Questa seconda metà del 2018 è un po’ priva di venerdì 13
sul calendario, aspettando l’occasione giusta per vedere tornare
Jason e archiviato il ripasso su
Halloween, posso dedicarmi ad un altro
celebre assassino degli slasher, quindi vi do ufficialmente il benvenuto alla
rubrica… Vieni a giocare con Chucky!
La bambola assassina
di Tom Holland è un classico, un film invecchiato piuttosto bene capace di
sfornare un personaggio mitico come Chucky, il serial killer Charles Lee Ray (Brad
Dourif) intrappolato nel corpo di plastica di una tenera bambola dai capelli
rossi modello “Tipo Bello” stando al doppiaggio italiano, o “Good Guy” in
originale. Il film di Holland è stato un tale successo che il seguito non
poteva tardare ad arrivare, anche se, in effetti, un po’ ha tardato davvero.
Sì, perché nel frattempo Tom Holland non aveva molta voglia
di tornare sul luogo del delitto, anche se lo sceneggiatore Don Mancini
scalpitava per scrivere un secondo capitolo della avventure (e dei massacri) di
Chucky, motivo per cui la regia è passata di mano, per arrivare in quelle di John
Lafia, onesto mestierante di cui ricordo oltre a questo film anche il simpatico
"Il migliore amico dell'uomo" (1993), una cosina con un cagnone
assassino e Lance Henriksen, ma poi poco altro, tante regie televisive
rimbalzando tra una serie tv e l’altra.
Tra tutti i generi cinematografici l’horror, è quello che
più di tutti forse vive e si alimenta (nel senso che in tanti si guadagnano la
pagnotta) grazie ai seguiti, anche se il più delle volte molti horror
starebbero meglio come figli unici, è difficile resistere ad un buon cattivo
che torna a spaventare il pubblico, “Child's Play 2” posso dirlo senza paura di
essere smentito, segue lettera per lettera quella che io chiamo, la regola
aurea dei seguiti, quella che recita: "Uguale al primo, ma più grande!
".
 |
Niente può fermare un "Tipo Bello" come Chucky! |
Bisogna dire che “La bambola assassina 2” è uno di quei
seguiti che tiene conto delle conseguenze del film precedente, più che altro
per giustificare un paio di assenze pesanti, mi riferisco alla mamma di Andy, Karen
Barclay (l’attrice Catherine Hicks) e il detective Mike Norris (Chris
Sarandon), cancellati dalla trama per motivi di budget, perché, in realtà, uno
spazietto nella storia per il poliziotto era anche previsto, ma mancando gli ex
presidenti spirati stampati su carta verde per pagare Sarandon, ciao ciao Mike,
è stato bello finché è durato (storia vera).
Per questo motivo bisogna trovare una nuova famiglia al
piccolo Andy Barclay (Alex Vincent), con una madre creduta pazza per via di
quella storia della
bambola che ha cercato di uccidere lei e suo figlio, a trauma infantile, per Andy si
aggiungono ulteriori traumi infantili: strappato dalle braccia materne e ospite
di una casa famiglia, rappresentata dalla signora Joanne Simpson (Jenny Agutter,
la bella bellissima di
La fuga di Logan)
e dal papà adottivo Phil Simpson (il caratterista Gerrit Graham che
probabilmente avete visto ovunque).
 |
“Speravo di aver chiuso con gli horror, dopo aver aiutato quel ragazzo americano a Londra.” |
A questo aggiungiamo anche la bionda Kyle (Christine Elise
al suo esordio cinematografico), ragazza ribelle pronta a lasciare la casa
famiglia, da cosa si capisce che è una ribelle? Da due dettagli: fuma sigarette
una via l’altra e indossa un cappello di pelle che la fa sembrare il
motociclista dei Village People, che non so se sia davvero un elemento di
ribellione, al massimo mi fa pensare che da un minuto all’altro la ragazza
possa partire a cantare “Y.M.C.A.” con tanto di balletto.
 |
It's fun to stay at the Y-M-C-A! (Occhio però che lei più avanti torna) |
Ma se ad Hollywood in pochi sanno dire di no al seguito di
un film di successo, alla fabbrica dei bambolotti “Good Guy”, queste famigerate notizie di incidenti con una delle loro bambole, provenienti da Chicago sono
tutta pubblicità extra, la produzione in massa continua e, purtroppo, un
dettaglio tagliato dalla sceneggiatura originale, fa sfumare l’ambientazione natalizia che avrebbe almeno giustificato l’altissimo numero di bambole “Tipo
bello” sfornate, ma diventa complicato fare un film ambientato a Natale, quando
hai pochi soldi e devi girare a giugno (storia vera).
Ma i tizi giù alla fabbrica sono fin troppo zelanti:
recuperata la bambola bruciacchiata proveniente da Chicago (e dal finale del
film precedente), la tirano nuovamente a
lucido, come ci viene mostrato nei titoli di testa del film, salvo poi
abbandonarla al suo destino, il megadirettore galattico che suggerisce dove
mettersi la bambola al sottoposto leccaculo che gli chiede cosa ci deve fare,
ci ricorda che la vita in una grande azienda è anche fatta di umiliazioni e «Sì
signore», oppure più probabilmente ci voleva un modo veloce per far tornare in
pista Chucky e poche balle!
 |
Mi ricorda un po’ la mia ultima visita oculistica. |
Bisogna dire che il nostro Chucky, sempre doppiato alla
grande dal solito Brad Dourif (che rende spassosissimo il turpiloquio con cui
si esprime il bambolotto in salopette), parte subito in quarta eliminando il
leccaculo, ma non senza prima prendersi gioco di lui, prima gli spara (con una
pistola ad acqua) poi pensa bene di soffocarlo con un sacchetto di plastica,
spuntandogli da dietro il sedile della sua auto. Non siamo nemmeno a venti
minuti di film e Chucky ne ha già lasciati a terra due, se consideriamo anche
l’operaio impegnato a ricostruirlo, fulminato a morte dal macchinario (e dalla
cattiveria di Chucky).
Eppure, bisogna dire che gli adulti del film sono tutti
piuttosto odiosi. I coniugi Simpson non brillano per simpatia e nemmeno per
intelletto... Ma io dico: ti portano a casa un bambino traumatizzato dalle bambole
“Tipo bello” e tu gli fai trovare in casa proprio uno di quei bambolotti? E, ma
allora è sadismo! Phil Simpson, in particolare, scatena proprio l’odio, con i
suoi continui divieti e il suo ostinarsi a negare anche gli eventi più strani,
fa davvero venire voglia di tifare per Chucky! Il che ha senso se vuoi fare un
seguito dedicato a questo personaggio, ma se pensiamo agli adulti del primo
film e al loro modo (comunque credibile) di mettere in dubbio i fatti, ti fa
capire che questo seguito è stato sfornato un po’ con il pilota automatico in
fase di scrittura.
 |
“Le bambole sono inanimante e di certo non uccidono nessuno Andy” , “Non hai visto il primo film, vero?”. |
Don Mancini ha sempre candidamente ammesso che le due scene
più memorabili di questo “Child's Play 2”, in realtà, erano state scritte per il
primo film e poi tagliate per motivi di minutaggio, una è sicuramente la morte
dell’odiosa maestra di scuola di Andy (Beth Grant, a proposito di facce che
avete visto ovunque) che si accanisce con fumettistica cattiveria sul già
traumatizzato Andy, nemmeno fosse la signora Caprapall con Bart Simpson e
proprio per questo viene “bacchettata” a morte da Chucky («Lei è stata davvero
cattiva, signorina Kettlewell!»).
Sì, perché Chucky, molto più astuto di tutti gli adulti del
film messi insieme, trova subito il nuovo indirizzo di casa di Andy e
sostituendosi alla bambola “Tipo Bello” di casa, inizia a torturare
psicologicamente (ma non solo) il bambino, mentre, ovviamente, nessuno crede alla
sua storiella sul ritorno del pestifero assassino in salopette. “Child's Play 2”
non è affatto un brutto film, gioca spesso nel campo del già visto e i
giochetti mentali di Chucky non hanno tutti la stessa grazia del primo film, ma
tra l’ottimo lavoro vocale di Brad Dourif e gli effetti speciali (rigorosamente
vecchia scuola e, infatti, invecchiati piuttosto bene) di Jason Newton, Chucky
ruba la scena più volte.
 |
Chucky applica la sua personale versione del metodo Montessori. |
L’altro momento davvero memorabile di “La bambola assassina
2” che Mancini è andato a ripescare dal cestino della carta straccia e delle
idee inutilizzate è, ovviamente, la fabbrica di bambole “Good guy”, dov'è
ambientato tutto il lungo finale del film. Eliminati dall’equazione gli inutili
adulti, Andy e Kyle devono vedersela con Chucky andando a giocare sul SUO campo
da gioco!
L’idea di dover scappare da un assassino con i capelli color
carota vestito in salopette, mentre sei circondato da centinaia di migliaia di
suoi sosia ancora dentro la scatola rende il tutto più spaventoso, ognuno di
essi potrebbe essere Chucky pronto a saltare fuori per ucciderti, oppure
prenderti il corpo in nome della divinità Damballa.
 |
Per l’uscita dopo la prima scatola gialla giri a sinistra fino alla terza scatola gialla, poi a destra fino all’altra scatola gialla, facile no? |
La location è assolutamente azzeccata, di solito il finale
di uno slasher si svolge in luoghi angusti (l’armadio di
Halloween, ad esempio) con l’oscurità a dominare, in “Child's Play 2”,
invece, gli incubi sono colorati, Chucky con i suoi capelli color carota è
coloratissimo, così allo stesso modo la fabbrica è un labirinto, un incubo
giallo dai colori sparati, ma non per questo meno pericoloso, chiedete pure
all’operaio che ci rimette vita e occhi nel macchinario che installa i bulbi
oculari alle bambole!
Ed è proprio in questo coloratissimo luogo da incubo che “La
bambola assassina 2” si gioca le sue parti migliori, ormai definitivamente
incastrato nel suo corpo di plastica, tanto che nemmeno Damballa può più fare
nulla, Chucky diventa una bestia feroce che vuole solo vendicarsi e nulla lo
ferma, nemmeno perdere una mano, presto sostituita con un coltello nemmeno
fosse la motosega di
Ash Williams.
 |
"GROOVY!" (Cit.) |
Ma la mano è solo la prima delle mutilazioni, Chucky, il
Terminator in salopette più basso del mondo non si ferma nemmeno se sciolto
nell’altoforno, bisogna ricorrere a metodi brutali (e grondanti sangue) per
liberarsi di lui!
Insomma, “La bambola assassina 2” non inventa nulla di nuovo,
è un seguito uguale al primo, anzi, che sfrutta proprio idee scartate dal primo
film, ma tutto è in versione più grande, l’applicazione della regola aurea dei
seguiti al suo meglio! Il problema è che l’effetto sorpresa si perde un po’
trasformando “Child's Play 2” in un film identico al primo, se non per il
finale, infatti lo si ricorda fondamentalmente così: «Qual'è “La bambola assassina
2”? Ah sì, quello nella fabbrica!».
 |
“Tu devi sentire la Forza intorno a te, qui, tra te, me, la fabbrica, il magazzino, dovunque!” (Quasi-cit.) |
Ma non vi preoccupate, perché Chucky tornerà la settimana
prossima per portarci in un posto nuovo, preparate la salopette… Cioè volevo
dire lo zaino, si va tutti all’accademia militare!
 |
“Cassidy non mi fa pilotare la sua Bara Volante, quindi biondina fino al prossimo capitolo mi ci poterai tu!”. |
Plaudo all'iniziativa e spero con l'anno nuovo di unirmi anch'io al gioco, sperando che Chucky mi accetti. (Senza accetta, però!)
RispondiEliminaGrazie mille! Sarai sicuramente ben accetto, Chucky è di buon cuore. E se anche non lo è uno in qualche modo se lo procura ;-) Cheers
EliminaNon poteva mancare questo nuovo ciclo. Leggeró con piacere, ma ammetto di non aver mai visto nessun film della saga....
RispondiEliminaCi stava vero? Dopo aver scritto del primi film mi sono ingolosito, vediamo se ti verrà voglia di recuperare qualche capitolo ;-) Cheers
EliminaFaccio un po' di confusione fra i vari film della saga, perché i primi iniziano sempre con Chuck ricostruito e finiscono con Chucky disintegrato :D Comunque questo devo averlo visto, perché ricordo la sorella di Andy e la fabbrica finale. Sarà un caso che anche il bimbo di Toy Story si chiama Andy???
RispondiEliminaQuesto è quello che si ricorda proprio per via del finale nella fabbrica, ma lo schema dei primi tre è proprio quello che hai descritto. Sai che è una bella domanda? Secondo me no, cavolo! Oppure in America i bambini di nome Andy hanno fama di essere tipi tranquilli, o perseguitati dai loro giocattoli, indagherò su questa cosa del nome però, ottimo spunto ;-) Cheers
EliminaE forse questo mi piacque particolarmente, sai?
RispondiEliminaEra carino e in linea col primo. Non sapevo avessero cassato il detective (un cameo lo avrei pure fatto gratis, eccheccazz) e la madre (che invece ricordavo, ma invece viene solo nominata, giusto?)
Moz-
Viene nominata, e si vede in una foto che Andy conserva di lei, ma questione di un secondo ricordi bene. Alla fine non è un brutto seguito, non inventa niente e replica lo schema, ma il suo dovere lo fa, certo il primo resta una spanna sopra, ma non è un crollo verticale della qualità generale. Cheers!
EliminaCome fperale faccio confusione tra i vari capitoli e non credo manco di averli visti tutti. E quelli che ho visto li ho visti secoli fa! Ho dei buchi paurosi. Di questo mi è scattata la lampadina col finale nella fabbrica ma per il resto vuoto totale!
RispondiEliminaCosa ci sto a fare qui con la mia Bara, riempio luci, tappo lampadine e svelo lacune. No, mi sa che ho fatto un po’ di casino, meglio se mi limito a vedere film ;-) Cheers
EliminaCon La bambola assassina mi sono fermato al terzo capitolo - che detesto con molta sincerità - e devo dire che nemmeno i primi due mi fanno particolarmente impazzire. Sì, il primo è divertente, ma non lo trovo nulla di che. Il secondo non aggiunge nulla di nuovo, ma continua a funzionare, insomma, prima o poi un recuperone potrei farlo, ma non è che l'idea mi entusiasmi.
RispondiEliminaIl terzo cala di brutto, ma devo dire che è una saga che non va mai davvero sotto, altri più blasonate, hanno sformato seguiti peggiori, qui se non altro ogni capitolo è abbastanza riconoscibile, forse solo questo si mimetizza e si ricorda solamente per il finale nella fabbrica. Tranquillo, lo faccio io il ripassino su Chucky, così potrai valutare se ti interessa o meno recuperare i capitoli mancanti ;-) Cheers
EliminaL'ho rivisto ieri sera su Italia 2, niente affatto male !
RispondiEliminaNon è un capolavoro, e non ha l'idea innovativa del primo, ma è divertente, ha anche degli spunti sociali interessanti ( quella su i bambini ragazzi che passano da una famiglia all' altra ): insomma, non ti fa rimpiangere il tempo speso a guardarlo.
E per un sequel horror è già tanto !
Promosso con un 8 pieno.
Concordo in pieno è un seguito divertente con tutte le cosine al suo posto ;-) Cheers
Elimina