Fatemelo scrivere subito, perché non riesco più a trattenermi,
il titolo di questa puntata, nella mia testa (malata) mi fa pensare subito al
secondo disco dei Green Day intitolato “Kerplunk!”. Ok ora che ho detto questa
caSSata parliamo del nuovo episodio di “Doctor Who”.
Siete già in ansia per i regali di Natale? Io no, perché di
solito compro tutto ad agosto e poi non ci penso più (storia vera), però in
questo periodo i fattorini volano, e anche in questo episodio hanno un ruolo
chiave, ma trattandosi di “Doctor Who” sono fattorini… Robot!
Uno di loro consegna un pacco per Thirteen (sul suo contenuto,
ci torniamo più avanti, lasciatemi l’icona aperta) ed insieme una richiesta di
aiuto, quindi si vola tutti verso il luogo di smistamento, un’intera luna
adibita a magazzino di Amazon Kerblam, il sogno bagnato dell’industria
4.0 dove il 90% dei lavoratori sono amichevoli (si fa per dire) Robot, mentre
il restante 10% sono lavoratori organici… Umani! Volevo dire umani!
Qui Doctor e i suoi compari si dividono, qualcuno fa la
conoscenza della capa delle risorse umane, oppure del viscidissimo Slade, capo
reparto odioso, che si becca una ripassatina da parte di Thirteen sul valore
del rispetto, non proprio il monologo del Dottore che passerà alla storia, ma
già un passo in avanti.
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"Invece della mancia, a lui si può lasciare un libro di Isaac Asimov". |
Nonno Graham incontra il giovane manutentore Charlie, mentre
Ryan, che si ritrova improvvisamente in una versione gigante del suo precedente
(e noiosissimo) lavoro conosce l’adorabile Kira, ragazza addetta
all’impacchettamento, che però trova la gioia anche in un lavoro così
ripetitivo, quasi degno di beh, un robot. Scoprire chi ha mandato il messaggio
d’aiuto, e la terribile minaccia che incombe su tutti i clienti Amazon Kerblam
è l’obbiettivo della settimana, ma in generale l’episodio, mette una in fila
all’altra tante trovate giuste, ma stringi stringi, resta insipido lo stesso,
come mai? Vediamolo in dettaglio.
Bisogna dire che il ritmo è abbastanza buono, e anche se tre
companion continuano a sembrare troppi per il minutaggio dei singoli episodi (a
turno uno dei tre viene dimenticato sullo sfondo della storia) almeno non ci si
annoia mai, purtroppo nemmeno “Kerblam” è un episodio che mi ha convinto molto.
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Il fatto che sia “Bigger on the inside” tornerà utile per far man bassa di pacchetti. |
Non voglio sembrare troppo cattivo, ma durante la precedente
gestione, quando un episodio era scritto di pugno dallo Showrunner, sapevo che
mi sarei trovato davanti qualcosa di un livello un pochino più alto rispetto al
resto delle puntate, per Chris Chibnall al momento, sembra vero il contrario, infatti
“Kerblam” che è scritto da Pete McTighe (all’esordio con “Doctor Who”) ha già
una qualità e un ritmo migliore, questo bisogna dirlo.
Ormai è chiaro come il sole, che questa undicesima stagione
è basata sull’idea, comunque molto valida, di usare l’elemento fantasy (in
questo caso la minaccia dei fattori Robot ribelli) per parlarci di un problema
molto umano e soprattutto molto vicino a noi spettatori. “Kerblam” è un
METAFORONE sulle grandi società che sfruttano le persone, nei casi migliori
garantiscono loro un lavoro snervante e sottopagato, e ringrazia umano altrimenti
resti a spasso, il messaggio non è giusto, è giustissimo, peccato che alla pari
di Arachnids in UK, sia tutto scritto
con il pennarellone a punta grossa, e le idee più che suggerite allo
spettatore, sono urlate e fin troppo didascaliche.
Ho trovato molto valido il fatto che il cattivo di turno,
non sia il personaggio più facile da identificare, forse il meno sospettabile,
questo è sicuramente un punto a favore dell’episodio, purtroppo ho trovato meno
efficace il fatto che il lungo monologo di Thirteen, invece che convincere il
malintenzionato a ravvedersi, con la forza di parole bene selezionate capaci di
far leva sull’emotività, sembri più un memento espositivo, un lungo spiegone
che banalizza quanto di buono fatto fino a quel momento.
Inoltre, ho trovato anche abbastanza una mossa paracula, trasformare di colpo il cattivo, un personaggio con motivazioni anche valide dal suo punto di vista, una specie di luddista che blatera di complotti. Che senso ha fare la critica all’industria che spersonalizza l’uomo (e la donna) rendendoli tutti simili a macchine, dando un volto umano, un nome, e un personaggio con cui immedesimarsi, a tutti quei lavoratori costretti a dover dire «Grazie signore» per il fatto di avere un lavoro sotto pagato, se poi quello stesso personaggio, in meno di due righe di dialogo, me lo trasformi di colpo in un pazzoide vaneggiante, molto comodo da scaricare senza sensi di colpa? Posso dirla fuori dai denti? Qui mi sembra un bel modo per lanciare il sasso, nascondere la mano, e non beccarsi magari qualche accusa evitando polemiche, no no no, non ci siamo.
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Una luce al led rende futuristica anche una cartellina. |
Inoltre, ho trovato anche abbastanza una mossa paracula, trasformare di colpo il cattivo, un personaggio con motivazioni anche valide dal suo punto di vista, una specie di luddista che blatera di complotti. Che senso ha fare la critica all’industria che spersonalizza l’uomo (e la donna) rendendoli tutti simili a macchine, dando un volto umano, un nome, e un personaggio con cui immedesimarsi, a tutti quei lavoratori costretti a dover dire «Grazie signore» per il fatto di avere un lavoro sotto pagato, se poi quello stesso personaggio, in meno di due righe di dialogo, me lo trasformi di colpo in un pazzoide vaneggiante, molto comodo da scaricare senza sensi di colpa? Posso dirla fuori dai denti? Qui mi sembra un bel modo per lanciare il sasso, nascondere la mano, e non beccarsi magari qualche accusa evitando polemiche, no no no, non ci siamo.
Mi rendo conto che forse sembro troppo duro con un episodio
che comunque, non è malissimo, però mi ha anche spinto a riflettere sulla piega
presa da questa serie. Proprio in quest’ottica, due appunti sulla condotta
morale del Doctor.
Abbiamo archiviato l’era del «Everybody lives!», in sette
puntate Thirteen ha lasciato sul campo più morti di molti dei suoi predecessori
messi insieme, questa è una delle ragioni per cui non sono ancora riuscito ad affezionarmi
a questa incarnazione del personaggio. In questo episodio ad esempio, “Doc” cambia
davvero troppo velocemente idea sul cattivo di turno (no, non ve lo dico di chi
si tratta, è una delle trovate migliori della puntata, non voglio certo rovinarvela),
ribaltandogli la mossa come si fa a Judo però poi, lasciandolo morire senza
nessun ripensamento. Non lo so, non mi sembra ancora il modo di fare del
Dottore, e questo ci porta alla mia critica successiva, che è anche l’occasione
per chiudere quell’icona lasciata aperta lassù.
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“Graham cosa stai facendo?”, “Ah pensavo fosse il teletrasporto di Star Trek”. |
Il pacco consegnato dal Robot-Corriere contiene un Fez, che
per tutti i Whoviani vuol dire solamente una cosa… Eleven! Si perché il Dottore
con il farfallino («Bowties are cool!») era quello in fissa anche con il Fez,
lo ammetto candidamente, vedere Jodie Whittaker con il copricapo in testa è un
momento piuttosto divertente, ma il problema non è la strizzata d’occhio in sé,
quando il fatto che la sensazione sia quella di una certa timidezza da parte
degli autori, un tentativo di dire: Ecco vedete? È cambiato tutto, anche il suo
sesso, ma è sempre il solito Dottore. La riga di dialogo che prevede citate
insieme Agatha Christie e le vespe, strizza l’occhio ad un altro Dottore (Ten)
ma non cambia di molto il discorso.
Cosa è servito allora questo cambio “rivoluzionario”
(virgolette obbligatorie, se penso alle enormi e inutili polemiche dopo la
nomina di Jodie Whittaker) se poi si sta cercando di fare di tutto per
convincere il pubblico che nulla è cambiato? Abbiamo un Dottore donna, perché
non farle affrontare le minacce spaziali con un approccio davvero più
femminile, invece che affannarsi per tranquillizzare il pubblico? Forse sto
solo ingigantendo elementi di un episodio buono ma non buonissimo, eppure la
puntata mi ha portato a farlo.
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Nella prossima puntata? Le facciamo anche urlare “Geronimo”? Eh dai su. |
Ultima e poi chiudo giuro! In “Doctor Who” ne abbiamo viste
tante, mi piace sempre l’idea della minaccia apparentemente innocua che
potrebbe distruggere tutto, ma mi è stato proprio impossibile, mentre guardavo “Kerblam”,
non arrivare ad affermare ad alta voce: «Ma alla fine quindi, stiamo parlando
di Pluriball assassino? No ma sul serio?» (Storia vera).
Quando ero sulla scena finale mi stavo ripetendo nella mente: "E dai, salva il nemico! Dottoressa, salvalo! Su dai, inventati qualcosa, COME HAI SEMPRE FATTO, e salvalo!" Ma niente, in questa serie Everybody die.
RispondiEliminaNon è che alla BBC stanno provando a fare il loro "Rick e Morty" censurato?
In ogni caso, alla puntata darei gli stessi meriti e demeriti che hai scritto te.
L'ambientazione distopica\metaforona mi piace sempre ed è uno degli elementi chiave che adoro di DW.
Tuttavia anch'io ho percepito il volersi semplificare enormente sul comportamento finale dell'antagonista (che era davvero un BEL colpo di scena)!
Quanno criticano Trump vanno (troppo) sul sicuro, quando devono essere un pò più sottili faticano ancora.
Resta comunque un episodio migliore di quello dei ragni!
Saluti!
Siamo veramente passati da "Everybody lives" ad "Everybody dies", che poi come ha risolto la minaccia, poteva anche salvare l'antagonista, questa è veramente una parte del carattere di questa incarnazione del Dottore con cui fatico ad immedesimarmi. Il colpo di scena era molto bello, l'episodio in se ha dei lati positivi, ma ancora non ci siamo, mi piace la tua idea, sembra davvero "Rick & Morty" con le censure per ora ;-) Cheers!
EliminaPennarellone grosso e poco appeal. Niente mi ha convinto, niente mi è rimasto, soprattutto con un finale in cui lo spiegone serve a perdere tempo affinchè il cattivo muoia non propriamente per mano del Dottore. Diciamo poi che il livello di recitazione delle guests era piuttosto al minimo sindacabile, e i riferimenti per i vecchi fan che sembrano frecciatine per tenerci buoni.
RispondiEliminaMancano i veri cattivi, manca il vero coinvolgimento.
Per dire, finito l'episodio ho voluto rivedermi Vincent and the Doctor, ritrovando in un attimo lacrime e amore per questa serie. Il motore dovrebbe essere ormai caldo, ma non si ingrana.
Davvero, siamo passati dallo spiegone del super cattivo de “Gli Incredibili” allo spiegone del buono, che serve a prendere tempo per non agire da cattivo, male male male. Le strizzate d’occhio le ho trovate urticanti anche io, e poi vabbè, sono sicuro che ogni appassionato di questa serie voglia bene a “Vincent and the Doctor”, a me è capitato di vedere quella punta la prima volta, un giorno importante della mia vita, quindi solo bei ricordi. Dici bene, i pezzi sono al loro posto ma qualcosa non gira, purtroppo non mancano più tante puntate alla fine. Cheers!
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