Una delle tante ragioni per cui considero “Hellboy” un
fumetto bellissimo, è per il fatto che Mike Mignola è riuscito a creare un
personaggio capace di resistere nel tempo, evolvendo e migliorando, ma sempre restando
fedele alla sua natura, spiego meglio, perché messa giù così, mi rendo conto
essere un po’ oscura.
Succede a tutti i personaggi dei fumetti di restare
congelati nel tempo, pensate a Dylan Dog (un altro “Indagatore dell’incubo”
come Hellboy) oppure a qualunque super eroe di vostro gradimento, ad un certo
punto i lettori si ritrovano ad essere più vecchi dei personaggi che leggono da
tutta una vita. Hellboy invece non richiede nemmeno ai suoi lettori di
sospendere l’incredulità sull’età del protagonista, in quanto diavolone venuto
dall’inferno, il nostro non invecchia come voi e me, inoltre Mignola si è
sempre divertito a farci rimbalzare avanti indietro lungo la storia del
personaggio.
Questo gli ha permesso negli anni di far morire il suo
personaggio e di
continuare le sue storie all’inferno, oppure di lanciare una serie che trattasse proprio dei primi
anni di
carriera di Hellboy tra le fila del B.P.R.D. Insomma, come dovrebbe sempre essere con le storie di
fantasia, l’unico limite per Mignola è stato il cielo, almeno fino ai cinque
mesi perduti della sua creatura, quelli che Hellboy ha passato in Messico
nell’anno 1956.
Già perché inviato in Messico ad indagare su alcuni omicidi,
Hellboy ha fatto perdere le sue tracce per cinque lunghi mesi, un periodo di
cui lo stesso Hellboy dichiara di aver perso ogni ricordo, cose che capitano se
lo passi tutto “Muy Borracho”, la tequila a fiumi tende a fare questo effetto.
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Livello uno: Borracho. |
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Livello due: Muy borracho. |
Lo spunto per un avventura perduta del personaggio è venuto
in mente a Mignola nel 2004, quando per puro sfizio si mise a disegnare Hellboy
accanto ad un Luchadores, i wrestler messicani mascherati, in piedi su una pila
di mostri sconfitti, e con sotto una data immaginaria, 1956. Secondo voi un
papà responsabile potrebbe abbandonare sui figlio per cinque mesi? E un autore?
Uno che vive di storie dell’immaginario, potrebbe davvero lasciare indietro
un’idea così e non voler far luce sui “Mesi perduti” del suo personaggio?
Tentazione irresistibile, che Mignola, con l’aiuto di artisti di un certo
livello insegue nel deserto messicano.
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Il disegno di Mignola da cui tutto è iniziato. |
Da qui nasce lo spunto per questo volume auto conclusivo
intitolato appunto “Hellboy in Messico”, ma per amore di precisione devo
sottolinearlo, la prima e l’ultima storia presente nel volume, erano già state
presentate in Italia dalla Magic Press, la prima, quella che da il titolo al
volume, era contenuta in “Hellboy vol.11 - La sposa dell’inferno e altre
storie”, mentre quella conclusiva,
La casa dei morti viventi era già stata pubblicata in un elegante volumetto
dedicato.
Mi girava un po’ le balle acquistare un volume con due
storie già presenti nella mia collezione, ma siccome mi sono piaciute entrambe
moltissimo, non ci ho pensato su poi molto e vi dirò, ho fatto bene, perché
“Hellboy in Messico” risulta un volume tematico, che ha tutto per piacere ai
lettori storici di Hellboy, ma anche per chi questo personaggio non lo ha mai
letto, un’ottima occasione per fare la conoscenza della creatura di Mike
Mignola.
Partendo da questo spunto, Mignola si diverte a pescare a
piene mani dal folklore messicano, mescolando influenze di ogni tipo, dai film
dell’orrore ai luchadores, questo volume è un riuscito miscuglio di sbronze e
mostri, botte ed elementi sovrannaturali, mummie, vampiri e wrestling, no sul
serio cosa si potrebbe volere di più da un fumetto?
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Fumetti che creano dipendenza (ma
senza il mal di testa del giorno dopo).
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Non manca nemmeno l’ironia (spesso con tocchi di gustoso
umorismo nero) ed un atmosfera generale da B movie che certo non stona con
tutta l’operazione, nelle piccole introduzioni scritte di pugno da Mignola,
l’autore ci racconta la genesi della storia, il coinvolgimento dei disegnatori
ospiti e anche le influenze, chissà perché non mi ha stupito affatto scoprire
che il buon Mike è anche lui un cultore dei mostri della Universal, anzi
Mignola cala proprio la maschera sul suo amore per alcuni titoli, definiti da
lui stesso brutti ma mitici (se ci cresci insieme) come “Al di là del mistero”
(House of Frankenstein, 1944) e “La casa degli orrori” (House of Dracula,
1945), per dirvi di quanto Mignola si sia sentito libero di creare ed
omaggiare, il grosso mostro con cui Hellboy è costretto dal “Mad Doctor” della
situazione a combattere su un ring, nella sua sceneggiatura originale, non
aveva nemmeno un nome, Mike lo ha chiamato solamente “Frankenstein” per
comodità ed evidenti affinità con la creatura di Mary Shelley, ma una volta
creato vuoi non usarlo? Ecco perché il mostro è diventato protagonista dello strambo
Frankenstein Underground, una delle
cose più strane che Mignola abbia mai scritto in tutta la sua carriera, frutto
di una trasferta messicana alcolica anche per lui?
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Mi sono sempre chiesto a quanto ammonta la bolletta elettrica del dottor Frankenstein. |
Nella prima storia, scopriamo che Hellboy ha fatto amicizia
con tre fratelli, tre Luchadores che illuminati come Jake Blues, hanno visto la
luce, e hanno deciso di dedicare la loro vita e il loro talento (di menare)
alla distruzione dei vampiri. Di giorni di uccidono succiasangue stanandoli
dalle loro tane come in un
film bello di Carpenter, di notte, Fiesta! Sotto a bere come se non ci fosse un domani.
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Bravi ragazzi, Jack Crown sarebbe fiero di voi! |
Ma l’alcool rende lenti e stupidi, ed un giorno il più
giovane dei tre fratelli, Esteban scompare catturato dai vampiri, per poi
tornare solo settimane dopo, trasformato in un orribile mostro, il campione
delle forze oscure che Hellboy dovrà sfidare sul ring. Una storia veloce, che
riesce ad essere divertente e drammatica in parti uguali, tra botte e folklore
locale.
Nella seconda storia, in sole otto pagine Mignola scrive e
disegna (eventi che purtroppo diventa sempre più raro) uno scontro da uno
sbronzo e malinconico Hellboy e una mummia azteca, prima di lasciare ancora una
volta il tavolo da disegno ad alcuni disegnatori di indubbio talento.
Il primo è Mike McMahon, autore britannico noto per i suoi
lavori per la storica rivista “2000 AD” e “Judge Dredd”, ma anche “Sláine”. Il
tratto esagerato e cartoonesco di McMahon è perfetto per una storiella che
prevede un classico degli errori che si fanno da ubriaco, ovvero… Sposarsi!
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Una
notte da leoni diavoloni. |
Ma ovviamente nel mondo di Hellboy non ti risvegli
semplicemente con il mal di testa e una sconosciuta nell’altra metà del letto
no, sarebbe troppo facile, mettiamola così, la storia è stata ben riassunta
dallo stesso McMahon: Hellboy si ubriaca e si sposa… Qualcosa. La parte più
divertente sarà il burrascoso divorzio che dura per alcune pagine tutte piene
d’azione.
Fabio Moon e Gabriel Bá con il loro tratto simile ma con
quasi complementare, sono i disegnatori ideali per la prima e la seconda parte
dello scontro tra Hellboy e l’uomo delle bare, personaggio vagamente ispirato a
quello di “A mezzanotte possiederò la tua anima” (1964). Un duello in due parti
che prevede ovviamente delle bare (non volanti), tra asini che si trasformano,
avvoltoi particolarmente spaventosi e una trasformazione finale, anche per il
nostro Hellboy.
La storia più lunga è quella conclusiva “La casa dei morti
viventi”, al pari della prima del volume, disegnata dal veterano Richard Corben,
autore che personalmente apprezzo molto, il suo modo di disegnare i personaggi può
risultare un po’ ostico per qualcuno, però trovo esaltante l’uso che fa della
china e del colore, l’illustratore statunitense ormai ultrasettantenne, riesce
quasi a “scolpire” la pagina, mi dà sempre l’impressione di poter sentire la
grana spessa della pelle dei personaggi, il più delle volte mostruosi.
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Quanto ti ritrovi a fare a pugni con un asino, vuol dire che hai davvero bevuto troppo! |
“La casa dei morti viventi” è una dichiarazione d’amore ai
film della Universal, abbiamo un “Mad Doctor”, la sua creatura portata in vita
con fulmini ed elettricità, il suo deforme aiutante, una ragazza in pericolo e
pure un malinconico collaboratore, poco avvezzo alle serate di luna piena. L’incontra
tra il talento di Mignola e quello di Corben funziona alla grande, alcune scene
riescono ad essere anche molto ironiche, come la classica
resurrezione del vampiro dalla sua bara, nelle mani di questi due
talenti diventa un momento iconico su cui si può anche scherzare.
Insomma “Hellboy in Messico” è un’ottima lettura, nel suo
essere atipica nel tono, riassume tutto il meglio di un personaggio e del suo
autore, insomma se siete in vena di una gita alticcia giù in Messico, non
potreste trovare compagnia migliore. E il giorno dopo, a lettura terminata, non
avrete nemmeno mal di testa, comodo no?
Ecco, non l'ho preso proprio perché ho già gli altri volumi e pure a me girano un po' le balle, potrei prenderlo giusto scontato o regalato. Ma com'è che in Messico hanno tanto sta cosa dei vampiri? E non solo, vampiri più luchadores! Anche in The Strain di Del Toro c'era il messicano ex wrestler e peotagonista di un serial in cui affrontava vampiri, no può essere un caso!
RispondiEliminaE sappi che tempo fa pensavo di realizzare una cronologia degli eventi del mignolaverse, quasi quasi in sti giorni...
Non volevo prenderlo, poi però mi sarebbe rimasto il buco nella collezione, e leggendolo ho capito di aver fatto un buon acquisto ;-) Bravissimo, il paragone con “The Strain” ci sta tutto, secondo arriva dalla tradizione Messicana, i Luchadores sono delle star, e il più famoso di loro El Santo è stato un vero mito, anche l’Angel di “The Strain” (libri e serie tv) ne è palesemente ispirato.
EliminaDopo il suo ritiro dai combattimenti, El Santo ha avuto una lunga carriera cinematografica, in un’infinità di B movie, in cui il nostro combatteva mostri e soprattutto vampiri roba dai titoli meravigliosi tipo “La venganza de las mujeres vampiro” oppure “Santo y Blue Demon contra Drácula y el Hombre Lobo”. Guillermo Del Toro di certi questi film li vedeva sulla tv locale, Mike Mignola in qualche modo di sicuro se li sarà procurati ;-)
Se hai bisogno di una mano fai un fischio, ci sarebbe davvero bisogno di una cronologia, e i tipi della Magic Press continuano a latitare, io ho ancora parecchi numeri di B.P.R.D. da commentare e ne ho altrettanti sul comodino da leggere, qualunque lettore ti ringrazierebbe, le storie del Mignolaverse si leggono benissimo, ma un po’ di chiarezza in tal senso non sarebbe affatto male ;-) Cheers!
Ach, un giorno devo assolutamente iniziare a leggere Hellboy! Lo so, è uno dei mille propositi che poi uno non ce la fa a mantenere, ma mi sembra una serie piena di elementi di mio gusto quindi almeno una promessa di futura lettura devo farla :-P
RispondiEliminaNon è nemmeno facile iniziare ora, gli albi tra serie regolare e B.P.R.D. sono davvero tanti, ma è un fumetto che non mi ha mai deluso, sa unire horror tradizione, folklore, elementi presi dalla letteratura, eroi Pulp, insomma è davvero bello, io ci campo sui fumetti di Hellboy, questo volume si può leggere benissimo in solitaria, anche per quello ho voluto commentarlo. Cheers!
EliminaTorniamo alla mia solita ignoranza sui vari fumetti... Mai letto manco mezzo numero di Hellboy!
RispondiEliminaNon ti preoccupare, prima o poi riuscirò a scrivere anche dei film di Hellboy, al che potrai scatenarti ;-) Cheers
EliminaUltimo e poi fuggo: hai visto il trailer di "Bohemian Rapsody"? Mi sono promesso e ripromesso di non giudicare più i trailer. Ma è da stamattina che me lo sto guardando in loop con la pelle d'oca e gli occhi che sudano forte... Sto male!
EliminaHo visto il primo, perché ero curioso di vedere Luigi (come mi piace chiamare l’attore dai tempi della prima stagione di Mr. Robot) nei panni di Freddie Mercury. Il secondo trailer non l’ho visto, passerò direttamente al film, temo seriamente l’agiografia, se fosse stato diretto da Bryan Singer sarei stati più tranquillo, con Brian May tra i produttori, sarà un prodotto “sicuro” e penso privo di polemiche. Ma non vuol dire che dovrò per forza essere tremendo, diciamo che promette bene, lo vedrò di sicuro, a casa Cassidy i Queen piacciono pure alle cane ;-) Cheers
EliminaQuesto non l'ho ancora letto, ma ho un po' di numeri precedenti di Hellboy. In realtà non mi ha mai appassionato particolarmente, l'ho sempre letto con un certo piacere ma senza mai considerarlo un capolavoro. Poi sono arrivato al volume "Caccia Selvaggia" e l'ho trovato assolutamente meraviglioso. Da lì non sono più andato avanti per paura che i volumi successivi siano come i precedenti e mi riabbassino la media... ma rimedierò, prima o poi.
RispondiEliminaIo sono di parte perché amo il personaggio dal 1997 o giù di lì, ti dirò “Caccia Selvaggio” l’ho letto con le palpitazioni, a fine lettura sono andato di là per pranzare, durante il pranzo ho raccontato tutta la trama alla mia (povera) wing-woman da quanto ero emozionato. Posso dirti che “Caccia selvaggia” è stato il terremoto del Mignolaverse, da lì è nata la serie “B.P.R.D. inferno sulla terra” e soprattutto “Hellboy all’inferno” (che trovi commentata qui sulla Bara), qui no, la qualità non è scesa anzi ;-) Cheers
EliminaMai letto per intero ma sì come storie singole (su Verigo presenta). Interessante di come siano storie varie, ora nel passato e ora all'inferno :)
RispondiEliminaIl volume, come dici, se contiene anche due repliche ma utili... è un bene per chi vuole accostarsi all'opera.
Comunque di Hellboy sono belli e indovinati i colori, oltre che i disegni dal tratto morbido e spigoloso assieme^^
Moz-
Le storie brevi per Hellboy sono una tradizione, ed io che amo i racconti brevi ci vado a nozze con il personaggio ;-) I disegni spesso vengono considerato un po’ ostici, il tratto di Mignola è spigoloso, ispirato all’espressionismo tedesco ma io lo adoro, come rende i neri lui, riescono in pochissimi, e poi è geniale del creare personaggio dal design riconoscibile ma totalmente originale e folle. Ci sono anche altri disegnatori, più canonici nel tratto, e i colori sono fondamentali, le pagine di “Hellboy” sono nere, lui rosso, Abe Sapien blu, quindi i coloristi devono sapere il fatto loro ;-) Cheers!
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