martedì 5 dicembre 2017

The Punisher - Stagione 1: Bentornato, Frank


Parliamoci chiaro: dopo aver assistito alla prova fenomenale di Jon Bernthal nei panni di Frank Castle, nella seconda stagione di Daredevil, la serie dedicata al Punitore è finita dritta sparata tra le più attese. Tanto per essere ancora più chiari, voglio dirlo subito: se il Tai Chi di Iron Fist vi ha stufato e se guardando Defenders contavate il numero dei vostri sbadigli, sappiate che ora che Castle è tornato, la musica è cambiata, quindi fatemi riportare in auge una vecchia rubrica!



Era lecito pensare che nella manciata di episodi in cui è stato protagonista, divorandosi la seconda stagione del Diavolo Rosso, sapessimo già tutto quello che c’era da sapere sul veterano Frank Castle, della sua famiglia sterminata a Central Park e della rabbia che pare non poterlo abbandonare mai, una furia vendicativa che trova sfogo solo in un anti proiettile con sopra un teschio e tanti proiettili.

La stagione solista di Punisher, invece, aumenta la posta in gioco. Nel primo episodio tutto lo scontro del personaggio contro i mafiosi dublinesi viene archiviato, lo showrunner della serie, Steve Lightfoot che si è fatto le ossa con parecchi episodi di Hannibal, punta su una trovata molto intelligente per rendere Frank Castle un personaggio contemporaneo senza snaturarlo e Stefano Pieleggero ci è riuscito piuttosto bene.

Il Punitore, creato da Gerry Conway, Ross Andru e John Romita Sr. (giù il cappello!) è un personaggio che ha esordito sulla pagine di “The Amazing Spider-Man” nel 1974, un reduce della guerra del Vietnam che ha sempre incarnato tutte le caratteristiche di quella guerra. Ora, io non pretendo di capire gli Americani solo perché passo parecchio tempo a consumare la fiction che producono, ma gli Americani non si tirano mai indietro quando è il momento di utilizzare la finzione per elaborare i casini che combinano in giro per il mondo. L’unica fortuna collaterale provocata dal fatto che gli Americani hanno sempre una guerra in corso in qualche Paese del mondo, che il più delle volte non sanno trovare su una carta geografica è che non manca mai il materiale da cui poter pescare.

Qui la legge si ferma, e comincia LUI (Quasi-Cit.)
Fateci caso, i reduci di tutte le guerre americane più recenti al cinema e in tv sono rappresentati come dei santi laici, degli eroi sempre e comunque che nei casi peggiori sono stati costretti a fare qualcosa di brutto per Dio/Patria/Famiglia, barrate quello che preferite. Sempre stando alla fiction, invece, i reduci del Vietnam erano quelli che appena sbarcati all’aeroporto trovano qualcuno pronto a sputargli in faccia e a dargli dell’ammazza bambini, una disparità di trattamento che, sono certo, ha alla sua base una certa dose di verità. Il pregio principale di “The Punisher” è quello di presentare Frank Castle come un credibile reduce del conflitto in Afghanistan, uno che a Kandahar ha davvero fatto cose orribili, ma che il cervello lo ha perso quando una volta tornato a casa, ha scoperto che la sua guerra era appena iniziata.

Strizzando l’occhio allo spionaggio, all’NSA e alla CIA di serie come Homeland, la prima stagione di Punisher rielabora complotti interni di quella serie, sostituendo la noia (ho abbandonato con il rosso Marines e la bionda che fa le smorfie senza alcun rimpianto) con dosi abbondanti di violenza, sparatorie girate come si deve e sangue, sangue senza tirar via la mano.


Micro, suo malgrado l'Edward Snowden della situazione.
Questa stagione elabora i personaggi classici che era normale trovare nel ciclo del Punitore firmato da Chuck Dixon, ma con la violenza esplicita di quello di Garth Ennis, In questo intrigo che ci ricorda l’antico adagio “Bugia bugia bugia dice la CIA” (qui indovina la citazione vince una menzione speciale nei commenti!) trovano spazio i reduci dell’ultima (in ordine di tempo) guerra americana, che non sono stati accolti a sputi in faccia, ma che non se la passano comunque tanto bene.

Curtis (Jason R. Moore) il medico che ha perso una gamba su qualche tetto Afgano ed ora gestisce i gruppi di recupero, ma anche il giovane Lewis (Daniel Webber alle prese con un altro personaggio tormentato dopo il Lee Harvey Oswald di 11/22/’63) che ad adattarsi al nuovo stato delle cose davvero non ci riesce e nel corso della vicenda avrà un ruolo fondamentale.

Menzione speciale per Billy Russo, un nome che ai lettori di fumetti Marvel dovrebbe accendere qualche campanello in testa (quindi se non volete SPOILER non approfondite questo dettaglio) interpretato da un davvero azzeccato Ben Barnes, il suo personaggio è l’opposto di Lewis, quello che ha capito come investire sulla sua esperienza al fronte e ha fondato la ANVIL, società di sicurezza privata che offrirà uomini e mezzi, ma soprattutto bersagli mobili per le pallottole del Punitore.


Come passare dalla mimetica al completo, senza cambiare abitudini.
I contatti con le altre serie Netflix sono ridotti all’osso, quasi tutti rappresentati dal personaggio di Karen Page (sempre la guardabile Deborah Ann Woll) che proprio con Frank Castle aveva stretto alcuni legami durante il suo esordio nella seconda stagione di Daredevil e qui ricopre un ruolo molto importante. Così come l’agente della homeland security Dinah Madani, che ha il ruolo ingrato di interpretare la poliziotta tosta sulle piste del Punitore, il classico personaggio destinato ad andare sotto bevendo dall’idrante perché nella serie di Frank Castle (che sia in tv o nei fumetti) non si fa mai il tifo per il poliziotto sulle piste del Punisher dai! Eppure, il personaggio funziona bene e Amber Rose Revah che la interpreta è un’ottima scelta, per assurdo mi sono ritrovato a pensare che l’attrice avrebbe potuto essere anche una convincente Elektra, ma va bene così visto il risultato, per una volta un personaggio di origini mediorientali in una serie americana che non sembra un clichè!

"Vado a prendermi il ruolo di Elodie Yung, tu coprimi le spalle".
In ogni caso, staremmo qui a parlare dell’aria fritta se non fosse per Jon Bernthal, uno che già recitava come si deve nel ruolo di Shane, quando ancora i Camminamorti erano tutto sommato una serie e che da allora non si è più voltato indietro, Fury, una particina in un film di Scorsese e poi Frank Castle, il ruolo per cui verrà ricordato probabilmente fino a fine carriera, ma diciamolo: poteva andare molto peggio sia a lui che a noi visto che Bernthal è fenomenale.

Non si limita a sfruttare quel vocione che grattugia e una faccia da bulldog che lo rendono perfetto per la parte, ma ci regala davvero il tormento di Frank Castle e la rabbia inarrestabile del Punitore che fregandosene dei precetti imposti da Garth Ennis qui ogni tanto sorride, ma sono più che altro le smorfie con cui Bernthal dà spessore al personaggio che al pari di questa serie sale di colpi con il passare degli episodi. Non vorrei sembrare esagerato, ma come approccio fisico al personaggio e capacità di risultare intimidatorio anche quando è tranquillo, Bernthal in un paio di momenti mi ha quasi fatto ricordare il De Niro dei giorni migliori. Ribadisco: poteva andarci peggio!


"Ehi tu, dici a me? ma stai parlando con me?!" (Cit.)
Sì, perché l’unica critica che posso muovere alla prima stagione di “The Punisher” è questa: 13 episodi da 50 minuti l’uno ad un certo punto, specialmente dopo le prime due o tre puntate, sembrano davvero troppi, alcune scene che potrebbero durare tre minuti (Billy Russo che parla ai suoi soldati privati, ad esempio) ne durano cinque, a volte dieci, perché, per fortuna, il minutaggio abbonda, quindi nella prima metà della stagione il ritmo tende a perdersi nei dialoghi. Ma Steve Lightfoot si ricorda cosa sta producendo così ogni episodio verso il finale si gioca almeno una scena d’azione diretta e coreografata come si deve ed un finale dove la violenza e il sangue abbondano, non vi racconto niente, ma questo Frank Castle è davvero una macchina da guerra che niente riesce a fermare, di sicuro non le pallottole e le botte che prende (e da!) in quantitativi abbondanti.

Nell’episodio 1x02, Castle si scambia cortesie sotto forma di carocchie sulle note di un pezzo di Sinatra (ma nel corso della serie si sente anche “Fated, Faithful, Fatal” di Marilyn Manson e… I Creedence!! Gioia e giubilo!), ma ci sono anche scene di guerriglia nel bosco dove Frank riceve qualche dritta dal drone pilotato da Micro, anche se una delle mie preferite è la scena muta, tra fumogeni e mirini laser dell’episodio 1x07. Per la carneficina, quella vera, in cui il sangue non manca godetevi gli ultimi tre episodi, ma a quel punto la serie è già salita di livello così tanto che non vedrete l’ora di spararveli uno dopo l’altro… Ecco, magari avrei potuto utilizzare un altro verbo ma vabbè, avete capito il senso.


The blair witch Frank Castle project.
A qualcuno sarà venuto un colpo, sì, ho detto Micro, lo storico socio di Frank Castle, esperto di computer e tecnologia varia, qui è interpretato molto bene da Ebon Moss-Bachrach, è forse il personaggio che tradisce di più le sue origini fumettistiche, eppure, i suoi scambi con Castle sono efficacissimi, un’alleanza forzata che inizia tra rivalità e gelosia e poi a colpi di buoni dialoghi e dinamiche sfruttate bene diventa un'amicizia virile davvero che mi ha convinto, ma non voglio rovinarvi la visione, per tutti i dettagli più strettamente legati alle differenze (e somiglianze) con il fumetto, ho già in canna il solito post a tema sulle citazione, consideratevi avvisati!

Nel corso della sua lunga vita editoriale tanti autori hanno banalizzato Frank Castle rendendolo un generico “Uomo arsenale” che a colpi di “BUDDA-BUDDA-BUDDA” (i lettori di fumetti capiranno) ammucchia mafiosi uno sopra l’altro. Gli autori che hanno lasciato il segno sulle pagine del fumetto sono stati quelli che hanno saputo adattare un personaggio così iconico ai tempi moderni, Steve Lightfoot ci è riuscito per la televisione e per l’America di oggi.

I got my finger on the trigger, But I don't know who to trust...
Castle non ha nulla di super, se non forse la sua rabbia, è un eroe contraddittorio che fa del bene ma nel modo più violento e sanguinario immaginabile, uno con molti tratti in comune con John Rambo, non certo un reduce di un’altra guerra e di un’altra America, ma di quella Trumpiana di oggi. Quella in cui il tema del controllo delle armi è centrale, la paura per i terroristi sta alla stelle e che non si sputa più in faccia ai reduci di guerra, anche se poi li si abbandona a loro destino e allo loro ferite che spesso non sono solo fisiche.

Finalmente il teschio sul petto sono riusciti ad azzeccarlo urrà!
Ho trovato davvero azzeccato che la chiusura della serie non arrivi tra le pallottole e la violenza, quella non manca, ma è il monologo finale di Frank Castle, quello dove ci ricorda che la parte peggiore arriva quando gli spari sono terminati, quando non c’è più una guerra da combattere, ecco perché Frank e il suo Paese sono sempre in guerra. Per nostra fortuna, la guerra di Frank Castle si combatte solo nell’immaginario e come questa serie, è appena iniziata. Bentornato Frank!

40 commenti:

  1. Bella recensione ma per ora non me l'hai venduta. La prima stagione di "Daredevil" è stata un discreta bomba ma al secondo giro di giostra ho fatto una fatica assurda a portarla a casa. Questo mi intriga ma non so se sono pronto a sorbirmi 35 minuti di dialoghi e 5 di spari e violenza. Vediamo... Per ora è già in hard disk in attesa.

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    1. Muchas gracias ;-) Se volessimo fare una classifica, sta dalle parti della seconda stagione di “Daredevil”, posso dire che tutte le parti con Micro sono davvero ben fatte, tutti i personaggi sono scritti e recitati bene, e la violenza va in crescendo verso quel finale che a mio avviso è una discreta bombetta, però bisogna dire che è una serie molto parlata, specialmente nei primi episodi, ma tra tutte le serie Netflix, questa è quella di cui vorrei una seconda stagione tipo, subito! ;-) Cheers

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  2. Carabara, hai davvero una cultura enciclopedica. Bravo. " Bugia bugia bugia dice la CIA " è una citazione dalla quarta, inedita alle masse , e non terminata versione dei Promessi Sposi. Il personaggio, che non esiste nelle altre tre stesure , della suora Angela che era al corrente di una possibile liason tra LuCIA Mondella e don Rodrigo. Ricordo per tutti gli altri che non sono spulciatori di dati come Carabara che oltre 30 anni fa degli analisti passarono al pettine fitto di un computer il testo della ultimate version , cioè quella + famosa , e scoprirono un inside joke che suggeriva come fra Cristoforo fosse al corrente di una relazione tra la protagonista ed il villain. Ho incontrato Conway parecchie volte, in qualità di consulente esterno della Disney, quando nella stanza dei bottoni si stava pensando di infilare Castle nel team con Paperinik, Quadrifoglio, Superpippo e Tuba Mascherata, ma gli altri ragazzi non erano tanto per la quale ed alla fine abbiamo ripiegato sulla squadra dei Thunderbolts con Rulk ed Elektra e Deadpool. Pazienza. Dicevo di Gerry, scusate la divagaz. Lo sceneggiatore mi ha confessato che, oltre al Giustiziere della Notte di Bronson ed al Travis Bickle di DeNiro, il suo Punisher contiene anche uno zinzino dello Innominato della suddetta Quarta Versione del Manzoni. Steve Gerber e Jim The Bishop Starlin lo avevano invitato ad una festa che ricordava certi numeri del dr. Strange di Frank Brunner e gli avevano fatto leggere alcuni brani dell'opera che avevano tradotto...liberamente. Non so quanto conoscessero la nostra lingua, ma ti dico solo che il plot prevedeva tra le altre cose un Innominato reduce da una non meglio precisata guerra sanguinosa e don Rodrigo mad doctor dietro ad un progetto per purificare l'Europa via peste che nemmeno la Testa del Demone di Bats. Noname ( con tante scuse a Davide Barzi e Oskar ndr ) non sarà illuminato dalla Provvidenza, ma dalla consapevolezza di essere vettore di punizione. Gerry mi ha detto che fu una epifania a la Joyce. Non ha altri ricordi della serata così chiari ( " ad un certo punto Jim mi ha detto che potevo prendere la cappa della levitazione per tornare a casa, ma ricordo di aver diviso un taxi con un omino barbuto che continuava a dire al tassista che prima o poi avrebbe ucciso la moglie rea di tradirlo con un nero " ), ma evidentemente le sue celluline grigie hanno elaborato...ciao ciao

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    1. In effetti è così che viene chiamata in gergo laCIA, anzi scusa LuCIA, per altro credo proprio che quell’omino barbuto seduto sui sedili posteriori del taxi, così come quel Califfo di Jim Starlin un po’ di serate matte da cappa di levitazione le abbiano fatte davvero ai tempi d’oro, roba psichedeliche degna della tavole di Stefano Strano.

      Per come è finita con i T-Bolt, forse sarebbe meglio vedere il nostro Frank cin coppia con Superpippo e soci, serie particolarmente sfortunata quella, non hanno funzionato nemmeno i disegni del mio adorato Steve Dillon, già provato dalla malattia, sob!

      Don Rodrigo in versione “Mad Doctor” è una figata, me lo immagino a capo di una squadra di untori mascherati, tipo Doom-Bot del Dr. Destino, mica male! ;-) Cheers

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  3. Bella recensione, a me sono piaciute molto le due stagioni di Daredevil e quella di Jessica Jones, Luke Cage e Iron Fist per ora ho evitato di vederle per via delle recensioni lette (e quindi non ho visto neanche i difensori che di iron fist era un seguito diretto). Se questa si può guardare senza aver visto quelle che mi mancano allora faccio che saltare direttamente a questa.

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    1. Grazie mille capo! ;-) Per vedere questa ti basta aver visto la seconda di “Daredevil” dove il personaggio esordiva e intrecciava legami con Karen Page, ma pure senza aver visto quella, si può seguire benissimo, tanto le origini del personaggio sono spiegate per filo e per segno e non serve sapere molto su Karen Page più di questo questa stagione già non dica, quindi direi che puoi iniziarla quando vuoi ;-) Cheers!

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    1. Ma perché esce questo Avatar e non il gagliardo Andrea K Lanza di Malastrana?

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    2. Se ti riferisci alla citazione misteriosa sulla CIA, no, non è "Predator", ma non ci sei andato troppo lontano, l'ambientazione nella giungla è quasi la stessa ;-) Cheers!

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    3. Non ne ho idea, ma non è male la pugilessa sexy ;-) Cheers

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  5. Lei viene da qui https://malastranavhs.wordpress.com/2012/11/26/iron-girl-la-ragazza-dacciaio/
    Ho divorato tutto in un sol boccone The punisher, senza dubbio il miglior prodotto Marvel/Netflix senza gli arzigogoli superonistici. In più è violentissimo, con battute fighe e una regia da applausi. Lo metto al pari, ma l'affetto si sa è canaglia, al Vendicatore con Dolph Lundgren.

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    1. Oh benissimo, grazie per il link, così colmo anche questa mia lacuna ;-)
      Nostalgia canaglia però anche uno dei Frank Castle più aderenti al fumetto mai visti, Jon Bernthal non è Dolph nostro, ma allo stesso modo dello svedesone riesce ad essere fisicamente minaccioso e perfetto nel ruolo di uno che ha perso la boccia. Poi sul serio, un finale grondante sangue, che prende a coppini sulla nuca roba pettinata come Iron Fist, ribadisco, seconda stagione, subito! ;-) Cheers

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  6. Come già detto ho visto pochissimo delle serie Netflix, prima o poi le recupererò.. tra parentesi il primo film del Punitore con Travolta cattivo ma sopratutto Rebecca Romijn all'epoca non mi dispiacque!

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    1. Vabbè ma Rebecca Romijn mi convincerebbe a vedere quasi qualunque cosa ;-) Se ti interessa quel film lo trovi commentato qui sulla Bara, intanto questa serie ti consiglio di recuperarla, aspetto il tuo parere. Cheers!

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  7. Sai che sono fan del Punisher sin da quando era ancora il Punitore e girava con la tutina nera e gli stivaletti bianchi. Sono del '74 come lui e sul finire degli anni '80 Frankie amava i ninja come me ^_^ Scoprire che è riuscito Micro è un tuffo al cuore: per anni è stato un fedele compagno di viaggio... e il modo in cui è uscito di scena mi fa ancora male.
    Sono contento che abbiano saputo reinterpretare Castle per la TV, anche perché - come dici giustamente - gli americani fanno così tante guerre continue che non mancano certo reduci. (Qualche anno fa uscì una saga dove Frank insegnava a un nuovo reduce a diventare giustiziere, ma non l'ho finita.)
    Non so se vedrò la serie, ma ti ho letto con piacere ;-)

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    1. So bene che anche per te Frank Castle è un affare serio, la dipartita di Micro, gestita in quel modo poi è stata davvero un colpo al cuore, concordo in pieno. La ricordo quella saga, non ti sei perso molto, il finale era la parte più deludente.
      Hanno trovato il modo di rendere Castle un credibile reduce moderno, senza replicare le dinamiche del Vietnam cacciandole giù per la gola della storia, questo è sicuramente una tacca sulla cintura di questa serie. Cheers!

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    2. Il Punitore di Ross Andru era un problema per il bimbo che ne leggeva le gesta ogni tanto nel quattordicinale dello Uomo Ragno della Corno. Castle era spesso ospite di Spidey e usava le " pallottole pietose " cioè di gomma mooolto spesso. Era un signore sulla quarantina in forma che volava sui tetti spesso con un filo di nylon al posto della lenza di Scavezzacollo o della ragnatela minimale dello Arrampicamuri. Caprioleggiava con garbo. Aveva un volto puntuto e scavato e stempiature alla moda come un Basil Rathbone in fuga dall'inferno. Non riuscivo a decidere cosa pensarne. Violava la no killing rule, ma le didas con gli estratti del suo diario erano stilose anche più del meditare di Shang Chi sempre via didas. Quindici anni prima di Sin City. Credo che già allora lo avrei preferito in trench o con il giubbotto scrauso e i jeans di Travis Bickle. Poteva naturalmente andare peggio: il primo Punisher di cui Romitone fece uno sketch era in costume da bagno...

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    3. Descrizione impeccabile, Basil Rathbone in fuga dall'inferno mi piace tantissimo ;-) Durante la gestione di Chuck Dixon invece Castle sembrava uno Sly Stallone spesso con fascetta alla Rambo, l’era del pastrano e del non-sorriso invece è arrivata recentemente con Garth Ennis. Cheers!

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  8. Una curiosità: in uno dei primissimi numeri di Nat Never - parliamo di un momento in cui negli States stava per esordire il Punisher War Zone di Dixon/JR jr /Janson - compaiono due svantaggiati verticalmente che lavorano nel mondo del porno che si chiamano Microchip e Microciop. Nemmeno gli autori del Punisher - che negli Usa ha incontrato persino Archie degli Archie Comics - hanno mai osato tanto e difficilmente lo faranno oggi che Marvel è risorsa Disney...

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    1. I primi numeri di Nathan Never erano fighi, non lesinavano nemmeno su citazione ardite, ecco questa parecchio ardita, per fortuna Netflix è ancora una zona franca da zio Walt, almeno per ora! ;-) Cheers

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  9. Sì, sì, sì, sono d'accordo con te sulla critica.
    Cazzo, mi sono fermato dopo pochi episodi.
    Il protagonista non c'è, nella somiglianza. Ma scherziamo? Si vede lontano un miglio che questo ha i lineamenti ebraici, cazzo c'entra con Frankie?
    Mi aspettavo una serie molto più action (votata all'action che amiamo e che il film con Travolta come nemico aveva ben reso: sembrava di essere tornati agli '80-'90). Qua troppa filosofia, paranoie razziali e 11 settembre.
    No. Mi aspettavo un Punisher almeno simile alle storie di Ennis, o comunque a quel genere lì, episodico e duro. Niente.
    Finirò di guardarlo ma non era quello che mi aspettavo e che volevo.

    Moz-

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    1. Se avessero avuto a disposizione una serie da dieci episodi, invece che tredici, per assurdo sarebbe stato tutto più snello. Jon Bernthal ha il nasone e l’arcata sopraccigliare tipo “La Cosa” dei Fantastici Quattro, però mi dà l’impressione di Italo-Americano, non so perché, quindi anche per quello mi sembrava azzeccato nei panni di Castle, vero cognome Castiglione ;-)

      Ho apprezzato che abbiamo adattato il reduce Frank Castle alle guerre Yankee di oggi, l’azione non manca, verso la fine il sangue abbonda credimi ;-) Però capisco la tua critica e la condivido, era forse lecito aspettarsi più spara-spara (anzi scusa BUDDA-BUDDA), però hanno creato il personaggio, d’ora in poi potranno farlo sparare, per quello sono curioso di vedere cosa combineranno con la seconda stagione. Cheers!

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    2. Sì, diciamo che mi sarebbe piaciuto più una cosa di azione e vendetta violenta, ma anche storie tipo RADICI (Puni che interroga il mafioso dal dentista) o quella in cui un suo ex compagno d'armi è uscito di senno ed è diventato serial killer. Insomma, manca tutto questo.
      Lui di faccia ha pochissimo di Frank, secondo me, che sono abituato a Dolph e Tom.
      Questo di Frank ha solo l'ebraicità di Anna.
      Davvero, secondo me non è azzeccato come attore.

      Moz-

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    3. Adesso mi hai fatto venire il dubbio, voglio l’albero genelogico di Bernthal! ;-) A me lui non dispiace, però spero anche io di vederlo alle prese con più azione, quella che si vede in questa stagione è davvero ben fatta, ci voleva una base solida da cui partire, mi è sembrato un buon inizio per un Punitore aggiornato al 2017. Ma stai pure tranquillo che pescheranno dai fumetti a piene mani, già mi aspetto i massacri alla Garth Ennis ;-) Cheers

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    4. Sicuramente ho apprezzato l'aggiornamento alle guerre moderne (era scontato che non potesse essere reduce del Vietnam, dopotutto anche tonistarc è stato faccendiere in Afganistan, nei film MCU).
      Però boh, troppa filosofia pesante e ben poche riflessioni alla Ennis.
      Speriamo bene.

      Moz-

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    5. Ho temuto che ne facessero il solito reduce del Vietnam, come le dinamiche reduce del Vietnam televisivo, però usando il nome di un altro paese, pericolo scappato, sono abbastanza sicuro che ora che hanno "creato" il personaggio per la serie, potranno usarlo come piace a noi ;-) Cheers!

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  10. E anche questa recensione la metto da parte per un recupero futuro... prima voglio trovare il coraggio di guardare i Difensori!

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    1. Beh ma questa puoi vederla benissimo senza aver visto i Difensori, te lo dico così se vuoi ti risparmi tempo e fatica ;-) Cheers!

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  11. Mi sta piacendo parecchio, sono solamente al settimo episodio e procedo abbastanza a rilento per via della mancanza di tempo. Però mi sta convincendo sempre di più.

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    1. Ti capisco, anche io mi sono dovuto inventare dei tempi morti per vederla, ma se sei già alla sette, hai superato la parte "difficile", aspetto il tuo parere ;-) Cheers!

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  12. Jon Bernthal non era male in The Walking Dead inoltre Netflix ha fatto quasi sempre prodotti dignitosi se non ottimi.
    Piuttosto Cassidy, te che segui più di me queste cose, sai dirmi se è prevista una pubblicazione in Dvd di qualcuna delle serie Marvel Netflix?

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    1. Lo Shane di Bernthal era una delle ragione per cui per un po' i Camminamorti sono stati una serie vera, se non altro avevano un attore capace ;-) Bella domanda, avevo guardato qualche tempo fa, per gli altri paesi (quelli civilizzati) esistono già dei cofanetti, per questo nostro a forma di scarpa mi pare ancora no. Cheers!

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  13. Finalmente un Punisher (in carne e ossa) ben caratterizzato. Così mi piace!

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    1. Esatto era ora! Era quello che stavamo aspettando ;-) Cheers

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  14. Bella rece come al solito, la serie non l'ho ancora vista e di sto passo la vedrò nel duemilaemai (sono ancora a metà Jessica Jones)

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    1. Molte grazie! ;-) Se può consolarti anche io ci ho messo un sacco a vederla, però se vuoi passare direttamente a questa, sappi che ti serve solo aver visto la seconda di "Daredevil", così lo sai ;-) Cheers!

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  15. Immaginavo, probabilmente faremo così, questa la vuole vedere anche la mia signora e quando prende una decisione...

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    1. Ah si, si alzano le mani in quel caso, l'altra metà del cielo comanda ;-) Cheers

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  16. Io la sto trovando estremamente noiosa...succede molta più roba nelle brevi apparizioni in Daredevil (2) che nelle 9 puntate che ho visto finora.Tutta la faccenda FBI,la famiglia di Micro,Lewis con le sue paranoie è che due balls...troppo tirate per le lunghe e minutaggio sempre eccessivo,ti ritrovi spesso a sbadigliare.Spero migliori un po' con le ultime puntate perchè come personaggio mi piace un casino

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    1. L’errore fondamentale di questa stagione è stata l’abbondanza, 13 episodi da 50 minuti sono troppi, fossero stati 10 con lo stesso minutaggio e la stessa storia, sarebbe risultata una spanna migliore. Mi auguro che ora che hanno definito le origini, chiarito la parte introspettiva, passino all’azione quella seria, che non può mancare quando si parla di Frank Castle. Per me questa è una serie con abbondanti margini di miglioramento. Cheers!

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