lunedì 27 agosto 2018

Fahrenheit 451 (2018): Non quello famoso, quello nuovo!


Già, hanno rifatto “Fahrenheit 451”, notizia passata forse un po’ in sordina, ma lo hanno fatto davvero e, se posso permettermi, forse è anche meglio che questo film non sia uscito tra gli squilli di tromba, perché là fuori su The Nine l’Internet è una polveriera.


Per me “Fahrenheit 451” è roba che scotta, perché è stato il primo libro di Ray Bradbury che ho letto in vita mia ed è stato anche il viatico per fare la conoscenza del mio Francese preferito, François Truffaut che nel 1966, tra non poche polemiche per via del suo adattamento, ha portato al cinema questa storia, firmando il suo primo ed unico film di fantascienza in carriera.

Cosa possono avere in comune “L’uomo che amava le donne” (ma anche il cinema aggiungo io) e il ragazzino nato in uno strambo Paese a forma di scarpa che, invece, non capiva niente perché è nato ciuccio? Semplice: “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury. Truffaut è stato magneticamente attratto da questa storia per via di un folle amore per i libri e il loro potere salvifico, ma soprattutto per una certa insofferenza per l’autorità. Io nel mio piccolo, stessa identica ragione, ma aggiungiamoci anche la fantascienza così il quadro è completo.

Ehm scusa François, non ho da accendere.  
Sarebbe già un enorme casino per chiunque fare una nuova versione di “Fahrenheit 451”, con alle spalle l’ombra lunga di Bradbury e l’ombra lunghissima di Truffaut, impresa che diventa quasi disperata se poi consideriamo quante abitudini rese normali dalla nostra quotidianità sono state anticipate dal romanzo di Bradbury, il rischio è davvero quello di sfornare qualcosa di insipido e tremendamente già visto. Ma sapete qual è il rischio più grosso in assoluto, secondo me? Le quintalate di merda pronte a volare in quel covo di rabbia repressa che sono i social-così oggi.

Vi ricordate che casino è successo per il nuovo Ghosbusters? Film inutile già dimenticato, di cui (forse) sono rimaste solo le polemiche. Ed oggi che Netflix annuncia una serie su Arsenio Lupin con un attore di colore, l’Internet tutto insorge perché questi sono i veri problemi dell’umanità nell’anno 2018. Almeno, così dicono, io non ne sono convintissimo.

Voi v'immaginate i commenti in rete riguardo a questo film? VERGONIAAAAAA hanno preso un attore di colore neKro ad interpretare un pompiere francese!!!!!!! No, sul serio, non avrei potuto farcela, anche se, a dirla tutta, la cosa che trovo più ironica di scegliere l’attore con il nome più bello del mondo (peccato per quella “B” in mezzo), ovvero Michael B. Jordan per il ruolo di Montag è che la Torcia Umana è passata direttamente ai roghi di libri.

“Almeno farti fare quel film sui non tanto fantastici quattro è servito a qualcosa”.
Già, i roghi di libri... Sul serio, mi viene male solo a scriverne, io che considero dei mostri quelli che invece di usare il segnalibro fanno “L’orecchia” alle pagine dei libri (brrrr!), l’idea di una società che brucia i libri mi fa reagire tipo unghie sulla lavagna, ogni volta mi suona in testa il Professor Jones Senior che dice: «I libri dovreste leggerli, invece che bruciarli!». Se poi nel cast mi metti pure Michael Shannon e Sofia Boutella, allora stai pur sicuro che almeno uno, sei riuscito a convincerlo a vedere il tuo film.

Siccome ormai guardo i film senza sapere una mazza (vi giuro, una gioia!), scopro che tecnicamente questo è un film per la tv ed ecco spiegata la ragione di così poca pubblicità. Il regista americano, ma di origini iraniane, Ramin Bahrani, ha potuto contare su una produzione comunque di lusso della rediviva HBO film, qui da noi, in uno strambo Paese a forma di scarpa lo trovate tra i programmi di Sky dovesse interessarvi. Dovesse farvi schifo, invece, chissene, tanto a me Sky mica mi paga per fare pubblicità, per me potete pure mettervi la parabola e il decoder cracckato da vostro cuGGGino.

“Cassidy sta cercando di farsi pagare un abbonamento da Sky?” , “Si per vedere l’NBA, guarda i miei film solo perché crede che io sia l’altro MJ”.
Non ho mai visto nessuno dei film di Ramin Bahrani, quindi chiedo scusa per le eventuali tanavante che scriverò su di lui, ma posso giudicarlo solo sulla base di questo film e mi viene da dire che insieme allo sceneggiatore Amir Naderi (anche lui di origini Iraniane) stesse molto a cuore il discorso dello scontro con i regimi totalitaristici che sta alla base della storia e la butto lì perché sto andando a braccio, ma penso che alla HBO non facesse schifo l’idea di un'operazione in stile The Handmaid’s Tale, d’altra parte se i tipi di Hulu hanno tirato fuori un successo di critica e pubblico da un romanzo scritto nel 1985 da Margaret Atwood, perché non provare a replicare con uno scritto da Ray Bradbury.

Tipo Blade Runner, ma con i Social-Cosi al posto del sushi.
Inoltre, considerando la brutta aria che tira (dentro e fuori i Social-Cosi), questo tipo di storie, secondo me, sono pronte a tornare, anche se lo dico fuori dai denti: la distopia peggiore ultimamente la leggo sui giornali e nelle notizie.

Come dicevo lassù, “Fahrenheit 451” è stato un romanzo davvero profetico, aveva lo sguardo talmente rivolto al futuro da aver anticipato svariate cosette che oggi consideriamo la normalità, i reality show, ad esempio, sto pensando alla parte relativa alla moglie di Montag, personaggio che in questa versione del film è totalmente assente. Ramin Bahrani e Amir Naderi evitano il rischio di ritrovarsi semplicemente a narrare il nostro presente, utilizzando l’espediente che ha fatto le fortune di Black Mirror, aumento la tecnologia e lascio intendere che tutto possa accadere tra pochi anni nel futuro, risultato? Oh, ma sapete che, a sorpresa, per un po’ questa “Mossa Kansas City” funziona?

“Cosa ci fa una bella ragazza come te in un futuro distopico come ques…” , “Oh sta zitto Cassidy!”.
Guy Montag (Michael B. Jordan) è il... Ehm, Michael Jordan della squadra numero 451 dei pompieri di Cleveland, soprannominati “Salamandre” vanno a caccia di “Anguille”, ovvero i dissidenti che ancora leggono quegli stramaledetti libri. La loro missione? Bruciare tutto, bruciare tutto quello che non è approvato dal governo e quindi regolarmente reperibile sul Nine (l’equivalente del nostro Internet), poco importa se i libri sono in formato digitale o cartaceo, bruciare tutto è la loro missione.

Il capitano della squadra è il veterano John Beatty (Michael Shannon) pronto a passare il testimone al suo pupillo dopo 16 anni di glorioso addestramento, cosa può andare storto? Se conoscente le precedenti incarnazioni della storia lo sapete e vi dirò, il film è abbastanza fedele. Montag incontra una Donna-Libro, una signora che ha imparato a memoria “Furore” di Steinbeck ed è pronta a morire per salvarlo.

"Non sono cattivo, è che mi disegnan... No, in effetti sono proprio cattivo".
L’altro incontro? Ancora più facile: Clarisse (Sofia Boutella sempre guardabile anche con i capelli zozzi e tinti) che al primo incontro quasi cita a sua volta il Professor Jones senior dicendo di leggere prima di bruciare. Grazie Sofia, sei sempre una garanzia!

La novità è che Montag è il “go-to-guy” (col fatto che si chiama Jordan, mi scappano le espressioni cestistiche) del comando dei pompieri, con il suo lanciafiamme brucia libri e romanzi, oppure con una diavoleria tecnologica cancella le impronte digitali ai ribelli, il tutto mentre a casa gli spettatori inebetiti gli lanciano cuoricini sotto forma di emoticons, un “Mi piace” un libro che brucia... Brrrrr!

Piuttosto datemi una sberla ma non trattate male i libri!
Ogni buona storia di fantascienza deve avere una costruzione ben fatta del mondo in cui si muovono i protagonisti per funzionare, quella di “Fahrenheit 451” lo è, anche perché in un breve momento illustrativo (ma non palloso) il capoccione di Michael Shannon si prende la scena e non la molla più. Regalandoci il classico cattivo alla Shannon, quello che ti aspetti possa esplodere in una posa da matto nei prossimi secondi, il Capitano Beatty ci spiega che Kafka era considerato un pornografo ed un perverso e quindi dato alle fiamme, che Hemingway non piaceva alle femministe e quindi anche per lui, ripassati a 451 gradi, oppure che Mark Twain non andava bene perché il personaggio di Huck Finn disturbava i bianchi e quindi potete capire che fine abbia fatto.

Con davvero pochissimo Ramin Bahrani pennella un mondo dove il nome del buonismo e di una serenità fatta di “Nascondilo sotto il tappeto”, tutto è stato sacrificato, anche le VHS di blockbuster che compaiono in una scena e mi hanno subito fatto fare il tifo per Montag. Un futuro in cui il giornalismo non è stato messo al bando, è estinto perché diventato inutile, a cosa servono i giornalisti quanto tutti leggono solo i titoli, per altro generati da un algoritmo? Insomma, capite da voi che questa versione di “Fahrenheit 451” ha delle cosette da dire e lo fa anche in maniera azzeccata.

La vecchia scusa, vieni a casa mia a vedere la mia collezione di libri.
Il problema, però, è che ad un certo punto della trama, quando storia e personaggi ti hanno quasi conquistato, tutto diventa dannatamente sciatto e frettoloso. L’idea del personaggio che viene conquistato dal formato cartaceo del libro, una cosa vera, fisica che puoi toccare e sfogliare e si lascia conquistare dal suo contento capace di solleticarti l’intelletto, invece di diventare il cuore del film, per il suo regista sembra quasi una noiosa e doverosa tappa obbligata.

Il modo in cui Montag passa alla resistenza, è davvero banale, gli mancano tutte le sfaccettature che  erano presenti nel libro e che François Truffaut aveva saputo interpretare, il personaggio di Sofia Boutella perde il valore di “Donna angelica” che salva il protagonista (chi ha detto Brazil!? Chi?!), ma purtroppo il personaggio che scivola più nella banalità è proprio quello di Michael Shannon.

Il Capitano John Beatty è l’integerrimo, nato e cresciuto nel fuoco, che non cede di un millimetro nemmeno mettendo la mano su uno zippo acceso (e Shannon che fa lo sguardo da pazzo con la mano sulla fiamma è uno spettacolo tutto lì da vedere), però nel segreto della sua casa, prende carta e vietatissima penna e riporta su alcuni biglietti le citazioni che ricorda a memoria da libri. Un personaggio sfaccettato, più lo vedi scrivere in segreto, più hai voglia di scoprire cose su di lui, perché si comporta così? Cosa lo anima?

Ispettore Lucius il caso Fahrenheit 451 è tuo.
Niente, ad un certo punto pare quasi le la HBO abbia detto «Chiudere! Chiudere! Concludiamo veloci!» e il personaggio di Shannon diventa il classico cattivo cattivone gettando alle ortiche (o alle fiamme) tutta l’ottima caratterizzazione precedente. Un peccato, un peccato grosso perché Michael B. Jordan, secondo me, a recitare non è affatto male, non ha solo i muscoletti che servono per i ruoli come Creed o il cattivo di Black Panther, ma anche la capacità di tenere lo schermo in ruoli come questo.

Purtroppo, si sarebbe potuto fare un discorso che il film di Truffaut nel 1966 per ovvie ragioni non poteva fare, ovvero lavorare sulla differenza che intercorre tra un libro in formato digitale ed uno nel classico formato cartaceo, ve lo dice uno che ancora legge libri e fumetti sfogliandoli come ai vecchi tempi, ma la possibilità era davvero dietro l’angolo, invece niente, quindi questa versione di “Fahrenheit 451” sbaglia perché pecca forse di troppo amore per le versioni precedenti, un peccato, era quasi riuscito a smarcarsi dall’ombra lunga dei suoi predecessori.

Per concludere: da un film così bisogna comunque imparare, per prima cosa il coraggio, perché nessuna storia è intoccabile, quindi bravo Ramin Bahrani ad averci comunque provato, se Truffaut ai tempi avesse avuto la stessa “Sudditanza psicologica” nei confronti di Bradbury, forse il mio Francese preferito oggi sarebbe che so, Tony Parker (questa la capiranno in quattro).

22 commenti:

  1. Se eri di Bologna (sponda Virtus) il tuo francese preferito sarebbe stato solo uno: Le Roi Rigadeau. Altri che Truffaut! Ma venendo da Torino ci sta che nel tuo po dia ci sia Tony Parker.

    Scherzi a parte (che ora forse capiranno in 3...), questo aggiornamento del capolavoro di Truffaut l’ho beccato per caso in tv. E come nel tuo caso sono cascato dal pero perché non ne sapevo nulla! Sottoscrivo in pieno la tua recensione visto che ho trovato i medesimi pregi e gli stessi identici difetti.
    In soldoni occasione sprecata. Magari non avrebbe eguagliato la pellicola originale ma almeno avrebbero potuto tirar fuori un’ottima versione 2.0. E invece ti ritrovi a guardare un film assolutamente dimenticabile. Non brutto per carità, ma inutile.

    P.S.: maltornato dalle ferie!

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    1. Perché ci sono altre squadre a Bologna? ;-) Ci sarà pure un motivo se Ginobili è uno dei miei giocatori preferiti no? Detto questo un mio amico (non era io che mi maschero dietro ad un fantomatico amico, giuro!) si era convinto che per migliorare la sua percentuale al tiro doveva tenere la testa storta come Rigadeau, quindi non solo sbagliava la triple ma aveva pure male al collo, storia vera ;-)

      Per tornare al film, inizia piuttosto bene poi non riesce a smarcarsi dai modelli originali e finisce in maniera troppo frettolosa, peccato perché aveva delle cosine da dire. Cheers1

      P.S. Gracias! Oggi devo riprendere contatto con la realtà (arrrrgh) l'unica routine che sono felice di aver ritrovato è quella del blog ;-)

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    2. Allora mi sa che a maggio ti sei scordato di festeggiare un ventennale piuttosto importante per chi tifa V Nere...
      (quella partita da nulla l'ho vista live con gli amici di cui uno sfegatato Fortitudino. Non volevamo credere a ciò che avevamo visto!)

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    3. I miei amici erano tutti per la Fortitudo, divise più fighe secondo loro (bah!), resta una delle migliori dieci partite che io abbia mai visto in vita mia, Sasha Danilović eroico :-D Cheers

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    4. L'ultimo poi chiudiamo la parentesi cestistica. Io seguo qualsiasi sport. Calcio, basket, rugby, MMA, ping pong,... Perfino il sollevamento pesi se lo becco in tv! (ovviamente ora ho meno tempo disponibile ma appena posso mi sparo qualsiasi avvenimento sportivo possibile).
      Come fai a spiegare cos'è stata quella partita e quell'azione? Come fai a paragonare una roba del genere con un avvenimento simile di un altro sport? L'unica cosa che (a memoria) gli si avvicina è stata la finale di Champions Leaugue del '99 con i due gol del Manchester United in pieno recupero che gli hanno permesso di trionfare in rimonta. Ma solo per il gesto che ribalta in modo impronosticabile un risultato già archiviato. Ma quel derby Virtus-Fortitudo in finale scudetto, con quegli interpreti, con quel clima, quella tensione e quel tiro è qualcosa che non è paragonabile a nulla che ho mai visto. Al di là della fede cestistica che può averti condotto in paradiso o all'inferno, è stata un'azione storica e siamo fortunati ad averla vissuta.

      Ah, ecco cosa. Forse i 13 punti di T-Mac in 35 secondi possono essere qualcosa di altrettanto memorabile. Ma torniamo sempre alla spettacolarità della palla a spicchi rispetto ad altre discipline.

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    5. Il giochino con la palla a spicchi sta in un altra categoria a livello di spettacolarità e pathos, quello era un periodo in cui il nostro basket era ancora di ottimo livello e poteva vantare interpreti straordinari. Cheers!

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  2. Ciao sono rdm e fra due settimane vado in ferie.

    è tutto agosto che lavoro e ho una forte emicrania.

    faccio sta premessa per giustificare il fatto ( insomma chiedo la semi infermità mentale!!) che parlo do cose che non cntrano nulla con sto post.

    arrivo al dunque: sto guardando in dvd l'incredibile film tv rai "il segno del comando"(1971) .

    secondo me i tuoi genitori ne sanno qualcosa.

    guardo in dvd questa serie tv di cui non conoscevo l'esistenza e che scopro essere stata all'epoca un successo incredibile su rai 1.

    premesso che mi mancano tre puntate e che sono curioso di vedere come va a finire si potrebbe trovare un milioni di dfetti in questa serie tv che è del 1971 come me : il bianco e nero per esempio.

    invece mi piace soffermarmi su quanto sono cambiati i costumi e gli usi in 50 anni.

    quando il protagonista per esempio si accende una sigaretta dentro una biblioteca ( si usava si usava) ho riso per un quarto d'ora.

    ugo pagliai sfoggia con estremo coraggio un capigliatura che adesso fa impressione ma appunto...........

    e poi c'è comunque una tensione e un che di morboso che appunto mi incuriosisce.

    ti consiglio di buttarci un occhio.

    buone vacanze rdm

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    1. Hola! Quindi per due settimane sei ancora tra noi, tieni duro, manca poco ;-) No, non ho mai visto "Il segno del comando", ti ringrazio per la dritta andrò ad indagare, perché è un titolo che mi manca proprio. Cheers!

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  3. Intanto ben tornato ^_^
    Per colpa tua sono ormai schiavo di Michael Shannon e non resisto a sapere che c'è un suo film che ancora non ho visto, quindi ho provato a vedere questo un paio di mesi fa, senza però riuscirci.
    Per fortuna sono fuori da Facebook quindi le stupide polemiche non mi raggiungono (twitter è un dormitorio!), ma proprio come te ho amato il romanzo, che ho letto poco prima di vedere il film e quindi (al contrario di te) non ho per nulla amato il film. Se non altro, mi sono detto, qui il capo del protagonista è più cazzuto rispetto al film francese. Ma poi le ingenti dosi di moralismo della sceneggiatura mi hanno bloccato già nei primi minuti.
    Anche la "tesi negativa" di un film, che farà da base per la maturazione del protagonista nel suo viaggio verso la "tesi positiva" bisogna saperla scrivere, e "saper scrivere" è una bestemmia.
    Comunque paradossalmente noi oggi abbiamo perfettamente avverato l'idea di Bradbury mentre ufficialmente diciamo che è roba futura "che non deve accadere". Noi abbiamo rinunciato alla carta, che costa e può essere distrutta, per salvare il concetto ultimo di un libro: il suo contenuto, al di là di qualsiasi formato. Che sia recitato a memoria o digitalizzato non conta, conta solo conservare il contenuto, non il contenitore. Invece il film a quanto mi pare di capire auspica un ritorno ad un passato che non è più funzionale e tradisce il romanzo, perché si occupa del contenitore - viva la carta! - e non del contenuto.
    A parte questo, neanche Shannon mi ha fatto resistere a vedere questo film: il futuro buio e distopico è ormai già arrivato. Questo, come tanti altri, non ti sembra un film scritto da un logaritmo??? :-P

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    1. Grazie mille capo, gentilissimo ;-)
      Come si può resistere ad un film con "Capoccione" dai, poi che fa la parte del cattivo, qui caratterizzato un po' meglio che nel film originale per altro. Hai ragione su tutta la linea, facciamo finta che non sia così ma ormai Bradbury è stato sorpassato, non ho en capito se il film si barrichi dietro un "Viva la carta!" (che mi trova comunque molto ben disposto) oppure per eccesso di boh, frettolosità? Troppo amore per il materiale originale? Non so, ma tutto si risolve davvero a tirar via, il che è un peccato. Il futuro buio alla "Blade Runner" poi è un altra di quelle trovate generate dal logaritmo, al pubblico piace quindi torna sempre, ancora, ancora ed ancora. Cheers!

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  4. Interessante Cassidy, interessante. Ma il paragone con Ghostbusters III secondo me non ci sta (anche se sono d'accordo su quanto siano superflue le polemiche via social). Lì venivano toccati personaggi diciamo della mitologia dell'intrattenimento; in questo caso c'è un libro che secondo me lascia sempre aperta la possibilità di immaginare luoghi, personaggi ecc.

    Poi chiaro che il confronto con la storia del cinema sarà sempre un confronto impari.

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    1. Ho citato Ghostbusters perchè è stato un caso eclatante, eppure me lo sto chiedendo anche in questi giorni che sto guardando "Gotham" e la terza stagione di "Preacher", entrambi tratti da fumetti (quindi diciamo, mitologia dell'intrattenimento anche qui), non riesco bene a capirne le dinamiche, poi per me il problema non si pone Michael B. Jordan lo trovo un bravo attore che sia anche nero per me è del tutto secondario. Quando questo tipo di modifiche vengono fatte per buonismo, oppure per evitare polemiche non so, sono dell'avviso che dovrebbe essere sempre la storia a comandare, chiamami romantico se vuoi ;-) Cheers

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  5. Il mio francese preferito credo rimarrà per sempre Zidane. Detto questo del regista ho visto 99 homes. Anche lì produzione un po' di secondo piano, passata qui da noi solo su Netflix, contenuti interessanti, anche lì Shannon, ma sviluppo non proprio entusiasmante. Non male ma probabilmente mancano le potenzialità per sfondare definitivamente...

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    1. Non mi ha fatto venire voglia di recuperare altri titoli del regista, anche se davvero è arrivato a tanto così da fare un mezzo miracolo, poi boh, il finale crolla su se stesso, peccato però. Cheers!

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  6. Di quello originale devo fare un fake rewatch, con l'associazione di cineforum di cui faccio parte avevamo organizzato una carrellata di scene di film tratte da alcuni dei romanzi che vengono bruciati nell'originale, ma l'occasione di vederlo ancora non l'ho avuta. Questo remake in salsa televisiva, per ora, me lo salto a piè pari.

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    1. L'originale è altamente consigliato, un ottimo titolo per fare la conoscenza del mio francese preferito ;-) Cheers

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  7. Mi sta venendo uno spunto per un nuovo romanzo distopico: in un remoto futuro, una nuova legge sovranazionale consente ad un gruppo di blogger di andarsene in giro a dare fuoco a film come questo.

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    1. La squadra dei blogger salamandra ahahaha ;-) In effetti è un bel suicidio artistico, che stranamente per una buona metà riesce a funzionare prima di andare... In fumo. Cheers!

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  8. Anch'io sono rimasto parecchio "scottato" da questo adattamento televisivo che più televisivo non si può ;)

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    1. Dici bene, la HBO film non è più quella che ci ha regalato la biopic su Mike Tyson oppure cosette come "Generation Kill". Cheers!

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  9. Ok, adesso posso anche fidarmi a vederlo, perché sì, è vero che non ci sono film intoccabili, è anche vero che stiamo parlando di un soggetto che è oro colato, perciò il rischio di ritrovarsi tra le mani della bigiotteria è seccante e può tener lontani dalla visione.
    Sono d'accordo sul fatto che ci sia bisogno più che mai di questo genere di film, la distopia è bene riportarla al cinema quando si fa troppo strada nella realtà (e ultimamente siamo su una strada a venti corsie in un solo senso di marcia…)
    E poi questo è una di quelle storie in cui il materiale di partenza è così buono che è difficile non mandare a segno almeno qualche punto. Al netto dei difetti che comunque ci saranno, alla fine lo vedrò comunque.

    Bob.

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    1. Ecco questo è un punto importante, se il materiale di base è così buono, diventa difficile fare proprio la figura dei cretini, ma ho anche parecchi esempi in testa di registi che ci sono riusciti facendola per altro franca. L’aria che tira è brutta, mi sa che quella strada a venti corsia la stia pure facendo a passo dell’oca, quindi a braccia aperte le storie così, mi spiace solo per la parte finale un po’ troppo canonica, ma aspetto il tuo parere ;-) Cheers

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