Sorpresa! Ok, lo so che siete passati qui oggi per leggere il
nuovo capitolo della rubrica dedicata ai Monty Python, ma sulla Bara
Volante quando facciamo una cosa, la facciamo per bene, quindi è ora di calare
la maschera sulle mie vere (e bellicose) intenzioni.
La sfortuna.
Meglio nota come scalogna, disdetta, malasorte, iattura,
iella, insomma la sfiga!
La sfiga non esiste, nel senso che non è mai stata provata
dalla scienza, oppure postulata in qualche teoria, non sono una persona
scaramantica, non ci credo che passare sotto una scala o rompere uno specchio
possa cambiare l’andamento della tua giornata, ma sono realista e credo in
Murphy "se qualcosa può andare male ci andrà", quindi la sfiga, ovvero quella
serie di fattori che non puoi controllare, ma che sistematicamente ti mettono i
bastoni tra le ruote, è qualcosa con cui tutti dobbiamo fare i conti nella
vita.
Ognuno potrebbe fare cento esempi di sfiga personale, per
quanto mi riguarda, l’ultimo anno e mezzo è stato funestato da sfortuna e
burocrati inetti con cui fare i conti, sfiga, non sarà mai stata spiegata dalla
scienza, ma è un fattore. Lo so che avevo promesso una rubrica su George A.
Romero che arriverà appena mi sentirò abbastanza tranquillo da
lasciare andare zio George, purtroppo per sempre (per ora è ancora un argomento
caldo per il sottoscritto), quindi tiriamo fuori dalla sfiga qualcosa di buono. Due cose mi hanno impedito di andare via di testa nell’ultimo anno e mezzo: la
mia wing-woman e la capacità di stemperare e sfuggire alle maglie delle
burocrazie usando l’ironia e la fantasia come valvola di sfogo che, poi, oltre
ad un manifesto talento, sono alcune delle caratteristiche del signore di cui
sto per parlarvi.
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Vi do un indizio, è quell’esagitato che dirige senza nemmeno tenere i piedi per terra. |
Come sono fatti i registi che piacciono alla Bara Volante?
Facile: talentuosi, disallineati al sistema, se non proprio in aperto
contrasto, il più delle volte per questo motivo e per una generale sfiga,
impossibilitati a realizzare i loro film. Personalmente credo che nessun
regista, abbia affrontato tali ondate di sfiga da mandare KO chiunque, con uno
spirito ed una caparbietà che per me sono un esempio, quindi direi che i tempi
sono maturi per celebrare la (si spera) fine della mia sfiga, il modo in cui la
si può affrontare con ironia e le virtù della testardaggine, è il momento di
celebrare uno dei miei preferiti! Date il benvenuto alla rubrica della Bara
Volante dedicata a Terry Gilliam che ho deciso di intitolare… Gilliamesque!
Titolo quasi gemello, perché la rubrica sui Monty Python,
Pythonesque e quella appena inaugurata su Terry Gilliam, continueranno ad
incrociarsi e scambiarsi il palcoscenico per i prossimi venerdì qui sopra e mi
sembra naturale che sia così, perché è proprio così che le cose sono andate
nella carriera di Gilliam.
Dopo lo straordinario successo mondiale di
Monty Python e il Sacro Graal, l’intero
pianeta vorrebbe solo altri quintali di Python, ma i sei componenti del gruppo
dall’esperienza del film hanno imparato parecchie cosette e piano piano stanno
andando tutti per la loro strada, quello che ha compiuto l’evoluzione più
esponenziale è chiaramente Terry Gilliam, dopo anni di notti insonni a
sforbiciare, incollare ed animare pezzetti di carta per il
Flying Circus e la complicata co-regia del Il Sacro Graal fatta
con l’altro Terry del gruppo, Jones è l’ultimo decisivo passo per Gilliam: mai
più regie a quattro mani e animazioni, è il momento di diventare un regista a
tutti gli effetti.
Non credo potesse esserci un soggetto più adatto di questo “Jabberwocky”
per Gilliam, per diverse ragioni, quasi tutte di continuità, perché
“Jabberwocky” è considerata la più celebre poesia nonsense di lingua inglese,
scritta nel 1871 da Lewis Carroll e pubblicata nel romanzo “Attraverso lo
specchio e quel che Alice vi trovò” il seguito del suo capolavoro ultra celebre
“Alice nel Paese delle Meraviglie” (1865), ve lo dico per il quieto vivere: il
primo che viene qui a citarmi un tale di nome Burton verrà dato in pasto al
Ciarlestrone che, poi, è uno dei modi in cui “Jabberwocky” è stato tradotto
nella nostra lingua.
Una poesia nonsense, per un regista che ha sempre apprezzato
Lewis Carroll e che arriva proprio da una comicità nonsense, inoltre, la storia
ambientata in un Medioevo fantastico, è l’ideale continuazione del lavoro già
iniziato da Gilliam con
Monty Python e il Sacro Graal che potremmo riassumere così: è ora di finiamola con sto Medioevo pulitino e perfettino al cinema!
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“Cavalli, tzè! Bestie sopravvalutate”. |
Se non avete mai sentito parlare di questo film, tranquilli,
penso sia un titolo che solo gli appassionati di Gilliam conoscono, penso che
qui da noi, in uno strambo Paese a forma di scarpa, il film non sia nemmeno mai
stato distribuito, mi tengo stretta nella mia collezione, l’unico dvd
disponibile qui da noi, con una versione in lingua originale sottotitolata,
della serie, zitto e fattela bastare.
Ma in “Jabberwocky” sono già chiari molti degli elementi che
caratterizzeranno la filmografia dell’unico Python non Inglese (almeno fino al
2006), oltre alla passione per le fiabe classiche come quelle di Lewis Carroll,
anche una certa difficoltà nel reperire i fondi, infatti il film è stato girato
un budget talmente ridicolo che è lo stesso Gilliam a riderci sopra quando ci
ripensa. Motivo per cui, per il cast Terry deve rivolgersi ancora una volta ai
suoi compari di sempre, i Beatles avrebbero detto “with a little help from my
friends” e visto che i quattro di Liverpool sono sempre nell’aria quando si
parla dei Monty Python, concedetemi la citazione musicale.
Johh Cleese, quando scopre che il film verrà girato con il
budget con cui di solito fai colazione al bar, capisce che la faccenda non fa
per lui, saluta e va via. Di altro avviso sono i due Python che da sempre hanno
fatto squadra con Gilliam, ovvero Terry Jones e Michael Palin, il trio che ha
tenuto su il
Flying Circus per tutta
la quarta ed ultima stagione. Trio (all'erta e pieno di brio) che qui si
ritrova anche come attori, visto che lo stesso Gilliam interpreta la parte del
pazzoide convinto che il suo sasso sia un prezioso diamante.
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Michael “Mr. Bravo ragazzo” Palin. |
Terry Jones compare all’inizio nei panni di un cacciatore,
mentre il ruolo del protagonista Dennis Cooper viene affidato alla faccetta da
bravo ragazzo di Michael Palin che è perfetto per la parte.
Anche perché “Jabberwocky” è la storia del figlio del bottaio Dennis, un
ragazzo che sogna in piccolo, lui vorrebbe solo portare avanti la bottega del
padre ed un giorno avere abbastanza soldi per sposare la figlia del mercante
di pesce locale, il signor Fishfinger (notare la genialità del nome del
personaggio interpretato da Warren Mitchell), ovvero la sua amata Griselda, non
proprio la bella del paese, ecco, ma Dennis è innamorato e guarda la vita con le
fette di prosciutto sugli occhi, tanto che non vede che la ragazza non se lo
fila di pezza.
In una scena davvero esilarante, Dennis accorre sul letto di
morte del padre che prima di tirare gli ultimi, gli scarica addosso un
quantitativo di rabbia repressa mai finita, in pratica l’esatto opposto della
vostra classica scena delle favole in cui il figlio raccoglie l’eredità
paterna, ma proprio col cavolo! Il Signor Cooper prima disconosce Dennis e poi
muore con il sorriso sulle labbra.
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Saluti dal Medioevo, tra peste e carestie ci divertiamo un sacco. |
Quindi, il nostro Dennis parte alla volta delle città, armato
di un cuore puro e una mezza patata marcia lanciata fuori dalla finestra dalla
sua Griselda, spazzatura per la ragazza, simbolo del loro amore il povero
illuso Dennis. Piccolissimo problema: accedere alla città è impossibile perché
la popolazione è nel panico, il cibo e le risorse vengono centellinate, a causa
dell’assedio, il terribile mostro noto come Jabberwocky (Ciarlestrone, stando
ai sottotitoli italiani) si aggira nei boschi divorando chiunque.
Dico sempre che i primi minuti di un film ne determinano
tutto l’andamento, in quelli iniziali di “Jabberwocky” Terry Gilliam ci mette
tutto l’entusiasmo del regista esordiente e dosi abbondanti del suo talento
visivo. La pellicola inizia con un bosco e una musica da favola che vengono
brutalmente interrotti da ehm, una poderosa cagata che imbratta le docili
piantine e ci fa capire subito che questo è un film diretto da uno dei Monty
Python, mica Walt Disney!
L’autore del regalino è il cacciatore Terry Jones, prima
vittima del Jabberwocky, Gilliam ci mostra con una soggettiva il punto di vista
della creatura, come se fosse l’assassino di uno Slasher e poi, con un primo
piano fisso su Jones, la morte del cacciatore, in una scena estremamente
dinamica che pare uscita dai primi minuti di
Evil Dead 2, se non fosse che le costole a vista e il torace disossato del cacciatore siano realizzati con un effetto speciale volutamente
esagerato, per accentuare il noto grottesco della vicenda.
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Inquadrature ardite ed efficaci, Gilliam comincia a sperimentare. |
Il piano di Gilliam di mostrare al cinema un Medioevo che
non sia quello patinato e assolutamente non realistico di troppi film di
Hollywood, viene portato avanti con una cura maniacale dei dettagli, ad esempio,
il buon Terry si è assicurato di scegliere per le comparse, attori e figuranti
dotati delle dentature più impossibili e con il trucco di sporcare loro i
denti, per stessa ammissione di Gilliam, i personaggi con i denti luridi sono
una sua fissa, ma il Medioevo, seppur fantastico di “Jabberwocky” è un
posticino che manderebbe in crisi qualunque maniaco della pulizia.
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Sorridi! Tanto per il filo interdentale toccherà aspettare altro quindici secoli! |
Basta la scena di Dennis che fa visita alla sua Griselda,
tra i resti di cibo lanciati dalla finestra (sulla testa di Dennis) e io signor
Fishfinger che gli parla direttamente dal, ehm, cagatoio a strapiombo è chiaro
che Gilliam non ha intenzione di prendere prigionieri, ma anche che i suoi anni
da animatore, lo hanno reso un regista con una spiccata sensibilità per il
numero di dettagli da inserire in una scenografia, un’inquadratura e più in
generale nelle sue storie.
Il noto sopra le righe è sottolineato anche dalla regia
di Gilliam durante la scena del torneo tra cavalieri, voluto da Re Bruno (Max
Wall) al fine di trovare un cavaliere disposto ad uccidere il Ciarlestrone, un
tripudio di dialoghi seri tra il re e sua figlia la principessa (Deborah
Fallender), mentre secchiate di sangue dei cavalieri che si fanno a pezzi a
colpi di spade li ricopre.
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Ha una parabola sulla capoccia con cui potrebbe prendere Sky, ma vorrebbe solo un principe. |
Per sua ammissione Gilliam ha cercato di portare in scena un
certo tipo di umorismo da cartone animato, anche perché quando vedi i cavalieri,
in pesantissima armatura, volare via disarcionati durante la giostra, è chiaro
che gli intenti siano volutamente comici, un debito nei confronti della
comicità splastick che Gilliam sottolinea con il nome del regno di Re Bruno,
Freedonia che altro non è che lo stato dove era ambientato quel capolavoro di
“Duck Soup” (1933) dei Fratelli Marx.
Difetti? Principalmente uno: “Jabberwocky” risulta una
storia ancora piuttosto sfilacciata, in cui Michael Palin rimbalza da una
situazione bizzarra all’altra, un po’ sulla falsariga degli sketch dei Monty
Python. Bisogna dire che, in generale, anche il tipo di umorismo inserito nel
film da Gilliam è ancora parecchio legato a quello dei Python, ad esempio il
tamburino che supporta l’araldo di Re Bruno che suona il tamburo che tiene
sulla sua stessa testa, sembra davvero qualcosa che potresti vedere nel
Circo Volante dei Python.
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Donazioni di sangue nel medioevo Gilliamesco.
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I momenti divertenti non mancano, ad esempio mi fa sempre
scompisciare quando Re Bruno, vedendo morire malamente tutti i suoi campioni al
torneo, decide di preservarli facendoli scontrare in una gara di nascondino. Ma
anche l’incontro tra Dennis e la principessa non è male, ricorda molto l’arrivo
di Galahad (guarda caso, sempre interpretato da Michael Palin) a castello
Antrace in
Monty Python e il Sacro Graal,
con la differenza che Dennis viene scambiato per un nobile cavaliere venuto a
salvare la donzella e mentre i due personaggi parlano, un
cavaliere in armatura arriva davvero facendo irruzione nella stanza, peccato
che il davanzale crolla e l’eroico salvatore muore malamente nell’anonimato
nostro e dei protagonisti.
La scarsità di esperienza di Gilliam si nota nel ritmo
spesso ondivago della storia, inoltre per alcune inquadrature, il nostro Terry
aveva così poca pellicola a disposizione che ha dovuto rinunciare a girare
parecchi controcampi (storia vera), insomma verso metà “Jabberwocky” è un film
che fatica a carburare e la scena finale, ovvero lo scontro tra Dennis e il
Ciarlestrone, beh, va un po’ ai vostri gusti personali, perché il mostro è
realizzato con effetti speciali orgogliosamente vecchia scuola, ma non cambia
il fatto che parliamo sempre di un povero Cristo con un grosso costume di gomma
a cui Gilliam chiedeva di muovere le braccia come se fossero ali di un pennuto,
per dare un tocco da grosso gallinaccio al mostro (storia vera).
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“Arrecate danno alla mia vista con codesti effetti speciali vetusti orrida creatura!” |
Il bello dell’ultima scena è ancora una volta la saggezza
con cui Gilliam seleziona l’inquadratura più adatta, se anche la creatura è una
poverata dettata dai pochi mezzi, Terry lo inquadra sempre dal basso per
sottolinearne la statura, oppure fa soggettive dall’interno dell’elmo che Dennis
indossa per proteggersi, oppure da sotto lo scudo, ridicolmente troppo grande
per lui con cui tenta di difendersi dagli attacchi della creatura, i soldi
saranno stati pure una manciata, ma il gusto per le inquadrature sghembe e
azzeccate nel loro essere ricercate è già tutto lì da vedere. Ascoltate un
cretino, io che sono cretino da parecchio tempo e ho pure una certa esperienza:
questo ragazzo farà strada!
Dennis il protagonista di “Jabberwocky” è un eroe
controvoglia, come quasi tutti quelli della filmografia di Terry Gilliam, anzi,
lui forse è quello meno eroico di tutti, il più delle volte si ritrova in
situazione che sfuggono totalmente al suo controllo senza nemmeno volerlo, è un personaggio fiabesco nel senso più classico del termine, ma
l’ironia un po’ caustica di Gilliam, fa di Dennis un personaggio che continua a
sognare in piccolo perché lui era già felice prima di tutta questa follia di
cavalieri, re, principesse e mostri giganti, a suo modo un prototipo di Don Chisciotte,
la cui visione da semplicione puro di cuore, lo fa sfuggire ad una realtà che,
invece, è decadente e grottesca, tutti temi che troviamo già in questo film e
che torneranno a tener banco qui sopra nei prossimi capitoli della rubrica.
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"Cavalchiamo verso la gloria fedele Sancho!" , "Non mi chiamo Sancho e sono pure stanco!". |
Vi voglio tutti qui tra sette giorni, carichi e pronti a
guardare al lato positivo della vita, ci aspetta un viaggetto in Terra Santa!
Oggi per me è un bordello e non riesco a leggere un kaiser. Ma la rubrica su Terry Gilliam mi colpisce dritto al cuore!
RispondiEliminaPrometto che leggerò tutto con calma, intanto ti invio una cassa di birre per festeggiare!
Vai tranquillo, tanto la strada la conosci sei sempre il benvenuto, oh bene sono contento che l’idea della rubrica sia di tuo gradimento, per la cassa di birra ci organizziamo. In bocca al Jabberwocky per la giornata! Cheers
EliminaIn ritardo di un giorno ma arrivo, finalmente.
EliminaQuesto "Jabberwocky" non l'ho mai visto e adesso ho la fotta di recuperarlo in qualche maniera. Lo conoscevo solo per essere presente nella filmografia di Gilliam ma non ho mai avuto modo di vederlo e nemmeno ne conoscevo la storia. Bel colpo Cassidy e ottima doppia rubrica!
Dici bene, è un titolo nella filmografia di Gilliam noto forse solo ai suoi fan più duri e puri, proprio per questo se il cinema di Terry ti piace, merita un'occhiata, mille grazie! :-D Cheers
EliminaQuando buona volontà e ingegno superano ogni ostacolo economico. Mi segno il titolo per una futura visione.
RispondiEliminaD'altra parte non è sempre così? La mancanza di mezzi stimola la creatività, ovviamente per chi ne ha ;-) Non è semplice da scovare, ma è già Gilliamesco al 100%. Cheers!
EliminaGià amo questa nuova rubrica, gemellata con la precedente pitonesca, perché mi fa conoscere film che mai ho trovato anche solo citati: possibile che scopro solo ora di questo film?????
RispondiEliminaOh guarda sono contentissimo :-D Ci stava amo molto il cinema di Gilliam così come i Python, essendo strettamente legati, non potevo proprio tirarmi indietro ;-) Questo è veramente poco noto, mi conservo gelosamente il mio dvd sgangherato (un po' come il film), spero di fartene scoprire anche altri da qui alla fine. Cheers!
EliminaAssieme al Pythonesque pure il Gilliamesque? Ma che potrei volere di più? Magari potrei voler dirti che
RispondiElimina1) poco meno di una decina d'anni fa ho visto Terry Gilliam DAL VIVO (come ho detto anche di là dal Zinefilo) quand'è venuto a presentare Parnassus a Milano... sempre grande ;-)
2) ovviamente conoscevo l'esistenza di Jabberwocky, con il suo divertente medioevo lercio e il suo "kaiju" Ciarlestrone, nonché la principessa Deborah Fallender arrivata fresca fresca dal precedente ruolo della provvisoria ma non per questo meno letale ESPer Carolyn Powell, nell'episodio della seconda stagione di Spazio 1999 dal titolo "Onde Lambda" (piccola divagazione extra-Gilliamesca) ;-)
Le rubriche gemelle non potevano essere separate, penso che ci divertiremo ;-) Terry bazzica spesso il nostro Paese, mi pare che abbia una casa in umbria se non ricordo male, una mia amica (la più grande cacciatrice d'autografi dell'occidente) lo ha incontrato in almeno un paio di occasioni una più clamorosa dell'altro, mi dicono tutti essere uno molto alla mano. Deborah Fallender sapevo che aveva recitato in "Spazio 1999" ma non ho visto l'episodio, è una serie che mi piaceva molto ma ho sempre seguito solo grazie alle repliche televisive, quindi sempre sparse ;-) Cheers
EliminaMontone, 41,1 Km da casa mia.
EliminaPosso venire un fine settimana e andiamo a suonargli alla porta? ;-) Cheers
EliminaCosa posso dirti, ci proviamo!! Di preciso non so dove ha l'abitazione...credo in borgo su a Montone, dalle parti del castello. E' anche cittadino onorario 😄
EliminaPoi quando ho tempo ti racconterò un aneddoto su Terry, ci vuole un po' perché purtroppo (o per fortuna) nemmeno io ho il dono della sintesi!! 😅😅
Mai amato davvero Gilliam, tuttavia alcuni film sono davvero eccezionali, personalmente non questo...spero comunque lo sia The Zero Theorem ;)
RispondiEliminaVero, io ho una passione particolare per il suo cinema, quindi mi piacciono anche i suoi film più piccoli, tipo "The Zero Theorem" che ha davvero dei numeri ;-) Cheers
EliminaIntervengo dicendo che il film esiste in italiano, ma la la suddetta versione era introvabile da secoli, se non che, pare, è stata trasmessa pochi anni fa sul satellite.
RispondiEliminaNon so se poi è circolata in rete.
Ah questo non lo sapevo proprio, magari si riesce a trovare, ma alla fine mi piace il mio dvd sgangherato ;-) Cheers
EliminaPerò mi è venuto un dubbio se lo hanno doppiato sai ?
EliminaHo chiesto a loro
http://www.giornalepop.it/jabberwocky-gilliam-lascio-monty-pithon/#comment-4806
se era davvero in italiano quando andato in tv, vediamo che mi dicono (okkio ai commenti in basso )
Hai fatto bene, speriamo rispondano, intanto ti ringrazio per il link, mi leggo sempre qualunque cosa riguarda a Terry (e non solo). Cheers!
EliminaChe bello Jabberwocky!!! Col suo pieno di lordume, denti marci, sanquuue!!
RispondiEliminaIo l'ho visto solo in lingua originale, come tra l'altro meritano di essere visti i Python 😉😄
Ho cercato di ritrovarlo in italiano, per mia curiosità sull'adattamento nostrano, ma non ci sono riuscito!
Non ti saprei dire, ho un dvd con traccia audio inglese e sottotitoli in un po' di lingua tra cui italiano. Forse non è mai stato doppiato. Cheers
EliminaOggi sono riuscito a vedere questo film. Classico film semisconosciuto di un regista, da vedere solo per i fissati che vogliono vedere tutti tutti i film di un regista.
RispondiEliminaBuon film all'inizio e alla fine, un po' noiosetto nella parte centrale.
Interessante l'eroe codardo protagonista, il personaggio della tizia che cerca il principe XD ed è vero che c'è pure Gilliam che spaccia sassi per diamanti.
C'è la sottotrama di quello che va con la moglie dell'altro e anche il nostro protagonista viene visto come complice e "ricercato" e non banale il sottotesto contro la cecità religiosa (quando si traveste da suora)
Un po' per limitazioni di budget un po' per esperienza, il secondo atto gira un po' a vuoto, ma è talmente pieno di idee divertenti che vince lui, il primo omicidio è una bomba ;-) Cheers
EliminaChe intendi per sfuggire al mondo decadente? Il raggiungere grandi risultati quasi casualmente grazie alla sua ingenuità? Effettivamente lui sconfigge il nostro quasi per caso e nonostante volesse la grassona avrà addirittura la principessa insieme a lui...il tutto in un contesto/mondo decadente
EliminaIntendevo proprio quello che hai descritto ;-) Cheers
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