La verità è che io la seconda stagione di Tredici, non la volevo nemmeno vedere, cavolo non mi è piaciuta nemmeno la prima!
Però, poi, niente, ho questa stramba teoria per cui il cinema è pavido e gioca sul sicuro sfornando sempre gli stessi titoli, remake su remake, mentre le serie televisive, alla costante ricerca del “The next best thing” stiano sempre lì, a sparare in aria cercando di colpire qualcosa, salvo ritrovarsi con per le mani storie che stiracchiate, possono funzionare per una stagione se va bene, poi tocca tirare fuori il naso di gomma rosso, le scarpe due taglie più grandi e fare capriole roteando palline in aria per distrarre gli spettatori dal fatto che non c’è davvero più nulla da raccontare, se ne parlava riguardo La casa di carta, ma qui mi sembra più vero che mai.
Il problema con “13 Reasons Why” è sempre lo stesso: non si
può distinguere tra la serie e il suo contenuto, i famosi “Temi importanti” che
la popolano, quindi in automatico, parlare male di questa serie ti trasforma
nel Bryce Walker, uno stronzo dal cuore di pietra inZenZibile. Ma siccome mi sono già auto dichiarato “brutta persona” anche persona non grata (a questo blog), quindi continuo sulla stessa linea, anche perché se la prima stagione aveva dei difetti, la seconda è un vero disastro, talmente brutta che non si merita nemmeno un commento vero e proprio, ma la più alta forma di disgusto applicato ai pareri su Internet: l’elenco puntato!
Nuuuuoooo! L’elenco puntato noooo!
Sì, l’elenco puntato sì! Ah ah ah ah ah [maniacal laugh]
Nuuuuoooo! L’elenco puntato noooo!
Sì, l’elenco puntato sì! Ah ah ah ah ah [maniacal laugh]
Per chi non avesse visto la seconda stagione vi avviso:
SPOILER! Visto, non sono così malvagio.
1. Il messaggio (paraculo) sui “Temi importanti”
La seconda stagione inizia con tutto il cast che si
presenta e sfondando la quarta parete invita i ragazzi a scuola a chiedere
aiuto ai genitori, agli insegnanti o ad un adulto di fiducia. Cosa c’è di male
in questo? Assolutamente NULLA (sono spietato e senza cuore, ma non fino a
questo punto), se non fosse questa una dichiarazione di intenti della serie.
Trovo sacrosanto voler usare la fiction per offrire ai ragazzi una mano tesa,
ma anche solo uno spunto di riflessione su un tema come quello del bullismo
che è sempre più una piaga dei nostri tempi, ma se l’intento è quello di
diventare una serie che viene trasmessa nella scuole, non è con questi
personaggi abbozzati (e spesso stereotipati) che otterrai il risultato. Allora,
in quanto essere abbietto e senza cuore, mi viene solo da pensare che sia una
gran mossa paracula per sfruttare un tema tristemente troppo in voga e, a
questo punto, mi state un po’ sul cazzo. Come dicono i Francesi, quelli eruditi,
però.
2. Salvate il soldato Hannah Baker Katherine Langford
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“Perché Cassidy è così cattivo con noi, guarda la mia auto” , “Ma no è Carpenteriano, pensava si aggiustasse come Christine”. |
Curioso diventare celebri con la storia di un personaggio
che muore già all’inizio della prima stagione di una serie diventata piuttosto
famosa, resta il piccolissimo problema, al momento di mettere in cantiere una
stagione numero due, che oh cacchio! Come facciamo ad infilarci dentro Hannah
Baker?
Sì, perché parliamoci chiaro: Katherine Langford è in rampa
di lancio e non puoi proprio farne a meno, anche perché la Langford non è
ancora arrivata ad eliminarsi da sola dall’equazione chiedendo una cifra esagerata,
quindi tocca farle fare qualcosa, la parte di una gemella con la parrucca
bionda? Naaa! Quella è una cosa che può funzionare solo se la fa David Lynch. Ideona! La facciamo comparire tipo
“Harvey il coniglio” la voce della coscienza del protagonista Clay “Il
moralizzatore” Jensen (Dylan Minnette), insomma la soluzione più vecchia e
stantia del mondo.
Vi giuro che ad un certo punto, quando le viti che tengono
su la mia faccia sono state corrose dal logorio della noia, al centesimo
battibecco tra Clay e Hannah ho realizzato che in questa serie, il protagonista
passa la maggior parte del tempo in una stanza a parlare da solo, roba
che se lo scopre M. Night Shyamalan ci fa su un film tipo subito!
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Pensate davvero che avrebbero rinunciato a questa qui per la seconda stagione? Seeeee ceeeeerto. |
3. La noia (no, non ho detto gioia)
Sfolgorante, assoluta, totale, impietosa ed infinita, la
seconda stagione di “Trecidi” è una noia oltre l’immaginabile, i primi sei
episodi sono il niente condito da un oceano di Bla Bla Bla Bla che poi io dico,
gli argomenti di interesse ci sarebbero pure come, ad esempio il tema,
caldissimo negli Stati Uniti, quasi quanto il bullismo se non di più, del
controllo delle armi, ma anche il processo sarebbe IL motivo di interesse della
stagione, a cui bisognerebbe aggiungere il mistero delle Polaroid che
dovrebbero nelle intenzioni degli autori, sostituire la cassette delle prima
stagione, peccato che tutto questo si trasformi in un guazzabuglio di
chiacchiere PALLOSISSIME e inconcludenti almeno fino al sesto episodio
(compreso) su tredici, una media un po’ bassina.
4. Il processo
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D’altra parte, con un protagonista così espressivo, come fai ad annoiarti? |
La messa in scena del processo è a dir poco ridicola,
l’avvocato assoldato dalla madre di Hannah Baker ha una linea d’accusa chiara,
sottolineare come la scuola non abbia supportato al meglio la ragazza, mentre
l’avvocatessa della difesa, ha una linea molto più definita: smontare, se
necessario personalmente, ogni testimone portato sul banco degli imputati.
Il risultato è qualcosa di tragicomico: l’accusa procede
paciosa come se stesse organizzando un picnic accumulando accuse velate, quasi
delle frecciatine più che delle prove, mentre l’avvocatessa della difesa passa
come un rullo compressore sopra tutto e tutti, con una strategia al limite
della distruzione della reputazione. Se un personaggio è divorziato, viene
fatto notare alla giuria (eh!?) se uno è stato accusato in un remoto passato di
essersi fatto una piccolissima cannetta, giù con il pugno di ferro!
No, ma seriamente? Vi sembra una condotta credibile? Ognuna
di queste accuse verrebbe considerata non attendibile da un giudice vero, ma
siccome i personaggi di questa serie sono macchiette, andiamo avanti così,
facciamoci del male!
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“Si metta all’atto che la teste ha abbattuto degli alberi sprecando preziosa carta!”. |
5. Un cattivo cattivissimo
Forse la vera forza di Tredici, era proprio il personaggio
di Hannah Baker, l’oggetto dell’attenzione dei bulli, ma non una vittima
predestinata, un tipo di personaggio controverso, fatto di chiari e scuri, un
personaggio nemmeno simpaticissimo, eh? Bisogna dirlo, però, a suo modo
abbastanza realistico, cosa che non si può affatto dire di quello che è a tutti
gli effetti il cattivo: Bryce Walker.
Se già funzionava il giusto nella prima stagione, qui davvero Bryce Walker (Justin Prentice) diventa una macchietta, il cattivo che è addirittura compiaciuto della sua malvagità, talmente perfido da essere spavaldo nel suo essere sicuro di cavarsela. Per una serie che punta a trattare temi concreti in modo reale, risulta un personaggio totalmente irrealistico.
Volete dirmi che nelle realtà esiste qualcuno di così totalmente malvagio e marcio fino al midollo? Forse, ma per una storia così il cattivo avrebbe dovuto essere sfaccettato almeno quanto Hannah Baker e non venite a dirmi che quella mezza puntata in cui ci mostrano il piccolo Bryce Walker maltrattato basta, perché la disparità di caratterizzazione è abissale.
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“Sono così bullo, che quando indosso gli occhiali, mi viene voglia di picchiarmi da solo”. |
6. Le polaroid
Se dovevano essere le nuove cassette di questa stagione,
missione fallita, al massimo le polaroid riescono solo a tener alto il livello
di “Hipsterismo” di questa serie, anche perché fino al settimo od ottavo
episodio, saranno quasi un elemento di contorno della stagione, salvo poi
ritrovarsi al centro di scene patetiche al limite del MACCOSA (Clay le lascia
sul sedile posteriore dell’auto? No, ma davvero? A recuperarle chi mandano?
Quello zoppo e con problemi di memoria? No, ma di cosa stiamo parlando, dai!).
7. I momenti involontariamente comici
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"Tirami il dito, così copriamo la puzza di questa ottima sceneggiatura". |
Questi non mancano, non so se dire per fortuna, oppure
purtroppo, la mega rissa nei corridoi della scuola, quella che dovrebbe essere
il momento dell’apice del rancore dei personaggi, si trasforma in una specie di
lotta a cui manca solo la musica del “Benny Hill Show” in sottofondo, però devo
dire che è stato anche uno dei pochi momenti capace di risvegliarmi dal torpore
in cui questa stagione è riuscita a farmi sprofondare. Se non altro mi sono fatto due risate.
8. La scena violenta d’ordinanza
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"Guarda quante cazzate scrive Cassidy" , "Il Benny Hill Show ma quanti anni ha? Novanta?". |
Ogni volta che mi ritrovo a parlare con qualcuno della prima
stagione di Tredici, l’argomento finisce sempre su quanto sia cruda la scena
del suicidio di Hannah Baker, pare che a nessuno importi dei milioni di
“MACCOSA” su cui sia necessario fare surf per arrivarci. Sì, è vero, la scena è
molto cruda, più della media delle vostre serie tv, ma state tranquilli che gli
autori lo sanno, oh se lo sanno!
Lo hanno capito così bene, da renderlo un marchio di
fabbrica del loro prodotto, quindi per la stagione numero due si replica, sì, mi
riferisco alla scena dello scopettone, che pone l’accento sul problema delle
violenze maschili che è cruda il giusto, ma al pari di quella della prima
stagione, ancora più fuori luogo, gratuita e forzata, inserita nella trama per
giustificare il prossimo tema utilizzato poco e malamente, eccolo che arriva…
9. Il controllo delle armi
Poteva essere sfruttato di più e meglio, ma parliamo
comunque di una stagione che spreca 12 episodi su un processo e nell’ultima puntata ci fa assistere ad un secondo processo che per forza di
cose risulta frettoloso e ancora più irrealistico del primo.
Mi pare abbastanza chiaro che il controllo delle armi,
specialmente nei licei americani, si candidi ad essere il tema per la stagione
numero tre, ma onestamente, se pensano di trattarlo in maniera così grossolona,
con Clay che da moralizzatore si trasforma in orsetto del cuore e con il potere
dell’amore ferma il male... No, guardate, io mi fermo qui, so che l’avevo detto
anche per la prima stagione, ma questa volta lo faccio sul serio!
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“Non ti piace? Sono un cosplayer di Frank Castle allora?”. |
10. Le bollette di Gregg Araki
Capisco che tutti dobbiamo mangiare e pagare le bollette, ma
avere Gregg Araki tra i registi e ridurlo ad anonimo mestierante è un crimine,
insomma non si fanno queste cose, liberate Gregg Araki subito!
Potevo arrivare a tredici punti? Sì, ma sarei diventato più
verboso di questa seconda stagione, quindi preferisco fermarmi qui. Alla luce
del finale, era davvero necessaria una seconda serie dedicata al resto della
storia del fantasma di Hannah Baker? A mio avviso no, ma le cose stanno così:
se una serie ha successo, è destinata a continuare, anche se non ha più nulla
da dire, oppure ancora peggio, lo fa in maniera grossolana, il che potrebbe
essere anche peggio.
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Araki in questa serie è come chiedere consiglio a Stephen King per il costume di Halloween. |
Ciao, sento il bisogno irrefrenabile di commentare. Già. Perché sono d'accordo con tutti i punti, sono d'accordo che gli errori sono plateali, e soprattutto sul fattore iniziale della noia, tanto che stavo abbandonando la visione.
RispondiEliminaMa un MA lo devo aggiungere. Alla fine ero contenta di aver visto la serie, alla fine mi è piaciuta, e vorrei anche che fosse proposta nelle scuole. E si può continuare a fare l'elenco dei difetti, giustissimi, perché non si tratta di un capolavoro, non è una serie perfetta. Ma vuoi o non vuoi deve avere dei pregi se può piacere anche ad una adulta con figli adolescenti come me. E se siamo qui a parlarne. Non farò la disamina delle cose buone, non sono all'altezza. Anche perché non devo difendere Io il prodotto. Ti dico solo che probabilmente ci sono corde che vengono toccate per qualcosa, può essere la recitazione, la musica, il tema. Qualcosa arriva, pur nei grandi limiti che tu hai illustrato molto bene.
Per farla breve per me la serie supera i notevoli limiti, va oltre, e diventa facile provare empatia per le tematiche e i diversi personaggi, cosa utile visto che uno dei gravi problemi dell'umanità è proprio la mancanza di empatia.
Barbara
Ciao Barbara e benvenuta sulla Bara Volante ;-)
EliminaEro consapevole, come lo ero scrivendo della prima stagione, che descrivendo i difetti di una serie come questa si rischia di passare per dei mostri senza cuore, a mio avviso gli intenti di questa serie sono più mobili e giusti del risultato finale, Perché se per la prima stagione, si poteva ancora chiudere un occhio si alcuni difetti che erano già evidenti, per la seconda la corta inizia a diventare un po’ corta, e dammi pure del cinico, ma credo che gli autori avrebbero dovuto impegnarsi un po’ di più di così, proprio perché hanno per le mani qualcosa che ha la forza di arrivare ai ragazzi, invece ci vedo un po’ troppo la volontà di allungare il brodo ecco.
Non credo che una serie tv possa risolvere i problemi, però potrebbe essere un mezzo per fare un passo nella direzione giusta, la mancanza di empatia è IL problema, pare che troppe persone, in auto, davanti ad uno schermo o dentro una cabina elettorale, abbiano dimenticato che dall’altra parte non c’è quasi mai un sacco da boxe su cui sfogarsi, ma una persona. Se un ragazzo o una ragazza che hanno subito un torto, guardando questa serie trovano la forza di fare quel passo, mi auguro di cuore che questa serie duri cento stagioni, ma quando si analizza un’opera bisogna separare i parametri oggettivi da quelli soggettivi, a volte è un compito ingrato.
Ti ringrazio molto per il tuo commento, hai portato un po’ di serietà qui sopra, di solito ci sono solo io che sparo caSSate ;-) Cheers!
Proprio come "La casa di carta" anche in questo caso aumenta la gente che mi dice che è un capolavoro, ma dubito fortemente che mi sincererò di persona: mi limito alle tue recensioni ^_^
RispondiEliminaNon so se, come dicevo qui sopra nel commento, è considerata un capolavoro per i suoi intendi didattici e perché no sociali, oppure è un capolavoro, perché ormai è un capolavoro tutto e via. Vorrei che fosse un capolavoro del primo tempo, perché come qualità è tutto tranne che un capolavoro ;-) Cheers!
EliminaNon ti leggo nemmeno oggi... Ieri ero in barca compleamente disconnesso dal mondo (alè!) ma oggi salto tutto dopo che ho letto la parola "spoiler". A me la prima stagione non mi ha fatto impazzire ma non l'ho neanche bocciata appieno. Qualcosa da salvare c'era anche se sepolto sotto un mare di cavolate buone per riempire buchi di sceneggiatura grossi così e assurdità gratuite. Ma il messaggio di fondo che aveva la serie non mi è dispiaciuto. Però una stagione mi sembrava sufficiente.
RispondiEliminaPerò visto che a casa siamo in due che guardiamo la tv, alla mia compagna "13" è piaciuto un botto e mi sa che sta seconda annata mi toccherà sorbirmela. Sommando il tutto la conlusione è: visto che devo guardala a schiaffoni, almeno non mi frego quel poco di buono che la serie ha da offrirmi... A domani Cassidy!
Vai tranquillo tanto il post non scappa, fammi poi sapere il tuo parere, tanto la tua compagna ti farà vedere la serie, quindi il tuo approccio è logico come quello di un Vulcaniano ;-) Cheers!
EliminaSarà tra un bel po', mettiti comodo... E questo sono io che mi metto pacifico sul divano a guardare quello che la mia compagna propone:
Eliminahttps://www.thewisemagazine.it/wp-content/uploads/2018/05/9vKVl_bk.jpeg
È un delitto! Il caro caro Ludovico Van non ha mai fatto male ad anima viva! ;-) In bocca al lupo (di mare). Cheers
EliminaSecondo me non c'era proprio bisogno di una seconda stagione.
RispondiEliminaLa penso come te comunque, sebbene tutto sommato l'ho seguita con abbastanza interesse.
Forse qualche personaggio in meno e con la parte del processo più diluita, avrebbe funzionato di più.
I difetti mi sono balzati agli occhi come la poca necessità di continuare la storia, probabilmente faranno una terza stagione, ma per me, basta così grazie ;-) Cheers
EliminaIo non disprezzo gli elenchi puntati, anzi, anche se si dice che il lettore degli elenchi puntati sia un analfabeta :D.
RispondiEliminacredo di capire che questo tredici bis sia semplicemente un grande operazione commerciale. Il fatto di ripresentare il personaggio della protagonista (che è deceduta) è già un chiaro sintomo. Una grande serie deve avere il coraggio di fare una seconda stagione anche rinunciando all'elemento principale della prima (che poi appunto, tredici era una grande serie?).
Poi la parte del processo mi ha fatto sorridere, insomma, è più emozionante una cronaca giudiziaria dal Tribunale di Rimini, lì almeno la pubblica accusa ringhia e fa sentire i suoi muscoli.
No, al massimo l'analfabeta qui sono io, ho fatto la gavetta da 'nalfabeta ;-)
EliminaUna parte chiave di questa seconda stagione è proprio il processo, ed è stato gestito a mio avviso malissimo, per una serie che punta al realismo, proprio non ci siamo. Cheers!
Sarei tentato di andarmi a cercare le scene involontariemente comiche per farmi quattro risate...
RispondiEliminaCuriosità: hai seguito Lethal Weapon? Hanno cacciato a calci nel sedere il successore di Mel Gibson.
La scena della rissa in corridoio è uno spasso :-P Ho semplicemente ignorato l'esistenza della serie, l'altra sera ho visto tre minuti di un episodio (i due tizi erano su un aereo senza piloti) e ho pensato BAH! Assurda la sostituzione, per prendere poi uno che è un comico, questo mette in chiaro gli intenti della serie. Non ho mai avuto la forza nemmeno di vedere il nuovo MacGyver, fai un po' te ;-) Cheers
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