a questo punto non sarebbe stato meglio arruolarlo nel M.O.N.A.R.C.H., invece di lasciarlo complottare a casaccio? Mah)... cosa che spero non si ripeta pure nel sequel che, rifacendomi al trailer, sembra perlomeno avere uno stile più "nipponico" rispetto a questo.
Nell'attesa, sospendo ogni tipo di giudizio, rimanendo zitto e MUTO ;-)
Hai dato un senso a M.O.N.A.R.C.H. fornendo anche un acronimo molto più sensato bravo ;-) Anche secondo me sarebbe stato meglio arruolarlo, oppure fare in modo che gli umani – fondamentali in un film su ‘Zilla – non sembrassero degli espedienti sforna-spiegoni, insomma più Gareth meno dialoghi! Confido nel prossimo, anche io spero sia più nipponico, anche se ‘Zilla è roba che dovrebbero gestire proprio i giapponesi e basta forse. Spero di essere smentito, così starò anche io MUTO ;-) Cheers
EliminaO mio Dio è Godzilla cit.
RispondiEliminaAhahah cos'era Evangelion giusto? ;-) Cheers
EliminaSe non mi sbaglio,si.
EliminaSe ricordiamo così in due, è molto probabile che lo sia ;-) Cheers
Elimina