Se mi leggete da un po’ dovreste aver capito che sono abbastanza
in fissa con due tipologie particolari di film: quelle con le coppie di Strambi Sbirri e quelli a tema vagamente sovietico,
potete capire quanto aspettavo questo nuovo capitolo della rubrica… King o the
hill!
Nel 1988 Walter Hill arrivava da quattro titoli uno più disastroso dell’altro in termini di popolarità e di incassi al botteghino, l’unico che aveva portato a casa qualche bigliettone era Chi più spende... più guadagna, giusto per darvi un’idea dell’aria che tirava per il nostro Gualtiero. Ma un altro vento soffiava forte in quel periodo, quello del cambiamento, così ho anche citato involontariamente un pezzo famoso degli Scorpions.
Fin dal suo titolo originale, “Red Heat”, il film riassume tutto: “Red” mette in chiaro la natura di uno dei due protagonisti, “Heat” è la parola che spopola nei polizieschi che siano diretti da Michael Mann, oppure varianti più goliardiche. Da noi diventa semplicemente “Danko” perché la formula di dare ad un film d’azione il nome del suo protagonista è ormai rodata e tornerà drammaticamente di moda anche nel corso di questa rubrica, ma in generale, tenetemi l’icona aperta sull’adattamento italiano del film, più avanti ci torniamo.
Le indicazioni date da Guatliero a Schwarzenegger erano quelle di ispirarsi al personaggio di Greta Garbo in “Ninotchka” (1939), il massimo che ha ottenuto sono stati tre mesi passati a studiare il russo da parte di Arnold che ha preferito dare ad Ivan Danko una massiccia fissità, anche davanti alle trovate più assurde del suo improvvisato compagno Art Ridzik (Jim Belushi) e alle stranezze della vita negli Stati Uniti.
Nel 1988 Walter Hill arrivava da quattro titoli uno più disastroso dell’altro in termini di popolarità e di incassi al botteghino, l’unico che aveva portato a casa qualche bigliettone era Chi più spende... più guadagna, giusto per darvi un’idea dell’aria che tirava per il nostro Gualtiero. Ma un altro vento soffiava forte in quel periodo, quello del cambiamento, così ho anche citato involontariamente un pezzo famoso degli Scorpions.
Le guerra fredda tra U.S.A. e URSS è stata combattuta, per nostra
fortuna, più nella finzione cinematografia che nella realtà, nel 1985 il nuovo segretario generale del Partito Comunista, Michail
Gorbačëv ha dato il via alla Perestrojka. Nel frattempo però, l’ultimo successo commerciale vero di Walter Hill era stato la pietra d’angolo
dei “buddy cop movie” ovvero 48 Ore che,
non a caso, diventa il modello da replicare anche per il suo nuovo lavoro. Non ci trovo nulla di male nel tornare ad una formula collaudata, ma se c’è qualcosa che questa rubrica dedicata
al nostro Gualtiero ci ha insegnato, è di sicuro la sua capacità di anticipare
i tempi mostrando a tutti gli altri la via da seguire.
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Come si dice i titoli di testa del film in russo? |
Se pensiamo alle grandi star d’azione degli anni ’80, chi
tra tutti era quello più propenso a giocare con la sua immagine e capire al
volo dove tirava il vento soltanto fiutando l’aria? Stallone? Che nel 1988
tornava sui suoi passi portando in scena Russi cattivissimi in “Rambo III”? No,
meglio rivolgersi a quello che ha investito i soldi vinti con i premi di Mr. Olympia
nel mattone, per essere sicuro di non trovarsi mai a dover far brutti film per
soldi (storia vera). Ed è così che uno dei registi più solidi della storia del
cinema come Walter Hill e la quercia austriaca Arnold Schwarzenegger hanno
finito per lavorare insieme.
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“Un giorno Arnold, un ragazzo a cui ho prodotto un film,
potrebbe chiederti di recitare una scena in cui ti togli la pelle del braccio. Ti faccio vedere come girarla”
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Gualtiero agguanta i soldi messi sul tavolo dalla Carolco e
insieme a Troy Kennedy-Martin ed Harry Kleiner scrive una sceneggiatura in cui
il modello di 48 Ore viene cucito addosso
ai muscoli di Arnoldone nostro, per molti una marchetta fatta per soldi, per me
e le mie strambe fissazioni cinematografiche, un monumento imparato a memoria
nei vari (tanti!) passaggi televisivi durante la mia infanzia,
Fin dal suo titolo originale, “Red Heat”, il film riassume tutto: “Red” mette in chiaro la natura di uno dei due protagonisti, “Heat” è la parola che spopola nei polizieschi che siano diretti da Michael Mann, oppure varianti più goliardiche. Da noi diventa semplicemente “Danko” perché la formula di dare ad un film d’azione il nome del suo protagonista è ormai rodata e tornerà drammaticamente di moda anche nel corso di questa rubrica, ma in generale, tenetemi l’icona aperta sull’adattamento italiano del film, più avanti ci torniamo.
Con “Danko” Walter Hill riesce a regalare ad Arnold
Schwarzenegger un altro ruolo monumentale, senza perdere un grammo del suo
stile, anzi rimanendo perfettamente riconoscibile, la variante è proprio la
nazionalità del capitano Ivan Danko, sovietico fino al midollo osseo, uno che
parla poco e quando lo fa ricorda spesso i suoi trascorsi nell’Armata Rossa,
uno il cui massimo trastullo nella vita, è dare da mangiare ai “parrocchetti”
sempre alla stessa ora.
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“Tieni giù le mani da miei parrocchetti” |
Nel 2019 può sembrare una banalità, ma nel 1988 non
esistevano film hollywoodiani con Russi buoni, persino Red Scorpion uscito un anno dopo, non aveva osato quanto “Red Heat”
e il rischio preso da Walter Hill è frutto degli “Huevos” che lo hanno sempre
caratterizzato, ma anche di motivazioni solidissime, perché secondo Hill, Arnold
Schwarzenegger è il tipo di personaggio che va oltre i confini, in ogni parte
del globo tutto il pubblico è pronto a vederlo trionfare, se c’è uno che può
rendere eroico agli occhi del pubblico americano, un Sovietico vestito con “una
divisa tipo postino della seconda guerra mondiale” citando una frase del film, quello
è proprio lui. Poi, con quel suo marcato accento austriaco, Arnold è molto più
credibile come Russo che come Americano, parliamoci chiaro.
Le indicazioni date da Guatliero a Schwarzenegger erano quelle di ispirarsi al personaggio di Greta Garbo in “Ninotchka” (1939), il massimo che ha ottenuto sono stati tre mesi passati a studiare il russo da parte di Arnold che ha preferito dare ad Ivan Danko una massiccia fissità, anche davanti alle trovate più assurde del suo improvvisato compagno Art Ridzik (Jim Belushi) e alle stranezze della vita negli Stati Uniti.
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“Questo si chiama Greta, e lo userò sulla tua faccia senza il minimo garbo” |
Schwarzenegger con la sua solidità da carro armato, opposta alla quotidianità della vita occidentale, genera una valanga di momenti comici uno migliore dell’altro. Ancora oggi davanti a certe notizie del telegiornale mi viene da citare Danko quando con pesantissimo accento russo diceva «Capitalismo» e se qualcuno in casa Cassidy parla di stress, la risposta che si becca è sempre la stessa: «Vodka» (storia vera).
Walter Hill chiede e ottiene di girare anche una scena - che originariamente avrebbe dovuto essere molto più lunga e significativa - nella Piazza Rossa diNichelino
Mosca che nel film si traduce nei tonanti titoli di testa del film, un'ostentazione di Russia comunista sulle note esaltanti di James Horner che hanno
il primato di essere i primi minuti girati da una troupe cinematografica americana
sul suolo sovietico, qui si fa la storia gente!
Walter Hill chiede e ottiene di girare anche una scena - che originariamente avrebbe dovuto essere molto più lunga e significativa - nella Piazza Rossa di
Con tanto di dedica a Bennie E. Dobbins, coordinatore degli stunt di tanti film di Hill e Schwarzenegger. |
L’inizio è micidiale e, secondo me, indicativo della volontà
del film di cambiare qualche abitudine rispetto al canone del “buddy cop movie”,
dico sempre che i primi cinque minuti di un film ne determinano tutto l’andamento,
quelli di “Danko” sono micidiali.
Molto prima delle promesse dell’Est di David Cronenberg, Walter Hill ci porta tutti in una sauna Russa
popolata in parti uguali da energumeni muscolosi mezzi nudi e donne prosperose
vestite uguali, quando entra in scena Schwarzenegger a culo nudo, l’impressione
è che si sia appena teletrasportato dal futuro e stia cercando qualcuno a cui
rubare i vestiti, come da sua vecchia abitudine. Invece, siccome l’acciaio si tempra con il caldo prima e con il
freddo dopo, si finisce subito tra le nevi russe a chiedere gentilmente ad
alcuni gentiluomini dove si trova Viktor "Rosta" Rostavili (Ed
O'Ross), qualche pugno in faccia di solito aiuta la memoria. Ormai erano un po’
di anni che non rivedevo il film, ma mi sono ritrovato a ripetere le frasi (in russo)
a memoria, ovviamente non capisco una parola, ma ho imparato il suono come se
fosse una canzone per quante volte ho visto questo film (storia vera).
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Ancora oggi quando vedo Ed O'Ross in un film, continuo a chiamarlo Viktor Rosta (storia vera). |
Viktor Rosta ha portato la piaga della droga in Unione
Sovietica, in uno scambio tra Danko e il suo collega poliziotto (ma forse
dovrei dire “Compagno” trattandosi di russi) è chiaro che le cose stanno
cambiando anche dall’altra parte del muro di Berlino, ma Hill non ci lascia
tanto tempo per la sociologia perché Rosta uccide il “Tovarish” di Danko e
fugge negli Stati Uniti, in una scena diretta, come al solito, alla grande da
Hill che prevede sparatorie sui tetti, lungo le scalinate, una Derringer nascosta
nella manica del cappotto, ma soprattutto la leggendaria scena della gamba di
legno finta, quella che ogni volta si finisce per guardare ripetendo tutti in
coro una delle tante battute simbolo del film: «Cocainum».
L’arrivo in America del capitano Ivan Danko è sottolineato
da Walter Hill con un cambio della fotografia – curata da Matthew F. Leonetti, al secondo, ma non ultimo film con Gualtiero
– e l’entrata in scena del detective Art Ridzik, un Jim Belushi che fino a quel
momento era noto per due cose: un mio piccolo cult come “The Principal” (lo abbiamo
visto in 27 se non lo conoscete tranquilli) e l’essere il fratello minore di
tipo, uno dei più grandi comici della storia. Gli va di sfiga che qui, malgrado
un numero esagerato di battute e battutacce anche piuttosto spassose, al nostro Jim tocca davvero fare da spalla ad Arnold che comunque fa ridere, senza mai
cambiare espressione. Non è un caso se dopo questo film sia passato poi alla commedia pura con "I gemelli" (1988).
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Brion James, una faccia nota del cinema di Hill, fa la conoscenza di “Miranda”. |
L’idea di affiancare un duro e un comico è la stessa di 48 Ore, ma il film è più sbilanciato verso Schwarzenegger (come il titolo italiano
conferma), anche se devo dire che Jim Belushi riesce a tirare fuori un americano
rozzo, ma verace che porta a casa il risultato, la trama gli chiede di essere
sempre fuori luogo ed esagerato ad ogni sua uscita («Cosa ha fatto? Ha pisciato
sul muro del Cremlino?»), il che crea anche scambia divertenti, tipo la
diatriba sui “parrocchetti”, oppure la battuta sul tè bevuto in stile “Dottor
Zivago”.
Jim Belushi mantiene alta la “quota parolacce” nei film di
Walter Hill, per il resto svolge diligentemente il compito di spalla, anche
quando deve dileguarsi per lasciare il campo allo scontro finale tra Danko e
Rosta («Ci rinuncio, questa cosa è troppo Russa»), ma, come detto, tra
discussioni su “Miranda” e sui politici («Sparate prima a loro») quello che
brilla di più delle coppia è Arnoldone, tranquilli per il nostro Jim è una costante, sarà per
questo che è finito prima a fare da spalla ad un cane in “Un poliziotto a 4
zampe” (1989) e poi a citare “Danko” in una puntata di “La vita secondo Jim”.
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“Guarda che quello era una gran bravo cane, gli volevo molto bene!” |
Walter Hill forma un’altra coppia di sbirri opposti nei
metodi e in questo caso nella nazionalità, ricreando una dicotomia tipica del
suo cinema, al resto ci pensano le facce che popolano il film, tipo Brion James
che qui si becca la prova che «Metodo Sovietico è più economico», un Laurence
Fishburne ancora magro ed occhialuto che sembra l’esatto opposto di Ridzik,
oppure il capo della polizia americana, interpretato con fare bonario da Peter
Boyle, proprio a mettere in chiaro che il modello sarà anche quello di “48 Ore”,
ma la volontà è quella di smontare qualche cliché, infatti siamo passati dal
capo che urla, al capo in cerca di un metodo per combattere lo stress.
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"Vodka? Si – può – fare!" (quasi-cit.) |
Menzione speciale per la bella Gina Gershon, prima di
iniziare a fare abuso di chirurgia, talmente bella da rendere Viktor Rosta un
caso più unico che raro nella storia, l’unico Russo che prende una moglie
americana per il visto e non viceversa. Mi sono sempre chiesto se l’abbia trovata
su un sito tipo “Trova mogli americane”.
Vi ero debitore di un’icona lasciata aperta sul doppiaggio
italiano del film, la chiudiamo subito perché non solo il titolo italiano sottolinea come il film sia più orientato verso il suo protagonista Sovietico, ma adatta secondo me bene alcuni scambi di battute. Quando Danko si cambia dopo la notevole sparatoria
in ospedale - girata come al solito alla grande da Walter Hill - indossa un
completo bluastro, Ridzik inizia a sfotterlo chiamandolo “tappo” per il modo in
cui il vestito gli sta, una trovata comica azzeccata anche considerando che Schwarzenegger
per dimensioni, sembra il sarcofago di Belushi, ma che risolve molto bene una
battuta che in originale per noi Italiani sarebbe intraducibile. Infatti qui da
noi non esiste un corrispettivo adatto per “Gumby” il pupazzetto in plastilina,
più o meno del colore del vestito di Danko, animato a passo uno in un popolare
programma per bambini americani, forse “Puffo” sarebbe stato meglio, ma anche “Tappo”
è un discreto compromesso.
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“Ora comincio a capire la leggenda urbana sui Puffi comunisti”. |
L’apoteosi, però, si raggiunge nella scena in cui Danko si
presenta in albergo, beccandosi un «Nato stanco» come ironica risposta, una
trovata talmente spassosa che eclissa l’originale («you are welcome») e diventa
la battuta simbolo del film, proprio per questo ho voluto omaggiarla nel titolo
del post.
Ma se l’umorismo in “Danko” funziona alla grande, l’azione è
ancora migliore, il rapporto tra i due opposti protagonisti si cementa con il
passare dei minuti, Walter Hill in una delle sue poche interviste ha dichiarato
che tra quei due c’è del “Bromance” quello ben fatto e non macchiato da ambiguità
ed in effetti è abbastanza chiaro, non fanno altro che confrontarsi su quale
sia la pistola più potente se – l’inesistente - Podbyrin 9.2 mm sovietica,
oppure la 44 magnum dell’Ispettore Callaghan.
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«Chi è ispettore Callaghan?» (dite grazie ad Arnold per aver
recitato la battuta per la didascalia!)
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Ma se ci fate caso, in tutte le scene d’azione più riuscite
del film, è quasi sempre solo Danko ad essere protagonista, la scena della
sparatoria nell’Hotel, sembra una versione estesa e molto più articolata di
quella – già bellissima – di 48 Ore, con Hill che cura il montaggio alla
perfezione, tanto che sembra che Rosta e i suoi stiano per entrare nella stanza
di Danko, quando invece è tutta un’altra camera e anche il timer del suo
orologio diventa un elemento chiave per una scena tiratissima, un’altra prova
del talento di regista di Walter Hill se ne avessimo ancora bisogno.
Ma il massimo per me è lo scontro finale, l’inseguimento in
auto tra il protagonista e il cattivo è un vero classico del genere, quando si
parla di dirigere inseguimenti, poi, Walter Hill è un vero maestro, ma secondo lui un’automobile era troppo poco per
uno con le dimensioni fisiche di Schwarzenegger e deve aver intravisto l’occasione
per dare sfogo ad un’altra sua grande passione, quella per gli autobus!
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Se mai Walter Hill rilascerà un’intervista, qualcuno gli chieda degli autobus! |
Sì, perché nei film di Walter Hill gli autobus sono ovunque,
in 48 Ore James Remar ne usava uno per scappare e come vedremo a breve in
questa rubrica, anche nel seguito di “48 Hrs.” Un bus è protagonista di una
scena incredibile. In Ricercati: ufficialmente morti i protagonisti si spostavano su un autobus e a ben
pensarci anche in Strade di fuoco, ma
è in “Danko” che questa stramba fissazione di Walter Hill trova il suo più
scoppiettante sfogo.
Siccome io mi muovo sempre in bus, quando ne vedo uno che
sorpassa un altro a tutta forza, mi viene sempre in mente la frase «Non si
gioca con gli autobus!» («questo non è un gioco!»), perché di fatto qui Hill
dirige un duello finale in stile western tra il buono e il cattivo, armati di autobus anzichè di revolver a sei colpi, è curioso notare che Walter Hill usando lo
stesso protagonista, ha anticipato la mossa di “Chi si butta per primo come Jack
Slater” prima di Last Action Hero. Di
fatto la scena finale di Driver - L’imprendibile,
però in grande, adattata alle dimensioni fisiche di Arnold e al cinema muscolare
degli anni ’80, il tutto girato rigorosamente dal vivo come si faceva una
volta, dimenticatevi gli effetti digitali, qui autobus e treni tirano dei
ciocchi fortissimi per davvero. Ah, il vecchio cinema di una volta, quanto mi
manca! Se ne avessi la possibilità mi piacerebbe chiedere a Walter Hill da dove
nasce questa sua fascinazione per gli autobus, secondo me anche lui ha passato
parecchie ore della sua vita in attesa ad una fermata, poi chiedetevi perché è
uno dei miei preferiti!
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Dove si firma per avere loro due come autisti? I miei spostamento sarebbero sicuramente più rapidi. |
Non riesco a non vedere una natura molto proletaria, non vorrei
dire quasi socialista, però quasi, in questo film. I due protagonisti sono due
che fanno rispettare la legge, lo fanno con approcci opposti, ma con la stessa
passione, non sono certo due che fanno le regole, ma sono in prima fila per
cercare di farle rispettare, Walter Hill patteggia chiaramente per loro e nel
finale li fa fraternizzare discutendo di una cosa che a lui sta molto a cuore,
ovvero il Baseball. Cosa c’è di più proletario di due colleghi che discutono di
sport al bar? Ma le ultime parole di Danko («noi siamo poliziotti non politici.
Per questo andiamo d'accordo») sono la conclusione perfetta di un film che esce nelle sale americane nel giugno del 1988, sei mesi dopo la firma del trattato INF per il disarmo nucleare.
La scientifica oculatezza di Arnold Schwarzenegger, mista
alla capacità di guardare lontano di Walter Hill risulta imbattibile, a trent’anni
di distanza, anche se perfettamente calato nel suo tempo “Danko” è ancora un
film eccezionale, uno dei tanti titoli di culto della carriera di Gualtiero
Collina.
Si perché il 9 novembre del 1989 il muro di Berlino sarà anche
crollato, ma la prima picconata al cinema, l’ha data Walter Hill e dopo questa vi do direttamente
appuntamento alla prossima settimana che voi siate belli o brutti siete tutti
invitati, dasvidania tovarish, non dimenticatevi la locandina d'epoca di IPMP!
Evit: Miranda anche in questo blog?
RispondiEliminaCassidy: Sì, Miranda anche in questo blog!
Presto o tardi ci dovevi pur arrivare a Danko, nato stanco. È umanamente possibile dire "Danko" senza che segua, come automatismo, un "nato stanco"? Secondo me no. Lo sforzo di fermarsi a dire solo "Danko" è disumano. Anche per me questo film è fonte di citazioni che trovano spazio nella vita quotidiana e se lo becco in TV mi tocca rivederlo ogni volta, è la maledizione di Hill che me lo fa fare. Anche Caccia a Ottobre Rosso ha un destino simile.
Trovo che il finale nella stazione degli autobus non sia all'altezza di tutto il resto, il film si ammmoscia un po' negli ultimi minuti, ma che sono 5 minuti meno graditi rispetto a TUTTO IL RESTO DEL FILM che è puro intrattenimento dalla prima inquadratura, con una comicità perfettamente dosata e perfettamente resa in italiano. Tra i miei preferiti di Schwarzy, il suo ruolo più plausibile dopo Conan.
No, te lo dico subito non è possibile. Non si può proprio fare, è peggio, molto peggio di Roger Rabbit con “ammazza la vecchia” non si può resistere. Verissimo ho beccato la scena della sparatoria in albergo in tv qualche settimana fa, prima di ripassare il film per questa rubrica e niente, bocca aperta e sguardo ipnotizzato, proprio come “Caccia a Ottobre Rosso”, per me sono tutti film dello stesso filone.
EliminaIl finale è quello di “Driver l’imprendibile” ma anche quello di “48 Ore” solo fatto in proporzione alle dimensioni del protagonista, anzi a ben guardare l’ultimo colpo di pistola è proprio una fotocopia del finale di “48 Ore”, mi sta benissimo lo stesso proprio perché il film è un cult assoluto, l’ennesimo di una filmografia da togliersi il cappello. Cheers!
A noi due il giudice ci stanerebbe subito con un secco "Danko!". Oppure facendo suonare quell'inno orchestrato di Caccia a Ottobre Rosso, siamo prede troppo facili.
EliminaNon mi fraintendere, il finale è comunque un signor finale, forse lo percepisco come il punto più basso del film perché inconsciamente so che sta per finire.
Tanti anni e ancora mi manca di vedere 48 ore. Lo so, è 'na vergogna.
Come sparare ai pesci in un barile, faremmo la fine della “scarpette”, dritti nella salamoia ;-)
EliminaNo ho capito bene, in effetti è uno di quei film che ti dispiace che finisca. “48 Ore” è da vedere, ha inventato tutto (anche “Danko”) ed è ancora maledettamente figo. Cheers!
Visto che ho Evit e Cassidy a portata di mano, ecco il finto titolo italiano di questo film passato in TV ^_^
EliminaNiente male per un titolo televisivo
EliminaNo ma questa è una chicca! Cavolo si sono impegnati davvero, le parentesi, anche l'effetto finto cirillico dell'originale, veramente notevole ;-) Cheers!
EliminaConcordo, per gli orrori che si vedono di solito, qui si vede che è stato affidato ad uno stagista sottopagata che per lo meno, come noi, ama questo film ;-) Cheers
Elimina"Le indicazioni date da Guatliero a Schwarzenegger erano quelle di ispirarsi al personaggio di Greta Garbo in “Ninotchka” (1939)" Super chicchetta per sopravvivere alla grande al pre-week end lavorativo!
RispondiEliminaSono qui con la mia Bara anche per questo… Bro-fist e buon lavoro! ;-) Cheers
EliminaThe principal-una classe violenta: presente! Quando mia mogli mi narrava del suo preside ator bellamonaca, che, dopo aver trovato il cancello incatenato per scherzo, dagli studenti, ed aver sgombrato da solo l'istituto da un'occupazione, le ho detto "grande, meglio di Jim Belushi". Quello, e Danko, sono sicuramente i suoi migliori film. Adesso è in Oregon, ho visto un video qualche giorno fa, coltiva legalmente marijuana per uso ricreativo, ed ha uno sguardo felice. E chi non lo sarebbe?
RispondiEliminaEccolo! Se io sono il numero 27 e tu il 26, oggi vediamo se riusciamo a trovare gli altri 25 ;-) Gran bel preside aveva la tua signora, anche io penso fosse uno dei suoi film migliori, per altro – tempo permettendo – avevo in mente una mezza cosa che prevedeva anche “The principal - una classe violenta”, solo che ho più idee per questo blog che vero tempo per inseguirle tutte. Vero, e nel mezzo è anche riuscito a comparire in “Twin Peaks 3”, un giorno farà un “buddy movie erbivoro” con Woody Harrelson, un altro con la stessa tipologia di passione, altro che, verrebbe fuori una roba tipo Seth Rogen e James Franco in “Pineapple express” ;-) Cheers
EliminaInserirei anche "La tenera canaglia". XD Scherzi a parte, anche "Strade violente".
EliminaCerto non raggiunge i livelli di "La tenera canaglia" ma "Strade violente" resta un gran film. Cheers!
EliminaCarabara, " la leggenda urbana sui Puffi comunisti " non è una leggenda e Peyo - che era un militante - sollevò pure qualche perplessità nella critica perché se i Puffi sono una metafora del comunismo reale, allora il fatto che ci sia solo una puffetta automaticamente fa della Femmina della Specie, come direbbe Garth Ennis, una femmina condivisa. Anche le Giussani sisters hanno avuto il loro intenso Momento Puffo e Diabolik è arrivato nella Cina del diabolikoverso spiegando a Eva che lì non avrbbe avuto senso il suo agire " perchè sono tutti uguali ". Prima della Caduta del Muro, Beppe Grillo raccontò a Fantastico di quando Martelli, mentre scendeva dall'aereo che aveva portato un ettaro di socialisti italiani in Cina, chiese a Craxi, considerato che era la terra di duecento milioni di socialisti, a chi rubassero. Grillo citava Dk ? Pippo Baudo perse un ettaro di capelli sintetici quella sera e prese le distanze in una telefonata in cui il Molleggiato, invitato a partecipare alla puntata successiva, ventilava il rischio gli scappasse una battuta come quella di Grillo. Sono passati solo sei lustri, ma era davvero un altro mondo.
RispondiEliminaImmagino tu lo sappia già, ma Walt aveva altre idee e Danko avrebbe dovuto chiamarsi La Vita Secondo Puffetta. Di seguito una sintesi: Gina Gershon dopo il crepuscolo indossa una calzamaglia aderentissima e blu e spazzola vodka e valuta e gioielli e tutto quanto riesce a trovare nelle residenze di boiardi di stato di un non meglio precisato satellite di Mosca che assomiglia a Latveria se fosse la location de Il Prigioniero. Per errore incappa in Pete Boyle che finge di essere il solito americano dai traffici loschi, ma è un integerrimo Terminator cronoviaggiatore di ritorno dalla Cimmeria dove un negromante ne ha fatto una combo di taxista saggio e Doctor Who. Gina si innnamora, ma Pete è una macchina programmata anche per terminarla perché una oscura profezia atlantidea ne fa la regina di arene alla Mad Max III in cui peones sanculotti si scontrano a bordo di bus corazzati. I produttori lessero il soggetto e perserò un ettaro di capelli sintetici e un lustro a testa di vita e poi dissero a Walt che era il caso pensasse a qualcosa di completamente diverso ( cit. ). Pazienza. Ciao ciao
Ma infatti io ho sempre preferito i Puffi agli Snorky, infatti avete corso il rischio di vedermi esibire in un pericolosissimo parallelismo su Arnold grande puffo e Belushi Snorky che non avrei saputo come gestire. I misteri su puffetta e le domande irrisolte sui Puffi sono degni di Giacobbo, oppure dei dialoghi di “Donnie Darko”. Un altro mondo davvero, considerando dove si trova ora Grillo e che Pippo Baudo tiene ancora botta!
EliminaAmmetto di essermi un attimo distratto sulla Gina Gershon di questo film e la sua tuta aderentissima, ma Pete Boyle se fosse ancora tra noi, e gli Inglesi concedessero il loro personaggio più famoso (insieme a Bond, James Bond) ad un attore americano, sarebbe una delle mie scelte del cuore per il Dottore, dopo Campbell, Bruce Campbell. Tra Ennis, il prigioniero e i Monty Python questo è uno dei “What If” che avrei voluto vedere di più ;-) Cheers!
È da quando hai iniziato la rubrica su Hill che aspetto questo post.
RispondiEliminaCome te adoro questo film, l'unica cosa su cui non sono d'accordo (ed è solo uno scambio di opinione, non una polemica) è Jim Belushi. Voglio dire, riesci ad immaginare questo film senza di lui? Secondo me é stato grandissimo, e poi "tutti i giorni c'é qualcuno che mi dice di andare a leccare il culo a mia madre".
Una curiosità:
La scena nella sauna ad inizio film è stata girata alle terme rudas a Budapest.
Quest'anno sono andato in vacanza a Budapest e siccome era consigliato farsi un giorno in uno delle tante terme della città, indovina quali ho scelto...
Diciamo che il fatto che nelle rudas ci avessero girato Danko ha inciso appena un po' sulla scelta.
Ho fatto la sauna dove l'ha fatta Schwarzenegger, ho pure scattato delle foto della strada dove fanno la scazzottata a culo nudo ad inizio film.
Però sono rimasto deluso da una cosa: quando ho pagato l'ingresso mi hanno dato un pass invece di una pietra rovente da tenere in mano
Ho iniziato la rubrica su Hill anche perché volevo scrivere di questo film, quindi tutto torna ;-)
EliminaNo ma che polemica figurati, intendo dire che no, questo è un “Buddy cop movie” al 100% e personalmente Jim Belushi qui lo trovo molto azzeccato e mi fa anche ridere con le sue uscite rozze è il perfetto contro altare di Arnold, volevo solo dire che il film è molto Schwarzenegger-centrico, ed è una cosa che si nota molto secondo me. Io non ci sono andato l’anno scorso, ma quali terme credi che abbia voluto andare a vedere? Bro-fist! ;-) Cheers
Bro-fist!
Eliminahttps://i.gifer.com/8WGE.gif
Elimina;-) Cheers!
Grande film, molto divertente. Il dialogo su quello che bisognerebbe fare agli spacciatori e ai politici mi fa capottare ogni volta :D
RispondiEliminaQuesto film è strapieno di frasi e dialoghi che sono diventati parte della mia parlata quotidiana, quello è uno di quelli che torna sempre a grattare la porta quando guardo il telegiornale ;-) Cheers
Eliminaottima recensione. bravo ragazzo-
RispondiEliminapurtroppo film così non n efanno più.
non conosco questa mosca am se hai bisogno di qualsiasi dico qualsiasi cosa vieni i n piazzqa rossa e te la procuro.
geppo
Grazie capo, questo è il genere di gancio che mi piace avere, buon week-end! ;-) Cheers
Eliminaconcordo con il mio vicino di casa : non li fanno più i film action come negli anni 80.
RispondiEliminaa proposito : nel 1989 esce il film action con il più grande cast di tutti tempi : iack palance , brion james qul buon anima con al faccia gigantesca e altri due attori di cui ora mi sfuggono i nomi.............
l'avesse girato walter hill tango e cash ora parleremmo di capolavoro.
io comunque a tango e cah gli do un 8 peino.
quando pusoi recensiscilo-
grazie
rdm
Ho una lista di film di cui voglio scrivere nel corso del 2019, quello é sottolineato (storia vera). Cheers!
EliminaBJ sto scoprendo qui che sta in un bordello di film. XD
EliminaAnche lui un altro ricordato solo per "Blade Runner", caratterista pazzesco come non ne fanno più. Cheers!
EliminaIo the principal l ho visto
RispondiEliminaEccolo il numero 25! ;-) Cheers
EliminaA mani basse il film più replicato di Walter Hill. Bilancia i pochi passaggi televisivi degli altri. XD
RispondiEliminaL' inizio è fenomenale, ma anche l' arrivo in America. Nella parte centrale invece secondo me il film fa un pò il girotondo per poi riprendersi alla fine.
La coppia protagonista è davvero simpatica ed ancora oggi gli scambi di battute fanno centro.
Incredibile come nonostante la situazione politica internazionale sia quello che sia il cinema hollywoodiano quasi non riesca a farla sua. Al massimo abbiamo avuto un rozzo simil Cannon come "Attacco al potere" ed il remake di "Alba rossa". Cambiati i tempi? Cambiato il pubblico? Boh!
Schwarzy era uno che sapeva accettare le sfide e non fossilizzarsi sul solito ruolo. Ma all' epoca era per più di un critico sinonimo di grezzagine e non recitazione. XD
Questo si davvero replicatissimo ancora oggi, anche più di "48 ore". Non mi parlare del remake di Alba Rossa penso sia uno dei film più idioti che abbia mai visto. Non ci sono più i generi, e il gusto per qualcosa che non sia sicuro. Sai che figo un poliziesco con uno sbirro yankee ed uno mussulmano? Ma niente, si va avanti così (cit.). Cheers!
EliminaLo vidi la prima volta in prima TV su Canale 5, era il dicembre del '90. Mi piacque molto... per l'azione, l'umorismo ma anche per la caratterizzazione di Danko: sarà stato il mio stato d'animo di allora, ma ci vedevo qualcosa di incredibilmente malinconico, come un dramma personale nel suo vissuto passato che andava oltre l'autorevole atteggiamento militaristico.
RispondiEliminaRiguardo la battuta "nato stanco" ricordo perfettamente che nel trailer cinematografico al nome Danko il barista rispondeva "non c'é di che!", giocando con l'assonanza Danko/Danke.
Che poi é la traduzione corretta del dialogo originale, puntando proprio a quel gioco di parole. "Nato stanco" deve essere nato dopo, e per fortuna aggiungo io. Difficile notarla, ma Danko é l'ultimo puro che arriva da un mondo che stava per tramontare, aggrappato alla sua formazione (le continue citazioni all'armata rossa, il famoso "capitalismo") non è un'analisi così campata in aria secondo me ;-) Cheers!
EliminaIn effetti "you are welcome" significa "prego"! Piccolo lapsus da parte mia!
EliminaFigurati, più che legittimo, in ogni caso "Nato stanco" dovrebbe essere la risposta a quasi tutte le domande (dopo "42"). Cheers!
EliminaPeccato che Walter Hill non ci sia più, gli ultimi due film sono risultati infatti mediocri, per non dire peggio...fortunatamente ci sono gli altri suoi come questo ;)
RispondiEliminaUno lo hanno tirato dentro a cose (quasi) fatte l'altro mostrava un po' di ruggine. Il vero peccato è che talenti così restino in panchina. Cheers!
EliminaPer motivi misteriosi ho scoperto di non aver commentato, ieri, quindi provvedo subito: recensione definitiva!
RispondiEliminaSe non ricordo male all'epoca della sua uscita più che citare Walter Hill o lo sconosciuto (da noi) Belushi-brother si puntava tutto su Schwarzy: era lui l'eroe d'azione e questo era un suo film. Avremmo avuto tempo per capire meglio come nasceva invece la storia.
Di nuovo, post definitivo! ^_^
Mi sembrava un po' strano non averti visto ma sei sempre il benvenuto, grazie mille di cuore, anche perché è un film a cui voglio molto bene, ci tenevo a scrivere qualcosa di decente ;-) Sul serio, la versione italiana mette in chiaro che questo è un film di Arnold , invece oltre ad essere uno dei più famosi di Walter Hill è anche un pezzo di storia a suo modo. Cheers!
EliminaSchwarzy is cool.
RispondiElimina"Arnold is numero uno" ;-) Cheers
Eliminahttp://gph.is/VwzU6x
Schwarzy SuperPower yeah.
RispondiEliminahttps://media.giphy.com/media/3ov9jLsBqPh6rjuHuM/giphy.gif
Elimina;-) Cheers!
Miranda anche lì? 😀
RispondiEliminaAnche questo, classicone inevitabile...VHS divorata!
Viktor Rostavili - Ed O'Ross non era anche su "L'alieno" ? Film cultissimo che avrò visto e rivisto migliaia di volte!!
удачи, до свидания!
Certo, infatti nel post di "The Hidden - L'alieno" secondo te come lo chiamo se non Viktor Rosta? ;-) Cheers
EliminaHai fatto il posto anche su L'alieno?? Grande, per tanto tempo pensavo l' avessi visto solo io e il regista!🤭
EliminaE in ogni caso si: Ed O'Ross sarà per sempre Viktor Rosta!
Chicago...gangsters...😄
*post non posto
EliminaAh! E Laurence Fishburne che parla con la voce dei documentari di Quark (e di Ridge Forrester)? 😀 Mitico Claudio Capone 😄
EliminaSi trovi anche quello, sotto il titolo originale "The Hidden", il titolo italiano rivela troppo. SI vero fa stranissimo sentirlo con quella voce, e vederlo magro ;-) Cheers
EliminaAndrò a leggerlo presto!
EliminaNaturalmente che te lo dico a fare: sto rivedendo Danko proprio ora!
Sssciocco....quanto sei sssciocco (Dave!)
"Capitalismo" ;-) Cheers
EliminaOre 13... Ora di nutrire parrocchetto!
EliminaTu mette parrocchetti in tuo culo! ;-) Cheers
EliminaDanko è sbarcato alla fabbrica xD
RispondiEliminaVisto alla seconda volta l'ho finalmente recensito e mi è piaciuto come quando l'ho visto x la prima volta xD
Passerà a leggerti ma come sai lo faccio sempre anche quando non commento, ma in questo periodo sei su Walter Hill quindi mi vedrai annoiarti nella sezione commenti più spesso del solito ;-) Cheers
EliminaLa mia compagna ed io, belli ciucchi in san Salvario dopo una dura giornata di lavoro, fra un Imperial Stout e un'Ipa acida parliamo dell'essere tamarri.
RispondiEliminaLe cito ventordici poesie di Sly, Demolition Man praticamente a memoria.
Poi arriva alla mia memoria un hotel da 2 dollari, una tv a monete, gli anni '80 ed Arnold che schifa il "capitalizmo".
Non rimaneva che comprare il blu ray su Amazon, temere di aver fatto una sciocchezza da ubriachi, e rigustare un grandissimo film!
Che figo Belushi, poi!
Grande recensione, come sempre, grazie Cassidy!!
- Andrea
Cosa usate voi a Torino per lo stress? Birra. Grazie a te ;-) Cheers
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