Ho sempre pensato che il lavoro fosse la più articolata e radicata forma di masochismo per le donne e gli uomini di questo gnocco minerale che ruota attorno al Sole.
Pensateci: ti svegli presto la mattina, abbandoni la persona
amata e tutte le tue care cose per andare a fare qualcosa per un numero
esageratamente alto di ore al giorno, ogni giorno, tutti i giorni, per
quarant’anni, forse anche di più. Se ti va bene al lavoro hai qualche collega
simpatico, il più delle volte non è affatto così, legato mani e pieni al ruolo
di schiavo volontario, due settimane all’anno di ferie e se fai il bravo magari
una promozione, più soldi per comprare cose che tanto non potrai usare, visto
che stai sempre al lavoro.
Per non parlare di cosa avviene all’interno di quel
rebus complicatissimo, stile scatola di Lemarchand che si chiama posto di
lavoro. Un intricato gioco di ruolo in cui vorresti mandare tutti a quel paese,
ma devi stare incasellato nel ruolo che ti hanno assegnato, in un rapporto di
dominazione a sottomissione ad un Cenobita che tutti chiamano signor direttore
che se ti va bene può essere un padrone magnanimo, ma anche in questo caso,
pensate mica di essere nati fortunati? Il lavoro nobilita l’uomo e lo rende
simile alla più grande forma di BDSM legalizzata e moralmente riconosciuta.
Sì, perché se ti fai legare, maltrattare e sculacciare in
camera da letto sei perverso, se lo fai per mantenersi sei un lavoratore,
paradosso su cui si basano molte di quelle che una volta venivano considerate
patologie psicologiche e che nel corso del tempo, qualcuna di esse è stata
sdoganata tanto da diventare la norma.
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Ti capisco cara, non hai idea di che casino succede da me quando si blocca il server di posta. |
In questo senso, Steven Shainberg ha descritto “Il piacere
della sofferenza” con l’aria giocosa di chi si approccia all’argomento del BDSM
senza moralismo e con il ghigno da Stregatto che dal suo ramo se la ride delle
tue sfighe di lavoratore masochista.
Non si parla mai molto di Steven Shainberg, uno che dà
l’impressione di dirigere un film solo quando ha davvero qualcosa da
raccontare, basta dire che tra il feticista ed impellicciato “Fur - Un ritratto
immaginario di Diane Arbus” (2006) con Nicoletta Ragazzino e Tony Stark nel
cast e il successivo Rupture, sono passati dieci anni. Ma la pellicola che ha
messo il nome (anzi cognome) di Shainberg sulla mappa geografica è stata la sua
quinta regia, “Secretary” del 2002.
Di sicuro lo conoscete, ha una locandina che non passa
inosservata ed è anche un film che ha fatto parecchio parlare di sé,
specialmente in uno strambo Paese a forma di scarpa, dove le pellicole ad alto
contenuto di “Parola con le tre S” suscitano spesso più casino del necessario...
Italia, terra di santi poeti e moralizzatori. A ben guardarlo, però, “Secretary”
è ancora un film unico e molto riuscito, molto più classico nella forma di
quanto i benpensanti e la sua fama vorrebbero farci credere.
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“Eccola! Una bella recensione del film… ah no, è scritta da Cassidy”. |
L’inizio è micidiale, come dico sempre i primi cinque minuti
di un film ne determinano tutto l’andamento, infatti “Secretary” inizia con Maggie
Gyllenhaal impegnata a sbrigare i lavori da ufficio della vostra normale
segretaria personale del capo, ma con collo e polsi intrappolati da una specie
di barra appendiabiti che gli esperti di BDSM (quindi non io) sapranno sicuramente
come si chiama, ma a vederla così sembra che sia esploso un armadio dell’Ikea
nelle vicinanze. Mentre la sorella di Donnie Darko si muove agile e felina
malgrado sto coso a crocefiggerla, il film pare già prendersi gioco di tutte le
vostre fantasie sulla sexy segretaria, mettendo in chiaro che qui tira un’aria
differenze e l’ironia ha certamente cittadinanza.
Salto indietro, prima di diventare una segretaria molto
particolare, la nostra Lee Holloway sembra la vittima sacrificale designata,
pronta a ritornare nel mondo dopo sei mesi passati in un istituto psichiatrico
è chiaramente fuori posto, tutta spalle curve, modi goffi e gonne volutamente
lunghe. Ad aspettarla a casa una situazione mica male: padre alcolizzato e
madre maltrattata. Chiaro che poi la ragazza torna alle sue vecchie abitudini
in meno di un minuto, tra i più disparati oggetti appuntiti e un bollitore
bollente, Lee si auto infligge dolore fisico per una sofferenza inespressa che
la ragazza ricaccia dentro di lei perché meglio nascondere e non fare rumore
shhhhh.
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Non credo sia proprio questo il modo esatto di usare la
pinzatrice.
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Tutto cambia quando per mettere a frutto il suo talento di
dattilografa, Lee risponde all’annuncio di un avvocato sui generis di nome E.
Edward Grey che ha il volto di James Spader e il nome che mi fa venire voglia
di dire una cosa, così, proprio dal profondo del cuore: Cinquanta sfumature di grigio? Puppa la fava! Ahh! Ora che l’ho detto su questo argomento lasciatemi
l’icona aperta che più tardi ripasso.
Tra i due personaggi, entrambi a loro modo complessati,
inizia uno strano rapporto di lavoro fatto di richieste denigranti, tipo andare
a ripescare un inutile plico di fogli dalla spazzatura (il tema del rovistare
nella monnezza torna nel film, metaforone suggerito di personaggi che scavano
dentro loro stessi, alla ricerca del loro vero io), fino all’apice delle
sculacciate per correggere errori di battitura, qualcuno involontario, altri,
anzi parecchi, molto volontari.
Alla base della sceneggiatura di Erin Cressida Wilson, collaboratrice
di Steven Shainberg anche per “Fur”, c’è il racconto breve di Mary Gaitskill
intitolato "Bad Behavior" a cui, però, sono state applicate alcune
modifiche: nella storia la protagonista si chiama Debby Roe e il suo datore di
lavoro viene solo indicato come “l’avvocato” e tutto è ambientato nel Michigan.
Nel film, invece, la vicenda si sposta in Florida, la protagonista prende il nome
di Lee, mentre l’avvocato si chiama, come detto, E. Edward Grey, quindi
chiudiamola subito questa icona: la scrittrice E. L. James (pseudonimo di Erika
Leonard) avrà fatto pure i soldi con la trilogia di Cinquanta sfumature di grigio e i penosi film da esso tratti, ma ha
una conoscenza veramente approssimativa dell’argomento, perché se peschi il
nome del protagonista dal film più famoso sull’argomento, si capisce perché
i film hanno un quantitativo di sesso ridicolo, il BDSM è trattato in maniera
ottusa e grossolana e in generale fanno cagare a spruzzo, come dicono i
Francesi. Quelli eruditi, però! Forse, a ben pensarci, avrei dovuto commentare la
trilogia di “Cinquanta sfumature di grigio/nero/rosso/verde/giallo” quella sarebbe stata un’altissima
forma di masochismo!
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La voce del padrone. |
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"Ti faccio vedere Cinquanta sfumature di grigio o vuoi altre sculacciate?" , "Le sculacciate! Vanno bene grazie!". |
Due personaggi incompleti, complessati e frustrati che a
colpi di frustate riusciranno insieme a far venire fuori il loro vero io, in
una struttura che più classica di così non sarebbe possibile, perché di fatto “Secretary”
è la classica storia d’amore cinematografica, sono i modi ad essere originali,
anzi a dirla meglio: sono personalizzati attorno ai personaggi. In un altro film
sarebbero elementi esterni ad impedire all’amore di trionfare dando spazio al
lieto fine, roba tipo famiglie opposte (tipo “West side story” 1957) o la
malattia (come in “Love story” 1970), mentre qui sono cause interne ad impedire
ai due di stare insieme, per prima cosa Lee e Grey devono accettare le loro
naturali pulsioni.
Ad esempio, il fidanzato di Lee, Peter (il Jeremy Davies di
“Salvate il soldato Ryan” e Lost) è
talmente canonico da risultare inadatto per la ragazza, non che lei non si
sforzi di farselo piacere, in fondo ai suoi genitori piace, quindi dev'essere
per forza la scelta migliore, no? Ecco no, perché Steven Shainberg è bravissimo
a giocare con l’attesa del pubblico e con i suoi personaggi.
Come spettatori sappiamo che i due protagonisti sono
perfetti l’uno per l’altra perché aderiscono alla perfezione al
canone di dominatore e sottomessa, il problema è che prima lo devono capire
loro, ma allo stesso tempo accettare qualcosa che cultura, famiglia e ambiente
hanno imparato essere meglio tenere nascosta e sopita. Lee è spavalda nel suo
essere sottomessa, accetta di buon grado tutte le critiche dell’Avvocato che
l’accusa di tirare su con il naso e di vestire in modo disgustoso, la ragazza
invece di farsi abbattere fiorisce e Shainberg è bravissimo a portarci tutti
per mano fino alla scena chiave, quella della prima sculacciata che è il
momento esatto in cui i protagonisti capiscono di essersi finalmente trovati.
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“Il suo caffè, doppio, macchiato freddo, con zucchero di canna e sculacciate servite a parte”. |
In questo senso, “Secretary” è un film che tratta la
questione del BDSM senza moralismi tenendosi a distanza da pruriginosi falsi
miti su questa pratica, anzi “Il piacere del dolore” è portato in scena in
maniera giocosa e non senza ironia, non a caso quando finalmente Lee e Mr.Grey
iniziano a fare sul serio, parte un training montage degno di Rocky, solo con
più selle da cavallo e variopinti oggettini al posto dei guantoni da boxe, la
scelta musicale è azzeccatissima, “I’m your man” di Leonard Cohen che non
credo necessiti di particolari presentazioni, basta dire «And if you want a
doctor, I'll examine every inch of you», no direi che è assolutamente perfetta
per l’atmosfera del film.
A proposito di musiche, non dimentichiamo la colonna
sonora di Angelo “Twin Peaks”
Badalamenti, il cui tema principale ha un andamento ondivago, quasi
orientaleggiante, una roba che pare muoversi al ritmo del corteggiamento, se
non proprio dell’inciucio vero e proprio? Si dice inciucio? Vabbè, dai ci siamo
capiti.
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Ragazzi, poi fate come volete, ma non è così che si gioca ai cowboy! |
Ma dopo la sbornia iniziale, come in quasi tutti i rapporti,
anche per i nostri protagonisti arriva una fase di bassa marea ormonale, con
lui che la tratta come vecchia segretaria e lei le tenta tutte, pur di
provocarlo per farsi nuovamente punire come prima, perché i tentativi da sola
in bagno con la spazzola non sono la stessa cosa, un azzeccato metaforone del
rapporto di coppia che per funzionare deve passare anche attraverso momenti
così, prima di potersi considerare davvero completo.
L’ultima parte, forse, cerca un umorismo che non sempre
arriva, o che forse era più divertente negli intenti originali che nella messa
in scena: la sfilza di parenti, amici, preti e femministe che cercano a turno
di convincere Lee ad interrompere il suo sciopero autolesionista, allargano il
cerchio dei due protagonisti ad altri personaggi che c'entrano poco, ma che
ribadiscono che “Secretary” è il più romantico film sul BDSM che sia mai stato
fatto, perché il finale sembra quello di qualunque commedia romantica con che
so, Molly Ringwald giusto per fare un nome, solo con molto più sadomasochismo.
Impossibile non citare i due protagonisti, fondamentali per
la riuscita del film. James Spader è bravissimo a portare in scena tutti i tick
del suo personaggio, inoltre Spader è un professionista unico nel suo genere,
dà sempre la sensazione di uno che potrebbe essere tipo il più grande attore
del mondo, se solo non fosse impegnato a fare altro, che so tipo vivere la sua
vita senza particolari grilli da divo per la testa, in questo senso è l’attore
perfetto per un regista come Steven Shainberg.
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Prima ti sposo poi ti |
Parliamo dello stesso attore che sale agli onori del grande
pubblico con il nerd di “Stargate” (1994), ma poi non ha paura di rischiare con
film difficili e dall’alto contenuto di “parola con le tre S” come Crash di David Cronenberg.
Ma la migliore è proprio Maggie Gyllenhaal che grazie al suo
ruolo in questo film si è affermata portandosi a casa anche svariati premi, se
Spader non è arrivato tardi il giorno in cui distribuivano il coraggio agli
attori, quel giorno al banchetto per la consegna del coraggio forse c’era Maggie
Gyllenhaal, un'altra che ha dimostrato anche recentemente nella serie tv The Deuce, dà il meglio quando
l’argomento della trama si fa adulto. Qui è semplicemente perfetta nel
trasformare il suo linguaggio del corpo da goffa ragazzina insicura (il
doppiaggio italiano accentua questo dettaglio) a donna sicura di sé, dico
sempre che la trovo piuttosto sensuale anche senza essere bella come il canone
della vostra attrice media di Hollywood impone, ma a dirla proprio fuori dai
denti: più bella di come compare in questo film non è mai stata, in un'immedesimazione totale con il suo personaggio.
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Quando c’è del torbido nell’aria, ciccia fuori James Spader. |
Alla fine il messaggio di “Secretary” è piuttosto chiaro,
gioioso anche nel suo essere assolutamente non moralista: l’amore non deve
essere per forza tenero, o ancorato ai canoni della convenzione, deve essere
giusto, deve adattarsi alla perfezione alle persone e bisogna essere, anche
fortunati, per trovare la persona giusta con cui esprimerlo, allora si può
essere davvero “Il piacere del dolore”.
Quindi proprio oggi, trovate questo pezzo anche sulla pagine di The Obsidian Mirror, ma non perdetevi anche tutti gli altri capitoli già pubblicati fino a questo momento!
The Hellbound Heart di Nick Parisi
Il dolore di essere Masoch (Pt.1) di Lucius Etruscus
Il dolore di essere Masoch (Pt.2) di Lucius Etruscus
Il dolore di essere Masoch (Pt.3) di Lucius Etruscus
Religione e sofferenza di Ariano Geta
Il sacrificio umano e l’autosacrificio nella cultura azteca di Alessia H.V.
Masochisti fino all'ultimo di Donata Ginevra
L'impero dei sensi di Pietro Sidoti
Ma lo speciale continuerà per tutto il mese, quindi state pronti con il gatto a nove code!
The Hellbound Heart di Nick Parisi
Il dolore di essere Masoch (Pt.1) di Lucius Etruscus
Il dolore di essere Masoch (Pt.2) di Lucius Etruscus
Il dolore di essere Masoch (Pt.3) di Lucius Etruscus
Religione e sofferenza di Ariano Geta
Il sacrificio umano e l’autosacrificio nella cultura azteca di Alessia H.V.
Masochisti fino all'ultimo di Donata Ginevra
L'impero dei sensi di Pietro Sidoti
Ma lo speciale continuerà per tutto il mese, quindi state pronti con il gatto a nove code!
Puntualissimo! Grazie!
RispondiEliminaMa che scherzi, grazie a te per la fantastica opportunità! ;-) Cheers
EliminaLo voglio vedere da una vita,ne ho sentito parlare molto bene ed adoro Spader.La Gillenhall mi dispiace ma la vedo proprio bruttarella,ma se è brava nel ruolo la sopporterò XD
RispondiElimina"l’amore non deve essere per forza tenero, o ancorato ai canoni della convenzione, deve essere giusto, deve adattarsi alla perfezione alle persone e bisogna essere, anche fortunati, per trovare la persona giusta con cui esprimerlo"
Straquoto e sottoscrivo!Come anche il disgusto per le cinquanta sfumature di MEH,e la sensazione che la James,autrice della trilogia fetecchia,si sia fatta un idea vaga del BDSM Googlando giusto 5 minuti ;)
Un film che merita un sacco, me lo sono rivisto per scriverne ed è ancora efficacissimo, Spader poi è un’incognita umanoide, ha una filmografia matta e sembra sempre uno che recita solo quando ne ha davvero voglia, il che è davvero ottimo.
EliminaNo no, perfettamente d’accordo, quelle belle sono fatte diverse dalla Gyllenhaal, che in alcuni film trovo anche spaesata e abbastanza fuori luogo, però bisogna dire che dalla sua Maggie ha una certa sensualità di fondo che con la storia giusta, la rende perfetta, ad esempio qui, dove persino quel suo modo di stare sempre curva con le spalle è perfetto, talmente giusta da diventare quasi bella, avesse sempre la possibilità di recitare in storia così (tipo la serie “The Deuce”) sarebbe il massimo.
Questo film prende a sonore sculacciate “Cinquanta sfumature di fuffa”, dici bene la James ha usato l’argomento in maniera palesemente grossolana, aver scelto Mr. Grey (rubacchiandolo a questo film) come nome del protagonista è la prova. Su questo principio, e questa manifesta ignoranza della materia, se la James avesse scritto un romanzo sul basket, probabilmente avrebbe come protagonista un tizio di nome Mr. Jordan. Cheers!
Alla fine l'avevo recuperato, e concordo con te:sensuale lei, bravissimo lui, grande alchimia e molto più profondo di quanto sembri!
EliminaMolto, sono una coppia che fa scintille, si merita il suo stato di culto questo film. Cheers
Elimina" Ho sempre pensato che andare al cinema in certe sale fosse la più articolata e radicata forma di masochismo per le donne e gli uomini di questo gnocco minerale che ruota attorno al Sole " Hitch - Diari inediti - Editori Riuniti Contro Crepascolo.
RispondiEliminaEra una sala che oggi non esiste più in cui ho fatto in tempo a vedere anche un film di Michael Moore. Al suo posto è ora uno di quei negozi in cui è possibile comperare un frigor alto come la creatura di Mary Shelley, ma con una intelligenza domotica che rasenta il senziente.
Aveva seggioline in legno di teak come quelle dei tram del 1928 ( lo stesso anno di Steamboat Willie ndr ) e lo spazio tra una fila di posti e l'altra era tale da permettere a Mickey Mouse di sedersi comodamente ( nella versione di Romano Scarpa perchè quella di Andrea Pazienza non ci sarebbe riuscita ). Pippo avrebbe piazzato i piedoni sulle spalle del tizio seduto davanti come ero tentato di fare io mentre seguivo il tango di Maggie e James. Crepascola pensa di Spader tutto il bene possibile ed io esattamente quello che ne pensi tu. Sono un fan di Maggie e sono davvero contento che gli scienziati USA siano riusciti a clonarla nella Scarlet Witch della saga degli Avengers al cine, ma l'originale è sempre l'originale.
Una idea per Kev Feige - che so seguire la baravolante da quando qualcuno gli ha detto essere la risposta italiana a Morbius The Living Vampire -quando e se rilancerà la saga dei picchiatelli in costume dopo la prossima puntata di Infinity War: Maggie è una strega mutante schizzata con il potere di riscrivere la realtà e quando e se qualcosa la turba come, per esempio, vedere un film di supereroi di 150 minuti seduto su una seggiolina di teak made in Lilliput, crea una dimensione in cui è innamorata del fratello velocista Jake che punisce per la storia incestuosa lanciandolo in un wormhole prima di rifugiarsi in una altra fantasia dove è innamorata di un frigo senziente androide che lei dota della personalità di un ambiguo consiliori della malavita che porta seco una misteriosa lista di ambigui Illuminati che tirano le fila del Marvel Universe. Excelsior !
La marca del frigorifero è per caso Ultron? ;-)
EliminaAvendo lunghezza di gamba, piedoni e modi goffi da Pippo, le sediole del cinema sono sempre un dramma, anche se quelle in legno di teak hanno il suo fascino.
Ecco bravissimo! Mi hai tolto un tarlo dal cervello (vuoto) la Olsen, Scarlet Witch in carica, sembral a sorella minore della Gyllenhaal, bravissimo hanno la stessa carica di “Sesso a pile” che ti stende con gli occhioni blu, oooh grazie per aver fatto scendere questa scimmia del dubbio dalla mia spalla.
Ora, siccome non ho ancora capito in che rapporti familiare sia la Olsen giuste, con le sorelle Olsen sbagliate, mi viene da pensare che siano tutte per lo meno cugine di Donnie Darko, quindi tra wormhole e guanti dell’infinito, ora ho capito come ha fatto Spader a finire dentro il frigo a marca Ultron! :-D Cheers
Mi credi che non sono mai riuscito a vederlo per intero? Sempre l’inizio o la fine. E non l’ho mai nemmeno messo nel mucchio di cose da recuperare. Ovviamente dopo questo post l’ho già segnato. Dannato Cassidy! :-P
RispondiEliminaMerita un casino, è un film ancora efficace, sarà perché sembra ambientato in un non-luogo, ma anche in un non-tempo, ma funziona ancora benissimo. Potresti dirlo come farebbe il capitano Kirk con Khan? Una roba tipo «Dannato CAAAAAAAAssidy!» :-P Cheers
EliminaVa bene. Dopo ti invio la nota vocale via mail! :-D
EliminaAhahah lo aspetto ;-) Cheers
EliminaQuesto è il dolore che mi piace :D
RispondiEliminaMasochista bongustaio ;-) Cheers
EliminaCommento di là?
RispondiEliminaMoz-
Come preferisci, tanto ti leggo sia di qua che di là ;-) Cheers
EliminaAttendevo con ansia questo post, e ad inizio mese da Obsidian Mirror avevo anticipato che sarebbe arrivato il "vero" Grey, mica quello delle 50 sfumature di mosceria :-P
RispondiEliminaHo amato in modo profondo e violento questo film, già conoscevo Spader e lo adoravo ma è stato il mio primissimo incontro con Maggie Gyllenhaal, titanica in questo ruolo della vita. Ogni volta che la vedo e la apprezzo, non posso non pensare a quanto sia stata epocale: suo fratello Jake forse è più famoso, ma credo che il talento in famiglia scorre più nelle vene di Maggie ;-)
Ti ringrazio molto per l’entusiasmo, sto finendo di leggere i tuoi pezzi per lo speciale, sono usciti nel mezzo del mio trasloco quindi sono rimasto un po’ indietro, ma sai che mi leggo tutto ;-)
EliminaSpader è bravissimo ed enigmatico, di lui apprezzo che possa fare davvero di tutto, su Maggie sono molto d’accordo, inoltre trovo che abbia un coraggio, dal punto di vista delle scelte dei ruoli, da attrice degli anni ’70, mancano i ruoli coraggiosi per il suo talento, perché più il personaggio diventa controverso, più lei sembra a suo agio, qui davvero è perfetta ;-) Cheers!
Uno dei film più romantici e meno sdolcinati che abbia mai visto. Intelligente, fuori dalla norma, fottutamente romantico. Perchè amore significa non dire mai "d'ora in poi non ti sculaccio più"
RispondiEliminaCompletamente d’accordo, incredibile la fama di questo film, è stato “venduto” come una roba torbidissima, quando invece è incredibilmente romantico, ma proprio nel senso più classico del termine, ad essere originale è tutto il resto, ma il suo essere privo di moralismo lo rende meglio di quasi tutta la totalità delle storielle romantiche anonime e pallosissime. Cheers!
EliminaGrazie per la citazione... e per il bellissimo articolo! Secretary è un ottimo film, che ricordo di aver scoperto quasi per caso... Ok non per caso. Speravo di vedere qualche scena semi porno, lo confesso. Ma mi ha conquistato anche se meno hard di quanto pensassi ;) Tralaltro è un film apprezzato anche da chi pratica il "vero" bdsm, al contrario di quella cacata di 50 sfumature...
RispondiEliminaFigurati doverosa, non vedo l'ora di vedermi "Rupture" è nel mio mirino da un pezzo. Per la sua fama, pensavamo tutti di vedere chissà cosa, invece è un bellissimo film, che affronta l'argomento senza moralismo, a differenza di "50 sfumature di marrone", che invece è quando di più moralista (e qualitativamente orrendo) ci sia in giro, bacchettone come "Twilight" ma ancora più triste, quello almeno faceva (involontariamente) ridere ;-) Cheers
EliminaMolti lo bollano come commedia nera, ma lo trovo molto più complesso. Senza dimenticare che molti l'hanno dimenticato... E' da far vedere davvero a tutti (tutte) quelli che adorano 50 Sfumare di ecc
RispondiEliminaHa un suo umorismo, non lo definirei umorismo nero, ma umorismo di sicuro. conosci qualcuno che adora davvero 50 sfumature? Se si, non si merita di vedere un bel film come questo ;-) Cheers
Elimina