George A. Romero ha già dimostrato con il bellissimo Knightriders di avere una certa predilezione per i progetti tra amici, d’altra parte si lavora meglio quando si è circondati da facce amichevoli e persone di cui ti fidi, no? L’unico differenza tra voi, me e la Leggenda, è che lui ha sempre potuto annoverare tra i suoi amici, anche un ragazzone del Maine che di professione fa lo scrittore di romanzi dell’orrore, potreste averlo sentito nominare, un tale di nome Stephen King.
Zio Stevie e Zio George si conoscevano già da tempo, la
comparsata di King in Knightriders
era l’inizio della loro collaborazione, perché insieme i due amici stavano già
lavorando a “Creepshow” l’omaggio dei due autori ai mitici fumetti della EC
Comics, la rivoluzionaria casa editrice che fino agli anni ’50, rigirò il mercato
editoriale come un calzino con testate storiche come “The Vault of Horror”, “Weird
Science”, “Weird Fantasy” e soprattutto la leggendaria “Tales from the Crypt”, le
cui storie, tutte introdotte dal Crypt-Keeper (il custode della cripta) sono
arrivate al cinema nel 1972 con il film “Racconti dalla tomba” di Freddie
Francis e con una serie HBO degli anni ’90, ma che hanno il merito di aver
generato un emulatore italico molto molto famoso: lo zio Tibia!
Il pupazzo con un macabro senso dell’umorismo che presentava
i film in seconda serata nella mitica “Notte Horror” su Italia 1, è stato per
tanti un’ottima occasione per recuperare tanti classici del cinema horror, tra
questi, metteteci pure il vostro amichevole Cassidy di quartiere, se la Bara
Volante esiste, con il suo nome scemo e macabro, lo devo allo zio Tibia, ma
soprattutto a zio George A. Romero, perché “Creepshow” ha un altro
indiscutibile merito, aver acceso in me l’amore sconsiderato per i film
antologici Horror ed essendo ancora oggi uno dei più riusciti rappresentanti
di questa categoria, si merita un posto tra i Classidy!
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Un grande regista e un grande scrittore, che rendono omaggio a dei mitici fumetti. |
“Creepshow” è un’operazione pop, i critici cinematografici
seri, quelli con gli occhiali e la pipa, la definirebbero post moderna, io che
sono molto più pane e salame, la considero un omaggio ai fumetti della EC Comics
fatto con il cuore in mano. Per la prima volta Romero dirige un film senza
mettere mano alla sceneggiatura, completamente affidata a Stephen King che
sforna cinque racconti uno meglio dell’altro, qualcuno inedito e qualcuno
adattato per il film, tenuti insieme da un prologo ed un epilogo altrettanto
bello, su cui Romero si scatena facendo un lavoro meraviglioso. Al netto di un
budget di otto milioni di ex presidenti defunti, stampati su carta verde, “Creepshow”
ne porta a casa ventuno, diventando l’unico film della carriera di Romero a
piazzarsi al primo posto durante il primo fine settimana di programmazione
(Storia vera).
Il successo di “Creepshow” rilancia la moda dei film
antologici, l’anno dopo sarebbe arrivato il film tratto dalla serie “Ai confini
della realtà” (1983) per la versione Carpenteriana dell’operazione, invece,
avremmo dovuto attendere Body Bags
nel 1993. Ma i meriti del film vanno ben oltre i freddi numeri, quindi mie
care creaturine della notte, vediamo tutti i racconti uno per uno!
Prologo
Come i migliori horror, “Creepshow” inizia con una scena
davvero spaventosa, un austero padre di famiglia (il grande Tom Atkins) al grido di «Non devi
leggere queste porcherie!» sta gettando i fumetti horror di suo figlio nella
spazzatura. No, sul serio, riuscite a pensare a qualcosa di più spaventoso di
questo? Qualcuno che getta via dei fumetti!? Non fatemici pensare, ho ancora i brividi
solo all’idea!
A nulla valgono le recriminazioni del bambino, nemmeno far
notare a tutti i giornali con le donne nude che il padre tiene sotto il letto
serve a salvare la sua copia di “Creepshow” dalla monnezza. Il bambino, quindi,
fa l’unica cosa sensata se qualcuno fa scempio della tua collezione di fumetti: invoca vendetta!
In suo soccorso arriverà lo zio Creepy per portarci
attraverso i cinque racconti contenuti nel fumetto e con lui dei titoli di
testa che più fumettistici di così, davvero non sarebbe possibile. Sapete chi è
il bambino del prologo? Ve lo dirò alla fine, lasciatemi l’icona aperta,
creaturine della notte, che guardiano della Bara sarei se vi svelassi subito il
colpo di scena?
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Per la tradizione dei titoli di testa, abbiamo diviso in vignette anche la Bara Volante! |
La festa del papà
(Father's Day)
Il primo racconto serve a scaldarsi i muscoli, i Grantham si
riuniscono nello sfarzoso maniero di famiglia per ricordare la dipartita del
capofamiglia, il famigerato Nathan Grantham passato a miglior vita in
circostanze sospette che prevedono sua figlia Bedelia (Viveca Lindfors) ed un
utilizzo non convenzionale di un grosso posacenere di vetro, occhio che questo
oggettino di scena torna in ognuno degli episodi del film (storia vera) e voi
state ancora qui a cercare tutti gli “Eastern Egg” nei film della Marvel? Zio
Romero già lo faceva nel 1982!
Bedelia ha passato una vita d’inferno, ogni festa del papà
per lei era un incubo di tormentoni urlati, il dannato bastone del padre che
sbatte contro i braccioli di legno della sua sedia e le urla «Voglio la mia
torta Bedeliaaaaaa!», il tutto condito da insulti gratuiti per la povera
figlia. Romero riassume anni di sevizie maltrattando (solo
cinematograficamente) anche il pubblico: la fotografia sfoggia colori
acidissimi e lo schermo viene diviso in riquadri pensati per ricordare
volutamente le vignette dei fumetti della EC Comics.
Una scelta visiva estrema che, però, risulta perfetta come
omaggio e fa capire subito al pubblico tutto il tono del film. “Creepshow” è
la dimostrazione che Romero pur non essendo mai stato un regista avvezzo a
chissà quale virtuosissimo tecnico, sapeva capire subito quello di cui una
storia aveva bisogno per essere raccontata e nel 1982 aveva già anticipato
molte soluzioni che nei cine comics moderni sono la normalità. Vi ricordate,
quando nel 2003, tutti sottolineavano quanto fosse arguta la scelta di Ang Lee
di dividere lo schermo in ideali vignette per il suo “Hulk”, ecco la Leggenda
era a casa probabilmente pensando: "Tzè, già visto, già fatto". Solo questo
dovrebbe far riflettere sulla grandezza di George A. Romero.
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Baaaaarbara i morti ti prender… Ah no scusate! Quello l’abbiamo già fatto. |
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E John Travola… MUTO! |
La morte solitaria di
Jordy Verrill (The Lonesome Death of Jordy Verrill)
Già presentato come storia breve (dal titolo “Weeds”) nel
1976, la seconda storia scritta da zio Stevie è ispirata in parti uguali a due
miti dello scrittore del Maine (e non solo), ovvero il racconto “Il colore
venuto dallo spazio” di H.P. Lovecraft e da una canzone di Bob Dylan (The Lonesome
Death of Hattie Carroll), ma verrà ricordato per sempre per una sola ed unica
ragione: l’esordio come attore di Stephen King!
King qui interpreta il contadinaccio un po’ tardo del
titolo che una notte vede precipitare nel suo campo quella che lui definisce
prima una meretrice, poi un meteorite, ma che comunque non riesce a trattenersi
dal toccare, smansolare e lasciarsi infettare, un’infezione dallo spazio
profondo che trasformerà l’uomo nel Grinch in una pianta, in un tripudio
di erbaccia che spunta da faccia, dita, lingua e altre zone che preferisco
continuare ad ignorare!
Stephen King in quel periodo, voleva fare cinema con tutte
le sue forze, come attore possiamo dire che è affetto da “Faccetisimo”, qui in
pochi minuti fa più facce e faccette di Johnny Depp in tutta la sua carriera e
considerando com'è andata a finire con l’esperienza da regista con Brivido, mi sento di parafrasare un classico di casa Cassidy: limitati a scriverle Stephen!
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“Quando ho chiesto dell’erba, non intendevo questa”. |
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La miglior prova di recitazione di zio Stevie dai tempi di Knightriders. |
Alta marea (Something
to Tide You Over)
Se siete molto giovani, il terzo episodio “Alta marea” vi
regalerà un altro spavento clamoroso: Leslie Nielsen che recita stando serio!
Lo so, può essere traumatico, ma i film horror mettono a dura prova le
coronarie.
Nielsen interpreta un machiavellico marito tradito che per
vendicarsi della moglie e del suo amante (un ciuffatissimo Ted Danson),
organizza una vendetta che a confronto le trappole di Jigsaw sembrano delle opere di bene fatte da un animo puro di
cuore. Prende i due amanti e li sotterra in spiaggia in riva al mare, a
chilometri uno dall’altra, lasciando fuori dalla sabbia solo la testa, nemmeno
fossero David Bowie in “Furyo” (che per altro è dell’anno successivo, 1983). Con
un paio di televisori con tubo catodico e altrettante telecamere ad inquadrarli,
l’uomo può godersi l’alta marea pronta ad affogare le sue vittime, comodamente
spaparanzato sul divano di casa sua. Ed è proprio quello il momento in cui
realizzi la verità suprema: il Tenente Frank Drebin di “Una pallottola spuntata” (1988) è il vero inventore di Skype!
Vendetta consumata? Episodio finito? No, perché un classico
dei racconti dei fumetti della EC Comics era proprio che le storie avevano
spesso protagonisti, come dirlo usando un largo giro di parole? Vediamo…
Stronzi! Sì, dei gran bastardi che si meritavano la loro brutta fine che
avveniva puntualmente per mano di creature orripilanti, ma non tanto quanto le
loro vittime. Perché anche in un’operazione Pop come “Creepshow” Romero ci
ricorda sempre che i veri mostri, sono sempre gli essere umani con la loro
avidità e la loro crudeltà, quindi quando i due amanti tornano sotto forma di
zombie zuppi di acqua salata e ricoperti di alghe a farlo fuori, la tradizione
dei fumetti della EC Comics è rispettata, ma anche quella dei film di George A.
Romero.
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“Vuoi che ti canto anche una canzone di Venditti?”, “No grazie, soffro già abbastanza”. |
La cassa (The Crate)
Basato su un racconto omonimo di King del 1979, “The Crate”
è senza ombra di dubbio l’episodio più acido di tutto il film, per la
fotografia, per l’assurdo contenuto della cassa del titolo e per una Adrienne
Barbeau più acida di tutto, la classica moglie castrante per il povero Hal
Holbrook, due scelte di casting perfette.
I due tornano a recitare nello
stesso film dopo The Fog di John Carpenter,
una presenza che aleggia su tutta la puntata, ma qui insieme sono una scelta di
casting perfetta, perché basta guardarli così in parte nei loro personaggi per
capire che forse l’odiosa Wilma («Chiamami Jena Billie») si è innamorata
di Henry proprio perché è sempre stato così tenero e a modino, peccato che ora
siano anche le stesse ragioni per cui lo odia, Henry è infelice tanto che
fantastica di uccidere la donna (la scena del sogno ad occhi aperti
ammettiamolo, è uno spasso), ma l’occasione arriva proprio dal ritrovamento di
una strana cassa nell’università del suo vecchio amico.
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Lei è la grande Adrienne Barbeau, ma lui non mi sembra Hal Holbrook (quota scimmie garantita anche questa settimana). |
Di questo racconto mi affascina sempre che l’uomo riesce ad
attirare la donna nella trappola, con un biglietto lunghissimo lasciato
sotto il posacenere stuzzicando la sua curiosità su un possibile scandalo
di natura sessuale per il suo amico, ma da Carpenteriano non posso non notare
che la misteriosa cassa, proveniente da una spedizione in Antartide è
indirizzata ad un tale di nome Carpenter, chissà a quale film si starà
strizzando l’occhio? Non lo so proprio.
D’altra parte nel 1982 John Carpenter e Adrienne Barbeau
facevano ancora coppia fissa e l’omaggio tra Maestri del cinema mi manda in
brodo di giuggiole, così come il mostriciattolo, un po’ scimmione un po’ lupo mannaro che si barba la Barbeau, creato dal solito, mitico Tom Savini e
soprannominato da Romero, con lo spaventoso nome di… Fluffy (storia vera),
brrrrr! Fa paura solo a scriverlo. Scherzi a parte, sapete cosa fa paura sul
serio? Il prossimo episodio mie creaturine della notte!
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“Ve l’ho detto, non fate queste citazioni, Cassidy non aspetta altro!”. |
Strisciano su di te (They're Creeping Up on You!)
E. G. Marshall con una capigliatura che lo fa sembrare quello
pettinato bene dei Three stooges, è un megadirettore galattico di una grande
azienda e come tale, una schifezza di essere umano che tratta tutti i suoi
dipendenti come se fossero spazzatura, anzi peggio, come scarafaggi.
Afflitto, ma una mania ossessivo compulsiva per la pulizia,
vive nell’attico di un palazzo asettico come se fosse stato arredato da Kubrick
dopo una visita ad un Apple store (in realtà, tutta farina del sacco di Romero,
che ha cambiato la villa in mezzo al niente scritta da King in un attico
spaziale per mostrare meglio le adorabili creaturine). Il suo massimo
passatempo è trattare i sottoposti come rifiuti umani e lamentarsi di problemi
che vede solo lui, nella fattispecie gli scarafaggi che secondo l’uomo
infestano la casa, ma che nessuno riesce a vedere. In parole povere: è identico
a qualunque vecchio capo d’azienda, solo pettinato peggio.
Malgrado spray e precauzioni varie, “Strisciano su di te”
diventa la versione horror di una puntata a caso di “Oggy e i maledetti
scarafaggi” e se anche non avete ribrezzo per le blatte, tranquillo, dopo aver
visto questa puntate vi sentirete, avete presente quella sensazione di zampette
sul proprio corpo? Come di sentirsi qualcosa camminare addosso? Ecco quella.
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Non è certo un fan dei Beatles, poco ma sicuro. |
Stando alle parole della Leggenda, gli scarafaggi sono stati
la parte più costosa di tutto il film, venivano cinquanta centesimi al pezzo,
nel film ne sono stati utilizzati più di duecentocinquantamila, insomma un’esagerazione,
specialmente se a fine giornata realizzi di aver speso una barca di colpi per
comprare degli scarafaggi, non un gran investimento. Che, però, nel film paga dei
grandi dividendi, “They're Creeping Up on You!” va in crescendo, prova di
virilità per tutti i maschietti: Non finire il segmento in piedi su uno
sgabello strepitando «Cheschifo!Cheschifo!Cheschifo!», provare per credere.
Epilogo
Il mattino dopo il dramma dei fumetti nella spazzatura si è
ormai consumato, a salvare la copia di “Creepshow” dal camion dei rifiuti ci
pensano due netturbini (uno dei quali è Tom Savini, che fa pure rima) e notano
che dal fumetto è stato tagliato un coupon per rivedere a casa un kit per
preparare una bambola Voodoo in casa. Avete già capito come finisce, no? Ma
lasciate che vi ribadisca quello che George A. Romero e Stephen King vogliono
dirci: non si cazzeggia con i lettori di fumetti e quelli appassionati di
Horror, sono i più pericolosi di tutti, chiaro!?
Vi ero debitore di un’icona lasciata aperta, la chiudo
subito. Il piccolo lettore di fumetti Billy è interpretato da Joe King, anzi
per la precisione Joseph Hillstrom King, secondo genito di zio Stevie che,
magari, conoscete con il nome d’arte di Joe Hill, magari avete letto la sua
raccolta di racconti horror “Ghosts” (2005), oppure il suo romanzo "La
scatola a forma di cuore" (2007), sì perché ora Joe è uno scrittore come
papà, ma è qui che ha iniziato e poi ditemi ancora che leggere fumetti fa
male, tzè!
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“Non farmi arrabbiare o lo dirò al mio papà, lui ammazza gente scrivendo”. |
Per oggi è tutto mie care creaturine della notte, la rubrica
torna nella bara (volante) fino alla prossima settimana, anzi fino al prossimo
giorno, in cui degli zombie per cui Romero è famoso, qui sarà strapieno. Ci
vediamo tra sette giorni, fino a quel momento, guardate tanti horror e leggete
tanti fumetti, risata diabolica mentre mi allontano tra le tenebre… BUAHA AHA
AHAHA HA
Intanto vi ricordo la locandina originale d'epoca proposta da IPMP!
Intanto vi ricordo la locandina originale d'epoca proposta da IPMP!
Bellissima recensione!
RispondiEliminaNon ho molto da aggiungere, se non una cosa: specie nel rileggere il secondo episodio del film, mi sono venuti i mente i racconti di Michele Cumbrugliume.
C'è un po' di creepshow nei suoi racconti, no Mick?
Grazie capo, è un film a cui voglio molto bene, ci tenevo a fare un lavoro almeno decente ;-)
EliminaVero, secondo me Michele scrive con un taglio molto cinematografico, che penso sia naturale per chi macina parecchi film come lui, il suo “Storie di romanticismo, creature orribili e mostri giganti” ha dei racconti che funzionerebbero molto bene anche come fumetti o film d’animazione, ha molto di “Creepshow” in effetti. Cheers!
Buttare via i fumetti! NOOO!!
RispondiElimina“Madornale errore” (Cit.)
EliminaPenso sia proprio il bello di questo film, che tanti ancora si ostinano a definirlo una roba “Camp”, “Trash” o qualunque altra odiosa parole inglese vada di moda questa settimana (credo “BOFF”). In realtà è uno dei più riusciti omaggi non solo al formato antologico, ma proprio ai fumetti, pochi registi hanno saputo rendere omaggio ai fumetti, senza adattarne uno in particolare ma omaggiando proprio le vignette. Di sicuro nessuno lo ha fatto con l’umiltà di mettere il proprio cinema completamente al servizio di un media storicamente considerato appunto, buono giusto per il bidone della monnezza.
Per me da questo film Romero, più che King che comunque ha la sua enorme fetta di meriti, ne emerge come quello che è: Un gigante. Cheers!
Grande capolavoro, che ho adorato affittandolo in videoteca proprio nel mio momento di maggior "kinghite" ^_^
RispondiEliminaPer i Kinghiani è imperdibile, era anche il primo tentativo di zio Stevie di sbarcare al cinema, considerando il resto della sua carriera, è stato un amore estivo, prima di tornare a scrivere e basta ;-) Cheers
EliminaScarafaggi nooooo!
RispondiEliminaC'è di tutto in questo film e anche curiosità di tutti i tipi. Ma come fai a sapere tutte ste cose?
Il figlio di King è molto meglio dal vivo rispetto a come lo hanno disegnato: in quel poster fa più paura lui dello scheletro!
Mi ricordo che I guerreri della notte aveva dei fumetti che raccontavano l'avvio della storia, ma non so se l'effetto era come quello di questo film.
Non ho messo nessuna foto, se non una generica, di quella porzione di film perché so che potrebbe fare un certo effetto (uno fastidioso). Quando mi piace qualcosa, io di quella cosa voglio sapere TUTTO, quindi leggo tutto quello che mi capita sul tema come se non ci fosse un domani, ma è una cosa che amo fare, non mi pesa affatto ;-)
EliminaSi in effetti hai ragione, ha i geni paterni, quindi non proprio un bellone ecco, bravo quanto vuoi quello sì, anche a scrivere.
Si esatto, anche il film di Walter Hill era un po’ così, perché Gualtiero Collina voleva sottolineare la natura non realistica della sua storia, qui ci somiglia, ma in certi momenti anche più accentuato. Però è una trovata caratteristica non fastidiosa, Romero ha saputo usarla nel modo giusto. Cheers!
Visto all'epoca, più divertente che pauroso, quindi coglieva bene lo stile di quei fumetti :) L'episodio con gli scarafaggi è l'apice dello schifo, se fossero stati ragni sarei morto alla visione :D Ah si spero che parlerai anche di Creepshow 2!
RispondiEliminaAnche secondo me era un ottimo omaggio allo stile dei fumetti della EC Comics, dici bene, più divertente che pauroso, per me resta il titolo perfetto anche per introdurre i giovani spettatori al genere horror. Per la versione con i ragni puoi sempre rivederti “Arancnofobia” (1990) anzi vorrei rivederlo, insieme agli altri “Creepshow”, magari me li ripasso durante le vacanze di Natale ;-) Cheers
Eliminaragni, no grazie :D
EliminaEhehe ma sono così caruccetti con tutte quelle zampette :-) Cheers
EliminaAccidenti, cosa mi hai tirato fuori! Grande, grande film. I Creepshow non erano mai veramente spaventosi, ma per gli appassionati di horror e di King erano comunque vere leccornie cinematografiche. Gli episodi del primo hanno tutti ottime storie (secondo me quella della cassa su tutti), forse la meno riuscita è proprio quella con King attore. Nel secondo le storie sono forse un po' inferiori, ma un episodio veramente buono c'è ed è La Zattera. Quando lo vidi al cinema sulla scena finale mi stavo per ribaltare dalla poltrona. :D
RispondiEliminaProprio per quello vorrei scrivere anche degli altri “Creepshow” alla fine gli voglio bene anche se questo resta il migliore. Vero l’episodio con King è il più lineare, ma le facce che fa zio Stevie sono una meglio dell’altra, mi fanno morire dal ridere ;-) Cheers
EliminaQuell' epidodio del 2 lo vidi da piccolo ad una festa di compleanno. Mi inquietò abbastanza! XD
EliminaLe urla del padre di Bedelia fanno il loro dovere ;-) Cheers
EliminaPer causa di forza maggiore non sono riuscito a fare i compiti per casa come avrei voluto. Ma poco male perché il primo "Creepshow" l'ho rivisto parecchie volte negli ultimi 25-30 anni (avevo una videocassetta registrata dalla tv. Forse proprio da "Notte Horror"? Boh!). Film di culto per quelli nati tra la fine dei '70 e i primi '80 con un episodio (La cassa) e un finale (carpenteriano?) che spiccano ancora oggi.
RispondiEliminaConcordo con @fperale qua sopra sul fatto che sia più divertente che pauroso, anche se da piccolino, quando lo vidi, un po' di strizza me la mise eccome.
Voto SI agli altri capitoli di "Creepshow" che credo di non aver mai visto. E voto pure SI ad una possibile recensione di "Ammazzavampiri" che ogni volta che si nomina "Notte Horror" mi viene in mente. E mi ricordo pure che è da anni che mi prometto di recuperare.
L’altro giorno stavo guardando “Piccoli Brividi 2”, ok il primo era meglio ma anche il secondo più o meno faceva il suo, ho pensato che il mio “Piccoli Brividi” è stato “Creepshow”, perfetto per creare una nuova generazione di fanatici di Horror ;-)
EliminaI prossimi “Creepshow” penso che li farò, “Ammazzavampiri” è destinato ad arrivare su questa Bara perché è uno dei miei film vampireschi del cuore e avrei molto da dire su di lui: «Cosi tante cose da fare… E così poco tempo» (Cit.) Ma porta pazienza, questa Bara ha un volo lungo, basta essere pazienti. Cheers!
Capo, domanda secca risposta secca: The Haunting of Hill House. Mi sta facendo una testa così un amico ma di lui mi fido poco, di te molto di più. Che mi dici? Si o no.
EliminaTi dico che ho il post pronto da giorni, ma non riesco a trovare un giorno per revisionarlo e pubblicarlo. Siccome sono in ritardo me lo terrò per i prossimi giorni o per gennaio (ritardo per ritardo). Detto questo commento veloce: SI
EliminaCommento meno veloce: Non è tutto perfetto, ma è un buonissimo adattamento di un bel libro, recitato bene, casting scelto con cura, e ha tutto per fare paura al pubblico, non per forza solo quello fanatico di Horror. Vai a vederlo perché è una delle poche serie che ho visto di recente che mi è piaciuta, estremamente coerente con la filmografia di Mike Flanagan. Cheers!
Autosmentendo quello che ho detto riguardo "Zombi", a ben pensarci credo che sia stato questo il film con cui ho conosciuto Romero... di poco prima ma sempre all'epoca in cui ero poco più che bambino!
RispondiEliminaMi inquietava moltissimo, ed il fatto che fosse così colorato ed ironico me lo rendeva, paradossalmente, ancor più spaventoso!
Non so se lo sai ma l'episodio interpretato da King venne trasmesso in TV più tardi, in una rassegna di Odeon Tv nell'88. Ricordo che venne scritto in sovrimpressione a inizio episodio. Non so però se rimase inedito anche al cinema oppure solo in tv.
Riguardo quello che hai scritto sulla Barbeau e Halbrook: "Fog" é precedente "Creepshow" non successivo.
Hai ragione, devi aver preso un colpo in testa mentre scrivevi quella frase, grazie per avermelo fatto notare ho corretto. Dici bene i colori lo rendono più acido, sono le cose inovvensive e carine ad una prima occhiata che fanno paura quando si rivelano pericolose. Cheers!
EliminaSe ti può consolare ti dico che se un giorno dovessi fare un mio blog potrei pubblicare giusto giusto un post al mese, senza alcuna garanzia che sia del tutto corretto! :-D
EliminaSi vede che mentre scrivevo quella frase avevo in testa che questo film fosse del '79, anche se lo so che non lo è, capita quando mi interrompono mentre scrivo di perdere la concentrazione. Magari poter leggere un tuo blog, sono sicuro che sarebbe fighissimo! Cheers
EliminaTi ringrazio di cuore per la fiducia... a me basterebbe che saltasse una pulce per perdere la concentrazione! XD
EliminaComunque credo che il tuo lapsus sia dovuto al fatto che il racconto fosse del '79. Racconto che oltretutto non ho mai letto... che tu sappia é stato pubblicato in Italia? Perchè penso di averle lette tutte le antologie di King.
Di solito scrivo in mezzo al casino e riesco abbastanza a mantenere il filo, ma quando mi interrompono (cosa che ogni tanto accade) ho di questi svarioni. Probabile, da quello che so no, perché anche i ho letto tutte le antologie e quella non la ricordo proprio, a quanto pare è comparsa prima su una rivista americana, e poi nella raccolta "Creepshow" del 1982, qui da noi sembra ancora inedita. Cheers!
EliminaPrecisazioni : Zio Tibia non è italiano .
RispondiEliminaE in realtà Uncle Creepy, personaggio dell' editore Warren , nato come imitazione dei fumetti EC (che trovo inferiori , troppo ripetitivi, al contrario di Creepy , molto più vario ).
In Italia alcune storie vennero importate in 3 Oscar Mondadori negli anni 70 ( e pluri ristampati) , e dove il eprsonaggio venne ribattezzato "Zio Tibia ".
SEmpre i fumetti di Creepy sarebbero dovuti uscire in Italia nei primi anni 2000 in un edizione filologica e integrale per la Planeta deAgostini , ma a causa della cessazione delle pubblicazioni nel nsotro Paese dell' editore uscì solo il primo volume .
Il film Creepshow, per motivi sconosciuti , da noi uscì integrale solo in vhs , mentre in tv andava in onda mancante dell' episodio con King ( forse è andato integrale su Oden, non so ) .
Sicuro è il migliore dei 3 film , ils econdo si slava solo per le sequenze animate ( apprezzate da tutti, tanto che per un pò di tempo girò l'idea di fare il terzo capitolo come un film d'animazione )
Ti confermo che l'episodio con King su Odeon andò in onda per la prima volta nel dicembre dell'88, con tanto di didascalia che lo annunciava.
EliminaGrazie per aver dato spazio alla precisazione, perché ho dovuto stringere, "Creepshow" è un film che offre già molte cose da dire e sul collegamento tra "Creepshow", Creepy e Zio Tibia ho dovuto fare un grosso ellisse e riassumete saltando della parti, ma ti ringrazio molto perché ci tengo a Creepy, quindi mille grazie! ;-) Cheers
EliminaPerché tagliare il segmento di King che per popolarità poteva essere un traino, strana scelta. Cheers
EliminaE ancora : la Bedelia del primo episodio, ha ispirato nel nome l'omonimo personaggio di "Venerdì 12" di Leo Ortolani (storia vera ) .
RispondiEliminaFacie capire perché ad Ortolani piaccia questo film, e "Venerdì 12" è un gioiellino ;-) Cheers
EliminaPurtroppo mi manca, ma vorrei recuperare prima o poi, chissà l'anno prossimo ;)
RispondiEliminaAltamente consigliato, penso che potrebbe piacerti molto ;-) Cheers
EliminaEh, sì, la scena finale della torta di compleanno de "La festa del papà" è proprio un qualcosa che ti rimane in TESTA ;-) Riguardo a blatte e scarafaggi io li odio senza se e senza ma, quindi l'effetto che mi ha fatto l'episodio con E.G. Marshall è facilmente immaginabile... fra tutti i pregi del film, poi, c'è anche quello di aver ricordato a tutti il talento di attore drammatico pre-Zucker/Abrahams/Zucker dell'indimenticabile Leslie Nielsen ;-)
RispondiEliminaRiguardo all'episodio "vegetalieno" con King, confesso di non capire nemmeno io le ragioni di una sua censura cinematografica nostrana (visto che il Re già ai tempi non era esattamente quello che si sarebbe detto un perfetto sconosciuto, no)...
P.S. 1) Da avido lettore di fumetti non potevo che intuire dal primissimo istante la fine che avrebbe fatto babbo Atkins (del resto la ferrea morale degli EC Comics imponeva che ogni malefatta dovesse venir ripagata con gli interessi) ;-)
E.G. Marshall era anche il presidente degli stati uniti in "Superman", dici bene, niente male ricordardi di Leslie Nielsen prima dell'era di Zucker/Abrahams/Zucker, che comunque è leggendaria.
EliminaAnche il fatto che il padre fosse interpretato da Atkins di suo è già un po' un indizio ;-) Cheers!
L' episodio che preferisco è quello della cassa. Decisamente divertente! Ma anche quello con King non scherza con la critica ad una certa buzzurraggine! Gli altri sono più inquietanti.
RispondiEliminaComunque io conoscevo il personaggio per "Brividi e polvere con Pelle e ossa". Solo nel corso degli anni ho scoperto il mondo che c' era dietro! XD
Devo recuperare il primo adattamento britannico.
Che poi era il cartone animato ispirato a se non ricordo male, The Vault of Horror, dici bene, un mondo, tutto generato dai fumetti della EC Comics. Cheers!
EliminaEra ispirato a Tales from the Crypt, ma poi vi compariva anche il Custode del Sepolcro di "The Vault of Horror" ( che litigava sempre con Pelleossa)
EliminaAH ecco, mi ricordavo che "The Vault of Horror" era presente ;-) Cheers
EliminaAggiungo solo una curiosità sul prologo della recensione: da un racconto di "Weird Science", un certo scrittore inglese di Northampton trasse "ispirazione" per una sua graphic novel che si apre con una citazione di giovenale...
RispondiEliminaBravissimo! Questa l'avevo dimenticata, hai fatto benissimo ad citarla ;-) Cheers
EliminaE io che volevo scrivere un articolo sul mio blog in merito a questo film! Fermate il mondo, Cassidy scrive troppa roba buona troppo velocemente!
RispondiEliminaAhaha ti ringrazio troppo gentile! ;-) Oh ma sei sempre in tempo a farlo eh? Anzi sono venuto a sbirciare dalle tue parti in cerca di post su Romero, la leggerei molto volentieri la tua su questo film. Cheers!
EliminaQuesto Non mi è piaciuto molto, un Romero insolito.
RispondiEliminaBella la 3 storia
Molto insolito, ma è proprio la sua forza ;-) Cheers
Elimina