Lo ammetto candidamente: ormai penso che Netflix lavori più
sulla quantità che sulla qualità. Credo che sia opinione abbastanza diffusa che sul paginone del popolare canale streaming, sia obbligatorio
selezionare come si faceva un tempo al videonoleggio, certo, poi sparando nel
mucchio, ogni tanto qualcosa di buono viene fuori, tipo questo “Triple Frontier”.
Bisogna dire che questo film girava ad Hollywood da
parecchio, attorno al 2010 con i soldi della Paramount, nel cast ci sarebbero
dovuti essere Tom Hanks e Johnny Depp, mentre alla regia
Kathryn Bigelow (scusate se è poco) rimasta a bordo come
produttrice esecutiva accanto allo sceneggiatore e compagno nella vita,
Mark Boal. Mettiamola così: mi spiace più per non aver visto la regia di Katrina che
il faccione di Jonny, ecco.
Nel 2015 la regia viene affidata a J. C. Chandor e con lui
arriva Oscar Isaac, riformando così la coppia di “1981: Indagine a New York”
(2014) un film di cui avevo apprezzato le prove degli attori e il tentativo,
tutto italiano, di rendere il titolo simile ad un film di Carpenter che mi
piaciucchia.
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“Cassidy non avrà per caso citato John Carpenter anche in questo post?”, “Credo che lo abbia appena fatto”. |
Nella girandola di attori chiamati a recitare, i nomi sono
stati molteplici, ad esempio dei due fratelli Affleck, l’unico rimasto davvero
a bordo è stato Ben, Casey ha pensato di passare la mano. Non sapremmo mai come
sarebbe stato questo film se a dirigerlo fosse stata Katrina, azzardo
decisamente più impegnato nei temi (visti gli ultimi titoli della filmografia
della Bigelow), ma per una volta va bene così, perché J. C. Chandor imprime al
film il ritmo giusto e se i film moderni devono durare tutti due ore per forza
(125 minuti per la precisione) questo “Triple Frontier” scivola via come se
durasse mezz’ora in meno, non è roba che accade spesso ultimamente.
La trama prende luogo nella zona della “triplice frontiera”
tra Paraguay, Argentina e Brasile, Santiago "Pope" Garcia (Oscar
Isaac) è un acciaccato agente delle forze speciali che dopo aver intrecciato
una relazione, a metà tra il professionale e lo sbaciucchioso con la bella
informatrice Yovanna (Adria Arjona) viene a conoscenza del luogo dove si
nasconde un famigerato narcotrafficante, ma soprattutto dove il “Pablo” della
situazione nasconde buona parte dei soldi guadagnati. Gli intenti sulla carta
sono nobili, un “Vado… l’ammazzo e torno” (cit.) che serve e tenersi buona la coscienza,
consapevoli di non aver eliminato proprio Madre Teresa, ecco.
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“Raga ordiamo un’altra birra o andiamo ad uccidere un narcotrafficante?”, “Narcos”, “Narcos”, “Narcos”, “Ma un’altra birretta io l’avrei bevuta volentieri”. |
Ma se poi riuscissimo a portarci a casa un po’ di quei
bigliettoni verdi con sopra le facce di tanti ex presidenti defunti per
garantirci una ricca pensione? Sarebbe davvero un male? Per fare questo Pope
rimette insieme la vecchia banda, proprio come facevano Jake ed Elwood Blues,
perché in fondo ci sono molte forze speciali a spasso che dopo aver servito
per il loro Paese, ora si barcamenano per arrivare a fine mese.
Tra questi l’idealista del gruppo, William
"Ironhead" Miller (il Charlie Hunnam di “Sons of Anarchy” che per
fortuna ogni tanto lavora, non solo con
Del Toro), uno che fa bei discorsetti
ai neo soldati appena addestrati ed è pronto a tornare in azione se a bordo ci
sarà anche Tom "Redfly" Davis, l’ex capitano, quello con il super
potere di pensare le strategie migliori per entrare, colpire e uscire senza
vittime, ma, a ben guardarlo, anche quello che se la passa peggio.
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Kathryn "Dirige come un uomo" Bigelow, anche da produttrice, riempie i suoi film di manzi. |
Non solo perché ad interpretarlo è un Ben Affleck più bolso
che mai (basta guardarlo per capire perché è stato licenziato, altro che
Batfleck nel prossimo “The Batman”), ma anche perché ha dovuto reinventarsi
venditore di case, per pagare gli alimenti e provare e non perdere le sue amate
figlie. Più incasinato di lui solo il pilota di elicotteri Francisco
"Catfish" Morales (Pedro “labbrino” Pascal, unico con esperienza di
Narcos) al quale è stata ritirata la
licenza di volo per la sua sperimentazione con le sostanze, oppure Ben Miller
l’unico del gruppo senza un soprannome, è anche quello più sfigato di tutti.
Voi direte: "Perché gira con il berretto girato al contrario come Jovanotti ad
inizio carriera e ride come un cretino per tutto il tempo del film?". Sì, anche,
ma soprattutto perché era il protagonista di “Tron: Legacy” (meglio noto come
“Tron: LEVATI”) e certe cose ti segnano la carriera a vita.
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“Potevo essere Batman, invece sembro Shrek insieme a Ciuchino”. |
Seguire le vicende di questa banda di bastardi (al soldo
dell’uomo
del Giappone di Netflix) è piuttosto coinvolgente, bisogna dirlo, lo sceneggiatore
Mark Boal non perde troppo tempo ammorbandoci con lunghi spiegoni, per
illustrare le caratteristiche principali di tutti i personaggi, Oscar Isaac e Charlie
Hunnam sono gli idealisti del gruppo, mentre uno tra loro nel momento chiave
alla pari di Sméagol si lascerà corrompere dall’avidità mettendo tutti i suoi
compagni nei guai, perché “nella merda” mi dicono essere troppo volgare per un
blog di classe come questo (in questi casi si aggiunge: Ba dum, tss!).
In questo senso, J. C. Chandor ci racconta una storia molto
tipica del suo genere, fatta di fedeltà e fratellanza, ma anche di spirito di
sopravvivenza e avidità, tutta roba molto in linea con i suoi precedenti film,
in particolare “Margin Call” (2011) e “All Is Lost” (2013).
Ma quello che funziona meglio di “Triple Frontier” è un buon
ritmo, una serie di scene efficaci che ogni volta aggravano la condizione dei
nostri protagonisti, facendoci guadagnare in termini di coinvolgimento, ad ogni
dollaro speso, bruciato, regalato o perso dai nostri (anti) eroi, mi sentivo
come se stessero dilapidando il mio di conto in banca.
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Ma che mi frega, tanto le monetine in spiccioli non prendono fuoco, tiè! |
L’azione è diretta in modo più che onesto, Chandor si
esibisce in un sacco di classici da film d’azione, si passa dalla sparatoria
iniziale, per passare poi all’inseguimento a piedi, ma anche a quello in auto
nel finale, tutta roba che non cambierà la storia del cinema d’azione per
sempre, ma che risulta efficace e ben fatta, forse giusto nelle scene con
l’elicottero in volo la CGI mostra un po’ il fianco, ma Chandor è bravo a
tenere alta la tensione, alternando le scene all’interno della cabina, alle
panoramiche in volo fuori.
I personaggi per essere così schematici, sono stati
assegnati all’attore giusto (complimenti al direttore del casting), questo fa
di “Triple Frontier” un intrattenimento che si rifà a parecchio cinema di
genere, perfetto per la platea del pubblico di Netflix e, per una volta, non
appesantito da un’infinità di scene in cui i personaggi BLA BLA BLA parlano e
basta.
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“Io avevo firmato per uno di quei film Netflix dove parlano solo, cos’è 'sta storia che qui si spara!?”. |
Anche se i protagonisti del film sono dei militari alle
prese con dei narcotrafficanti, “Triple Frontier” abbraccia tematiche care agli
“Heist movie”, anzi, se proprio devo dirla tutta, questa mescolanza di generi
cinematografici, applicata a militari che si reinventano rapinatori, mi ha
fatto pensare al maestro Walter Hill, non proprio “Ricercati: ufficialmente
morti” (1987), non dico vicino a quei gloriosi livelli di sparatoria, però con
un occhio di riguardo per il cinema di genere, quello sì.
Aiuta essere prodotti da Netflix anche per il reparto
musicale, nel film si sentono le belle, ma inflazionate “The Chain” dei Fleetwood
Mac e “Run Through The Jungle” (poteva mancare in un film così?) dei Creedence,
a cui non si dice mai di no. Una menzione speciale la merita la bellissima “Masters
of wars” di Bob Dylan che si sente anche troppo poco, per l’effettiva bellezza
del pezzo. Ma la colonna sonora di Richard Vreeland (in arte Disasterpeace,
incredibile che lo facciano lavorare con un nome così) il compositore di
It Follows fa il suo dovere, accompagnato
da alcune parti di batteria curate da Lars Ulrich dei Metallica che ha anche
dato in prestito un paio di pezzi del gruppo… Dato in prestito col cavolo!
Parliamo di Lars Ulrich quello che ha fatto chiudere Napster, col cavolicchio che da
via delle sue canzoni gratis, si sarà fatto pagare a peso d’oro!
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“Vuoi venire a casa mia a vedere la mia collezione di dischi di Metallica scaricati da Napster? Non dirlo a Lars però”. |
In ogni caso, J. C. Chandor utilizza “For Whom The Bell
Tolls” e “Orion” in maniera molto azzeccata: la prima viene ascoltata in cuffia
dal personaggio di Oscar Isaac all’inizio del film e con il suo titolo hemingwayano
fa un po’ da coro greco all’entrata in scena di un personaggio, il cui destino
sarà in bilico fino alla fine. Il secondo pezzo, invece, è perfetto per la “coda
strumentale” del film.
Insomma, non m'illudo che “Triple Frontier” sia il film che
porta il vento del cambiamento su Netflix, però se ancora non avete disdetto l’abbonamento
troppo delusi da [INSERIRE-QUI-TITOLO-CHE-VI-HA-DELUSI] un’occhiata la merita. Fossero tutti così i film che escono in pochissime copie in sala e che Netflix
decide di mettere nel suo catalogo.
Grazie per la citazione! A me è piaciuta anche la recitazione di affleck, ho trovato che il suo atteggiamento bolso fosse perfettamente coerente con la parte che interpretava... forse sono troppo buono io?
RispondiEliminaFigurati di nulla, grazie a te! Anche secondo me è molto azzeccato, ha il fisico sfatto del personaggio che interpreta, e anche le svolte attorno a lui aiutano il coinvolgimento. Cheers
Eliminaah ecco, non avevo letto questa tua risposta sul "bolso" Ben Affleck :D
EliminaBolso = Attore lanciatissimo dopo un oscar per la regia e la sua solidissima Bat-prova in un film per cui è stato spernacchiato in rete da tutti prima di vederlo recitare (Batman vs Superman), che pensa bene di dare un calcio al secchio del latte, nominando la bottiglia come sua migliore amica.
EliminaA grandi linee “bolso” in questo senso ;-) Cheers
Una versione più sporca dei 'mercenari', quindi?
RispondiEliminaMa in che senso Ben Affleck "bolso"?
Meno gigionesca dei Mercenari dai ;-) Cheers
EliminaPer quanto ottimo tecnicamente, non mi ha preso per niente: in fondo aveva già detto tutto Sam Raimi con "Soldi sporchi" (1998), con attori molto più calzanti. Lo so, non si può vivere di solo Raimi e tocca dare spazio pure agli altri... :-D
RispondiEliminaAlleck è l'unico che riesce a sembrare più grasso con la barba, che invece di solito sfina... Qui è davvero dura pensare a lui come ex soldato scelto!
Battere "Soldi sporchi" è impossibile, anche perché quello era molto più assoluto, qui sono soldati che vanno a cercare il denaro, li erano persone normali che se lo ritrovavano, e pur di tenerlo tiravano fuori il peggio della razza umana, Sam vince 40 a zero ;-) Si diciamo che sembra un ex ex soldato, anzi un soldato XXL ;-) Cheers
EliminaNon disdico l'abbonamento Netflix per le serie Tv che ha in catalogo e perchè una volta al mese butta un film degno del mio tempo. Questo mese siamo già a due con The Dirt, che come questa Tripla Frontiera non è un capolavorone indimenticabile, ma si lascia guardare e godere. Poi, se mi metti protagonisti bellocci, mi fai anche un favore ;)
RispondiEliminaSono alle prese con l’ottima “Love, Death & Robots” e cinque minuti fa, ho finito il post dedicato a “The Dirt”, anche questo mese i soldini per la grande “N” sono ben spesi ;-) Ti aggiungo solo le cronache da Casa Cassidy, per confermare la tua argomentazione:
EliminaCassidy: «Hanno messo questo film su Netflix con il biondo di Sons of Anarchy»
Wing-Woman: «E perché non lo stiamo già guardando?»
Storia vera ;-) Cheers
Visto anche questo mentre ero in convalescenza. Posso azzardare? Per me, è la miglior pellicola prodotta da Netflix finora. Non parlo delle serie, parlo proprio di film.
RispondiEliminaBuon ritmo, buoni protagonisti, bella storia che mescola vari generi. Nulla che faccia strappare i capelli e gridare al miracolo, ma ad avercene in 'sti periodi di magra di film così! Oh, parliamoci chiaro: non c'è nulla che rivoluzioni il cinema ma ci metterei la firma per averne altri del genere. Anche un paio all'anno andrebbero bene! E se poi parti con i Metallica e chiudi con i Metallica mi compri facile.
Ah, chiudo con "All is lost" che ho rivisto giusto poche settimane fa. Per me è un filmone! Non se l'è filato quasi nessuno ma per me è una bomba totale capace di tenerti incollato allo schermo per per quasi due ore senza un dialogo, senza una sparatoria, senza twist o altri colpi di genio di sceneggiatura. Sullo schermo solo un 80enne che lotta come un pazzo contro madre natura guidato dalla testardaggine e dalla voglia di non soccombere. Capolavoro.
“All is lost” a me piace moltissimo, io sono per questi film che fanno una scelta (anche estrema) e poi la portano fino in fondo, inoltre ho un debole per i film con mono protagonista in lotta per la vita, Roberto Ford Rossa fa il resto ;-) Se questo film lo avesse diretto Katrina, sarebbe stato mooooolto più intimista e politico, così è solido, non inventa ma fa il suo dovere, e le due ore mi sono scivolate via, e non lo avrei mai detto a giudicare dalla locandina che sembra uno di quei DTV scarsi ;-) Cheers
EliminaCapo, ma uno specialone sulla Katrina, no? Avresti un bel po' di titoloni su cui sbizzarrirti... E sono sicuro che più di qualcuno lo rivedresti molto molto volentieri.
EliminaA dire il vero non mi dispiacerebbe, anzi, io da poco mi sono rivisto “Near Dark” (già commentato) e a ruota un altro titolo di Katrina su cui mi piacerebbe tanto tanto scrivere. Per lei finirò a fare come sto facendo per il suo ex marito Jimmy Cameron, post a distanza per coprire se non tutto il più possibile. In questo periodo ho parecchia carne sul fuoco, nel breve però voglio buttarmi sull’altro film di Katrina che ho rivisto da poco, quello sicuro. Cheers!
EliminaHunman dopo la fine di "SOA" ha passato (parole sue) davvero un periodaccio, pare ci sia rimasto malissimo per la chiusura della seriee si era talmente integrato nel ruolo che ha conservato il giubbotto di scena con relativa "toppa". Ti faccio io un'altra proposta: nel caso tu non lo abbia già fatto perché non parlare di "Sons of Anarchy" e del suo nascente universo ? Mi riferisco a Mayans e all'ipotizzato prequel "First 9".
RispondiEliminaAvevo sentito anche io qualcosa del genere, ma non così dettagliatamente, grazie ;-) Ho una lista di cose di cui vorrei scrivere, e da molto, tanto tempo, in quella lista ho anche "Sons of Anarchy" (storia vera). Cheers!
EliminaQuindi in pratica il nuovo action POTREBBE passare da Netflix?
RispondiEliminaPerché no... ma secondo me un futuro passaggio televisivo -per parlare in generale- farebbe bene.
Questo può interessarmi solo per un motivo: sembra appunto po' di genere, ha trama senza pretese e via.
Moz-
Si spera, ma Netflix pesca ovunque tra tutti i generi. Questo si potrebbe piacere proprio perché è bello dritto, si lascia guardare ;-) Cheers
EliminaMe lo sono segnato da un po' di tempo e penso che lo guarderò a breve e le tue parole mi confortano abbastanza! Speriamo in bene!
RispondiEliminaMi sbilancio: ti piacerà. Però aspetto il tuo post per la conferma ;-) Cheers
Eliminavisto ieri, finalmente, e promosso senza debiti :D
RispondiEliminaniente di rivoluzionario, ma tutto funziona proprio bene (specialmente l'aver dimenticato la trita dicotomia "buono vs. cattivo": evviva la complessità!)
avanti così per il futuro del nostro caro action
- Andrea
J. C. Chandor è un dritto, insieme a S. Craig Zahler e Taylor Sheridan, sono i nomi su cui puntare ;-) Cheers
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