venerdì 28 settembre 2018

I fratelli Grimm e l'incantevole strega (2005): Favola senza lieto fine


In ogni filmografia, anche quella più rispettabile, prima o poi deve cadere un po’ di pioggia, quindi preparate gli ombrelli, perché questo è il capitolo fradicio d’acqua della rubrica… Gilliamesque!

Dopo il flop al botteghino di un film comunque destinato a diventare di culto come Paura e delirio a Las Vegas, per Terry Gilliam inizia una delle fasi più complicate della sua carriera: le produzioni complicate hanno funestato la carriera di Gilliam contribuendo a dare di lui l’immagine di un regista impossibile e con le mani bucate, a riabilitare l’immagine dell’unico Python americano (ancora per poco, visto che il 2006 si avvicina) ci pensa il documentario Lost in la Mancha, da cui emerge un Gilliam caparbio, ma capace di mantenere la calma anche davanti ai peggiori casi di “Negation of the Pussy”, la sfiga, come è stata definitivamente ribattezzata dal direttore della fotografia di fiducia del regista, Nicola Pecorini.

Dicono, però, che quando piove, poi diluvia, perché tutti i progetti di Gilliam successivi agli anni ’90, sono funestati da problemi produttivi che vanno dall’enorme al gigantesco, alternativi a budget infinitesimali e dosi altissime di “Negation of the pussy”. Nei sette anni che intercorrono tra il suo fine settimana a Las Vegas e un nuovo film da regista, Terry le tenta tutte per portare sul grande schermo “The defective detective”, un progetto che urla “GILLIAM” a pieni polmoni, la storia di un devastato detective che indagando sulla scomparsa di un bambino finisce in un assurdo mondo fiabesco fatto di alberi volanti e cavalieri, ma il massimo che riesce a ottenere per raggranellare un po’ di denaro, è la regia di “The Secret Tournament”, diretto nel dicembre del 2001, sono tre minuti di girato che probabilmente nemmeno sapete essere stati diretti da Gilliam (sempre supportato dal fidato Pecorini alla fotografia), ma che avete visto di sicuro, se vi dico calciatori che prendono parte ad un torneo segreto, con Éric Cantona a fare da arbitro e “A Little Less Conversation" di Elvis Presley come sottofondo musicale, voi cosa dite? Bravi, proprio il celebre (e ammettiamolo fighissimo) spot di una certa marca che porta il nome della divinità Greca della vittoria.


La notizia passa abbastanza sotto traccia, ma avremmo dovuto capirlo, perché in tre minuti scarsi e firmando un lavoro che più su commissione di così non è davvero possibile, Gilliam piazza la zampata: come quasi tutti i personaggi dei suoi film, anche i calciatori protagonisti di “The Secret Tournament” stanno chiusi dentro una gabbia, vezzo e tratto distintivo del cinema del nostro Terry. Poco? Sì, ma tocca accontentarci, perché le cose possono solo peggiorare.

La cosa più vicina a “The defective detective” che viene proposta a Gilliam è la storia di una particolare coppia di investigatori, impegnati a risolvere un caso ambientato nel mondo delle favole, si tratta della sceneggiatura di “The Brothers Grimm” scritta da Ehren Kruger, uno con un curriculum pieno di titoli altisonanti, ma che se poi li guardi bene da vicino non sono proprio tutta questa gran cosa (ho sempre avuto un rapporto complicato con “Scream 3” o con “The Ring”).

Sulla carta l’idea di rendere i fratelli Grimm due “Indagatori dell’Incubo” che affrontano il paranormale, in realtà truffando i poveri creduloni con trucchi che di fatto sono a tutti gli effetti cinematografici, ma ben prima che un'altra coppia di fratelli (Auguste e Louis Lumière) inventassero la settima arte, non è niente male, ecco, però, i film non si fanno sulla carta, sono un complicatissimo rebus fatto di sceneggiatori, attori, registi, direttori della fotografia e produttori che per questo film hanno un cognome noto, se non addirittura famigerato e, guarda caso, pure loro sono due fratelli: I Weinstein.

Come passare dai Gumbys ai Weinstein, per scoprire poi che non sono troppo diversi.
Sapete con chi altro nel mondo del cinema ho un rapporto complicato? Monica Bellucci, se siete tra quelli che s'impettiscono quando un nostro connazionale ha successo fuori da uno strambo Paese a forma di scarpa, la Monicona nazionale vi avrà dato sicuramente delle gioie, ma questa argomentazione la lascio a chi vuole percorrerla, possiamo accordarci per un pareggio se vogliamo dire che belle come la Bellucci al suo meglio, ne abbiamo viste proprio poche, poi ci sarebbe l’altra faccenda, la recitazione. Ecco, qui casca l’asino perché Monica è indifendibile e per via dei suoi, non proprio irresistibili, trascorsi recitativi si porta dietro una fama che la precede, se provate a chiedere qui da noi, “The Brothers Grimm” è quello dove ci recita la Bellucci, infatti il titolo italiano del film sembra fatto apposta per sottolineare la sua presenza, ma se devo dirvelo in tutta onestà, Monica Bellucci è il problema minore di “I fratelli Grimm e l'incantevole strega”.

“Auch! Mi sa che siano nei guai seri questa volta”.
Per motivi di puro “Gilliamismo” ho il DVD di questo film nella mia collezione, la parte migliore forse sono i contenuti speciali (il che è tutto detto), nella traccia audio del commento del regista, Gilliam dichiara che questo è il suo primo film in cui i personaggi sfoggiano denti pulitissimi e non sporchi come al solito e poi aggiunge scherzando di essersi venduto. Ma per via della travagliata produzione, i denti scintillanti degli attori, sono il compromesso meno grave che Gilliam ha dovuto accettare per portare a termine questo film.

Gilliam e il fidato Tony Grisoni riscrivono buona parte della sceneggiatura, ma non essendo iscritti alla famigerata “Writers guild of America” non vengono accreditati, in compenso, i Weinstein gli impongono svariate modifiche e pretendono un finale ottimista per la vicenda. Terry che ha sempre dimostrato che quando è il momento di fare a capocciate con i produttori burocrati in doppio petto per uno dei suoi film (lo aveva già fatto con successo per Brazil) é bravissimo a mettere le corna a terra e la guerra fredda tra Gilliam e i Weinstein fa interrompere la produzione del film per sei mesi, tempo che l’ex Monty Python impiega per dirigere “Tideland”, ma questa è un’altra storia e ne parleremo la prossima settimana.

Invece che promosso al Reparto recupero informazioni è diventato subito capo dell’esercito invasore!
Ma l’uomo che ha tenuto duro per Munchausen, lottato per Brazil e inseguito Don Chisciotte dal 1991, secondo voi può abbandonare i Fratelli Grimm nelle mani degli orchi noti come Weinstein? Proprio no e credetemi, io sono profondamente convinto che la testardaggine sia una virtù, ma da testardi bisogna anche capire quando è il momento di mollare il colpo, questa poteva essere una di quelle volte alla luce dei fatti.

Sì, perché i Weinstein richiedono il loro tributo di sangue a Gilliam e malgrado l’opposizione del regista licenziano in tronco Nicola Pecorini, colpevole di aver criticato le loro scelte (perché se Terry è Don Chisciotte, Pecorini è il suo degno scudiero) e non paghi fanno fuori anche il compositore scelto da Terry, Goran Bregovic sostituito dal ben più canonico Dario Marianelli che, infatti, risponde con un tema musicale sull’anonimo andante.

Dopo aver coniato l’espressione Negation of the pussy, vorrei sapere che parola ha usato per i Weinstein.
Ora, io lo so che nell’anno di grazia 2018, parlare male dei Weinstein è la normalità, sarebbe pure facile andare a ripescare i pettegolezzi riguardante la scelta delle attrici che compaiono nel film, che fossero due bastardoni in grado di fare il bello e il cattivo tempo con i loro modi discutibili lo sapevamo noi spettatori, figuriamoci gli addetti ai lavori, ma se volete sapere la mia, a me sono sempre stati sul cazzo, fondamentalmente per questo film (storia vera). Lo so, vale poco, ci tenevo a condividere la mia posizione sull’argomento, un giorno mi farò stampare una maglietta con su scritto: "Nicola Pecorini was right".

La parte che preferisco di “I fratelli Grimm e l'incantevole strega” è il fatto che Will e Jake utilizzino trucchi cinematografici, orgogliosamente analogici per stupire le persone e convincerle a pagarli per i loro stratagemmi, un’idea fortemente Gilliamesca che, però, è ben poco sfruttata e gettata nel calderone di un film che ha dentro di sé davvero troppa roba, tutta molto poco amalgamata e che, purtroppo, risulta insipido. I personaggi sono estremamente piatti, di fatto tutta la caratterizzazione dei due protagonisti si riassume così: «Fagioli Jake, fagioli!».

Anche gli angeli i Grimm mangiano fagioli.
Sì, perché il credulone Jake da bambino, ha scambiato la mucca di famiglia per dei fagioli magici che poi magici si rivelano non essere per niente, invece di comprare la medicina per la piccola sorella Grimm condannandola così a morte, dettaglio che suo fratello Will gli ricorderà per tutta la vita (e la durata del film), di fatto Jake è una sorta di Fox Mulder, anche lui si sente in colpa per aver condannato sua sorella, ma come l’agente dell’FBI non perde la fede che là fuori ci sia qualcosa ancora da spiegare. Peccato che l’arco narrativo dei personaggi non si completi mai per davvero, al massimo si perde in un non ben delineato triangolo amoroso con la bella Angelika, personaggio femminile fin troppo canonico, di fatto è la solita tipa tosta che va di moda nei film moderni, che non ha nulla a che vedere con la donna angelicata, sempre inseguita e destinata a salvare il protagonista che, invece, è tipica del cinema di Gilliam.

"La verità è la fuor..." , "Oh sta zitto!".
Nemmeno le singole scene che vedono protagonisti i personaggi delle fiabe, riescono a dare qualcosa alla trama, le brevi comparsate di Cappuccetto Rosso o di Hänsel e Gretel non si amalgamano con il resto della storia, sembrano più che altro strizzate d’occhio fini a loro stesse, non basta far gridare «Raperonzolo!» a Jake quando si lancia dalla torre usando i lunghi capelli della strega come il personaggio delle fiabe, o cacciare a forza nella storia una comparsata dell’omino di marzapane (dopo “Shrek”, davvero!?) realizzato in brutta computer grafica, l’unico momento alla Gilliam per me è il rospo che viene leccato per provocare una visione, perché le principesse delle favole che baciavano rospi lisergici e poi vedevano bei principi azzurri, in realtà erano solo delle fattone degne di Raoul Duke e del Dr. Gonzo!

Ragazzo non ti lamentare, in tanti si farebbero trasformare volentieri in rospo, per beccarsi una leccata da Lena Headey.
I film ispirati alle fiabe nei primi anni 2000 sembravano la nuova tendenza, ma se escludiamo pochi e dimenticabili titoli, sono stati spazzati via dai film di supereroi (che per altro Gilliam mal sopporta), ma oltre alla sensazione generale di aver puntato sul cavallo sbagliato, è chiaro che i compromessi che Gilliam ha dovuto accettare e i troppi paletti imposti dalla produzione, si siano tradotti in un filmetto anonimo, uno blockbuster in costume meno carismatico di un “Van Helsing” (2004) qualunque, a cui mancano le chiavi di lettura e le ossessioni tipiche del cinema di Gilliam: il trionfo della fantasia sulla realtà è quasi totalmente assente, la critica ai burocrati (qui rappresentati dagli invasori francesi) molto all’acqua di rose e persino gli elementi fantastici che nel cinema di Gilliam fanno sempre irruzione rappresentati con trucchi rigorosamente analogici, vengono soppiantati da una più economica (stando alla produzione) grafica computerizzata che era già vecchia e brutta nel 2005, a rivederla ora direi che fa proprio pena e schifo.

Il digitale è un corpo estraneo, nel cinema del nostro Terry. 
Non stiamo a girarci attorno: alberi che camminano, il grosso lupone che fa gli occhi dolci e tutte le altre scene in CGI fanno male agli occhi, non solo perché risultano pessime, ma perché stanno lì a ricordarci del compromesso che uno dei più caparbi e visionari registi di sempre ha dovuto accettare per avere in cambio cosa? Il punto più basso della sua filmografia, questa volta il gioco non vale davvero la candela, ridurre un regista davvero visionario, a poco più di un arredatore di interni è davvero uno spreco, se voglio vedere belle immagini vuote, con un'estetica immediatamente riconducibile al nome dell’uomo dietro la macchina da presa, mi riguardo uno degli ultimi (e il più delle volte inutili) film di Tim Burton, Gilliam si merita più di questo.

Cosa resta ancora del cinema di Gilliam in questo film? Per assurdo, alcune delle migliori scenografie mai viste in uno dei suoi film, i costumi, ad esempio, sono fantastici e l’uso delle lenti grandangolari da manuale, basta guardare l’arrivo dei fratelli Grimm nella cittadina di Karlstandt invasa dai Francesi perché sia chiaro che Terry è davvero troppo bravo per andare sprecato con una storiella così.

Quel poco di valido che possiamo trovare in questo film arriva anche dagli attori, confermando ancora una volta il più sottovalutato talento del regista originario del Minnesota, ovvero la sua capacità di dirigere gli attori.

Trovatemi un altro che dirige con una testa di bambola appesa al collo, poi ne riparliamo.
Il Will di Matt Damon è spavaldo e arrogante al punto giusto da funzionare nel ruolo di uno che campa di espedienti, meglio di lui Heath (detto “BIP”) Ledger che qui per la prima volta si sporca le mani con un personaggio che non è il solito biondino di tutti i suoi titoli precedenti, ma un nerd ante litteram, un nerd nell’eccezione originale del termine, ovvero un sociopatico che non riesce a parlare alle donne e vive il suo mondo interiore in modo impacciato, scivolando sul fango quando cammina e collezionando figure di niente. Il primo nome fatto per interpretare Jake fu, ovviamente, quello di Johnny Depp che in carriera le ha tentate tutte per tirarsela da vero divo schifando tutti i film del regista che ha contribuito a lanciare la sua carriera, proprio per questo l’entrata in scena di “BIP” Ledger è significativa, un vero talento, disposto a sporcarsi le mani e di salire a bordo alle produzioni (spesso rischiose) di Gilliam, destinato ad iniziare un nuovo sodalizio artistico, se le cose non fossero andate drammaticamente male, ma anche questa, è un’altra storia che tratteremo in un altro capitolo di questa rubrica.

“Mi stai dicendo che devo tornare su questo blog? Non sono già stato abbastanza sfortunato, no?”.
Come detto, Monica Bellucci, malgrado la sua bizzarra pronuncia dell’Inglese (ma non che ridoppiata da sé stessa in Italiano vada poi meglio) tutto sommato ha un contributo non negativo e riesce a non risultare ridicola, almeno finché la pessima CGI non trasforma il suo volto in un puzzle, questo sì, davvero ridicolo.

Quando vedo recitare la Bellucci ho la stessa identica reazione.
Meglio di lei la cazzutissima Lena Headey, la futura Cersei (Trentasei) di Giocotrono che per quanto mi riguarda resta un bel vedere almeno quanto la Bellucci (se non di più, gusto mio), ma sul suo talento nel recitare non ci sono dubbi.

Tra i fedelissimi di Terry, troviamo per la terza volta in un suo film Jonathan Pryce, il suo ufficiale francese, schifato da tutti, dai villici e dal disgustoso cibo locale funziona, sembra una versione meno diabolica e un po’ più comica del personaggio del viscido burocrate che interpretava in Munchausen, inoltre grazie ai suoi strumenti di tortura, Gilliam ha di nuovo l’occasione per chiudere anche i protagonisti di questo film dentro una gabbia! Un giorno sarebbe carino che qualcuno chiedesse a Terry da dove nasce questa sua fissazione per le sbarre.
Tutto il film riassunto in una sola immagine.
Una menzione speciale la merita uno dei miei attori preferiti: Peter Stormare nei panni del torturatore italiano (con tutti i clichè che ne conseguono). Mercurio Cavaldi è davvero una delle poche cose che davvero funzionano del film, anche quando va sopra le righe con la recitazione (cosa che accade spesso) il suo personaggio è uno spasso e, per altro, l’unico che nel corso del film che ha un arco narrativo completo, tanto che riesce a diventare uno dei beniamini del pubblico. Fatevi un piacere: gustatevi l’Italiano esageratissimo e tutto da ridere di Stormare in lingua originale, se proprio deciderete di rivedervi questo film come ho fatto io per questa rubrica, se non altro godetevi le poche cose positive che ha da offrire.

Stormare potrebbe migliorare anche il peggiore dei film.
Dopo sette anni da Paura e delirio e Las Vegas, questo filmetto massacrato da una produzione più che tormentata non incassa quanto voluto e lascia a tutti l’amaro in bocca, i commenti allora erano più o meno tutti sul genere: "Gilliam non ne ha più, ex ribelle bollito" e altre gentilezze del genere. Ma Coach Rudy Tomjanovich ci ha insegnato che non bisogna mai sottovalutare il cuore di un campione, io dal canto mio sono convinto che non si debba nemmeno sottostimare un uomo dall’immaginazione apparentemente infinita ed una testa molto, molto, ma molto dura.

Tra sette giorni vedremo il perché, la rubrica continua vi voglio pronti, andiamo a caccia di squali!

28 commenti:

  1. Tra l'altro è uno dei pochi film in cui la Bellucci non doppia se stessa nella versione italiana. Forse è anche per questo che è un po' più sopportabile. XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Di solito quando lo rivedo, lo faccio in lingua originale, evidentemente il doppiaggio evita drammi tipo “Matrix 2” ma lì la Bellucci si salvava per altre ragioni. Qui se non altro Gilliam, che ha avuto un sacco di casini in questo film, ma non è certo l’ultimo della pista, ha affidato alla Bellucci un ruolo giusto, parla poco, deve essere bella, quindi tutto sommato è non negativa, peccato che poi il film abbi altri problemi. Cheers!

      Elimina
  2. Incredibile, anche questo è di Terry??? Mai l'avrei detto e ogni settimana mi scopro più gilliamignorante che mai :-P
    La presenza della Monica nazionale mi ha sempre bloccato dal vederlo, ora che so che è di Terry mi sa che mi tocca...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh si, Monicona è un buon motivo per saltare ogni film in cui compare, questo è il classico film che visto da solo, magari tiene pure abbastanza botta, una cosina insomma. Ma se lo confronti con gli altri di Terry non può che essere deludente. Cheers!

      Elimina
  3. Io l'ho visto, forse addirittura al cinema, abbastanza divertente và ma nulla di eccezionale, la Bellucci è meglio che parli il meno possibile :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto, non è brutto, ha parecchi difetti, lo avesse diretto chiunque altro lo avremmo già dimenticato, ma è di Gilliam quindi, per altro Terry uno dei pochi che è riuscito ad utilizzare la Bellucci in un modo sensato, l’altro è stato Lynch in “Twin Peaks 3”, un cameo muto di tre secondi e ciao ;-) Cheers

      Elimina
  4. Come detto anche da altri è difficile notare la mano di Gilliam in questo film. Per il resto è un film carino ma che si dimentica in fretta.

    P.S. Martedì vado a vedere "L'uomo che uccise Don Chisciotte" al cinema. Non vedo l'ora di leggere il tuo parere sul film.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho imparato che quando un film si chiama l'aggettivo "Carino" non è una gran cosa, non è un brutto film, ma rispetto agli altri di Terry è poca cosa. Io dovrei andare tra domani o dopodomani, prima proprio non sono riuscito, arriverà anche quello, sarà il gran finale di questa rubrica ;-) Cheers!

      Elimina
    2. Anche a me. Rimango più incuriosito quando viene detto che è brutto.

      Elimina
    3. Inoltre un film brutto oltre ad essere più riconoscibile, è più facile da commentare ;-) Cheers

      Elimina
  5. Sono lo Zio Portillo. Non riesco a loggarmi quindi commento come “anonimo”. Alè!

    Film che vidi al cinema e... mi addormentai! Ma proprio della grossa! Un ronfata così pesante e rumorosa che la mia ex (con la quale andai a vederlo) mi tirò gomitate per tutto il film senza che manco me ne accorgessi. Sentitomi in colpa ritornai al cinema da solo un paio di giorni dopo e scoprii che avevo fatto meglio a dormire!
    Di questa pellicola non salvo nulla. La odio profondamente e mi sono sempre rifiutato di rivederla. Senza storie il punto più basso della filmografia di Gilliam.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ieri mi dava lo stesso problema su alcuni blog, penso sia una cosa generalizzata, spero la risolvano a breve. Non è tutto da buttare, ma è davvero il punto più basso della filmografia di Terry, per fortuna da questo film è nato "Tideland" a cui voglio molto bene. Cheers!

      Elimina
  6. Aaah i Weinstein... quelli che minacciavano Peter Jackson di far dirigere "Il signore degli anelli" a Tarantino. Ce lo avrei visto Sam che punta la spada contro Gollum urlando: "Da che paese vieni? "Tesoro" è un paese che non ho mai sentito nominare! Lì parlano la mia lingua?! Dì, "tesoro" un'altra volta! Dì "tesoro" un' altra volta! Ti sfido due volte, figlio di Belladonna!"

    Lasciando stare gli orchi di Hollywood; non credo di aver mai visto per intero il film ma sicuramente ne sono rimasto traumatizzato da piccolo in alcune scene. Se non sbaglio si vedeva l'ombra di un cavallo (o un unicorno?) che mangiava una persona per intero e mi aveva terrorizzato tantissimo. L'omino di marzapane in pessima CGI non era da meno.
    Ogni volta che penso a scene horror basate sull'ombra, il mio pensiero non va mai all'iconico "Nosferatu" ma a questo film, che molto probabilmente ora potrei amare alla follia nonostante i gravosi limiti di produzione degli orchi di Hollywood.

    Per fortuna, ora, c'è Don Chisciotte <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Di un po' Frodo Baggins ti sembra una puttana? Allora perché hai cercato di fotterlo come se fosse una puttana! BANG BANG! ;-) La scena del cavallo con le ragnatele in bocca è fortissima, una delle cose che salverei di questo film, l'omino di marzapane NO, enne-O. Anche in "Tideland" Gilliam si gioca un ombra, sa come usarle al cinema, ed ora sotto, si torna nella Mancha! ;-) Cheers

      Elimina
  7. Oddio, a me piacque: era l'atmosfera fiabesca ad avermi catturato.
    La Bellucci dopo che ha fatto Twin Peaks per me può vincere pure l'Oscar ormai XD

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lynch in "Twin Peaks 3" ha saputo come usarla al suo meglio. Se non paragonato agli altri film di Gilliam, è una cosetta simpatica con delle idee, è nel confronto con gli altri film che esce con le ossa rotte. Cheers!

      Elimina
  8. Che occasione sprecata! Poteva venirne fuori un franchise niente male ed è andato tutto in rovina.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il giorno in cui capiranno che quando hai un autore vero, uno come Terry Gilliam, devi lasciargli fare il suo film, sarà sempre troppo tardi. Cheers!

      Elimina
  9. Sì, un film abbastanza strambo, anche se di facile intrattenimento ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quello si, forse proprio per quello da Gilliam uno non se lo aspetta. Cheers!

      Elimina
  10. La Bellucci mi ha sempre lasciato piuttosto freddo! Anche ai tempi del calendario. XD L’ unica sua interpretazione che ricordo volentieri è ne “I mitici - colpo gobbo a Milano” dove per una volta ci mette simpatia! XD Riguardo il film, mamma che delusione! Come detto una di quelle idee che potenzialmente sono una bomba e che nel risultato finale... peccato perché il cast è davvero azzeccato. Si, lessi dei problemi produttivi con tanto di licenziamento a produzione in corso di Pecorini (!), ma non rammentavo ci fossero di mezzo i Weinstein! Della pellicola ho vaghi ricordi onestamente, ma altrettanto onestamente non ho mai avuto voglia di rivederla. Miiii, che sorpresa leggere che Gilliam ha diretto l’ ultimo spot calcistico davvero figo!!! “Chi segna per primo vince” con Kantona che ghigna mi pare a Ronaldinho! Lol

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Niente da dire bellissima, ma accanto a Lena Headey chi la vede ;-) Per tornare seri pensi che molti attori dovrebbero dedicarsi esclusivamente alla commedia, non perché sia più facile da recitare (anzi) ma perché se sei adatto per le commedie, non è detto che tu sappia pure essere drammatico. Gilliam è la prova che i Weinstein hanno sempre fatto il bello e il cattivo tempo. Mi piaceva anche quello con Cantonà che polverizzava un demone con una pallonata, ma quello nella gabbia è molto più figo, ne ero magneticamente attratto malgrado la mia repulsione per lo sport più amato in uno strambo Paese a forma di scarpa, (anzi, L’UNICO sport), ho capito dopo il perché mi piaceva così tanto ;-) Cheers

      Elimina
  11. Questo film mi ha sempre dato l'impressione di un passo avanti e due indietro per quasi tutta la durata della visione: essere consapevole ad ogni istante di quello che Gilliam avrebbe davvero voluto fare senza però poi poterci riuscire (grazie ad una stronzissima coppia di produttori del tutto inadeguati a un tale genio)... ecco, a proposito, chissà che l'ossessione delle sbarre non derivi proprio da tutti quei tentativi di "ingabbiare" la sua anarchica creatività con cui gli hanno perennemente rotto le palle nel corso della carriera ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L’ho pensato anche io, la componente metaforica offerta dalla gabbia è notevole, ma discutendone in rete ho avuto l’illuminazione, anche nel “Pinocchio” della Disney, il burattino finisce in gabbia, considerando che Gilliam lo cita sempre, come uno dei primi film che ha visto al cinema e lo ha colpito, non sarebbe male avere la possibilità di chiederlo direttamente a Terry. Cheers!

      Elimina
  12. Manco sapevo fosse di Gilliam...
    Di questo film non ricordo quasi nulla se non un pezzo del trailer che faceva ridere e la Bellucci che in quegli anni rovinava ogni film che mi interessava (vedi anche Matrix) con la sua pessima recitazione e per fortuna la pensiamo uguale! La sua migliore interpretazione? Irreversible in cui c'è una scena di stupro, ecco, oltre quello non può andare. Non ricordavo neanche che ci fosse Ledger, attore che non ho mai digerito e che dopo il Joker mi è andato anche sul cazzo. Però ora che mi hai rinfrescato la memoria, in effetti aveva interpretato bene il ruolo di nerd.
    Però ricordo che mi era piaciuto, anche se non ti saprei una sola scena... quindi mi sa che non mi è piaciuto poi così tanto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La Bellucci è riuscita a rovinare e salvare il secondo Matrix allo stesso tempo, vorrei scrivere di quel film solo per raccontarvi la mia storiella sulla mia visione (in tutti i sensi) del film ;-) Ledger a me non dispiaceva, andava sopra le righe con controllo, qui è piuttosto bravo, è stato molto sfortunato, tornerà in questa rubrica. Questo film invece, fa venire voglia di mordersi le nocche, poteva essere molto bello, ma per fortuna abbiamo avuto "Tideland" come reazione a questa pellicola ;-) Cheers!

      Elimina
  13. Un film molto carino da rivedere, molto fiabesco (appunto...) e capace di giocarsi diverse scene disturbanti, come qualunque vera fiaba farebbe...e no, non parlo solo dell'omino di catrame-pan di zenzero(?!), ma pure della ragazzina cui si scioglie la faccia, o il cavallo-ragno che imbozzola un'altra bambina...o il gattino calciato dal comunque diverrnte Cavaldi...insomma, a me il film onestamente piace. Ben intepretato, con diverse scene suggestive di riletture delle più celebri fiabe, una Bellucci che non dimostra troppo il suo non saper recitare e protagonisti ben rappresentati da Damon e il compianto Ledger.
    Se mi capita, me lo rivedo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ha tante ottime idee, ma si vede anche la lotta di Terry contro i Weinstein purtroppo, in ogni caso il peggior Gilliam è meglio di tanta roba più blasonata. Cheers!

      Elimina