giovedì 13 dicembre 2018

Rocky II (1979): mangiare saette e cacare fulmini

Anche se in uno strambo Paese a forma di scarpa toccherà aspettare più del necessario, nel resto del mondo sta per uscire il secondo capitolo di Creed, quindi è proprio il momento giusto per completare la rassegna di film su Rocky con una rubrica che ho deciso di intitolare… Win Rocky Win!
L’enorme successo di critica e pubblico di Rocky cambia per sempre la vita di Sylvester Stallone che passa in un attimo dall’essere uno sconosciuto spiantato costretto a vendere il suo adorato bullmastiff di nome Butkus (Birillo, nella versione italiana del film) per 40 dollari ad essere una delle più grandi star del pianeta. Rocky oltre ad diventare di colpo un classico del cinema, ha saputo imporsi come uno dei film di riferimento della New Hollywood creando un’icona cinematografica amatissima dal pubblico ancora oggi, un trionfo di critica che ha esaltato il pubblico. Sul finire degli anni ’70 il personaggio di Rocky Balboa ha scatenato un moto d’orgoglio tra i ragazzi italo-americani che si riconoscevano in lui e, per amore di cronaca, Sylvester Stallone si è ripreso anche il suo Butkus, ricomprandolo dal tizio a cui lo aveva venduto per 150 dollari, una rapina, ma, per lo stesso Stallone, è valso ogni centesimo speso (Storia vera).

Poi dicono che i cani non somigliano ai padroni, tzè!
A fronte di un trionfo di questo livello, un seguito non poteva tardare ad arrivare, ma il regista John G. Avildsen era già impegnato con altri film, quindi il problema per i due principali produttori Winkler e Chartoff era trovare un sostituto. Stallone non aveva dubbi: "Ehi, che problema c’è ragazzi? Lo dirigo io il film, ho appena diretto “Taverna paradiso” (1978) posso farlo io questo, io lo so cosa vuole il pubblico". Quello che Winkler e Chartoff non volevano ricordare a Sly è che “Taverna paradiso” è stato un fiasco clamoroso, ma senza di lui non potrebbe esistere Rocky, quindi tra di dubbi generali, Stallone si conquista entrambi i lati della macchina da presa, davanti come protagonista e dietro come regista, ruolo che non avrebbe più abbandonato fino al quinto capitolo.

Già il quinto capitolo... “Rocky II” soffre dello stesso problema del suo cugino con la “V” nel titolo: entrambi hanno la sfiga di arrivare dopo un capitolo amatissimo, entrambi hanno il compito di portare avanti la storia di Rocky, Adriana, Paulie, Mickey e tutti gli altri personaggi, ma anche di replicarne il successo. Per “Rocky II” stallone aveva diversi piani, una serie di tentativi per sparare in aria sperando di colpire qualcosa.

Voglio talmente bene a tutti, che è come se fossero di famiglia.
In una prima bozza di sceneggiatura, Rocky avrebbe dovuto intraprendere la carriera politica fino a venire eletto al senato degli Stati Uniti, in un’altra versione, la rivincita tra Apollo e Rocky avrebbe dovuto essere combattuta su un ring al centro del Colosseo, strizzatona d’occhio allo scontro finale tra Chuck Norris e Bruce Lee nel finale di L'urlo di chen terrorizza anche l'occidente. Inoltre, Stallone voleva in qualche modo rendere omaggio al pugile Chuck Wepner che con il suo eroico resistere nel suo match contro Muhammad Ali, ha ispirato l’idea per il personaggio di Rocky, peccato che Wepner considerato davvero troppo scarso come attore, fu tagliato insieme al suo personaggio nel film, anche se poi in qualche modo Wepner al cinema ci è arrivato lo stesso, nel film “The Bleeder” (Chuck, 2016) interpretato da Liev Schreiber.

Alla fine Stallone trova una via di mezzo, tenendo conto delle conseguenze del primo capitolo come i seguiti dovrebbero sempre fare, ma anche di qualche elemento autobiografico. Uno degli elementi centrali nella trama di “Rocky II” è come i miti del pubblico, possano venir dimenticati molto in fretta, un’esperienza che lo stesso Stallone ha provato sulla sua pelle dopo il flop di un film a cui lui teneva molto come “Taverna paradiso” (di cui ha curato tutti gli aspetti anche le musiche con il fratello Frank) e di “F.I.S.T.” (1978) film di Norman Jewison scritto da Sly, che abbiamo visto in 67 credo.

“Te li do io i ‘Fist’, in faccia te li do!”.
“Rocky II” ha la sfiga di voler tenere i piedi in troppe staffe: da una parte cerca di replicare la formula magica del primo capitolo, un film in puro stile anni ’70, con personaggi scritti ed interpretati alla grande, una favola proletaria su un eroe comune, dall’altra cerca di dare al pubblico quello che vuole... Quindi, parliamo dell’elefante al centro della stanza: il finale di Rocky.

Quelli che conoscono il film solo per la sua fama, spesso si stupiscono di scoprire che alla fine del primo capitolo Rocky perde l’incontro contro Apollo Creed, guardando il film è chiaro che sì, Rocky perde ai punti il match, ma vince la sfida con sé stesso e l’amore di Adriana, ma sempre di un incontro perso sul suo tabellino stiamo parlando. Proprio in quest’ottica “Rocky II” fa un passo in direzione di tutti quei ragazzi italo-americani di cui parlavo prima che vorrebbero vedere vincere il personaggio, ma anche di conservare la sua natura intima da piccolo spaccato d’America degli anni ’70. Per assurdo, dal prossimo capitolo in poi (a breve su queste Bare) lo stile esagerato degli anni ’80 avrebbe regalato alla pellicola molto più carattere, “Rocky II”, invece, è un po’ alla ricerca di una sua identità per questo è un film più facile per il grande pubblico (ha portato a casa 200 milioni di ex presidenti spirati stampati su carta verde), ma anche più facilone per il suo contenuto.

“Mickey non sarà mica quella di Banderas?” , “Che ti frega? Un giorno lo farai recitare con te e pace fatta”.
Un film che azzecca molte trovate che diventeranno un classico di questa serie, ma che per una buona parte si dilunga con soluzioni di sceneggiatura non ispirate come quelle del primo capitolo, anche se “Rocky II” proprio come il suo illustre predecessore, sfoggia dosi così abbondanti di cuore che è davvero impossibile non appassionarsi ancora al nuovo capitolo della vita di personaggi tanto realistici e riusciti.

La prima delle trovate azzeccate è cominciare il film un minuto dopo la fine del precedente, riprendendo l’ultima scena: la scena di Apollo che lancia la sua sfida a Rocky, mentre sono entrambi pesti e in carrozzella mi fa sempre ridere che ci volete fare. Per il resto, Sylvester Stallone sfoggia un livello di umiltà notevole, con la consapevolezza dei propri pregi e dei propri limiti tipica degli sportivi, qui non si monta la testa e recita (e scrive) Rocky come lo stesso ragazzone ignorante del primo film, uno che ha tratto il meglio dalla grande occasione della sua vita ed ora, va bene così, vorrebbe solo vivere tranquillo con la sua Adriana e magari concedersi qualche lusso. Il tutto mentre Apollo schiuma di rabbia, vorrebbe una rivincita per sbattere al tappeto una volta e per sempre Rocky, facendo rimangiare a tutti quelli che lo criticano per aver vinto ai punti, tutte le loro belle letterine di protesta e ti va bene che nel 1979 non esistevano i Social-così Apò, considerati fortunato!
“No ma questo è troppo scemo, dargli un sacco di botte è beneficenza”.
“Rocky II” cercando di ricalcare la formula del primo film, si gioca un sacco di momenti quasi intimi, legati a Rocky ad Adriana che vanno dal molto bello all’abbastanza scadente facendo dondolare sinistramente l’efficacia del film, tra quelli riuscitissimi, non ascolto ragioni mi spiace, ci metto di sicuro la scena dello Zoo che non è bella come la pattinata sul ghiaccio del primo film, ma a cui voglio benissimo lo stesso, non sono molto propenso che animali vengano chiusi dentro a delle gabbie, ma quella scena lì è talmente riuscita che mi spiace non ci siano abbastanza tigri negli Zoo per fare proposte di matrimonio. Sul serio, quando Rocky solleva il paraorecchie di Adriana per assicurarsi di essere sentito per bene non sembra nemmeno di guardare due attori che recitano, gran scena.

Signore alla lettura (tutte e quattro) se un ragazzo vi porta allo Zoo, non è per darvi in pasto alla tigri, magari ha solo visto “Rocky II”.
Meno riusciti e decisamente più didascalici tutti i momenti in cui Rocky cerca di riciclarsi attore negli spot televisivi per monetizzare la sua fama («Io adesso faccio i caroselli possiamo permettercela» un esempio di doppiaggio vecchia maniera che non sentiremo mai più) e, quindi, ci tocca non solo vedere Stallone conciato tipo cavernicolo dentro una gabbia (che vi dicevo prima delle bestie dietro le sbarre?) che è una scena che mi fa sempre friggere sulla sedia, almeno fino al momento in cui Rocky non si rende conto di essere ridicolo, perché, ammettiamolo, la sceneggiatura di Stallone risulta parecchio didascalica.

Rocky gira il suo primo porno spot pubblicitario.
Rocky che compra casa senza nemmeno vedere le stanze al piano superiore, oppure la Trans AM nera decisamente pacchiano (che non sa nemmeno guidare), prima comprata e poi rivenduta a Paulie, tutti momenti scritti in maniera ben poco raffinata che, se non altro, mantengono Rocky (e l’attore che lo interpreta, tanto sono inseparabili uno dall’altro) con i piedi per terra, ma sanno anche tanto di telenovela, perché “Rocky II” ci mette parecchio ed entrare nel vivo per assecondare la sua doppia anima, tocca passare attraverso gli svenimenti di Adriana per il lavoro faticoso al negozio di animali, Rocky che torna a lavorare al mattatoio perché non c’è verso di trovare altro per guadagnarsi da vivere, insomma fino ad arrivare al parto di Adriana e il nuovo arrivato in casa Balboa. Innegabile che i dialoghi filino via sempre alla grande («Se è un maschietto voglio che sia come suo padre», «Non basta uno scemo in famiglia?») donando molto realismo ai personaggi, ma non cambia il fatto che sembra di assistere ad una lunga soap opera.

“Posso chiamarlo Rockino?”, “No”, “Rocky Junior?”, “No”, “Rocky Joe?”, “Ho detto no!”.
Inoltre, da cultore di questa saga, bisogna notare che i problemi all’occhio di Rocky, dovuti al quantitativo esagerato di pugni presi da Apollo nel loro precedente scontro, tengono banco in questo film (e sono il motivo per cui Rocky, mancino come Stallone, deve diventare un pugile che tira di destro), ma poi vengono dimenticati per il resto della saga, il ritorno di Rocky al mondo del pugilato avviene di colpo, con uno stacco netto della regia Stallone ci mostra la conferenza stampa dove viene annunciata la data e il luogo della rivincita, il mitico Spectrum («Va bene lo Spectrum, è a dieci minuti da casa mia») uno dei luoghi simboli di Philadelphia, il leggendario palazzetto abbattuto come da (pessima) tradizione americana nel 2011, sede di centinaia di concerti mitici (gli ultimi a suonarci sono stati i Pearl Jam la notte di Halloween del 2009, storia vera, ho il disco), ma per anni è stato la casa di tutti gli eroi della città dell’amore fraterno, da “Dr J” Julius Erving fino ad Allen Iverson ed, ovviamente, non poteva che essere il luogo del trionfo di Rocky, che sarà pure un personaggio immaginario, ma comunque una statua che lo raffigura, al fondo della mitica scalinata davanti al Philadelphia Museum of Art, lui ce l’ha!

No, non è una metafora sulla fuga dalla paternità, dai fate i bravi!
“Rocky II” è spezzato in due tronconi, ad un certo punto sembra proprio che il piccolo film intimista in stile anni ’70 ceda il passo alla grandiosità che il vastissimo pubblico pagante sta aspettando, il mondo del passaggio di testimone sono le parole di Adriana dal suo letto d’ospedale, Talia Shire nella prima bozza di sceneggiatura, doveva essere presente a bordo ring, anzi, era prevista anche una scena in cui regalava a Rocky la mitica maglietta con su scritto "Win 'Rocky' Win" che ho voluto omaggiare con il titolo della rubrica. Purtroppo, Talia Shire era impegnata sul set di un altro film e nel finale la sua parte è stata ridimensionata, per questo la scena della consegna della t-shirt è stata tagliata, ma non il senso, perché proprio Adriana con le sue parole «Devi fare una cosa per me vinci, vinci» dà letteralmente il via al trionfo della seconda parte del film, non è un caso se la leggendaria “Gonna fly now” di Bill Conti, parta trionfale quando Mickey esclama quello che forse anche il pubblico in sala nel 1979 stava pensando: «Cosa stiamo aspettando, andiamo!».

Come si vede chiunque abbia mai sudato in una palestra per qualunque disciplina.
Bisogna ammettere che il “Training montage” (forse il vero marchio di fabbrica di questa saga) che si vede in “Rocky II” è uno dei più esaltanti, anche perché tra le intuizioni che a lungo termine sono diventate dei classici, segnate anche la sfida che il protagonista deve superare, per dimostrarsi pronto per il match qui rappresentata dalla gallina da catturare, per confermarsi più veloce e agile del suo avversario (Apollo, non la gallina), inoltre ditemi cosa volete, la scena della scalinata 2.0 con Rocky inseguito da tutti i bambini della città non mi è mai piaciuta molto, ma niente (e dico proprio niente) pareggia con una delle mie “Citazioni involontarie” (le frasi prese dai film che usi nella quotidianità) preferite di sempre, specialmente quando sto facendo un gran sforzo fisico (tipo portare le buste della spesa, lo so, ho una vita violenta), ovvero Mickey che motiva Rocky dicendogli: «Devi mangiare saette e cacare fulmini! Ti devono fermare con i lacrimogeni».

Mickey: Icona di classe, maestro di vita.
L’abilità di Stallone come regista è quella di non far calare la tensione, anche se dopo la scalinata 2.0 è chiaro che il tappeto rosso è steso per il trionfo di Rocky, ma il bello del personaggio sta proprio nella sua tenacia e Carl Weathers nei panni di Apollo è una sfida che ha quasi ucciso Rocky la prima volta («Tu andrai giù», «Non farti impressionare», «A te non ti impressionerebbe»). Stallone al suo secondo film da regista si dimostra prontissimo ad affrontare il match proprio come Rocky, una capacità di dirigere le scene sportive con grande dinamismo, portandoti letteralmente sul ring con Apollo e Rocky, mostrando la violenza di ogni colpo, un po’ il motivo per cui quando mi capita di guardare la boxe in tv, poi mi sembra che i pugili si stiano scambiando carezze. Cinema uno, realtà zero.

Non proprio come la si vede in tv, voi che dite?
Il finale è tiratissimo e galvanizzante, dopo la seconda volta che Rocky finisce al tappeto rialzandosi con le parole «Non ci vado più al tappeto» gli ultimi round sono un’unica lunga tirata che termina quasi come una partita di basket, allo scadere con il conto alla rovescia dell’arbitro, il trionfo di resistenza di Rocky, che poi è anche il vero motivo per cui da quarant’anni scalda i cuori. Nel 1979 Stallone lo aveva capito e concede al personaggio simbolo il trionfo totale che il pubblico invocava a gran voce per lui.

Il pubblico voleva questa vittoria e Rocky li ha accontentati!
Continuo a pensare che il primo capitolo sia una pietra miliare, ma assistere ad un autore che regala il proprio personaggio alla cultura popolare con così tanto entusiasmo e sincerità resta roba rara, però ogni volta che finisco di vederlo mi manca qualcosa, sarà perché il primo film non terminava dopo il giudizio degli arbitri (ma con l'abbraccio tra Rocky e Adriana tra la folla), oppure più semplicemente quando assisti ad un pezzo della vita di personaggi così riusciti, seppur immaginari, poi non vuoi abbandonarli così di colpo... Per questo abbiamo il prossimo capitolo della saga e della rubrica, tra sette giorni qui, portatevi i guantoni, andiamo ad affrontare P.E. Baracus!

26 commenti:

  1. Filmone, ma che stiamo a sindacare su qualche difettuccio? Ai tempi odiavo i sequel, li avrei proibiti per legge, poi hanno tirato fuori robe come 'Il padrino II', 'L'impero colpisce ancora' e 'Rocky II' e anch'io mi sono dovuto piegare alla legge del sequel, per non perdermi delle vere perle.
    Questo film è zeppo di frasi storiche e sequenze iconiche, ne hai citate alcune, ma ce ne sono un fracco, tipo la benedizione richiesta al prete, che gli dice di sbrigarsi ad andare all'incontro, o la conferenza stampa con Apollo minacciosissimo e Rocky che sussurra a Mickey 'è ancora incacchiato', o Mickey che facendo vedere i filmati a Rocky del primo incontro gli dice'hai un bel fegato a salire di nuovo sul rimg con quello', oppure, durante l'incontro 'Non ci credo! Mi ha rotto di nuovo il naso!'.
    Insomma, beati quei tempi, dove le sceneggiature erano scritte da sceneggiatori bravi, da dialoghisti con le palle, non c'era il digitale e tutto veniva risolto con magnifiche intuizioni di regia e soluzioni artigianali.
    Certo, il primo capitolo è nella sfera dell'Arte, questo è chiaramente da botteghino, ma è un film fatto con mestiere, e qui il livello del mestiere è davvero alto: ricordiamoci che è un sequel, sarebbe stato troppo chiedergli di più.
    Win Rocky, Win! E io mi gaso abbestia :-)))

    p.s. F.I.S.T. non era male come storia, e neppure Taverna Paradiso, che aveva anche una gran fotografia. I problemi furono, IMFO, che in nessuno dei due Sly menava la gente, nel primo Stallone finisce pure male... ormai il pubblico identificava totalmente Stallone con Rocky.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il mitico padre Carmine ;-) Si il primo è arte, ma anche una pietra miliare per la formazione di ogni cinefilo come si deve, questo è chiaramente fatto per il pubblico, per dar loro la vittoria netta che mancava al primo capitolo, ha tanti difetti e il compito (sporco) di dover spianare la strada ai capitoli successivi, ma ha ancora abbondati dosi di cuore e come hai ben sottolineato, tanti bei dialoghi, mi sono soffermato sulla scena dello Zoo perché la amo molto, ma ci sono gran momenti. Diciamo che resta incastrato tra gli anni ’70 del primo capitolo e gli anni ’80 del terzo.

      “F.I.S.T.” mi piaceva anche parecchio, ma io con Norman Jewison “c’azzuppo” (termine molto tecnico), “Taverna Paradiso” era il titolo a cui Stallone teneva moltissimo, quello che storicamente arriva dopo un successo e di solito fa flop, però è vero, tra Stallone è il suo personaggio più famoso la mimesi è ancora oggi totale. Cheers!

      Elimina
    2. Si! Anche il III ha dei bei dialogoni! Oggi in generale piattume in queste produzioni. Mah!

      Elimina
    3. Non vengono mai citati di dialoghi di questa saga, ma sono ottimi, un lato sottovalutato del talento di sceneggiatore di Stallone, che sa come parlano le persone vere. Cheers!

      Elimina
  2. bel commento .
    divertenti le curiosità-

    non vedo sto film dal 1985 e ne ho un ricordo vaghissimo.


    io vivo a Moncalieri da sempre e sono mezzo Langarolo e mezzo Genovese.

    insomma avrei rivenduto il cane a sly per 1000 dollari!!! ( gli affari sono affari)


    cas un giorno recensisci quel capolavoro ( e lo dico serio ) che è demoliscion man?

    all'epoca giravano foto ( secondo me fotomontaggi ) di sly patanudo e surgelato.
    mettiamola così: il mio ego di maschietto venne messo a dura prova!!!!!!!!!!!!

    grazie


    rdm

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille capo, mi sto divertendo molto a scrivere di questa saga che amo molto, spero gradirai anche i prossimi capitoli ;-) Non hai messo in conto i muscoli di Sly, avresti avuto la faccia di chiedergli 1000 palanche per il suo cagnone? E se s’incazza poi? ;-)

      L’appetito vien mangiando, ho in canna la saga di “Rocky”, almeno un altro titolo con Sly che mi piace molto, e per il 2019 ho piani che prevedono tanto Stallone qui sopra l’anno prossimo, non mi dispiacerebbe avere rivedermi anche “Dredd” e “Demolition Man” due film a cui voglio molto bene!

      Giravano foto? La nostra amica Piera Detassssssssssis lo aveva sbattuto dritto in copertina (storia vera), ma parliamo anche dell’unica rivista di cinema (AL MONDO!) che ha dato una copertina a “Basic Instinct 2” (altra storia vera). Mettiamola così, oltre che a svendere il suo cane per 40 dollari, Sly ha dovuto fare anche altro per fame, per 200 dollari ha girato “The Party at Kitty and Stud's” da noi più celebre come “Lo stallone Italiano” (con ovvi riferimenti al personaggio più famoso di Sly) un film softcore, di cui evidentemente aveva tutti i numeri, citofonare alla redazione di Ciak per conferma. Cheers!

      Elimina
    2. Ricordo bene quel numero di Ciak, per amor di precisione specificarono che Stallone aveva utilizzato un cache-sex, ovvero un coprifallo di gomma... la cosa mi fece scompisciare, ancora oggi mi chiedo 'ma perchè'?

      Elimina
    3. Che poi mi pare che nel montaggio finale del film la famigerata scena di nudo era una roba castissima di dieci secondi, però si sa che la stampa punta sui soliti quattro argomenti, il copri-fallo… Ma perché!? Perché!?! :-D Cheers

      Elimina
  3. gran bel film (e recensione, obv)!

    il punto più basso della saga è IMHO il 3, dove anche il combattimento finale viene reso insolitamente corto... poi aggiustano il tiro e viene fuori il grandioso 4! :D :D :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mille grazie! ;-) Il terzo è il quarto vanno a braccetto, uno fa le prove generali per l’altro, ne parleremo diffusamente nel resto della rubrica, comunque per me il più scarso resta il quinto. Cheers

      Elimina
  4. Se ci pensi, di lì a pochissimo Tom Savini farà i "caroselli" in mutande per "Knightriders": nei film la pubblicità è sempre volgare ed umiliante, ma nessuno la rifiuta mai, nella realtà, neanche all'epoca. Curioso però che sia sempre utilizzata per ritrarre il momento basso della carriera di qualcuno...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cavolo hai ragione, non ho pensato al parallelo, anche se ci sta tutto ;-) Probabilmente perché è il modo più visivo (quindi cinematografico) per rendere il concetto di vendersi, o svendersi. Anche se poi gli attori nella realtà le pubblicità le fanno, anche se spesso vanno dall’altra parte del mondo, anche se ormai con Internet nessun “carosello” resta segreto. Cheers!

      Elimina
  5. Film a cui nonostante tutto voglio molto bene. E' zeppo di difetti, sopratutto se lo si guarda da "adulti" e consapevoli. Ma chissene! Il terzo atto è da godersi in apnea anche se si sa già dai titoli di testa come andrà a finire.
    Sly è stato furbo (e paraculo!) a dare al pubblico ciò che voleva. Una storia semplice con personaggi scritti col pennarello grosso, dove è facile parteggiare per Rocky e odiare Apollo (che diventa da un film all'altro uno stronz@ne, anche se si capisce il perché il cambiamento è lo stesso troppo marcato). Una storia banalotta ma così universale che arriva a tutti e per questo la favola Rocky deve avere un lieto fine totale. Amore, sport, sacrificio. Tutte le tessere del puzzle vanno al loro posto cosa che nel primo capitolo manca (manca la vittoria sul ring. E' superflua e per la trama non serve a nulla ma a molti può aver lasciato l'amaro in bocca).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non lo trovo paraculo, lo trovo sinceramente popolare, nel senso di spudoratamente rivolto al popolo che lo andrà a vedere in sala, il terzo atto è il tappeto rosso steso per quella vittoria, che con senso del dramma (cestistico aggiungo anche) Sly fa arrivare all’ultimo secondo.
      Ha il difetto di non avere ancora una direzione sua, cosa ave il primo capitolo aveva tantissimo e avrà anche il terzo, è facilissimo volere bene a questo film, però non lo sento completamente realizzato come i due capitoli dispari citati. Di sicuro fa venire voglia di vedere il film successivo, il che per una saga è ottimo ;-) Cheers!

      Elimina
    2. Strano. Io Apollo qui non l' ho mai odiato, anzi.

      Elimina
    3. Apollo è l'antagonista, ma non è il cattivo come dicevo sotto, una bella differenza, infatti la sua svolta nel terzo capitolo non è una forzatura, ma una naturale evoluzione. Cheers

      Elimina
  6. Ma li dessero a me i soldi per fare caroselli con quelle due cacciatrici bianche ..... ma di Stallone ospite al Muppet Show non ne parliamo ?
    C'è pure l'episodio uin italiano sul tubo, se non lo hanno tolto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Probabilmente te li darebbero, ma prima dovresti farti 15 round contro Apollo Creed ;-)
      L’ho citato nel posto ma non ho potuto approfondire perché avevo già parecchio materiale su cui scrivere, una delle comparsate più celebri arrivata in un momento di popolarità totale, e poi è un vero spasso ammettiamolo ;-) Cheers

      Elimina
  7. Wow che hai tirato fuori oggi. Ovviamente anche io preferisco il primo capitolo, ma questo se la cava egregiamente al suo cospetto. Mi è decisamente molto più indigesto il prossimo capitolo rispetto a questo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ero un po’ che volevo completare la rubrica su Rocky, finalmente ho trovato il momento giusto per farlo ;-) Alla fine è un seguito a cui si vuole bene, ma povero “Rocky III” me lo state criticando tutti, a questo punto non vedo l’ora di scambiarci i pareri ;-) Cheers!

      Elimina
  8. E' imparagonabile il quinto con questo secondo, un capitolo davvero degno dello straordinario primo ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me hanno la stessa tipologia di "problemi" (se così possiamo definirli) ma nel quinto sono portati all'estremo, ne parleremo ;-) Questo invece alla fine si fa voler bene, non per forza poco. Cheers!

      Elimina
  9. Hai ragione, non è bello come il primo film ma si fa guardare ben volentieri (poi le scene di vita quotidiana hanno il loro perché e ti fanno comprendere l'arco di trasformazione del personaggio).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero, insieme ai dialoghi sono i momenti in cui i personaggi sembrano più veri e realistici. Cheers!

      Elimina
  10. A me questo II è sempre piaciuto un sacco. Sarà anche perché Mickey ed Apollo sono anche più caratterizzati. A proposito, bello che il nostro Creed ce lo facciano sempre tenere in simpatia, "vittima" della stampa, cosa purtroppo tremendamente attuale e, come hai detto, meno male che non c' erano i social XD.
    Poi continua il lato romantico della saga. Non ho mai capito perché Adriana e Rocky non vengono mai o quasi citati tra le migliori coppie! Almeno non mi è capitato.
    Il fatto che anche qui la boxe rimanga sullo sfondo è azzecccata. Unico neo per me è la svolta frettolosa della rivincita all' inizio rispetto al finale del film.
    Come hai scritto ha un andamento meno minimale del precedente e più pompato a livello sentimentale, però il tutto non scade nella melansagine.
    Forse la stessa produzione e Sly pensarono che i primi due erano un po troppo lunghi e il III ed IV li hanno fatti più corti. Boh!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per me il rapporto tra Rocky e Adriana è bellissimo, purtroppo si ferma alla scena dello Zoo, perché poi Adriana è finita un po' troppo in secondo piano. Apollo è un gran personaggio, è l'antagonista, ma non è un cattivo, i cattivi veri inizieranno ad arrivare dal terzo capitolo in poi. Secondo me le due cose sono legate, il quarto, che è il più stilizzato (ed estremo nell'estetica) è anche quello che dura di meno se ci pensi. Cheers!

      Elimina