lunedì 9 luglio 2018

Obbligo o verità (2018): Vi sfido a NON ridere con questa roba


Obbligo: vi obbligo a vedere questo film. No, scherzo, non vi voglio così male, già vi tocca leggere me.
Verità: questo film fa schifo. Fine del commento ci vediamo domani buona giornata!
Sul serio, ho finito. Potete andare.
Via via, davvero oggi finiamo presto.

Ok, siete ancora qui? Bravi, vi meritate un minimo di argomentazione, anche se penso che mi ritroverò a riflettere su questo film più di quanto non abbiano fatto i suoi quattro (QUATTRO) sceneggiatori. Oddio, non è che mi aspettassi il film che avrebbe rivoluzionato il genere, però con l’horror ultimamente avevamo raggiunto un certo punto di equilibrio, ritengo che per cercare qualcosa di veramente valido e qualche volta grondante sangue, sia necessario cercare tra il cinema indipendente, davvero, oggi come oggi faccio fatica a vedere gli orrorini per adolescenti che escono in sala, se non altro la Blumhouse Productions di Jason Blum con la sua politica: «Io ti do cinque milioni di ex presidenti defunti stampati su carta verde, fatteli bastare» ha saputo regalare qualche gioia, riportando in auge la vecchia e gloriosa tradizione del horror a basso budget e non è un caso se ora Giasone Blum fa comunella con il Maestro per produrre il prossimo rilancio di Halloween.

“Ehm… Posso usare il jolly?”.
Insomma, la Blumhouse osando un po’ ultimamente ci ha regalato anche qualche gioia insperata, come il riuscito Auguri per la tua morte, a cui questo “Obbligo o verità” si mette in scia purtroppo sbagliando quasi tutto, iniziamo dalle parti in comune: entrambi sono film ispirati all’era post-Scream del cinema horror, questo in particolare, poi, sembra volerci dire: «Vi ricordate i tempi di quando il cielo era blu e si andava tutti al cinema a vedere Final Destination?» ecco, una cosa così, solo che per quanto scemino, il primo "Final Destination" non era malissimo per essere un horror adolescenziale e di sicuro dopo questo “Obbligo o verità” dovremmo tutti deciderci a dargli una seconda possibilità, perché tanto peggio di questa robetta non può essere.

“Truth or Dare” pronti via inizia con una tizia in Messico che ne dà fuoco ad un’altra (totalmente incolpevole) dopo che l’omino del negozio con voce da cantante Black Metal gli ha detto «Obbligo o verità» per poi riavvolgere la storia e presentarci i protagonisti ed è qui che iniziano i dolori.

No, ma ancora gli horror con le facce deformate? Ma basta, basta!
Da una parte abbiamo la mora Olivia (Lucy Hale, già vista in “Scream 4”) che è tipo un’aspirante Madre Teresa, una fermamente intenzionata a passare il suo Spring Break a costruire case per i meno abbienti... Ora... A vederla così, non mi pare abbia proprio la faccia da una che se la sbriga facile con lavori di muratura, impianti elettrici e quant’altro, ma chi può dirlo? Sicuramente ne saprà più di me (anche perché ci va poco), in compenso ha una grande grande grande amica bionda di cui non ho capito il nome (per dirvi di quanto questo film saprà farvi affezionare ai protagonisti) che pretende di passare l’ultimo Spring Break della loro vita con la sua grande grande grande amica non bionda. Ora, tutto quello che so sullo Spring Break l’ho imparato da un film Harmony Korine dove ad un certo punto delle signorine in bikini si mettevano un passamontagna e cantavano una canzone di Britney Spears, ma in parte anche da una puntata dei Simpson, quindi lo confesso, sono esperto di Spring Break come di fai da te, però una cosa la capisco: se mi metti la mora buona e brava e la bionda ribelle al primo minuto del film, sei già scaduto malamente in zona cliché.

La protagonista, bella brava e buona, ed anche in odore di santità.
Che, poi, non sarebbe un male, quanti horror ci sono che hanno saputo rigirare le regole del genere per creare dei colpi di scena? Ecco, “Truth or Dare” NON è uno di quelli, al massimo è una brutta telenovela in cui i protagonisti sono tutti amici e come gli Snorky perciò felici, ma poi vanno in Messico a festeggiare e diventa tutto una palla mortale della mora che vorrebbe stare con il figo del gruppo, però è davvero troppo una brava ragazza, mentre la bionda non si fa di questi problemi e getta un metro di lingua (la lingua dell’amore, come avrebbe cantato Elio) in bocca a tutti quelli che passano.

A questo punto, seguendo il manuale del già visto al cinema, i nostri studenti Americani all’estero, dovrebbero venire rapiti e torturati da qualche pazzo, per portare avanti la vecchia tradizione dei film per cui quando gli Americani mettono piede fuori dai confini a stelle e strisce (già il Canada è considerato a rischio) sono automaticamente nel terzo mondo quindi facili prede. Invece? All’improvviso il genio! Una cosa rivoluzionaria! Arriva un losco figuro sì, che, però, propone loro di andare a passare la serata in una specie di chiesa diroccata lontano dalla civiltà, chi direbbe di no ad un’offerta tanto allettante?

Si scopre che è una fregatura (ma dai?) in pratica la maledizione del demone binario (perché ti offre solo due opzioni, obbligo o verità, nomi di città e marche di sigarette che le potete scordare) può essere passata a qualcun altro solo se prima gli fai mettere piede in questa chiesa abbandonata, ma lasciatemi l’icona aperta, perché bastano i 100 minuti scarsi di film a mandare in confusione il regista Jeff Wadlow e i suoi tre sceneggiatori, perché oltre a dirigerla sta roba, l’ex regista di Never Back Down si è pure messo a scriverlo.

“No no, vi prego, tutto ma non costringetemi a leggere la Bara Volante!”.
Tornati nell’unico Paese libero e sicuro del pianeta (America, Fuck Yeah!) i nostri amici di cui non ricordo quasi nemmeno un nome, pensano sia stato tutto uno scherzo e vanno avanti con le loro vite, finché la scritta “Truth or Dare” non inizia ad apparire ovunque e la gente a morire.

Ora, non sarebbe male che questi “American Idiots” venissero almeno puniti con morti degne di nota, invece niente! La più cruenta è quella di uno che non rispettando la regola del demone binario, decide di non scegliere, quindi mette il piede su una palla da biliardo e si spezza l’osso del collo, nell’unica scena un minimo truculenta e rigorosamente senza sangue di tutto il film.

Sì, perché in “Obbligo o verità” ogni morte è banale, frettolosa ed esangue, almeno in “Final Destination” qualche omicidio con emoglobina c’era, in questo revival da primi anni 2000, sembra tutto spianato per il ritorno degli horror in cui gli omicidi erano mostrati fuori campo e raccontati dai superstiti, ogni riferimento a fatti, cose o “Boogeyman - L'uomo nero” (2005) è puramente voluto.

"Capisci come vanno le cose? Si inizia così e si finisce come in Boogeyman".
Ma la parte peggiore è il modo in cui i quattro (QUATTRO) sceneggiatori non capiscano che l’unico modo per far funzionare un film del genere, è mostrare personaggi che si scambiano cattiverie l’uno con l’altro pur di restare vivi, usando la scusa del demone binario per zittire la loro coscienza. In un film così dovrei trovarmi almeno a riflettere sulla cattiveria umana, visto che mi avete negato gli omicidi spettacolari, invece niente! Perché i protagonisti sono sfilacciati e non funzionano, la sottotrama del ragazzo Gay con padre omofobico sembra buttata nel mucchio a casaccio, ma il peggio è come la tecnologia fa capolino nella storia.

Pare che l’unico punto di riferimento per i giovani protagonisti, l’unico metro di paragone per giudicare la vita e gli eventi siano i Social-Così, la voce con cui il demone si manifesta nelle persone che possiede e il volto deformato viene definito dai protagonisti come un filtro di Snapchat, mentre ogni morte sarà sicuramente uno scherzo da filmare a caricare su Youtube. Funziona come critica ad una gioventù troppo impegnata a “Spimpolare” il proprio Smart Phone? No, più che altro sembra un tentativo ridicolo di sembrare giovani a tutti i costi da parte degli sceneggiatori, dei quarantenni che cercano di fare gli adolescenti per entrare in contatto con il loro pubblico.

Ti faccio ridere? Mi trovi buffo? (Cit.)
Ho trovato davvero ridicola la cocciutaggine cieca della bionda che davanti ad ogni morte, riesce solo a pensare che sia tutto uno scherzo, questa caratterizzazione bovina, raggiunge e supera (a destra, facendogli pure i gestacci) il ridicolo quando la mora Olivia le fa una rivelazione parlandole con il cuore in mano, ma lei nulla, ancora non le crede. Roba che se fosse la vecchia battuta sui biondi non tanti furbi, non farebbe comunque ridere perché è tristemente chiaro che gli intenti della banda di sceneggiatori siano dannatamente seri, il che è, forse, l’unica cosa che fa davvero paura.

Ma il meglio me lo sono tenuto per la fine, così almeno chiudo quell’icona lasciata aperta la sopra e al grido di SPOILER!! Vi racconto il colpo di genio finale.

Il demone binario, non si sa bene cosa faccia, o per le meno quali siano le regole interne che lo guidano, tutti i mostri dei film Horror hanno le loro regole, tipo Freddy Kruger non può ucciderti se non ti addormenti giusto per fare un nome celeberrimo. Il demone di questo film no, agisce e si manifesta alla “Pene di segugio” perché dire cazzo di cane poi pare brutto e diseducativo visto che stiamo trattando di un horror per ragazzi.

"...Sarà, ma io comunque ancora non ti credo".
Può possedere una persona e farla parlare come Darth Vader, oppure ne può possedere una folla se la scena lo richiede. Ma se necessario si trasforma, non in un raggio missile, ma in un Writer che fa scritte sul muro con la bomboletta spray, insomma è chiaro che questa roba scritta a otto mani è scappata, beh, di mano perdendosi per strada, il finale è la prova.

Nel tentativo di cercare un’ultima scena ad effetto a tutti i costi, Jeff Wadlow e compagni si dimenticano che per passare la maledizione, dovevi portare qualcuno nella famosa chiesa messicana e semplicemente la chiudono come “The Ring”, nemmeno come uno di quelli famosi, ma come The Ring 3, il più pietoso di tutti. Insomma, mi spiace, ma questa volta Jason Blum ha preso una vacca per le palle, speriamo sia solo un passo falso, no perché a ottobre esce il nuovo Halloween, spero solo sia finito in mani migliori, Jamie Lee salvaci tu!

22 commenti:

  1. ahahah già l'incipit m'ha fatto morire!
    Ti ho letto con un occhio solo perché sono curioso di vedere il film - chissà che non ci scappi una rece Z - ma non ho problemi a credere sulla fiducia al tuo giudizio :-D

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    1. Tutto sommato i titoli della Blumhouse sono gli unici horror che escono in sala che non mi fanno sbadigliare, almeno fino all’uscita di questo film! Assolutamente materiale da Zinefilo, spero di vedertelo demolire perché tanto il film se lo merita ;-) Cheers!

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  2. Parto con la premessa necessaria che io adoro gli Horror con la H maiuscola, da quelli diretti da Carpenter e Cronenberg, dai migliori di Argento e Avati, fino ad arrivare a quelli più recenti di Trier (mi riferisco ad "Antichrist"), Refn ("The neon demon"), Ducournau ("RAW")ed Eggers ("The VVitch").
    Ecco, faccio questa promessa per potermi fare gettare più pomodori marci possibili in faccia, dato che questo film mi è piaciuto. XD

    Certo, lo reputo un horror mediocre e molto confinato nel target pre-adolescenziale; tuttavia, l'idea del giochino è servita ai personaggi per far svelare poco a poco i segreti e i desideri che nascondevano dentro di sè; lo scopo terapeutico dell'horror è ben presente e l'ho assai apprezzato.
    Poi, sai, dopo aver visto i vomitevoli "Midnight Man" o il remake del 2010 di "Halloween" e "Poltergeist" questo film mi sembra quantomeno riuscito nel creare un minimo di caratterizzazione ai personaggi. Un pò clichè? Stupida? Forzata? Molto probabilmente sì, eppure - ripeto - non l'ho trovato così malvagia.
    L'importante è che la Blumhouse non dia troppo spazio a titoli mediocri; va bene il budget ristretto ma per scrivere una degna sceneggiatura serve capacità, non danaro!


    Obbligo o saluti?
    Saluti! :D

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    1. Non ho nulla contro i teen horror, ci sta rivolgersi direttamente a chi al cinema ci va a cadenza puntuale ovvero i ragazzi giovani, "Midnight Man" e il remake di "Poltergeist" sono ottimi esempi di spazzatura, però questo secondo me non morde come avrebbe potuto.

      Si sono sprecati i paragoni con “Final Destination” (a mio avviso pubblicitari, per vendere più facilmente il film associandolo ad uno famoso), però lì il cattivo (se così possiamo chiamarlo) colpiva con delle regole coerenti all’interno del film, quando quelle regole saltavano, arrivano momento anche riusciti, cosa che qui non succede, perché il “Mostro Binario” pare poter fare qualunque cosa, ed essere sconfitto in qualunque modo.

      Inoltre mi è mancata un po’ di cattiveria, i protagonisti più che fare “Mors tua vita mea” usando la scusa della maledizione, pare si facciano i dispettucci, inoltre non mi sono affezionato a nessuno di loro, il che per una storia così secondo me è grave. Lo spero anche io sia un caso isolato, la sceneggiatura è la parte che costa meno della realizzazione di un film di solito ;-) Cheers

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  3. Diciamo allora che mi accontento della recensione e dal film mi tengo lontano, grazie!

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    1. Se posso evitare un proiettile a qualcuno sono sempre felice, grazie a te! Cheers

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  4. Che è, la versione brutta del già poco esaltante Drag me to hell?
    Eppure con una cosa simile, senza gettarla sull'horror dalle facce deformate e chiese abbandonate, si poteva avere un buon thrillerino.
    Obbligo o verità, se vuoi vivere. E vedere cosa era disposta a fare laggente.

    Moz-

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    1. Ma magari! “Drag me to hell” è bellissimo, ha un dinamismo in ogni scena che questo film si sogna la notte, poi era cattivello, caratterizzato da una protagonista davvero stronza, quello era un film vivo e vegeto, questo è un tracciato piatto ;-)
      Si poteva venire fuori qualcosa di non male, sarebbe bastato puntare su “The evil that men do” per dirla come farebbero gli Iron Maiden, invece niente. Cheers!

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  5. Mi si è sbriciolato lo schermo del pc, devo preservare l'integrità del mio lettore dvd\blue ray.

    L'idea di base è buona, ma se davvero non c'è una minima concessione allo splatter (non è che un film sia bello in base al livello di emoglobina, ma un po' di 'pepe' ci vuole) e se poi ci si mette anche quanto raccontato nello spoiler..Poi sì, sempre la protagonista bella, brava e casta, che ovviamente riesce sempre a scamparsela, mentre i suoi amici peccatori vengono rasi al suolo XD

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    1. Preserva preserva! I lettori di DVD e raggi blu meritano più emoglobina, ma anche roba scritta meglio di così ;-) Poi avrebbero potuto anche non mostrare una stilla di sangue, ma è il coinvolgimento a mancare proprio! Cheers

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    1. Non so di chi potrebbe esserlo, sono felice che sia piaciuto, ma la Blumhouse secondo me dovrebbe puntare ad altro. Cheers!

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  7. In genere questi film puntano all'incasso facile grazie ai ragazzini.
    Io fossi uno di loro lo andrei a vedere, magari con la morosina sotto braccio.
    Per me incasserà persino più di quanto è costato.
    Io comunque lo vedrò, ma in un futuro molto prossimo.

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    1. Budget stimato: 3,5 milioni di ex presidenti morti stampati su carta verde.
      Incasso al momento: 85 milioni nel mondo, di cui 40 solo negli stati uniti, sempre della stessa verde valuta.

      La Blumhouse ha vinto anche questa volta, vendendo il film al suo target ;-) Cheers!

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  8. Come hai già potuto vedere un paio di settimane fa dalle mie parti, devo dire che il film non mi è per nulla dispiaciuto, ho trovato la protagonista abbastanza simpatica e lo svolgimento della storia, per quanto basato su una serie di errori di valutazione impressionanti, mi ha coinvolto dall'inizio alla fine!

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    1. Perché sei un signore, te lo dico sempre, ti avevo promesso che non avrei preso prigionieri, così ho fatto ;-) Scherzi a parte sono contento ti sia piaciuto, ma speravo in qualcosina di più di così. Cheers!

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    1. Ohhh qualcuno che fa le domande giuste! :-D

      Il “Fattore T” ha il suo peso negli horror, ma pensi che in un film dove sono così pudici a mostrare il sangue e i morti possano osare così tanto? Quindi anche da questo punto di vista il film è una delusione, no davvero non si salva niente di questo film! Cheers

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  10. Ma forse il demone binario ha obbligato gli sceneggiatori a scrivere sta roba...

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    1. Si, è poi ha obbligato me a dire la verità sul film, che fa schifo :-P Cheers

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  11. Credo che potrei mettermi a vederlo solo in una serata di Italia 1 in cui non ho niente di meglio da fare...Come l'altro ieri con Final Destination 3, che tutto sommato intratteneva abbastanza.

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    1. Non sono mai stato troppo critico nei confronti dei vari “Final Destination”, certo alcuni sono orrendi, tipo il capitolo in 3D che ha dalla sua solo il primo paio di poppe a tre dimensioni dell’era moderna cinematografica, ma il resto è un piattume totale. I primi tre tutto sommato qualche omicidio anche divertente lo mettono in scena, e poi nel terzo recita Mary Elizabeth Winstead, il che è già una nota positiva per il film ;-) Cheers

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