sabato 20 ottobre 2018

Doctor Who - 11x02 - The Ghost Monument: Alla ricerca del TARDIS


Tra tutte le novità di questa undicesima stagione di “Doctor Who”, il cambio di orario di messa in onda su BBC One è quella di cui sto risentendo di più. Questa serie era il mio appuntamento domenicale, che ho dovuto far stillare a lunedì, beh meglio così, almeno il lunedì finalmente ha una ragione di esistere!

Come scrivevo riguardo al primo episodio della stagione, apprezzo l’intenzione dello showrunner Chris Chibnall, di allargare il respiro degli episodi oltre il limite della singola puntata, infatti con il ritorno della storica sigla della serie, composta da Segun Akinola, viene quasi da pensare che The Woman who fell to earth, fosse solo un lungo “Cold Open” per questo episodio, che inizia un minuto dopo la fine del precedente. Quando parlo di storica sigla, intendo proprio che ho apprezzato la scelta di recuperare l’atmosfera della storica sigla di “Doctor Who”, declinata in una versione forse anche più oscura che mi piace molto, ricorda ancora di più “One of these days” dei Pink Floyd, a cui è stata sempre in qualche modo legata, e onestamente, ogni cosa che tira in ballo i Pink Floyd è buona e giusta!

Doctor & Soci, vengono pescati al volo da un’astronave di passaggio, a ben pensarci un inizio che ricorda l’inizio della “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams (a proposito di connessioni con la serie classica di Doctor Who). Doctor e Yaz sembra che si trovino sulla prua della nave, mentre Graham e Ryan apparentemente dovrebbero trovarsi a poppa (andranno bene i termini marinari anche per le navi spaziali? Bah chi lo sa!). Ma in realtà è un trucchetto, i quattro sono stati pescati al volo da due navi dirette nello stesso posto, un pianeta deserto che giustamente di chiama “Desolation” (logico no?), dove sono destinati a schiantarsi. Ed ora, a costo di passar per impopolare lo devo dire, non trovo carino che la nuova Doctor, nel giro di due puntate, si sia già schiantata al suolo due volte, vogliamo finirla con questo pregiudizio sulle donne che non sanno guidare? Le donne guidano benissimo, sicuramente meglio di che so… Me! (che noia guidare), quindi vediamo di uscire da questo stallo ok? Abbiamo già un milione di “Haters” dietro l’angolo che aspettano solo spunti come questo.

Il Jabba the Hutt di Desolation.
Parliamoci chiaramente, “The Ghost Monument” non verrà ricordato tra gli episodi più clamorosi della storia di “Doctor Who”, l’idea è quella di portare i nuovi compagni di viaggio del Doctor sul loro primo pianeta alieno («Welcome to what I presume is your first alien planet. Don't touch anything!»), l’episodio in se serve per far tornare in scena il TARDIS, ancora latitante in questa undicesima stagione, e per fortuna il non-mistero legato al “Ghost Monument” da raggiungere, non viene tirato troppo per le lunghe, fino a trasformarsi in un non-colpo di scene (sto in fissa con le parole con il trattino oggi), in realtà si tratta proprio del TARDIS, quindi l’obbiettivo dell’episodio, dei suoi protagonisti e di noi spettatore e di ricongiungersi tutti con la mitica cabina del telefono blu, poche balle, non stiamo a raccontarcela.

“Questo sarebbe un pianeta alieno? M’immaginavo tutta un’altra cosa”.
In questo “Desolation” (ben interpretato dal Sud Africa, meta molto quotata ultimamente per le produzioni che vogliono contenere i costi) serve a fare da sfondo ad una specie di Parigi-Dakar cosmica come la definisce Thirteen, una gara ad eliminazione in cui il vincitore può lasciare il pianeta vivo e ricco. In generale sembra che l’intenzione di Chris Chibnall sia quella di recuperare le trame più semplici dell’era Russell T. Davies, ma con i mezzi economici di cui poteva disporre Steven Moffat, e sui richiami a Davies, tenetemi l’icona aperta che più avanti ci torniamo.

Devo dire che Jodie Whittaker si dimostra giù molto calata nel ruolo, e posso dirlo, non era un caso, anche in questo episodio il suo scandire bene le parole (anche se con forte accento dello Yorkshire) fa di lei il primo Dottore da tempo, che non parla a mitraglietta, novità molto gradita! Ma anche se parla più lentamente, a Thirteen non manca la battuta pronta, quella sugli occhiali da sole di Audrey Hepburn (o di Pitagora ubriaco) non è niente male, purtroppo va un po’ meno bene con i suoi compagni di viaggio.

Fuori dal loro territorio (il pianeta Terra), i personaggi diventano tutti piuttosto anonimi, nonno Graham ha dei momenti solo quando cerca di farsi chiamare “Nonno” dal nipote adottivo Ryan, mentre Yaz fa ancora più da tappezzeria, di lei sappiamo che beh, sulla Terra aveva una normalissima famiglia (di rompiballe, come voi e me) che non dovrebbe dare per scontata, tutto qui.

“Tutto questo casino per una cabina del telefono, non le hanno detto che esistono i cellulari?”.
Va un pochino meglio con Ryan, anche se il suo problema di coordinazione motoria sembra accendersi e spegnersi come le lucine dell’albero di Natale, le tante scale e scalette da salire per raggiungere l’altra estremità del pianeta lo mettono in difficoltà, ma per sparare ai Robot di guardia usando un fucile laser, non dimostra nessuna difficoltà, anche se stando alle sue parole, le ore di allenamento a “Call of Duty” devono essergli tornate molto utili!

Se non altro l’occasione è ottima per Thirteen di ribadire il punto forte del personaggio, ben riassunto nel suo «Brains beat bullets every time» che mi rende sempre più simpatica la nuova Doctor e il suo fighissimo cappotto.

Dite che lo fanno anche da uomo quel cappotto?
Bisogna dire però che la gestione del ritmo non sembra ancora l’asso nella manica di questa undicesima stagione, alcuni dialoghi allungano il brodo, altro lo allungano ancora di più, e verso la metà della puntata lo ammetto, ho guardato un paio di volte l’orologio, e se The Woman who fell to earth, aveva dalla sua la durata extra di un’ora, i 45 minuti di “The Ghost Monument” non hanno troppe scusanti, ora passiamo ai lati decisamente positivi!

Senza risultare troppo invasiva, in questo episodio fa capolino una trama orizzontale che pare destinata a tenere banco a lungo e per di più, sembra anche piuttosto sfiziosa, “Desolation” è la prova di quello che gli alieni noti come Stenza (il tizio dentuto della scorsa puntata) sono in grado di fare, tanto potenti da poter polverizzare un pianeta senza troppe difficoltà, inoltre chi o cosa è il “Timeless Child” che quella specie di pergamena animata assassina annuncia a Thirteen? Un mistero che pare arrivare dal passato remoto del Doctor e che sarà tutto da scoprire, mentre gli effetti combinati di un sigaro della vittoria che si accende con uno schiocco di dita (classico caso di “Pistola di Cechov” applicato ad una sceneggiatura) e dell’acetilene sono facili da intuire ed efficaci nel risultato.

La coppia finalmente riunita!
Ma come detto, il cuore di “The Ghost Monument” è proprio il ritorno del TARDIS, con cui Thirteen ha un rapporto molto più femminile («Come to daddy» presto corretto in «Come to mommy») che sembra molto interessante anche per gli sviluppi futuri, e siccome vi ero debitore di un’icona lasciata aperta, fatemela chiudere.

L’aspetto del nuovo TARDIS non è affatto male, lo spazio prima della cabina di pilotaggio accentua il concetto di “It’s bigger on the inside” (tormentone che Chris Chibnall evita, bravo), ma a ben guardarlo sia per colori che per struttura mi ricorda molto quello usato da David TENnant, quindi i punti di contatto con l’era Russell T. Davies iniziano a diventare parecchi.

“It’s bigger on th… Oh al diavolo, questa è vecchia l’hanno detta tutti”.
Insomma “The Ghost Monument” è un altro buon episodio con ampi margini di miglioramento in proiezione futura, prossima avventura? Un’altra tappa obbligata per i nuovi compagni di viaggio del Doctor, un salto indietro nel tempo per incontrare una “Celebrità” del passato, stiamo per fare la conoscenza di Rosa Parks e francamente non vedo l’ora!

14 commenti:

  1. Io ritengo che Chibnall stia giocandosela al meglio, anche la scelta di non voler, al momento, inserire nessuno dei personaggi o delle sottotrame delle precedenti gestioni. Se la cosa avrà successo, Chibnall potrà costruirsi la propria gestione passo dopo passo e magari inserire poco alla volta quanto più gli aggraderà, magari i Daleks o i cybernians. Se invece il pubblico non gradirà la nuova incarnazione, Chibnall (o chi verrà dopo di lui) potrà ben resettare tutto, far tornare i vecchi personaggi e dire che quella della Whittaker sia stata una versione "alternativa" e fuori cronologia del Dottore.

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    1. Totalmente d'accordo, oppure la Whittaker potrebbe essere una "One", la prima di una nuovo ciclo di dodici Dottori donna. In ogni caso concordo con te, Chibnall sta svelando le carte poco alle volta, l'idea di introdurre nuovi avversari è molto, ma molto gradita! ;-) Cheers

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    2. Sì, potrebbe davvero essere la prima di un nuovo ciclo di rigenerazioni totalmente al femminile ;-) E nel caso (spero molto, molto remoto) di scarso gradimento da parte del pubblico, Jodie Whittaker potrebbe sempre giustificare la propria esistenza come Dottore in una delle realtà parallele (dove le avventure che vediamo potrebbero essere state ambientate già dall'inizio) a quella principale, non necessitando così di un reboot per giustificare il ritorno dei personaggi classici in quest'ultima ... e, magari, concedendosi di riapparirvi di tanto in tanto per collaborare con colleghi e colleghe Dottori di diversi universi ;-)

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    3. D'altra parte se hanno fatto un giro intero d'orologio con dodici Dottori uomini, perché non dodici Dottori donne? Ma non credo sarà necessario fare passi indietro Jodie Whittaker ha tutto per piacere e questo nuovo showrunner è partito molto bene ;-) Cheers

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  2. Ti dirò, è la prima volta che mi capita di vedere in due serate un episodio di Doctor Who, e ciò non è proprio un bel segnale. L'episodio pilota lo avevo apprezzato e pur essendo un pò più lento e serio, era pur sempre una puntata introduttiva, no problem. Ma già dal secondo.. comincio a sentire un pò troppo la lunghezza dei 40 minuti. E provo anche una forte malinconia per l'era di Moffat e le sue stravaganze.
    E' ancora troppo presto per elargire un giudizio; la serie la guarderò tutta perchè DW mi piace ma voglio risentire quel brivido d'avventura che mi ha fatto appassionare alla serie!

    PS: Io invece ci tenevo al motivetto "ma è più grande all'interno!", che delusione non sentirlo XD

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    1. Si è decisamente presto, ma due episodi su due, ho guardato l’orologio per via di un ritmo troppo lento, non mi accadeva da tempo, questo è sicuramente un punto su cui questa stagione deve migliorare. Cheers!

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  3. Mmm, devo dire che al momento è più la delusione che l'entusiasmo a tenere banco dalle mie parti. Spero decolli, sono ormai diverse stagioni che l'entusiasmo è in calo...

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    1. Non posso parlare di delusione, ma nemmeno di entusiasmo, vedo ampissimi margini di miglioramento ma seguo a braccia conserte, vediamo dove si va ;-) Cheers

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    2. Certo, farò anche io così, ero partito però con molta fiducia e ho invece trovato due episodi per lo più fiacchi che tra l'altro contribuiscono ad affossare i miei lunedì già provati dal crollo qualitativo di TWD :(

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    3. Di tutta la nuova gestione, questo ritmo che non scalpita è il dettaglio che fino a questo momento sto patendo di più, rispetto a TWD si corre comunque :-P Ho abbandonato senza rimpianti i Camminamorti alla fine della settima, ormai non mi divertivo nemmeno più a prenderla per i fondelli con i commenti. Posso assicurarti che i miei lunedì sono migliorati da allora ;-) Cheers

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  4. Fortunatamente la puntata 3 regala emozioni. Scappa anche la lacrima sul finale. Molto bene.

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    1. Qualche difettuccio ma enorme passo in avanti per la serie, è piaciuto un sacco anche a me, domenica ci parliamo con dovizia di dettagli. Cheers!

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  5. Ho trovato la puntata decisamente noiosa (i punti interessanti sono l'inizio e la fine dello show, il resto è un gigantesco riempitivo). Gli spunti interessanti ci sono, sopratutto per gli eventi futuri ma come puntata in se è da dimenticare.

    Onestamente avrei voluto sapere di più dei due piloti.

    I campagni del dottore in questa puntata sono decisamente inutili (salvo per simpatia Graham).

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    1. Graham gioca in un’altra categoria, sta proprio una spanna sopra gli altri. Bisognava riportare il Tardis in scena, fatto, anche se non proprio in modo memorabile. Cheers!

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