Può sembrare una mossa fin troppo facile mettere in
calendario un film di Kathryn Bigelow proprio l’8 Marzo, probabilmente lo è, ma
trovo che sia giusto scrivere di una che, ancora oggi, non si è liberata
dell’etichetta “Kathryn Bigelow dirige come un uomo”, quando è chiaro
come la luce del sole che, al massimo, Katrina dirige meglio di molti suoi
colleghi con il cromosoma Y e questo film è una delle tante prove.
Trovo incredibile come “Near Dark”, da noi tradotto con il
titolo altrettanto figo di “Il buio si avvicina”, non abbia avuto il successo
che merita alla sua uscita. “The Loveless” (1982), diretto a quattro mani
insieme a Monty Montgomery, ha rappresentato le prove generali per il cinema di
Katrina che faceva ancora in tempo a regalare un ruolo fighissimo a Willem
Dafoe che, in qualche modo, anticipava anche Walter Hill (scusate se è poco).
Quindi, “Il buio si avvicina” è di fatto il vero esordio
dell’allora trentaseienne Kathryn Bigelow. Incredibile che un film dove la
parola “Vampiro” non viene pronunciata nemmeno una volta, sia diventato uno dei
titoli fondamentali del genere vampiresco, capace di anticipare la mescolanza
di genere firmata da Maestri del cinema,
tipo John Carpenter, ad esempio, non proprio l’ultimo della pista. “Near Dark” è
un clamoroso “piano B”, a cui Padre Tempo in trent’anni ha concesso il posto
nella storia del cinema che si merita, io invece, più modestamente ma con lo
stesso orgoglio, lo aggiungo alla lista dei Classidy!
Un grosso “piano B” sì, perché la Bigelow il giorno in cui
distribuivano la risolutezza, è passata in anticipo e ha svuotato il banchetto,
voleva fare un Western che omaggiasse il suo punto di riferimento
cinematografico, il grande Sam Peckinpah, ma secondo i produttori nel 1987 a
nessuno interessava un’altra storia di gente con il cappello a tesa larga,
quindi l’unico modo per racimolare insieme i cinque milioni di ex presidenti
defunti, stampati su carta verde del budget, era mescolare la trama con
qualcosa più in voga, come l’horror.
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Lance a Katrina, troppo mito per una fotografia sola. |
Uscito in una manciata di cinema nell’ottobre del 1987, “Il
buio si avvicina” non viene capito da nessuno e non riesce a rientrare nemmeno
dei soldi della produzione, una Caporetto resa ancora più beffarda dal fatto
che pochi mesi prima, Joel Schumacher aveva spaccato i botteghini con un film
simile, una storia di vampiri mescolata a romanzo di formazione adolescenziale
intitolato
Ragazzi perduti, potreste
averne sentito parlare come di un classico per almeno un paio di generazioni.
Schumacher poteva contare su giovani attori in rampa di
lancio e aveva avuto l’intuizione di giocarsi la figura sensuale del vampiro,
in quella terra di mezzo che sta tra l’infanzia e l’adolescenza, Kathryn
Bigelow, invece, va tutta in un’altra direzione, provate a paragonare i
protagonisti di
Lost Boys a Homer (il
vampiro eternamente bambino di questo film) e qui si trova già tutta la
differenza tra i due film.
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Se faccio una battuta sul fatto che il fumo blocca la crescita, è troppo facile vero? |
No, “Near Dark” ha una lucidità e una chiarezza d’intenti
che solo una con un talento cristallino e un approccio risoluto come Kathryn
Bigelow poteva già avere, se non fosse per il ruolo letale del Sole (il ragazzo
palliduccio che vi scrive li capisce bene i protagonisti di questo film) e un
“bacio” sul collo, a questo film manca tutta l’iconografia classica dei
vampiri che, però, risultano lo stesso affascinanti e pericolosi, liberi di
girovagare come i motociclisti di “The Loveless”, ma molti simili ai surfisti
ribelli e fuori dal sistema di
Point Break.
La storia è la più vecchia del mondo, vecchia quanto un
vampiro, anzi è LA storia, quella che esiste da quanto esiste il cinema, forse
prima: un ragazzo incontra una ragazza.
Quel ragazzo qui si chiama Caleb Colton (Adrian Pasdar) nome biblico di chi è predestinato a sfighe mai finite e quando lo conosciamo un
po’ di quelle sfighe se le merita pure, visto che è un cafonazzo che cerca di
far colpo con le peggio frasi da broccolamento, quelle prese dal manuale “Come
farsi schiaffeggiare da una donna”. La ragazza, invece, merita: biondina diafana
e più che guardabile di nome Mae (Jenny Wright), una specie di Cenerentola che anzichè dover correre a casa a mezzanotte, deve farlo quando sorge il sole. Nel
corri corri, alla fine Caleb con i suoi modi da contadinaccio, un bacio lo
porta anche a casa, solo che è un bacio sul collo che gli cambia la vita per
sempre.
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Mi sembra il caso di dirlo: Per favore, non mordermi sul collo! |
Per il ragazzo il mondo diventa improvvisamente diviso in
due, due metà distinte e molto ben separate, se prima non c’era per lui grossa
differenza tra giorno e notte, ora la luce del giorno può ucciderlo e
arrostirlo stile barbecue, l’unica opzione che gli resta è abbracciare la
notte, perché ormai con il mondo che si muove alla luce del sole, lui non ha
più nulla a che spartire. Diventa chiarissimo quanto cerca di tornare a casa
dal padre e dalla sorellina Sarah e quasi muore bruciato nel tentativo, ma
ancora di più alla stazione degli autobus, dove uno sbirro gli allunga tre
dollari per sparire, come se fosse l’ultimo dei drogati. Fine della spocchia
per Caleb, un bagno di umiltà di quelli che non si dimenticano.
Sapete come dicono, no? Che quando sposi una ragazza, sposi
anche la sua famiglia e quella di Mae è abbastanza particolare, trattandosi
della storia più vecchia del mondo, dopo che un ragazzo ha incontrato una
ragazza, ora tocca farsi accettare dai suoi ed entrare idealmente nel “clan”
che, poi, è quello che interessa davvero raccontare a Kathryn Bigelow.
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La famiglia è come il vampirismo, dura in eterno. |
Molti dei personaggi raccontati al cinema da Katrina, sono
attratti e allo stesso tempo provano repulsione per l’ambiente in cui si
ritrovano e molto spesso sono vittime di un’ossessione (molte volte di natura
amorosa) che sfocia in una dipendenza, dettaglio che non può essere più chiaro
di così in questo film. Caleb che ha perso il suo posto nel mondo, dipende
completamente da Mae che, infatti, deve nutrirlo facendogli bere il suo sangue
dal braccio, in una scena che Kathryn Bigelow sottolinea inquadrando le
trivelle per l’estrazione del petrolio, in azione sullo sfondo dietro ai
protagonisti, per essere più chiari di così, avrebbe dovuto sostituire per un
momento, all’ipnotica colonna sonora elettronica dei Tangerine Dream, un pezzo
come “Vampire blues” di zio Neil Young.
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I'm a vampire, baby, suckin' blood from the earth (Cit.) |
La distinzione tra il giorno e la notte per i personaggi del
film è nettissima, non può essere altrimenti quando sei un vampiro, ma la scena
con cui Caleb si guadagna la fiducia della sua nuova famiglia è puro western e
cosa c’è di più western di un assedio? Con i protagonisti barricati dentro e la
polizia fuori, tutto scandito a colpi di pallottole e rallenti che dimostrano che
Katrina, meglio di tanti altri, ha assimilato la lezione del cinema di Sam
Peckinpah. Una scena fantastica, dove la Bigelow fa un lavoro impeccabile,
coadiuvata dal direttore della fotografia Adam Greenberg (quello di
Terminator), dove a ferire i
protagonisti non sono tanto i proiettili, quanto la luce solare che filtra dai
buchi delle pallottole, se fossi uno di quei critici cinematografici seri,
dovrei dare una boccata alla pipa, sistemarmi gli occhiali e parlarvi di
qualcosa tipo compenetrazione tra generi e altre fesserie simili, ma ho già
scritto “assedio”, “pallottole” e “vampiri”, davvero non serve altro per
godersi un film.
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A casa mia, faccio i buchi per i quadri alle pareti nello stesso modo. |
Nel cinema di Kathryn Bigelow la distinzione tra buoni e
cattivi non è mai netta, come quella tra il giorno e la notte di “Near Dark”,
per la regista la famiglia di vampiri a cui appartiene Mae sono ribelli fuori
dal sistema, ma schiavi di una vita che li costringe a stare ad orario peggio
di un impiegato pubblico con il cartellino da timbrare. Katrina contamina
l’archetipo del vampiro con elementi western, lo fa con la regia che punta
all’orizzonte, tutta campi lunghi e grandi spazi, ma soprattutto con i
personaggi che sono decisamente il punto di forza di “Il buio si avvicina”.
Per anni il cast del film si è detto pronto a tornare ad
interpretare il rispettivo personaggio, non solo per l’alchimia creata tra di
loro sul set, ma anche perché la storia, scritta dalla stessa Bigelow e da Eric
Red (quello di un’altra cosina notevole come
The Hitcher), ha fornito loro anche tutto il passato dei
personaggi che nel film non viene minimamente raccontato, ma che possiamo
intuire ed è proprio quello con qui Katrina lega a filo doppio il suo film con
il genere western.
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Trovare il western anche nel cuore della notte più buia. |
Jesse e Diamondback, interpretati rispettivamente da due
miti (Lance Henriksen e Jenette Goldstein), sono idealmente papà e mamma di
questo gruppo di pazzoidi, tra cui spicca Homer (Joshua John Miller) morso da un vampiro quando era ancora bambino ed eternamente destinato a restare tale nel corpo, ma non nelle mente,
la versione senza l’ombra di divertimento di quello che diceva Baby Hermann in
Chi ha incastrato Roger Rabbit, anzi, un
vero dramma per il personaggio, che il film ci racconta con di fatto, una sola
riga di dialogo, ma così efficace da giustificare tutti i comportanti di Homer
fino ai titoli di coda, scusate se è poco.
Jesse Hooker, in particolare, è il personaggio che più di
tutti ci ricorda che questo film è principalmente un western, il suo aspetto e
il modo di vestire lo mettono bene in chiaro, al resto ci pensa, anche qui, una
singola frase che riassume tutto il passato del personaggio «Mettiamola così,
ho combattuto per il Sud. Abbiamo perso». Riesce ad essere l’indiscusso leader
di una tale banda di gatti senza collare, praticamente solo con il carisma che,
poi, è quello dell’attore che lo interpreta, Lance Henriksen (applausi grazie!)
che pare abbia avuto anche qualche disavventura con la polizia locale, quando
si è dimenticato di uscire dal personaggio (e di togliersi il costume di
scena) rischiando quasi di passare la notte al fresco (storia vera).
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Lance, portatore sano di carisma. |
Di carisma devi averne a quintali quando attorno a te ci
sono personaggi raccomandabili come il mitico Severen, un gentiluomo che si
esprime con alcuni dei più coloriti insulti voi abbiate mai sentito,
interpretato da un altro mito, il grande
Bill Paxton. Come un vero cowboy va in giro con gli speroni che per lui sono un
simbolo importante, tanto che ne regala uno a Caleb quando il ragazzo salva le
chiappe a tutti durante la scena dell’assedio.
Paxton si mangia il film ogni volta che ne ha l’occasione,
solo Lance Henriksen può permettersi di tenerlo a bada e quando è libero di
scatenarsi, Paxton lo fa sul serio, come nella scena del massacro del bar,
quella che sta ai vampiri di questo film, come la rapina in banca stava alla
banda degli ex presidenti di
Point Break,
la scena in cui Kathryn Bigelow mette in chiaro che i suoi vampiri, sono
diretti discendenti dei banditi dei film western.
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“La sai la barzelletta del vampiro che entra in un bar? Non finisce bene. Per gli umani”. |
Sulle note cadenzate e ben ritmate di “Fever” dei The Cramps
va in scena un massacro, ma anche uno dei momenti più alti della carriera di Bill
Paxton, il suo Severen entra dritto sparato nella classifica dei più fottuti
pazzi che si siano mai visti al cinema e con tutto il rispetto per Joe Gilgun
che lo interpreta alla grande nella
serie televisiva, per me Bill Paxton e il suo Severen, sono il miglior
adattamento del Cassidy di Preacher che si sia mai visto fuori dal
fumetto di Garth Ennis e Steve Dillon in
cui è stato creato. E se ve lo dico io, potete crederci.
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Il miglior Cassidy (non disegnato da Steve Dillon) di sempre. |
L’intuizione di utilizzare buona parte del cast di
Aliens - Scontro finale, per i vampiri
di Near Dark è arrivata da un altro che a talento e tostaggine è sempre stato
bene messo, James Cameron che non era ancora diventato l’ex signor Bigelow (i
due sono stati sposati dal 1989 al 1991 ed immagino che a casa non si
tirassero i piatti, probabilmente di prendevano direttamente a revolverate nel
salotto), ma già si aggirava nella zona delle operazioni e, per fortuna nostra,
lo avrebbe fatto almeno per un altro film piuttosto notevole di Katrina che
una volta di queste dovrei proprio decidermi a commentare. Ma tra un film e una
causa di divorzio, i due hanno trovato il tempo anche di collaborare tutti
insieme ad
un video musicale che
sembra davvero il punto di equilibrio tra
Aliens- Scontro finale e “Il buio si avvicina”, se non altro per i nomi
coinvolti.
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Bishop, Vasquez e il soldato Hudson in libera uscita. |
Ma se l’idea del casting assemblato per risparmiare sul già
esangue budget è di Cameron, il resto è tutta farina del sacco di Kathryn
Bigelow che in quello che, di fatto, era il suo film d’esordio, aveva già chiaro
in testa molta della poetica del suo cinema. Molti storcono il naso per il
finale del film, da tanti considerato quasi un lieto fine, sicuramente troppo
zuccheroso per la media dei film horror con i vampiri.
Invece, secondo me, è assolutamente azzeccato nel suo demolire
un altro cliché del genere e poi è estremamente coerente, il più delle volte
le storie che iniziano con un ragazzo che incontra una ragazza, terminano con
loro che riescono a trovare il modo di stare insieme, come accade qui, ma di
lieto io non ci trovo un bel niente, perché “Il buio si avvicina” fa
abbracciare la notte e i suoi abitatori anche a noi, grazie a quella divisione
non netta tra buoni e cattivi, si finisce per affezionarsi anche a Jesse, Diamondback
e Homer che nel finale, insieme a Caleb e Mae sono tutti destinati ad
affrontare un’ideale cavalcata verso il tramonto al contrario (che infatti è
un’alba) che sarà pure un ribaltamento di fronte per un horror ma resta tipica
del genere Western.
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Una locadina del maestro Enzo Sciotti fa sempre bene al cuore e alla vista. |
Il finale diventa una triplice corsa contro il tempo verso
la salvezza oppure la morte, in cui amore e dipendenza dei personaggi la fa da
padrone, Homer per inseguire la sua Sarah preferisce le fiamme all’alternativa
di essere ancora solo, mentre Jesse e Diamondback muoiono insieme mano (nella
mano) sul volante cavalcando verso l’orizzonte come i pistoleri che, in realtà,
sono.
Un controllo totale dei generi, tra horror, western e azione
che risulta perfettamente bilanciato ed ancora notevole anche a trent’anni
dalla sua uscita, il tempo alla fine ha dato ragione a Kathryn Bigelow, quasi
nessuno ha saputo mostrare luce e buio, horror e western come ha fatto lei,
visto “piani B” venuti fuori ben peggio di così in vita mia.
Ma sai che non l'ho mai visto? è una di quelle visioni che per misteriosi motivi continuo a rimandare... Rimedierò. l'ho già detto altre volte...
RispondiEliminaA me capita lo stesso con “Possession” di Zuławski, lacuna che dovrò colmare. Questo è super consigliato, Katrina al suo meglio, un film unico e bellissimo, posso solo augurati buona visione, un po’ ti invidio perché la prima volta che vidi questo film, ne restai folgorato ;-) Cheers
EliminaIo mi chiedo,santo cielo,come sia possibile che opere come questa finiscano letteralmente nel dimenticatoio.
RispondiEliminaL'ho appena rivisto,e se penso alle immense porcate che ci vengono propinate oggi al cinema,provo ancora più nostalgia per capolavori come questo,capaci di travalicare i generi e farsi opere immortali.
A trentasei anni poi, Katrina aveva già una chiarezza d’intenti e un talento che levati, ma levati proprio. Il fatto che sia ancora un film quasi di nicchia è assurdo, rispetto alla concorrenza poi non si spiega. Cheers!
EliminaGià! Misteri del cinema! Ho scoperto che increfibilmente da noi non uscí nemmeno in home video!
EliminaA dir poco maltrattato questo capolavoro. Cheers!
EliminaFantastico. Poi me lo leggo tutto, con calma. Kathryn non ha mai avuto molta fortuna al botteghino, paragonato a Lost boys (che non mi era piaciuto) questo è un film monumentale, crudo, cupo. Homer, il "bambino" adulto per me è un'icona. A livello tecnico poi non è niente male, solo la trovata un po' facilona del finale mi aveva lasciato perplesso, per il resto devo assolutamente rivedermelo.
RispondiEliminaTranquillo, la strada la conosci il post non scappa ;-) Merita di essere rivisto, per me anche quel finale ne esce migliorato. Homer poi è un personaggio unico, e questo è un film invecchiato meglio rispetto a “Lost Boys” più sospeso nel tempo e meno anni ’80 nell’aspetto di quello di Schuamacher, come dovrebbe sempre essere per un film che parla di creature immortali. Cheers!
EliminaSuper mito dei miti: mitica mitaggine mitosa! :-P
RispondiEliminaSplendido omaggio a un film troppo ingiustamente messo in un angolo, e sappiamo cosa ne pensa Patrick Swayze di chi mette questi tesori in un angolo :-D
Ero da poco "alienizzato" quando l'ho visto la prima volta su Italia1, e ritrovare mezzo cast dei Colonial Marines in video è stata un'emozione fortissima: grazie per il bel tuffo nei ricordi ^_^
Addirittura la citazione a "Dirty Dancing" sei in grande spolvero, grazie a te ci tenevo molto ad averlo qui sulla Bara questo mitico film miticissimo. Incredibile come sia ancora oggi così poco conosciuto, poi ritrovarsi il cast di "Aliens - Scontro finale" era stata un enorme emozione anche per me ai tempi, anche se ci ho messo un po' a riconoscere Vasquez lo ammetto! ;-) Cheers!
EliminaGià! Tra quì, Aliens e T2 che trasformismo! o-O
EliminaPenso che in T2 sia più vicina all'originale, perché sfoggia le lentiggini che l'attrice ha ma nasconde a con il trucco (storia vera). Cheers
EliminaAnche io non avevo riconosciuto Vasquez.
RispondiEliminaUn film veramente di culto, bellissimo e che ricorda gli anni 80 senza sembrare retro.
Bill Paxton in una delle sue migliori performance, difficile credere che sia lo stesso attore che ha interpretato lo sfigato Simon in true lies (spero di leggerne presto una tua recensione).
Che altro dire? Un horror contaminato da altri generi semplicemente perfetto.
Risulta sempre sospeso nel tempo, i Tangerine Dream come colonna sonora aiutano. Paxton è sempre stato un grande, qui si prende la scena e si, "True Lies" è nel mio mirino, vorrei completare tutti i film di Cameron magari già nel 2019. Cheers!
Elimina👏👏👏
RispondiEliminaEnnesima scoperta sul Mereghetti. Il duello tra Caleb e Severen è davvero in stile western effettivamente.
Forse il film che fa vedere di più il vampirismo come una malattia. Bella la storia d' amore malinconica e romantica. Pensare che invece Cameron finirà sulla melassa strappalacrime 10 anni dopo. XD Alla faccia dei luoghi comuni sulle donne. XD
Sono uno che pensa che "Terminator" sia una storia che ha tutto per piacere alle signore, e "Titanic" tutto per piacere ai maschietti, era destino che Jimmy e Katrina ronzassero uno attorno all'altro, sono simili, anche troppo, infetti sono scoppiati come coppia, due personalità troppo esplosive. Cheers!
EliminaLe scene finali sono da antologia
RispondiEliminaSono tre finali in uno, e tutti e tre drammatici, roba da studiare e ristudiare per chi vuole imparare a fare cinema. Cheers!
EliminaUn altro aspetto sorprendente per una regista all'esordio penso sia stata la capacità di creare questa armosfera tetra e opprimente che rimane per tutto il film
RispondiEliminaTrentasei anni, e aveva già in testa tutto il suo cinema, se non è degna di ammirazione una così, non so chi possa esserlo. Cheers!
EliminaL'ho rivisto un paio d'anni fa dopo davvero tanto dalla prima e (fino a quel momento) unica volta. Non ne ricordavo nulla salvo le atmosfere più drammatiche che orrorifiche ed il fatto che fosse un buon film, dal fascino trasversale. La seconda visione ha confermato e, se possibile, anche migliorato l'impatto.
RispondiEliminaPosso dirti che è un film che migliora con il tempo e le visioni, forse anche per questo alla sua uscita è stato così ignorato, anche se fin dalla prima visione è chiaro che sia un filmone, però migliora tanto ;-) Cheers
EliminaRivisto dopo oltre 30 anni ... bellissimo... inoltre solo ora mi sono accorto che in una scena passano davanti ad un cinema in cui danno Aliens!!! Se non è classe questa....
RispondiEliminaQuesto si chiama giocare a carte scoperte ;-) Cheers
Eliminaciao caro, prima di tutto recensione eccellente 👍 ho finito di vedere il film (solo per la seconda volta che per un cinofilo come me che ha visto commando e predator tipo non me lo ricordo... è poco assai) circa 30 minuti fa mentre scrivo. finito di vederlo mi sono chiesto boh vediamo cosa ne scrivono sull'internet...ed eccomi qua. mi è venuta voglia di rivederlo perchè nella home page di edge (rigorosamente a casaccio) è venuto fuori un mini articolo di non so che sito che parlava di: vi ricordate quella tosta di aliens...ora più o meno tira a campare girando per fiere di nerd appassionati di cinema e fumetti... i comicon di the big bang theory 🤣
RispondiEliminache dire, adoro la bigelow, credo non abbia sbagliato UN film che sia uno in carriera, quando si dice pochi ma buoni. un altra che più o meno gli metto alla pari ma tratta ben altri generi è sofia coppola. condivido alla virgola quanto hai scritto sul film, bill paxton qui è un figo della madonna, e detto da un etero (convinto) credo abbia il suo peso. davvero difficile affiancargli i ruoli da sfigato che invece ha quasi sempre interpretato in carriera. la goldstein beh... ai tempi ero un pischello non capivo una cippa di donne, ma quanto era femmina?!? e lance...che gli vuoi dire... credo sia stata una delle facce più sotto utilizzate di hollywood. non ho mai avuto il dono della sintesi e quando scrivo di qualcosa che mi piace poi...potrei superare i caratteri della tua recensione se mi lascio andare. devo dire che per certo se l'avessi visto nel 1987 quando invece (qualche anno dopo ma siamo la) vidi lost boys, probabilmente mi sarebbe piaciuto il giusto. troppo dark, troppo pessimistico, troppo qualcosa altro che non sono bravo a esprimere perchè non sono bravo a scrivere come te... rivisto oggi a 45 anni (eh già classe '77) mi rendo conto di quanto fosse avanti questa donna. cioè a quei tempi giravano arma letale, predator era uscito già commando e tanta altra roba...probabilmente il decennio più fertile del cinema americano. ma sul lato horror stavamo coda per i seguiti di nightmare... lost boys è un gran film, lo rivedo spesso e sempre con piacere, ma near dark in confronto è come fare gli esami per il diploma o presentare la tesi di laurea. un film di vampiri dove non si sente mai parlare di vampiri, non si vedono canini appuntiti, aglio o croci, solo la luce del sole. la violenza c'è ma è appena accennata, mai splatter, al giorno d'oggi lo potresti far vedere ad un bambino considerando cosa passa in tv. certo non ci capirebbe un cazzo... lo stivale col nastro adesivo del protagonista come quello di don johnson (marlboro man) nell'omonimo film ma quattro anni prima...altro film che ADORO!!! il barba bionda che le prende nel bar non ho letto i crediti ma sono sicuro al 100% perchè le facce me le ricordo che sia quello che sempre nel BAR🤣 è costretto a dare i vestiti ad arnold in terminator 2. mi sono invece perso la citazione del socio che come me ha rivisto questo capolavoro di recentissimo, il cartello di aliens mi è proprio sfuggito. la colonna sonora davvero unica, si incastra alla perfezione con il film come solo il maestro carpenter dei tempi d'oro sapeva fare. se penso ai vampiri e al western ed avendo citato da poco carpenter, è troppo facile tirare in ballo "vampires" del '98. in realtà vanno fatte delle precisazioni, il film in se è godibilissimo, ma A non è assolutamente che un unghia del mignolo di quello che faceva quando era al suo meglio, B ho letto il romanzo da cui è tratto il film e vi assicuro e anzi vi consiglio di leggerlo, che rispetto al film è un cazzo di capolavoro, il film abbrevia tante cose e altre le fa sparire... e poi il protagonista era nero e grosso, una sorta di blade, non quel tisico bianco e per niente credibile del jack crow di woods. dai termino che come detto sennò faccio serata qui... il tuo blog è stata una piacevole scoperta, mi andrò a leggere altro materiale col tempo. saluti a te.
Un piacere che tu mi abbia scoperto, qui Katrina è di casa e spero lo sarai anche tu, buona lettura ;-) Cheers!
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