venerdì 1 giugno 2018

Edge (2015): Shane Black, sai che ti dico, sei un gran figlio di…


Parafrasando le immortali parole di “Nello” Venditti "... e quando penso che sia finita, è proprio allora che ricomincia la rubrica…" Back in Black!


Sul serio, ero profondamente convinto non ci fossero più film di Shane Black là fuori, invece con mia grande sorpresa ho scoperto dell’esistenza di questo “Edge” che non solo è diretto dall’uomo con il nome più figo del mondo, ma è anche scritto insieme al suo storico compare Fred Dekker e, come se non bastasse, è pure un western! Mi sono convinto a vedere dei film per molto meno di così.

Secondo la solita teoria (che poi non è tale, ma vabbè... ci siamo capiti) per cui l’universo trova sempre il modo di rimettere i pezzi al loro posto, trovo azzeccato concludere la rubrica su Shane Black con un film scritto insieme a Fred Dekker che è proprio da dove tutto è cominciato.

L’altra faccia della medaglia è che “Edge” non è proprio un film, cioè lo trovate spesso etichettato come film per la tv, ma in realtà si tratta del pilota di una serie televisiva commissionata da Amazon nel 2015. Ed ora per un minuto, lasciatemi vestire i panni di Jules di “Pulp Fiction”: sarete certo al corrente che c’è un’invenzione chiamata televisione e che su quest’invenzione ci sono le serie.

A vederla così questa, poteva essere una serie dalle ottime premesse.
In televisione, il modo per scegliere una serie è che fanno un episodio, l’episodio chiamato "pilota". Poi mostrano quell’episodio a gente che sceglie gli episodi e sul valore di quell’episodio decidono se vogliono fare altri episodi. Alcun vengono scelti e diventano programmi televisivi e invece altri no e diventano niente. “Edge” è uno di quelli che è diventato niente.

Quindi, diventa un pochino complicato giudicare quello che è evidentemente il primo episodio di una serie tv, come parte coerente di una filmografia di un autore come Shane Black, ma per fortuna è lo stesso Black a semplificarmi il compito, perché ancora una volta il nostro pesca a piene mani dai romanzi di genere, nella fattispecie, quelli del prolifico scrittore inglese Terry Harknett che attraverso i suoi infiniti pseudonimi ha scritto qualcosa come 200 libri ed è piuttosto famoso (nei Paesi anglofoni) per i romanzi dedicati al pistolero Edge, scritti con il nome d’arte di George G. Gilman.

Con Shane Black di mezzo, non può mancare qualche romanzaccio di genere.
Non è difficile capire perché Black si sia avvicinato alla storia del pistolero per metà Americano e per metà Messicano Josiah Hedges, soprannominato Edge nel corso della storia dal suo amico nero Benny e se ve lo state chiedendo, per due minuti anche questo film si gioca una strana coppia che inevitabilmente fa pensare ad Arma Letale per ovvie ragioni.

Il pilota film dura circa un’ora, inizia nel Missouri (in realtà la California ma vabbè) nel giugno del 1865, quando il fratello minore della famiglia Hedges, Jamie (Nate Warren) riceve la visita non certo di cortesia di alcuni soldati dell’Unione che pretendono di riavere indietro i soldi persi a poker contro il fratellone nemmeno fossero quelli di Equitalia, risultato finale: il giovane Hedges viene ucciso e i cattivacci, guidati dal sadico e stronzissimo Merritt Harknett (Ryan Kwanten) par far capire anche all’ultimo degli spettatori quando è bastardo, infrange la regola numero uno dei cattivi al cinema: puoi ammazzare tutti, ma NON il cane.

In cerca di vendetta per il fratellino ucciso, Josiah Hedges (quel tamarro di Max Martini) arriva nella cittadina del Kansas nota come Shaterd, dove fa subito la conoscenza della fauna locale, il classico becchino dei film western impegnato ad assemblare insieme le bare, ma, soprattutto, una bionda mica male di nome Beth, fatta a forma di Yvonne Strahovski, già vista nei panni di Serena Joy Waterford nella serie The Handmaid's Tale e prossimamente anche nel cast di The Predator, giusto perché Shane Black non è mica uno di quegli autori che ama utilizzare sempre gli stessi attori... no no, proprio per niente!

“Dove ti ho già vista carina?”, “Se sei fortunato in tutti i prossimi film di Shane Black”.
Su questo principio, può mancare uno sceriffo tosto che governa con pugno di ferro la cittadina? Certo che no, allora perché non far interpretare Big Bill a William Sadler? Che in Iron Man 3 faceva la parte del presidente (“Il presidente di che?” cit.) ed è dai tempi di 58 minuti per morire che è specializzato in ruoli da cattivone.

Se papà si chiama Big Bill, suo figlio, ovviamente, per tutti è noto come Little Bill (non fa una piega vero?) è interpretato da Beau Knapp ed è anche uno dei componenti della banda di bastardi che ha ucciso il fratello di Edge, non è difficile capire come continua la storia, vero?

Diventa complicato conciliare l’archetipo narrativo dello straniero senza nome, che parla poco e agisce molto ed arriva a rivoltare tutti i sassi, spaccando il cranio a tutte le vipere che ci sono sotto in una piccola cittadina, per capirci: il personaggio reso celebre da Clint Eastwood nella “Trilogia del dollaro” di Sergio Leone, con quelli tipici scritti da Shane Black che, oltre ad essere stropicciati e tormentati, hanno tutti la capacità di snocciolare battute al fulmicotone che non sono proprio tipiche dei silenziosi pistoleri del west.

Il risultato è che il nostro Edge è sì uno “Straniero senza nome”, solo che ogni tanto spara una frase che t'inchioda al pavimento, aiuta il fatto che ad interpretarlo sia Max Martini che magari ricorderete per il tamarissimo pilota di Jaeger Australiano Herc Hansen in Pacific Rim, insomma uno che con questi personaggi coatti ci sguazza.

"Sò fico, sò bello, sò fotomodello".
Quindi, il nostro Edge, quando gli fanno notare che un cartello all’ingresso della cittadina di Shaterd, intima a tutti di non portare armi, lui fa spallucce fingendo di non averlo visto anche se molto grande e si svincola dicendo: «Anche il sole, ma tendo a non guardarlo» insomma, Shane Black che scrive cose alla Shane Black!

Ora vorrei dirvi che fila tutto liscio e che “Edge” è una piccola perla dimenticata per ragioni che potremmo riassumere come: Sfiga! In realtà, non è proprio così, certo lo sforzo produttivo da parte di Amazon si nota, vi basti sapere che la fotografia è curata dal nostro Dante Spinotti, quindi non propriamente la pizza con i fichi, ecco.

Tuttavia “Edge” è di fatto una storia estremamente classica, a cui i due amici Shane Black e Fred Dekker aggiungono gli elementi tipici del loro cinema, in parti uguali, ma sono sempre troppo in equilibrio. La prima cosa che colpisce è il fatto che in “Edge” c’è sangue senza tirar mai via la mano e di puro istinto, mi viene da dare la paternità di tutte queste dita mozzate e cagnoni che le utilizzano come snack di metà mattina più a Dekker che a Black, se non altro per i trascorsi del buon Fred.

La 45 automatica non verrà inventata prima del 1911, quindi ti tocca il revolver come Roger Murtaugh.
Lo stesso Black alla regia, in certi momenti sembra un po’ in affanno, come se il formato televisivo lo limitasse un po’, in altri momenti sembra davvero troppo bravo per un pilota di una serie, l’agguato degli uomini di Big Bill ad Edge è una super scena, con il nostro che cade dalla rupe (un personaggio di Shane Black che fa un salto nel vuoto? Non succede mai!), resta miracolosamente appeso ad un ramo e da lì ne approfitta per sparare in mezzo agli occhi ad un paio di cattivoni. Il classico momento di un film di Shane Black, in cui il protagonista viene ferito, tocca il fondo, prima di ripartire alla grande ed andare ad ammazzare tutti i cattivi, per dirla come i protagonisti di Kiss Kiss Bang Bang: il classico momento alla Johnny Gossamer.

In generale, però, “Edge” ha la tendenza ad andare parecchio sopra le righe, ad esempio i fuochi d’artificio che Shane Black ci mostra ad inizio pilota film, tornano utili nella sparatoria finale che prevede anche una mitragliatrice Gatling che potrebbe essere in parti uguali un omaggio a “Il texano dagli occhi di ghiaccio” (1976), oppure a Django.

Ma non è solo questo, diciamo che in una scena più vicina ai cartoni animati che ai film western, persino il cane ucciso all’inizio trova un modo di vendicarsi, insomma “Edge” nel finale la butta un po’ in caciara e non riesco a non immaginarmi i due amiconi Shane e Fred impegnati a scrivere, dire cose del tipo: «E se con un colpo di pistola Edge facesse saltare il lucchetto della cintura di castità della bella messicana?» , «Siiii figata! Facciamolo!» e, in effetti, nel film succede davvero, quindi un pochino i due si sono fatti prendere la mano.

Per la serie: Buttarla in caciara!
Per fortuna, in generale “Edge” ha una certa propensione per gli effetti visivi vecchia maniera e il granguignolesco che lo rende chiaramente una creatura di Black e Dekker che messi così uno vicino all’altro, sembrano la marca di un trapano ora che ci penso.

Di negativo resta l’epilogo finale, tutto dedicato al sadico Harknett, in un club di “Gentiluomini” del Sud, una scena che ci ricorda che questo pilota è uno di quelli che non è diventato niente, ma se “Edge” fosse diventato una serie, probabilmente l’avrei seguita, se non altro per il gusto per la caciara e le battutacce, certo probabilmente non sarebbe durata molto come serie!

Capolinea gente! Dichiaro il silenzio radio fino a settembre, quando questa rubrica tornerà prepotentemente di moda, prossima fermata The Predator. Shane, la palla è nel tuo campo!

16 commenti:

  1. Post molto molto interessante del quale non conoscevo nulla (in sto periodaccio ricordo a malapena che esiste la tv...). Però da come lo metti giù, al di là della caciara finale, mi pare una grandissima occasione sprecata. Magari Black e Dekker hanno ricevuto la notizia che non avrebbero fatto alcuna serie e hanno deciso di spararsi tutte le cartucce in un'unica occasione. Può essere?
    Leggendo l'articolo una miniserie di 3-4 episodi (magari di un'ora e mezza ciascuno) forse ci poteva stare. In fondo se non sperimentano quelli di Amazon o di Netflix, chi può farlo? Mamma Rai? Il budget c'era, i nomi pure, perché non provarci? Vabbè... Amen!

    Mi permetto sono di puntualizzare che Yvonne Strahovski per me era, è e sarà solo Miranda Lawson di Mass Effect! Com'è che fanno i gggiovani? Ah sì: Miranda <3

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    1. Ti capisco, piano piano sto tornando alla mia routine pure io ;-) In effetti l’episodio ha un epilogo che lascia intendere che l’idea, era quella di continuare, siamo in zona sperimentazione, ma di quello apprezzabile è il fatto che Black e Dekker hanno mantenuto il loro spirito, di fare film in stile anni ’80 come piace a noi, poi non tutto funziona, però il look è quello di un fumetto quasi “Weird western” con violenza e battutacce, insomma non è certo la miglior cosa mai prodotta da quei due ragazzacci, ma a suo modo intrattiene.

      Mai giocato a “Mass Effect” ma dopo aver cercato su google potrei quasi convincermi ad iniziare, Yvonne Strahovski non è niente male, mi pare fosse pure la bionda della serie “Chuck”, insomma Black ha l’occhio lungo ;-) Cheers

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    2. O.T.: Mass Effect è (per me) la miglior serie di videogame per PS di... Sempre! Storia, personaggi, universo, incroci, razze, religione,... Tutto calibrato e studiato nei minimi dettagli tanto da dare un background plausibile non solo ai personaggi principali, ma pure a mezza galassia!

      O.T. 2: due parole sul J.R. Smith di stanotte me le vuoi dire? Per me LBJ l'ha strangolato negli spogliatoi dopo l'OT...

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    3. Ti ringrazio, in effetti ne sento sempre parlare, ma non ci ho mai giocato. Per ora non saprei cosa dirti perché sto cercando di stare lontano da “Spoiler” sul risultato finale di gara 1, magari dopo la replica di stasera, saprò dirti meglio, per ora torno dietro al mio cespuglio a sparare agli spoiler sportivi mannari ;-) Cheers

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    4. Non ti preoccupare, arriverà un signore con gli occhiali da sole e una corda di violino a casa tua prima di stasera, tu aprigli pure tranquillo ;-) Scherzi a parte, è “solo” gara 1 tanto è una vita che combatto con il fuso orario a me contrario. Cheers!

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  2. Noooooooooo ma dove l'hai trovato???? Un western scritto da Black e Dekker... ah, Black'n'Dekker :-D Un duo di scrittori che è un trapano!!! Questa la userò nel recensire The Predator...
    Scopro che fra il 1975 e il 1979 addirittura in Italia sono arrivati dodici romanzi di George G. Gilman, ma purtroppo non sembra arrivato il primo della serie. Com'è nostra tradizioni, i romanzi in serie si iniziano sempre a casaccio!
    Alla prima occasione buona su eBay o Amazon mi acchiapperò uno dei romanzi di Gilman così magari ci scappa una recensione incrociata con Shane. Grazie della super-dritta! ^_^

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    1. Ahahah sul serio, non so come non mi sia venuta in mente prima, ma mentre scrivevo questo post ho avuto la rivelazione, quei due sono destinati a lavorare in coppia, per “The Predator” speriamo spacchino tutto e non facciano un buco nell’acqua!

      Grazie a te, ho pescato dai tuoi archivi (di Uruk) per approfondire, poi figurati se ci smentiamo mai in questo strambo Paese a forma di scarpa, vuoi mica iniziare dall’inizio? Troppo facile! La scena della mitragliatrice Gatling potrebbe arrivare proprio dai libri più che una citazione cinematografica come ho (arditamente) ipotizzato, in una delle copertine si vede Edge alle prese con una Gatling, attendo le tue ricerche, sei molto più bravo di me in questo genere di indagini ;-) Cheers!

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  3. Film che non è nemmeno citato su wikipedia italiana, ma su quella internazionale si :D Comunque sto film non lo conoscevo ma dev'essere una ficata!

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    1. Non ne avevo mai sentito parlare, ma quando l’ho scoperto, ho capito di aver trovato il titolo a sorpresa per chiudere la rubrica su Shane Black ;-) Cheers!

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  4. L'avesse (ri)scritto e girato Tarantino!!
    Ce lo vedevo bene a fare un serial western, sai?
    Qualcosa che prendesse un po' dal fumetto Red.
    Peccato per come sia andata con questo Edge... insomma, sfiga e mala gestione generale... un mix micidiale.

    Moz-

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    1. In effetti ha un genere di violenza un po' in stile anni '80 un po' da fumetto, era una operazione con il giusto tocco retrò, l'avrei guardate di sicuro una serie così ;-) Cheers

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  5. Parto dalle copertine dei romanzi: bellissime, sanno tanto di spaghetti western.

    Ecco, questo è molto più vicino agli spaghetti western che al western all'Americana, anche per il gusto della violenza. Il protagonista è un pistolero fighissimo e aggiungo che nella trama non può mai mancare l'elemento della vendetta.

    Ecco, io preferisco l'episodi singolo (o magari fosse stato più lungo per essere un film in pieno) piuttosto che la serie :P

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    1. Non sarebbe stato male come formato, anche perché in un’ora la trama viene raccontata come si deve, avrebbe potuto funzionare come formato, riprendendo magari un libro ad episodio. Cheers!

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  6. Mah...mi sembra troppo un film di serie B...

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    1. Beh in effetti lo spirito è un po’ quello, sia per l’uso della violenza, volutamente esagerato, sia per l’anima, come diceva Riky qui sopra, un po’ da spaghetti western. Cheers!

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