domenica 3 febbraio 2019

Moon Knight - La follia è di famiglia: Disordine bipolare conclamato


«Moon Knight è uno di quei personaggi che cerchi, da fan della Marvel, quando vuoi quasi sentirti fuori posto, non a tuo agio. Per me, a un certo livello, somiglia a Batman. Quando leggi le sue storie, adori il fatto che sia un pazzo fottuto, come me del resto. E adoro il fatto che la Marvel abbia accettato la malattia mentale come una componente importante delle sue storie. E credo che non sia da oggi».


Le parole sono del nuovo autore della serie dedicata al personaggio, che un tempo in uno strambo Paese a forma di scarpa erano noto come Lunar, un signore di nome Max Bemis, tipetto quanto meno interessante.

Nativo di New York, prima di iniziare a scrivere fumetti cantava in due band Indie-Rock i Say Anything prima, e i Two Tongues dopo. Per quanto riguarda la nona arte invece, ha scritto “Crossed: Badlands” e alcune storie per la Marvel, tra cui il rilancio di Foolkiller. Prima di approdare a Moon Knight, personaggio con cui ha una cosa in comune: Un disordine bipolare conclamato (storia vera). Qui sotto vi riporto qualche altra sua affermazione presa da un’intervista pescata in rete.

«Anche da ragazzino, a prescindere da Moon Knight, leggevo le storie Marvel sapendo di avere un disturbo bipolare, e pensavo che Norman Osborn non fosse cattivo in quanto pazzo, ma cattivo e basta. Saper distinguere tra una persona buona, ma folle, e una persona malvagia è una cosa grandiosa. Per questo mi sono sempre immedesimato molto in Moon Knight e spero di aver dato il mio contributo».

La dottoressa cerca una cura al… Museo egizio!
“La follia è di famiglia” dà l’impressione di un ciclo di storie più canonico rispetto agli ultimi, piuttosto bizzarri che abbiamo letto dedicati al Cavaliere Lunare, ma è un’impressione che viene subito spazzata via fin dal primo capitolo. Il protagonista è un veterano senza nome in cura da una dottoressa che conosce il caso di Marc Spector e dei buoni (cioè, abbastanza buoni) risultati ottenuti facendolo appassionare alla cultura egizia e al Dio Khonshu.

Nel tentativo di ripetere quello che evidentemente nell’universo Marvel è un caso clinico studiato da psicologi e terapeuti, la dottoressa fornisce al suo nuovo paziente tutto il materiale necessario, ma questo, per via di abusi subiti prima durante l’infanzia e poi ancora durante il suo servizio nelle forze armate, ha sviluppato un potere pirocinetico latente che lo aiuta non solo a dare fuoco alla struttura in cui è rinchiuso, ma anche ad immedesimarsi con il Dio Ra, padre di Khonshu, insomma un timidone questo ragazzo.

Perché credere di essere Napoleone, quando puoi essere un Dio egizio?
Il primo capitolo è giù piuttosto spaventoso, non solo per la follia nel nuovo avversario di Moon Knight, ma anche per gli ottimi disegni di Jacen Burrows, uno che ha un tratto che lo rende perfetto per disegnare personaggi realistici ma soprattutto violenza realistica, sarà che ho conosciuto questo disegnatore con fumetti Horror scritti da Alan Moore, ma davvero Burrows riesce a trasformare in horror tutte le tavole che disegna.

Ma prima di incrociare le lame (a forma di mezza luna) con il suo nuovo avversario, pronto ad aizzare contro l’eroe bianco vestito, tutti quei simpaticone che nella sua carriera sono stati picchiati, mutilati e feriti dal vigilante, il nostro Moon Knight dovrà come sempre fare i conti con le sue personalità multiple, una in particolare, quella del taxista Jake Lockley.

Moon Knight ora crede anche di essere un Predator!?
Max Bemis porta in scena un dettaglio molto interessante, fino a questo momento abbiamo semrpe creduto che fosse Moon Knight a passare più o meno volontariamente da una delle sue personalità all’altra, qui invece Bemis introduce l’idea per cui qualcuna di queste personalità, in particolare quella di Jake Lockley, potrebbe decidere di non essere d’accordo con l’operato delle altre, e ci sta che il taxista rappresentante del proletariato Jake, possa avere dei dissensi con il ricco Marc Spector, capo d’industria ed ex mercenario.


Cosa potrebbe succedere se Jake decidesse di tornare da una delle ex fiamme di Marc Spector? L’identità sarà diversa, ma il corpo (e il DNA) non tanto, insomma siete grandi dai, fate due più due!

Il celebre "Gotico Americano" di Grant Wood è sempre tra i quadri più citati di sempre.
Con questo nuovo scenario in pista, tutto lo scontro contro il suo nuovo avversario guadagna una nuova dimensione, Max Bemis si dimostra in sintonia con il personaggio e Jacen Burrows non sfigura nemmeno quando deve disegnare personaggi (come Moon Knight) in tutina aderente, insomma, e lo dico in maniera scherzosa perché questo Bemis mi sembra ben armato di senso dell’umorismo, i pazzi hanno preso il controllo, non del manicomio ma della serie, mi viene anche da aggiungere per fortuna, visto che il risultato finale è piuttosto divertente.

Non vedo l’ora leggere come Max Bemis porterà avanti le trame di Moon Knight, nel dubbio, qui sotto trovate un altro po’ di post dedicati al personaggio!

Moon Knight - Reincarnazioni

Non perdetevi il post del Zinefilo dedicato ai Nunchaku di Moon Knight!

8 commenti:

  1. Incredibile come il personaggio riesca a rigenerarsi e a rinfrescarsi sempre: grande post e grazie per il link ;-)

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    1. Figurati grazie a te ;-) Moon Knight é rimasto l'unico personaggio in cui la Marvel lascia lavorare gli autori senza troppe influenze, un approccio quasi "Indie", passami il termine, che paga dividendi. Cheers!

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  2. Lo fa perché è un personaggio di serie "C" (sia come importanza che come vendite) e quindi lascia agli autori carta bianca.
    Ovviamente con icone come Spiderman e co., ci sono mille controlli da parte dei dirigenti verso gli autori coinvolti.
    Da sempre è così, tanto che gli autori Marvel più ribelli e creativi , hanno sempre voluto a un certo punto andare a scrivere titoli di fascia bassa per potersi sbizzarrire come volevano.

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    1. Si vero, fino ad un certo punto però perché il personaggio ha fatto parte dei Vendicatori Segreti di recente, e se pur con nome visibilità, è stato uno di quei personaggi di nicchia rilanciato da Bendis, solo che non ha avuto la diffusione di Luke Cage o Iron Fist, quindi la Marvel per ora lo usa come banco di prova dei nuovi autori, anche se lo dobbiamo a Warren Ellis, il suo ciclo è molto migliore di quello di Bendis secondo me.

      In ogni caso è vero, certi personaggi sono intoccabili, penso anche al mio adorato Peter David, che dopo dodici anni di continue saghe e imposizioni, si è rotto le balle di scrivere Hulk perché la Marvel non gli faceva fare quello che voleva, anche se stava facendo scintille. Cheers!

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  3. L'ho abbandonato dopo i volumi firmati Ellis, Wood e Bunn di qualche anno fa. È un personaggio che mi è sempre piaciuto molto e che non capisco come mai ancora non abbiano sfruttato con una bella serie tv, le tematiche potenziali sono tantissime. Questi nuovi volumi li consigli? Certo che dovrei recuperarmi un po' di roba...

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    1. In realtà Cullen Bunn ha concludo da poco il suo ciclo di storie, il volume scritto da Warren Ellis resta il migliore in assoluto, ma se ti sono piaciuti quelli che hai citato, questo è sullo stesso livello. Ormai che l’accordo Marvel/Netflix è in pieno declino, direi che l’occasione è sfumata, ma una serie tv su Moon Knight sarebbe stata un sogno, certo, non fatta in stile “Iron Fist” però! ;-) Con l’autore giusto potrebbe diventare il film di super eroi che non ti aspetti. Magari un po’ più violento e tosto, se solo la Marvel volesse osare un po’. Cheers!

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    2. Ma Marvel è Disney e quindi mi sa che ce lo scordiamo...

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    3. Non si sa che piani hanno per gli eroi urbani della Marvel, mai ormai direi che è andata. Per assurdo i tipi della Fox, quando accendono le candelette del cervello, sarebbero stati quelli giusta, una roba a metà tra la violenza senza PG-13 di “Deadpool” e la psichedelica di “Legion”. Il tipo di prodotti con protagonisti personaggi con poteri che vorrei vedere più spesso, per quello mi incuriosisce “The New Mutants” di cui nessuno parla e che prima o poi dovrebbe anche uscire. Cheers!

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