mercoledì 10 aprile 2019

Triple Threat (2019): una partita a guardie e ladri (pagata da soldi cinesi)

Normalmente un film di arti marziali viene costruito attorno al talento della star principale, ma se un film promette di mettere insieme non uno, ma cinque grossi nomi delle arti marziali, lascio fare a voi i conti del potenziale divertimento e delle relative aspettative.

Fin dal suo annuncio “Triple Threat” è stato festeggiato come un “The Expendables” con nomi di tutto rispetto, d’altra parte non può essere altrimenti se metti tutti insieme: Tony Jaa, Iko Uwais, Tiger Chen, Scott Adkins e Michael Jai White, come portate principali, a cui vanno a aggiunti contorni come l’ex campione di MMA Michael Bisping e Jeeja Yanin. Può bastare che dite?

Ma più che “I Mercenari”, questo “Triple Threat” somiglia più alla più grossa partita di guardie e ladri mai organizzata tra adulti consenzienti, e dotati di un discreto talento nel distribuire pugni, calci e gomitate, nel caso di Tony Jaa.

Tony Jaa, un attimo prima di trasformarsi nello chef Tony (più avanti capirete il perché)
Il compito di dirigere tutte questa partita delle stelle tocca a Jesse V. Johnson, ormai il regista di fiducia di Scott Adkins, quindi parliamo subito dell’elefante al centro della stanza, non stiamo parlando di Gareth Evans come talento visivo, quindi se l’unico film di arti marziali che avete visto in vita vostra è “The Raid” (2011) dovrete abbassare un pochino le vostre aspettative. In 90 minuti “Triple Threat” ha un certo quantitativo di trama, abbastanza pretestuosa per mettere tutti questi talenti insieme oppure uno contro l’altro, ma non aspettatevi certo l’apice di ermetismo raggiunto nel 2011 con: Iko Uwais entra in un palazzo e mena tutti, ecco.

L’inizio sembra voler strizzare l’occhio a Predator, visto che una squadra di soldati si addentra in un campo di prigionia thailandese per liberare uno dei loro compagni, Collins, interpretato da Scott Adkins che non interpretava un ruolo da cattivo da “Wolf Warrior” (2015). Liberato dalla sua prigione Scott non è per nulla deperito e malnutrito, certo è sporco e con i capelli come Shaggy ma a parte questo sta una crema. Problema: per liberare Collins la squadra fa una strage uccidendo anche la moglie di Iko Uwais, in questi casi si dice “madornale errore” (cit.).

#TeamCattivi composta da qualche faccia abbastanza nota.
La divisione ecumenica tra guardie e ladri, vede #TeamBuoni popolarsi con tutti gli orientali, mentre tra le fila di #TeamCattivi ci sono tutti i “diavoli bianchi” occidentali… Michael Jai White lo considero tale in virtù del cognome, sperando che non si offenda e venga a fare nero me.

Si perché Iko Uwais segue Tony Jaa e Tiger Chen che nel tempo libero combattono come pit fighters, così per arrotondare lo stipendio da mercenari, e giù qui abbiamo la prima occasione di vedere un po’ di sconri diretti, che poi sono il principale motivo di interesse di “Triple Threat”. Si perché Man of Tai Chi, era uno dei primi film a giocarsi Iko Uwais e Tiger Chen nella stessa pellicola, purtroppo senza farli mai combattere tra di loro, quindi a rimediare ci pensa proprio “Triple Threat”.

Il secondo round di “Man of Tai Chi”, anzi il primo!
Alla fine il vero “Triple Threat” del titolo, sono proprio i tre artisti marziali orientali, un indonesiano, un thailandese e un cinese, come non si trovavano tutti insieme dall’ultima volta che avete consultato il menù del ristorante “all you can eat” vicino a casa vostra. Questi tre appianano subito le divergenze facendosi più di un goccetto (giuro!) ma soprattutto comunicano con un Inglese uno più stentato dell'altro, che li rende subito tenerissimi, cioè per quanto possano esserle tre tipi che potrebbero spaccarmi di pugni e calci se scoprissero che li ho definiti “tenerissimi”.

L’occasione per vedere questa “Triplice offesa” in azione arriva da Tian Xiao Xian (Celina Jade) la ricca figlia di un politico locale, che spende tempo e tanto denaro a rendere il mondo un posto migliore, d’altra parte la produzione del film è cinese, quindi come sempre in questi casi, tocca pagare dazio e sopportare personaggi cinesi buoni buonissimi che in confronto Babbo Natale sembra Hannibal Lecter.

Con una strizzata d’occhio a Distretto 13, la ragazza si rifugia in una stazione di polizia, la stessa dove sono finiti Tony Jaa e Tiger Chen, mentre Iko Uwais impegnato a fare il “triplo gioco” collabora con i cattivi, ma sta di fatto che è proprio nel distretto che arriva l’altra dose d’azione per il film, anche se si sviluppa quasi tutta a pistolettate e sangue in CGI... Ma perché porco mondo! Hai tutti questi fenomeni delle arti marziali e gli chiedi si fare finta di spararsi tra di loro? Ribadisco, una grossa partita a guardie e ladri giocata da bambini grandi.

Quando non si sparano, si sparano le pose.
Jesse V. Johnson concede il giusto spazio a tutti, e quando ha l’occasione si gioca qualche momento grondante sangue (in CGI come detto), almeno un omicidio sparge parecchia emoglobina sulle pareti della stazione di polizia, non potete certo non notarla la scena. Intanto la storia si srotola attorno al triplo gioco di Iko Uwais, che è un po’ il motivo per cui tutti i protagonisti di questo film continuano ad inseguirsi, allearsi, guardarsi in cagnesco, solo per poi arrivare a fare quello che sanno fare meglio: menare le mani. Finalmente era ora!

La trama chiede a tutti di esibirsi in molte delle specialità del cinema d’azione, si spara, ci si mena, ma quello che pare più ansioso di tutti di sfoggiare il proprio talento è Scott Adkins, probabilmente per il fatto che Jesse V. Johnson ormai è il suo galoppino regista di fiducia, qui lo vediamo anche cercare di fermare un auto in corsa, lanciandosi sul parabrezza, solo per poi sfondarlo a pugni. In pratica come se fosse un moscerino di 90 chili, un moscerino molto incazzato.

Voglio vedervi poi a compilare il CID: Collisione con Inglese volante di 90 kg.
Prima di arrivare al gran finale però tocca pupparsi anche qualche scena di raccordo che serve a sottolineare quando siano un gruppo di simpatici amici quelli di #TeamBuoni. Avete mai sognato di vedere Tony Jaa cucinare come se fosse lo chef Tony? Ecco “Triple Threat” vi offrirà anche questo, se invece preferite le scena “di menare”, nel finale ci sono tutte le combinazioni di duello che volete.

Michael Jai White che è tipo cinque volte più grosso e cattivo di tutto il resto del cast messo insieme, si ritaglia il ruolo di Devereaux (nome che é una strizzatona d'occhio a Universal Soldier apertamente sbandierata), il classico braccio destro del cattivone, che ovviamente è Scott Adkins, perché ha portato il pallone regista da casa, quindi si gioca con le sue regole. Bisogna dire che l’ex Spawn è sempre quello più in forma di tutti, e anche il più credibile nel ruolo di cattivo, per via di una naturale cazzimma, che non manca mai ai suoi personaggi, ho visto il film a brevissima distanza dal non-uso di MJW fatto in Dragged across concrete, qui ho ritrovato il vecchio Black Dynamite in un ruolo per lui più canonico.

Come detto il finale di "Triple Threat" ci regala tutte le combinazioni che abbiamo sempre desiderato, non si vedevano così tanti “versus” nemmeno durante una partita a “Street Fighters”: Iko Uwais vs Michael Jai White, Tiger Chen vs Michael Bisping e per finire Tony Jaa vs Scott Adkins.

Silenzio, parlano le mazzate!
Inutile girarci troppo attorno, “Triple Threat” non inventa nulla, non ridefinisce i canoni del cinema di arti marziali, come forse in tanti speravano avrebbe fatto, ma resta l’occasione migliore per godersi alcuni dei maggiori talenti del cinema di arti marziali contemporaneo, tutti insieme, in buonissima forma a menarsi come fabbri, certo se fosse stato un bel film sarebbe stato meglio, ma questo passa la mensa oggi. Se poi volete, potete gustate Tony Jaa con la sua frase di sfottò in inglese dall’accento leggerissimamente marcato: «Talk, talk, talk», che è diventata il mio tormentone della settimana!

Di «Talk, talk, talk», nel senso di chiacchiere inutili nei 90 minuti di “Triple Threat” ne troverete un po’ ma non esageratamente, di calci, pugni e gomitate invece, quelli ne trovate abbastanza, anche se si resta con l'amaro in bocca. Con tutti i nomi coinvolti, sembra un po’ la montagna che partorisce il topolino, non è un capolavoro ma solo il vostro classico film di arti marziali prodotto dai Cinesi con beh, tutti i migliori al mondo, costretti a sparare troppo, a parlare inglese quando non gli viene naturale oppure a ricoprire il ruolo dei "diavoli bianchi" anche quando lo sono solo di (cog)nome.

Esisteva una maglietta di MJ con su scritto: why you drive, when you can fly?
Ora che lo sapete magari potrete gustarvelo lo stesso, ma fatelo in fretta, prima che Tony Jaa ci prenda gusto e decida di andare a presentare “Master Chef Thailandia”.

14 commenti:

  1. Sono molto triste, l'ho in lista da qualche giorno e già sentivo hype a mille :(

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    1. Jesse V. Johnson non è garanzia di qualità, perfetto per dirigere un DTV (di solito con Scott Adkins) ma più di quello non ci si può aspettare molto di più. Purtroppo! Cheers

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  2. Prima di leggere la tua recensione, sentivo una certa frenesia di volerlo vedere. Adesso è andata scemando. Lo recupererò, questo è sicuro, ma con meno fretta, e recupero altra roba. Peccato, ci fosse stato Gareth Evans alla regia avremmo avuto un'autentica arma di distruzione di massa cinematografica, con tutti quei campioni delle arti marziali. E invece...

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    1. Era la speranza che avevamo un po’ tutti, non ho capito questa ansia di far giocare tutti con le pistoline, sanno menarsi? Falli menare no? Cheers

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  3. Uau, questa sì che è una sorpresona! Mi si fanno film marziali alle spalle!!! :-D
    Purtroppo la formula "all stars" regala spesso delusioni, ma ovviamente dovrò far mio questo film.

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    1. Non vedo l’ora di leggerti, pensavo lo avessi già visto, anche se bisogna dire che il trailer è uscito una cosa come… l’anno scorso? Qualcosa così. In ogni caso hai ragione, troppo spesso questi film non sono all’altezza della somma delle loro parti. Cheers!

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  4. Ma che, hanno ricominciato a fare film action come si deve?
    Karatè, sparatorie, minutaggio non eccessivo...
    Questo me lo hai venduto proprio.
    Non fa niente se non è innovativo, preferisco una cosa così, divertente, che qualunque altra cosa :D

    Moz-

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    1. Penso che sia l’aspettativa dei nomi in gioco a fregare questo film, ma ad Ovest di quella è proprio come lo hai descritto ;-) Cheers

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  5. In giro ne ho sentito parlare maluccio e adesso anche il tuo post mi conferma che avrebbe potuto essere meglio ma bisogna accontentarsi. Ovviamente me lo guarderò, ma con la bocca amara.

    Domanda: ma Mad Dog?

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    1. Mad Dog manca da un po', ultimo avvistamento il secondo Skyline, quindi forse il nostro cagnaccio preferito sa scegliersi i film meglio ;-) Cheers

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  6. Quando si parla di film di arti marziali sono rimasto fermo a Bruce Lee, lo ammetto! ;)

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    1. Se dici di non aver mai visto THE RAID o non sai chi sia Yuri Boyka potrei infartare... Io ti avviso Nick, non scherzare su ste cose che c'ho una certa e sono in età a rischio!

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    2. Che é un essere fermi di gran livello, va detto ;-) Ancora oggi riguardo i film del maestro Bruce Lee come ipnotizzato. Cheers!

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    3. The Raid, Boyka, alcuni Jackie Chan meritevoli, poi ci sarebbe JCVD, ma credo che Nick intenda in senso lato, penso. Spero ;-) Cheers

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