Quando nel 1981 il Maestro John Carpenter ha diretto 1997: Fuga da New York ha sganciato sul
pianeta una vera bomba, in pochissimo tempo il film è diventato un archetipo
narrativo che negli anni è stato citato e omaggiato in centinaia di opere tra
film, romanzi e fumetti. Insomma, quei due o tre poveri di spirito che
continuano ad ostinarsi a considerare Carpenter un buon regista di genere,
dovrebbero prima conside… Oh, al diavolo le buone maniere, che vadano a cagare!
Carpenter è il migliore, non si discute.
Qualche tempo fa Fabio, il gestore della pagina Il seme della follia, fanpage Italiana dedicata a John Carpenter mi ha alzato una bella palla: perché non fare un
pezzo su tutti quei film ispirati a 1997: Fuga da New York? Per me è un po’ come invitare la gazzella a correre.
Regole d’ingaggio, così sappiamo tutti di cosa tratterà il
resto del pezzo: abbiamo ventidue ore, cinquanta minuti e cinquantasette per
volare con il Gullfire e atterrare sul tetto del… No, scusate, mi sono un attimo
fatto prendere la mano, in realtà da qui in poi verranno trattati tutti i film
nati sulla scia del capolavoro di Giovanni Carpentiere che siano più o meno
ispirati, teniamo, quindi, da parte i fumetti dedicati a Jena Plissken, o il seguito ufficiale del film Fuga da Los Angeles.
Non valgono le citazioni, solo film completi, quindi inutile
ammorbarvi con Snake di “Metal Gear Solid” che deve il suo nome al personaggio
di Kurt Russell, alla capoccia mozzata della statua libertà di “Cloverfield”
(2008) palese strizzata d’occhio al film di Carpenter, oppure al muro di cinta
che circonda la città dove è ambientato “La terra dei morti viventi” (2005) della leggenda George A. Romero. Non valgono nemmeno quelle mille o duemila volte
che Robert Rodriguez ha inserito un omaggio a John Carpenter in uno dei suoi
film, roba tipo “Planet Terror” (2007) o “Machete” (2010) ne sono strapieni, ci
vorrebbe un post dedicato solo per quello, magari potrei anche farlo, ma ora sono
troppo stanco... Forse più tardi (cit.).
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Ancora una delle più belle locandina che io abbia mai visto. |
Ora che le regole d’ingaggio sono chiare, possiamo partire,
ma per iniziare, una cosa facile facile, così giusto per scaldarsi un pochino.
Fuga da Reuma Park
(2016)
Vi ho già persi tutti? Avete già smesso di leggere? Eh, cavolo! Posso mica iniziare subito con il botto, no? Sì, lo so che “Fuga da Reuma Park” è brutto persino per quelli che ancora oggi citano le battute di Aldo, Giovanni e Giacomo dalla mattina alla sera, ma il titolo non lascia molti dubbi sull’influenza che il film di Carpenter ha avuto sulla cultura popolare, inoltre, la trama potrebbe essere più Carpenteriana di quello che sembra.
Vi ho già persi tutti? Avete già smesso di leggere? Eh, cavolo! Posso mica iniziare subito con il botto, no? Sì, lo so che “Fuga da Reuma Park” è brutto persino per quelli che ancora oggi citano le battute di Aldo, Giovanni e Giacomo dalla mattina alla sera, ma il titolo non lascia molti dubbi sull’influenza che il film di Carpenter ha avuto sulla cultura popolare, inoltre, la trama potrebbe essere più Carpenteriana di quello che sembra.
La storia ambientata nella Milano dell’anno 2041, con i tre
comici anziani vessati da un’infermiera inflessibile, ricorda in qualche modo
quella del primissimo film che ha visto collaborare Carpenter e Donald
Pleasence, no, non Halloween, parlo
del film per la televisione “Il giorno in cui le allodole voleranno” (Better
Late Than Never, 1979), la storia di alcuni anziani stanchi dei maltrattamenti
subiti nella loro casa di riposo e pronti alla fuga. Non ho mai avuto il
piacere di vedere questo film, ma spero che Aldo, Giovanni e Giacomo lo abbiano
fatto e il loro “Fuga da Reuma Park” sia tutto un omaggio a Carpenter, perché
come vedremo più avanti nel post, il Maestro quando vuole ha degli ottimi
avvocati! Ed ora che ci siamo scaldati, passiamo ai titoli seri!
1990 - I guerrieri
del Bronx (1982)
Enzo G. Castellari è sempre stato un regista (cinematograficamente parlando) davvero iperattivo, a lui dobbiamo poliziotteschi e spaghetti western e molto prima che Quentin Tarantino lo battezzò tra i suoi registi preferiti (seguito a ruota da mille fan “Qua qua qua” che hanno fatto lo stesso senza nemmeno aver mai visto un suo film, tiè beccatevi questa) il regista romano ha avuto il tempo di mettersi subito in scia al successo del film di John Carpenter.
Enzo G. Castellari è sempre stato un regista (cinematograficamente parlando) davvero iperattivo, a lui dobbiamo poliziotteschi e spaghetti western e molto prima che Quentin Tarantino lo battezzò tra i suoi registi preferiti (seguito a ruota da mille fan “Qua qua qua” che hanno fatto lo stesso senza nemmeno aver mai visto un suo film, tiè beccatevi questa) il regista romano ha avuto il tempo di mettersi subito in scia al successo del film di John Carpenter.
A dire la verità, in “1990 - I guerrieri del Bronx” si trova
anche un po’ di Interceptor - Il guerriero della strada (1981) e I guerrieri della notte (1979), ma i punti
di contatto con il film di Giovanni Carpentiere sono tantissimi a partire
dall’anno (ormai post datato) nel titolo del film, fino alla locandina, quasi
una copia spiccicata di quella storia di “Escape from New York”.
Facciamo così: vi racconto a grandi linee la trama e faccio
un colpo di tosse ogni volte che mi pare di notare un’affinità con il film di
Carpenter, ok? Nell’anno 1990 il Bronx è stato dichiarato terra di nessuno e
abbandonato dal governo, ora è completamente governato da bande di teppisti che
fanno il bello e il cattivo tempo… COFF! Coff!
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"Guerrieriiiiii, giochiamo a rifare fuga da New York?". |
Ann, la figlia diciasettenne di un politico (coff! CoFF!)
scappa di casa ribellandosi alle macchinazioni guerrafondaie paterne e si
rifugia nel Bronx, dove viene rapita da una banda di teppisti giovinastri. A
salvarla ci pensa Trash capo della banda di motociclisti nota come “Riders”
ragazzaccio capellone e smanicato (COFF! Coff! Coff!), classico antieroe dai
modi spicci che sembra buono solo perché quelli intorno a lui sono anche peggio
(...Coff! Scusate, mi stavo strozzando), personaggi come Ogre, un losco figuro
che si è auto nominato il re del Bronx (Coff! Coff!!). Ok, dài, direi che dovrei
aver reso l’idea, no?
Ma il buon Enzo G. Castellari, non si è certo fermato qui,
in quanto affetto da iperattività cinematografica, perché non portare avanti
il filone post-apocalittico? Infatti, l’anno successivo, nel 1983 ha sfornato
non uno, ma due film sullo stesso tema, “Fuga dal Bronx” (1983) che vede come
protagonista ancora una volta Trash e “I nuovi Barbari”. Ma qui i punti di
contatto con il capolavoro di Giovanni Carpentiere iniziano a scarseggiare,
forse solo il titolo del primo dei due film, “Fuga dal Bronx” (che
ammettiamolo, è fighissimo!) si lega a filo doppio con le disavventure di Jena
Plissken, anche se poi non è nemmeno così corretto, visto che Trash si
ritroverà a combattere per difendere il quartiere dai loschi piani della multinazionale
che vuole demolirlo per costruisci sopra un futuristico complesso per ricconi,
quindi la “Fuga” è solo nel titolo, per il resto è una trama che ricorda
più quella di Robocop 3 che qualunque
dei film di Carpenter.
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Una cosa tipo "Quadrophenia", ma con molti più teschi. |
2019 - Dopo la caduta di New York (1983)
Mentre Castellari si sbizzarriva, un altro regista italiano si trovava investito dal successo di 1997:Fuga da New York, sto parlando di Sergio Martino che, probabilmente, conoscete per film che fate finta di non aver mai visto come "Giovannona Coscialunga disonorata con onore" (1973), oppure “L'allenatore nel pallone” (1984), di mio posso dirvi che no, non ho MAI visto “L'allenatore nel pallone”, anche se conosco a memoria tutte le battute del film a causa di un compagno di banco a scuola afflitto da una forma di Banfiano autismo per questa pellicola (storia vera) e personalmente Sergio Martino lo ricordo per un altro film che vi citerò più avanti.
Mentre Castellari si sbizzarriva, un altro regista italiano si trovava investito dal successo di 1997:Fuga da New York, sto parlando di Sergio Martino che, probabilmente, conoscete per film che fate finta di non aver mai visto come "Giovannona Coscialunga disonorata con onore" (1973), oppure “L'allenatore nel pallone” (1984), di mio posso dirvi che no, non ho MAI visto “L'allenatore nel pallone”, anche se conosco a memoria tutte le battute del film a causa di un compagno di banco a scuola afflitto da una forma di Banfiano autismo per questa pellicola (storia vera) e personalmente Sergio Martino lo ricordo per un altro film che vi citerò più avanti.
Di suo, il buon Martino ha fatto di tutto per prendere le
distanze dai paragoni con il film di John Carpenter, a sua detta la
sceneggiatura di “2019 - Dopo la caduta di New York” è stata scritta due anni
prima dell’uscita del film del Maestro nelle sale, eppure niente, ogni volta
che si parla di pellicole nate sulla scia della fuga di Snake, questo titolo
viene sempre fuori, anche se personalmente, ho i miei dubbi.
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La smettete di canticchiarvi un pezzo famoso degli Steppenwolf mentre guardate la foto? |
New York è un postaccio popolato da bande come i terribili Eurac, capitanati dalla spietata Ania (Anna Kanakis), ma i locali contaminati sono stati trasformati in orrendi mutanti che si cibano di robe orrende tipo topi, o peggio il Tofu, il Seitan e tutta quella roba lì, bleah! Non mi ci fate pensare.
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“Chiamami |
Ok, nel film viene citata sia New York che un presidente,
però più che al film di Carpenter, a me “2019
- Dopo la caduta di New York” ricorda molto più “Azione mutante” (1993) di
Álex de la Iglesia, però alla fine Sergio Martino e Carpenter sono sempre ad un
passo di distanza l’uno dall’altro, il mio film preferito di Martino (vi avevo
promesso che ve ne avrei parlato) è "Lo strano vizio della signora Wardh"
(1971) un bel giallo all’italiana che ogni volta sbaglio a scrivere, perché mi
faccio influenzare da The Ward, di
John Carpenter. Mi spiace Sergio, è la sfiga di arrivare secondi.
Fuga da Absolom
(1994)
Saltone in avanti nel tempo, con un titolo di cult che avete visto tutti trecento volte, anche perché è stato mandato in replica su Italia 1 fino allo sfinimento ed oltre. Il film, riprende il tema della fuga da un carcere prigione e il titolo italiano tenta subito l’associazione con il capolavoro di Carpenter, quindi, ancora una volta, farina del nostro locale sacco, perché il titolo originale non ci prova nemmeno a giocarsela nello stesso campionato, con un più lapidario “No escape”.
Saltone in avanti nel tempo, con un titolo di cult che avete visto tutti trecento volte, anche perché è stato mandato in replica su Italia 1 fino allo sfinimento ed oltre. Il film, riprende il tema della fuga da un carcere prigione e il titolo italiano tenta subito l’associazione con il capolavoro di Carpenter, quindi, ancora una volta, farina del nostro locale sacco, perché il titolo originale non ci prova nemmeno a giocarsela nello stesso campionato, con un più lapidario “No escape”.
Il film che ha fatto conoscere al grande pubblico il regista
Martin Campbell (suoi un paio di 007 come “GoldenEye” del 1995 e “Casinò Royale”
del 2006) è una cosina tutta azione con il marines Ray Liotta accusato
ingiustamente e condannato all’ergastolo su un’isola dove bisogna fare
attenzione a non finire in pasto ai cannibali. Anche se non ho mai trovato Ray
Liotta uno giusto per i ruoli da buono (tanto meno da eroe d’azione), per
fortuna, la pellicola si gioca anche il carisma del mitico Lance Henriksen che,
poi, è forse la vera ragione per cui ho visto il film così tante volte.
Doomsday (2008)
A casa Cassidy, se urlate forte “Doomsday” vi beccate gli sguardi scuri della mia Wing-Woman, costretta a portare il bimbo (IO!) al cinema a vedere il film di uno dei miei preferiti, il grande Neil Marshall.
A casa Cassidy, se urlate forte “Doomsday” vi beccate gli sguardi scuri della mia Wing-Woman, costretta a portare il bimbo (IO!) al cinema a vedere il film di uno dei miei preferiti, il grande Neil Marshall.
Per me, tra tutti i registi che dicono di amare il cinema di
John Carpenter, Neil Marshall è quello che ha capito meglio di tutti la lezione
del Maestro, oggi come oggi è più che altro un regista che lavora per la
televisione, ha diretto gli episodi più fighi di Giocotrono e di Hannibal,
ma “Doomsday”, dovrò scontare per anni i 105 minuti di questo film con la mia
Wing-Woman, ma ne è sicuramente valsa la pena.
In Scozia il virus “Reaper” stermina la popolazione, l’Inghilterra
corre ai ripari istituendo un nuovo Vallo di Adriano per isolare quegli svalvolati
con la gonna a quadrettoni. Nel 2035 quando un focolare del virus si manifesta
a Londra, viene spedito l’esercito oltre le mura per capire le ragioni dietro
alla diffusione del virus, ma la Scozia è riorganizzata in bande di pazzoidi
invasati da far sembrare William Wallace uno avvezzo al dialogo e alla
mediazione.
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"Hai da fumare?" (Cit.) |
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"Chi pensa che Rhona Mitra sia incredibilmente bona?" , "NOOOOOOIIIII!". |
Oh! Qui si che ci divertiamo, iniziamo subito con la trama
che mi sembra il punto giusto da cui partire per parlare di questo film.
Nel 2079, all’ex agente della CIA Marion Snow (Guy Pearce)
viene promessa la libertà da un crimine che, in realtà, non ha mai commesso se riuscirà
a recuperare sana e salva Emilie (Maggie Grace) la figlia del Presidente degli
Stati Uniti d’America, rapita dai detenuti in rivolta della prigione orbitale
MS One. Ci mancava solo che aggiungessero: "Uscirne è impossibile. Entrarvi
è da folli". Poi il furto e rapina sarebbe stato completo.
Che dite? Il soggetto scritto da Luc Besson e diretto da James
Mather e Stephen St. Leger nel 2012 somiglia un po’ troppo a quello di 1997: Fuga da New York (e anche al suo
seguito Fuga da Los Angeles, vista la presenza della figlia del presidente)? Lo
hanno pensato anche John Carpenter e il suo compare Nick Castle che, infatti,
hanno fatto causa al film, un tribunale parigino nel 2015 ha dato ragione al
Maestro e all’originale Michael Myers accordandosi per un risarcimento di
20.000 ex presidenti spirati stampati su carta verde Euro per fare la
pace.
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“Fidati di me, non ci scopriranno mai, ho cambiato i nomi ai personaggi”. |
Non pago (anzi, per non pagare) Besson ha fatto ricorso,
perdendo pure quello e finendo alla fine per elargire 500.000 Euro,
fosse stato per me avrei fatto cifra tonda, un milione, un po’ perché il film è
una cosetta di poco conto, un po’ per quei cazzo di Minimei, non te li
perdonerò mai quelli Besson!
Ho elencato tutti i titoli? Ma va, l’influenza del film di
John Carpenter è stata così gigantesca che riassumerli tutti sarebbe impossibile,
l’unica cosa certa è che prima o poi arriverà sempre qualche regista che
ispirato dal capolavoro Carpenteriano, cercherà di portarne avanti il
testimone ed è anche giusto così: non importa che voi siate iene e serpenti, cominciate
a correre, ci sarà sempre un nuovo posto da cui fuggire.
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“Se mi toccate, vi faccio causa. Se non sparite entro trenta secondi, vi faccio causa. Se ritornerete, vi faccio causa” (Quasi-cit.) |
Questo pezzo è stato presentato anche
sulle pagine del blog Il seme della follia, grazie ancora a Fabio per l’ottimo
spunto!
Ooooh,
RispondiEliminatra tante 'ammerigganate' ci sono due cult italiani.
Ricordo bene i due film del 'bronx', il protagonista è veramente inespressivo, ma comunque gli voglio bene lo stesso :D.
Castellari ha mestiere e si vede anche in film come questi, benché sostanzialmente sembra sempre lo stesso film, sia che venga ambientato in un bronx post-apocalittico, sia che venga ambientato in una città del west (peraltro i caratteristi che girano sono sempre quelli, più o meno).
Discorso diverso per 2019 - dopo la caduta di New York.
L'ho visto un anno fa circa, ma non ricordo nulla.
Quindi non ci sono elementi "trash" tali da farlo assurgere a film mito ed evidentemente è anche bruttino in generale.
Comunque c'è George Eastman. Un punto a favore.
Il post-apocalittico italiano più bello è di Castellari ed è i "Nuovi barbari".
Se non lo hai visto, esigo che tu lo guarda.
Esigo recensione XD.
Allo stesso tempo esigo che tu guardi l'allenatore nel pallone :D. Un cinefilo non può non averlo visto.
Peraltro pubblicherò nelle prossime settimane la recensione e come in tutti i post cinematografici del mio bazar, la tua firma non può mancare nei commenti :D.
Altrimenti sarai soggetto al rituale dei templar (vedi i nuovi barbari).
:D
Castellari mi è molto simpatico, le sue interviste sono imperdibili, certo i suoi film sono davvero l’arte di arrangiarsi, però tutto sommato finisco sempre per guardarli con piacere, sono piuttosto sicuro di aver visto i “Nuovi barbari” nel periodo in cui cercavo tutti i suoi film, però non nego che conservo vaghi ricordi, infatti mi sono tenuto aperta la porticina per un commento completo su questo film, ecco magari potrei ripassare proprio “Nuovi barbari” ;-)
EliminaNon ho mai visto “L’allenatore nel pallone” ma è un po’ come se lo avessi fatto, sarebbe strano vederlo, penso che sarebbe unire delle immagini a dialoghi che conosco a memoria anche io, magari una volta potrei anche provarci, giusto per vedere l’effetto che fa ;-) Cheers!
Bravo, hai usato la definizione giusta: è un artigiano de "l'arte di arrangiarsi", il buon Castellari.
EliminaAllora non ti rimane che guardare "I nuovi barbari" e l'allenatore nel pallone.
Non puoi deludermi :)
Farò del mio meglio, sai che piano piano un po’ alla volta, arrivo con tutti i commenti desiderati, basta non avere fretta, lo metto in lista insieme a “Bad Taste”, non mi sono mica dimenticato ;-) Cheers
Elimina*esigo che tu lo guarda,
RispondiEliminaho scritto come un tedesco che parla italiano :D
ia tu guarda!!!
Ahaha diventi teutonico quando dai gli ordini, schnell! ;-) Cheers, anzi… Prosit!
EliminaOra sarebbe divertente un articolo su sei film che hanno ispirato questo capolavoro... Sono sicuro che tireresti fuori delle chicche notevoli ;)
RispondiEliminaEcco, questo non sarebbe mica male! Grazie per l’idea, per ora me la tengo in un cassetto del cranio e intanto ci studio su ;-) Cheers!
EliminaMa sa che quelli italiani devo averli visti tutti? Li trasmettevano spesso per le tv regionali :) Ormai ne ho vaghi ricordi però.. Ma il fatto che tutte le donne sulla Terra siano diventate sterili non è anche la premessa de "I figli degli uomini" (che non ho mai visto)?
RispondiEliminaEsatto, è proprio la premessa del film di Alfonso Cuaron, che ha una trama minimale, ma proprio ridotta all’osso, ma anche una gran regia (il piano sequenza dentro la Fiat Multipla è micidiale… Si, hai letto bene, Fiat Multipla) e una buona costruzione del mondo, te lo consiglio, anzi ti dirò che io lo avrei fatto finire un minuto prima quel film ;-) Cheers
EliminaFantastico Doomsday, carino Fuga Da Absolom, Lockout... molto brutto. Gli altri mi sa che me li sono persi più o meno tutti...
RispondiEliminaA “Fuga da Absolom” si vuole bene dopo le mille mila visioni, “Lockout” è più interessante per la vicenda giudiziaria che ha permesso a Carpenter di stare sul divano con qualche soldo in più in tasca ;-) “Doomsday” amore assoluto, sono schifosamente di parte quando si parla di Neil Marshall, è uno dei pochi che ha davvero assimilato i concetti chiave del cinema Carpenteriano, sarà pure una grossa strizzata d’occhio, ma davanti a tanto amore, e una Rhona Mitra così, io mi sciolgo, forse anche più del necessario! Cheers
EliminaApplausi in standing ovation mentre canticchio in loop il tema del film! (Taaaa ta-ta-taaaa e via dicendo)
RispondiEliminaA "Lockout" ci voglio un gran bene perché mi ha divertito tantissimo: è il film che nessuno vuole più fare ed è un gran peccato.
Mi pare il posto giusto per raccontarti della puntata di venerdì scorso del "Graham Norton Show", dove c'era Kurt Russell a lanciare il film dove fa Babbo Natale. Il conduttore ad un certo punto gli dice che fra gli ospiti c'è un suo fan, l'attore si gira e vede David Walliams (scritto proprio così), che è l'autore più venduto d'Inghilterra (fa libri per bambini) ed un divo televisivo di prima grandezza, ospite ovunque e giudice di reality locali... che è diventato rosso come una ragazzina. Da sotto il divano tira fuori un astuccio, lo apre e srotola la locandina cinematografica d'annata di "Fuga da New York", chiedendo emozionato se Kurt gliela può autografare!
I divi moderni possono fare quello che vogliono ma i film di Carpenter sono eterni. Fra qualche anno nessuno ricorderà Walliams ma Plissken dominerà sempre ^_^
P.S.
M'hai fatto morire con Reuma Park, anche perché all'epoca ho interrotto a metà per l'odio che mi ha generato e non avevo colto i rimandi di trama. (Va be', "trama"...)
Ahaah grazie mille! Il tema del film è sempre figo da avere in testa ;-)
EliminaAlla fine “Lockout” faceva ridere, ricordo che guardandolo pensavo: Non hanno fatto nemmeno finta di mascherare i modelli originali, deve aver pensato lo stesso anche il giudice :-P Però si cavolo, è proprio una tipologia di film che ormai è estinto.
Fantastico! Questo Walliams ha tutta la mia stima, penso che farei lo stesso pure io con la locandina del film che per anni è stata affissa nella mia vecchia cameretta. Per altro sono tutti allibiti da questo film con Kurt Russell in versione «Chiamami Natale», dimenticandosi che Kurt ha iniziato da bambino con i film Disney, la sua grandezza sta in quello, a suo agio sia a fare commedie leggere che Jena Plissken, lui è Carpenter sono davvero di un’altra razza, hanno gettato via lo stampo dopo averli sfornati.
Ehehe Reuma Park è scemissimo, non guardo più film dei tre comici (anzi, non guardo proprio i film dei comici italiani) dopo i loro primi titoli comunque celebri, ho pensato che vista la premessa, poteva almeno essere qualcosa di guardabile, non lo era, meglio pensare alle citazioni, volontarie o meno che siano ;-) Cheers
Lockout e Doomsday bei ricordi per non parlare di No Escape.
RispondiEliminaWhatcha gonna do brother, when Baramania runs wild on you???
Ahaha! Fantastico! Quando farò le magliette della Bara Volante ci farò stampare questa! :-D Rigorosamente da strapparsi di dosso dopo aver pronunciato la frase. Boa e fascetta da Hulk Hogan, vendute separatamente ;-) Cheers
Eliminaa cassidy . sono er geppo di nichlin.
RispondiEliminati mancavo?
sicuramente te l'hanno deto a cassidy: quella comunista mangia fanciulli di piera de taxxis e il suo socio walter veltroni ( loro sì che sono sono rassisti non il matteo e nemmeno il donald) sulla loro rivista ciacccc hanno fatto un bell'articolo sul maestro.
peccato che nei cinque film cult del maestro non abbiano messo " la cosa".
ORRORE!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Eccolo! Mi sei mancato hombre! Temevo che i tanti film di Terry Gilliam ti avessero messo in fugo, bentornato! :-D
EliminaHo letto la notizia, e mi rifiuto di acquistare Ciak, per quanto mi riguarda ho problemi con entrambi i personaggi citati, Piera Detassis in particolare, avrei cento critiche da farle, ne farò solo una: Quando scrive di cinema facendo la finto ispirata, risulta finta come la neve sparata dai cannoni. Ad entrambi bravi, ottima figura, capisco che scegliere SOLO cinque film del Maestro sia difficile (io sarei in difficoltà) ma la scelta è tra gli altri quattro, perché si parte da “La Cosa”.
Continuo a pensare che tanti appassionati, sarebbero molto più competenti e precisi (sottoscritto escluso) di alcuni personaggi che hanno la possibilità di raggiungere molti lettori e vengono anche pagati per farlo. In parole povere: Prrrrrrrrr! Ah-Ah! (segue il coro: Sceeeeemi! Sceeeeeemi!) :-P Cheers
grandissimo cassidy!!
RispondiEliminano non mi hanno messo in fugo al massimo mi hanno messo in fi.a!! g
ok mi censuro da solo: il moige ci spia sotto gli occhi dell polizia!!!!!!!!!!!!
geppo da nichelino
ps: w la foca che Dio la bendoca!
A questo punto avresti dovuto concludere con W la Fuga :-P Cheers!
EliminaIdea molto carina 😁
RispondiEliminaNon ho visto il film del trio ma mai mi sarei immaginato che dovesse qualcosa a Carpentiere!
Tutti gli altri non li conosco, neanche sapevo dell'esistenza di delle due pellicole italiane (i motociclisti dell'immagine sembrano più i teppisti di College). Doomsday l'ho solo sentito nominare.
p.s. mitico il compagno di banco afflitto da una forma di Banfiano autismo 😂
Infatti non è mia, sono solo un galoppino :-P :-D Te li consiglio tutti, alla fine quello da evitare è davvero solo quello del trio di comici. Non sapevo come altro definirlo, ripetere per ora ed ore le battute di un film di Banfi, mi suonava bene ;-) Cheers
EliminaMi fa piacere trovare ben due postapoca/distopic italianissimi... anche io li avrei citati, anche perché gli altri non li ho visti, tranne quello con Liotta ovviamente.
RispondiEliminaNon so manco se gli altri due mi intrigherebbero...
Moz-
“Doomsday” merita, un film di genere come non ne fanno più (infatti Neil Marshall non fa più film, almeno fino al prossimo Hellboy) gli altri non potevano proprio mancare in un elenco così, qui da noi la tradizione di portare avanti (in un modo o nell’altro) i grandi film americani non manca, penso ai capitoli apocrifi di “La Casa” ad esempio, anche se quelli erano uniti spesso solo dal titolo. Cheers!
Eliminaio compro la rivista ciak.
RispondiEliminala compro e sottoscrivo tutto ciò che dice il geppo ( sopratutto sul w la foca. gran film rivalutato a venezia) .
piera de tassis è insopportabile ma chi batte tutti sono marzia gandolfi e paola casella di my movies.
io ho la terza elementare ma per leggere tutto la recensione della dottissisma marzia a proposito del film Skyfall ho dovuto usare il vocabolario( questo è vero )
la casella invece parlando del film horror "Halloween"del 2018 fa venire l'impressione che abbia visto un film
di terence mallick.
grazie
rdm
Sfondi una porta aperta, ci sono film che vanno analizzati usando i paroloni, non ho assolutamente nulla contro i paroloni, sono belli, li adoro, ma davvero usarli a caso è solo urticante e basta. Ora non conosco bene My Movies, se non di fama, quindi non ti so dire, ma in generale quando leggo frasi tipo: “Un cinema che implode” per parlare di un film di Michael Bay, di solito mi cascano parti del corpo che puoi immaginare, sarò limitato ed ignorante (lo sono tantissimo) ma credo che si possa scrivere di cinema restando schietti e diretti, almeno, quelli che mi piace leggere di solito lo fanno così, e funzionano benissimo ;-) Cheers
Eliminacaro cassidy gavati la nata e vai su my movies e e leggiti il commento della casella su halloween(2018).
RispondiEliminaa me è capitato di leggere prima la recensione di halloween del 20018(il film non l'ho visto e non lo vedrò) della casell e poi la tua recensione.
ho riso per un quarto d'ora come un cretino perchè appunto la casella avrà fatto pure il liceo classico ma davvero fa ridere.
grazie
rdm
w la fuga
A questo punto mi hai messo la pulce nell’orecchio, una volta di queste andrò a leggerla ;-) Cheers
EliminaA me il 2019 di Martino è sempre piaciuto, pur con qualche difetto.
RispondiEliminaMa anche i film di Castelari eh.
Sempre mglio loro che le fiction di canale 5 o i vari Natale a Stronzolandia.
Assolutamente si, non volevo certo essere irriverente nei confronti di questi film (tranne Reuma Park) alla fine mi piacciono tutti ;-) Cheers
EliminaFuga da New York è un cult assoluto e anche un film copiatissimo nella storia del cinema. Dei sei che citi ho visto Lockout di cui ho i ricordi appannatissimi, non ricordavo nemmeno che nel cast ci fosse Cassidy, anche se mi ricordo di Maggie Grace... Poi ho visto Fuga da Reuma Park e siccome amo Aldo, Giovanni e Giacomo avrei voluto cavarmi gli occhi...
RispondiEliminaCassidy prima di diventare Cassidy ha fatto poche cose ma azzeccate, in “Misfits” era micidiale, anche se al suo arrivo, la serie aveva già finito tutte le sue idee migliori. No “Reuma park” era inguardabile davvero! Cheers
EliminaMolto interessante, non ho mai visto nessuno di questi film, ma è veramente piacevole vedere come l'idea di un regista possa continuare a influenzare i colleghi dopo tanti anni dalla sua realizzazione.
RispondiEliminaTi ringrazio, di solito succede con i classici, quelli capaci di diventare un archetipo narrativo, direi che è uno di quei casi ;-) Cheers
EliminaInteressante (comunque ho visto solo gli ultimi due), e credo troverai delle somiglianze anche in Blood Drive ;)
RispondiEliminaUna serie che ho in programma di vedere da tempo, dovrei proprio farlo perché penso che mi piacerebbe ;-) Cheers!
EliminaVisti tutti, Castellari, Martino, Campbell, Marshall (magnifico Doomsday), Mather & St. Leger, compresa purtroppo l'ultima non necessaria prova del trio con Fuga da Reuma Park... e qui il Maestro può dormire sonni tranquilli, credo: oltre a una finta trama come scusa per riproporre stancamente e malamente i vecchi sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo non ci trovo davvero nient'altro, men che meno riferimenti a Zio John che tentino di andare al di là del titolo (“Il giorno in cui le allodole voleranno” sarebbe una citazione diretta troppo alta e raffinata per trovar posto in questo pessimo filmaccio) ;-) Invece in Lockout, effettivamente, qualcosa che avrebbe potuto impensierire Carpenter c'era, e infatti (per la cronaca, i Minimei a Besson non riesco a perdonarglieli nemmeno io)... ;-)
RispondiEliminaDici che ho sovrastimato il trio di comici? Molto probabile, il giorno in cui riuscirò a vedere "Il giorno in cui le allodole voleranno" mi toglierò il dubbio su questa pellicola misteriosa per sempre ;-) Indifendibili i Minimei, avrei preferito dieci Lockout, e forse anche Carpenter :-P Cheers
Elimina