venerdì 6 luglio 2018

Brian di Nazareth (1979): Il film che ha fatto incazzare le religioni (tutte!)


Non ho idea di come si dica in Inglese "scherza con i fanti, ma non toccare i santi", per fortuna un gruppo di geniali anarchici Inglesi ci ha insegnato che con la giusta dose di talento ed intelligenza, si può scherzare di tutto, benvenuti ad un nuovo capitolo della rubrica… Pythonesque!


Dopo aver patito tutti i problemi che l’inesperienza, il clima scozzese ed un protagonista quasi sempre ubriaco possono provocarti, i Monty Python iniziano a raccogliere i frutti del loro duro lavoro, Monty Python e il Sacro Graal è un successo totale che lancia il gruppo nella stratosfera della celebrità, ma li lascia anche con il grosso problema: e adesso? Cioè dopo aver detto la loro sul ciclo arturiano, cosa si può fare ancora?

Durante il tour promozionale de "Il Sacro Graal", i Python si trovano ad Amsterdam, ora, non è dato sapere quanti coffee shop avessero visitato, ma ad Eric Idle scappa un’idea che fa rotolare tutti del ridere, un titolo che rappresenta la prossima sfida alle istituzioni per i Python: Gesù Cristo - Alla ricerca della gloria!

“La prossima volta, portiamo la birra, invece che la mirra”.
Il gruppo di comune accordo inizia a spulciare la Bibbia in cerca di ispirazione, ma molto presto capiscono l’ovvio, come fai a scherzare su Gesù? Cioè, andiamo, in sé il personaggio è inattaccabile, con il suo messaggio di pace e amore cosa gli vuoi criticare? Niente, infatti ci vuole un altro tipo di approccio, piuttosto, ad essere davvero senza senso è il fatto che per millenni, le religioni che vanno in giro dichiarando di essere le portatrici del messaggio di pace a amore del Messia, siano le prime a benedire massacri e quando qualcosa risulta nonsense... Beh, allora nessuno è meglio dei Monty Python per farlo notare!

“Brian di Nazareth” ha un’unità di intenti assoluta, a livello di ritmo, messa in scena e numero di trovate spassose e mitiche, rappresenta un apice nella produzione del gruppo di comici inglesi (più uno americano), inoltre non credo esista un film che nella storia del cinema abbia dimostrato più fegato di questo nello sfidare le istituzioni storicamente prive di senso dell’umorismo. A mia volta, lo dico senza timore: non solo per me questo è il film che riassume al meglio le religioni e il mio (difficile) rapporto con esse, se chiedete a me è anche il miglior film dei Monty Python, ma pure se lo chiedete a loro! Quindi, posso dire senza paura di essere corretto da qualche centurione romano, che “Brian di Nazareth” è un Classido!


La comicità dei Python è sempre stata figlia del loro alto grado di istruzione universitario (perché per far ridere, non bisogna essere stupidi, ma molto intelligenti), ma anche della loro formazione: quasi tutti i membri dei Python si professano Protestanti, eccetto Gilliam cresciuto con i precetti di una madre al limite del fanatismo religioso e lui stesso fervente credente prima di una ribellione giovanile che nel caso di Gilliam penso sia ancora attualmente in corso.

Questo per dire che il gruppo qualche dubbio lo ha pure avuto, nel senso che lo sai benissimo che una satira sulle religioni equivale a fare jogging su un campo minato, ma il più convinto di tutti è Terry Jones, per lui il film non è blasfemo, bensì eretico, perché la figura di Gesù e il suo messaggio non vengono MAI ridicolizzati, ad essere messo alla berlina, invece, è il modo in cui le religioni del mondo hanno frainteso tale messaggio, convinti di questo, il gruppo cosa fa? Parte alla volta delle Barbados!

Sì, perché, ogni componente del gruppo per impegni personali e ambizioni lavorative, trovava sempre il modo di non passare del tempo insieme agli altri, il più sfuggente di tutti proprio John Cleese che, di fatto, non ha preso parte ad un singolo episodio della quarta stagione del Flying Circus, è tenuto per i capelli tra le fila dei Python solo con la possibilità concreta di fare dei veri film.

Il Vangelo secondo i Python, capitolo uno: Brian (la vita e le opere).
Ritrovarsi tutti insieme per diverse settimane in un posto da favola come le Barbados è una manna (tanto per stare in tema) per il gruppo, in territorio neutrale i Python ritrovano lo spirito giusto, le sessioni di scrittura filano via lisce e le visite di personaggi del calibro di Keith Moon, batterista degli Who, oppure di Mick Jagger (che non necessita di presentazioni) servono solo a sottolineare lo status di Rockstar della commedia del gruppo, ma il nome più importante, tra gli ospiti illustri della lunga vacanza di lavoro dei Python è un altro, il Beatles George Harrison.

Proprio Harrison è stato colui che ha riconosciuto i Python come i veri eredi dello spirito dei Beatles, interessandosi così al loro lavoro, per la gioia di Eric Idle, probabilmente il più grosso fanatico del gruppo di Liverpool vivente. Problema! Con la sceneggiatura completa e parecchie comparse già in direzione del set Tunisino, ai produttori viene il panico no no no, oh! Questi vogliono prendere per i fondelli Gesù che scherziamo!?

Il vero salvatore per i Python a questo punto diventa proprio George Harrison che mette sul tavolo i soldi necessari e fonda così la HandMade Films, casa di produzione ancora in attività che negli anni ha permesso ai maggiori registi inglesi (e non solo) di lavorare, per altro, se guardate bene, con una tunica rossa, mentre guarda in camera e saluta, nei panni del sig. Papadopoulis trovate proprio il buon vecchio George (storia vera).

Non è il messia è un ragazzaccio George Harrison!
Forti dell’esperienza de Il Sacro Graal, i Python non hanno dubbi: è meglio se questo film lo facciamo dirigere solo ad uno dei due Terry ed il gruppo è compatto nel volere che quel Terry sia Terry Jones, molto più propenso per tecnica e stile a concentrarsi sulle gag. La notizia viene presa benissimo dall’altro Terry, Gilliam, dopo il suo esordio solista con Jabberwocky, Gilliam aveva capito che la sua strada era quella, dirigere attori che stanno ad ascoltarti è meglio che avere John Cleese che ti sbraita dietro perché vuole solo finire la sua scena e passare alla prossima. Per questa ragione, Gilliam si occupa dei bellissimi titoli di testa, ovviamente animati del film, un tema epico, quasi Bondiano e alla folle scena dell’astronave aliena, lasciatemi l’icona aperta su questa che più avanti ci torno su.

Le scenografie di Gilliam fanno di “Life of Brian” un film vero, Gilliam era sinceramente stufo di vedere film comici dove gli attori recitavano con addosso quattro stracci davanti a set di legno, le scenografie di “Brian di Nazareth” grazie alla maniacale cura per il dettaglio di Terry, raccontano una storia, le rigorose geometrie Romane si ergono sul caos delle vecchie architetture sghembe e asimmetriche della Terra Santa, raccontando per immagini la storia dell’occupazione romana nel paese, quindi fa ancora più ridere quando Reg (John Cleese) chiede agli altri membri del Fronte popolare di Giudea (da NON confondere con il Fronte popolare Giudeo) cos'avranno mai fatto questi Romani per loro, a parte l’acquedotto, le strade, i servizi igienici, la sicurezza e l’istruzione.

“Ma i post del Feretro Volteggiante possiamo leggerli?”, “Mai, solo quelli della Bara Volante!”.
Manca ancora un ruolo fondamentale da assegnare? Chi sarà Brian? Il ragazzo nato nella mangiatoia accanto a quella di Gesù che riceve la visita e i doni dei Re Magi (alla fine, qualcuno ha capito cos’è la Mirra? Un Balsamo? Un pericoloso animale) come vediamo nella spassosa scena di esordio e che trentatré anni dopo viene prima scambiato per il Messia e poi crocefisso? John Cleese non ha dubbio, deve essere per forza LUI!

Per fortuna, gli altri membri del gruppo lo muovono a più miti consigli, anche perché la sua faccia da bullo lo rende perfetto per la parte del bilioso Reg, ma anche nel legionario romano che dà la più efficace lezione di grammatica latina mai vista al cinema al protagonista («Ahh! No, not the dative, not the dative, sir. No, the, accusative, accusative, 'ad domum', sir!»), quindi, invece che Romani ite domum, possiamo dire John Cleese ite domum e spero di averlo scritto giusto!

Altro che "Grammar Nazis", al massimo "Grammar Romans"!
No, per la parte del candido Brian ci vuole ancora una volta Graham Chapman, sono stati gli stessi Python a riconoscere in lui il miglior attore del gruppo, o se non altro, quello più azzeccato per la parte di un personaggio che deve risultare sempre a comunque credibile, lo aveva già ampiamente dimostrato, nei panni di Re Artù né Il Sacro Graal e qui il Graham Chapman si supera. Sì, perché il suo Artù era perfetto malgrado Graham fosse in piena crisi d’astinenza da alcoolici, quindi figuriamoci cosa sarebbe stato in grado di fare se fosse rimasto sobrio!

Ed è proprio così che Graham Chapman si presenta sul set tunisino, in forma fisica perfetta, la mano ferma e la lucidità ritrovata, dopo essersela vista brutta sul ponte scozzese de Il Sacro Graal, Graham ha dato un taglio con la bottiglia dal giorno alla notte, secondo il suo compagno David Sherlock, soffrendo come un cane per giorni chiuso in camera sua da solo (storia vera), ma finalmente ritrovato. L’unica stramberia pare fosse la sua valigia, all’imbarco per il volo verso la Tunisia il Dottor Graham Chapman si presenta con una borsa PIENA di medicinali, conoscendo l’eccentricità del personaggio, nessuno dei suoi compagni gli chiede il perché, ma una volta arrivati in Tunisia lo scoprono, perché quando dico che Chapman era un dottore, non lo dico tanto per dire, infatti passava le sue giornate a fornire assistenza medica alla chiunque, attori, comparse, passanti, popolazione locale (storia vera), insomma, la mamma di Brian, nel film impersonata da Terry Jones aveva ragione «Non è il Messia, è un ragazzaccio!», però Graham si è decisamente calato nella parte oltre ad aver messo la testa a posto!

“Già è complicato avere come mamma Terry Jones, non vi ci mettete anche voi!”.
La cosa curiosa è che metà dei Python, avrebbe voluto intitolare il film proprio “Brian of Nazareth”, mentre John Cleese più cauto suggerì il meno diretto “Life of Brian” per cercare di evitare polemiche. Curiosamente qui da noi in uno strambo Paese a forma di scarpa, storicamente parecchio religioso, il film è uscito proprio con il titolo “Brian di Nazareth” forse per assonanza con lo sceneggiato televisivo diretto da Franco Zeffirelli “Gesù di Nazareth” (1977) e visto che siamo in argomento parliamone. A mio avviso, la versione doppiata del film è un buonissimo lavoro, non solo per il recupero del titolo, ma soprattutto per la capacità di adattare alla nostra lingua alcune delle gag più riuscite del film, ad esempio, quella mitologica che vede protagonista un perfetto Michael Palin nei panni di un Ponzio Pilato con un lievissimo problema di pronuncia («VoVesciatelo peV teVVa»). Parliamoci chiaro, la gag: tVovi... Visibile? Quando dico il nome... MaVco... Pisellonio… È talmente riuscita da essere conosciuta anche da chi non ha mai visto il film ed è un ottimo adattamento dell’originale (che, invece, è “Bigus Dickus”), insomma dopo l’orrido stupro fatto dal bagaglino a Il Sacro Graal, un adattamento degno di nota che funziona anche nei dettagli minori, tipo la scena dell’astronave di cui vi ero debitore di un’icona lasciata aperta.

"PeVché tutti Vidono MarVo?","SHono le caSSHHate che dice caSSHHidy SHignore".
Un delirio girato da Terry Gilliam in una stanza di hotel a New York, usando feltro nero per lo sfondo dello spazio e polistirolo dipinto per le meteore, per creare una scena assolutamente folle, talmente fuori luogo in un film in costume da risultare perfettamente in stile Python, tanto da beccarsi pure i complimenti da parte di George Lucas (storia vera). Ma il bello è il commento del passante che vede Brian salvarsi in quel modo folle, in originale un diretto «Lucky bastard» che da noi diventa l’ancora più efficace «Hai più culo che anima!».

Invece Gilliam ha più follia (e talento) che anima per realizzare cose così!
Penso che sia impossibile considerare “Brian di Nazareth” un film blasfemo, è chiaro che nessuno faccia mai ironia su Gesù, ma passando attraverso una serie di momenti uno più riuscito e divertente dell’altro (Brian che tratta con il mercante Eric Idle, giusto per citarne uno, sono mille tutti validi!) il film arriva al punto, la scena di Brian scambiato per il Messia per me riassume meglio di qualunque trattato di teologia o di sociologia cosa penso di tutte le religioni. Tra quelli che pensano che la zucca sia una reliquia e quelli che male interpretano la perdita del sandalo di Brian, è chiaro che alla berlina vengano messe le interpretazioni date dalle istituzioni, fin troppo terrene della religione. Il gran casino a livello di interpretazione dei messaggi è talmente radicato nelle religioni che ad un certo punto, “Life of Brian” alla sua uscita nel 1979 è riuscito in un’impresa titanica: farsi odiare da TUTTE le religioni in contemporanea!

“Sto iniziando a rivalutare l’Inquisizione spagnola!”
I Python avevano messo in conto che qualche Cattolico avrebbe potuto non prenderla benissimo, nell’essere rappresentato come uno che in risposto al «Fuck off!» di Brian risponde «In che modo signore?» come fa John Cleese nel film, ma erano certi che gli Ebrei non si sarebbero arrabbiati, cavolo, per essere sicuri di non offenderli, hanno persino tagliato lo spassoso personaggio di Otto, il capo dell’odiatissimo “Fronte popolare Giudeo” che si vede solo per pochi secondi nel finale interpretato da Eric Idle. Il personaggio critica appena appena accennata ad Israele (ma poco eh?) era un Ebreo con accento tedesco, con addosso un simbolo a metà tra la svastica e la stella di David, trovate l’irriverente scena nei contenuti extra del DVD del film, ma tagliato dal montaggio finale del film, dai, potranno mai arrabbiarsi?

Chi indovina il dettaglio incriminato di questa scena, può lanciare la prima pietra!
Risposta: sì! Tanto che i rabbini iniziano a picchettare i cinema che proiettano il film negli Stati Uniti, colpevole secondo loro di non aver usato in modo ortodosso il copricapo rituale che John Cleese indossa durante la scena della lapidazione. Ora, io non so chi possa mettersi a guardare un dettaglio così durante quella scena, io personalmente sono troppo impegnato a tenermi la pancia dalle risate!

Dopo gli Ebrei, a picchettare i cinema iniziano le suore e da qui l’idrante si apre e i Python annaspano per cercare di non affogare, quando il film rischia di essere messo ufficialmente al bando dalla Chiesa Cattolica, i Python tentano la contromossa: Michael Palin e John Cleese vanno ospiti ad una puntata del “Friday night Saturday Morning”, programma scelto perché il suo conduttore, Malcolm Muggeridge è sempre stato considerato estremamente equilibrato, ecco appunto.

“Ehm, beati coloro che espongono le loro teorie con calma!”, “See vabbè! Ma è nato in una mangiatoia questo?".
Quello che succede è un agguato in piena regola per i Monty Python, Muggeridge li aggredisce dicendo loro: "Beh, coraggio! Brian è Cristo ammettetelo, vi siete presi gioco di lui!". A dargli manforte, il vescovo di Southwark in altissimo abito da cerimonia, con tunica, cappello lustrini e fiocchetti, impegnatissimo a tuonare accuse contro il gruppo. Michael Palin, il buono del gruppo, quello che a detta dei suoi compagni è sempre stato il più pacifico sbraga, per la seconda volta, dopo quella in cui è stato costretto a mangiare fango s'incazza, eppure insieme a John Cleese risponde ad ogni accusa. Il risultato finale è un duello che vede i comici comportarsi in modo pacato malgrado le accuse, argomentando colpo su colpo e la squadra degli uomini di fede sbraitare come se fossero LORO gli attori, insomma una puntata del Flying Circus che prende vita!

It's... Monty Python's Flying Circus Friday night Saturday Morning! (con tanto di sigla).
Douglas Adams, grande amico del gruppo ha definito lo spettacolo il più alto momento della televisione inglese, pare che abbia comprato un videoregistratore solo per l’evento ed ogni visita di uno dei Python a casa sua, metteva su la vhs (storia vera). Il bello è che dietro le quinte, sia Muggeridge che il vescovo, pacifici e sorridenti sono andati da Palin ancora stravolto e da Cleese per complimentarsi sulla buona riuscita della trasmissione, per una volta, i Python hanno trovato qualcuno più propenso a fare i buffoni sul piccolo schermo di loro.

Quando quello serio del gruppo è John Cleese, vuol dire che la faccenda è scappata di mano!
Per quanto mi riguarda “Life of Brian” è un film irripetibile, non solo perché ha trovato i Monty Python totalmente concentrati e un Graham Chapman in grande forma, ma perché parliamoci chiaro: è un film con due palle così, non vedremo mai più l’arte prendere una posizione così decisa, scanzonata, ma senza mandarle e dire su un terreno minato come la religione, se poi non fosse così incredibilmente divertente sarebbe un capolavoro, solo che cacchio! Fa davvero morire dal ridere!

Un film perfetto con un finale all’altezza che riesce ad essere epico, ma leggero in parti uguali, l’idea per l’ultima scena è di Eric Idle che suggerisce che, per concludere, ci vuole qualcosa di grosso
 e da appassionato di musica suggerisce una canzone, qualcosa in stile Disney, allegra e con un fischio sul ritornello come “Pinocchio” (1940) che tutti possano cantare. Si chiude nella sua camera d’albergo e dopo tre ore torna con il testo e la melodia di “Always look on the bright side of life” che, ovviamente, entra subito nel film perché è un capolavoro senza sterzo!

Lo so che la state cantando, fate finta di leggere le didascalia, ma state cantando.
Sfido qualunque essere umano sul pianeta a guardare questo film e non stare tre giorni con questo pezzo in testa, ancora oggi, è nella Top Ten delle canzoni più richieste ai funerali in Inghilterra (storia vera) anzi, secondo un sondaggio nel 2005, era al terzo posto! Un trionfo musicale che rappresenta uno dei migliori casi di utilizzo di una canzone fuori contesto, ma anche uno dei pezzi che mi canticchio più spesso, specialmente nei momenti in cui ti ritrovi a pensare che “Life's a piece of shit,
When you look at it”.

Insomma, “Brian di Nazareth” è il miglior antidoto alla follia della vita, della religione e di tutto quanto ed è anche un film estremamente democratico, per come è stato realizzato e per i risultati ottenuti, tutti i Monty Python lo considerano il loro miglior film, ma soprattutto è stato democratico nel riunire tutte le religioni… Facendole incazzare tutte!

Quando un gruppo di geniali comici, ha riassunto tutte le religioni del mondo, usando un sandalo.
Dopo aver scherzato con i santi e aver raggiunto un tale risultato, i Python potevano fare solo l’ultimo passo e mettersi in viaggio per trovare la risposta alla vita, l’universo e tutto quando. A breve qui sopra con un nuovo capitolo di questa rubrica, quello dedicato al senso della vita!

32 commenti:

  1. Articolone! Fin da quando venti anni almeno fa ho visto per la prima volta i titoli di testa del film ho capito che sarebbe diventato una delle mie cose preferite della vita. Poche cose hanno avuto una impronta sul mio umorismo e sul modo di vedere la realtà come Brian di Nazareth quindi .. Grazie, per tutti i retroscena che non conoscevo e per tutta questa meravigliosa rubrica ❤️

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    1. Ma grazie a te, sul serio! Hai perfettamente ragione, “Brian di Nazareth” per me è stato la prova che si possono fare riflessioni anche molto intelligenti, su argomenti spinosi come la religione, usando l’umorismo, se dovessi salvare una scena di questo film, sarei disperato perché lo trovo perfetto, ma forse sceglierei la scena del sandalo proprio per questa ragione. Grazie mille, devo ammettere che mi sto divertendo un sacco, sono felice che questa rubrica piaccia ;-) Cheers!

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  2. Articolo stupendo, per uno di quei film indescrivibili! Molte storie e retroscena non li conoscevo affatto (Douglas Adams aveva amicizie con mezzo mondo praticamente :D Sbaglio o ha dato anche il titolo ad un album dei Pink Floyd?), quindi ancora complimenti!
    Il film più spassoso che abbia mai visto :D

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    1. Urca si, “The Division Bell” è farina del suo sacco, ed occhio che il papà della “Guida Galattica” tornerà a fare capolino in questa rubrica ;-) Ti ringrazio moltissimo, per una volta almeno un retroscena (quello sul “Friday night Saturday Morning”) aiutare a far capire l’impatto avuto da questo film, a cui voglio molto bene, me lo riguardo sempre ridendo come un matto. Cheers!

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  3. Con questa rubrica sto scoprendo tanti retroscena che non conoscevo sui Monty Python, mi sta veramente piacendo!
    "Brian di Nazareth" lo adoro, la critica (ben pensata e mai offensiva) verso le religioni mi piace sempre, non per nulla uno dei miei episodi preferiti di "Rick & Morty" è quello delle teste volanti! Per non dimentarci della storia di RatMan in cui sta proteggendo il Messia in persona.
    Insomma, anche ai giorni nostri si trova buon humor a tema biblico; i Monty Phyton sono stati veramente coraggiosi e in anticipo sui tempi ed hanno realizzato un cult (e Classdido) veramente eccezionale!

    Saluti a braccia aperte mentre fischietto!

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    1. Oh benissimo, non sai quanto mi faccia piacere! ;-)
      Se non sai accettare le critiche vuol dire che hai un problema, la critica dei Python è sfacciata ma ben argomentata, ad esempio Rat-Man, ha una componente di rispetto per la religione che è chiara, anche se pure lui, come Rick & Morti (gran puntata quella!) non le manda a dire :-P
      Penso che il casino sollevato allora da questo film, oggi sarebbe anche peggiore, i Monty Python hanno avuto un gran fegato, ci hanno regalato una grande lezione, si può scherzare anche con i santi! Ti fischietto allegro sotto il sole a mia volta ;-) Cheers!

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  4. Oggi non commento niente... Solo un saluto al volo perché sono in vacanza. Quando rientro prometto che recupero tutto! Aloha Cassidy!

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    1. Fai buone vacanze, passatela bene tu e la tua famiglia, un abbraccio, un cinque alto e un Bro-Fist, tutti insieme ;-) Cheers!

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  5. Spettacolare! Non sapevo niente di questi retroscena, il film l'ho conosciuto tardi quando è arrivato in videoteca ('91 o '92 circa). Ormai devo decidermi a fare una maratona Monty, ma prima devo finirmi gli sketch, che sto vedendo per la prima volta nella forma originaria.

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    1. Benissimo! È proprio il mio obbiettivo minale, spargere e diffondere l’umorismo dei Monty Python in lungo e in largo, voglio che John Cleese venga a casa mi per cazziarmi di non avergli pagato i diritti di sfruttamento :-P Goditi il Flying Circus, un po’ ti invidio perché godersi per la prima volta quegli sketch è una vera gioia! Cheers

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  6. Ma quindi, dopo tutto il polverone, la polemica è finita in nulla?

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    1. La mossa di andare al Talk Show è stata provvidenziale, anche perché poi il film ha iniziato ad incassare, e il passa parola sul suo contenuto ha fatto il resto, erano tutti così impegnati a raccontare agli amici quanto facesse ridere, che le accuse di blasfemia non avevano più senso, anche se non ne avevano nemmeno prima ;-) Cheers

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  7. grande film, un capolavoro della comocità.. com'era quella frase "No tu sei il Messia! Io me ne intendo, ne ho seguiti parecchi!" :D Geniale

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    1. Esatto gli dice «Tu sei il messia, io me ne intendo, ne ho seguiti parecchi!» genio puro, ti giuro che mi fa ridere anche a riscriverla, con questo film va così ;-) Cheers

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  8. Un post capolavoro al pari del film (che ebbi la fortuna di vedere in sala nel lontano '91), con un sacco di gustosi retroscena che conoscevo solo in parte. Non ho mai osato comprarne il dvd nostrano per via del ridoppiaggio, a dirla tutta, visto quanto era azzeccato e divertente -come giustamente hai ricordato- il doppiaggio originale ;-) Ricordo fra le innumerevoli perle di questo grandissimo cult il "miracolato" Michael Palin, tanto grato al messia per la guarigione da chiamarlo "filantropo del piciu"... o l'astronave che "derapa" nello spazio, o ancora la predica sulla montagna ("che ha detto?" "Beati i panificatori"), o ancora la scena in cui i centurioni non riescono più a trattenersi dalle risate alla scoperta del nome della moglie di MaVco Pisellonio ;-)
    Il demenziale di classe richiede una grandissima intelligenza, assolutamente vero, sia per essere pensato che per essere apprezzato... non a caso i Monty sono meritoriamente riusciti a far scoppiare casini là dove intelligenza e pensiero raramente brillano ;-)

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    1. Ti ringrazio molto, gentilissimo! L'unico film dei Python che ho visto al cinema è stato "Il senso della vita" con Michael Palin in sala (storia vera). Mi tengo stretto il mio vecchio DVD con il primo doppiaggio che è ancora il migliore. Palin miracolato e Terry Jones con il suo voto di silenzio? Basta solo scegliere, i momenti mitici non mancano :-D Concordo in pieno, ed anche discreta dose di fegato per affrontare un argomento così, un tipo di satira che se nel '79 era difficile da fare, oggi potrebbe pure essere peggio! Come mancano i Python da questo punto di vista, i nostri (brutti) tempi moderni darebbero loro tanti spunti. Cheers!

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  9. Mi unisco ai complimenti, hai fatto un'analisi ricchissima. Molto meglio di Family Guy, mi sembra di capire, i Monty Phyton hanno centrato il loro obiettivo di fare satira sulla religione. Ora non mi rimane che vedere questo film!

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    1. Mille grazie di cuore, altamente consigliato, penso che ti piacerà, poi fammi sapere il tuo parere però ;-) Cheers!

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  10. Un film che non si può che definire geniale!
    Ammetto di averlo conosciuto di recente e non sapevo molti aneddoti, come quelli del legame dei Python e George Harrison (il terzo, Eric Iddle, lo conosco bene per la sua parte in Ma Guarda un Po' 'sti Americani, è il tizio che viene investito di continuo da Chevy Chas/Clark Griswold) o dei giudei rompicoglioni (me li immagino a guardare qualsiasi stagione de I Griffin e dopo andare a piangere sotto la doccia... per fortuna ci sono attori come Stiller e Sandler che fanno autoironia sugli ebrei senza problemi).
    Concorso su tutto, soprattutto sul doppiaggio italiano che trovo fantastico (anche se non posso fare paragoni con la lingua originale).

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    1. Perché Woody Allen no? ;-) Cavolo mi hai ricordato la parte di Eric Idle in quel film che spasso! In effetti lo so che molti ritengono tabù la parola “Genio” in tutte le sue variazioni, ma con i Python è impossibile non utilizzarla ;-) Cheers!

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  11. Questo film divenne un cult prima ancora che lo vedessi perchè ricordo quando uscì da noi (tardissimo) il trailer veniva trasmesso a rotazione su una TV locale ed era stracolmo di gag, anche troppe per la verità, che divennero veri tormentoni ("Marco Pisellonio", "Hai più culo che anima"). Ciò non mi guastò la visione che fu un vero spasso e mi riconciliò con i Python di cui avevo visto "Il senso della vita" anni prima, rimanendone sconvolto! :-D
    Riguardo la nostra distribuzione... hai notizie a riguardo? C'entrerà sicuramente la scia degli scandali!
    Oltretutto ho scoperto che é stato ridoppiato di recente... come al solito un vero peccato!

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    1. Penso che la gag su “Marco Pisellonio”, proprio così in versione doppiata, sia arci nota a tutti, anche a quelli che non sanno da che film sia tratta. I dodici anni di Italico oblio sono un regalo dei censori vaticani, per essere uno stato così piccolo ha la sua bella influenza, ad esempio San Marino mica rompe i maroni così ;-) Scherzi a parte la questione è tutta lì, persino a “Dogma” di Kevin Smith (per altro Cattolico convinto e dichiarato) è andata meglio, per lui “solo” quattro anni di oblio. Cheers!

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  12. Il picchetto dei rabbini mi ha ricordato la scena del film "Ave, Cesare!" dove la produzione chiede il parere di ogni rappresentate religioso se il film ha il loro consenso, con i religiosi che fanno le proposte più assurde e finisco per litigare tra di loro su come procedere.

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    1. I Coen quando si mettono sono Pythoniani, bravissimo quella scena rappresenta la Hollywood di oggi, i Python avevano già aperto il campo ;-) Cheers

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  13. Nello strambo Paese a forma di scarpa, storicamente parecchio religioso, il film è uscito proprio con il titolo “Brian di Nazareth”... Sì, ma nel 1991!

    È stata la mia prima introduzione al gruppo comico (pensa che introduzione!) ed è in assoluto il mio film preferito dei Monty (se la gioca molto bene con Il senso della vita), il preferito se consideriamo il primo doppiaggio, s'intende. Al momento reperibile soltanto in VHS (che posseggo, ovviamente).
    Grande recensione come sempre

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    1. Un film di quarant'anni fa per tutti, tranne che in uno strambo Paese a forma di scarpa. Anche per me è il migliore dei Python, il più "film" di tutti, "Il senso della vita" è genio puro ma comunque un ritorno alla struttura ad episodi del "Flying Circus", questo invece è un apice, perché ora più che mai sarebbe irripetibile, se riuscì a far incazzare tutti quarant'anni fa, figuriamoci cosa potrebbe fare oggi, qui da noi come minimo uscirebbe nel 2119 ("Dogma" di Kevin Smith insegna). Cheers!

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    2. Ragazzi, io ho speso del tempo a fare la sovrapposizione qualità dvd - doppiaggio originale ed è venuto fuori proprio degno di Geova!! No dico, ho coVaggio...

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    3. P.S. Tutto ciò per poi scoprire che qualche altro pazzo lo aveva già fatto! 🤐 Dave13 ite domum!

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    4. Ehehe, però dai ne è valsa la pena, anche solo per insegnarti a verificare prima di lanciarti in un'impresa ;-) Cheers

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    5. Ne è valsa la pena nettamente, e considera le volte che avrò fatto avanti e indietro per pareggiare la sincronia: beh non mi è andato a stufo il buon BVian!! Ci credi?? Non è mica pelle de pecoro!!

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    6. Se non ti stufa dopo un lavoro così, è passione vera ;-) Cheers

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    7. Beh...se non altro si muore all'aria aperta!!

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