Questa undicesima stagione di “Doctor Who” resta un rebus
irrisolvibile per chiunque, che ad ogni nuovo episodio mi fa pensare che
l’unico che ci abbia capito qualcosa è solo Bruce Springsteen quando cantava:
One step up and two steps back.
Sembra abbastanza chiaro che dopo
Rosa e
Demons of punjab,
gli episodi ambientati nel passato siano quelli che vengono fuori meglio sotto
la gestione di Chris Chibnall, la sceneggiatrice Joy Wilkinson che esordisce su
questa serie con questa puntata (ma la vedremo al lavoro anche sulla prossima)
porta subito Thirteen e il Team Tardis in un’ambientazione interessante, il
diciassettesimo secolo proprio nel bel mezzo della caccia dalle streghe nel
Lancashire.
Basta vedere la giovane Willa disperarsi per la sua povera
nonna, processata come strega tramite il metodo, altamente scientifico
lasciatemi aggiungere, dell’affogamento, per pensare: Ecco l’hanno fatto, la
prima donna Dottore di questa serie contro una delle pagine più nere della
storia dell’umanità, la caccia alle streghe. Il che fa subito aggiungere
all’affermazione le parole “Per fortuna” ma allo stesso tempo anche
“Purtroppo”.
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Purtroppo si Doc, purtroppo è così. |
Per fortuna perché “The Witchfinders” sembra l’episodio
pensato per rispondere ai leoni da tastiera che hanno criticato la scelta del
cambio di sesso del Doctor e di conseguenza l’arrivo di Jodie Whittaker.
Purtroppo perché visto come viene gestita la critica sociale in questa
undicesima stagione, c’è ben poco da stare allegri, il rischio è un altro
Arachnids in UK, un’altra “Morale della
settimana” da far rimpiangere i commenti stucchevoli al fondo di ogni episodio
di He-Man.
Bisogna dire che “The Witchfinders” inizia abbastanza bene e
si gioca un ospite d’onore di tutto rispetto, Alan Cumming è un attore con un
curriculum invidiabile amatissimo in patria, la maggior parte del pubblico magari
lo ricorderà dipinto di blu nei panni di
Nightcrawler in X-Men 2, ma Cumming era destinato a finire in questa serie, anche se per
ben due volte in carriera, ha rifiutato di interpretare il ruolo del Dottore
(storia vera), qui ci regala la parte di Re Giacomo I.
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“Eccomi qua, mi volevate in questa serie, ora ci sono!”. |
Non ambientando la vicenda nella solita Salem, Joy Wilkinson
può permettersi di non curarsi troppo dell’aderenza ai fatti storici, ma in
compenso dimostra di aver fatto i compiti, Re Giacomo I si iscrive ad una serie
di personaggi storici che hanno avuto modo di interagire con il Dottore nel
corso di questa serie, il fatto che sia interpretato da Alan Cumming lo rende
un personaggio ancora più regale, e poi ammettiamolo, è piuttosto divertente
vedere il Re che non ha mai nascosto di prediligere i giovanotti, molto
affascinato dal “Principe Nubiano”, come lui stesso etichetta lo spaesato Ryan.
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“Che paura stringimi!” , “Sua Maestà, quello che ha paura qui sono io”. |
Un passo avanti e due indietro dicevamo, “The Witchfinders”
inizia subito con la povera nonna di Willa che ci lascia le penne durante il
suo processo come presunta strega, quindi aggiungete anche lei alla conta dei
personaggi che Thirteen non è riuscita ad aiutare, per stare in tema di Re e
Regina, un tempo la canzone in questa serie era “Everybody Lives!”, ora ad ogni
episodio viene voglia di cantarsi: Another one bites the dust. Perdonatemi, ma
oggi sono in vena di paragoni musicali, che posso farci va così.
Se non altro, dopo aver ricordato a tutti i suoi compagni di
viaggio, l’importanza di non interferire con la storia, Thirteen si getta a
capo fitto nell’azione interferendo, non ottiene quello che vuole, ma per lo
meno, per la prima volta in otto episodi, la vediamo fare qualcosa, agire, e
non semplicemente reagire agli eventi, questo contatelo pure tra i passi
avanti, e poi aggiungete anche il prossimo lato positivo dell’episodio in
arrivo.
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Cosa te ne fai di un distintivo, quando hai una carta psichica. |
Gli eventi di “The Witchfinders” rendono Thirteen il giusto
Dottore, per la prima volta non è un “Undici barrato” o un “Dodici Bis”, l’essere
una donna diventa al principio una difficoltà, quando per superare i pregiudizi
dei locali è costretta a lasciare l’inguardabile cappello da capo persecutore
di streghe a Graham (anche se il Team Tardis, è più una squadra con una
struttura orizzontale, come afferma Doc a fine episodio) ma poi è proprio il
suo essere una donna che la aiuterà a convincere Re Giorgio. Dopo otto episodi,
“The Witchfinders” porta in parte in scena, un po’ timidamente ma con le
intenzioni giuste, quello che speravo di vedere da quanto Jodie Whittaker è
stata nominata nuovo Doctor, un personaggio femminile che risolve le situazioni
come farebbe una donna, è poco lo so, ma è un inizio, forse finalmente ci
siamo.
Invece per la sezione “Due passi indietro”, bisogna
segnalare nuovamente il problema dei tre companion tutti insieme, a cui viene
concesso poco spazio, a turno, rispettando la fila, ma per la maggior parte del
tempo non fanno altro che da carta da parati sul fondo della storia. Il breve
monologo di Yaz sul bullo scolastico che l’aveva presa di mira istigando la
paura di tutti i suoi compagni? Ma cazzarola è oro dare ad un personaggio femminile,
e per di più di origini Pakistane, una storia proveniente dal suo passato come
questa! Specialmente da utilizzare in una trama che prevede la caccia alle
streghe, ma allora perché non dare enfasi a questo dettaglio invece che
sfruttarlo poco e male?
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Non ti arrabbiare Doctor, non è colpa tua, è che vi scrivono così. |
Alla fine nonno Graham si conferma sempre il personaggio più
carismatico tra i nuovi compagni di viaggio del Doctor, e posso ammetterlo
senza timore di smentite, è uno che può permettersi anche di citare la frase di
Samuel L. Jackson in “Pulp fiction” (1994), se poi quando gli chiedono se è una
citazione Biblica da Ezechiele (25,17) lui risponde: «Tarantino!», se non fosse
per la frase successiva di Thirteen (tenetemi l’icona aperta che più avanti ci
torno) sarebbe la miglior citazione dell’episodio!
Cosette che fanno decisamente cantare al Boss «… and two steps
back» invece, la minaccia di turno, l’armata aliena dei Morax imprigionati a Pendle
Hill fanno il loro esordio nella storia davvero troppo tardi. Gli effetti
speciali dei viticci degli alberi, non lo so, non ho capito se sono CGI scarsa,
oppure addirittura un’animazione a passo uno, mi hanno ricordato un po’ la stop
motion come effetto finale. Mi sembra improbabile che abbiano utilizzato questa
costosa (e soprattutto estremamente lenta) tecnica per una puntata di “Doctor
Who”, ma a vederli così non mi sono dispiaciuti, è un peccato purtroppo che
mentre guardi la puntata, tutto lo scontro tra il credente Re Giacomo e la
donna di scienza rappresentata dal Doctor si risolva con tu, spettatore di
questa serie che ti ritrovi ad affermare: «Ah quindi alla fine la spiegazione è
che non era tutto colpa di Satana ma degli Alieni… Ooooook».
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“Doctor io non farei così, potrebbe esserci in giro Guillermo Tell”. |
I Morax vengono spiegati frettolosamente ed eliminati con
ancora più fretta, mi ha fatto riflettere che forse, sarebbe stato molto più logico
renderli alleati di Re Giacomo, per supportare la sua convinzione di essere nel
giusto, purtroppo l’arco narrativo del personaggio interpretato da Alan Cumming
non mi ha convinto, una rappresentazione che è allo stesso tempo conservatrice
ma anche illuminata per il personaggio che non mi ha molto colpito.
Anzi, vista la riuscita citazione finale di Thirteen (così
chiudo l’icona lasciata aperta lassù) forse mantenere Re Giacomo e Doc su due
posizioni opposte e più nette sarebbe stato meglio, anche perché sentire Thirteen
che nel finale dell’episodio cita la frase del grande Arthur C. Clarke («Qualunque
tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia»), mi ha
fatto davvero pensare che dai! Iniziano ad intravedere i tratti del Dottore
anche in Jodie Whittaker finalmente.
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“Un altro giro di vite alla sceneggiatura, e poi forse ci siamo”. |
Insomma, nemmeno “The Witchfinders” è la puntata che tutti i
Whooviani stanno aspettando dall’inizio di questa undicesima stagione, ma fino
a questo momento è anche l’unica che mi ha fatto intravedere qualcosa di quello
che speravo di vedere dal personaggio in questa era Chibnall, tardino lo so, e
anche molto poco, considerando che mancano due episodi alla fine della
stagione, più uno speciale di
Natale Capodanno.
Ma intanto vediamo cosa ci riserva il beh, futuro, come
diceva uno arrivato prima di Thirteen… Allons-y!
Quando la Doc. si è lanciata in acqua ho fatto l'applauso da 92 minuti. Ma cavoli, poteva farlo anche per le altre 33 persone (e un ragno) che si è lasciata dietro? Adesso sembra quasi ipocrita. XD
RispondiEliminaQuesto episodio - comunque - mi sa che sarebbe dovuto uscire un pò prima. Qui si parla di "non interferire con i viaggi nel tempo" come se fosse la prima volta che viene detto ma il team Tardis ha già interferito abbastanza in ben 2 episodi a tema storico; ormai per loro è la prassi.
A me Re Giacomo è piacuto tantissimo. Vero, sul finale il personaggio poteva essere un pò più approfondito ma devo dirlo: la perfomance dell'attore lo ha salvato alla grande. E poi ha quel pizzico di umorismo un pò naif che mi fa subito ripensare a Moffat; quindi, per me va bene così.
E quando il companion ha citato "Tarantino" è partito un altro applauso.
Questa prima stagione con Thirteen finirà un pò in sordina; però se migliorano ciò che di buono hanno creato in questi episodi; il suo personaggio può veramente fare un grande passo in avanti!
Saluti!
Anche io mi sono gasato, anche se è stata una mossa molto telefonata, ricordare un minuto prima di non intervenire, mi aveva già fatto capire che sarebbe intervenuta di certo, in effetti sembra tanto un modo per correggere il tiro rispetto agli episodi precedenti, come collazione concordo, posizionato prima della metà della stagione sarebbe stato più logico.
EliminaAnche io penso che sarà una stagione sottotono, di passaggio si spera, un modo per scaldare i muscoli in vista del futuro, non potranno salvarsi in eterno con battute su Tarantino ;-) Cheers!
Dico la mia facendo un discorso generale sulla ripresa del Doctow Who, sugli showrunners e sui vari Dottori.
RispondiEliminaPer cominciare "Doctor Who" è talmente parte integrante della cultura popolare britannica da essere considerata come "La Serie" dalla maggior parte degli inglesi. Non "Una Serie", ma "La Serie" per eccellenza,logico quindi che ogni degno suddito di sua maestà britannica abbia le sue preferenze e delle idee ben precise su cosa debba essere il "vero" Doctor Who. Chiunque avesse provato a riportare in vita lo show avrebbe avuto (come in effetti è successo) problemi e critiche dalla base del fandom.
Russel T. Davies nel 2005 ha avuto l'indubbio merito di aver riportato in vita il dottore e di aver tentato di adattare la serie ai gusti della multicolore società britannica, il suo limite maggiore però è stato l'aver ignorato buona parte della cronologia precedente e di aver fatto dell'universo narrativo una sorta di continuo omaggio al Gay Power (vabbè lo ha fatto in misura maggiore con "Torchwood" che con la serie madre, però da lì sono arrivate buona parte delle critiche, non sempre immotivate). Il suo successore Steven Moffat all'inizio ha provato a tornare ad ambientazioni più classiche (il ritorno di alcuni vecchi antagonisti e companion, una immagine più "buonista" di Gallyfrey) il suo errore però è stato di non aver rispettato molte delle regole da lui stesso imposte, inoltre ricordiamo tutti la grande delusione dell'"Era Capaldi", un ottimo attore,fortemente voluto dallo stesso Moffat ma che ha lasciato come ricordo un "nullus" assoluto. Chibnall,l'attuale "uomo solo al comando", da un lato ha avuto il coraggio di aver tentato la carta del primo Doctor donna, e Jodie Whittaker sembra essere la persona giusta al momento giusto. Dall'altro però subito dopo appare aver tirato il freno quasi come se avesse avuto paura di andare troppo avanti...Come sappiamo, non è mai un bene fermarsi a metà strada di un guado...ed ecco di conseguenza, che Thirteen spesso risulta più una spettatrice degli eventi quasi come se non si volesse rischiare troppo, però può essere che questa sia solo una fase di passaggio, di crescita, un modo per abituare il telespettatore medio,quello che ricorda i "Dottor i Classici" a considerare "normale", anzi abituale perfino scontata la figura del Dottore Donna e che il meglio debba ancora venire.
Dopotutto ricordo che finora di tutta la ripresa, il Dottore più amato risulta essere il Ten di David Tennant, che però,dopo una primissima fase di assestamento ha avuto una run veramente drammaticissima nella quale davvero gliene sono capitate di tutti i colori.
Magari sbaglio,ma credo che una cosa del genere capiterà anche con l'attuale dottoressa.
Perfetta analisi Nic, hai ragione l'episodio di natale di "Doctor Who" fa sempre un numero molto alto di ascolti, noi in uno strambo Paese a forma di scarpa abbiamo il festival di Sanremo, loro "Doctor Who", secondo me loro cascano meglio, ma è solo un parere mio ;-)
EliminaDavies ha riportato in auge il personaggio dopo gli anni '90 in cui era sparito (almeno dalla tv, l'ottavo dottore è amatissimo in patria, perché ha portato aventi il personaggio alla radio), ero era una serie in in cui il gay power aveva il suo fattore (in "Torchwood" di più però) e TEN è stato uno dei migliori di sempre, per Tennant poi il Dottore era una ffare di famiglia (ha sposato la figlia del quinti Dottore, storia vera).
Purtroppo il finale dell'era Moffat era una lunga fase calante, peccato, perché Capaldi è stato grandissimo, forse il mio Dottore preferito insieme ad Eleven. La metafora del guado rende molto bene l'idea, una "Rivoluzione timida", che spero sia solo l'inizio, perché la nuova arrivata promette molto bene, anche se per ora abbiamo visto ancora pochino. Cheers!
Gli episodi storici in questa annata hanno qualche spunto in più (ma anche la puntata Amazon non mi è dispiaciuta in fondo) però mi sembra che tutto rimanga troppo, troppo, anonimo. Manca il coinvolgimento emotivo, l'epica, a me sembra proprio che manchi Doctor Who, non so bene come spiegarmi, ma ancora non ci siamo...
RispondiEliminaNo no, ti sei spiegato benissimo, per ora sembra un compito svolto abbastanza bene, ma sempre un compitino, manca proprio l'emozione, quella ancora non si è vista purtroppo. Cheers!
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