giovedì 31 gennaio 2019

Superman III (1983): È un uccello? É un aereo? No, è Richard Pryor!


Quando ho iniziato questa rubrica dedicata a Superman forse non avevo davvero idea in che guai stavo per ficcarmi, ma ormai che siamo in volo voliamo, quindi benvenuto ad un nuovo capitolo di… I am, I am, I am Superman!
Squadra che vince non si cambia dice il proverbio.
Ma non credo ci sia un proverbio che dica (Cassidy inspira forte): "Squadra che vince non si cambia a meno che il tuo migliore attore non decida di farti causa dopo essere stato super pagato per apparire pochi minuti in un film e mezzo e il tuo regista ti ha mandato a quel Paese più o meno per lo stesso motivo" (Cassidy espira forte). No, direi che non esiste un proverbio così, ma se ci fosse, sarebbe perfetto per parlare di “Superman III”.

Ora, io lo so che è una delle critiche che vengono mosse più spesso ai film della Distinta Concorrenza, è che sono troppo seri, dei veri musoni a confronto dei colleghi della Marvel, ma se vi dicessi che esiste un film tratto dai fumetti della DC Comics che alla sua uscita è stato criticato perché troppo comico, mi credereste?

Non so bene come sia accaduto, ma Richard Lester, rimasto solo al comando dopo la dipartita (solo artistica, ovviamente) di Richard Donner, aveva già cercato di inserire quanto più umorismo possibile in Superman II, ma finalmente libero di decidere, Lester ha pensato che quello che serve davvero per fare un bel film su Big Blue è il comico Richard Pryor.

Uno viene qui per Superman, e gli danno Black Man!
Opinione condivisa con il produttore Ilya Salkind, sì, perché dopo il successo del primo film, Pryor aveva regalato una spassosa imitazione dell’uomo d’acciaio sulla tv nazionale che aveva fatto scompisciare l’America e che gli è valsa una parte in questo film (storia vera). Provando a tradurla nell’equivalente locale, è un po’ come andare a vedere un film di Dracula e trovarsi di fronte Aldo, di Aldo, Giovanni e Giacomo che urla: «Sono il conte Dracula minchia!» così, giusto per darvi un’idea.

Nel tentativo di cancellare per sempre Donner dallo scenario, Ilya Salkind avrebbe voluto mettere nel film altri personaggi presi dal fumetto, come il geniale Brainiac, il lunatico Mister Mxyzptlk e addirittura Supergirl, per fortuna la Warner Bros lo ha indirizzato (immagino a colpi di scoppole sul coppino) a più miti consigli, decidendo di far tornare David e Leslie Newman, gli sceneggiatori che avevano scritto la prima bozza di Superman, quella che Donner aveva considerato una bambinata, che cretino, vero? A giudicare il risultato finale di “Superman III”, Richard Donner da tutto questo ne esce come un gigante.

Per affrontare questo film ci vuole un goccio, e poi un altro, e un altro…
Nel tentativo di domare i deliri di Salkind, Brainiac diventa un super computer creato per distruggere Superman e Richard Pryor l’esperto informatico che lo utilizza, anche se, di fatto, nella prima scena lo vediamo in fila a farsi negare il sussidio di disoccupazione, prima di dedicarsi ad un corso di computer per disperazione, trasformandosi di colpo in un genio dell’informatica. Se chiedete a me, non so se trovo più assurdo che qualcuno diventi lo Stephen Hawkings dei computer dopo un corso per disoccupati, oppure iniziare un film di Superman con una scena che prevede una coda da fare, degli sportelli e della burocrazia... Lascio scegliere a voi perché io davvero non so cosa sia peggio.

Si quei mobili sono dei computer, lo dico per i lettori più giovani che potrebbero impressionarsi.
Margot Kidder per protesta dopo il licenziamento di Richard Donner, riprende il ruolo di Lois Lane in una sola frettolosa scena, mentre Gene Hackman per la stessa ragione fa di meglio non presentandosi proprio. Di fatto, queste defezioni danno il via libera ad altri personaggi, come la vecchia fiamma dei tempi del liceo di Clark, la rossa Lana Lang (Annette O'Toole, magari la ricordate per la miniserie televisiva di IT), mentre il personaggio di Hackman (Lex Luthor il ricchissimo miliardario che organizza piani complicati per distruggere Superman e conquistare il mondo) viene sostituito Ross Webster (il grande e qui sprecatissimo Robert Vaughn) nei panni del ricchissimo miliardario che organizza piani complicati per distruggere Superman e conquistare il mondo. Che, però, non si chiama Lex Luthor, giuro!

"Sono stato uno dei magnifici sette, sono stato nell'A-Team, ma non sono Luthor".
Ma i cattivi del film meritano una presentazione extra, perché oltre a Webster, abbiamo sua sorella, anche se è così brutta da sembrare suo fratello Vera Webster (Annie Ross) contrapposta alla bionda e popputa assistente Lorelei Ambrosia (Pamela Stephenson). Considerando il fatto che sono ricchissimi e che i loro strampalati piani prevedono di rendere povero tutto il resto del mondo, ma soprattutto dopo un’incomprensione (mia!) con Fabrizio che ringrazio per l’assist, questi tre si chiameranno: I ricchi e poveri!

“Chi saremmo noi? Ma pensa te ‘sto cretino”, “Ma io sarei la biondina dei ricchi e poveri quindi?”.
La cosa davvero positiva di questa rubrica sull’uomo d’acciaio, però, è che dopo tantissimi anni senza rivedere questi film, ormai il loro ricordo era completamente affidato a quello che era rimasto nella mia mente (vuota) delle tante bimbo-visioni ed è incredibile il numero di scene di “Superman III” che ancora ricordavo, ad esempio, avevo ancora in mente la trasformazione in robot di uno dei ricchi e poveri nel finale, la scena di Clark Kent che utilizza i suoi poteri per vincere la partita a Bowling, l’incendio alla fabbrica spento da Superman ghiacciano un lago con il suo super soffio, ma anche la scena del salvataggio del bambino dalla mietitrebbia nel gigantesco campo di grano. In generale, quindi, non ricordavo affatto che “Superman III” fosse un tale disastro, ma riguardandolo ho unito i puntini di questo incidente stradale in galleria che, per convenzione, chiameremo film.

Superata la scena di Richard Pryor in coda per il sussidio, il film continua con una fin troppo lunga sequenza basata su umorismo slapstick, in cui ad ogni azione, segue una reazione uguale, contraria, ma non buffa, tra un cieco alle prese con una macchina per dipingere le strisce stradali, alcuni pinguini (eh!?), un’automobile che si riempie d’acqua e Superman che s'infila nel suo costume dentro una cabina per le fototessere. Tutta roba che, probabilmente, a Richard Lester faceva ridere tantissimo, a me decisamente meno, ma non vi preoccupate, poi il film peggiora.

“Basta battute sceme! Quasi preferisco la Kryptonite!”.
“Superman III” ruota attorno ai piani strampalati dei ricchi e poveri di mandare in tilt l’economia mondiale, usando il talento dell’espero di computer August Gorman interpretato da Richard Richard Pryor. Siamo nel 1983 e questa non proprio brillantissima sceneggiatura cavalca pigramente l’idea che un computer possa fare tutto, ma proprio tutto, quindi Ross Webster chiede ad August di utilizzare il suo talento informatico per prendere possesso di un satellite in grado di alterare il meteo (davvero!?) e mettere alla prova il potenziale dell’arma improvvisata su una piccola cittadina americana, così, tanto per scaldarsi. Secondo voi, quale cittadina può essere più piccola di una che si chiama Smallville?

Proprio nel suo paesello natale, Clark Kent è tornato con la scusa di un servizio sui giovani nella grande città (o qualche baggianata del genere) ritrovandosi a passare del tempo con la rossa Lana Lang, tipo andando insieme al ballo degli ex studenti, dove tra le canzoni suonate, si sente anche “Earth Angel” dei The Platters, sì, proprio la canzone che veniva suonata anche al ballo Incanto sotto il mare di Ritorno al Futuro. Dev'essere un classico delle feste scolastiche americane.

Ma che gli farai mai alle donne tu!
“Superman III” è la sagra del MACCOSA (come direbbe il venerabile Leo Ortolani) e da spettatori siamo costretti ad assistere ad una serie infinita di scene che non hanno nessuna spiegazione, se non il pessimo senso dell’umorismo di Lester. Sul serio, Pryor con il suo computerone può fare tutto, anche mandare in tilt il traffico di Metropolis e per farci capire il livello di caos, Lester ci mostra... Avete presente gli omini del semaforo? Rosso stai fermo, verde passa? Ecco, quei due ometti che iniziano a lottare tra di loro all’interno del semaforo, per determinare chi deve dare indicazioni ai pedoni. No, sul serio, io vorrei essermela inventata questa cazzata, ma nel film c’è davvero!

La cosa più assurda è che per essere un film su “Superman” il nostro Big Blue si vede pochissimo e questo un po’ spiega perché le uniche scene del film che ricordavo erano quattro in croce, ma anche le uniche in cui Superman compare, il resto del film è dominato dalla presenza costante di Richard Pryor. In 125 minuti si attraversa tutta la gamma umana di sentimenti nei confronti del celebre comico, ti ritrovi a pensare che molte trovate sarebbero anche divertenti se il film non s'intitolasse “Superman III”, per poi iniziare ad inveire contro lo schermo all’ennesima scena in cui ti aspetti che il protagonista abbia dello spazio e, invece, Richard Pryor si prende il palcoscenico facendo tutto, anche ruoli che non ha senso far ricoprire all’attore, tipo... Perché conciarlo da militare nella scena della premiazione a Superman? Perché dico io!?

Patton Pryor, generale d'acciaio, insieme all'uomo d'acciaio.
L’apice assoluto del dominio incontrastato di Richard Pryor sulla pellicola arriva in una scena in particolare. Il piano dei ricchi e poveri di scatenare una calamità naturale sulla Colombia, per mettere il Paese in ginocchio e fermare il traffico della principale esportazione… Il caffè! A che cosa stavate pensando mascherine? Avete visto troppe puntate di Narcos, vero?

Perché mostrarci Superman che salva la Colombia dal cataclisma, quando puoi avere Richard Pryor, che con una tovaglia sulla schiena, fa l’imitazione di Superman intento a salvare la Colombia? Lo ripeto, perché magari non è arrivato il messaggio: una delle scene madri del film, anzichè essere mostrata, è raccontata, con tanto di imitazione del protagonista, da quella che in teoria dovrebbe essere la spalla comica del film, insomma... Una tragedia!

Questa faccenda di Richard Pryor è definitivamente scappata di mano.
Anzi, un vero disastro che spreca anche la prova di Christopher Reeve che non solo risulta sempre molto statuario nei panni di Superman, ma qui regala un Clark Kent un po’ più sicuro di sé, sempre goffo e impacciato come ci si aspetta da un alieno che imita il comportamento di noi umani, ma per dirla con le parole di Reeve: "Dopo due film passati ad andare a sbattere contro le porte, forse ora Clark dovrebbe aver capito dove si trovano, no?".

Ma tutto questo va perso come lacrime nella pioggia, quando la trama ci regala i ricchi e poveri che, sempre grazie al computerone di Pryor, creano una Kryptonite sintetica che in teoria dovrebbe distruggere Superman, ma in pratica lo incasina ancora di più trasformandolo in una versione malvagia di sé stesso. Barba incolta di tre giorni, bottiglie di whiskey svuotate al bancone e un caratteristico costume dai colori molto più scuri che, per ironia del caso, anticipa nelle tonalità quello del Superman di Zack Snyder, sarà un caso? Non lo so, sta di fatto che “Big Blu” (scuro) inizia a combinare marachelle in tutto il mondo.

Una scena di "Man of Steel" di  Zack Snyd... No hey, aspetta un momento!
Tipo spegnere la fiaccola Olimpica con il super soffio, oppure volare fino a Pisa solo per raddrizzare la torre con la sua super forza (per la gioia di un venditore locale di souvenir che più stereotipato di così, potrebbe esserlo solo se a descrivere un Pisano fosse un Livornese) e se tutte queste cose le fa con i suoi super poteri, non voglio sapere cos’altro di super il nostro (anti) eroe deve aver sfoggiato, nella scena in cui si orizzontalizza la bionda Lorelei Ambrosia.

"Stai per scoprire che la "S" non sta per Superman".
Il massimo della bastardaggine di questo Superman con la barba alla Mickey Rourke, però, è mettere in atto il piano dei ricchi e poveri, ovvero devastare la chiglia delle petroliere, bloccandole in mezzo all’oceano, inquinando i mari e tenendo in scacco tutti i Paesi del mondo con una crisi petrolifera organizzata. Perché si sa che tutti i super cattivi del mondo, quando vogliono ottenere il controllo totale, dall’oceano devono passare, qualcuno blocca le forniture di carburante, altri bloccano l’accesso ai porti, ma sempre di navi in mezzo al mare si parla.

L’unica scena davvero riuscita di “Superman III” è lo sconto tra i due Superman, quello cattivo e quello buono, un duello fisico combattuto in una discarica di auto che trasforma in azione uno scontro interiore, con il lato buono del personaggio che lotta per riprendere il controllo. Le dinamiche sul come il lato buono di “Big Blue” riesca e riemergere non sono chiarissime, ma è una roba tipo fuga dalla Loggia Nera di Twin Peaks, però con più mantelli, copertoni di camion lanciati e super cazzotti, ma parliamo chiaro: se la scena funziona non è tanto grazie a Lester, quanto alla presenza scenica di un convintissimo Christopher Reeve che anche nel disastro generale di questo film e malgrado il peso di essere sempre l’eterno secondo (dopo Brando e Hackman i cui nomi apparivano sul cartellone prima del suo, qui viene superato anche da Richard Pryor che ha più minuti in scena di lui), regala comunque una prestazione ottima. Chiedete pure a Lorelei Ambrosia per conferma.

L’unica scena del film che merita ancora di essere vista.
Una volta tornato ad essere il Boy Scout di sempre, Superman punta verso la base dei ricchi e poveri, a questo punto la pellicola ha talmente fiaccato le nostre difese di spettatori che non si può che accettare passivamente gli ultimi colpi di “genio” (virgolette d’obbligo) del film.

Tipo i missili che inseguono Superman, radiocomandati a distanza da Ross Webster su uno schermo in stile videogame (con tanto di totalizzatore dei punti in alto a destra), oppure quella bolla gelatinosa che intrappola per un po’ Superman, talmente brutta da farlo sembrare un totano finito a nuotare per errore dentro un’enorme mucillagine marina.

“Salviamo i nostri mari, dannazione riciclate ogni tanto!".
Sulla già citata trasformazione in robot-assassina di Vera Webster, diciamo solo che da bambino la scena mi era sembrata molto più riuscita e spaventosa, ma avevo otto anni cazzarola! Rivedendola oggi sembra di guardare un personaggio che ha avuto la sfortuna di avere un barattolo di colla in mano, quando è esploso l’armadio pieno dei pezzi di ricambio di vecchi computer.

MEGA-GA-GA LO MAN, MEGALOMAN.
Negli ultimi minuti di film, Superman svolazza in giro a sistemare i guai combinati nel corso della pellicola (compresa la seconda parte della gag della torre di Pisa, di cui nessuno sentiva il bisogno, forse giusto qualche Livornese), purtroppo per quanto onnipotente “Big Blue” non ha i poteri necessari a sistemare il vero disastro, ovvero il film stesso.

Pisani e Livornesi fate la pace!
Eppure, mentre assistevo a questo massacro, non riuscivo a smettere di pensare ad un dettaglio: sappiamo ormai che per Richard Donner, il suo licenziamento mentre era al lavoro su Superman II è stato un vero dolore, da cui il nostro ha provato a riprendersi provando a dirigere film completamente diversi. Quando dico che Donner mi ha fatto da balia, penso anche a film come “Giocattolo ad ore” (1982) il classico film che guardavo da bambino, in quelle mattine in cui ero a casa malato da scuola, una storiella che ricordo adorabile con protagonista… Richard Pryor!

Non solo in quel film, Richard Pryor si ritrovava ad indossare un pigiama di Spider-Man (ovvero la concorrenza della, ehm, Distinta Concorrenza, rappresentata da Superman), ma era diretto da Donner. Ora, pur essendo chiaramente la nota stonata in un film come “Superman III”, Pryor è stato un grandissimo comico che ho adorato in un sacco di film, quindi siamo sicuri che Donner non abbia mandato un suo uomo fidato, come un commando dietro le linee sul set di “Superman III”, per vendicarsi del suo licenziamento? Chi meglio dell’uomo che ha portato per la prima volta al cinema Superman, poteva sapere che per fermarlo, ci voleva Richard “Kryptonite” Pryor? Meditate gente, meditate!

Un classico della mia infanzia in realtà era la vendetta di Richard Donner!
Ed occhio perché la rubrica continuerà a volare alto, oppure molto basso, perché il prossimo capitolo è ancora più famigerato del film di oggi, ci vediamo tra sette giorni!

Non perdetevi la locandina d'epoca del film su IPMP!

58 commenti:

  1. Da piccolo l'ho visto un paio di volte ma saranno veramente 30 anni o giù di là che non me lo riguardo più. Già da ragazzino però lo sentivo "sbagliato". Lo ricordo divertente e "strambo" (tipo che sciano su di un grattacielo!) ma non era il vero Superman che non si vedeva praticamente mai. Tutto era Pryor-centrico! E il tuo post non ha fatto altro che confermarmi sta cosa.

    Visto che non ho tempo di recuperarlo, mi tengo il ricordo! Ah, io che sono cresciuto con Pryor (e con Wilder), ho anch'io il mio film del cuore: "Chi più spende più guadagna".

    Domanda (credo) scema da non lettore di fumetti. Mi sono sempre chiesto perché New York nei film di Superman viene chiamata Metropolis e Gotham City in quelli di Batman quando è palese che è la Grande Mela. C'è una qualche spiegazione? Non credo sia dovuto ai copyright o cavolate varie. Magari nei fumetti le cose sono differenti che ne so... Magari esiste proprio un'immaginaria Metropolis che è diversa da NY. Capo, che mi dici?

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    1. Tu lo ricordavi meglio di me, anche se anche io non lo rivedevo da una ventina d’anni. Ricordavo tutte le scene decenti, tipo la mietitrebbia e il lago ghiacciato, ricordavo benissimo la locandina ma Pryor lo avevo proprio rimosso. Rivedendolo ho capito perché ricordavo così bene quelle scene, erano anche le uniche in cui Superman fa davvero qualcosa nel film!

      Questo è un film sbagliato, anche io voglio molto bene a Pryor, anche per i suoi film con Wilder (“Non guardarmi non ti sento” altro classico della mia infanzia), infatti ho pensato subito a “Giocattolo ad ore”, purtroppo qui è usato troppo e spesso anche molto male.

      Non vorrei dire una caSSata, ma mi pare che nei fumetti della Distinta Concorrenza, New York esista ma esistono anche Metropolis e Gotham City che sono le città principali. “Superman” è un fumetto nato nel 1938, “Batman” è iniziato l’anno successivo, era usanza usare città immaginarie, sto pensando anche a “The Spirit” che agiva nella sua Central City. È stata la Marvel a iniziare ad utilizzare città reali, proprio perché distinguersi e inseguire il loro motto dei “Super eroi con super problemi”, è più facile per un ragazzo immedesimarsi con Peter Parker che vive in una New York identica a quella reale.

      Il vantaggio della Distinta Concorrenza è che facendo così, puoi creare parti della città a tuo piacimento, sto pensando a “Il calderone” il peggior quartiere di Gotham City, che è nato negli anni ’90, potere alla fantasia ;-) Cheers!

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    2. Central City era anche il nome in cui esordiscono i Fantastic Four. DC ha USA a suo uso e consumo con Washington, New York , ma anche Gotham e Metropolis. Non tutti i fans apprezzano.

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    3. Anche io trovo che utilizzare le città reali è una trovata migliore, poi ci sta inventarsi luoghi immaginari, l’altra faccia della medaglia è che Metropolis e Gotham City hanno un loro carattere, nei film di Batman mostrare una città all’altezza ad esempio, è molto importante. Cheers!

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  2. ottima recensione grazie.

    lo vidi mille anni fa e mi piacque.

    mi ricordo la scena di richard pryor ( io ho colleghi così!!!) che ruba alla ditta dei soldi grazie alla sua abilità di hacker.

    e il giorno dopo si presenta al lavoro in ferrari!!!

    genio assoluto.

    rdm

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    1. Grazie mille capo! ;-) Hai dei colleghi hacker? Beati loro! Io sgommerei via in Ferrari dopo aver dato le dimissioni. Giusto ieri ho letto in rete di un impiegato di banca in Brasile, che al suo ultimo giorno di lavoro si è presentato al lavoro vestito da Spider-Man. Ma Pryor lo ha battuto ;-) Cheers!

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  3. Gotham è l'antico nome di Nuova York. Metropolis è la Chicago della DC. Nel tempo ha assunto l'aspetto di una città futuribile e luminosa - con il lato oscuro dei Suicide Slums - che nella versione cartoon ammicca anche al film di Fritz Lang.

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    1. Ecco ci vuole qualcuno con più ore di lettura di fumetti della Distinta Concorrenza di me ;-) Ricordavo proprio il contrario, che Gotham fosse l’equivalente di Chicago, avevo fatto un’associazione mentale tutta mia tra gangster di Chicago e criminalità di Gotham. Grazie per la precisazione! Cheers

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    2. E Gotham - forse una dele città più pericolose del mondo in stati non in guerra - ha avuto un paio di cupi upgrade: 1) Vanity City in cui si muove lo Aztek di Morrison/Millar/Harris 2) Bludhaven, vicina di Gotham ed ex città fondata da cacciatori di balene, che è stata la location, per esempio, della cinetica prima serie regolare di Nightwing di Dixon/McDaniel.

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    3. Esatto, pensavo proprio a trovate così, la Marvel queste trovate non possono giocarsele, loro di solito mandano i loro eroi a San Francisco quando vogliono cambiare aria ;-) Cheers!

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  4. Bob Vaughn è il mio attore preferito da quando ho visto l'orologio del Comodoro , episodio fuori dagli schemi della serie Columbo/Colombo in cui , per una volta, lo schema secondo il quale all'inizio dell'episodio lo spettatore segue il delitto e poi lo stropicciato tenente che gioca al gatto con topo fino al momento in cui inchioda l'assassino. Bob era stato incriminato da Peter Falk anche su una nave da crociera, ma si trattava di una storia tradizionale che non raggiungeva la luccicanza del Comodoro.
    Credo che la cosa abbia lavorato a livello subconscio nel bimbo bislacco che fui perché , sebbene non consideri SUPES III un film memorabile, per anni ho detto cose come " sei stato uno zinzino birichino ".

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    1. Robert Vaughn ha sempre trasformato in oro tutto quello che faceva, trattando il cinema e la tv con la stessa professionalità prima che le serie tv diventassero il cinema 2.0. Roba davvero molto molto rara, ecco perché qui, che risulta così anonimo, da proprio la dimensione di quante cosa sia riuscito a sprecare questo film. Cheers!

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  5. La trasformazione in Robot me la ricordo come una cosa spaventosa. Ma, come giustamente dici tu, avevo 7-8 anni. Per il resto sì, questo film è vergognoso.

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    1. Oh meno male, allora non sono il solo! Sul serio la ricordavo qualcosa al limite dell’horror, che per un bambino macabro come me, è sempre stato sinonimo di figata. Mamma mia come passa il tempo! Cheers

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  6. Questo è stato il primo della serie che ho visto, mentre non ho mai recuperato il IV (tocca a te, ora :D ).

    Lo ricordo "sbagliato" già da piccolo, ma solo perchè in contemporanea già seguivo Lois & Clark (a proposito di notevoli Lois Lane: ma di Teri Hatcher ne abbiamo mai parlato? Forse l'unica attrice ad essere stata gnocca per 4 decenni di fila: '80 in Tango & Cash, '90 in L&C e 2000 e 2010 con Desperate Housewifes!), pure quello però poi declinato con trame insulse tipo l'ultima stagione dedicata a quei c***i di problemi di fertilità dei Kryptoniani...

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    1. Sono pronto ad affrontare la sfida, il quarto film lo è davvero! Penso che le prime scene di “Man of steel” siano il seguito di quell’ultima stagione ;-) Teri Hatcher era bellissima, ora è tutta devastata ma sempre stata davvero niente male, un personaggio che è sempre stato interpretato da attrici una meglio dell’altra, con risultati diversi, ma a bellezza, niente da dire davvero. Cheers!

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  7. La trasformazione in robot l'ho rimossa, ricordo il trucchetto iniziale con qui Pryor frega i soldi, non ricordavo però che diventasse un tale genio dei computer in così poco tempo! ricordo anche la "pista da sci".. comunque film molto dimenticabile, ma si può anche fare peggio, come vedremo col quarto!

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    1. ecco in effetti quella scena già da piccolo la trovavo strana: ci sta che Pryor scopra un exploit del software di pagamento per fregare piccole cifre ai vari dipendenti (io sono riuscito ad infiltrarmi per caso nel wifi dell'aereoporto Kennedy di NY questa estate...)... ma com'è che diventa all'improvviso un hacker onnipotente?

      delle scene descritte le ricordo praticamente tutte, tranne la trasformazione in cyberman... manco fosse un episodio di Doctor Who!

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    2. Nella prima scena è un disoccupato, quando esce dall’ufficio di collocamento vede un volantino per un corso di computer, una velocissima scena in cui con una domanda mette in crisi il professore che insegna alla classe cosa sono i computer, e un attimo dopo sta già fregando i soldi. Tempo totale, si e no tre minuti. Il quarto è in rampa di lancio ;-) Cheers

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    3. Era ancora un periodo in cui il grande pubblico non aveva grossa familiarità con i computer, “Wargames” sarebbe uscito lo stesso anno, è l’unica spiegazione che riesco a pensare, se non una certa sciatteria nella scrittura. Ma magari i Cyberman, nel loro essere posticcio risultano ancora più robotici di questa trasformazione ;-) Cheers

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    4. Già! All' epoca pareva quasi fantascienza.

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  8. Oddioddioddio muoro! :-D
    M'hai fatto morire e ho deciso che non rivedrò questo film, che non rivedo da circa trent'anni. Va bene ridere qui, ma vederlo sul serio mi farebbe troppo male...
    So che all'epoca Pryor era uno stand up comedian di enorme successo, anche perché affrontava molte scottanti tematiche sulla razza e spaccava sin dagli anni '70: portarlo al cinema è stato il modo scelto dalla bianca Hollywood di disattivare una "minaccia nera" :-P
    Eddie Murphy veniva dallo stesso mondo ma lui giocava di più con le imitazioni e le battute: Pryor era black dynamite che non dava resti a nessuno.

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    1. Ti assicuro che mi sono divertito più a scriverne che a rivederlo, molto felice di strappare qualche risata, un obbiettivo di questo blog ;-) Di sicuro la sua parodia di Superman ha influito, una cosa del tipo, fa ridere il pubblico, mettiamolo anche nel film, ma dici bene hanno spento la sua miccia con una secchiata d’acqua. Eddie Murphy era più fisico come comico, e forse aveva un po’ più di possibilità di variare nei ruoli. Esatto Pryor era come black dynamite ;-) Cheers!

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  9. Film molto brutto, ma anche a me la scena della trasformazione in robot di Vera Webster aveva inquietato tantissimo, all'epoca!

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    1. Secondo me era il primo piano sugli occhi “ciechi”, comunque mi fa piacere vedere che non sono l’unico a ricordare quella scena all’limite dell’horror (nel senso migliore possibile). Cheers!

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  10. "Un Superman allegro, dove l'antagonismo si stempera nell'ironia" commentava un critico dalle colonne del Messaggero, ai tempi. E al cinema ebbi esattamente quella sensazione. Nel contesto dell'epoca, le trovate sul supercomputer sembrano meno sconcertanti. Oggi siamo tutti più informati, e le pecche che non troviamo noi, le troviamo su Internet.
    Comunque: Moore e Miller dovevano ancora portare i Supereroi nell'era adulta, quindi i film su Supes dovevano per forza essere cose da bambini, oppure 'comics', appunto, delle comiche. Donner era 10 anni avanti, e nessuno se n'era accorto.
    Lester invece è vecchia scuola, e infatti realizza una commedia coi superpoteri, roba vecchissima che ci hano riproposto di recente in tutte le salse.

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    1. Va anche un po’ contestualizzato alla sua data di uscita, prima ho citato “Wargames” che per me ha un po’ sdoganato i computer al cinema, ed era proprio del 1983. Hai riassunto benissimo, Donner era 10 anni avanti, infatti per 10 anni, l’unico film di super eroi che metteva tutto d’accordo era il suo “Superman”. Cheers!

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    2. Già! Il supercomputer ed il satellite ci stanno. Poi quello del clima è un argomento strettamente attuale purtroppo. Peccato per il resto... e dire che CR anche in questo caso, come detto, è bravissimo ad far sembrare i due superman due personaggi diversi!

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    3. Ci riusciva benissimo con Supes e Clark, qui dimostra ancora una volta che non era certo un caso se tutti ancora lo ricordano come il miglior Superman di sempre ;-) Cheers

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  11. Hai ragione da vedere, un film che riesce quasi ad affossare il tizio in calzamaglia blu con trovate comiche che ti fanno ridere solo da bambini.

    Comunque oggi come ieri ogni volta che lo guardo non riesco ad non rimanere affascinato da quei computer giganteschi, con i loro nastri magnetici in movimento e lucine/beep a ogni scena.

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    1. Incredibile l’evoluzione, roba che una volta occupava una stanza ora la teniamo in tasca ;-) Infatti rivedendolo ho scoperto che le parti comiche le ho dimenticate, mentre in testa mi sono rimasti i momenti in cui Big Blue fa cose da super eroe, l’imprinting di Richard Donner mi è rimasto ;-) Cheers

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  12. piccola annotazione: nella recensione ti meraviglia il fatto che Webster faccia grandiosi piani con protagonista il caffè colombiano, ma fin da piccolo l'ho sempre inquadrato come una moda comica anni '80!
    Dopotutto, anche in "Una poltrona per due" alla Borsa di NY fanno vedere oro, argento, petrolio, ma poi i protagonisti si arricchiscono con il succo di frutta (e prima ancora trattano la pancetta!)!!!
    Non so se sia nata con questo intento, ma ho sempre pensato che si trattasse di una parodia ai film wallstreetiani "seri"

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    1. Oppure era un modo per parlare di esportazioni della Colombia, senza parlare di quella polverina bianca, che agli Yuppi di Wall Street piaceva tanto, in un film che comunque avrebbe un target più giovane? Ma mi piace di più la tua teoria, poi mi porti “Una poltrona per due” per avvalorarla, quindi ti do subito ragione ;-) Cheers!

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  13. Mazza, ma come fate a non rivedere questi film da anni che ripassano ogni 3 per 2!?! XD
    Comunque veramente, bisognerà capire cosa passò ai Salkind in quel periodo! Avevano avuto successo con 2 film dotati di epica e drammaticità e si mettono ad inserire queste trovate!?! Uno aspetta di gasarsi con i titoli di testa ed invece si ritrova un corto da cinema muto! o-O Oltre a chiedersi di aver sbagliato film con la scena precedente.
    Il tornare a "Smallville" e il Superman cattivo sono belle trovate. Peccato che siano le uniche! Come scritto, cattivi macchietta, RP che diventa un hacker dall' oggi al domani... trovata della kryptonite tossica trash... mah!
    La gag della torre è l' unica divertente.
    Sembra di vedere due film diversi, uno di Pryor ed uno di Superman che ad un certo punto si incontrano! o-O
    Eh, eh! Anche a me faceva paura la scena del robot ai tempi. XD
    Riguardo il computer, si vede che ormai stava entrando nel quotidiano visto che quell' anno uscì pure "Wargames".
    Però ha comunque la sua aura di simpatia. Certo, fu un mezzo flop meritato!

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    1. a quanto mi risulta, l'idea iniziale dei Salkind era proprio fare una versione camp sullo stile del Batman televisivo. Pensa che uno dei copioni originali del primo film prevedeva Superman che in mezzo alla folla che catturava Luthor per la pelata... tranne accorgersi di aver sbagliato e aver preso Telly Savalas nelle vesti di Kojak che gli offriva un lecca-lecca!

      La loro fortuna è stato aver ingaggiato Richard Donner!

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    2. Per fortuna non hanno scomodato Telly Savalas, siamo stati fortunati! ;-) Cheers

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  14. Ragazzi, io non compro le guide tv, ma visto che domenica scora hanno fatto Superman II su Italia 1 al pomeriggio, immagino che ora ci tocca il 3.
    Questo film io ebbi la sfortuna di rivederlo molti anni fa.
    Beccai l'inizio con le gag dei newyorkesi (il cieco ecc...) e mi faceva pure ridere, e pensai " che razza di film comico è ? Un nuovo film dei fratelli Zucker ?"
    E invece era Superman !
    E andando era pure peggio !
    Ma poi Cassidy,lo sai che Toriyama, col suo Dragon Ball , copiava di brutto Superman ?
    Il Tori è un fan del personaggio e le citazioni sono molteplici , ( da Goku che è un alieno giunto bambino su una capsula menre il suo pianeta esplode, alla super forza dovuta alla maggiore gravità ,al nome alieno che inizia con la K e pure il combattimento tra Supes buono e cattivo viene citato nel manga nella lotta tra Majin Bu buono e malvagio! )

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    1. Adesso aspettiamo sabato per vedere se Italia 1 segue la programmazione in ordine ;-) Bellissima questa cosa, "Dragon Ball" lo conosco molto bene, ma non avevo mai fatto il collegamento, in effetti si, i riferimenti sono chiarissimi ;-) Cheers!

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    2. ho controllato la programmazione, ma saltano direttamente al IV :(

      non so come siano combinati coi diritti, perchè in effetti il 3 mi spunta su quelli scaricabili su Sky On Demand (ogni volta che accendo mi spunta la locandina coi baffoni di Pryor in braccio a Superman...)

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    3. Come al quarto? Si sono messi in testa di superarmi? ;-) Cheers!

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  15. Ho sempre provato antipatia per questo film (e mi duole dirlo, anche per il compianto Pyor)... cosa che neanche la lotta dei due Superman e della donna robotizzata (elementi di per sè efficaci) ha mai stemperato. Di tutte le scene comiche di Pryor ne ricordo solo una assurdissima: la sciata sul tetto del grattacielo con lui che precipita e si salva a culo!
    Riguardo la scena finale col venditore pisano mi sono sempre chiesto, e ancora me lo chiedo, perché cantasse "Comme facette mammeta" in toscano... se fosse un'idea dello script originale o un'invenzione del nostro doppiaggio.

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    1. https://www.youtube.com/watch?v=TQuThW5c4DQ

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    2. Lo stesso Reeve ha dichiarato, tempo dopo che la scena degli sci, a lui non faceva proprio ridere (storia vera) aggiungo, non solo a lui. Cheers!

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    3. Grazie Andrea, sei una sicurezza ;-) Cheers

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    4. Ahah grazie per il link! Non so se riderne o piangerne... praticamente il doppiaggio italiano ha cercato maldestramente di aggiustare uno stereotipo sballato di suo! Come quando in un anime (forse Daitarn III, non ricordo) si vide un gondoliere cantare "'O sole mio"! XD

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    5. Correggere un errore con un errore, insomma un panino imbottito con il disastro ;-) Cheers

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    6. Alla fine in originale manco era un errore, dato che fino a una ventina di anni fa i venditori di souvenir in tutta Italia, 9 su 10, erano partenopei, con le loro mitiche riproduzioni farlocche. Oggi sono cingalesi o giù di lì, quelli che noi chiamano tutti indiani 😜

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    7. Che poi almeno vendessero la città in bottiglia di Kandor, almeno per restare in tema ;-) Cheers

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  16. Però attenzione: il "'O sole mio" di Daitarn è così anche in giapponese !
    Ricapitolando: film orribile, di ci è meglio "giocattolo a ore " ( che dal titolo sembra più un pornazzo che un film per famiglie) e di cui ho un bel ricordo ( ed è molto anni 80 )

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    1. Non lo sapevo ma non lo escludevo... infatti lo dicevo a prescindere, proprio in virtù del fatto che all'estero le differenze regionali sembra non le considerino proprio.

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    2. sì, "O Sole Mio" in bocca ai gondolieri è un topos che c'hanno gli stranieri...

      c'è anche in una storia di Topolino made in USA:
      https://2.bp.blogspot.com/N6x5e_-a4-BFQgE0jg_O9JHroXUbZI7m9dHzRvfjRrh-_eE2JfLarD0w0yXRV3V01vKBFzSoqimw=s0

      che però quando venne tradotta da noi diventa "giustamente" una tipica canzone veneziana:
      https://i.postimg.cc/9c3GYqy1/sole.jpg

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    3. I gondolieri veneziani colpiscono sempre l'immaginario degli stranieri, non conoscevo la storia di topolino bella chicca! Cheers

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  17. Sì, l'aspetto è strano di questo film, eppure funziona, chissà perché :D

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    1. Secondo me per via di Reeve, non ho altre spiegazioni. Cheers!

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  18. Grazie al palinsesto a cazzo di Italia 1, che questo sabato ha saltato il III, passando il IV ma ad un orario anticipato, non ho visto nessuno dei due e mi sono ricordato perché molti anni fa smisi di guardare la TV (riprendendo per curiosità prima dell'estate - avevo messo il televisore grande dove c'era l'unica presa dell'antenna - e per forza di cause da settembre - casa nuova, senza ADLS, quindi i film li scaricavo quando andavo a trovare i miei, e un PC rotto dai primi di dicembre).
    Pazienza, sei riuscito a riassumerlo alla grande, tanto che meriteresti una audio sul dvd, accanto ai commenti del regista: i commenti di Cassidy!
    Sicuramente il peggiore dei 4 ma un supermamiano come me riesce a restargli affezionato per le piccole cose buone che citi, soprattutto quella della lotta tra i due Kal, per la quale concordo in toto. Avrei solo fatto una lotta tra Superman sporco e Superman pulito, togliendo Clark. Ho sempre adorato le battaglie tra doppelganger, fin da quando vidi una cover gallery sul quindicinale della Play Press (come puoi non innamorarti di questo genere dopo che alle medie ti capita una copertina del genere firmata da Nello Adami?).
    Non sapevo, o non ricordavo, del precedente di Pryor prima di essere preso per il film, ora mi spiego la scena con la tovaglia 😝
    Una pellicola che andrebbe rivista solo per sketch, perché alcuni sono belli (quelli con Superman e Clark a Smallville, una rivincita per l'umiliazione della pulizia delle divise del primo, "ho corso" non era abbastanza), altri sono divertenti ma che c'entrano poco col personaggio. Unito tutto insieme come un puzzle, esce una brutta figura 😁

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    1. Sarebbe un onore! Gentilissimo ;-) Nello Adami è tantissima roba, lo scontro tra Superman(s) di questo film è la cosa che si avvicina di più a quella bella copertina. Ricordavo anche io singoli momenti riusciti, ci sono, solo che sono sparsi in un film che dici bene, fa una brutta figura. Cheers!

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  19. Lo confesso: a me questo povero e fin troppo bistrattato Superman III piacque proprio per il suo stile cartoonesco/caricaturale, dove praticamente quasi nulla poteva -protagonisti "cattivi" in primis- essere preso sul serio (se escludiamo l'interessante e in gran parte riuscito tentativo di mostrare un Superman malvagio) ;-) ... di sicuro, ne ho un ricordo assai migliore rispetto al più che raffazzonato -a partire da un villain banale e dimenticabilissimo- quarto capitolo.

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    1. Resta una guerra tra poveri, perché entrambi i film sono indifendibili, ma se non altro il quarto capitolo provava a fare un film su Superman non uno di Richard Pryor. Anche se poi qui i momenti dedicati all’uomo d’acciaio, almeno si ricordano, anche se sono pochini. Cheers!

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