Ve lo ricordate Auguri per la tua morte? Era la prima sortita ufficiale della Blumhouse nel campo delle commedia horror, una cosina che non solo ha portato a casa abbastanza soldi da giustificare un seguito, ma soprattutto funzionava, anche abbastanza bene.
Per chi non lo avesse visto, provo a riassumere, anche se
essere breve non è proprio il mio forte: Una biondina odiosa di nome Tree
(provate voi a chiamarvi “Albero” ed ad essere in pace con il mondo)
interpretata da Jessica Rothe, finiva in un loop temporale degno di quello di
Bill Murray in “Ricomincio da capo” (1993), con la sola differenza che la sua
eterna giornata finiva sempre nella stesso modo, ovvero uccisa da un assassino, stile
brutta copia di Ghostface di “Scream” (1996).
In Auguri per la tua morte, emergevano due cose: La capacità
di Jessica Rothe di tenere sulle spalle un film anche impersonando una che di
nome fa “Albero” e il fatto che al regista e sceneggiatore Christopher B.
Landon, le parti horror della pellicola fossero quelle che interessavano di
meno. Incredibile, anche se forse questo si capiva già dalla sua
filmografia: “Il segnato” (“Paranormal Activity: The Marked Ones” del 2014) era
una palla tediosa, mentre “Manuale scout per l'apocalisse zombie” (2015) un
divertentissimo casino, dove più che l’horror bisognava temere le trovate cretine (ma divertenti) al
limite del buongusto.
Per assurdo benedetto dal successo del primo film, Christopher
B. Landon può finalmente smetterla di fare finta che gli interessi davvero
qualcosa del cinema horror, e anche se la sua protagonista continua a morire di
continuo, il nostro ha la possibilità di concentrarsi su altro, tipo la
commedia, la fantascienza, i viaggi nel tempo e gli universi paralleli, un
cambio piuttosto netto di registro che, sapete che vi dico? Funziona, anche
benino!
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Christopher B. Landon mentre si arrende, davanti alla sua
evidente volontà di non voler girare più horror.
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Non ci vuole un martello grande, ma un grande martello. |
Nei primi minuti Christopher B. Landon sbriga le ultime formalità,
utilizzando un espediente abbastanza classico nei seguiti Horror, far
continuare la “maledizione” con un nuovo protagonista, in qualche modo legato
alle vicende di Tree, dandoci l’illusione che per 90 minuti, avremo un nuovo personaggio da seguire a zonzo per il loop. A ben guardare però è anche l’ultimo legame tra Landon e il genere
Horror, perché grazie ad un eccellente cambio di rotta, tutto torna a ruotare attorno
a Tree, ma con una piccola variazione.
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Dovrei indicarvi il (finto) biondo che fa da (finto) protagonista, ma riesco a guardare solo il poster dietro. |
Può essere davvero possibile che uscendo da un loop, “Albero”
sia finita in una realtà parallela del tutto simile a quella da cui proveniva? Ma
soprattutto, perché anche in questa realtà qualcun altro cerca di ucciderla ogni
volta?
Con intenti dichiarati per Christopher B. Landon, perché in
un dialogo alcuni dei personaggi citano apertamente Ritorno al futuro - Parte II, e il film con le sue realtà parallele
prende proprio questa direzione, gettandosi alle spalle l’horror forse per
sempre, o per lo meno fino al prossimo capitolo, che alla luce del finale (e degli
incassi) di questa seconda pellicola non potrà mancare.
Bisogna digerire la presenza di un buon quantitativo di
nerd nel film, che sembrano un po’ tutti scappati da “The Big Bang Theory”, ma
in ogni caso tra lavagne da riempire di algoritmi, e l’inevitabile momento di dramma per la protagonista, il ritmo resta piuttosto alto per tutta
la durata del film, e se pur con qualche forzatura (anche più d’una per la verità), “Ancora
auguri per la tua morte” cambia genere e campo da gioco e forse nel cambio, ci
guadagna anche qualcosa.
Si perché esattamente come accade a Tree, tutte le
informazioni accumulate nel film precedente, non possono essere riutilizzate
qui, essere di nuovo di fronte a tutti gli amici, gli amanti, ma soprattutto i nemici
della ragazza, invece di risultare una noiosa replica, è un modo per espandere
il mondo della protagonista e farci scoprire altro su di lei, anche perché
alcuni personaggi che già conoscevamo, ci vengono raccontati da un altro punto
di vista, e la realtà parallela si presta molto bene a colpi di scena molto efficaci.
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That all started with the big bang! (Cit.) |
L’unica costante resta il fatto che, ancora una volta Jessica
Rothe si prende il film sulle spalle rendendolo il suo spettacolo personale, si
perché le infinite morti della protagonista, questa volta diventano l’occasione
per Christopher B. Landon di sbizzarrirsi senza dover per forza dirigere
momenti horror che evidentemente, non aveva voglia di girare.
Per essere un film dove la bionda protagonista muore di
continuo, la morte non è mai centrale, sembra quasi che dopo aver giustificato
con la trama i continui ammazzamenti, il film sia finalmente libero di portare
in scena delle morti che servano a tutto (far ridere, portare avanti la trama,
sviluppare le dinamiche tra i personaggi) tranne che ad inorridire. Le morti
non sono mai chiaramente violente oppure shoccanti, perché l’interesse del
regista e del pubblico è comune, e in questo capitolo va tutto in un’altra
direzione rispetto al film precedente: Siamo qui per capire come si esce da
questo secondo e più complicato loop, e a vedere Jessica Rothe che fa la scema
in modo adorabile, mentre il suo personaggio muore per accumulare conoscenza, nemmeno fosse la protagonista di un videogioco.
Insomma, penso che nel cambio di registro ci abbiamo
guadagnato tutti, se vi capitasse di vedere questo film, con in testa il vostro
classico film della Blumhouse, potreste rimanere decisamente spiazzati, ma mi
piace quando un film riesce a toglierti da sotto il sedere, la sedia comoda dell’abitudine e portarti altrove così, a questo punto voglio vedere il terzo
capitolo ieri… Domani… Oh insomma! In qualunque punto del loop, purché esca
presto!
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Un po’ tipo la scena iniziale di Iron Man 2, ma decisamente senza l’armatura. |
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La biondina che muore per prima, e poi muore ancora, e ancora, e ancora… |
Inside the loop
I've got to find the way to get outside
And as I'm leaving my view changes the shape of the block
The truth is in the eyes, the truth is in the eyes
It doesn't look the same
Carabara, "provo a riassumere, anche se essere breve non è proprio il mio forte" potrebbe essere inciso sulla mia lapide, ammesso e non concesso che un giorno debba prendere per quella via e non sono sicuro che succederà perché " chi mi ha fatto le carte /mi ha chiamato vincente / ed un futuro invadente /santa voglia di vivere/ cancella il nome della Trista Signora /distrutta colla fantasia ". Più o meno. Era la prima volta che in Brera incappavo in quello strano chiromante colla chitarra ed il rimmel. Sono anche io, come te mi pare di capire, affascinato dal tema del loop al punto di tentare per anni di ricavare un graphic novel - cioé un fumetto che costa di più , come direbbe Alan Moore - dal concetto " per fare l'albero ci vuole il seme " del song di Rodari ed Endrigo che avevo intenzione di sviluppare in un seme alieno precipitato sulla Terra come nella Guerra dei Mondi e lì rimasto in attesa del segnale di invasione e condannato da un glitch a rivivere in loop il momento in cui il Seme Sergente Maggiore Hartman motiva le truppe di semini invasori il che portava infine il semino Glitch a vedere la guerra come il Lennon di Imagine. Pensavo ne avrei cavato un duecento tavole a sei vignette che si ripetono come nei comics che Bendis fa disegnare ai pards Maleev o Gaydos o Oeming o Ash Wood, ma con uno stile vicino a quello di Art Baltazar o Andi Watson. Chissà se il mercato sarebbe stato ricettivo. Ciao ciao
RispondiEliminaCinque altissimo per esserti giocati De Gregori così, la mattina presto ;-) Un fumetto che costa di più ci sarebbe stato molto bene, specialmente usando il trucco (non Rimmel) Bendissiano di ripetere vignette su vignette a ripetizione. Le truppe di semini invasori, mi fanno pensare allo spermatozoo Woody Allen, ma ormai sono finito dentro ad un loop mentale tutto mio ;-) Cheers!
EliminaUn film consapevole della sua natura giocosa e quindi, pur essendo pieno di forzature, risulta divertente e ricordabile.
RispondiEliminaRispetto a tanti "horror" mediocri che escono ogni anno, fatti con lo stampino e di cui ti dimentichi facilmente; "Happy Death U2" riesce a distinguersi e sono francamente felice se la saga prenderà tante nuove direzioni.
Non è certamente ai livell di "Ritorno al futuro" o "Ricomincio da capo" (tanto per ri-citarlo) ma comunque vale la visione.
Saluti in loop! ∞
Ma va, non li vede nemmeno da lontano quei due filmoni, però guarda a loro con la giusta dose di riverenza, l’atteggiamento giusto, quindi gli si perdona anche qualche forzatura. Cheers!
EliminaIl primo lo credevo una boiata totale e invece è stato sì una boiata, ma almeno divertiva e mi ha fatto passare un paio d'ore in relax. Anche se ad "Albero" e alle sue sorelle di confraternita avrei volentieri tirato un paio di pizze in faccia... A parte questo difettuccio, il capitolo uno è stato una piacevole sorpresa. (anche perché ad ogni morte di Tree godevo non poco!).
RispondiEliminaQuesto l'ho saltato causa forza maggiore ma in tutta onestà non l'avrei visto. Non ci avrei puntato mezzo euro sopra. E invece leggo con piacere che hanno fatto centro di nuovo! Vedrò di rimediare.
Merita merita, proprio perché nel primo film Albero completa un arco narrativo, quindi qui é un personaggio per cui ora è facile patteggiare, il cambio di genere cinematografico è un gustoso extra. Cheers!
EliminaE' da stamattina che provo a commentare ma niente, in questi giorni Blogger ha fatto il golpe e per commentare bisogna regolarizzare il profilo Blogger, quindi fuori casa non potevo farlo. Vediamo se ora riesco...
RispondiEliminaHo adorato il primo film perché ha preso una storia inflazionatissima, rifatta più volte e a fortissimo rischio di bojata galattica e invece a sorpresa è riuscito a tirar fuori qualcosa di nuovo, o comunque divertente. Ma avrei scommesso un miliardo di miliardi che una casa come la Blumhouse MAI avrebbe azzeccato un sequel, momento in cui anche i giganti del cinema sono caduti... e invece, maledizione, anche stavolta Giasone ha trovato il Vello d'Oro.
Come dicevo parlando di "Upgrade", dovrei odiare la Blumhouse ma come potrei? A parte "Halloween" le sta azzeccando tutte, e mentre tutti i grandi colossi del cinema sono solo cattedrali nel deserto Giason riesce a collezionare incassi come non se ne vedevano da decenni. Incredibile...
Ora aspetto il terzo film, però, con la Squadra del Loop in azione ^_^
Non ti preoccupare é Blogger, anche io ho ancora il profilo da sistemare, ma dopo cinque anni dalla creazione di questo blog, finalmente posso firmarmi Cassidy anche su Blogger, una gran conquista! ;-) Esatto anche questa volta Giasone ha trovato il vello d'oro, rigirando un soggetto che sulla carta poteva essere un suicidio, ha davvero solo voluta strafare con Halloween perché per il resto, se l'horror contemporaneo sta così bene un grosso merito lo ha anche la Blumhouse. Cheers!
EliminaUn film carinissimo, sicuramente superiore al suo predecessore, anche se prende una direzione abbastanza diversa. Funziona da morire e la protagonista continua a starmi simpaticissima!
RispondiEliminaDavvero brava, ha un personaggio che deve risultare una stronzetta ad inizio film, ma poi si conquista il pubblico, in questo secondo capitolo ormai si patteggia completamente per lei. Buona parte dello spettacolo è vederla fare la scema in modo così riuscito e divertente ;-) Cheers
EliminaOhm vedo pareri positivi :D.
RispondiEliminaGià il sapere che ci sono i nerd anche qui, mi viene voglia di buttare il lettore dvd dalla finestra :D
Anche io ho temuto la svolta “the big bang theory” invece funziona proprio perché “Albero” li tiene tutti in riga, anzi le dinamiche tra il gruppo di cervelloni e la bionda sono tra le parti migliori del film ;-) Cheers
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